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L’Assemblea elettiva, riunita all’Auditorium della Tecnica a Roma, ha eletto l’imprenditore vitivinicolo astigiano alla guida della Confederazione per i prossimi 4 anni. Succede a Giuseppe Politi. L’agricoltura e l’agroalimentare sono strategici per il Paese e non possono più essere relegati in un angolo. Serve un cambio di marcia. Bene il riconoscimento del settore nel ‘Job Act’ del premier Renzi, oggi c’è bisogno di una nuova politica nazionale dedicata anche in vista di Expo 2015 e della nuova Pac. Con Agrinsieme in anticipo sulla politica nel segno della semplificazione

 
Dino Scanavino è il nuovo presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori. Imprenditore vitivinicolo e vivaistico di Calamandrana, nell’Astigiano, 53 anni, è stato eletto oggi all'unanimità dall’Assemblea elettiva, riunita a Roma presso l’Auditorium della Tecnica e composta da 436 delegati, in rappresentanza dei quasi 900 mila iscritti dell’organizzazione in tutta Italia.
 
Scanavino, già vicepresidente nazionale dal 2010 nonché presidente della Cia di Asti dal 2002, sarà alla guida della Confederazione per i prossimi quattro anni e rappresenta il passaggio finale e definitivo da una governance mista composta da agricoltori e funzionari confederali a una tutta di agricoltori, come sancito dal nuovo Statuto. Succede a Giuseppe Politi, che è stato al vertice dell’organizzazione per gli ultimi dieci anni
 
“Oggi i cittadini, agricoltori compresi, non si sentono rappresentati dalla politica -ha detto il neo presidente della Cia- e quindi è assolutamente necessaria quella che io chiamo una ‘intermediazione buona’ tra gli interessi dei cittadini agricoltori e quelli della nazione, per curare il disagio che c’è nel Paese”.
 
D’altra parte, “l’agricoltura è un settore fondamentale: non solo è letteralmente la “dispensa” dell’Italia, ma rappresenta una risorsa strategica per la ripresa dell’economia -ha spiegato Scanavino-. Anche con la crisi, infatti, l’agricoltura sta garantendo occupazione e produttività, spesso in controtendenza rispetto all’andamento generale. Basti pensare che nel 2013 sulla scena agricola sono spuntate 11.485 nuove aziende, pari al 10 per cento delle imprese neonate in Italia, e che oltre il 17 per cento di questa nutrita pattuglia di ‘new entry’ ha un titolare di età inferiore ai 30 anni”. Inoltre, “non si può dimenticare che l’agroalimentare è l’unico comparto che continua a crescere sui mercati stranieri e che oggi cibo e vino ‘made in Italy’ costituiscono il secondo comparto manifatturiero del Paese, dopo quello metalmeccanico, con un fatturato di oltre 130 miliardi di euro e un'incidenza del 15 per cento sul Pil”.
 
Eppure, “nonostante questi segnali positivi, il reddito degli agricoltori non cresce, perché lo Stato appesantisce il settore con inconcepibili oneri burocratici, mettendoci fuori dalla competitività europea -ha osservato il nuovo presidente della Cia-. Per questo ora serve un cambio di passo: la politica deve investire sul serio sul settore, dedicandovi tempo e risorse”. In questo senso “la scelta di individuare agricoltura e cibo tra i settori chiave per il rilancio, com’è indicato nel ‘Job Act’ del premier Renzi, è un buon inizio. Oggi più che mai è necessario un nuovo progetto di politica agricola e agroalimentare nazionale, per dare prospettive e futuro alle imprese in termini di occupazione, valorizzazione e sviluppo”.
 
“Bisogna arrivare preparati per cogliere appieno i nuovi appuntamenti che ci attendono, a partire dall’applicazione della nuova Pac e dall’Expo 2015 -ha aggiunto Scanavino- continuando a lavorare contestualmente per promuovere l’aggregazione e l’internazionalizzazione delle imprese; ridurre i costi produttivi, amministrativi e fiscali e favorire davvero il ricambio generazionale. Perché c’è un’intera generazione, che è quella dei nostri figli, che rischia di restare fuori dal mercato, vittima di questa crisi, ed è a loro che dobbiamo restituire una prospettiva di vita dignitosa”.       
 
La parola d’ordine, comunque, deve essere sempre “semplificare” e “Agrinsieme ne è un esempio, poiché nasce dalla scelta di lavorare uniti di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari, rompendo le logiche della frammentazione -ha chiosato Scanavino-. Credo che abbiamo dato un segnale di anticipo sulla politica. Un segnale di concretezza, perché questo patto copre praticamente tutta la filiera agroalimentare e i suoi problemi, che finiscono per riflettersi anche su quelli di chi va a fare la spesa. Agrinsieme resta una via obbligata: solo insieme si può far ‘pesare’ di più l’agricoltura e affrontare in maniera adeguata questioni ataviche e nuove sfide del settore”.

Tra gli strumenti individuati vi sono gli aiuti per l’assicurazione del raccolto, degli animali e delle piante

L'Unione europea ha individuato nuovi strumenti per la gestione del rischio in agricoltura come gli aiuti per l’assicurazione del raccolto, degli animali e delle piante: si tratta di sovvenzioni pubbliche per il pagamento di premi versati dagli imprenditori per assicurare il raccolto e gli allevamenti, con un tetto massimo del 65% dell’entità del premio. Il presidente di Confai, Leonardo Bolis, ha commentato: “L’agricoltura è sempre stata un settore soggetto a rischi, a partire dal meteo fino alle fluttuazioni dei mercati locali e internazionali. Per questo le nuove misure prospettate dall’Unione europea all’interno del regolamento sullo sviluppo rurale possano avere positive ripercussioni sulla stabilità del settore”.
 
Previsti inoltre i fondi di mutualizzazione: lo scopo è quello di facilitare la costituzione di fondi nazionali o regionali per contribuire a risarcire gli agricoltori delle perdite causate da avversità atmosferiche e ambientali, epizoozie e gravi problemi fitosanitari. Tali fondialtra importante novità - funzionerebbero anche come strumenti di stabilizzazione del reddito, attivandosi qualora le entrate degli agricoltori subissero un calo superiore al 30% della media annua del singolo agricoltore nel triennio precedenti.
 
“Far funzionare o meno questi meccanismi di gestione del rischio – fa notare Sandro Cappellini, coordinatore nazionale di Confai - dipenderà dalle decisioni adottate da ciascuno Stato membro a livello nazionale e regionale. Il nostro auspicio è che l’accesso a questi fondi europei sia consentito anche alle imprese agromeccaniche”.
 
Redazione Floraviva

Venerdi 21 Febbraio alle ore 21:00 Andrea Giuntoli candidato a Sindaco per il comume di Pescia invita tutta la cittadinanza ad un incontro sul tema "Parco Agricolo". L'incontro si svolgera presso la sala riunioni Del Tozzotto del Mercato dei Fiori di Pescia

Andrea Giuntoli richiama l'attenzione dei Cittadini con un messaggio personale "se hai dei dubbi, se non ne comprendi l’utilità, se vuoi sapere se la tua azienda può essere una realtà di questo progetto, se vuoi sapere se ciò può rappresentare un futuro per i tuoi figli… Sciogli insieme a noi questi nodi

Parteciperà all'iniziativa Oreste Nardini -Legambiente Valdinievole- che risponderà alle domande dei partecipanti. Sarà ospite all’incontro l’On. Edoardo Fanucchi

Redazione Floraviva

Stop immediato all'operazione urbanistica che aumenta il rischio idrogeologico: fa perdere tempo

Pistoia, 19 febbraio 2014. Coldiretti conferma la sua posizione contraria all'ipotizzato Business park a Pescia. Un'operazione urbanistica che a fronte di utilità solo ipotizzate, aumenta sicuramente il rischio idrogeologico del territorio: un fazzoletto di terra nella Valdinievole tra due fiumi. Il greto dei due corsi d'acqua distano poche centinaia di metri. Due fiumi dal nome simile (la Pescia di Pescia e la Pescia di Collodi) che hanno percorsi 'paralleli'. Proprio in una delle aree in cui la distanza tra le due Pescia è minore da anni si è ipotizzato la costruzione di una zona industriale. Appena fuori da un centro abitato come è Pescia, una delle capitali italiane del settore floricolo.

Coldiretti ripropone la propria contrarietà a un'operazione urbanistica che vede la contrarietà di cittadini e attività agricole, che verrebbero danneggiati. “L'operazione a fronte di utilità solo ipotizzate, aumenta sicuramente il rischio idrogeologico. Non procurerebbe il tanto auspicato sviluppo -dichiara Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia-, e ci fa perdere tempo in inutili discussioni. Auspichiamo che l'amministrazione comunale di Pescia, che entrerà in carica dopo le prossime elezioni di primavera, tolga immediatamente dall'ordine del giorno il Business park”.

“La zona di Pescia ha tante potenzialità e urgenza di individuare nuove strade, che si possano affiancare all'attività floricola, che deve essere rinnovata -conferma Bruno Giudicini, presidente Coldiretti Pescia-”.

Lo stop all'ipotesi Business park aiuterebbe tutti, istituzioni, cittadini, attività produttive di tutti i settori a sciogliere i nodi che frenano lo sviluppo di Pescia e di tutta l'area.

“Per esempio, i consumatori hanno sete di mangiare prodotti italiani -spiega Tropiano-, perché non favorire la nascita di un polo ortofrutticolo della Valdinievole, invece di togliere ottima terra all'agricoltura?”.

Fonte: Ufficio stampa

Ecco “Contadino Gio’”, il primo kit, un po’ gioco, un po’ passatempo, per realizzare in poco spazio un piccolo orto fuori suolo adattabile a tutte le situazioni abitative, a casa come a scuola. Anche in assenza di un giardino. L’obiettivo è semplice: avvicinare i bambini – e non solo loro – ad uno stile di vita alimentare il più possibile salutare, corretto ed ecologico attraverso l’esperienza diretta, immediata e manuale della gestione quotidiana dell’orticello. Seminare, annaffiare, pulire e curare giorno dopo giorno l’orto sono infatti azioni necessarie per ottenere il risultato della “raccolta” dei frutti, e soprattutto per una crescita consapevole del consumatore del domani ed una migliore conoscenza di se stessi.

Contadino Gio’, il primo kit, un po’ gioco, un po’ passatempo, per realizzare in poco spazio un piccolo orto fuori suolo adattabile a tutte le situazioni abitative, a casa come a scuola. Anche in assenza di un giardino. L’obiettivo è semplice: avvicinare i bambini – e non solo loro – ad uno stile di vita alimentare il più possibile salutare, corretto ed ecologico attraverso l’esperienza diretta, immediata e manuale della gestione quotidiana dell’orticello. Seminare, annaffiare, pulire e curare giorno dopo giorno l’orto sono infatti azioni necessarie per ottenere il risultato della “raccolta” dei frutti, e soprattutto per una crescita consapevole del consumatore del domani ed una migliore conoscenza di se stessi.
 
L’idea è venuta a Fabio Bizzarri, Presidente della Cooperativa Agrimercato di Pistoia in collaborazione con Coldiretti e Campagna Amica dopo l’analisi dei risultati dell’indagine “I Giovani per l’Agricoltura” secondo cui 9 su 10 sono disposti a rinunciare alla tv per “giocare” a fare il contadino. L’indagine è stata realizzata in occasione del lancio della XVIII edizione del prestigioso Premio Zini “I Giovani per l’Agricoltura” organizzato dall’Istituto Professionale Statale per l’Agricoltura e l’Ambiente “Barone Carlo De Franceschi” di Pistoia che si quest’anno, e per la prima volta, a tutti gli studenti di ogni ordine e grado delle istituzioni scolastiche della Toscana e che è stato presentato questa mattina nella Sala Stampa di Palazzo Sacrati Strozzi, in Regione Toscana alla presenza di Vincenzo Tropiano (Direttore Coldiretti Pistoia); Angela Desideri (Preside Istituto Professionale Statale per l’Agricoltura e l’Ambiente “Barone Carlo De Franceschi”); Cristina Zini (Segretaria Regionale Cisl Scuole e figlia di Renzo Zini); Toni De Amicis (Direttore Fondazione Campagna Amica); Gianni Salvadori (Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana). Tra le novità previste dal concorso una sezione dedicata proprio agli “orti scolastici” che dovranno essere realizzati dalle scuole-partecipanti.
La dimostrazione pratica del kit è stata curata da un gruppo di alcuni allievi dell'Istituto Comprensivo Enrico Fermi di Serravalle Pistoiese, vincitori del Premio Zini e dell'Oscar Green di Coldiretti nel 2013. Bambini esperti perché da tre anni conducono, alternandosi nei giardini della scuola, a curare il proprio orto didattico, che è un progetto di educazione ambientale e non solo, grazie anche alla collaborazione delle aziende Campagna Amica di Coldiretti.
 
Il kit “Contadino Gio’” mette in condizioni l’aspirante contadino di “costruire” uno spazio completamente nuovo dove la sua partecipazione attiva, il suo impegno ed il suo protagonismo sono determinanti. Pensato per i bambini ed in particolare nell’ambito dell’attività scolastica, “Contadino Giò’” è però anche uno strumento di condivisione di tempo e spazio tra grandi e piccini dove l’elemento adulto è importante soprattutto nella parte iniziale di avvio e costruzione dell’orto. Munito delle attrezzature e materiali necessari e delle istruzioni per la coltivazione fuori suolo così da rendere più pratica e semplice la coltivazione, l’orto-kit può essere posizionato su piazzali terrazze o anche all'interno di locali purché opportunamente illuminati. Il kit è costituito da bancali in legno di misura standard 60cmX40cm con parietali esterni in legno, atti a contenere il substrato di altezza variabile in relazione al tipo di coltivazione effettuata, di facile allestimento e di semplice conduzione delle coltivazioni. L'irrigazione delle piante è fatta tramite delle anfore interrate nel bancale che mantengono ilterreno umido e funzionano da accumulatori di acqua (antico sistema usato per risparmiare acqua). Non mancano ovviamente il terriccio certificato bio, humus per fertilizzare il terriccio, telo anti alga, piantine o semi a seconda dell’occorrenza. Il kit è venduto ad un prezzo di 37 euro circa.
 
Per acquistare il kit contattare Lara Peverini presso Coldiretti Pistoia al 0573-991023 o inviare richiesta di informazioni per mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

BAMBINI: 9 SU 10 PRONTI A RINUNCIARE ALLA TV PER UN PICCOLO ORTO DOMESTICO, SONDAGGIO TRA I BAMBINI DELLE SCUOLE TOSCANE
 
Meglio l’orto che la Tv. 9 bambini toscani su 10 sognano di coltivare un piccolo orticello e sarebbero disposti a rinunciare a cartoni animati e video games per “giocare” a fare il contadino. A fornire un quadro puntuale e per certi aspetti anche sorprendente sul rapporto dei bambini in età scolare e l’agricoltura è un sondaggio realizzato da Coldiretti Toscana (info su www.toscana.coldiretti.it) in occasione della presentazione della XVIII edizione del Premio Renzo Zini “I Giovani per l’Agricoltura” aperto agli studenti di ogni ordine e grado di scuole della Toscana. Il premio è stato presentato questa mattina nella Sala Stampa di Palazzo Sacrati Strozzi, in Regione Toscana alla presenza di Vincenzo Tropiano (Direttore Coldiretti Pistoia); Angela Desideri (Preside Istituto Professionale Statale per l’Agricoltura e l’Ambiente “Barone Carlo De Franceschi”); Cristina Zini (Segretaria Regionale Cisl Scuole e figlia di Renzo Zini); Toni De Amicis (Direttore Fondazione CampagnaAmica); Gianni Salvadori (Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana). Tra le novità previste dal concorso una sezione dedicata proprio agli “orti scolastici” che dovranno essere realizzati dalle scuole-partecipanti.
 
Se è appurato che 8 bambini su 10 non sono mai stati dentro una stalla e non hanno mai visto una mucca dal vivo, 5 su 10 non hanno mai messo piede in un orto nonostante l’87% abbia dichiarato di sapere come è fatto ed il 74% di conoscere qualcuno, nella sfera famigliare, che cura un terreno agricolo per la produzione e consumo domestico di ortaggi e frutta. Solo il 26% ha invece ammesso di non avere ne amici, ne parenti con un orticello da coltivare. A favorire il “contatto” con contadini professionali ed hobbisti, come i nonni in pensione, figura molto presente nell’immaginario dei bambini, è senza dubbio – spiega Coldiretti - la diffusa presenza di terreni coltivati in quasi tutta la regione dove anche nelle città si stanno sempre più sviluppando per esempio gli orti urbani ed altre interessanti iniziative di condivisione degli spazi verdi.
Abbastanza a sorpresa – prosegue Coldiretti - un’ampia percentuale del campione intervistato, pari al 31%, conosce bene almeno un prodotto agricolo per singola stagione – risultato per nulla scontato - mentre il 39% li conosce abbastanza. 4 su 10 non li conosce affatto. La conoscenza delle produzioni di stagione si scontra però con la pratica: il 50% non conosce le principali operazioni fondamentali per la preparazione e cura dell’orto, mentre solo una parte, 2 bambini di 10, potrebbe addirittura – a livello di conoscenze – provare l’esperienza della gestione di un piccolo appezzamento di terra domestico in maniera autonoma. Il 34%, una parta consistente, ha le idee molto confuse così come il 10% degli intervistati che ha associato il piccone all’aratura. Alla domanda “quale di questi strumenti è necessario per l’aratura” le cose si sono complicate ulteriormente. Ecco le risposte: rastrello (10%), zappa (18%), vanga (22%), carriola (35%), piccone (10%) ed annaffiatoio (5%).
 
E’ stato inoltre interessante “capire” quali tra gli ortaggi, alcuni molto comuni, altri meno, era più apprezzato dai bambini visto che il solo 24% consuma almeno da 2 a 3 porzioni di ortaggi al giorno, il 32,2% una sola porzione al giorno ed il 43% meno di una volta se non addirittura mai (fonte Okkio alla Salute). Pomodori (23%), insalata e spinaci ad ex equo (20%) e piselli (14%) costituiscono il podio degli ortaggi secondo i gusti e preferenze dei bambini toscani. Più indietro, molto distaccati, ci sono il cavolo (4%) ed i porri (3%). Il dato che emerge sicuramente più interessante dal sondaggio effettuato da Coldiretti è la grande ed inaspettata disponibilità dei bambini a rinunciare ad un po’ del loro tempo quotidianamente dedicato alla televisioni e ai video games all’esperienza diretta di gestione di un piccolo orticello da curare con amore e dedizione.
 
Nasce da qui il progetto pilotaContadino GIO’” che trasforma l’orto in un “gioco” adatto per tutti gli spazi, anche balconi, e per tutte le situazioni abitative. “Contadino GIO’” è un kit che mette in condizioni il bambino (e non solo) di “costruire” uno spazio tutto nuovo dove la sua partecipazione attiva ed il suo protagonismosono determinanti per raccogliere i frutti. Il gioco, oltre alle funzioni educative e didattiche, contribuisce a responsabilizzare il bambino che progressivamente diventerà così consapevole del suo ruolo chiave nella gestione quotidiana dell’orto.

Fonte Ufficio Stampa