Un albero, fiore, pianta per...

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In un momento in cui si cerca di recuperare equilibrio nei sistemi naturali, alcuni alberi emergono come protagonisti per la loro capacità di catturare carbonio, rigenerare suoli e sostenere la biodiversità.

 

Rigenerare i sistemi naturali: cinque alberi strategici

In tempi di transizione ecologica, gli alberi non sono solo simboli di vita, ma strumenti concreti per assorbire CO₂, rigenerare i suoli e contrastare la perdita di biodiversità. Ecco cinque specie che, per caratteristiche climatiche e funzionali, meritano attenzione anche nella progettazione del verde professionale.

  1. Incendio forestale, esempio di collasso climatico ambientale

Paulownia: pioniera del carbonio

  • Crescita ultrarapida: tra gli alberi più veloci al mondo, assorbe CO₂ in grandi quantità.
  • Resilienza del suolo: si adatta a terreni poveri, marginali o degradati, ottima per rinaturalizzazioni.
  • Rigenerazione post-incendio: può rispuntare dalla radice dopo eventi estremi.
  • Nota critica: va valutata con attenzione per evitare comportamenti invasivi fuori dal suo areale naturale.

Paulownia in fiore, albero a crescita rapida che cattura CO2

Acero: adattabilità e biomassa

  • Fissazione del carbonio: efficace in condizioni favorevoli, con rapido accrescimento.
  • Ecotono versatile: alcune specie si adattano bene a suoli fertili e climi temperati.
  • Riserva organica: il legno e il fogliame stoccano carbonio a lungo termine.

Foglie di acero, pianta adattabile che fissa carbonio e produce biomassa

Querce: carbon sink a lungo termine

  • Longeve e resistenti: catturano carbonio in modo stabile nel tempo.
  • Adattamento locale: popolazioni autoctone italiane mostrano tolleranza crescente al caldo.
  • Ecosistema integrato: offrono habitat, consolidano i suoli e rafforzano il paesaggio.

Quercia italiana, albero longevo che contribuisce alla stabilità del suolo

Acacia: radici profonde contro la desertificazione

  • Idrologia del suolo: le radici accedono a falde profonde, stabilizzando l’ambiente.
  • Specie pioniera: efficace nel colonizzare aree degradate, migliorando la fertilità del terreno.
  • Caveat ambientale: importante selezionare specie compatibili con gli ecosistemi locali.

Acacia con radici profonde, utile per rinaturalizzare aree aride e degradate

Cipresso calvo: alleato delle zone umide

  • Tolleranza idrica: cresce in suoli umidi o soggetti a inondazioni.
  • Radici fitostabilizzanti: contribuisce al drenaggio e riduce l’erosione.
  • Accumulatore organico: fissa carbonio nel legno e nel suolo circostante.

Anne Claire Budn – aggiornamento 4 ottobre 2025

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