Un albero, fiore, pianta per...

111 alberi per ogni bambina: la rivoluzione verde di Piplantri

Shyam Sunder Paliwal celebra ogni bambina nata a Piplantri piantando 111 alberi. Questa iniziativa promuove uguaglianza di genere e sostenibilità, ispirando comunità in tutta l’India.


Shyam Sunder Paliwal è un ex capo del villaggio di Piplantri, Rajasthan, che ha trasformato una tragedia personale in una missione per il bene comune. La morte prematura della figlia Kiran, avvenuta nel 2006, ha spinto Paliwal a riflettere sulla vulnerabilità delle bambine nella società e sull’impatto che la mancanza di risorse naturali aveva sul suo villaggio. Questo dolore si è presto trasformato in una determinazione: onorare la memoria della figlia promuovendo un’iniziativa che proteggesse e valorizzasse le bambine, creando al contempo un futuro sostenibile per la comunità.

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Nacque così l’idea di piantare 111 alberi per ogni bambina nata nel villaggio, un numero che in India simboleggia prosperità e successo. Paliwal ha sostenuto questa pratica con un sistema di protezione economica e sociale, ispirato dalla sua visione per un villaggio più inclusivo e prospero. Il programma, unico nel suo genere, prevede che le famiglie aprano un fondo fiduciario per le neonate, con l’obbligo di impegnarsi a non costringerle al matrimonio precoce e a garantire loro un’istruzione completa. Questa clausola serve a spezzare il ciclo di povertà e pregiudizio che affligge molte famiglie, stimolando la valorizzazione della figura femminile.

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Paliwal ha anche dato una dimensione ecologica al progetto: piantare alberi non solo celebra la vita delle bambine, ma offre una risposta concreta ai problemi ambientali locali. Grazie alla sua iniziativa, la comunità ha piantato decine di migliaia di alberi, molti dei quali da frutto, come il mango e il neem, le cui proprietà medicinali sono ben note nella medicina ayurvedica. Questi alberi rafforzano la biodiversità, contribuiscono a trattenere il suolo e migliorano le risorse idriche, contrastando l’erosione e la desertificazione, problemi critici nella regione del Rajasthan.

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Shyam Sunder Paliwal ha continuato a promuovere il progetto in tutta l’India, sensibilizzando sull’importanza dell’uguaglianza di genere e della sostenibilità ambientale. Il suo operato ha ispirato altre comunità ad adottare pratiche simili, mostrando che un’iniziativa locale può diventare un modello nazionale. Il suo lavoro ha ricevuto numerosi riconoscimenti e Paliwal viene oggi considerato un simbolo di resilienza e leadership orientata al bene comune. La sua visione si estende oltre Piplantri, rappresentando un potente esempio di come un leader motivato possa trasformare una comunità attraverso azioni semplici ma profondamente significative.

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Paliwal ha infatti dimostrato che la sostenibilità e l’uguaglianza di genere possono essere promosse simultaneamente attraverso progetti concreti e pratiche locali. La sua storia continua a ispirare movimenti e persone, portando un messaggio forte e chiaro: ogni bambina ha il diritto di crescere in un ambiente che la rispetti e la valorizzi, proprio come ogni albero ha il diritto di crescere e contribuire alla salute della terra.

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Anne Claire Budin

 

Un albero per... la resistenza: l’olivo palestinese nel libro Anchor in the Landscape di Adam Broomberg e Rafael Gonzalez

Simbolo d’identità per la Palestina, l’olivo è al centro del libro Anchor in the Landscape di Adam Broomberg e Rafael Gonzalez. Attraverso ritratti in bianco e nero, i fotografi raccontano la distruzione di 800.000 olivi dal 1967, offrendo un potente sguardo su memoria e resistenza di un popolo.

 

L’olivo è molto più di un semplice albero nel paesaggio palestinese: è un simbolo di identità, cultura e resistenza. Con profonde radici storiche, non solo sostiene le vite di oltre 100.000 famiglie palestinesi, ma rappresenta anche un baluardo di tradizioni millenarie e appartenenza. Tuttavia, sin dal 1967, ben 800.000 olivi palestinesi sono stati distrutti dalle autorità israeliane e dai coloni, un atto che colpisce al cuore non solo la terra, ma anche il popolo che vi è legato. Nel libro Anchor in the Landscape, i fotografi Adam Broomberg e Rafael Gonzalez raccontano la storia di questi alberi, immortalando attraverso la loro macchina fotografica olivi millenari nella Palestina occupata.
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Le immagini in bianco e nero presenti nel libro non sono semplici rappresentazioni botaniche, ma veri e propri ritratti di resistenza, di resilienza e di memoria storica. Ogni scatto, accompagnato dalla precisa localizzazione geografica, diventa un punto fermo in un paesaggio in continuo mutamento, devastato da conflitti e occupazioni. La distruzione di questi alberi non è solo un danno materiale; è una ferita inflitta all'identità e alla dignità di un popolo.
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Broomberg e Gonzalez, con il loro lavoro, offrono uno sguardo silenzioso ma potente su queste vite sospese, portando alla luce una realtà che troppo spesso rimane celata nelle ombre. Le fotografie, apparentemente neutre, rivelano invece una violenza sottile, quella dell’occupazione, del furto e della distruzione sistematica di una cultura radicata in queste terre. In un tempo in cui la solidarietà e l'azione concreta sono sempre più necessarie, questo libro ci invita a riflettere sulla distruzione e sul valore simbolico di questi olivi.
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Ci ricorda che il silenzio e l’indifferenza non sono più un’opzione. Ogni albero rappresenta un legame profondo tra il popolo palestinese e la propria terra, un legame che, nonostante tutto, resiste. In questo contesto, Anchor in the Landscape diventa non solo un’opera d’arte fotografica, ma anche uno strumento di consapevolezza e sensibilizzazione. Guardare questi olivi secolari è come guardare negli occhi di chi ha vissuto la resistenza, la perdita e la speranza. Un libro che, forse, potrebbe scuotere anche i più indifferenti, aiutandoli a comprendere l’orrore silenzioso che si cela dietro la bellezza e la forza di questi alberi.
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Redazione

Un albero per... Deadvlei: storia e natura scolpite dal sole

Deadvlei, nel deserto della Namibia, ospita antichi alberi morti da secoli ma ancora presenti, che testimoniano la capacità della natura di resistere anche nei luoghi più ostili.

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Nel cuore del deserto del Namib-Naukluft, in Namibia, esiste un luogo unico chiamato Deadvlei, o Dead Vlei, che in Afrikaans significa "palude morta". Situato tra le dune di sabbia rossa, vicino alla più famosa salina di Sossusvlei, questo bacino di argilla bianca sembra un paesaggio alieno, popolato da alberi antichi le cui sagome nere emergono contro il cielo, creando un panorama surreale.

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Deadvlei si trova all'interno di una depressione argillosa che fu originariamente creata dal fiume Tsauchab. Migliaia di anni fa, le piogge occasionali inondavano l’area, creando piscine temporanee dove la vita poteva prosperare. In questo periodo di abbondanza, crebbero maestosi alberi di acacia, conosciuti come camel thorn, in grado di sopravvivere anche in condizioni difficili. Tuttavia, il cambiamento climatico ha modificato drasticamente la regione, portando un periodo di estrema siccità. Le dune di sabbia si sono spostate progressivamente, bloccando il fiume e interrompendo l’afflusso d’acqua. Le acacie, che non ricevevano più nutrimento dal fiume, finirono per morire. Ma, nonostante la loro morte risalga a 600-700 anni fa, questi alberi sembrano ancora sfidare il tempo. Gli alberi di Deadvlei non si sono decomposti a causa dell’estrema secchezza dell’aria e dell’intenso calore che li ha conservati quasi intatti. I loro tronchi scuri e sbiancati dal sole non sono fossilizzati, ma resistono come scheletri silenziosi, monumenti naturali che testimoniano la resistenza della vita in ambienti estremi.

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Le dune che circondano Deadvlei sono tra le più alte al mondo: alcune, come la famosa “Big Daddy” o “Crazy Dune”, raggiungono i 350 metri d’altezza. Queste montagne di sabbia creano un contrasto visivo affascinante con la piana bianca e gli alberi neri. Il paesaggio di Deadvlei non è solo una meraviglia visiva, ma anche una finestra aperta su un mondo in cui la vita si è adattata e poi, a causa di mutamenti naturali, è stata messa a dura prova. Oggi, anche se le antiche acacie sono morte, altre specie vegetali continuano a sopravvivere in questo ambiente inospitale. Tra queste ci sono piante come la salsola e il nara, che hanno sviluppato strategie sorprendenti per adattarsi alle condizioni estreme di Deadvlei. Assorbono l'umidità dalla foschia mattutina e traggono nutrimento dalle sporadiche piogge, dimostrando che la vita trova sempre un modo per resistere.

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Questo contrasto tra morte e vita, tra desolazione e adattamento, rende Deadvlei un simbolo della resilienza della natura. L’esistenza di questi alberi, che sembrano sculture astratte piantate su un terreno bruciato dal sole, ispira una riflessione profonda sulla fragilità della vita e sulla potenza della natura. Deadvlei ci ricorda che la natura ha la capacità di adattarsi a condizioni inimmaginabili e di mantenere viva la memoria dei tempi passati, anche in forme inaspettate. Le sagome delle acacie diventano così emblemi della nostra storia naturale, spingendoci a considerare l’importanza dell’equilibrio ecologico e dell’impatto umano sull’ambiente. Deadvlei è un luogo che invita al rispetto e alla contemplazione. Mentre camminiamo tra gli scheletri di questi alberi secolari, percepiamo la forza della natura e la sua capacità di evolversi e trasformarsi. E anche se gli alberi di Deadvlei non possono più crescere, essi rimangono un potente promemoria della vita che un tempo fioriva qui. La loro presenza testimonia la resistenza e l’adattabilità della natura, ricordandoci che il nostro mondo è in continua trasformazione, e che la vita, in qualche forma, trova sempre il modo di persistere.

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Redazione 

Una pianta per... la giornata nazionale del fidanzato

Sfrutta il Boyfriend Day! Proponi nel tuo garden center piante simboliche come Bonsai, Ficus e Aloe Vera: un regalo originale e apprezzato per gli uomini.

 

In occasione del Boyfriend Day, quale modo migliore per celebrare il tuo partner se non con un dono speciale e ricco di significato come una pianta? Le piante, infatti, non sono solo oggetti decorativi, ma rappresentano simboli profondi di forza, affetto, protezione e legame. Ecco una selezione di piante perfette da regalare agli uomini, ognuna con il proprio significato.

1. Ficus benjamin Simbolo di resistenza e adattabilità, il Ficus è una delle piante d'appartamento più popolari. Regalare un Ficus significa augurare stabilità e successo. È ideale per l’uomo che affronta con determinazione le sfide della vita, rendendosi sempre flessibile alle circostanze.

2. Bonsai Il Bonsai è il simbolo della pazienza e della cura, valori importanti in una relazione. Questa piccola pianta, che richiede attenzioni costanti, rappresenta la bellezza che può nascere dal tempo e dall’impegno. Regalare un Bonsai significa augurare lunga vita alla relazione e celebrare la bellezza dell'amore che cresce con dedizione.

3. Sansevieria Conosciuta anche come "lingua di suocera", la Sansevieria è una pianta robusta e resistente, ideale per uomini che incarnano forza e solidità. È perfetta per gli spazi interni e richiede pochissime cure, simboleggiando un amore solido e duraturo, capace di resistere alle difficoltà.

4. Cactus Il Cactus, una pianta grintosa e resistente, è il simbolo di protezione e difesa. Nonostante il suo aspetto spinoso, nasconde una bellezza interna e fiorisce nei momenti più inaspettati. Questo regalo è perfetto per chi affronta la vita con determinazione, proteggendo sé stesso e chi ama, ed è pronto a fiorire nelle situazioni difficili.

5. Aloe Vera L'Aloe Vera non è solo una pianta dalle grandi proprietà curative, ma rappresenta anche la protezione e il benessere. Regalare un’Aloe significa augurare salute e armonia, oltre a offrire un simbolo di guarigione per affrontare insieme i momenti difficili della vita.

6. Pianta di Giada (Crassula ovata) Simbolo di prosperità e fortuna, la Pianta di Giada è spesso associata alla crescita economica e alla ricchezza. Questo dono è perfetto per augurare successo nei progetti personali e professionali del tuo partner, oltre a rappresentare l'augurio di una relazione prospera e solida.

7. Felce Le felci rappresentano la sincerità e il legame eterno. La loro bellezza selvaggia e la capacità di crescere in ambienti difficili le rendono simbolo di resistenza e protezione. Regalare una felce è un modo per sottolineare l'autenticità e la sincerità del rapporto, augurando che duri nel tempo.

8. Pothos Il Pothos è una pianta facile da curare, che cresce rigogliosa anche con poca attenzione. È il simbolo della perseveranza e dell’adattabilità. Questo dono è perfetto per uomini che affrontano ogni sfida con calma e determinazione, lasciando che il loro impegno e le loro qualità si manifestino nel tempo.

9. Calathea Con le sue foglie dai colori vibranti, la Calathea è una pianta che simboleggia nuovi inizi e creatività. Regalare questa pianta significa stimolare il lato creativo e passionale del partner, augurandogli una vita ricca di nuove opportunità e avventure condivise.

10. Orchidea L'Orchidea è da sempre simbolo di bellezza e amore profondo. Sebbene venga spesso associata alla femminilità, è un regalo perfetto anche per gli uomini, rappresentando la rarità e il valore di un legame forte e autentico. Regalare un’orchidea è un modo per dire al partner quanto sia unico e prezioso.

Redazione

Un fiore per... la storia botanica: il ritorno del Silphium dopo 2.000 anni

 Il silphium, pianta leggendaria amata da Greci e Romani per le sue proprietà medicinali e culinarie, potrebbe essere tornato dopo 2.000 anni. Una scoperta in Turchia da parte del ricercatore Mahmut Miski ha riacceso la speranza di riportare in vita questa antica meraviglia della storia botanica.

 

La riscoperta del silphium è un evento straordinario per la storia botanica. Prima dell’ascesa di Atene e dell’Impero romano, il silphium era una delle piante più preziose del bacino mediterraneo. Celebrata per le sue proprietà medicinali e gastronomiche, era considerata una panacea dai medici della Grecia antica e un ingrediente insostituibile dai cuochi romani. La pianta era così preziosa che, sotto il regno di Giulio Cesare, veniva conservata insieme all’oro negli scrigni imperiali di Roma, e i suoi giovani germogli avevano un valore pari all’argento. Il silphium cresceva esclusivamente lungo la costa della Cirenaica, nell’attuale Libia. La sua popolarità portò al suo sfruttamento e alla sua apparente estinzione dopo sette secoli di coltivazione. Gli scrittori antichi, come Plinio il Vecchio, raccontano di come l'ultimo stelo fu donato a Nerone, segnando la fine della pianta leggendaria. Per secoli, il silphium è rimasto un mistero affascinante. Considerato la prima estinzione documentata di una specie vegetale, divenne un simbolo delle conseguenze della sovraesposizione umana. Tuttavia, una recente scoperta potrebbe riscrivere questa narrativa. Mahmut Miski, professore di farmacognosia all’Università di Istanbul, ha studiato per decenni piante del genere Ferula. La sua attenzione si è concentrata su Ferula drudeana, che cresce nei monti della Cappadocia, in Turchia, e che ha sorprendenti somiglianze con il leggendario silphium.

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Miski scoprì questa pianta nel 1983, quando due ragazzi lo condussero su un sentiero di montagna fino a un campo di Ferula straordinariamente alta. Successive analisi rivelarono che solo un altro esemplare della specie era stato catalogato nel 1909. Ferula drudeana è una pianta chimicamente interessante, con più di 30 composti, tra cui alcuni con proprietà anticancro, anticoncezionali e anti-infiammatorie.

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Ma il vero test per stabilire se questa pianta sia davvero il silphium dell’antichità potrebbe avvenire in cucina. Il silphium era amato dai cuochi romani per il suo sapore unico, presente in molte ricette. Miski e altri ricercatori hanno proposto di testare Ferula drudeana in antiche ricette romane, per verificarne il sapore. Durante un esperimento culinario all'Orto Botanico di Istanbul, gli scienziati hanno utilizzato Ferula drudeana per preparare piatti romani. Il risultato è stato sorprendente: i sapori ricordavano quelli descritti nei testi antichi, rafforzando l’ipotesi che possa trattarsi davvero del silphium.

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Questa riscoperta ha implicazioni importanti non solo per la botanica, ma anche per la medicina moderna. Le proprietà chimiche di Ferula drudeana sono straordinarie: potenziali effetti anticancro e anticoncezionali la rendono una frontiera per la ricerca farmacologica. Tuttavia, la pianta è ancora rara. Esistono solo circa 600 esemplari di Ferula drudeana al mondo, metà dei quali crescono in natura. Per evitare una nuova estinzione, sarà necessario proteggere attentamente questi esemplari e promuovere la coltivazione su larga scala. Il ritorno del silphium è anche un’opportunità per ripensare il nostro rapporto con la natura. La sua estinzione fu una delle prime conseguenze del sovrasfruttamento umano. Oggi, con la crescente consapevolezza ambientale, il silphium potrebbe diventare un simbolo della necessità di proteggere le specie in via di estinzione e gestire le risorse naturali in modo più sostenibile. Se confermato, il silphium potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per studi e applicazioni, restituendo al mondo un’antica meraviglia considerata perduta per sempre.

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Redazione