Un albero, fiore, pianta per...
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- Scritto da Andrea Vitali
Non può mancare in questa nostra rubrica “Una pianta per…”, resasi autonoma da “Un fiore per…” solo quest’anno, un pezzo su una delle più celebri piante dedicate a festività: la Stella di Natale, conosciuta anche come Poinsettia e il cui nome botanico di specie è Euphorbia pulcherrima. E il giorno giusto per pubblicarlo è oggi, il 12 dicembre, quando si celebra il Poinsettia Day 2022.
In questa sorta di “numero zero” sulla Stella di Natale per la rubrica, ci lasciamo guidare da un recente comunicato di Stars for Europe, la campagna promozionale degli allevatori europei di stelle di Natale Dümmen Orange, Selecta One, Beekenkamp Plants e Syngenta Flowers: un’iniziativa a lungo termine
che è stata avviata nel 2000 ed è in corso in 22 Paesi europei con l’obiettivo di ampliare la platea degli acquirenti, coinvolgendo in particolare anche i più giovani, di questa pianta da appartamento popolarissima, che viene venduta ogni anno in milioni di esemplari nella sola Europa. Ciò, naturalmente, grazie all’apprezzamento estetico, che è legato anche alla disponibilità in moltissime varietà, colori, forme e dimensioni. Ma ultimamente si sta cercando di promuoverla in relazione anche a una certa capacità di depurare l’aria da alcuni inquinanti degli ambienti indoor, secondo quanto riferito da Coldiretti Toscana con l’Istituto di Bioeconomia del Cnr di Bologna, che sarà oggetto di nuove verifiche sperimentali in alcune scuole della nostra regione.
Ebbene, la nota di Stars for Europe racconta la storia di successo, da vera stella nel senso di celebrità come le star del cinema, di questa pianta originaria del Messico e di come sono nati i suoi nomi e del perché si celebri il Poinsettia Day in questa data.
A cominciare da «un'antica leggenda azteca [che] narra che la sua creazione sia il risultato di una tragica storia d’amore: una dea azteca versò le sue lacrime di sangue in forma di gocce sulla terra, dando vita a questa pianta dalle meravigliose brattee rosse». «Gli Aztechi – continua la narrazione - la apprezzavano particolarmente e le diedero il nome di Cuetlaxochitl. Era tanto amata non solo per la sua bellezza decorativa, ma anche per le sue proprietà medicamentose: la sua linfa lattiginosa veniva infatti usata per produrre un preparato antipiretico. Tramite l'estrazione del suo pigmento rosso, gli antichi coloravano tessuti e creavano cosmetici».
Più vicino a noi nel tempo accadde che «Joel Roberts Poinsett, un ambasciatore statunitense, dottore e cultore di botanica, recatosi in Messico nel 1828, portò la Stella di Natale negli Stati Uniti e da allora viene chiamata Poinsettia in suo onore. Il 12 dicembre, giorno in cui Poinsett morì, si celebra la Giornata della Poinsettia (Poinsettia Day), una bella tradizione che si sta diffondendo anche in Europa».
La Poinsettia, prosegue il racconto, è stata «introdotta in Europa nel 19° secolo grazie all'intuito del naturalista Alexander von Humboldt, il quale, dopo un viaggio in America, portò con sé un esemplare dalle brattee rosse vivaci. Il botanico Carl Ludwig Willdenow catalogò la pianta a Berlino, assegnandole il nome botanico di Euphorbia pulcherrima, che significa “la più bella delle euforbie”».
Ma come è nato il successo commerciale di questa specie di pianta? Paul Ecke, viene raccontato nella nota, emigrò dalla Germania agli Stati Uniti d'America, dove, «affascinato dalla bellezza della Poinsettia, che cresceva spontaneamente nella sua azienda agricola californiana, decise di coltivarla e venderne i rami come pianta simbolo del Natale». «Suo figlio, Paul Jr. – continua il comunicato - la mostrò ai negozi più esclusivi di Los Angeles, a Sunset Boulevard e Hollywood Boulevard, sfruttando l'occasione dei mercatini natalizi. E così, proprio vicino alla “Walk of Fame”, dove sono immortalate le star mondiali del cinema internazionale, la fama della Stella di Natale cominciò a diffondersi in tutto il mondo».
«Grazie al grande successo di questa idea – conclude la nota - Paul Ecke continuò a coltivare la Poinsettia nei grandi campi della sua azienda agricola, e decise poi di vendere la Poinsettia sotto forma di fiori recisi avvalendosi di una rete di fiorai. Ma è solo a partire dagli anni '50 che la produzione come di pianta da vaso ha sostituito quella dei fiori recisi, e con essa la Stella di Natale ha guadagnato la capacità di sopravvivere anche negli ambienti riscaldati».
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L.S.
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Per una volta il genere di pianta da fiore oggetto della rubrica si capisce fin dal titolo: trattasi di una rosa. Una rosa dedicata a Firenze e quindi di colore rosso per richiamare il colore del giglio posto al centro dello stemma della città.
Questa rosa, denominata “Rosa Firenze” e creata dall’ibridatrice pistoiese Beatrice Barni, titolare del noto vivaio specializzato in rose, è stata messa a dimora ieri nel “Giardino delle Rose” sotto il piazzale Michelangelo di Firenze alla presenza del neo assessore all’Ambiente e transizione ecologica di Palazzo Vecchio Andrea Giorgio e di chi ha detenuto tale delega fino a qualche giorno fa, l’assessora Cecilia Del Re. Con loro c’era anche il presidente della Società Toscana di Orticultura Alberto Giuntoli. Come spiegato dall’assessore Andrea Giorgio, si tratta di una rosa che ha un marchio registrato e che entra ufficialmente nella collezione di rose del Comune, frutto della donazione di Barni alla città.
Il colore, come ha detto a Floraviva Beatrice Barni, «è un rosso vellutato e il colore rosso non è così semplice nella rosa perché nei nostri climi tende un po’ a bruciare durante l’estate, ma in realtà questo è invece un colore molto stabile». «La “Rosa Firenze” – ha spiegato l’ibridatrice pistoiese - è una rosa paesaggistica, un ibrido a cespuglio, che ha un portamento morbido e può essere usato in diverse forme: o in forma libera e quindi tende poi a formare cespugli molto vigorosi anche da copri suolo oppure può essere anche guidato con dei piccoli sostegni come un piccolo rampicante». Da quali varietà deriva? «Sono incroci fatti all’interno della nostra azienda – ci ha risposto Beatrice Barni -, e la madre e il padre sono a loro volta nostri incroci. In particolare la Rosa Firenze porta la forza e resistenza alle malattie del padre, ma soprattutto la rifiorenza o continuità delle fioriture della madre».
L.S.
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Le splendide e abbondanti fioriture di colore giallo intenso sono la principale motivazione della vittoria di questa pianta da fiore del premio FleuroStar 2022-2023, in occasione dei recenti Flower Trials (vedi).
Ma a far così tanto apprezzare la Petunia grandiflora ‘Bee's Knees’ di Florensis hanno contribuito anche altri fattori, come riportato nella scheda descrittiva del sito del concorso: «è resistente al calore, prospera in condizioni di pioggia e mantiene il suo bel colore per tutta l'estate». Inoltre, come rilevato su FloraCulture International, si presenta bene sia in piccoli che grandi vasi.
Il nome ‘Bee’s Knees’, spiega la scheda, «è ispirato all'analoga espressione americana che indica eccellenza» e può essere tradotta “di qualità eccellente” oppure “veramente fantastica”. «I coltivatori – continua - apprezzeranno l'eccezionale ramificazione che assicura piante ben riempite. Le masse di fiori gialli e intensi garantiscono acquisti d'impulso nei punti vendita, mentre i consumatori apprezzeranno la versatilità di Bee's Knees. Che sia piantata in contenitori o nel paesaggio, le sue straordinarie prestazioni in giardino entusiasmeranno sia i giardinieri principianti che i paesaggisti esperti».
Come ricordato da FloraCulture, Petunia grandiflora ‘Bee's Knees’, come tutti i vincitori di FleuroStar, riceverà un notevole supporto di marketing per trasformare in successo la sua strategia d’ingresso nel mercato. Per tutto l’anno Fleuroselect, il soggetto organizzatore di FleuroStar, farà una campagna promozionale di questi fiori in vaso nei mezzi di comunicazione e agli eventi fieristici di settore.
Redazione
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Verso fine maggio un Comune toscano, il Comune di Bagno a Ripoli in provincia di Firenze, ha donato un albero a un istituto scolastico i cui studenti si erano aggiudicati una gara di plogging, quella speciale attività sportiva eco-friendly lanciata in Svezia che consiste nel correre o camminare raccogliendo i rifiuti. Un premio molto ecologico, come sottolineato nel comunicato stampa comunale, che è stato messo a dimora nel giardino dell’Istituto, l’Isis Gobetti-Volta, alla presenza degli studenti della classe vincitrice e della seconda classificata.
L’albero scelto è un Prunus cerasifera Pissardii (o Pissardii Nigra), comunemente noto anche come Mirabolano, una specie di albero da frutto o grosso arbusto molto utilizzata pure come albero ornamentale. La varietà ‘Pissardii’ o ‘Nigra’ del Prunus cerasifera ha foglie di colore rosso porpora scuro, rosso rubino da giovani, e fiori rosa pallido che con il tempo diventano bianchi. I fiori sono numerosi e cominciano a sbocciare prima dell’arrivo delle foglie, a inizio primavera, sui rami ancora nudi, per cui la chioma pare una nuvola rosa che dura per qualche settimana e, subito dopo, compare il fogliame scuro. Le foglie non perdono colore o brillantezza nemmeno a estate avanzata. La pianta può essere formata come arbusto “vestito” fin dal basso oppure come vero e proprio alberello. Si tratta di un albero rustico, che non ha bisogno di tante annaffiature ed è resistente a vari parassiti, non teme il freddo, è adattabile a diversi suoli e tollera l’inquinamento, tant’è che viene spesso utilizzato anche in città.
L.S.




