Un albero, fiore, pianta per...

Fra le rose debuttanti al “Festival delle rose” dell’ultimo RHS Hampton Court Palace Flower Show, tenutosi dal 2 all’8 luglio scorsi (vedi la notizia), ce n’era una dedicata a commemorare il 100° anniversario della fine della I Guerra Mondiale. E’ stata ibridata da Rosen Tantau in Germania e introdotta all’esposizione floreale di Londra dall’azienda inglese Fryer’s Roses.
Si tratta della «Eirene memorial rose», una rosa arbustiva floribunda che raggiunge 1,2-1,5 metri d’altezza ed è caratterizzata da boccioli d’un cremoso color albicocca che si aprono in fiori bianchi e delicatamente profumati. Un tratto saliente di Eirene, come hanno spiegato gli organizzatori del Festival delle rose, è che ha dimostrato nei test di essere una pianta da aiuole e siepi molto resistente alle malattie fungine e che richiede poca manutenzione.
Altri due aspetti della rosa Eirene messi in evidenza dall’ibridatore tedesco che le ha create sono: i petali forti che resistono bene alla pioggia e il portamento leggermente prostrato che le dona un che di romantico. I fiori aperti sono di almeno 6-8 cm e le piante vanno piantate a circa 50 cm di distanza.

L.S.

«Una rosa elegante che entra in commercio con un nome importante per rappresentare l’eccellenza del “made in Italy” in tutto il mondo».
Così i vivai Rose Barni di Pistoia annunciavano nell’ottobre 2017, con piacere e orgoglio, la gioia per aver battezzato con il nome della celebre stilista Anna Molinari una delle loro ultime creazioni: un ibrido di rosa a fiori grandi e doppi, caratterizzato da una tonalità gialla più intensa al centro e più delicata, color crema, all’esterno, con gli orli dei petali rosa a impreziosire il tutto. La nuova “Rosa Anna Molinari®”, entrata nel catalogo autunno 2017-primavera 2018 di Rose Barni, è stata presentata al grande pubblico nei giorni scorsi durante la “Mostra primaverile di piante e fiori” organizzata dalla Società Toscana di Orticoltura presso il Giardino dell’Orticoltura di Firenze.



La scelta della nuova rosa da dedicare alla fondatrice del marchio Blumarine, da sempre soprannominata “regina delle rose”, era avvenuta nel giugno del 2017 in occasione di una sua visita al vivaio Barni. Anna Molinari espresse la sua preferenza dopo avere ammirato tutte le aiuole in fiore del giardino ed essersi immersa in un tour fra i colori delle serre di ricerca. «Sono molto onorata ed emozionata per questo splendido omaggio – dichiarò la stilista –. La rosa che ho scelto presenta tonalità crema e sfumature gialle e rosa, colori che amo e mi rappresentano. È stata una giornata meravigliosa».

Redazione

In un recente comunicato stampa del Mercato dei fiori della Toscana - città di Pescia è stato segnalato che al Mefit i fiori più venduti in questo periodo sono stati la Calla, la Violacciocca, i Gigli (Lilium), il Cinesino, il Garofano, la Gerbera e la Fresia.
Tra questi, scegliamo la Violacciocca come “Un fiore per… la Pasqua nel centro-nord Italia”. Infatti, come ricordato nel comunicato del Mefit, «in alcune aree geografiche, in particolare del centro-nord Italia, è questo il fiore tipico della Pasqua, tanto che è conosciuto anche come la Viola di Pasqua». 
Con il termine Violacciocca ci si può riferire sia al genere Matthiola, che prende il nome dal medico e botanico senese Pietro Andrea Mattioli (Siena 1501 - Trento 1578), sia, più spesso, a una delle sue circa 50 specie tra annuali e perenni: la Matthiola incana, da cui sono derivati tantissimi ibridi dai colori sgargianti dal bianco al giallo, dal rosa al cremisi, dal lavanda al porpora. E’ utilizzata per le aiuole, ma anche come pianta fiorita in vaso o per produrre fiori recisi. 
Secondo giardinaggio.it, le «violeciocche sono piante tipiche dei vecchi giardini; per un po' di tempo sono passate di moda, indicate come "piante della nonna" e in quanto tali sembrava dovessero essere disprezzate, almeno in Italia; queste piante annuali o biennali sono di origine europea, che vengono coltivate in giardino da centinaia di anni, in particolare sono piante tipiche dei giardini dei cottage inglesi, così poco formali, dall'aspetto quasi naturale». Inoltre hanno vita breve e «in genere il loro ciclo vitale dura poco più di un anno; pur non temendo il freddo, dopo la produzione dei frutti tendono a disseccare, torneranno l'anno successivo direttamente da seme. Quindi, se quest'anno decidiamo di seminare, anche direttamente a dimora, delle violeciocche, è assai probabile che la nostra aiola verrà visitata di anno in anno da queste piante bellissime, con una delicata fioritura profumata». 
La violacciocca, che è soggetta agli attacchi di parassiti quali gli afidi e la cocciniglia, predilige suoli calcarei e cresce fra gli scogli o sui vecchi muri. In Italia è comune lungo tutte le coste: dalla costa tirrenica, sino alle coste del mar Ionio e dell’Adriatico. Si trova anche nell’entroterra fino a 600 metri di altitudine. 
Riguardo invece al suo significato nel linguaggio dei fiori, esistono varie interpretazioni. Ad esempio, quella di fiore che rappresenta lo sdegno e la bellezza durevole, oppure quella di simbolo della fedeltà assoluta e completa. Alle spalle di queste credenze c’è una leggenda secondo la quale questo fiore sarebbe stato scelto da una fanciulla che morì mentre correva dal suo amato per sfuggire al promesso sposo che disprezzava. Il fiore ritornerebbe ogni anno per consolare l’amore perduto.
 
Redazione

“Erba persa” è il nome popolare con cui è nota in Liguria la maggiorana, ossia l’Origanum majorana (L., 1753): una bella specie di pianta aromatica appartenente alla famiglia delle Labiate. Simile all'origano comune (Origanum vulgare, L. 1753) sia nell'aspetto sia nel sapore, a differenza di questo, che cresce spontaneamente, la maggiorana prospera solo dove coltivata. Da qui l'epiteto di “erba persa”, proprio per sottolineare il rischio che scompaia nel momento in cui ne venga abbandonata la coltivazione.
Tale epiteto, “Erba persa”, è il titolo di una mostra mercato di florovivaismo, prodotti naturali e artigianato di qualità che si svolge nel parco di Villa Durazzo a Santa Margherita Ligure. La 16^ edizione della mostra mercato è in programma nelle prossime festività pasquali, dal 31 marzo al 2 aprile. La manifestazione, voluta e patrocinata dal Comune di Santa Margherita, punta alla qualità e alla rarità, riunendo alcuni tra i più importanti espositori della Liguria e di altre Regioni d'Italia. Una tre giorni per curiosare tra le proposte di vivaisti, floricoltori, espositori di arredo da giardino, cosmesi e altri generi, tutte rigorosamente in linea con il tema del fiore e della pianta, leit motiv della manifestazione.

Redazione

In Italia e in altri Paesi cattolici quali Spagna e Portogallo la “Festa del papà” si celebra il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, marito della Beata Vergine Maria e padre putativo di Gesù. Quali fiori regalare in questa occasione al proprio papà o babbo? Come capita sempre con i fiori e le feste, esistono varie possibilità, fra cui, tanto per citarne due, i gladioli e le gardenie.
Ma Floraviva preferisce scegliere i garofani o fiori del genere Dianthus, nome coniato dal filosofo e botanico dell’antica Grecia Teofrasto (371-287 a.C.) a partire da “dios” (divino) e “anthos” (fiore). Anche se in origine “garofano” era riferito solo alla specie Dianthus caryophyllus, poi tale termine è stato spesso applicato anche ad altre specie di Dianthus e in particolare agli ibridi creati da esse. Il simbolismo che esprime amore e/o ammirazione ben si presta infatti alla funzione di “Un fiore per la festa del papà”, sebbene esistano molte significati diversi a seconda del colore e dell’area geografica del mondo in cui ci troviamo: dal garofano per augurare buona fortuna in Giappone al garofano rosso del partito socialista. Qui ci interessano i due significati di amore e ammirazione, che in Corea vengono tenuti insieme e si traducono nei garofani, specialmente rosa e rossi, da regalare nella festa dei genitori in calendario l’8 maggio per mostrare gratitudine e affetto.
Al genere Dianthus appartengono circa 300 specie differenti, tutte piante erbacee perenni, biennali e annuali. Come ben ricordato da IdeeGreen, nonostante tale ricchezza di varietà, sono «tre le specie di garofani più coltivate»: la Dianthus caryophyllus, dai fiori singoli e grandi e quindi «adatta alla coltivazione di fiori da recidere»; la Dianthus chinensis, che produce fiori (dal rosa al rosso) che si sviluppano in piccoli mazzetti e non sono particolarmente grandi e adatti al reciso; la Dianthus barbatus, che, come le due specie precedenti, è un garofano perenne, ma quando adattata in vaso è spesso coltivata come pianta annuale e si adatta bene alla creazione di aiuole fiorite, prati fioriti o bordure, grazie anche ai piccoli fiori molto colorati che sbocciano in mazzetti raccolti.

L.S.