Un albero, fiore, pianta per...
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- Scritto da Andrea Vitali
Quest’anno lasciamo scegliere a voi quale debba essere “Un fiore per… San Valentino” a partire da una lista di cinque generi di fiori abbinati ai loro significati da professionisti statunitensi del commercio dei fiori. Sono le calle, le gerbere, i gladioli, i giaggioli e le peonie.
La giornata di San Valentino è molto impegnativa per i fioristi di tutto il mondo. L’azienda statunitense ProFlowers - come riporta un recente articolo del St. Mary Now - afferma che a questa festività è riconducibile la maggior parte di vendite di fiori freschi e che il 78% dei fiori acquistati per San Valentino sono fiori recisi, con gli uomini come maggiori acquirenti.
Le rose sono il fiore che va per la maggiore, ma i consumatori possono scegliere molti altri fiori bellissimi per veicolare il messaggio giusto a una persona speciale per loro. Ogni tipo di fiore ha infatti un significato specifico, non per nulla si parla di “linguaggio dei fiori”.
In questo “Un fiore per… San Valentino”, per una volta, non siamo noi a suggerire il fiore, ma lasciamo a voi lettori la scelta a partire dalla lista consigliata da ProFlowers e Pickup Flowers al St. Mary Now. O meglio a partire dalla selezione di cinque fiori che abbiamo ricavato dalla lista di dieci, con rispettivi significati, proposta dal giornale americano.
Eccoli:
Le calle (genere Zantedeschia, ma in particolare la specie Zantedeschia aethiopica): questa fioritura simboleggia magnificenza e bellezza, ma anche purezza e innocenza (ragion per cui le calle sono spesso il fiore preferito nei bouquet da sposa).

Le gerbere (genere Gerbera, a cominciare dai diffusi ibridi della specie Gerbera jamesonii): con fiori grandi e belli in un vasto assortimento di colori vivaci, le gerbere sono fra i fiori preferiti per comunicare sentimenti allegri e gioiosi.

I gladioli (genere Gladiolus, e più precisamente i numerosi ibridi derivati da specie quali G. cruentus, G. floribundus, G. oppositiflorum, G. primulinus e altre ancora): questi fiori alti e sorprendenti attirano l'attenzione e costituiscono dei grandi regali per le persone a cui teniamo, che consideriamo importanti per noi. Il gladiolo simboleggia onore, infatuazione e forza.

I giaggioli (genere Iris, fra cui la Iris germanica var. fiorentina, cioè il cosiddetto “giglio di Firenze”): rappresentano la fede e la fiducia, speranza e saggezza, e sono apprezzati per le loro grandi e belle fioriture.

Le peonie (genere Paeonia, che comprende dalle 25 alle 40 specie a seconda delle classificazioni, con la Paeonia lactiflora a dominare la scena commerciale): questo fiore, che assomiglia a una rosa, simboleggia una vita felice, un matrimonio felice, prosperità e buona salute.
In generale, conclude l’articolo del St. Mary Now e colui che scrive è d’accordo, scegliere per San Valentino un fiore che meglio rappresenti i sentimenti di chi fa il regalo è un’arte, che può consentire di veicolare più significati e messaggi d’amore più completi e articolati ricorrendo a bouquet o ceste mirate confezionate da bravi maestri fioristi.
L.S.
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«Ho conosciuto Roberto Chiti nel 2010, agli inizi della mia carriera editoriale e di consulente in agricoltura. Il nostro rapporto si è subito caratterizzato per una totale libertà di confronto, che si rivelò negli anni a venire essere un tratto fondante della personalità di Roberto, che ritrovai anche nella tutela dei produttori e nel modo di esprimere la sua vocazione per l’associazionismo e la rappresentatività sindacale. Ricorderò Roberto uomo libero come le conifere del suo vivaio, che appunto venivano definite “a forma libera”, senza forzature. La sua anima, libera e senza eccessi o forzature, come le sue piante, resterà sempre con noi, malgrado questa terribile e prematura perdita».
Così Andrea Vitali, editore di Floraviva, dà il suo ultimo saluto al vivaista pistoiese Roberto Chiti, che, dopo una lunga e coraggiosa lotta contro un male incurabile, è deceduto il 25 agosto scorso a nemmeno 43 anni, lasciando moglie e due figlie piccole. Come sottolineato nel messaggio di commiato della sua associazione di categoria, Cia Toscana Centro, Roberto, nonostante la giovane età, aveva già svolto importanti incarichi «ricoprendo per due mandati il ruolo di vicepresidente di Cia Pistoia» e per diversi anni quello di «rappresentante del Gie vivaismo nazionale». E’ riuscito quindi ad affermarsi come autorevole e apprezzato operatore professionale del settore florovivaistico.
Per lui scegliamo come omaggio simbolico un genere di pianta, lo Juniperus, comunemente noto come ginepro, che è uno dei cavalli di battaglia di Chiti Vivai. Compare nel suo catalogo in più modi e più sezioni e si è fatto notare nelle ultime partecipazioni aziendali a Flormart. Ad esempio nel 2017, quando fu presentato uno «Juniperus Slager col gambo formato ad S» che «dal momento della talea al prodotto finito» richiede 12 anni di lavorazione e pazienza (vedi). Oppure nel 2018, quando furono presentate delle tipologie di Juniperus in funzione di siepe adatte ai Paesi freddi (vedi).
Un genere di pianta che, soprattutto, come osservato dal nostro editore, ben si sposa con il carattere di Roberto. E in qualche modo anche con le sue idee in materia di politiche vivaistiche, quando sottolineava l’importanza del verde per le sue funzioni extra ornamentali (vedi). Sono molte infatti le funzioni dei ginepri, oltre all’utilizzo per l’allestimento di parchi e giardini: dall’arboricoltura da legno alla selvicoltura (consolidamento di litoranei sabbiosi e rimboschimenti di zone montuose e aride), alle bacche utilizzate come spezie o per i superalcolici, fino a certi usi fitoterapici. E poi, dal punto di vista ambientale, richiedono poca acqua e il portamento, arboreo o strisciante a seconda degli habitat, consente ad alcune specie di resistere a venti impetuosi.
Il numero di specie di Juniperus è controverso: si va da 52 a 67, secondo certe fonti. Tra i ginepri più utilizzati nel vivaismo ornamentale, a volte anche per i bonsai, vi sono le seguenti specie: J. chinensis, J. communis, J. horizontalis, J. × pfitzeriana, J. procumbens, J. rigida, J. scapulorum, J. squamata.
L.S.
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L.S.
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L’uso delle piante come distanziatori naturali negli spazi che riaprono al pubblico nella fase 2 dell’emergenza Coronavirus sta diventando di moda. Sono diverse le specie vegetali che ben si prestano a tale funzione, sia per la ramificazione densa e il portamento cespuglioso che per il bell’effetto estetico-ornamentale che donano al contesto in cui vengono collocate.
Un'idea di pianta perfetta a tale scopo la offre l’outlet verde online Agrito (www.agrito.it), che propone in vendita delle belle spalliere in vasi 30 cm x 30 cm di Loropetalum chinense. Si tratta di una delle tre (o quattro) specie di arbusti o piccoli alberi che appartengono al genere Loropetalum, originario dell’Estremo Oriente. Il nome, riferito alla forma dei fiori, che si sviluppano in ricchi grappoli a primavera, deriva dal greco loron (cinghia) e petalon (petalo).
Esistono due varianti di questa specie di arbusto sempreverde di medie dimensioni utilizzato per abbellire bordure e siepi e molto adatto a separare tavoli, divani e poltrone in bar o ristoranti. La prima variante comprende piante dal fiore bianco (o giallo pallido), alte fino a 3,7 metri, con foglie di colore verde. La seconda, coi fiori rosa acceso, alta fino a 1,5 metri, e con foglie dal colore variabile dal bronzo-rosso, quando novelle, al verde-oliva o bordeaux, alla maturità.
Questa seconda variante di Loropetalum chinense, che cresce meglio esposta al sole per molte ore del giorno ma che non teme il freddo e resiste fino a -15 gradi centigradi, è una pianta ornamentale molto popolare e ricercata, anche per la gran quantità di cultivar disponibili sul mercato, alcune molto decorative per il contrasto cromatico che si crea tra il fogliame (in interessanti toni del rosa, del rosso e del viola) e i petali. Anche il contrasto tra le due tessiture aggiunge una nota decorativa. Inoltre la fioritura avviene piuttosto precocemente e ciò la rende preziosa perché dà colore prima di tante altre piante.
Redazione Floraviva
Articolo Publiredazionale
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Ci ha lasciati ieri Giampiero Perondi, un esponente di punta della vecchia guardia della floricoltura pesciatina. Da oltre cinquant’anni sul mercato con la sua azienda floricola, Perondi è deceduto ieri in seguito a un arresto cardiaco. Anche se aveva già passato il timone aziendale ai figli Patrizio e Tiziano ed era ormai pensionato, continuava a dare loro una mano e ad affacciarsi al mercato dei fiori di Pescia, il Mefit.
Floraviva lo vuole ricordare con un fiore tipico della produzione floricola e del commercio all’ingrosso di Pescia: la calla, cioè la specie Zantedeschia aethiopica (o Richardia africana). Infatti anche se il suo vivaio era storicamente noto per la produzione di gerbere recise, ultimamente si è concentrato sulla coltivazione e commercializzazione proprio delle calle, specie su cui sono stati annunciati e avviati in Valdinievole progetti di valorizzazione.
La Zantedeschia aethiopica o anche Calla aethiopica, i cui nomi derivano dal botanico italiano Giovanni Zantedeschi (1773-1846), dal greco kalos (bello) e da un nome che richiama la sua origine africana (che però non coincide con l’attuale Etiopia, ma con l’area a sud della Libia e dell’Egitto, cioè l’Africa meridionale), è quella più conosciuta come pianta ornamentale fra le varie specie del genere Zantedeschia. Essa può essere coltivata sia per la produzione di fiori recisi sia in vaso per appartamenti.
A livello internazionale ne sono state selezionate diverse cultivar, un paio delle quali sono state premiate dalla Royal Horticultural Society: “Crowborough” e “Green Goddess”. La Zantedeschia aethiopica è il fiore nazionale dell’isola di Sant’Elena, dove cresce ampiamente. Inoltre è un importante simbolo del repubblicanesimo e nazionalismo irlandese, perché dal 1926 in poi è usata per commemorare i morti dell’insurrezione di Pasqua del 1916.
Nel linguaggio dei fiori la calla può esprimere diversi significati anche contrapposti fra loro a seconda dei contesti, che possono variare dal matrimonio al funerale. Ad esempio, secondo alcune fonti, nelle celebrazioni nuziali significa candore e purezza, mentre nelle cerimonie funebri viene impiegata spesso in ricordo di persone giovani scomparse prematuramente.
Redazione





