Un albero, fiore, pianta per...

Fra i fiori consigliati a chi è nato nelle tre decadi del segno zodiacale del Capricorno - 22-31 dicembre, 1-10 gennaio e 11-20 gennaio – il sito web www.italianflora.it elegge come riferimento vegetal floreale del secondo periodo il calicanto o Chimonanthus, la cui etimologia risale al greco e significa “fiore d’inverno” (da “keimon”, che sta per inverno, e “anthos”, che sta per fiore), ma è conosciuto in Iran addirittura come “ice flower” (fiore di ghiaccio).

Un genere di pianta fiorita, originaria dei boschi montani del Sichuan in Cina (dove cresce fino a 3.000 metri di quota), che nel linguaggio dei fiori simboleggia amore protettivo o affettuosa protezione, e secondo alcuni anche tenacia e capacità di risvegliarsi, reattività, prima di tutto spirituale. Per cui, come racconta il blog “Il giardino del tempo”, «un rametto di calicanto in fiore è il dono ideale quando si vuole offrire la propria protezione o il proprio aiuto alla persona che dovrà riceverlo» e, «secondo le usanze popolari il calicanto, essendo una pianta che risveglia lo spirito ed il corpo, con il suo profumo, nella fredda stagione invernale, dovrebbe essere usato per sfregarsi e profumarsi, ogni mattina, polsi e caviglie al fine di rinforzare e rinvigorire le ossa e le fasce nervose». Un gruppo di piante, da 3 a 6 specie a seconda delle interpretazioni tassonomiche, che pare in armonia con le caratteristiche dei Capricorno doc: personalità, secondo www.dichesegnosei.it , tenaci e ambiziose, dotate di autocontrollo e determinate, responsabili e affidabili, immuni dai sentimentalismi e gli eccessi emotivi, anche se al fondo gelose per il desiderio di esser rispettate.

E’ ad una delle sei specie di calicanti, la più diffusa nel nostro continente, il Chimonanthus praecox (denominato anche Chimonanthus fragrans o Calycanthus praecox), che si deve il nome e la seguente leggenda esplicativa della fioritura invernale (anche in presenza di gelo) di questo rustico arbusto cespuglioso di circa 2 metri, dai profumati fiori gialli con screziature porporine o rosso-brunastre. Si narra che tanto tempo fa, in un gelido giorno invernale, un pettirosso stremato dal freddo, dopo aver cercato invano l’accoglienza di altri alberi e piante, avesse finalmente trovato riparo in un calicanto. Dio vide il bel gesto e ricompensò i calicanti con una pioggia di stelle brillanti e profumate che da allora impreziosiscono i loro rami in inverno. Il calicanto viene molto utilizzato come pianta ornamentale nei giardini proprio per la sua fioritura invernale e la fragranza, ma viene coltivato su scala industriale anche per la produzione di rami fioriti recisi destinati alla decorazione degli appartamenti. A chi decidesse di piantarlo in giardino, il sito web www.giardinaggio.net ricorda che «anche se i fiori del calicanto praecox mettono allegria e hanno un meraviglioso profumo, bisogna però fare attenzione ai suoi frutti: sono tossici». Come precisato da www.ideegreen.it, «il calicanto non ha bisogno di particolari cure, infatti è perfetto come pianta da giardino ornamentale a bassa manutenzione» e «può essere associato a specie sempre verdi e a foglia caduca da fiore, come il corbezzolo o il melograno».

L.S.

Per il segno del Sagittario, nati dal 22/23 novembre al 21/22 dicembre, scegliamo la peonia, fiore ricchissimo di contenuti simbolici, anche contrastanti fra loro, sia in oriente che in occidente, e associato a varie leggende. 
Come ricorda dichesegnosei.it, il Sagittario è un segno mobile o oscillante di fine autunno e l’ultimo dei tre segni di fuoco, dominato da Giove, simbolo di saggezza e verità. La combinazione di tali elementi renderebbe i nati sotto questo segno aperti e fiduciosi, spesso addirittura irrequieti, o comunque dinamici e avventurosi. Secondo alcuni opinionisti della materia, a tali caratteristiche del segno sarebbero adatti fiori come il garofano, specialmente rosso, oppure il fiore di loto. Altri puntano il dito su magnolia, rododendro, fresie e la pyracantha (spina di fuoco). Ma Floraviva, d’accordo con Msn Lifestyle, ritiene che un bel mazzo di peonie sia congeniale allo spirito del Sagittario.
Chiamata anche “rosa senza spine”, la peonia è l'unico genere della famiglia delle Paeoniaceae e comprende alcune decine di specie di piante sia erbacee che arboree o arbustive diffuse in tutto l’emisfero boreale. Entrambe le famiglie di peonie sono contraddistinte da fioriture mozzafiato. Come sottolineato da Giardinaggio.it, «le erbacee (varietà di Paeonia lactiflora, Paeonia officinalis ed ibridi erbacei) sono più impiegate per guarnire aiuole fiorite o bordure ed in ogni caso, a causa dello stelo più lungo, sono più valide come fiori da taglio. Le arboree (varietà di Paeonia suffruticosa e ibridi di Paeonia lutea) invece, di magnifico effetto anche senza fiori grazie al fogliame leggero ed all’aspetto orientaleggiante, sono migliori come piante isolate, oppure per creare siepi e cortine di sfondo». Inoltre «le peonie sono piante di grande adattabilità, non particolarmente difficili da coltivare» e «sopportano bene anche gli inverni più rigidi e vivono in quasi tutti i terreni, con preferenza per quelli non troppo leggeri ed alcalini».
Nel ‘Linguaggio segreto dei fiori’ di Vanessa Diffenbaugh la peonia comunica rabbia, ma ben altri e svariati significati sono stati associati a questo fiore sia in Europa che in Asia nel corso del tempo: fortuna e matrimonio felice, prosperità economica, pace, valore e nobiltà d’animo, pudore, richiesta di perdono all’amato. Il nome deriva dal latino classico paeonia, a sua volta dal greco antico, che significa “salutare”, perché ha proprietà medicinali. L’etimologia richiama la storia di Peone, allievo di Asclepio, per Omero semidio, poi dio della medicina, che si ingelosì dell’allievo per la sua bravura al punto di costringere Giove a salvarlo trasformandolo in fiore. Quando si parla di proprietà medicinali della peonia ci si riferisce alla Peonia officinalis ed esse sono così riassunte da Giardinaggio.it: «i semi di peonia hanno proprietà purganti ed emetiche; la pianta intera ha proprietà calmanti e antispasmodiche; i petali freschi possono essere usati per produrre un sedativo blando per gli infanti; infine, i petali essiccati sono utili per i problemi alle mucose e alla cute». La peonia è stata usata come pianta medicinale anche in Cina, Corea e Giappone, dove la Peonia lactiflora è stata denominata “medicina straniera”, oltre che “il primo ministro dei fiori”. La Peonia suffruticosa è stata definita invece, sia in Cina che in Giappone, “il re dei fiori”.
 
L.S.
Per il segno dello Scorpione (23 ottobre – 22 novembre) la scelta è caduta su un fiore meno citato di altri in questo contesto. Le piante fiorite più frequentemente associate a tale segno zodiacale sono l’orchidea e il rododendro, ma il sito web “Di che segno sei” (www.dichesegnosei.it) si sofferma su un altro fiore che è molto importante sul piano commerciale, soprattutto nelle prime due decadi dello Scorpione, quelle che vanno dal 23 ottobre all’11 novembre, in cui rientrano le festività dei santi e dei morti. Commemorazioni, queste ultime, che contribuiscono a una percezione di tale fiore leggermente distorta o parziale, almeno in Italia e altri Paesi d’Europa.
Stiamo parlando, ovviamente, del crisantemo (Chrysanthemum L., 1753), il “fiore d’oro” in greco, un genere di piante originarie dell’Asia e dell’Europa nord-orientale, di cui esistono numerosi ibridi e varietà coltivati a scopo ornamentale in floricoltura e nel giardinaggio. Come illustrato da www.giardinaggio.it, i fiori che vengono comunemente chiamati crisantemi nascono dall'incrocio tra due specie originarie dell'Asia: C. Moriifolium e C. Indicum, da cui nel corso degli anni si sono ottenute decine di varietà di crisantemo, alcune con fiori di forma particolare. Ad esempio i crisantemi pompon e i crisantemi spider.
santimorti16.jpgDunque il crisantemo è utilizzato per i funerali e le tombe e molto venduto durante Ognissanti in alcuni stati europei fra cui l’Italia. Inoltre il suo simbolismo legato al lamento e dolore non è sconosciuto in Oriente. Però esistono anche interpretazioni di tutt’altro genere nel mondo. In alcuni posti rappresenta l’onestà e negli Stati Uniti è generalmente considerato positivo e allegro (con l’eccezione di New Orleans). In Australia viene talvolta donato alle madri in occasione della festa delle mamme, mentre in Cina richiama la nobiltà ed è il soggetto di tantissime poesie. Ma il crisantemo è davvero importante in Giappone, dove venne associato al trono imperiale, detto “Trono del crisantemo”, già dal XII secolo e fu inserito nello stendardo imperiale, costituito da un crisantemo dorato stilizzato di sedici petali.
Per il sito “Di che segno sei” il crisantemo è il fiore dello Scorpione innanzi tutto per il periodo naturale di fioritura, che corrisponde all’incirca a quello del segno zodiacale, ma poi anche perché in quanto ottavo segno zodiacale (e l’otto sta anche per l’infinito) sarebbe «simbolo della pausa necessaria, dopo la morte dell’estate, per poter accedere ad una vita nuova nonché a una dimensione superiore e spirituale dell’esistenza. […] Morte e rinascita, come la luce in fondo al buio, quella che brilla e si nasconde nelle profondità della psicologia scorpionica […] una luce capace di illuminare chiunque non si lasci spaventare da un’aria qualche volta inquietante. Luce e colori brillanti di un fiore sontuoso dall’odore intenso, capace di rallegrare a lungo tutti coloro che non si fanno fuorviare da un’usanza e che sono disposti ad accoglierlo nel proprio giardino o sul proprio balcone, oltre che offrirlo ai propri cari in segno di ricordo che non muore mai».
Il crisantemo sarebbe, in conclusione, «un fiore per chi non è superficiale, per chi decide con la propria testa, proprio come lo Scorpione, segno amato da chi non ama la banalità e le convenzioni. Un fiore ricco di qualità, perfino commestibile, che mantiene le sue promesse in termini di durata e resistenza».
 
L.S.
Quale è il fiore scelto per il segno della Bilancia (23 settembre – 22 ottobre), il terzo passaggio del nostro itinerario fra oroscopo e fiori? Tra le christmas flower trendvarie tesi di fonti diverse, anche stavolta Floraviva ha scelto la stessa strada di Marianna Tognini su Donna Moderna, tenendo conto però di quanto specificato da Italian Flora, che distingue un fiore per ciascuna decade: la prima, dal 23 settembre al 2 ottobre, sotto l’influenza della luna, è associata alla verbena, che nel linguaggio dei fiori sta per «comunicazione emotiva»; la seconda, dal 3 all’11 ottobre, sotto Saturno, è associata invece al giacinto, che è il fiore scelto da noi per la Bilancia e che rinvia nel linguaggio dei fiori al «disimpegno» e al divertimento; la terza decade, sotto Giove, va invece con l’iris, che significa «la volontà dell’amore». Il giacinto, con il suo invito a lasciarsi andare, si adatta alle persone della Bilancia seconda decade, perché sono molto rigorose nel lavoro e in amore e, prima di decidersi, prendono tempo studiando i prescelti e sottoponendoli a prove quasi impossibili
Come ricordato da giardinaggio.net: «il giacinto è un fiore profumatissimo e dalle differenti tonalità: per questo è molto apprezzato per la capacità di regalare all’ambiente vivacità e una fragranza unica». A seconda del colore cambia il significato, ma in generale è simbolo di divertimento e gioco. Per cui è adatto ad essere donato in occasioni di feste a persone simpatiche e allegre. La sua denominazione scientifica è Hyacinthus ed è un genere di piante della famiglia delle Asparagaceae originario del Mediterraneo Orientale, dell'Asia minore e delle regioni tropicali africane. Il nome del genere deriva dal festa dei nonnipersonaggio mitologico Giacinto, il ragazzo amato e successivamente ucciso per errore dal dio Apollo. Il giacinto comprende tre specie bulbose con numerose varietà dalle ricche infiorescenze coloratissime e profumate, gradisce il clima temperato e si coltiva agevolmente sia all’esterno, in giardini ed aiuole, sia all’interno di appartamenti, in vaso. Questa circostanza, unita al fatto che è perenne, la rendono una delle piante bulbose più commercializzate. Fra le sue specie, la più diffusa è il Hyacinthus Orientalis. In floricoltura, per motivi pratici, si classificano i giacinti nei seguenti tre gruppi: il “giacinto romano”, con il bulbo ricoperto da una pellicola bianca, due-tre fusti per bulbo, foglie piccole lineari e fiori bianco-verdastri campanulati, molto profumati, che è precoce e si presta alla forzatura; il “giacinto italiano”, con cultivar a fiore bianco, lilla o violaceo, e con il bulbo ricoperto da una pellicola violacea, che è semi-tardivo; il “giacinto olandese”, cioè ibridi derivati dal Hyacinthus orientalis a fiori grandi, riuniti fittamente in una infiorescenza, semplici o doppi, dai vari colori, che sono tardivi.
 
L.S.
Al presidente di Orticolario, la manifestazione sul «giardinaggio evoluto» di Cernobbio sul Lago di Como, è stata intitolata una pianta. Si tratta di una cultivar di Psidium guajava, denominata appunto L. ‘Moritz Mantero’: una mutazione compatta e nana avvenuta circa 15 anni fa nei vivai di Natale Torre a Milazzo. Natale ha provveduto a selezionarla con cura, ma non l’ha mai immessa sul mercato sino ad oggi, perché attendeva il momento opportuno che è arrivato con il settantesimo compleanno di Moritz Mantero. I Vivai Torre la presenteranno ed esporranno a Villa Erba dal 30 settembre al 2 ottobre 2016 durante l’ottava edizione di Orticolario, che avrà per tema “Il risveglio” e come fiore dell’edizione l'anemone, il fiore del vento.
floravivapubbLa guaiava o guava (spesso chiamata con il nome spagnolo guayaba), è un piccolo albero appartenente alla famiglia delle mirtacee. L'albero è diffusamente coltivato per il valore commerciale dei suoi frutti. Il suo luogo di origine non è certo, ma si ritiene che sia un'area compresa tra il Messico meridionale e l'America Centrale. È stata poi diffusa dall'uomo, dagli uccelli e da altri animali in tutte le aree temperato-calde dell'America tropicale e nelle Indie Occidentali (dal XVI secolo). La guava era già nota agli Aztechi, che la chiamavano Xalxocotl (prugna di sabbia); in tempi successivi le prime notizie storiche risalgono ai primi decenni del Cinquecento ad opera di Hernandez de Oviedo. Appartengono al genere Psidium circa 100 specie e il nome Psidion in greco significa “melograno”, per via dei piccoli semi sparsi nella polpa. La specie originaria è un alberetto alto da 2 a 7 metri.
La guava ‘Moritz Mantero’ è interessante per la sua decoratività, per i suoi fiori (la fioritura avviene solitamente a fine giugno-luglio) e per i suoi frutti, la cui maturazione avviene a partire da settembre-ottobre sino a dicembre; in alcune varietà rifiorenti si può protrarre fino a primavera. La cultivar ‘Moritz Mantero’, in centro e sud Italia, dove non gela, può essere coltivata in piena terra in giardino. Nelle regioni del nord va protetta d’inverno. Può resistere sino a -7 °C, in determinati stadi di crescita, e può essere coltivata in vaso come gli agrumi.
 
L.S.