Un albero, fiore, pianta per...
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"È stata una sfida": una dalia "made in Paris" creata per le Olimpiadi del 2024
In occasione dei Giochi, i giardinieri parigini hanno ibridato con successo in vitro una dalia nei colori della fiamma olimpica. Un tour de force che permette a 50.000 piante, interamente prodotte localmente, di popolare oggi i massicci della capitale. Accanto alle Phryges, le mascotte olimpiche in abiti vermigli fluo, farebbe quasi impallidire, ma così mancherebbe il simbolo.
Una scoperta comunicativa, la varietà di dalia creata dai giardinieri della città di Parigi appositamente per i Giochi Olimpici del 2024 sarà rosso-arancio per riecheggiare i colori della fiamma olimpica. Per oscuri (ma molto lucrosi) motivi di royalties da versare al CIO, questo fiore anni '70, tornato prepotente sulle bancarelle negli ultimi anni, non è il fiore ufficiale dei Giochi. Porta il nome più prosaico di “dahlia Parc Floral de Paris”. Questa varietà è stata creata nel 2013 da un tecnico orticultore del Parc Floral de Paris, Christophe Kneblewski. Il fiore nasce da un'ibridazione tra due varietà: la dalia di Antibes e la dalia di Gabriel Nigond, una dalia dal gambo scuro con un'altra a forma di ninfea dai fiori grandi. “Per ottenere il suo colore inimitabile, che evoca il luccichio della fiamma olimpica, il giardiniere ha introdotto il polline di un fiore rosso in una pianta madre rosa”, precisa il municipio in un comunicato. Un lavoro da api! Questa varietà non solo incarna la bellezza, ma è stata selezionata anche per la sua resistenza e capacità di fiorire precocemente. A differenza delle dalie classiche che sbocciano a metà agosto, questa varietà speciale è pronta a mostrare i suoi colori già alla fine di luglio. Questo dettaglio è cruciale per garantire una fioritura spettacolare che accompagni i Giochi dall'inizio alla fine.
L'obiettivo dei giardinieri parigini è chiaro: trasformare i giardini della città in un'esplosione di colore che rifletta l'energia e lo spirito olimpico. In totale, 50.000 esemplari di questa dalia saranno piantati in 150 parchi e giardini della capitale, inclusi luoghi iconici come gli Champs-Élysées e il Trocadéro. La sfida è grande, ma l'attesa è ancora più emozionante. Ogni pianta deve essere messa a dimora con precisione, in modo che la loro fioritura coincida con la cerimonia di apertura il 26 luglio 2024. Dietro ogni fiore c'è una storia di passione e impegno. Christophe Kneblewski e il suo team hanno lavorato per oltre un decennio per sviluppare questa varietà unica. Il processo di ibridazione ha richiesto non solo abilità tecnica, ma anche una profonda conoscenza delle piante e una dedizione incrollabile. Ogni dettaglio, dal colore alla resistenza, è stato curato con precisione per garantire che il dahlia 'Parc Floral de Paris' possa resistere alle sfide climatiche e ambientali, mantenendo la sua bellezza intatta per tutta la durata dei Giochi.
Redazione
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- Scritto da Andrea Vitali
I fiori hanno spesso simboleggiato ideali politici e culturali: dalle rose rosse del PSI ai garofani della Rivoluzione Portoghese, fino ai gigli della monarchia europea. Scopriamo come la botanica diventa politica
I fiori hanno spesso rappresentato ideali politici e culturali. Dalle rose rosse del PSI alle rose bianche della resistenza, dai fiordalisi in Francia e Austria ai garofani del Portogallo e ai gigli della monarchia europea. "Che cento fiori fioriscano, che cento scuole di pensiero gareggino" (Mao Zedong).
Il garofano rosso ha avuto un ruolo cruciale non solo in Italia, ma anche in Portogallo. Mentre in Italia rappresentava la lotta dei lavoratori e la speranza nel progresso attraverso il PSI, in Portogallo, il garofano rosso divenne il simbolo della Rivoluzione dei Garofani del 1974. Questa rivoluzione, che rovesciò il regime autoritario e aprì la strada alla democrazia, vide i soldati insurgenti indossare garofani rossi come simbolo di ribellione pacifica. In entrambi i contesti, il garofano rosso rappresentava il desiderio di libertà e cambiamento sociale.
La Rosa per l'Italia, fondata nel 2008, si ispirava al gruppo della Rosa Bianca, attivo nella resistenza antinazista. Questo partito richiamava i valori del cristianesimo democratico e rappresentava un ideale di politica etica e orientata al bene comune. La rosa rossa è un simbolo profondamente radicato nella politica francese, soprattutto grazie a François Mitterrand, che scelse questo fiore per rappresentare il Partito Socialista. La rosa, simbolo di bellezza e speranza, incarnava i valori del partito e la visione di Mitterrand per la Francia. Questo fiore delicato ma forte divenne un emblema riconoscibile e potente nella politica francese.
Il fiordaliso in Austria ha un passato controverso. Negli anni '30, il fiore veniva usato dai simpatizzanti nazisti come simbolo segreto. Questo uso ha sollevato polemiche ogni volta che il fiore è stato adottato da formazioni politiche di estrema destra, evidenziando come i simboli possano essere riappropriati e reinterpretati in modi diversi a seconda del contesto storico e politico.
Il garofano, il fiordaliso, la rosa ...dimostrano come la botanica possa avere un significato politico profondo, utilizzato per rappresentare ideali, movimenti e cambiamenti sociali. Questi fiori, oltre alla loro bellezza naturale, portano con sé storie e significati che riflettono le complessità della nostra storia collettiva.
Anne Claire Budin
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Un albero per il paese del cedro: il simbolo del Libano indipendente
Il cedro è al centro del drappo libanese dal 1943, rappresentando santità, eternità e pace. Simbolo di purezza e stabilità, è l'anima e l'identità del Libano. Il Libano, noto come il "Paese del Cedro", ha adottato questo maestoso albero come emblema nazionale dal 1943. In quell'anno storico, i deputati libanesi si riunirono il 22 novembre per definire l'indipendenza del paese e scegliere i colori del nuovo vessillo. Dopo un acceso dibattito, venne deciso che il cedro verde, simbolo di santità e pace, avrebbe campeggiato al centro del drappo, circondato da due bande rosse e una fascia bianca centrale. Henri Pharaon, uno dei sette deputati presenti, racconta che l'ispirazione per il disegno del nuovo vessillo venne dal drappo austriaco, sostituendo le armi centrali con il cedro. Questo albero iconico, che cresce rigoglioso sulle montagne libanesi a partire dai 1500 metri di altitudine, rappresenta purezza e stabilità, evocando le cime innevate del paese.
Il Cedrus libani è celebrato non solo per la sua maestosità e longevità, ma anche per le sue profonde radici nella storia e nella cultura libanese. Il poeta Alphonse de Lamartine, in visita con sua figlia, lo descrisse come una "reliquia dei secoli e della natura" e uno dei "monumenti naturali più celebri dell'universo". Questo albero secolare, presente in molteplici riferimenti biblici, è un simbolo di santità e di pace, incarnando la lunga e ricca storia del Libano. La scelta del cedro come simbolo nazionale non è solo una celebrazione della flora del paese, ma un richiamo alla resilienza e alla forza del popolo libanese. Ogni dettaglio del drappo, dalle bande rosse alle cime innevate rappresentate dal bianco, narra la storia di una nazione che ha trovato nella sua natura e nel suo patrimonio culturale l'identità e l'orgoglio nazionale.
Redazione
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- Scritto da Andrea Vitali
Dall'infiorescenza al bulbo: un ciclo affascinante quello della cipolla, protagonista indiscussa della cucina italiana e non solo, ha un ciclo di vita affascinante. Tutto inizia da un'infiorescenza a ombrella, composta da piccoli fiori bianchi o violacei. Dopo la fecondazione, l'infiorescenza si secca e al suo posto si sviluppa il bulbo che noi conosciamo e consumiamo.
Un tripudio di colori e sapori: le diverse varietà di cipolla
Esistono diverse varietà di cipolle, che si distinguono per colore, forma e dimensione. Tra le più note ricordiamo la cipolla bianca, la cipolla dorata, la cipolla rossa, la cipolla di Tropea e la cipolla borettana. Ognuna di esse ha le sue caratteristiche e si presta a diverse preparazioni culinarie.
La cipolla di Santarcangelo: un gioiello di biodiversità
Tra le tante varietà di cipolle, una menzione speciale merita la cipolla di Santarcangelo di Romagna. Si tratta di una varietà antica, caratterizzata da una pezzatura importante (fino a un chilo di peso) e da una dolcezza che la rende unica e versatile in cucina.

Un riconoscimento importante: il Presidio Slow Food
La cipolla di Santarcangelo di Romagna è recentemente entrata a far parte dei Presidi Slow Food. Un riconoscimento importante che mira a tutelare questo ortaggio storico e a valorizzarlo sul mercato.
Un impegno per la valorizzazione e la tutela
L'obiettivo del Presidio Slow Food è quello di:
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• Promuovere la coltivazione della cipolla di Santarcangelo
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• Preservare la biodiversità
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• Educare i consumatori al gusto e alle proprietà di questo ortaggio
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• Sostenere i piccoli produttori locali
Un futuro promettente per la cipolla di Santarcangelo
Grazie al Presidio Slow Food, la cipolla di Santarcangelo avrà nuove opportunità di sviluppo e di crescita. Un futuro promettente per un ortaggio che rappresenta un vero e proprio gioiello di biodiversità.

Dall'orto alla tavola: un gusto da scoprire
La cipolla di Santarcangelo è un ortaggio facile da coltivare e non richiede particolari cure. Può essere coltivata in vaso o in piena terra e si adatta a diversi climi.
Un invito alla scoperta
L'invito è quello di provare la cipolla di Santarcangelo in cucina, per assaporare il suo gusto unico e delicato. Un viaggio alla scoperta di un prodotto d'eccellenza e di un territorio ricco di tradizioni.
Redazione
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Oggi a Ragusa è in corso una giornata di studio intitolata “Il carrubo, specie multifunzionale e di interesse per i paesi del bacino del Mediterraneo”. L’ha organizzata la Sezione Sud-Ovest dell’Accademia dei Georgofili, unitamente agli ordini professionali degli agronomi delle province di Ragusa e Siracusa. L’obiettivo, come riferisce la presentazione sul Notiziario dei Georgofili, è «delineare l’attuale fisionomia» della filiera del carrubo e «confrontarsi sulle opportunità di sviluppo per questa specie, legate anche al suo insostituibile ruolo paesaggistico ed ambientale» in certe aree geografiche del Mediterraneo, fra cui l’area sud-orientale della Sicilia.
In attesa dei risultati di questo importante convegno, articolato in una sessione mattutina a carattere scientifico con contributi di Georgofili e docenti delle università di Catania e Palermo sui diversi aspetti agronomici, fitosanitari e di utilizzo del carrubo, e in una sessione pomeridiana tecnico-economica sul rilancio della carrubicoltura con professionisti, associazioni di categoria e istituzioni, in questo “Un albero per… la Sicilia sud-orientale (e i Paesi del Mediterraneo)” ci limitiamo a richiamare alcune caratteristiche del carrubo, il cui nome botanico di specie è Ceratonia siliqua.
A cominciare dal fatto che, come sottolineato nella presentazione del convegno dei Georgofili, il carrubo mantiene un ruolo importante in specifiche aree del territorio italiano, sebbene quale coltura minore rispetto ad altre specie frutticole, e «ciò avviene soprattutto nella Sicilia sud-orientale, dove esso rappresenta una valida alternativa agronomica e alimenta una industria di trasformazione legata sia all’utilizzo della polpa del frutto che dei semi». In particolare «la polpa, oltre che essere utilizzata dall’industria mangimistica viene sempre più presa in considerazione per l’alimentazione umana, di recente anche per aspetti nutraceutici». Inoltre, «sono numerosissimi gli utilizzi nell’ambito dell’industria agroalimentare della farina di semi di carrubo, attualmente il prodotto di maggiore pregio ottenibile da questa specie».
La specie Ceratonia siliqua, ricorda la voce di Wikipedia, è un albero da frutto sempreverde che può raggiungere un’altezza di 9/10 metri. Ha una crescita molto lenta ed è longevo, per cui può diventare pluricentenario. «La fioritura – viene sottolineato - avviene in agosto-settembre e la maturazione si completa tra agosto e ottobre dell'anno successivo alla fioritura che ha dato loro origine». I frutti, chiamati carrube o vajane, sono dei grandi baccelli lunghi 10/20 cm, spessi e cuoiosi, all’inizio di colore verde pallido, e quando maturati marrone scuro. I frutti permangono a lungo sull'albero e «hanno maturazione molto scalare per cui possono essere presenti, allo stesso tempo, frutti secchi di colore marrone, e frutti immaturi di colore più chiaro». La polpa dei frutti può avere effetto irritante se assunta in grande quantità a causa dell'elevato contenuto in tannino.
In Italia il carrubo è presente allo stato spontaneo nelle regioni del Sud, specialmente in Sicilia, dove esistono tuttora importanti carrubeti nel ragusano e nel siracusano. Zone in cui sono ancora attive alcune industrie che trasformano il mesocarpo del carrubo in semilavorati, utilizzati nell'industria dolciaria e alimentare.
Ecco una sintesi dell’elenco degli usi del carrubo ricordati da Wikipedia Italia:
- I baccelli maturi sono commestibili, si conservano per molto tempo e possono essere consumati, comunemente, freschi o secchi o, in alternativa, passati leggermente al forno.
- Il carrubo è una pianta visitata dalle api, non solo per il polline, ma anche per il nettare da cui se ne può ricavare un miele uniflorale.
- È apprezzata nelle regioni d'origine per l'ombra delle chiome, preziose nei luoghi aridi.
- Parte dei succedanei del cioccolato sono ottenuti da pasta o semi di carrube.
- Molti addensanti e gelificanti di prodotti alimentari sono ottenuti da farina di semi di carrube.
- Oggi i frutti (privati dei semi) vengono usati per l'alimentazione del bestiame.
- I semi, durissimi, sono immangiabili, ma possono essere macinati per produrre una farina dai molteplici usi.
- In fitoterapia l'estratto secco del frutto (carruba) è utilizzabile, anche assieme allo zenzero, nel colon irritabile ad alvo diarroico.
Il programma del convegno in corso oggi a Ragusa è consultabile qua.
L.S.















