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Via alla campagna di trasformazione del pomodoro: boccata d’ossigeno per gli agricoltori livornesi Pasquini (Cia Livorno) «Segnale importante per tutta l’economia del territorio. Ma restano preoccupazioni». Pascucci (presidente Cia Toscana): «Favorire lo sviluppo e la crescita dei punti di trasformazione che per rafforzare i legami tra questi e la produzione locale valorizzandone sia la qualità che l’origine»

 
 
Al via la campagna di trasformazione del pomodoro dell' industria in provincia di Livorno. Riapre nei prossimi giorni lo stabilimento di Venturina (Li) di Italian Food, per la lavorazione del pomodoro da industria. Per Cia Livorno, il via della campagna di lavorazione del pomodoro, è “una notizia attesa e positiva”, dopo chenelle settimane scorse - da parte dell’azienda era stata minacciata la chiusura dello stabilimento, in seguito a problemi connessi alle lavorazioni, alla depurazione delle acque, alla logistica dei trasporti e ad una situazione finanziaria ‘delicata’. «L’inizio della campagnasottolinea il vicepresidente di Cia Livorno Pierpaolo Pasquini  - è un segnale importante, non solo per l’agricoltura della Val di Cornia ma per tutta l’economia del territorio».
Il polo di trasformazione industriale di Venturina rappresenta una certezza per le prospettive del settore agricolo e per i livelli occupazionali che garantisce sul territorio della Val di Cornia. «Per quanto riguarda l’economia del territorioaggiunge Pasquiniil ruolo di Italian Food rimane strategico, non solo per la Val di Cornia, ma per l’intera Toscana. Oltre a garantire il mantenimento di 300 posti di lavoro tra operai stagionali e fissi, garantisce al sistema agricolo un punto di riferimento per la collocazione del pomodoro (assicurando migliaia di posti di lavoro anche nella produzione agricola) ed una certezza di reddito in una congiuntura economica difficile per le aziende». Per la Cia il rapporto con la produzione locale e con le organizzazioni di prodotto - ad iniziare da Asport (con sede a Cecina, Li), resta fondamentale, come lo è il puntuale pagamento della materia prima consegnata alla trasformazione, considerato che ad oggi non sono ancora stati del tutto saldati i conferimenti della campagna del 2012.
Con la sottoscrizione dello scorso anno, del protocollo di intesa per tutelare il pomodoro da industria, tra enti pubblici (Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Campiglia Marittima), le aziende dell’acqua e dei rifiuti, le organizzazioni professionali agricole, le centrali cooperative, l’Organizzazione di Prodotto Asport e la stessa Italian Food regionale, «si è voluto garantire un giusto reddito per i produttori agricoli, l’occupazione, la tutela ambientale e una produzione locale che ha elevate caratteristiche qualitative» ribadisce la Cia livornese.
«E’ necessario operare per rafforzare le filiere ed i rapporti tra i soggetti della produzione e della trasformazioneafferma il presidnte di Cia Toscana Giordano Pascucci –, partendo dal comparto del pomodoro da industria che riveste un ruolo strategico per lo sviluppo dell’agricoltura e dell’economia toscana. Per questo occorre agire con maggiore determinazione, anche da parte delle istituzioni, Regione ed enti locali, sia per favorire lo sviluppo e la crescita dei punti di trasformazione, sia per rafforzare i legami tra questi e la produzione locale valorizzando qualità ed origine. Vanno ricercate e create le condizioni - conclude Pascucci -, per rafforzare questa filiera in Toscana concretizzando un vero e proprio “distretto” attraverso il quale vengano sviluppate le relazioni ed i rapporti che puntino allo sviluppo della produzione regionale di pomodoro, di alta qualità assicurando adeguata remunerazione agli agricoltori, e sul rafforzamento dei punti di trasformazione la cui crescita può contribuire alla crescita dell’occupazione e dell’economia regionale».
Insieme alle certezze produttive, per Cia Livorno e Toscana, rimangono però le preoccupazioni sui tempi per il trasferimento della fabbrica, che consentirà da una parte la riqualificazione urbanistica dell’area attuale di Venturina e dall’altra garantirà lavorazioni diversificate, con riferimento alle produzioni ortofrutticole del territorio e non solo del pomodoro da industria. Resta quindi fondamentale concentrare l’attenzione sulle risorse finanziarie da reperire per il finanziamento del progetto di delocalizzazione.

Fonte Ufficio Stampa

Sono i temporali e l’umidità i fattori che hanno innescato i primi attacchi nella zona di Santa Luce: sportello gratuito per assistere i produttori di olio di oliva promosso da Coldiretti. Fabrizio Filippi, Presidente Provinciale Coldiretti: “Prevenzione determinante per salvare stagione olivicola e garantire un prodotto di qualità al consumatore”

Occhio alla mosca olearia: è già entrata in azione. I temporali estivi delle ultime settimane ed in conseguente aumento dell’umidità hanno favorito i primi attacchi della temibile bactrocera oleae. Per le 600 aziende agricole che producono olio tra Santa Luce, Orciano, Rosignano Marittima, Fauglia, Castellina e Ripardella (sono oltre 5100 quelle a livello provinciale) è già tempo di prevenire e correre ai ripari per evitare cali di produzioni e danni alle piante che in passato sono stati, in particolari annate, molto consistenti. Una emergenza che Coldiretti è già pronta ad affrontare con l’attivazione del sportello “anti - mosca” che sarà completamente gratuito per le imprese del settore (info su www.pisa.coldiretti.it). Il compito dello sportello è quello di mettere in condizioni gli agricoltori-olivicoltori di ottenere indicazioni precise e puntuali di tipo generale ma anche su come effettuare un’analisi diretta delle olive attraverso l’utilizzo di stereoscopi, determinando così la percentuale di infestazione oltre a guidare i produttori alle prese con le nuove regole in materia di etichettatura. “Rispetto ad alcuni anni fa – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Provinciale Coldiretti – la cultura della prevenzione è molto aumentata tra le imprese ma non è mai sufficiente. La mosca è un nemico che possiamo contrastare e combattere conmetodi efficaci mettendo in condizioni le imprese di garantire al consumatore finale un prodotto di qualità”. La prevenzione porta in dote anche un risparmio economico e un minor impatto sull’ambiente: aspetti fondamentali degli interventi previsti dall’attività di monitoraggio insieme alla tracciabilità, alla certificazione fino alla tutela della qualità dell’olio
 
Ecco dove rivolgersi: presso sede Coldiretti di Santa Luce in Via Berlinguer n. 2 (tel: 050-685927).
Fonte ufficio stampa

Dalle carote alle albicocche, dai meloni alle pesche fino ai cocomeri sono alcuni dei frutti che entrano nella speciale classifica top ten degli abbronzanti naturali in grado di “catturare” i raggi del sole e garantire una tintarella naturale.

Utilissimi per difendere l’organismo dalle elevate temperature e quindi per abbronzare. E' la Coldiretti a stilare la speciale classifica top ten del cibo che abbronza in occasione dell’arrivo di Caronte che ha raggiunto la penisola portando una insopportabile afa ed il rischio di colpi di calore soprattutto per l persone piu’ anziane ed i bambini. Con il grande caldo, infatti, consumare carote, insalate, cicoria, lattughe, meloni, peperoni, pomodori, albicocche, pesche e  cocomeri serve a difendersi dai colpi di calore, ma anche - sottolinea la Coldiretti - a favorire l'abbronzatura estiva. Anche chi e’ ancora costretto a rimanere in città infatti può difendersi dal caldo e prepararsi la tintarella estiva con una dieta adeguata che si fonda sul consumo di cibi ricchi in vitamina A che - precisa la Coldiretti - favorisce la produzione nell'epidermide del pigmento melanina per donare il classico colore ambrato alla pelle. Il primo posto è conquistato indiscutibilmente dalle carote che contengono ben 1200 microgrammi di vitamina A o quantità equivalenti di caroteni per 100 grammi di parte edibile. Al secondo posto - continua la Coldiretti - salgono i radicchi che ne hanno circa la metà mentre al terzo si posizionano le albicocche seguite da cicoria, lattuga, melone giallo e sedano, peperoni, pomodori, pesche gialle,  cocomeri e susine che presentano comunque contenuti elevati di vitamina A o caroteni. Antiossidanti “naturali” sono infatti le vitamine A, C ed E che - sottolinea la Coldiretti - sono contenute in abbondanza in frutta e verdura fresca. Questi vegetali - continua la Coldiretti - sono dunque alimenti che soddisfano molteplici esigenze del corpo: nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali persi con il sudore, riforniscono di vitamine, mantengono in efficienza l'apparato intestinale con il loro apporto di fibre e si oppongono all'azione dei radicali liberi prodotti nell'organismo dall'esposizione al sole, nel modo più naturale ed appetitoso possibile. Per consentire a tutti di poter acquistare frutta e verdura italiana al giusto prezzo la Coldiretti ha aperto in tutta Italia quasi diecimila fattorie, mercati e botteghe di Campagna amica dove è possibile acquistare direttamente dagli agricoltori, frutta e verdura fresca e di grande qualità al giusto prezzo.

LA TOP TEN DELLA TINTARELLA DELLA SALUTE - Vitamina A (*)
1. Carote 1200
2. Radicchi 500-600
3. Albicocche 350-500
4. Cicorie e lattughe 220-260
5. Meloni gialli 200
6. Sedano 200
7. Peperoni 100-150
8. Pomodori 50-100
9. Pesche 100
10. Cocomeri 20-40

(*) in microgrammi di Vitamina A o in quantità equivalenti di caroteni per 100 grammi di parte edibile
Fonte: Elaborazioni Coldiretti

Fonte Ufficio StampaStampa

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Giovedì 25 luglio alle ore 18,30 al Beach Club Versilia. Oscar Green 2013: Toscani da Oscar. Mollo tutto! Vado a vivere in campagna: giovani e innovazione. Le storie.

Dal taxi all'olio extravergine, dallo studio dentistico al soccorso anti-frane, dalla multinazionale alla cooperazione sociale passando per l'ex meccanico della Ferrari che ora si occupa di turismo rurale: sono alcune delle storie da "Oscar", storie di chi ha cambiato la propria vita in maniera volontaria che saranno protagoniste del primo Salone Open-Air allestito nell'ambito della notte degli "Oscar Green", il premio di Giovani Impresa Coldiretti dedicato ai giovani imprenditori agricoli della Toscana che si terrà giovedì 25 luglio, dalle ore 18:30, al Beach Club Versilia di Cinquale (Ms).
 
Insieme a chi ha "mollato tutto per fare l'agricoltore" le storie, quelle da "Oscar": 67 sono le aziende che hanno partecipato a questa edizione, 6 quelle che saranno premiate come le categorie previste dal concorso ("Non solo agricoltura", "Stile e cultura l'impresa", "In-Filiera", "Esportare il territorio", "Campagna Amica", "Ideando"). Conduce "La Iena" Andrea Agresti.
 
Nel corso della serata saranno inoltre presentati i risultati di una curiosa indagine promossa da Coldiretti sui giovani e il manuale per diventare imprenditore agricolo in "10 mosse". Tre i momenti in programma: la consegna degli Oscar Green, l'aperitivo a bordo piscina per gli invitati ed il salone del "Mollo tutto e vado a vivere in campagna: giovani e innovazione". All'evento parteciperanno i vertici regionali di Coldiretti e Nazionali di Giovani Impresa, rappresentanti delle Istituzioni regionali e locali, oltre che gli imprenditori agricoli candidati e molti giovani agricoltori della Toscana.

Fonte Ufficio Stampa

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Il progetto “Incredibile_Edibile” a Tordmerden nel West YorkShire in Inghilterra, consente a tutti i cittadini di poter raccogliere ortaggi gratuitamente.

Todmorden è una città di poco meno di 15.000 abitanti della contea del West Yorkshire in Inghilterra. Si trova in una regione scarsamente popolata per gli standard inglesi, dedita a pastorizia e agricoltura ma anche al turismo: è il punto di partenza per la scoperta di uno dei luoghi più spettacolari dell’isola: la Pennine Valley.

Fino a pochi anni fa, la città era famosa per lo Stoodley Pike (un monumento dedicato alla Guerra di Crimea) e per essere il luogo natale di Keith Emerson, il famoso tastierista inglese membro del super gruppo Emerson Lake and Palmer.
Ora lo è anche per Incredible Edible Todmorden Project, uno dei progetti simbolo della cultura partecipativa e uno degli esempi di maggior successo di agricoltura solidale e di orticultura urbana.

Passeggiando per la cittadina inglese si incontrano coltivazioni di patate alla stazione di polizia, orti di broccoli alla stazione dei treni, aiuole con lamponi, alberi di mele e albicocche lungo il sentiero del canale. Fagioli e piselli sono invece fuori dal college, le ciliegie nel parcheggio del supermercato, ribes rosso e fragole dietro uno studio medico e timo, finocchio, rosmarino, menta e altre spezie vicino all’ospedale.
I cittadini sono liberi di fare “la spesa” nelle aiuole, nelle rotonde e nei luoghi incolti della città per nutrirsi con prodotti freschi e di stagione, a km zero e ottenuti con agricoltura biologica. I luoghi coltivati sono geolocalizzati su Google Maps e stanno aumentando ogni anno di più; l’obiettivo è di raggiungere l’autosufficienza totale entro il 2018.

Sembra il paese di Bengodi ma invece è tutto vero. Se siete curiosi di conoscere il progetto e avete i minuti contati, a seguire ci sono due video: il primo è un documentario realizzato per l’Associazione, il secondo un servizio del Guardian.

 

Incredible Edible è un progetto iniziato nel 2008 e che comincia quando Pamela (Pam) Warhurst nel 2008 mette dei cartelli nel suo orto di casa per invitare i passanti ad entrare e prendere qualche verdura. Dopo 6 mesi, e dopo aver abbassato il muro di recinzione il progetto diventa realtà. Mary Clear e un gruppo di amici di Todmorden – tutt’ora nel board dell’associazione – si aggiungono al gruppo per dare il loro contributo precedendo il Vegetable Garden voluto da Michelle Obama alla Casa Bianca.
La First Lady statunitense trasforma un prato della Casa Bianca in un orto. Quale modo migliore e simbolico per ricordare agli americani di tornare ad essere persone in grado di provvedere a loro stessi autonomamente e ad avvicinarsi alla natura? Ma un giardino non è terra incolta e qui sta la differenza tra Washington e Todmorden.
Rendere fruttuoso (è proprio il caso di dirlo) quello che prima non lo era è la vera novità, anche perchè è dalla notte dei tempi che nei villaggi e nelle comunità funziona così: collaborare e condividere.


Capisco che quando sentiamo parlare di consumo collaborativo pensiamo: “Hei, ma sono cose che si fanno da sempre”. Certo, lo so, e se la pensate così probabilmente vivete (o siete in contatto) anche voi con un piccolo paese dove le cose funzionano ancora come una volta o avete degli ottimi (e da lungo tempo) rapporti di vicinato.
Io vengo da un paese non di 15.000 ma di 500 anime nella campagna bolognese e sento questo progetto molto vicino. A Caselle di Crevalcore, come a Todmorden, gli alberi da frutto fanno i frutti nello stesso momento così come le piante dell’orto ed è quello il momento in cui solitamente tutta questa abbondanza viene condivisa tra le famiglie della comunità. Si condivide per evitare gli sprechi, ma anche per non trovarsi a mangiare peperoni per un mese intero! Il passo successivo infatti, è quello di dividersi le colture. A Caselle le zucche e i pomodori li fa Camillo, i piselli e l’insalata Gualtiero detto Giulio, alle pere pensa il figlio della Marta e modestamente, noci, fichi e peperoncini arrivano da casa mia.

Dal 2008 il progetto si è evoluto e sono successe tante cose.
Pam Warhurst oltre ad essere ancora la Leader di Incredible Edible, è diventata membro della Forestry Commission inglese ed è stata invitata a centinaia di conferenze, utili a promuovere il suo progetto. Il video che segue è relativo alla sua partecipazione alla TED Salon di Londra del 2012 dove ha ripercorso la storia di Incredible Edible raccontando come possiamo mangiare i nostri panorami!

 

Incredible Edible ha oltrepassato i confini di Todmorden, di molte località dell’isola inglese e si è diffuso in Francia. Ma anche in Germania, in Spagna, in Canada e addirittura a Cuba e Hong Kong. Poco tempo fa è sbarcato pure in Italia con il nome di  Incredibili Commestibili, per ora solo a San Bonifacio in provincia di Verona (qui il profilo Facebook), poi chissà.


Ma come l’avranno presa i fruttivendoli e i negozi di alimentari della città?
Stanno guardando al 2018 con preoccupazione?
Magari invece stanno solo mangiando verdure più fresche ed economiche nelle loro famiglie o si stanno occupando di fare e vendere i pancake con le uova in eccesso del progetto Every Eggs Matters (un altro progetto interessante basato sulla rivendita delle uova in eccesso).
In ogni caso, sono sicuro, apprezzeranno la diminuzione degli atti vandalici. Dopotutto è facile offendere ciò che è abbandonato, un po’ meno prendersela con il tuo pranzo o un campo di fragole. Guardate come sono belli!



Pam Warhurst