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A Bagno a Ripoli (Firenze Sud) il pesce fresco a km 0 viareggino approda alla Bottega di Ponte a Ema grazie al progetto “La pesca di Campagna Amica” di Coldiretti. Appuntamento con paranza, seppie, sugarelli e cicale: tutti prodotti doc del nostro mare.

Il pescato “doc” debutta alla Bottega di Campagna Amica a Bagno a Ripoli. Il pesce appena “raccolto” dai pescherecci viareggini sbarca con tutta la sua freschezza ed il sapore ancora vivo del mare sabato 13 aprile (dalle 8 alle 13) nel piazzale antistante lo store di Ponte a Ema (info su www.firenze-prato.coldiretti.it). Paranza, triglie, seppie, naselli, razze, sugarelli e cicale: ecco i “prodotti del mare” della motonave Sant’Antonio della famiglia Russo che salpa, tutti i giorni, meteo permettendo, dalla Madonnina di Viareggio per pescare nella acque nostrane il pesce che finirà, poche ore dopo, nella rete di vendita diretta di Campagna Amica.
Promosso da Coldiretti, il progetto “La Pesca di Campagna Amica” punta a garantire un canale di vendita privilegiato, a filiera corta, diretto, al consumatore finale che può acquistare il “pesce povero ma ricco di sapori” nel rispetto del rapporto qualità-prezzo e di tutte quelle caratteristiche come stagionalità, trasparenza, sicurezza alimentare e tracciabilità che contraddistinguono la filiera corta agricola tutta italiana. A garantire la filiera sono loro, gli agricoltori, in questo caso i pescatori che vendono direttamente al consumatore finale senza intermediazione con un vantaggi economici ed un risparmio per entrambi.
Non solo pesce a km zero naturalmente nel sabato della Bottega in via di Vacciano, al numero civico 6 (orario di apertura continuato: dalle 8 alle 19,30. Domenica chiuso. Per informazioni 055-0191026 oppure 388-8396369), sono oltre 200 i prodotti che appartengono e rappresentano il patrimonio locale e regionale che il consumatore può incontrare ed acquistare tutti i giorni: salumi, formaggi, pasta fresca, ortofrutta, birra agricola, marmellate, miele, legumi, pasta e farine, vino sfuso del Chianti e del Carmignano, oltre ad alcune eccezioni come il Parmigiano Reggiano e gli agrumi (biologici e non) di Sicilia.
Per saperne di più vai su www.toscana.coldiretti.it, www.firenze-prato.coldiretti.it oppure sul profilo Facebook “Coldiretti Toscana”, “Campagna Amica Firenze-Prato”.

Fonte Ufficio Stampa

 

L’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, ieri in un convegno a Vinitaly, ha messo a fuoco il problema dei troppi dazi sui vini che esportiamo nei Paesi in cui la crescita del consumo è maggiore. I dazi più elevati alle importazioni dei vini italiani sono nell’ordine in India (150%), Thailandia, Malesia, Brasile (26,1%).

Il viaggio dei vini italiani verso i paesi emergenti trova al suo arrivo uno spiacevole fardello, l’applicazione di pesanti barriere all’ingresso. L’ammontare complessivo dei dazi oggi in vigore sui vini italiani nei principali paesi importatori è di circa 269 milioni di euro, che equivalgono al 12% del valore complessivo del vino esportato nei Paesi terzi, che ha superato nel 2012 quota 2,2 miliardi di euro, con una crescita del +8,8% rispetto al 2011 (dati Fedagri elaborati su fonte Ismea).
“L’Italia potrebbe essere più competitiva nei paesi terzi – ha commentato il Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Maurizio Gardini – se non fosse per gli ingenti dazi, in alcuni casi proibitivi per le esportazioni dei nostri vini, soprattutto in quei paesi che hanno un consumo procapite in continua crescita quali i mercati asiatici, est europei e sud americani”.
Nello specifico, i numeri, illustrati al convegno da Alberto D’Avino, Vice Capo Unità Analisi della politica commerciale agricola della Commissione Europea al convegno, mostrano come se in Paesi come gli Stati Uniti, il Canada, la Svizzera, la Norvegia e l’Australia il mercato del vino è praticamente liberalizzato, in altri mercati quali India (dazi pari al 150% del valore del vino), Thailandia (59,2%), Malesia (30,7%), Brasile (26,1%) e Ucraina (23%) i dazi sono ancora molto alti.
“Per ridurre tali gap competitivi – ha commentato D’Avino – la Commissione europea sta lavorando per realizzare accordi di libero scambio per la riduzione dei dazi con le cosiddette nuove economie e sta inoltre promuovendo accordi commerciali con paesi sviluppati finalizzati al riconoscimento di norme tecniche e pratiche enologiche, alla protezione delle indicazioni geografiche e alla stesura di specifici accordi per il settore vino”.
In tale ambito un ruolo importante spetterà anche alla Commissione Europea. Lo ha ribadito il presidente del Settore Vitivinicolo di Fedagri-Confcooperative Adriano Orsi per il quale “il problema dei dazi dovrebbe essere affrontato anche in sede di riforma della Politica Agricola Comune. Occorre maggiore tutela dei nostri prodotti di qualità, una difesa dei marchi e una omogeneizzazione dei controlli: queste sono le ‘parole nuove’ che dovrebbero entrare di diritto nella nuova politica comunitaria”.
Il presidente del settore vitivinicolo della Legacoop Agroalimentare Ruenza Santandrea nel suo intervento introduttivo si è invece soffermata sullo scenario di un mercato vitivinicolo costretto ad esportare oltre la metà della sua produzione e sulla necessità di “una produzione organizzata, con una filiera certificata, volta alla qualità, che sia capace di portare all’estero il vino attraverso la forza dei numeri, che permettono di essere presenti in continuità sui mercati lontani con un rapporto costo- benefici positivo”.

Fonte Ufficio Stampa

I fondi destinati alle zone colpite dalle alluvioni del novembre 2012 sono stati sbloccati con un decreto del governo, ma ci vorrà del tempo prima dell’effettiva assegnazione. Come ha precisato il presidente della Regione Enrico Rossi, il 25% delle risorse destinate alla Toscana andrà ai privati (famiglie e imprese).

 

“La firma del decreto per la ripartizione dei fondi per l’alluvione è un passo avanti importante, anche se dobbiamo essere consapevoli del fatto che, a causa dei meccanismi della burocrazia, prima dell’effettiva assegnazione dei finanziamenti ci vorrà ancora del tempo” .

Così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha commentato la notizia della firma da parte del presidente del consiglio Mario Monti del decreto di ripartizione delle risorse destinate alle Regioni colpite dalle alluvioni del novembre 2012.

“Noi siamo pronti – ha spiegato Rossi – e ci metteremo subito al lavoro per predisporre i bandi per l’assegnazione delle risorse, in modo da fare arrivare il giusto ristoro e i contributi alle famiglie e alle imprese nel tempo più breve possibile”.

Il presidente ha precisato che la Regione ha deciso di destinare ai privati, ovvero a famiglie e imprese, il 25 per cento delle risorse complessive destinate alla Toscana, cioè circa 27,5 milioni di euro.

Quanto allo stipendioche il presidente si era autosospeso in segno di solidarietà anche con alluvionati e cassintegrati in attesa dei pagamenti – Rossi ha ribadito che non lo riscuoterà finché non firmerà i mandati di pagamento.

 

Fonte Ufficio Stampa

Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha ricevuto sabato scorso nell’ambito del “Premio Italia a Tavola”, kermesse enogastronomica tenutasi a Firenze il 23 e 24 marzo, il riconoscimento di “Personaggio dell’anno dell’enogastronomia e della ristorazione”. Per Rossi “la cucina, l’enogastronomia, le produzioni tipiche hanno un valore decisivo, sono parte integrante dell’ospitalità toscana”.
 
 
E’ stato assegnato al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi il premio “Personaggio dell’anno dell’enogastronomia e della ristorazione” promosso da Italia a Tavola. Il riconoscimento è stato assegnato al termine della tavola rotonda (Cucina ed enogastronomia come strumento di sviluppo economico) organizzata sabato scorso a Palazzo Strozzi Sacrati nell’ambito della manifestazione promossa da Vetrina Toscana, Confcommercio, Confesercenti e Italia a Tavola, con la partecipazione di grandi cuochi italiani e giornalisti di settore.
Il riconoscimento ricevuto dal presidente Rossi è legato all’impegno della Regione Toscana per lo sviluppo delle strutture ricettive, del commercio e delle produzioni locali. Un impegno che nell’azione della Regione non è mai stato scollegato dalla valorizzazione del territorio, del paesaggio, della cultura e delle tradizioni locali. In poche parole da tutto quello che contribuisce a fare della Toscana una terra ospitale, dove i turisti, ma non solo loro, scelgono di venire, oltre che per le caratteristiche che l’hanno resa celebre anche in passato, per la sua qualità della vita.
Lo ha ricordato il presidente Rossi prendendo la parola nel dibattito coordinato da Alberto Lupini e al quale hanno preso parte chef come Gualtiero Marchesi, Massimo Bottura, Antonio Santini, il presidente di Camera di Commercio Cagliari Giancarlo Deidda, Fabrizio Filippi presidente Consorzio olio toscano Igp, Nicolò Costa docente di sociologia del turismo all’università di Roma Tor Vergata.
“La cucina, l’enogastronomia, le produzioni tipiche – ha detto Rossi – hanno un valore decisivo, sono parte integrante dell’ospitalità toscana. Un valore che ci viene riconosciuto non soltanto dai turisti ma anche, ad esempio, dalle imprese manifatturiere, anche da grandi imprese, che scelgono e restano in Toscana non solo per motivi di natura economica o logistica, ma anche per la qualità della vita e perché ci sono buoni ristoranti”.
Il presidente, dichiarandosi onorato dal riconoscimento ricevuto, ha ricordato l’esperienza virtuosa di Vetrina Toscana. “Con i suoi 800 ristoranti, 300 negozi e circa 1000 produttori costituisce una rete che fa vivere e valorizza sul territorio l’integrazione che è alla base di quella che, con una brutta parola, è ormai da tutti conosciuta come filiera corta. Accorciare la filiera è la parola d’ordine che da tempo la Toscana segue in agricoltura, una linea che si sposa con le iniziative di valorizzazione del territorio, delle produzioni tipiche e della ristorazione che di queste produzioni costituisce uno dei principali destinatari”.
Rossi ha poi sottolineato l’importanza di un ritorno di interesse da parte dei giovani verso l’agricoltura, testimoniato dalle risposte al bando per gli incentivi a favore delle giovani imprese del settore. E si è soffermato sull’importanza della formazione nel settore enogastronomico e della ristorazione in genere, “un elemento da rafforzare – ha dettomagari utilizzando lo strumento degli stage e dei tirocini”
 
Fonte Ufficio Stampa Regione Toscana

Toscana Certificazione Agroalimentare srl, organismo che opera in regione certificando i due terzi dell’uva prodotta nel territorio, ha presentato ieri il suo nuovo sito web: un portale al servizio delle imprese. L’obiettivo è certificare anche altri prodotti, a cominciare dall’olio. L’assessore Salvadori: “abbiamo l’obbligo di fare prodotti di alta qualità” e se “le denominazioni sono fondamentali, le certificazioni lo sono altrettanto”.

Si chiama “Toscana Certificazione Agroalimentare srl.”, è nata ed opera in Toscana e “certifica” al momento circa il 64% delle uve prodotte nella Regione. Sono 19 le denominazioni di origine della Toscana (dal Chianti con tutte le sue sottozone, al Carmignano, al Cortona, al Vinsanto del Chianti) che si affidano ad essa per controllare e certificare il prodotto e 11 mila gli agricoltori che vi fanno riferimento. Oggi, nella sala Pegaso di palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, “Toscana Certificazione Agroalimentare srl” ha presentato, attraverso il suo presidente Ilio Pasqui, la sua mission e il suo nuovo sito web (www.tca-srl.org) concepito come un portale al servizio delle imprese in grado di offrire tutta la documentazione e dare risposte ai produttori. Presente l’assessore all’agricoltura della Regione, Gianni Salvadori.
“Una Regione come la Toscana – ha detto Salvadori – che può vantare prodotti agroalimentari di straordinaria importanza, a cominciare dal vino e dall’olio, per proseguire con tutte le altre produzioni del nostro territorio, ha bisogno di immagine per essere riconosciuta nel mondo, ma anche di garanzie. Come Regione abbiamo recentemente varato il nuovo brand della Toscana, una farfalla dalle ali di vino che rappresenta il profilo della regione. Questo brand, il cui successo e apprezzamento è crescente, è l’immagine della produzione agroalimentare della Toscana nel mondo. Ma accanto a questo – ha sottolineato Salvadori – oggi è necessaria la certificazione, da parte di un soggetto terzo, che garantisca la qualità del prodotto. Toscana Certificazione Agroalimentare Srl. è nata in Toscana e opera in Toscana e svolge proprio questa funzione, valorizzando così le risorse del nostro territorio e contribuendo a diffonderne il buon nome e a difendere il “made in Tuscany” dai tarocchi.”
Salvadori ha inoltre sottolineato come, pur in un momento di crisi difficilissima, le imprese toscane del settore agroalimentare abbiano continuato ad investire. Riferendosi particolarmente al settore vitivinicolo l’assessore ha ribadito come, anche quest’anno, a fronte di circa 13 milioni di euro di contributo pubblico erogato dalla Regione, si siano messi in moto investimenti per una settantina di milioni. “Questo è un fatto molto significativo – ha sottolineato Salvadori – e se si va a guardare quali sono le imprese “gazzelle”, ossia quelle che hanno aumentato il fatturato negli ultimi tre anni, si vedrà che molte, in Toscana, sono proprio del settore agroalimentare. Di questo dobbiamo sempre ringraziare le imprese, perché le istituzioni, senza il mondo imprenditoriale, non possono fare nulla.” Tornando al tema della certificazione, Salvadori ha detto che in Toscana “abbiamo l’obbligo di fare prodotti di alta qualità” ma dobbiamo “tradurre le affermazioni di principio in atti concreti. In questo contesto le denominazioni sono fondamentali, le certificazioni lo sono altrettanto.”
I prossimi obiettivi di “Toscana Certificazione Agroalimentare srl.” sono quelli di certificare anche altri prodotti, oltre il vino, a cominciare dall’olio per estendersi ad altre tipicità dell’agroalimentare toscano.

Fonte Ufficio Stampa