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Al convegno “Il tabacco italiano e la riforma della Pac”, tenutosi ieri presso il Mipaaf (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali), Mario Catania ha sostenuto che “il buon lavoro della politica, a livello nazionale e comunitario, ha consentito di invertire un assetto in principio fortemente penalizzante per il settore”.
“Il quadro che si è andato delineando per il settore del tabacco nell’ambito della nuova Politica agricola comune deve essere considerato sostanzialmente positivo, soprattutto se si considera quali erano i presupposti solo un anno fa”.
Lo ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania concludendo i lavori del convegno ‘Il tabacco italiano e la riforma della Pac’ che si è tenuto ieri nella Sala Cavour del Mipaaf.
“Il buon lavoro della politica, a livello nazionale e comunitario, - ha aggiunto il Ministro - ha consentito di invertire un assetto in principio fortemente penalizzante per il settore, come previsto nella proposta della Commissione. Nel corso dei negoziati e nell’ambito del percorso parlamentare, abbiamo ottenuto dei risultati fondamentali sia per gli aiuti diretti che per il greening”.
“Anche sugli aiuti accoppiati - ha proseguito - sono stati fatti dei passi avanti, ma la partita non è ancora definita, soprattutto in sede di Consiglio dove i Paesi dell’Unione contrari sono la maggioranza. Sul voto del PE della prossima settimana rimangono certamente degli elementi di incertezza ma sono fiducioso”.
“Sono convinto, inoltre, - ha concluso - che a dover diventare un elemento fondamentale per gli equilibri economici del settore debbano essere i Programmi di sviluppo rurale, per i quali sono previsti 20 miliardi di euro, tra risorse comunitarie e nazionali, nel prossimo periodo di programmazione. La sfida è quella di ottenere più agilità e facilità per sviluppare misure specifiche per il settore, ma la capacità di gestire le opportunità offerte dai Psr è una questione di vita e di morte non solo per il comparto del tabacco, ma per tutta l’agricoltura italiana”.
Fonte Ufficio Stampa
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- Scritto da Andrea Vitali
Gli ungulati in Toscana sono troppi, 350 mila, e creano problemi all’agricoltura. Il grido d’allarme, ribadito la settimana scorsa nel convegno “Agricoltura e gestione razionale della fauna selvatica” all’Accademia dei Georgofili, è stato fatto proprio dall’assessore Gianni Salvadori, che ha messo nel mirino il ruolo dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).
Troppi ungulati in Toscana. Secondo quanto emerso dal convegno sul tema “Agricoltura e gestione razionale della fauna selvatica” tenutosi stamani all’Accademia dei Georgofili gli ungulati in Toscana sono 350 mila. Un numero che – secondo quanto riferito negli interventi di esperti, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di categoria – ha costretto moltissimi agricoltori a stendere chilometri e chilometri di rete metallica a protezione delle colture e che mette a repentaglio l’equilibrio ambientale di tutta la regione causando problemi ingenti anche dal punto di vista idrogeologico e forestale.
Il grido d’allarme è stato raccolto dall’assessore all’agricoltura e foreste della Regione Toscana, Gianni Salvadori, che ha tirato le conclusioni dopo gli interventi di rappresentanti del mondo accademico, del Mipaf, dell’associazionismo e delle istituzioni locali. Nel mirino le discrepanze fra la normativa nazionale e quella regionale e il ruolo dell’Ispra, che, a detta degli operatori provoca l’empasse istituzionale e rende impossibile effettuare gli interventi necessari, nei tempi dovuti, da parte di Atc e Province. Fra gli esempi citati nel corso dei lavori il caso di un incidente stradale che ha visto coinvolti una giovane donna e un cervo. L’ente pubblico – è stato riferito dall’assessore provinciale all’agricoltura di Siena, e rappresentante dell’UPI, Anna Maria Betti – ha dovuto far ricoverare il cervo a spese del contribuente, mentre la giovane donna ha perso un braccio e non ha diritto ad alcun risarcimento perché la strada recava la segnaletica prescritta.
L’assessore Salvadori ha definito il caso un “esempio emblematico delle contraddizioni inaccettabili che si registrano” e ha ribadito la necessità di recuperare “realismo” e “buon senso”. Ha riferito inoltre di avere già scritto al coordinatore degli assessori regionali all’agricoltura perché porti in Conferenza Stato Regioni l’argomento riguardante le linee guida dell’Ispra sugli ungulati. Analoga lettera era stata già inviata anche ai ministri Clini e Catania. “Non possiamo rimanere bloccati – ha sottolineato Salvadori – e l’Ispra non dà risposte alla Regione Toscana, su nulla, da molti anni ormai. Anche l’Ispra invece deve rispettare le leggi e siccome so che la questione degli ungulati sarà centrale per il prossimo piano venatorio voglio avere certezze dal livello nazionale. Il Ministero e la Presidenza del Consiglio, in accordo con le Regioni, devono individuare le modalità che permettano la tutela del territorio, dell’ambiente e dell’agricoltura”.
Fonte Ufficio Stampa
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Il nuovo Delegato di Giovani Impresa Toscana (Coldiretti) è Paolo Giorgi, un allevatore della Valdinievole di 27 anni. Insediato anche il nuovo Comitato, che ha un’età media di 24 anni. Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia: “riconoscimento alla varietà dell’agricoltura pistoiese”. Il presidente regionale Marcelli parla di “crescita violenta dell’agricoltura in Toscana”.
La Toscana dei giovani imprenditori ha scelto Paolo Giorgi. Paolo, 27 anni, fa l’allevatore in Valdinievole (Pieve a Nievole) dove dal 2004 manda avanti insieme al fratello Valentino, la Società Agricola “Le Corti”. E’ lui il nuovo delegato dei Giovani Impresa che per il prossimo quadriennio sarà chiamato ad incarnare e rappresentare il movimento più green del sistema Coldiretti (info su www.toscana.coldiretti.it) che raduna tutte le più straordinarie attività imprenditoriali under 30 della Toscana. Paolo Giorgi è da poche settimane il delegato Giovani Impresa di Pistoia.
Altro che bamboccioni, altro che choosy, i giovani ci sono, vogliono essere protagonisti ed assumersi le proprie responsabilità. Il Comitato è anche lo specchio dell’incredibile varietà e multifunzionalità dell’imprenditoria agricola toscana: i giovani della generazione 2.0, così è spesso ribattezzata, producono vino, allevano bovini e persino lumache, mandano avanti agriturismi, coltivano orti, producono piante e sviluppano progetti d’agricoltura sociale. “Teniamo duro – ha esortato Giorgi nel suo primo intervento di fronte alla platea di giovani colleghi – siamo il futuro. La crisi, questa crisi, ci sta dicendo che la strada che abbiamo preso è giusta, faticosa, ma giusta. L’agricoltura è protagonista del cibo e del territorio. Grazie per la fiducia”.
Diploma professionale all'istituto Pacinotti, Paolo ha sempre coniugato studio e lavoro. “Trattori e allevamento sono da sempre le mie passioni – si racconta - insieme al ciclismo”. Passioni e sacrificio, il nuovo delegato giovani di Coldiretti si sveglia alle 4 del mattino per provvedere alle consegne: la sua filiera inizia con l’allevamento appunto, razze Limousine, per continuare con la macellazione e poi la vendita. L’impresa zootecnica del neo giovane Delegato Regionale è il simbolo di quella filiera che si completa: “dal pascolo alla tavola”.
“L'elezione di Paolo Giorgi alla guida dei giovani agricoltori toscani -ha commentato Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia- è un riconoscimento alla varietà e poliedricità del mondo agricolo pistoiese”.
Rinnovato per intero anche il Comitato di Coldiretti Giovani Impresa; con una età media di 24 anni è il Comitato più giovane di sempre. “Mai visto un Comitato così giovane e vivace; – ha spiegato Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana durante l’assise – se voi siete il nostro futuro, la futura classe dirigente, Coldiretti può dormire sonni tranquilli. I giovani – ha continuato – sono il legame con il futuro, il presente. Siete un’opportunità. Coldiretti non teme il cambiamento ed il rinnovamento, al contrario, le facce nuove sono una fonte di ispirazione”. Marcelli ha parlato di “crescita violenta” dell’agricoltura in Toscana, e non solo, dove il progetto di Coldiretti per una Filiera Agricola tutta Italiana sta dando grandi frutti: “il successo del nostro progetto è dato dalla somma del successo delle nostre imprese. Noi sappiamo dove vogliamo andare e sappiamo cosa dobbiamo fare per costruire reddito per le imprese”.
Apprezzamento sincero per la delegata uscente, l’imprenditrice agrituristica Francesca Ferrari: “L’imprenditoria giovanile ha dato prova di maturità – ha spiegato ancora Marcelli rivolgendosi all’ex delegata – e questo anche grazie al tuo lavoro e al sentimento che hai dedicato al Movimento”.
Primo impegno per il neo nato gruppo sarà il 19 marzo con la partecipazione all’Assemblea delle regioni del Centro Italia all’Arena del Sole di Bologna e poi l’Oscar Green 2013. “Un appuntamento importante; non perdiamo tempo – ha concluso Giorgi – iniziamo a lavorare subito”.
Fonte Ufficio Stampa
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- Scritto da Andrea Vitali
Il Mercato dei fiori di Pescia avrà nel 2013 tariffe e orari più flessibili. E’ quanto previsto dalla delibera sulla «contribuzione degli operatori» del Consiglio comunale del 21 febbraio. L’Azienda speciale Mercato dei fiori della Toscana (Asmefit), ente strumentale del Comune che ora gestisce il Comicent, cerca così di far fronte alla crisi che ha significato nel 2012 un -2,6% in valore sul 2011 di fiori commercializzati.
La contribuzione degli operatori 2013 del mercato dei fiori della città di Pescia è stata deliberata in forma definitiva dalla giunta comunale il 21 febbraio scorso.
L’Azienda speciale nuovo soggetto gestore del servizio pubblico, proprio per il particolare periodo di congiuntura sfavorevole, ha voluto presentarsi riducendo l’impatto economico di rate semestrali e consentendo per la prima volta utilizzi del mercato anche soltanto per pochi mesi durante l’anno.
Pur restando fermo l’importo delle tariffe 2013 già deliberate nel dicembre scorso, sono state introdotte tariffe mensili in relazione al costo annuale distinguendo i mesi di attuale maggior afflusso di prodotto (identificati in febbraio, maggio, giugno, ottobre e dicembre). Inoltre è stato deliberato un prezzario giornaliero per produttori e commercianti acquirenti.
In sostanza lo storico mercato all’ingrosso dei fiori in Via S. D’Acquisto si apre adesso ad utilizzi più flessibili e scommette su un maggiore richiamo, semplificando i costi d’ingresso da parte degli operatori commerciali e dei produttori. Anche gli orari di entrata al mercato, che avvia le contrattazioni dalle ore 6,00 del mattino, sono stati resi omogenei, anticipando alle 7,30 quello di alcune tipologie di acquirenti che prima avevano accesso solo dopo le ore 9,00.
La piazza di Pescia costituisce ancora il più importante punto di riferimento della Toscana per lo scambio dei fiori e delle piante, in base al volume d’affari rilevato attraverso le statistiche giornaliere su prezzi e quantità commercializzati che settimanalmente vengono fornite dal gestore del servizio pubblico all’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), assieme ai mercati di San Remo e Napoli. Peraltro l’Istituto realizza, per il settore fiori, servizi informativi sui consumi delle famiglie italiane in occasione delle ricorrenze al fine di favorire la trasparenza dei mercati. Inoltre il bollettino quotidiano del lunedì viene trasmesso all’Informatore Agrario (rivista tecnica del settore), al mercato di Sanremo e ad una ditta di Viareggio, ai quali viene inviato anche quello del mercoledì e del venerdì, oltre a tutti coloro che ne fanno richiesta, assolvendo così al proprio compito d’informazione. A breve il bollettino giornaliero sarà messo a disposizione per tutti gli interessati sul web.
Infatti il valore complessivo dei prodotti transitati sul mercato all’ingrosso dei fiori di Pescia nel corso del 2012 è stato stimato in circa 102 milioni euro, con una diminuzione del 2,6% rispetto all’anno precedente.
Il foro pesciatino, nonostante la congiuntura economica negativa, ormai strutturale, negli ultimi cinque anni è riuscito a mantenere su livelli costanti, oltretutto sotto la gestione commissariale per la liquidazione del Consorzio affidatario dal Comune del servizio pubblico, il valore complessivo commercializzato delle principali specie di fiori freschi recisi e fronde verdi recise.
Nel 2012 il valore globale trattato ha risentito in particolare dell'avversa situazione economica, dell'abbassamento della qualità dei consumi ed è stato determinato da una generica contrazione delle quantità vendute, soprattutto nel periodo invernale e nel periodo precedente ad alcune ricorrenze. L'aumento dei prezzi medi del settore dei fiori recisi non è riuscito a compensare la diminuzione del valore dovuto alla diminuzione delle quantità, anche se il comparto ha inciso per l’80% sul valore totale.
Per queste ragioni il nuovo soggetto gestore ha messo in atto da subito una diversa strategia tariffaria ed a breve rafforzerà l’attività di comunicazione, puntando sulla collaborazione attiva degli operatori del mercato e non.
Fonte Ufficio Stampa
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Coldiretti presenta il nuovo servizio di consulenza sulle energie rinnovabili e propone per la floricoltura e le serre pesciatine l’energia geotermica, anche combinata con i pannelli solari. La Provincia di Pistoia segnala la nuova centrale a biomasse di Pescia nel complesso scolastico Marchi-Sismondi-Pacinotti.
Pescia a tutte rinnovabili. Coldiretti Pistoia suggerisce oggi con un comunicato stampa che il futuro del fiore pesciatino potrebbe venire dal sottosuolo. L’energia geotermica abbatte infatti i costi per riscaldare le serre, che con il caro-gasolio si mangiano un terzo dei ricavi. Senza dimenticare le altre energie alternative, a cominciare dal fotovoltaico. Nel frattempo, sempre oggi, la Provincia di Pistoia segnala la nuova centrale a biomasse (materiale forestale cippato) entrata in funzione a Pescia, presso il complesso scolastico Marchi-Sismondi-Pacinotti, per il riscaldamento dei locali e per la produzione di acqua calda a fini igienico sanitari.
La proposta di fare un «utilizzo massivo del geotermico» per «il rilancio della floricoltura pesciatina» è stata avanzata nel corso dell’affollata assemblea di oltre 100 agricoltori, e in particolare florovivaisti, tenutasi lunedì 28 gennaio nei locali del Comicent di Pescia. Appuntamento durante il quale il direttore di Coldiretti Pistoia Vincenzo Tropiano ha presentato il nuovo servizio di consulenza sulle energie rinnovabili (geotermia, fotovoltaico, eolico, biomasse ecc.) introdotto dalla sua associazione agricola per aiutare gli imprenditori e soprattutto le serre dei floricoltori a «ridurre i costi di produzione ed essere competitivi sul mercato».
L'energia geotermica di cui il pesciatino può beneficiare, si legge nel comunicato, sfrutta lo scambio termico con il sottosuolo superficiale (tre metri), per mezzo di una pompa di calore. In estate, poi, l'impianto può servire a raffreddare le serre, restituendo calore al terreno. I tipici fiori pesciatini sono molto richiesti dal mercato, ma gerbera, crisantemina programmata, calla, lilium sono colture che richiedono temperature di 15 gradi. E con un gasolio così caro le imprese tendono a ridurne la produzione. «Si innesca così un circolo vizioso per il polo pesciatino - spiega Tropiano -. Col calo della produzione i clienti cercano altrove. Con il geotermico, magari in combinazione con i pannelli solari, si abbattono i costi di produzione, innescando un circuito virtuoso». Il servizio di consulenza di Coldiretti su energie rinnovabili è sempre attivo su appuntamento, mentre il martedì è garantita la presenza presso la sede di Pistoia.
Ma è già realtà la nuova centrale a biomasse del complesso scolastico Marchi-Sismondi-Pacinotti realizzata dalla Provincia di Pistoia con il contributo della Regione Toscana e la collaborazione tecnico-progettuale di Cosea Ambiente spa. Serve le palestre, le piscine, l’officina dell’istituto professionale, insieme alla palazzina della direzione scolastica. In tutto circa 1900 utenti fra studenti, corpo docente, personale Ata e amministrativi. L’impianto, che fornisce energia elettrica utilizzando il calore prodotto dalla combustione delle biomasse legnose (circa 600 tonnellate annue di materiale forestale cippato con umidità di classe 25 – 30%) consente di riscaldare quasi 21 mila mq di superfici. E’ dotato di una potenza nominale di 1,20 Megawatt e consente un risparmio di combustibili fossili di 172 TEP (Tonnellata Equivalente di Petrolio) all’anno e di Co2 emesso in atmosfera di 430 T (Tonnellata) annuo, con una emissione di ceneri pari a 8 mc/annuo.
Come sottolineato dall’assessorato all’ambiente della Provincia di Pistoia, poi, la produzione e il consumo delle biomasse rivestono un ruolo fondamentale nelle politiche energetiche e sono funzionali sia alla tutela del territorio, che allo sviluppo del patrimonio agricolo e forestale. In questo senso va anche la costituzione del Distretto Forestale, riconosciuto dalla Regione Toscana, che attraverso la collaborazione di tutti i soggetti interessati punta ad aumentare la competitività dei sistemi produttivi della montagna, attraverso la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse territoriali e ambientali e la crescita di un sistema di imprese, organizzate in filiere produttive, a partire proprio da quella delle biomasse.
L.S.