Il vivaista

benefici del verde - prof. Francesco Ferrini

Contributo del prof. Ferrini, presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia, sui benefici del verde, tema da lui trattato al convegno del 7 luglio.

 
Le aree urbane e in particolar modo le grandi conurbazioni stanno diventando sempre più congestionate e inquinate e, in questo scenario, le aree verdi urbane offrono una vasta gamma di servizi ecosistemici che potrebbero aiutare a combattere molti dei problemi “urbani” e a migliorare la vita degli abitanti della città, con particolare riguardo alla salute. Se è pur vero che le aree verdi possono variare in termini di dimensioni, copertura vegetale, ricchezza delle specie, qualità ambientale, vicinanza ai trasporti pubblici, strutture e servizi, le ricerche hanno ormai ampiamente dimostrato che anche il singolo albero può apportare dei benefici nella sua area d’influenza.
I servizi ecosistemici forniti dalle aree verdi, soprattutto da quelle in cui la componente arborea è predominante, non solo sostengono l'integrità ecologica delle città, ma proteggono la salute pubblica dei cittadini filtrando l'aria, rimuovendo l'inquinamento, attenuando il rumore, riducendo l’escursione termica, limitando l’effetto battente della pioggia e favorendo l’infiltrazione graduale delle piogge. Le foreste urbane e la copertura verde sensu lato moderano anche le temperature fornendo ombra e raffreddano l’aria tramite la traspirazione, contribuendo così a ridurre il rischio di danni diretti determinati dalle elevate temperature e di disturbi e patologie correlati al caldo.
Ma all'interno delle città, gli spazi verdi non sono sempre equamente distribuiti. L'accesso è spesso fortemente stratificato sulla base del reddito, delle caratteristiche etno-razziali, dell'età, del sesso, della disabilità, ecc. Negli ultimi due decenni, l'accessibilità irregolare dello spazio verde urbano è diventata una questione di giustizia ambientale poiché la consapevolezza della sua importanza per la salute pubblica è adesso largamente riconosciuta.
Le ragioni per cui lo spazio verde è differentemente distribuito all'interno del paesaggio urbano sono varie e includono la filosofia del design del parco, la storia dello sviluppo del territorio, le idee in evoluzione sul tempo libero e la ricreazione, le storie della disuguaglianza di classe ed etnica, ecc.
Questa ingiustizia ambientale è diventata una priorità progettuale, tanto da indirizzare le strategie pianificatorie verso la trasformazione di aree marginali e/o poco utilizzate per la creazione di ulteriori spazi verdi
Per quanto riguarda l’effetto degli spazi verdi urbani sulla salute fisica e mentale, la mancanza di accesso alle aree verdi è stata collegata alla riduzione del rischio di mortalità per numerose malattie e per molte disfunzioni croniche e un gran numero di studi ha dimostrato i legami tra la vicinanza del parco e attività fisica. In genere i bambini che hanno un migliore accesso ai parchi e alle strutture ricreative sono più attivi dei bambini il cui accesso è invece limitato e la maggior parte dei risultati è simile anche per gli adulti.
Particolare attenzione si è concentrata sui legami tra parchi e sulla diffusione dell’obesità che può essere legata a fattori genetici, che probabilmente contribuiscono, ma il cui rapido aumento suggerisce che i modelli individuali di comportamento, inclusi i bassi livelli di attività fisica, influenzino in maniera sostanziale le tendenze.
Inoltre, il benessere psicologico è empiricamente legato ai parchi urbani e allo spazio verde. La fruizione di aree verdi ha dimostrato di ridurre lo stress e lo spazio verde consente ai residenti urbani di vedere e conoscere piante e animali, nonché l’opportunità di incontrare persone e ridurre i problemi di solitudine. Le visite al parco possono anche “ringiovanire” i residenti, migliorare la contemplazione e fornire un senso di pace e tranquillità.
L'attività fisica nelle aree verdi è inoltre importante per la salute mentale. Vari studi hanno mostrato che vi sono stati importanti impatti dell’attività fisica in aree verdi su diversi parametri di umore e di autostima. Altri hanno trovato collegamenti tra vari parametri legati alla salute psicologica e la presenza di spazi verdi urbani. Un ampio studio olandese ha mostrato che gli intervistati con più spazio verde nei pressi delle loro case sono stati meno influenzati da un evento stressante che ha interessato la loro vita rispetto a quelli con un limitato accesso alle aree verdi, suggerendo che gli spazi verdi riducano gli effetti di stress emotivi.
Molto interessanti, alla luce della sempre maggiore incidenza, sono le relazioni fra la presenza di aree verdi e la frequenza del diabete di tipo 2, che è di gran lunga la forma di diabete più frequente e interessa circa il 90% dei casi.
È ben noto che il diabete mellito di tipo 2 è tipico dell’età matura. La vita sedentaria, lo stress e alcune malattie ricadono nell’elenco dei fattori ambientali scatenanti. Esse impongono al pancreas un lavoro aggiuntivo poiché aumentano il fabbisogno di glucosio e quindi di insulina. Qualora il pancreas fosse indebolito da una predisposizione ereditaria al diabete, queste cause accelerano l’insorgenza del disturbo. 
Questo tipo di diabete è detto non insulino-dipendente perché l’iniezione di insulina esterna, a differenza del diabete di tipo 1, non è di vitale importanza. Può essere prevenuto da stili di vita che migliorano l'attività fisica e riducono l'obesità. Pertanto, è plausibile che l'accesso agli spazi verdi possa prevenire o ridurre il diabete promuovendo stili di vita più attivi. Studi osservazionali trasversali condotti nei Paesi Bassi, in Australia e nel Regno Unito hanno dimostrato significative associazioni tra vicinanza delle aree verdi e la riduzione della probabilità di avere diabete mellito di tipo 2. 
Infine, i parchi urbani possono anche fungere come luogo di interazione sociale e aumentare la percezione della sicurezza e dell'appartenenza e sono state, ad esempio, trovate associazioni positive tra ricchezza delle specie (quindi maggior biodiversità) e benessere psicologico. Più in generale, diversi studi ritengono che l'interazione con la natura e gli animali sia importante per lo sviluppo e il benessere di tutti, ma soprattutto dei bambini.
Le relazioni fra la presenza di aree verdi e la salute sono ormai ampiamente riconosciute, molti dei meccanismi dietro tali legami sono adesso pienamente compresi poiché le nuove tecniche di ricerca offrono nuove opportunità per studiare i meccanismi relazionali tra spazio verde e salute con una crescente sofisticazione e possono contribuire a dare forza di prova scientifica alle informazioni da trasmettere sia a coloro che sovrintendono le politiche pianificatorie, sia ai cittadini. 
Con tutti i benefici per la salute e il benessere offerti, le argomentazioni sulla necessità di aumentare gli investimenti nelle infrastrutture verdi continueranno a crescere. E, vista l'opportunità di aiutare le persone a vivere una vita più lunga e più sana, è sicuramente un investimento che vale la pena fare in quanto contribuisce anche alla crescita economica di un paese (minor spesa sanitaria) e alla ricchezza del singolo che, godendo di miglior salute, può investire denaro in altre attività.
 
Francesco Ferrini
Prof. di Arboricoltura Generale e Coltivazioni Arboree dell’Università di Firenze 

Presidente del Distretto Rurale Vivaistico Ornamentale di Pistoia

L’8 luglio a Floriade la Giornata Nazionale Italiana con mostra fotografica, droni e conferenze sui fiori in Dante e i rapporti Olanda-Italia nel florovivaismo. 

“L’Italia e i fiori: dall’antica Roma alla navigazione nello spazio”: si intitola così il programma della Giornata Nazionale Italiana a Floriade Expo 2022 che si svolge oggi 8 luglio a partire da mezzogiorno.
La nostra nazione partecipa all’Esposizione internazionale di ortoflorovivaismo - che è in corso ad Almere in Olanda dal 14 aprile al 9 ottobre 2022 ed è centrata sul tema delle soluzioni verdi per lo sviluppo di città green (vedi) – con un padiglione in cui è allestito un giardino urbano che mostra come la storia e la tradizione diventino radici per le generazioni future. Intitolato “Future Roots” (le radici del futuro), è un’area di 1.000 mq che racconta le tradizioni colturali del Belpaese, secondo una moderna visione in cui architettura e paesaggio si integrano per migliorare le città del futuro, sotto il profilo estetico e funzionale. L’area, progettata dallo Studio Silvia e dallo Studio Bargone, punta a emozionare il pubblico con oltre 50 varietà di piante e fiori che ricordano le numerose coltivazioni tipiche italiane, come uliveti, pergole di limoni, roseti e lavandeti, le forme tradizionali del giardino italiano e della macchia mediterranea, unite a soluzioni tecnologiche moderne come la serra bioclimatica che consente di coltivare un orto in città.
Il Padiglione Italia, alla cui realizzazione hanno concorso i ministeri degli Affari esteri e delle Politiche agricole e Italian Trade Agency, sarà oggi uno dei protagonisti della celebrazione della Giornata Nazionale Italiana, che si aprirà alle 12 sul palco principale di Floriade con l’esecuzione dell’inno nazionale e una performance sulla “Flora e i Romani”. Alle 13 ci si sposterà nel nostro padiglione, dove è allestita la mostra fotografica “Satelliti per l’osservazione della Terra: foto dal cielo a cura di e-Geos” e si terrà una dimostrazione sulle tecniche di volo di droni biomorfi con illustrazione delle loro applicazioni del prof. Salua Hamzza (Università di Delft). Alle 15, sempre nel padiglione italiano, sarà la volta di due conferenze molto interessanti: “Cantando e cogliendo fiore da fiore: la presenza e il significato dei fiori nella Divina Commedia di Dante" del Prof. Gandolfo Cascio (Università di Utrecht) e “Il settore ortoflorovivaistico in Italia e nei Paesi Bassi: una lunga amicizia” di Charles Lansdorp.
«Come Commissario generale del Governo italiano per la partecipazione nazionale a Floriade, sono davvero lieto di poter presentare un programma completo, dall’antichità classica all’uso dello spazio a fini ambientali - ha commentato l’ambasciatore italiano in Olanda Giorgio Novello -. La cifra del nostro Paese è infatti la nostra capacità di saper coniugare tradizione ed innovazione. Lo facciamo anche nel settore florovivaistico, che riunisce bellezza, ricerca, tutela dell’ambiente, impiego, commercio internazionale. Auspico che questa nostra partecipazione a Floriade sia un passo ulteriore per l’assegnazione a Roma di Expo 2030». Il direttore generale dell’Italian Trade Agency Roberto Luongo ha aggiunto: «nel padiglione italiano a Floriade presentiamo le risposte italiane alle sfide per le generazioni future. L’Italia attribuisce grande importanza alla cura del territorio e del patrimonio culturale e le immense conoscenze sviluppate nei secoli si uniscono alle più moderne tecnologie e soluzioni avanzate nell’ambito dell’agricoltura biologica, della sicurezza alimentare, della silvicoltura e delle energie verdi e rinnovabili. In tutti questi settori l’industria italiana fornisce un contributo rilevantissimo».

Redazione

Dal 14 al 20 agosto ad Angers il 31° International Horticulture Congress dell’International Society for Horticultural Science (7 mila membri da tutto il mondo).


Sono attesi circa 3 mila partecipanti da 150 Paesi, fra scienziati studenti tecnici consulenti coltivatori commercianti e altri attori della filiera delle piante, alla 31esima edizione dell’International Horticulture Congress (IHC), in programma dal 14 al 20 agosto ad Angers nella valle della Loira, il giardino della Francia.
Promosso dalla International Society for Horticultural Science (ISHS), dove “Horticultural Science” può essere tradotto con “scienza dell’ortoflorofrutticoltura”, dal momento che, come specificano gli organizzatori per chi non mastica l’inglese, la “horticulture” abbraccia «frutta, ortaggi, piante aromatiche e medicinali, semi e radici, piante ornamentali, paesaggistica, vigneti». Un’associazione internazionale, la ISHS, che è veramente globale, con 7 mila membri di tutte la parti del mondo, e che si riunisce a congresso una volta ogni 4 anni, sempre in un continente diverso, a turno. Il suo scopo è promuovere la ricerca e l’istruzione nella scienza dell’ortoflorofrutticoltura e facilitare la cooperazione e il trasferimento di conoscenze su scala globale attraverso eventi e pubblicazioni.
Il motto di IHC 2022, che include sessioni plenarie, 25 simposi, workshop, incontri e mostre, sarà «horticulture for a world in transition» (l’ortoflorofrutticoltura per un mondo in fase di transizione). Argomenti principali i seguenti quattro: «competitività e competenze» per il settore, «cibo, salute pubblica e benessere», «sostenibilità dei sistemi di produzione» e «mitigazione del cambiamento climatico e soluzioni di adattamento».
Ulteriori informazioni e una visione d’insieme del programma si trovano qua.

L.S.

salute delle piante - organismi nocivi in Italia

Il 6 luglio mattina webinar di CREA DC Roma e Servizi fitosanitari di Lombardia e Friuli d’aggiornamento sugli organismi nocivi per le piante in Italia al 2022.

 
Un webinar con i ricercatori del CREA Centro di ricerca Difesa e Certificazione della sede di Roma e il personale del Servizio Fitosanitario della Lombardia e di quello del Friuli Venezia Giulia per aggiornarsi sulla situazione degli organismi nocivi delle piante in Italia al 2022.
Si svolge domani mattina mercoledì 6 luglio dalle ore 9,15 alle 12,15 sulla piattaforma Microsoft Teams e nasce nell’ambito dell’attività formativa del “Better Training for Safer Food”, organismo europeo che si occupa della formazione per la sicurezza fitosanitaria o sicurezza per la salute delle piante (Plant Health Safety).
Il titolo esatto di questo webinar è “Pests in Italia, aggiornamento della situazione al 2022: dalla normativa alle innovazioni tecnologiche” e si tratterà di un evento formativo online in cui verranno illustrate le principali tematiche riguardanti gli organismi nocivi sorvegliati sul nostro territorio: «dall’aggiornamento della normativa europea, agli strumenti statistici forniti agli stati membri, fino alle innovazioni tecnologiche utilizzate nelle indagini». Ci sarà spazio anche per domande e una breve discussione finale.
Chi è interessato può registrarsi cliccando qui e a seguito della registrazione arriverà una mail con il link del webinar.
 
Programma
- 9,30 – 9,45 Saluti e presentazione 
- 9,45 – 10 Introduzione all’incontro e breve panoramica su come è cambiata la legislazione dell’Unione Europea sulla salute delle piante di Iris Bernardinelli (Sistema Fitosanitario Regionale Friuli Venezia Giulia)
- 10,05 – 10,20 Il punto sulla situazione degli altri Stati membri riguardo al monitoraggio dei pests (parassiti o organismi nocivi per le piante) e il confronto con l’Italia (Report dei dati e applicativo Morgana) di Maria Chiara Luisa Patti (SFR Lombardia)
- 10,25 – 10,40 RIBESS+ ed esempio di uso (Provincia di Alicante) di Emanuela Maurizi (CREA DC di Roma) 
- 10,45 – 11 Pausa
- 11,05 – 11,20 Esempio pratico di organismo nocivo: Phyllosticta citricarpa di Laura Orzali (CREA DC Roma)
- 11,25 – 11,35 Metodi di indagine: gestione delle trappole (focus sugli entry point) di Francesca Siena (SFR Lombardia)
- 11,40 – 11,50 Nuove tecnologie di indagine, pro e contro: remote sensing e cani molecolari di Fabio Mosconi (CREA DC di Roma) 
- 11,50 – 12,15 Discussione e conclusioni
 
Per informazioni contattare: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
 

Redazione

Riflessione sul verde - Firenze Villa Bardini

Al mattino con Assoverde e Confagricoltura Libro bianco del verde e convegno su verde e salute. Dalle 14,30 focus sulla gestione sostenibile del verde pubblico.

 
Due convegni/webinar consecutivi, uno di mattina organizzato da Assoverde e Confagricoltura con la collaborazione del CREA e l’altro pomeridiano organizzato da Anci Toscana e Società Toscana di Orticultura, dedicati alla riflessione sul verde da due prospettive di estrema attualità e rilevanza: in rapporto alla salute e dal punto di vista della gestione sostenibile. Con un “fuori convegno” finale dedicato al battesimo della “Rosa Firenze”, che sarà piantata nel fiorentino Giardino delle Rose.
Giovedì 7 luglio Firenze sarà per un’intera giornata la capitale della riflessione sul verde, con particolare ma non esclusiva attenzione al verde urbano e al verde pubblico. Teatro del doppio appuntamento, che è rivolto a professionisti del settore e interlocutori istituzionali previa registrazione (obbligatoria: qua), sarà Villa Bardini (Costa San Giorgio 2, Firenze) col suo panoramico giardino, oppure la piattaforma online che sarà comunicata agli iscritti che assisteranno a distanza.
La mattina, dalle 9,30 alle 13,30, sarà dedicata alla presentazione del Libro bianco del verde che Assoverde e Confagricoltura stanno promuovendo in tutto il territorio nazionale e all’abbinato convegno su “La salute e il verde – Il verde e la salute” (vedi), con tavola rotonda sul tema “Modelli di pianificazione, progettazione, gestione e cura del verde in nome della salute” a cui parteciperanno fra gli altri il presidente del Distretto vivaistico-ornamentale della provincia di Pistoia prof. Francesco Ferrini, il presidente della Società Toscana di Orticultura Alberto Giuntoli e i direttori del CREA “Agricoltura e Ambiente” Giuseppe Corti e del CREA “Difesa e Certificazione” Pio Federico Roversi, e conclusioni tecniche sul progetto dei “Parchi della Salute” e conclusioni istituzionali del presidente della sezione prodotto florovivaistica di Confagricoltura Toscana Luca Magazzini e del consigliere di Assoverde Paolo Iacheri. In apertura del convegno sono previsti gli interventi, fra gli altri, dell’assessora regionale all’agroalimentare e vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, dell’assessora all’urbanistica, all’ambiente e all’agricoltura urbana del Comune di Firenze Cecilia Del Re, del presidente del Comitato per lo Sviluppo del verde pubblico e vice capo di gabinetto del Ministero della Transizione Ecologica Raffaello Sestini, del generale Antonio Pietro Marzo, Comandante Unità Forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri, della presidente di Assoverde – Associazione italiana costruttori del verde Rosi Sgaravatti e del presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri. A illustrare il percorso progettuale del progetto Libro bianco del verde saranno la segretaria generale di Assoverde Stefania Pisanti e il direttore dell’Area Politiche per lo Sviluppo sostenibile e l’innovazione di Confagricoltura Donato Rotundo.
Il pomeriggio, dalle 14,30 alle 18,30, si svolgerà il convegno su “La gestione sostenibile del verde pubblico” organizzato da Anci Toscana e Società Toscana di Orticultura nell’ambito del progetto “il vivaio sostenibile” finanziato dal PSR della Regione Toscana, che sarà moderato da Alberto Giuntoli, che è anche membro del Comitato per lo Sviluppo del verde pubblico. Tra gli interventi introduttivi, oltre a quella della responsabile Agricoltura di Anci Toscana Marina Lauri, la relazione del prof. Francesco Ferrini sul tema “I benefici del verde”. Il convegno si svilupperà poi in due sessioni dedicate rispettivamente al punto di vista degli enti pubblici e a quello degli imprenditori. In questa seconda sessione prenderanno la parola, fra gli altri, Paolo Iacheri di Assoverde su “Il prezzario di Assoverde” (vedi), Luca Magazzini su “Disponibilità e costo delle piante”. Seguirà una tavola rotonda a cui parteciperanno tutti i relatori e infine le conclusioni di Alberto Giuntoli.
La giornata avrà un epilogo, fuori convegno, con la messa a dimora della “Rosa Firenze” presso il Giardino delle Rose, alla presenza dell’assessora Cecilia del Re, del presidente della Società Toscana di Orticultura Alberto Giuntoli e dell’ibridatore Rose Barni, che ha recentemente creato anche una "Rosa Bardini" per il giardino di Villa Bardini.
Per ulteriori informazioni su Libro bianco del verde e sul programma cliccare qua.
 

L.S.

Dal Pnrr 4 milioni di euro per i progetti di restauro del Parco di Pinocchio e il Giardino Garzoni della Fondazione Collodi. Gli interventi previsti sul verde.

Nell’ambito del Pnrr saranno finanziati con 4 milioni di euro complessivi due progetti di restauro conservativo e potenziamento del giardino storico di Villa Garzoni e del Parco di Pinocchio di Collodi, situati nel comune di Pescia in provincia di Pistoia.
Ad annunciarlo nei giorni scorsi è stato il presidente della Fondazione Nazionale Carlo Collodi e della società Villa e Giardino Garzoni Pier Francesco Bernacchi, che ha messo in evidenza che si tratta di «due progetti volti allo sviluppo, salvaguardia e restauro» dei due poli monumentali del Parco policentrico Collodi-Pinocchio, creato dalla Fondazione Collodi per congiungere in un unico sistema i due siti principali legati allo scrittore e giornalista Carlo “Collodi” Lorenzini e al suo capolavoro Le avventure di Pinocchio.
I due progetti rientrano nei “Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici” (Pnrr M1c3 Turismo e Cultura 4.0) del Ministero della Cultura finanziati dall’Unione Europea. Il finanziamento per il Giardino Garzoni è di 2 milioni di euro, mentre l’importo per il Parco monumentale di Pinocchio è di 1 milione e 995 mila euro. Entrambi sono luoghi della cultura riconosciuti e tutelati dal ministero e dalla sovrintendenza alle Belle Arti.
A coordinare il progetto del Giardino Garzoni è stata la professoressa/architetto Maria Adriana Giusti. A coordinare quello del Parco di Pinocchio l’architetto Giuseppe Lunardini.
Concentriamoci sugli interventi sulle opere a verde previsti nei due progetti.

Interventi nel Parco di Pinocchio
Il Parco di Pinocchio (vedi), che è un unicum a livello internazionale come esempio virtuoso di connubio tra arte, letteratura, architettura, natura e gioco, un «luogo magico dove il filo conduttore tracciato da Carlo Lorenzini si intreccia con le opere di alcuni tra i più grandi artisti del secondo dopoguerra italiano», è oggi in una situazione precaria specialmente nelle opere a verde, che sono considerate «elemento portante del Parco».



La struttura pensata dall’architetto paesaggista Pietro Porcinai, spiega la Fondazione Collodi, «ha ormai raggiunto un livello di vetustà tale da richiedere un intervento di rinnovo per le masse arbustive ed una serie di interventi mirati sugli elementi arborei. Conseguenti e complementari a questi interventi verrà realizzato un impianto di irrigazione e un sistema informatizzato di monitoraggio del verde». «Il progetto di restauro delle opere a verde, partendo dalla struttura disegnata da Porcinai, - viene precisato - si pone l'obiettivo di ricreare masse vegetali sempreverdi come separazione netta tra i precorsi basandosi “...non solo sull'adattabilità delle piante ai vari ambienti, sulla funzionalità, facilità ed economicità di manutenzione, ma anche alla sua relazione simbolica con gli elementi architettonici-scultorei che rappresentano i vari episodi della storia del burattino...”».



Entrando più nel dettaglio dell’intervento previsto, «dopo il rilievo, il censimento e la classificazione della dotazione arborea ed arbustiva, si provvederà ad un'attenta valutazione sugli interventi da effettuare sulla vegetazione» spiega la Fondazione Collodi. «Gli alberi, presenti con oltre 200 esemplari, - continua - sono generalmente in buono stato fitopatologico anche se hanno perso l'impostazione a “ragnaia” prevista nel progetto originario. Non è proponibile intervenire per ovviare a questa deriva ma si propongono potature mirate, da effettuare con l'ausilio di tree climbers, per razionalizzare e indirizzare gli accrescimenti futuri e garantire la salute e sicurezza delle piante stesse». Tuttavia, viene aggiunto, «in alcuni casi si provvederà alla sostituzione di esemplari a rischio stabilità con altri della stessa specie. La dotazione arbustiva, costituita da massivi di Quercus ilexLaurus nobilisPittosporum tobira e un vasto parterre con Bambuseae, a parte quest'ultimo, ha ormai raggiunto un livello di vetustà tale da non permettere più la chiusura vegetale delle quinte così come disegnate da Porcinai. Il progetto prevede la sostituzione di buona parte degli arbusti con altri della stessa specie previa lavorazione del terreno e trattamento con opportuni ammendanti. Si propone, inoltre, la reintroduzione di alcune specie arbustive, già previste da Porcinai, ma oggi non più presenti, utili per aumentare la biodiversità e migliorare gli habitat dell'entomofauna, dell'aviofauna e dei piccoli mammiferi oltre a dare luce e colore alla preponderanza della vegetazione sempreverde». Come già detto, «la nuova dotazione arbustiva sarà servita da un sistema di subirrigazione a goccia, gestita in remoto da centraline elettroniche e interfaccia con sensori, in modo da nutrire adeguatamente i nuovi impianti senza sprechi idrici. L'infrastrutturazione tecnologica del Parco sarà permessa dalla realizzazione di un anello di sotto servizi che comprenderà sia le tubature idriche principali che i cavidotti dell'impianto elettrico e da una fitta rete di diramazioni per raggiungere tutte le aree. Lo scavo in traccia per i corrugati, le tubature e i relativi pozzetti d'ispezione dovrà muoversi a slalom tra gli alberi e le sovrastrutture artistiche ed architettoniche presenti senza interferire con esse, e grazie alla loro georeferenziazione, sarà possibile interrarli completamente in modo da risultare invisibili».
Il risultato più importante che si intende raggiungere con questi interventi è il «recupero iconografico del Parco»: il «sinuoso susseguirsi di opere d'arte sul tracciato disegnato da Porcinai deve essere riportato agli originari splendori: Pinocchio, sculture e vegetazione sono sapientemente miscelati in un unicum artistico, architettonico, letterario che, se non rinnovato, rischia di andare perduto».

Interventi nel Giardino Garzoni
Il Giardino di Villa Garzoni (vedi) è un palinsesto storico complesso costruito tra XVII e XVIII secolo e autonomo ma collegato al palazzo da un sistema di visuali secondo la concezione seicentesca di Muzio Oddi. «Tale dispositivo prospettico che sfocerà nell’eccezionale artificio illusionistico della scena centrale – spiega il testo di presentazione del progetto della Fondazione Collodi - incide sul rimodellamento collinare determinando il carattere teatrale del giardino, completato nel secondo Settecento su progetto di Ottaviano Diodati coeditore dell’Encyclopédie e architetto di teatri, che seppe trasformare vegetazione, acqua, roccia, in una grandiosa scenografia». Il parco giardino si sviluppa ascensionalmente attraverso platea a “campana”, parterre en broderie, collezione di agrumi e rose, scalinata monumentale, viale degli Imperatori (cipressi in forma, con “finestre” aperte sui busti all’antica) che introducono la rappresentazione centrale del gigante Encelado. Ai lati, il bosco di lecci attraversato dai sentieri che conducono al Teatro di verzura, con quinte di tasso e statue allegoriche, al bambuseto e al «labirinto di bosso visibile dal percorso aereo sul torrente che s’incunea nel “bottaccio” e nella rete generatrice di spettacolari getti d’acqua, dimostrando la stretta connessione del sistema col borgo e il contesto paesaggistico».



«Il giardino – si legge - presenta particolari criticità riguardanti il degrado del patrimonio vegetale e idraulico che rischiano di comprometterne irreversibilmente l’identità storica, la cui sostanza mutevole è segnata dal tempo e dalle alterate condizioni ambientali, genesi di numerose fisiopatie che aggravano un quadro clinico della componente vegetale già compromesso da patologie di origine biotica. Inoltre l’arrivo di parassiti esotici aggrava ulteriormente lo stato vegetativo, in particolar modo delle siepi di bosso. Il degrado della componente arborea implica gravi problemi di sicurezza dei luoghi. Inoltre lo sviluppo di piante infestanti e vigorose copre la vista su elementi fondamentali del parco (la villa). L’assenza di vie di servizio rendono disagevole la manutenzione e la cura, oltre che aumentare i rischi in situazioni di emergenza».
Come viene ricordato «la caduta degli alberi rappresenta un evento diffuso che oltre a dover essere valutato in termini agronomici, può determinare responsabilità civili (in caso di danni materiali a terzi) o penali (per ferimenti o decessi) a carico di chi ha in custodia il bene, in particolare in ambiente urbano. Le principali cause di caduta di un albero sono identificate spesso nella scarsa o non sempre corretta manutenzione delle specie arboree, nell’inadeguatezza del terreno che non permette alle radici di penetrare in profondità (che a sua volta determina deformazione del manto stradale e sollevamento dell’asfalto), nella senescenza o marciume per varie cause, nello squilibrio nella dimensione della chioma, in agenti atmosferici importanti». Pertanto il progetto prevede un «monitoraggio che combina analisi visiva, videoispezione in quota con droni, indagine strumentale e sensori IoT».
Nello specifico, sulla componente vegetale e il disegno del giardino, si prevede una «pulizia e razionalizzazione dell’assetto floreale e del collezionismo botanico (cultivar storiche di cedrini e portogalli, rose, camelie, cipressi, palme, bambuseto) che guidi la visita per tematismi». Più precisamente (limitandosi ad alcuni soltanto degli interventi): il rifacimento delle pareti di cipressi in forma del “viale degli imperatori”, metà impropriamente sostituita con lecci, l’altra di cipressi con lacune; il ripristino delle quinte boschive di lecci (potature, sostituzioni, reimpianto delle bordure di bosso e del sottobosco); il riordino dell’area sommitale coronata di cipressi, il restauro del teatro di verzura e del labirinto, tramite il reimpianto dei tassi delle quinte della scena e dei bossi in forma del labirinto.
Sulla componente impiantistica, ricordiamo soltanto la messa in funzione dell’impianto idraulico storico, fondamentale ad assicurare la figuratività spettacolare del sistema (catena centrale, fontane, grotte, vasche con getti d’acqua) e la realizzazione di un impianto di micro-irrigazione per regolare i consumi, gestendo frequenza, durata, aree per erogazione. Per soddisfare il fabbisogno di energia elettrica necessario all’alimentazione degli impianti di illuminazione e servizi del parco, saranno impiegate fonti di energia pulite e rinnovabili mediante fotovoltaico.

L.S.