Il vivaista

Il 24-27 gennaio la fiera n. 1 del florovivaismo. Tema chiave: le tecnologie per sostenibilità e climate change. Eventi su trend e novità di/per piante e fiori.

Si avvicina l’edizione 2023 di IPM Essen, la fiera leader del florovivaismo e della filiera del verde a livello mondiale, in programma in Germania a Messe Essen da martedì 24 gennaio a venerdì 27 gennaio prossimi.
Al centro della fiera tedesca business-to-business per operatori del settore florovivaistico internazionale saranno il tema delle risposte tecnologiche ai problemi del cambiamento climatico e dell’esigenza di standard di eco-sostenibilità maggiori, ma anche le emergenze “crisi energetica” e “carenza di manodopera qualificata”, oltre al focus sulla Gran Bretagna, paese partner della prossima edizione (vedi).
La nuove tecnologie possono rappresentare gli strumenti giusti per adeguare la produzione florovivaistiche alle esigenze del futuro, si legge in uno dei testi di presentazione della fiera professionale, e IPM Essen 2023 si concentrerà proprio sul settore tecnologico con il battesimo del nuovo “Horticultural Technology Innovation Center” nel padiglione 4. 
«Stiamo affrontando insieme le sfide del settore – ha dichiarato Eva Kähler-Theuerkauf, presidente del comitato consultivo di IPM Essen e presidente dell'Associazione florovivaistica del Nord Reno-Westfalia -. La migliore opportunità per questo è il prossimo IPM Essen. All'inizio dell'anno, sarà la piattaforma che stabilisce le tendenze del settore del verde, il luogo nel quale i nostri temi saranno discussi in modo estensivo e in cui verranno presentate le innovazioni».
Che cosa è previsto allo “Horticultural Technology Innovation Center” (Centro di innovazione tecnologica per il florovivaismo?) nel padiglione 4? Le aziende e le start-up, così come centri di ricerca e scienziati, presenteranno i loro prodotti e progetti in quest’area comune del padiglione 4. Inoltre, tavole rotonde e conferenze stimoleranno lo scambio e forniranno informazioni sullo stato attuale della scienza.
Attenzione anche su “percorsi sul tema degli alberi e le piante perenni adatti al clima”. Quali sono gli alberi del futuro? Quali piante tollerano il caldo, la siccità, le forti piogge e le tempeste? Il cambiamento climatico si fa sentire anche negli spazi verdi urbani. Le autorità e i progettisti di spazi verdi vogliono utilizzare piante che possano far fronte anche a condizioni climatiche difficili.

Punti salienti del programma di IPM Essen 2023

Vetrina delle innovazioni
Il concorso per le migliori innovazioni vegetali si tiene a IPM Essen dal 2008. La Zentralverband Gartenbau (Associazione centrale per il florovivaismo) e Messe Essen invitano tutti gli espositori a presentare le loro innovazioni. Le piante esposte saranno giudicate da una giuria di esperti. Dalle piante da interno fiorite e verdi, alle piante a fioritura primaverile, le piante da aiuola e da balcone e i fiori recisi fino alle piante perenni, le piante legnose e le piante da vaso: la pianta più attraente di ogni categoria sarà scelta come "Novità IPM 2023" nel giorno di apertura, il 24 gennaio.

Alberi per il clima, piante perenni e verde urbano
Mercoledì 25 gennaio, a partire dalle 10, il seminario “Tree. City. Climate Adaptation” (Albero. Città. Adattamento al clima) è in calendario sotto gli auspici dell'Associazione dei vivai arboricoli tedeschi (BdB) nell'ambito della campagna “More Green Cities for Europe” (Più città verdi per l’Europa). L’incontro metterà in luce le attuali esperienze nella produzione, realizzazione e manutenzione del verde urbano, in particolare degli alberi urbani, da tre diverse prospettive. Dalle 17,30, il BdB, insieme alla European Nurserystock Association (ENA), invita alla European Nursery Reception presso il suo stand nel padiglione 7 per ulteriori approfondimenti. Inoltre, come scritto sopra, verranno offerti tour giornalieri sui temi “Alberi per il clima” e “Piante perenni”. Il punto di partenza per questi tour tematici è il nuovo Meeting Point nel padiglione 6 con consigli e informazioni di esperti.

Carriera verde
Mercoledì 25 gennaio, dalle ore 10 in poi, la giornata fieristica sarà dedicata ai giovani del settore, con le associazioni verdi che organizzeranno congiuntamente la “Giornata della formazione” (Training Day). Il giorno dopo, alle 10,30, Ulmer Verlag illustrerà le prospettive per i giovani manager nel forum “Career + Future” (Carriera + Futuro). A completare il programma il “Green Career Wall” nel padiglione 1A con offerte di lavoro e candidature.

Forum internazionale del florovivaismo con il paese partner Gran Bretagna
A contatto diretto con le ultime notizie sul florovivaismo britannico: l'International Horticultural Forum con il paese partner Gran Bretagna offrirà questa opportunità giovedì 26 gennaio alle 14. Sotto il titolo “Quintessentially Green & British”, l’appuntamento tratterà, tra l'altro, della sostenibilità, del valore delle nuove piante e dell'attuale modello di fattoria marginale.

Il premio Show Your Colours
Chi ha la migliore storia di marketing? Questo è lo scopo dello Show Your Colours Award (traducibile come Premio “Mostrate i vostri colori”), organizzato congiuntamente da IPM Essen e BIZZ Communications. Le piante iscritte e le loro storie saranno esposte nel padiglione 8. Oltre a una giuria di esperti, anche i visitatori della fiera potranno scegliere la loro preferita. La cerimonia di premiazione si svolgerà giovedì 26 gennaio alle ore 15 presso lo stand BIZZ Communications nel padiglione 8.

IPM Fair Cup
Il tema del concorso, articolato nelle 3 categorie “Bouquet”, “Green Hero in a Pot” (eroe verde in un vaso) e “Container Planting” è “Mission: Flower Future” (missione: futuro dei fiori). I campanelli d'allarme della generazione dei giovani, attenti al clima e all'ambiente, non possono essere ignorati. Fioristi e giardinieri, dagli apprendisti ai maestri artigiani, sono chiamati a esprimere il loro amore per la natura varia e fiorita con una dichiarazione personale (personal statement). La cerimonia di premiazione si svolgerà venerdì 27 gennaio alle ore 12 nella Green City nel padiglione 1A.

Novità: Horticultural Technology Innovation Center
In questo centro nel padiglione 4 si terrà, come anticipato sopra, un forum in cui i visitatori professionali potranno ampliare le loro conoscenze su argomenti tecnologici attuali o futuribili in materia di sostenibilità, automazione ed energia. Il forum sarà accompagnato da un ricco programma specialistico sugli approcci innovativi alle risposte alle sfide del settore, nonché da presentazioni di prodotti e progetti.

Spettacolo didattico “I giardinieri possono farlo!”
Per anni le aziende florovivaistiche si sono trovate nel mezzo tra le numerose richieste di soddisfare determinati obiettivi ambientali da un lato e le proprie esigenze per la produzione di prodotti che sono naturali. Lo spettacolo didattico nella Green City nel padiglione 1A presenterà una serie di spunti e basi per la discussione di questo argomento e sulle possibilità che il florovivaismo sta già sfruttando con successo per una produzione sostenibile e a risparmio energetico. Il motto è “I giardinieri possono farlo! Conservare le risorse e produrre in modo sostenibile”.

L’IPM Discovery Center per i centri di giardinaggio e il commercio verde
Lo stilista green Romeo Sommers presenterà concetti POS per incrementare le vendite presso l'IPM Discovery Center nel padiglione 7. Più volte al giorno, i visitatori interessati possono partecipare a visite guidate per saperne di più sulle attuali tendenze del commercio al dettaglio e su come ispirare i clienti di domani.

Sperimentare le tendenze floreali
L'Associazione dei fioristi tedeschi organizza lo stimolante FDF World nella Green City, padiglione 1A. I migliori floral designer nazionali e internazionali si incontreranno sul palco girevole e ispireranno il pubblico professionale con le loro creazioni floreali. Le numerose presentazioni forniranno nuovi stimoli per un anno di attività di successo. Tra le altre cose, i visitatori potranno vedere la nuova collezione "justchrys 2023", che mostra idee pratiche e creative per il crisantemo e i suoi molteplici talenti.
C'è molto da scoprire e provare anche allo spettacolo speciale del BLOOM's World. L'offerta comprende fiori per eventi matrimoniali, fiori per funerali e laboratori creativi a cui i visitatori possono prendere parte.

Informazioni a 360 gradi nel nuovo e-book della fiera
Compatto, digitale e aggiornato il nuovo e-book su IPM Essen 2023 offre una panoramica di tutti gli argomenti del programma. I collegamenti conducono ai dettagli dei singoli eventi collaterali e alle offerte informative e sono costantemente aggiornati.

Orario e biglietti
IPM ESSEN sarà aperta solo ai visitatori professionali dal 24 al 27 gennaio 2023 a Messe Essen, dal martedì al giovedì dalle 9 alle 18, mentre il venerdì dalle 9 alle 17.
I ticket d’ingresso sono disponibili nel negozio online qua.

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Redazione

Il progetto d’investimento in una struttura privata per l’autocontrollo fitosanitario nel Distretto vivaistico di Pistoia presentato all’assemblea del 12 dicembre dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI). Intervenuti a spiegarne le ragioni il georgofilo Riccardo Russu, ex direttore del Servizio Fitosanitario Regionale, e Pio Federico Roversi, direttore del CREA Difesa e Controllo. Sia l’Accademia dei Georgofili che il CREA DC sosterranno attraverso propri esperti la realizzazione del Laboratorio di Autocontrollo Fitosanitario, garantendo il necessario supporto tecnico scientifico. Il presidente di AVI Magazzini: «chi vede nel vivaismo un’attività con un futuro non può non partecipare a questo investimento, che sarà proporzionato alle dimensioni aziendali». Favorevoli al progetto gli esponenti istituzionali presenti, fra cui il sindaco di Pistoia Tomasi, il vicepresidente della Provincia Giacomelli e le consigliere regionali Fratoni e Bartolini con il collega Niccolai. Il presidente del Distretto Ferrini: «sempre più compresa la strategicità del vivaismo, che è ormai produzione primaria». Approvati all’unanimità il bilancio preventivo del 2023 di AVI e la conferma per altri 3 anni del revisore dei conti. 


La normativa europea sulla protezione delle piante e la riforma del sistema fitosanitario nazionale rendono l’investimento in un laboratorio privato di autocontrollo fitosanitario quasi indispensabile per i vivaisti del Distretto Vivaistico-Ornamentale di Pistoia. E la sua presenza sarebbe un forte vantaggio competitivo per il Distretto, probabilmente più efficace per l’immagine delle piante pistoiesi di qualunque altra certificazione.
È quanto emerso il 12 dicembre a Pistoia all’assemblea di fine anno dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), soggetto referente del Distretto Vivaistico-Ornamentale. Assemblea durante la quale è stato approvato all’unanimità il bilancio preventivo del 2023 e il presidente Luca Magazzini ha riepilogato il lavoro svolto nel 2022, riservando un ampio focus appunto al progetto di investimento per la creazione di un laboratorio di autocontrollo fitosanitario privato nel distretto, a cui AVI sta lavorando da alcuni mesi nel contesto di un protocollo d’intesa recentemente rinnovato con l’Accademia dei Georgofili e in collaborazione con il CREA. Su questo investimento potrebbero essere convogliate richieste di cofinanziamento pubblico nell’ambito di bandi come quello in arrivo sui contratti di distretto del PNRR.
roversoPer illustrare le motivazioni scientifiche e non solo del progetto, sono stati invitati a parlarne a margine dell’assemblea di AVI l’accademico dei Georgofili Riccardo Russu, già direttore del Servizio Fitosanitario Regionale (SFR) della Toscana, e Pio Federico Roversi, direttore nazionale del Centro di Ricerca Difesa e Controllo del CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria) e referente per l’Istituto nazionale di riferimento per la protezione delle piante. Nei loro interventi hanno spiegato che, in estrema sintesi, i regolamenti europei in materia fitosanitaria hanno reso gli operatori professionali sempre più responsabili dello stato di salute delle piante e, come stabilito dalla riforma del sistema fitosanitario dell’anno scorso (D.lgs n. 19 del 2 febbraio 2021), lo stato di salute deve essere attestato da laboratori riconosciuti dal Servizio Fitosanitario Nazionale (SFN) come idonei a svolgere analisi non ufficiali su richiesta delle aziende. D’altra parte il sistema pubblico costituito dai Servizi Fitosanitari Regionali non ce la fa da solo a controllare l’enorme quantità di materiale vegetale che arriva nei punti di ingresso del nostro Paese, e nel frattempo però le minacce fitosanitarie da organismi nocivi come la Xylella sono sempre in agguato. Quindi sarebbe davvero auspicabile un laboratorio fitosanitario autogestito dai vivaisti in grado di rispondere alle esigenze distrettuali.
magazzinirussoNella sua relazione il presidente di AVI Luca Magazzini, dopo aver ringraziato il presidente del Distretto vivaistico-ornamentale Francesco Ferrini per «il coinvolgimento con cui ha svolto il suo incarico», ha detto sul progetto di laboratorio di autocontrollo che «ci sono le condizioni per realizzarlo e rafforzare così sulla difesa fitosanitaria per i vivai» e che questo «agirebbe sulla qualità delle produzioni pistoiesi anche nei confronti di Paesi concorrenti». Magazzini ha fatto sapere che a questo proposito sono d’accordo tutti i presidenti delle tre associazioni di categoria agricole pistoiesi e ha osservato che conviene a tutti i vivaisti, grandi e piccoli, perché, per inquadrare il tipo di rischio, se, ad esempio, il tarlo asiatico, che è stato rapidamente debellato da Pistoia, si fosse diffuso in certe zone del distretto poi «si sarebbero dovute immobilizzare intere aree di produzione». Inoltre ha precisato all’indirizzo delle aziende vivaistiche più piccole che l’investimento sul laboratorio sarà ovviamente ripartito fra le imprese in maniera proporzionale alle dimensioni aziendali con criteri precisi e in modo trasparente.
Luca Magazzini ha messo in evidenza anche altre delle attività di AVI a supporto del Distretto nel corso del 2022. Fra queste, gli incontri con i dirigenti dell’Asl «per dare seguito al percorso volto a migliorare sia da parte dell’Asl che da parte nostra le modalità di vigilanza sulla sicurezza e i rischi dei lavoratori nei vivai» - che sono sostanzialmente limitati alla fase dei «trattamenti, quasi sempre obbligatori, per la protezione delle piante» - con la ricerca di «sempre nuove soluzioni». Ma anche la ricerca di tecnologie dirette a incrementare la sostenibilità e circolarità della produzione, testimoniata dall’arrivo di nuovi sponsor, e l’esplorazione di varie strade per migliorare la gestione idrica, come ad esempio l’ipotesi di utilizzo delle acque reflue depurate per l’irrigazione nei vivai, che consentirebbe di gravare molto meno sulle falde. E infine il percorso avviato per un progetto insieme al Distretto forestale della Montagna Pistoiese con cui partecipare all’imminente bando del PNRR sui contratti di distretto, che consentirà di investire in primo luogo in energie rinnovabili, ma anche in innovazione e promozione.
Il presidente del Distretto Francesco Ferrini ha affermato che, anche se quest’anno l’andamento di mercato è andato meno bene, resta fermo il fatto che dopo tanti anni «si è compresa la strategicità delle produzioni vivaistiche, che sono diventate una produzione primaria». «Quest’anno – ha chiosato – ho partecipato a circa 70 conferenze più o meno tutte legate al verde e al suo ruolo». Ferrini ha tra l’altro osservato che nell’attività vivaistica c’è già molta economia circolare e di più ce ne sarà in futuro. E ha poi sottolineato che, anche se la cittadinanza sembra non comprendere appieno gli sforzi dei vivaisti verso la sostenibilità, «fino alla fase in cui le piante sono in coltivazione nel vivaio la produzione vivaistica ha un impatto positivo sull’ambiente; solo dal momento in cui escono dai vivai per essere vendute può diventare, per problemi legati ai trasporti, un’attività a impatto negativo».
Consenso unanime per il progetto di struttura per l’autocontrollo da parte degli esponenti istituzionali presenti all’assemblea di AVI che sono intervenuti sull’argomento. «Questo è un tema pre-competitivo che deve coinvolgere tutte le aziende perché così costa meno – ha detto il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi –. Ricordiamoci che il tarlo asiatico è costato 1,5 milioni di euro». «Dalla riunione emerge una visione compiuta delle esigenze del vivaismo – ha detto la consigliera regionale Federica Fratoni -. Il laboratorio mi sembra strategico e qui sorge anche la suggestione di abbinarvi un marchio sulle piante». Per Fratoni sul vivaistiplatea2vivaismo è riduttivo accontentarsi di candidature a singoli bandi e bisognerebbe fare dei «ragionamenti strategici». Positiva sul laboratorio anche la collega in Consiglio regionale Luciana Bartolini, per la quale significherebbe «miglior sicurezza e vantaggi per l’economia, perché un marchio potrebbe essere una ciliegina sulla torta». Bartolini ha reso noto che sta interloquendo con il ministero delle infrastrutture sulla questione dell’asse dei vivai. Mentre il consigliere regionale Marco Niccolai ha evidenziato che ci troviamo a una svolta nel settore agricolo, a seguito dell’approvazione della Commissione Europea del Piano nazionale sulla Pac e dell’avvio da gennaio della nuova programmazione: «cambierà la nomenclatura e non si parlerà più di PSR, arriveranno in tutto 750 milioni di euro, tutti come cofinanziamenti». Il vicepresidente della Provincia di Pistoia Gabriele Giacomelli ha detto: «nei limiti delle nostre competenze saremo a disposizione» accanto ai Comuni del Distretto.

Sì al bilancio preventivo 2023 e conferma di Paola Fanti
Paola Fanti, revisore dei conti, ha illustrato il bilancio preventivo di cassa del 2023, che prevede 130.500 € di entrate e uscite (mirando al pareggio) e non registra significative novità, poiché le entrate attese il prossimo anno, sia tramite le quote associative che attraverso le sponsorizzazioni, restano sostanzialmente le stesse del 2021.
Il bilancio è stato approvato all’unanimità dai presenti in assemblea Voto favorevole unanime ha ricevuto anche la proposta di conferma di Paola Fanti al ruolo di revisore dei conti per il prossimo triennio.

Redazione

Green Cities Europe Award 2022

L’8 dicembre a Parigi premiati i progetti del 3° Green Cities Europe Award dell’ENA: 1^ la città di Alkmaar (Olanda), 2^ Cracovia (Polonia), 3^ Lerum (Svezia).

 
Dopo la vittoria di un progetto della città belga Beringen nel 2020, di Nantes in Francia nel 2021 (vedi), ad aggiudicarsi la terza edizione del Green Cities Europe Award è stata la città olandese Alkmaar con il suo stimolante programma “Greening & Biodiversity” (traducibile come “Inverdimento e biodiversità”). Il progetto di mini parchi per la biodiversità di Alkmaar - fa sapere l’ENA (European Nurserystock Association: l’associazione europea del vivaismo), che promuove il premio insieme ad associazioni vivaistiche di tredici Paesi europei - ha avuto la meglio di stretta misura fra i tre progetti che si sono contesi il primo posto quest’anno. Al 2° posto si è classificato il Czyżyny Park di Cracovia in Polonia: un progetto di riqualificazione di uno sperduto deposito di autobus che è stato trasformato in un parco urbano di 3 ettari ludico, ecologico e intergenerazionale. In 3^ posizione il progetto Växtrum (serra) a Lerum in Svezia: un parco comunitario che consiste in 10 piccole oasi verdi sparse per la città allo scopo di stimolare la vita sociale, l'attività economica locale e l'educazione ambientale.
Il primo premio è stato consegnato giovedì 8 dicembre scorso in occasione della cerimonia di premiazione delle “Victoires du paysage” di Parigi. Vediamo meglio in che cosa consistono i tre progetti green sul podio di Green Cities Europe Award 2022.


Il progetto vincitore nella città di Alkmaar punta sulle nature-based solutions (che introducono elementi vegetali) per combattere il riscaldamento urbano, i rischi di inondazioni e la perdita di biodiversità. È un programma, denominato “Greening & Biodiversity”, che ha saputo trasformare in pochi mesi diversi spazi abbandonati e grigi in oasi verdi. L’obiettivo è creare 50 mila metri quadri di spazi verdi in 7 anni. Il primo passo è stato l’identificazione degli spazi senza vita in cui ripristinare la permeabilità del suolo, poi si è passati alla messa a dimora di piante selezionate secondo criteri di biodiversità, con una grande varietà di alberi, arbusti e fiori. In due anni, il 50% dell'obiettivo è già stato raggiunto con diversi mini-parchi, prati fioriti urbani, argini appena piantati e rotatorie rispettose della biodiversità. Questi interventi mirati e di facile attuazione hanno avuto un impatto decisivo sulla città e sui suoi abitanti, non solo migliorando la qualità della vita e la biodiversità locale, ma anche ripristinando il ciclo naturale dell'acqua. Ciò che ha entusiasmato la giuria europea è che mostra come le soluzioni basate sulla natura possano facilmente offrire una mitigazione locale agli effetti del cambiamento climatico. Il suo approccio “Quick Win” trasforma la città da grigia a verde con azioni locali basate su 4 direttrici: de-impermeabilizzazione, partecipazione dei residenti, piantumazione e accoglienza della biodiversità. Può essere facilmente applicato in altre città europee senza tanti ritardi e vincoli. Ulteriori informazioni e foto qua.

Il 2° classificato, il Czyżyny Park di Cracovia, è stato reso possibile dal grande impegno degli abitanti con il sostegno del “bilancio civico”. In quanto ex deposito di autobus, l'intera area era quasi al 100% impermeabile e ricoperta di asfalto e cemento. Oggi, ci sono immagini di autobus e aerei sotto i piedi dei pedoni a ricordare la storia del luogo, ma sono stati piantati oltre 250 alberi, 14.000 piante perenni e arbusti, che creano vari ambienti, dallo stile inglese con viali di alberi e prati ad altri tipi. Il parco ospita campi da gioco, pareti da arrampicata, scivoli  e spazio per le bocce. Insomma un programma di riqualificazione e rinaturalizzazione di un quartiere denso e popolare di Cracovia molto ambizioso ed efficace. Ulteriori informazioni e foto qua.

Infine, al 3° posto, Vaxtrum a Lerum, che è un programma unico di mini parchi stimolanti, la cui prima funzione è incoraggiare la vita sociale. Växtrum ha una sistemazione per tutto l'anno, creata e sviluppata dal comune di Lerum, con l'aiuto di noti designer di giardini svedesi. Un'altra delle sue funzioni principali è ispirare e informare sulla biodiversità e la sostenibilità. Oggi 10 di queste oasi verdi in varie parti della città ospitano concerti, classi scolastiche e attività studentesche o conferenze gratuite su suolo e transizione ecologica. Aperti 24 ore su 24, hanno riscosso un enorme successo durante la pandemia, aiutando a combattere la solitudine. Ulteriori informazioni e foto qua

L.S.

piante adatte a contrastare diffusione PM10

Fra i risultati di uno studio condotto nella piana lucchese da Università di Firenze e CNR l’identificazione delle piante del luogo che più riducono il PM10.

 
Quali sono fra le specie di piante presenti nel territorio della Piana di Lucca quelle più utili a contrastare la diffusione di particolato PM10 nell’aria?
Una risposta a questa domanda l’ha fornita il progetto di ricerca terminato di recente “Veg-PM10 - Azioni multidisciplinari ed integrate per il monitoraggio e la riduzione del particolato atmosferico nella piana lucchese”, che è stato sostenuto con 180mila euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e condotto nei territori di Altopascio, Capannori, Lucca e Porcari da un coordinamento scientifico composto da Università di Firenze (capofila del progetto), con i dipartimenti di Biologia e di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali, e CNR di Firenze, che ha fornito centraline di monitoraggio della qualità dell’aria ed ha eseguito studi sulla vegetazione e sulla qualità dell’aria in prossimità delle abitazioni dei 4 comuni coinvolti in collaborazione con Arpat. (Su questo tema vedi anche nostro servizio).
Ebbene, come riferito alla stampa a fine novembre, una serie di sperimentazioni ha consentito di «valutare l'interazione tra il particolato accumulato nelle foglie di ciascuna specie analizzata e le concentrazioni di PM registrate dai centri di monitoraggio». Le specie di piante rivelatesi più idonee a contrastare l’inquinamento da particolato PM10 sono le seguenti: alloro (Laurus nobilis), olivo (Olea europaea), oleandro (Nerium oleander), magnolia (Magnolia grandiflora) e lauroceraso (Prunus laurocerasus).
Le Linee Guida del progetto saranno diffuse lunedì 12 dicembre 2022 sul sito www.luccagreenproject.it.   
 

Redazione

Aggiornamenti da Roberto Natali e Lorenzo Vagaggini, i consulenti di AVI, del Distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia e del Distretto forestale della Montagna Pistoiese, per il bando dei contratti di distretto del PNRR, i cui tempi d’uscita si sono allungati. Già 40 manifestazioni d’interesse dalle aziende: una trentina dalla Piana e una decina dalla Montagna. Maggiorazione del 20% dei contributi per zone montane, giovani insediati da non più di 5 anni e investimenti collettivi (di cooperative o OP). Potrebbe rientrare nel progetto anche il Laboratorio per l’autocontrollo fitosanitario dei vivaisti. 

«Ci sono le condizioni favorevoli per inserire nel progetto inter-distrettuale a cui stiamo lavorando con l’Associazione Vivaisti Italiani (AVI) e i due distretti pistoiesi, quello vivaistico-ornamentale della Piana e quello forestale della Montagna, la creazione di quel centro collettivo privato dei vivaisti che è stato annunciato all’ultima assemblea del distretto vivaistico-ornamentale per il controllo dei fitofagi e delle malattie della piante: il cosiddetto “laboratorio per l’autocontrollo fitosanitario”, che potrebbe essere finanziato quasi al 100% o almeno all’80% con finanziamenti statali a fondo perduto, fra “Contratti di distretto” e “Transizione 4.0”».
A renderlo noto è Roberto Natali, il consulente di AVI e del Distretto vivaistico-ornamentale per la progettazione della partecipazione al bando dei “contratti di distretto” del PNRR, la cui uscita è stata posticipata dal Ministero dell’agricoltura forse per evitare sovrapposizioni con il bando dei contratti di filiera già pubblicato. Il Vivaista ha sentito Natali il 27 ottobre scorso insieme al collega Lorenzo Vagaggini, consulente per il Distretto forestale della Montagna Pistoiese, per sapere a che punto siamo con il bando e con la progettazione distrettuale, che ha registrato finora circa 40 manifestazioni d’interesse, di cui una trentina di aziende del Distretto vivaistico-ornamentale della piana di Pistoia e una decina di imprese sia boschive che agricole della Montagna. Un numero già più che sufficiente a realizzare un ottimo progetto, ma che potrebbe aumentare non appena sarà pubblicato il bando e rendere il progetto ancora più significativo.
A Natali e Vagaggini abbiamo chiesto in particolare se ci sono aggiornamenti e novità da segnalare, oltre a quanto già illustrato negli incontri del 20 aprile scorso al Bottegone di Pistoia (vedi qui) e del 24 maggio a Campo Tizzoro (vedi qui), ai vivaisti e agricoltori e boscaioli pistoiesi che ancora non hanno deciso se unirsi ai partecipanti e stanno aspettando la pubblicazione del bando prima di farlo.
Lorenzo Vagaggini si aspetta che questo bando ministeriale, grazie all’introduzione di «elementi di semplificazione importanti», avrà diverse adesioni e «molto convinte» fra le aziende della Montagna Pistoiese. «Come succede di solito – ci ha detto - c’è un nucleo di soggetti che sono più presenti e vivaci e sono sempre a fiutare con le antenne ritte e un numero molto maggiore di soggetti che stanno alla finestra e poi quando le cose effettivamente si mettono in moto, magari all’ultimo minuto, chiedono di entrare. Dobbiamo tenere presente anche che la montagna Pistoiese non ha una tradizione come c’è nella piana riguardo a progetti integrati perché c’è stato un solo Pif forestale promosso nel 2017 e poi dei Pif agricoli che però non coinvolgevano le aziende forestali. Noi possiamo dire che i numeri aumenteranno perché in questo caso non si farà distinzione fra impresa boschiva e impresa agricola, l’importante è che sia all’interno del distretto forestale e quindi sicuramente si amplierà la platea».
Vagaggini ha poi ribadito un punto molto attraente che sarà contenuto nel bando dei contratti di distretto (che dovrebbe ricalcare per molti versi il bando già uscito dei contratti di filiera, in quanto entrambi derivati dal decreto ministeriale n. 1192 dell’8 gennaio 2016): «la possibilità di fare un investimento acquistando dei fabbricati già esistenti, un segnale importante anche dal punto di vista del consumo del suolo, perché così un impresa, invece di andare a costruire cose nuove, se trova un bel capannone che fa al caso suo lo compra; cosa che negli altri bandi non si sarebbe potuta fare».
Riguardo ai tipi di investimento, fra i tanti possibili, che saranno privilegiati in questa progettazione, nell’interesse delle aziende partecipanti della Montagna, Vagaggini ha spiegato che «non c’è una categoria prevalente. Diciamo che sono rappresentate, per quello che ho sentito dire e anche in base alle necessità, in parte una meccanizzazione spinta, che nel settore forestale è importante, in parte la logistica e le infrastrutture, e in parte, per quanto riguarda le aziende agricole, interventi classici su infrastrutture e locali per l’allevamento».
Tra le novità, risalenti a una correzione ministeriale del 21 luglio scorso sull’avviso riguardante il bando dei contratti di filiera, che dovrebbe essere rispecchiato nel bando dei contratti di distretto, Roberto Natali ha messo in evidenza l’introduzione di «una maggiorazione del 20% del contributo a fondo perduto per gli investimenti nelle zone montane: qualunque sia l’investimento, in una zona montana ha un 20% in più, quindi si passa dal 40% al 60% sulla Montagna Pistoiese». Non solo, «le stesse aliquote di maggiorazione – ha spiegato - le possono avere [a prescindere dall’essere in montagna o meno, ndranche i giovani agricoltori che si sono insediati da appena 5 anni al massimo oppure le strutture di trasformazione cooperative, op ecc., per investimenti collettivi, come ad esempio una cooperativa che si attrezza per fornire servizi a tutti i soci».
Su quali investimenti punteranno prevalentemente le aziende vivaistiche? «In generale – risponde Natali - sia sulla questione delle risorse idriche, quindi impianti con il riciclo delle acque per la vasetteria oppure bacini e quant’altro. Poi sull’energia, che è di primario interesse, non solo per i costi aziendali che ha, perché le piante hanno necessità di irrigazione continua e gli impianti di irrigazione vanno con la corrente elettrica. Tutti questi consumi energetici, che sono minori rispetto ad altri settori come l’orticoltura e la floricoltura in serra, però sono ben presenti anche nel vivaismo e quindi c’è interesse primario alla realizzazione di impianti fotovoltaici. Inoltre c’è tutta la parte della movimentazione delle merci, e quindi anche ristrutturazione e miglioramento della viabilità dei vivai». «Il taglio che abbiamo cercato di dare già dalle prime riunioni – ha concluso Natali - è stato di far privilegiare ai vivaisti quelle attività di investimento che li portano ad essere più sostenibili, perché abbiamo pure il problema dell’elevato consumo di fitofarmaci e quindi la gestione migliore delle condizioni di crescita delle piante con la fertirrigazione, il giusto dosaggio delle acque, il giusto controllo dei parassiti può essere molto positiva».

L.S.

Forestazione urbana - modello Padova - alberi per Padova

Il 25 novembre convegno internazionale “10.000 alberi per Padova - La forestazione urbana per la città che cambia”. Evento gratis valido per i crediti formativi.

 
Un’occasione per approfondire la conoscenza delle azioni intraprese dal Comune di Padova per una progettazione urbana sempre più attenta al cambiamento climatico e alla riduzione del consumo di suolo.
È il convegno internazionale “10.000 alberi per Padova - La forestazione urbana per la città che cambia” che si svolgerà venerdì 25 novembre, dalle ore 9 alle 18, presso l’auditorium del Centro Culturale Altinate di San Gaetano a Padova (via Altinate 71). Un evento formativo, valido come aggiornamento professionale, promosso dal Comune di Padova e organizzato dalla rivista Topscape Paysage, dedita alla promozione e sviluppo dell’architettura del paesaggio, in collaborazione con Euroambiente, azienda con base a Pistoia del settore «Landscape e manutenzione del verde».
«Il Settore Verde Parchi e Agricoltura Urbana del Comune di Padova – spiega un comunicato di Topscape Paysage - ha infatti portato a compimento il primo Piano di Gestione delle Alberature della città. Il Piano declina le linee guida della Strategia Nazionale del Verde Urbano pubblicata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, sostenendo un nuovo modello di pianificazione e progettazione urbana più attenta alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico, alla tutela della biodiversità e al depaving degli spazi urbani e, quindi, più sensibile alla riduzione del consumo di suolo». Tutto ciò in linea con le richieste in tema di sostenibilità della Commissione Europea, che mira alla «riduzione della “artificializzazione” degli spazi urbani» (vedi).
«Il progetto – continua il comunicato - è intervenuto su 536 aree in città, ritenute idonee a ricevere la messa a dimora di piante (da 1 a 200 per area a seconda degli spazi e delle caratteristiche del luogo) per un totale di 10.000 esemplari. Questa azione di messa a dimora compone l’asset fondamentale del Piano del Verde di Padova, teso alla pianificazione e alla gestione di tutto il verde urbano di oggi e di domani, oltre che essere una risorsa efficacissima per rendere concreti gli impegni contenuti nel Paesc (Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima) e riconfermare il riconoscimento ottenuto dalla città come Tree city of the world».
Il convegno sarà aperto, per il Comune di Padova, dai saluti del sindaco Sergio Giordani, dell’assessore al Verde Antonio Bressa, del dirigente a capo del Settore Verde Parchi e Agricoltura Urbana Ciro Degl’Innocenti e poi da Gianluca Ottaviani in rappresentanza dell’azienda appaltatrice dell’incarico e organizzatrice dell’iniziativa, Euroambiente.
Numerosi gli interventi delle diverse sezioni del convegno, a partire da quella intitolata L’albero: l’amico geniale, con l’intervento iniziale di Ciro Degl’Innocenti e di Paolo Trivellato, istruttore direttivo tecnico del settore Verde di Padova, “Piano di forestazione: Padova 10.000 alberi”: una presentazione del progetto, del ruolo dell’albero nella mitigazione climatica, delle NBS (Nature Based Solutions: soluzioni basate sulla natura) e delle SuDS (Sustainable Drainage Systems: tecniche di drenaggio urbano sostenibile) e di Padova come modello e laboratorio di sperimentazione in questo ambito. A seguire Luca Inzaina di Euroambiente, che parlerà di “Forestazione urbana tra resilienza e biodiversità: 10 mila alberi, 83 specie”, mentre Alessio Fini, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia dell’Università di Milano interverrà sul tema “Padova città laboratorio di arboricoltura urbana: la ricerca scientifica”.
Ospite d’onore sarà Michel Desvigne, architetto paesaggista fondatore dell’omonimo studio che terrà una lectio in cui racconterà la sua esperienza pluriennale di livello internazionale dell’uso degli alberi per il paesaggio tra materia e forma: dalla forestazione urbana ai paesaggi periurbani, dal centro storico alla periferia, dai corrodi ecologici alla qualità dell’abitare. A chiudere la sezione Paolo Viskanic, ceo di R3GIS, con una relazione sul tema “Nuove frontiere del monitoraggio: verso un modello predittivo nella gestione del verde urbano”, mentre Riccardo Morganti, istruttore direttivo Settore Verde di Padova, Alana Tucker, Program Manager per i programmi Tree City della Arbor Day Foundation, e Marco Marchetti, presidente della Fondazione AlberItalia, parleranno della rete “Tree Cities of the World”, di cui la città di Padova è parte.
Nella sezione Padova 2030: Green Infrastructures for Climate Change ci saranno interventi ancora di Ciro Degl’Innocenti e dell’architetto paesaggista Anna Costa, che presenteranno il piano del verde di Padova tra obiettivi, metodi e strategie. Mentre Crina Denisa Olaru, ingegnere per l’Ambiente e il territorio del settore Verde di Padova racconterà il Parco Guizza e il Bosco-parco Iris.
Ad aprire la sezione “Costruire con gli alberi”, sarà Lucia Krasovec Lucas, presidente di INARCH Triveneto, con un intervento su “Rigenerazione urbana: costruire con gli alberi - Nuovi paradigmi per paesaggi iconici”. A seguire i contributi tecnici dal Dipartimento Tesaf dell’Università di Padova relativi a “Copertura arborea urbana e salute pubblica” di Paolo Semenzato e “L’efficacia degli alberi nella mitigazione dell'isola di calore urbana” di Lucia Bortolini. Chiude la sezione la presentazione del Libro Bianco del Verde promosso da Confagricoltura e Assoverde sul tema “La salute è il verde, il verde è la salute”, presentato da Francesco Maccazzola di Assoverde, Luisa Mastrobattista dell’Istituto Superiore di Sanità e Luca De Michelis, presidente FNP Florovivaistica di Confagricoltura.
Nella sezione “La città che cambia” l’ospite speciale sarà Stefano Boeri, che parlerà di “Padova città di rioni, il nuovo piano degli interventi”. 
In chiusura, fra gli interventi sul tema “Albero tra natura e cultura”, quello di Giuseppe Barbera, docente di Colture Arboree dell’Università di Palermo, che racconterà gli alberi in una visione più ampia rispetto ai servizi eco sistemici che essi forniscono.
La partecipazione alla conferenza è gratuita, previa iscrizione qua, e prevede il riconoscimento di crediti formativi professionali per i partecipanti delle seguenti professioni: architetto, ingegnere, agronomo, agrotecnico, geometra e perito agrario.
Il programma completo può essere consultato qua.
 

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