Il vivaista

Giardini secondo natura – progettare la sostenibilità

Il 6 maggio a Pistoia presso Mati 1909 convegno sui “Giardini secondo natura”: progettati in base a performance ambientali e biodiversità. Gratis ma iscriversi.

È prevista anche una relazione del presidente del Distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia Francesco Ferrini sul binomio “vivaismo e sostenibilità ambientale” al convegno “Giardini secondo natura – progettare la sostenibilità” in programma sabato 6 maggio mattina alle ore 10 nell’ambito della due giorni su verde e sostenibilità dell’Accademia Italiana del Giardino, in calendario domani e dopodomani presso Mati 1909 (via Bonellina 46, Pistoia).
Il convegno, solo in presenza e gratuito, è una sorta di «viaggio [aperto a tutti] attraverso la conoscenza dell’ecologia applicata al mondo dell’architettura dei giardini», per usare le parole degli organizzatori. Un incontro con esperti di primo livello che illustreranno «come progettare i giardini in base non solo all’estetica e alla funzionalità, ma soprattutto in base alle performance ambientali delle piante e alla biodiversità», anche in relazione alla crisi climatica. Saranno trattati anche «temi come la rigenerazione urbana e i modelli di giardini sostenibili». E al termine del convegno si potranno visitare i giardini dimostrativi del Centro Mati 1909 e il prototipo Plant Care 4.0: un modello in grado di raccogliere, organizzare ed elaborare grandi quantità di dati da varie fonti informative e da un sistema di monitoraggio da installare nello spazio verde.
Chi decide di fare l'iscrizione al convegno - condizione necessaria per partecipare – potrà, come spiegano gli organizzatori, «comprendere come è possibile progettare giardini ad alta performance ambientale, unendo estetica, funzionalità ed etica», «approfondire il concetto di performance ambientale e perché è importante» e «conoscere il progetto Plant Care 4.0 e la sua innovativa tecnologia».
Agli architetti partecipanti saranno riconosciuti 3 crediti formativi professionali (cfp). Sono riconosciuti cfp anche agli iscritti all’Ordine dei dottori agronomi e forestali e al Collegio dei periti agrari.
Per iscriversi inviare un messaggio Whatsapp al numero 342 8110640 oppure una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Programma
- ore 9,30 Apertura lavori di Irene Cecchi (Ufficio marketing Mati 1909)
- ore 10,00 “Sostenibilità e performance ambientali applicate ai giardini” Per. Agr. Francesco Mati (Mati 1909)
- ore 10,20 “Vivaismo e sostenibilità ambientale: binomio possibile? Sì… e allora come?” Prof. Francesco Ferrini, ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Firenze e presidente del Distretto Vivaistico-Ornamentale di Pistoia
- ore 10,40 “Progettare per i servizi ecosistemici” Dott. Agronomo Massimiliano Alessandro Cecchetto
- ore 11,00 “Da Babilonia a Forest City. Il cammino della sostenibilità urbana” Dott. Architetto Alessandro Marata
- ore 11,20 “La sostenibilità attraverso i modelli di giardino di Mati 1909” Dott.ssa Martina Frizzi, architetto paesaggista (Mati 1909)
- ore 11,40 “Tecnologia e sostenibilità: il progetto Plant Care 4.0” Dr. Federico Di Cara (Mati 1909), Dott.ssa Sonia Cacini (CREA di Pescia), Dr. Piero Battista (CNR – IBE), Ing. Alessandro Ruggeri (Tesecom)
- ore 12,10 Conclusioni di Andrea Mati (Mati 1909)
- ore 12,20-13 Visita ai giardini dimostrativi e al prototipo Plant Care 4.0.

Redazione

Nuove tecnologie per l’innovazione genetica e il vivaismo

Il 3 maggio al Salone del vivaismo di Macfrut incontro con De Castro e Catalano di CIVI-Italia sulle nuove tecnologie per l’innovazione genetica e il vivaismo.

 
In una fase difficile per le filiere frutticole nazionali, alle prese con problemi quali cambiamento climatico, carenza idrica e patogeni alieni, è sempre più necessario disporre di nuovi genotipi: nuovi materiali genetici per consentire agli agricoltori e in particolare ai frutticoltori di continuare a produrre quantità adeguate di produzioni di qualità in maniera ecosostenibile.
È la questione che sarà al centro della tavola rotonda “Nuove tecnologie a servizio dell’innovazione genetica e del comparto vivaistico” in programma domani mercoledì 3 maggio alle ore 13 al “Salone del vivaismo e dell’innovazione varietale” della 40esima edizione di Macfrut: la fiera internazionale dell’ortofrutta in calendario dal 3 al 5 maggio al Rimini Expo Centre.  
A coordinare l’incontro sarà Luigi Catalano, direttore di CIVI-Italia, organismo interprofessionale italiano che opera da oltre 30 anni per la qualificazione delle produzioni vivaistiche nazionali e che associa il 95% del vivaismo organizzato delle piante da frutto e vite, che così ha introdotto nei giorni scorsi la tavola rotonda: «le nuove tecniche di miglioramento genetico meritano l’attenzione del legislatore affinché siano permesse ed applicate in un quadro normativo che da una parte tuteli ambiente e consumatori, e dall’altro consenta di produrre in maniera sostenibile in uno scenario complesso che vede, per il raggiungimento dei traguardi previsti dal Green Deal, la forte riduzione dei mezzi della produzione da parte degli agricoltori». «Lo sdoganamento delle nuove tecniche di miglioramento genetico – ha detto Catalano - permetterebbe di ridurre i tempi per l’ottenimento di nuove varietà nell’ambito dei programmi privati di breeding che oggi vedono lo sviluppo da parte dei maggiori gruppi vivaistici nazionali associati al consorzio, rispetto a quanto avveniva in passato, quando queste attività erano quasi esclusivamente condotte da organismi pubblici».
Alla tavola rotonda interverrà anche Paolo De Castro, membro della commissione Agricoltura del Parlamento dell’Unione Europea. Il già ministro delle politiche agricole auspica un approccio pragmatico e realista per far fronte alla sfida della transizione ecologica lanciata in Europa con il New Green Deal. «Sull'innovazione genetica e l'uso delle Tecniche di evoluzione assistita, le cosiddette Tea, - ha detto qualche giorno fa De Castro - serve un approccio pragmatico e realista che rimetta al centro i nostri agricoltori. Per questo la Commissione Europea deve intervenire al più presto con un provvedimento di legge che le autorizzi». «Le nuove biotecnologie, come la Cisgenesi e il Genome Editing – ha continuato De Castro - sono conosciute da almeno vent'anni e sono state ampiamente validate dalla comunità scientifica internazionale, ma di fatto non sono ancora applicabili in campo perché manca una legge europea. In linea di principio siamo tutti d'accordo sulla necessità di tutelare l'ambiente con un'agricoltura più sostenibile. Ma chi opera nel settore deve poter disporre di tecnologie alternative alla chimica per poter garantire la difesa delle colture e una adeguata produzione di materie prime agricole». «Intanto – ha anticipato De Castro - come obiettivo intermedio stiamo puntando a strappare l'esame di una proposta di regolamento in materia, attualmente all'esame della commissione Ambiente, per approvarla nella sede che riteniamo più competente dell'Agricoltura. L'obiettivo è rinsaldare il “patto” con i consumatori per garantire una filiera più verde e meno impattante sui terreni e sulla salute dei consumatori».
L'elenco dei relatori può essere letto qua.
 

Redazione

riuso di scarti vegetali nel distretto vivaistico pistoiese con Agribios

Approvato il bilancio consuntivo 2022 dall’assemblea della cooperativa agricola di Chiesina Montalese (PT) Agribios, che nel 2022 ha superato 1 milione e 400 mila euro di fatturato e continua a crescere allo stesso passo nei primi mesi del 2023. Avviato l’ampliamento della sede per consentire lo stoccaggio degli scarti ricevuti e trattati (saliti del 24%). Ricevuta la certificazione ambientale ISO 14001 dall’ente terzo norvegese DNV e iniziato il percorso verso il “bilancio sociale” con Pegaso Network e MoCa Future Designers (spin off dell’Università di Firenze). Mecacci di Legacoop chiede al Distretto vivaistico un maggiore sostegno alla capitalizzazione di Agribios. Dall’assessore comunale di Pistoia Sgueglia e dalla consigliera regionale Fratoni il sostegno alla prospettiva allo studio di ampliare il servizio di Agribios agli scarti vegetali del verde pubblico e del mondo privato non agricolo.   

 
«Il consuntivo del 2022 conferma che il ritmo di crescita della nostra attività è intatto, segno che i vivaisti del distretto pistoiese, che rappresentano circa il 90% dei nostri conferimenti, apprezzano il nostro lavoro di valorizzazione degli scarti agricoli e questo ci gratifica. Ma abbiamo dovuto fare molti investimenti per stare dietro alla crescita della domanda del nostro servizio e per garantire gli standard di qualità, sostenibilità e trasparenza richiesti in questo comparto oggi. E altri ne dovremo fare, in questo caso con il supporto pubblico, qualora si concretizzassero le prospettive di estendere (e adattare) il servizio agli scarti vegetali fuori dal settore agricolo».
È quanto dichiara all’indomani dell’assemblea dei soci Stefania Marchionni, presidente di Agribios, cooperativa agricola di Chiesina Montalese (Pistoia) aderente a Legacoop che recupera e valorizza gli scarti verdi di aziende agricole prevalentemente del Distretto vivaistico-ornamentale pistoiese e conta adesso oltre 230 soci. Un’assemblea a porte aperte e in diretta Facebook nel corso della quale è stato approvato il bilancio consuntivo del 2022, è stata aumentata la quota associativa una tantum per i nuovi soci a 100 € e sono stati presentati i passi avanti compiuti da Agribios sul fronte della qualità dell’attività e dei servizi offerti.
Come illustrato dal commercialista Sandro Venturi, consulente di Agribios, il conto economico del 2022 ha registrato una forte crescita dei ricavi, pari a oltre il +34% rispetto al 2021: da 1 milione e 60 mila dell’anno scorso a 1 milione e 426 mila euro del 2022. Una crescita che fa seguito all’incremento di ricavi del 39% che c’era stato l’anno precedente rispetto al 2020. Specularmente c’è stato un aumento dei costi della produzione, che sono passati 1 milione e 2 mila euro del 2021 a 1 milione e 324 mila del 2022. A rendere possibile questa crescita anche gli investimenti che tra il 2020 e il 2022, ha detto Venturi, si sono attestati intorno a 400 mila euro. L’utile del 2022, accantonato a riserva, è stato di oltre 70 mila euro (+88% sul 2021), mentre il patrimonio netto è passato da 208 mila euro del 2020 ai 323 mila di fine 2022. 
A questa crescita di fatturato, ha spiegato a margine dell’assemblea il direttore dell’impianto di Agribios Paolo Fedi, corrisponde un aumento della quantità di materiale ricevuto e sottoposto a lavorazione: passato da 30.500 metri cubi del 2021 a 37.830 del 2022, con una crescita di circa il 24%. Fedi ha spiegato anche che il trend di crescita sta proseguendo allo stesso ritmo nel 2023. Lo si evince dai numeri dei cassoni movimentati, saliti nei primi 4 mesi del 2023 a 330 da 265 che erano stati nel periodo corrispondente del 2022.
Passando alla presentazione dell’attività di Agribios, il consulente Federico Di Cara ha ricordato che il suo servizio principale è «valorizzare lo scarto verde e dargli una seconda vita recuperando tutti quelli che sono gli elementi della pianta: dal materiale legnoso ai substrati colturali fino al materiale inerte che è contenuto nei vasi [pomice, ndr]». Ciò attraverso un processo che «consiste nella separazione dei vari elementi che compongono lo scarto verde». Prima viene valutata l’idoneità del materiale in arrivo, poi avviene la separazione e il terriccio viene recuperato come ammendante per l’agricoltura, la pomice viene riusata nel comparto del vivaismo per i vasi e il legno di varie pezzature come biomassa ad uso energetico. «Oggi – ha aggiunto Di Cara - la principale attività è circoscritta su circa 3500 metri quadri, ma si sta procedendo all’ampliamento: i terreni limitrofi sono stati acquisiti, anche se uno è ancora in fase di contrattualizzazione, per dare la possibilità alla cooperativa di lavorare al meglio e di ampliare il servizio». C’è infatti bisogno di spazio per stoccare le quantità di materiale sempre maggiori conferite ad Agribios. Di Cara ha infine spiegato che si sta studiando «la possibilità di gestire lo scarto verde che viene dalla gestione del verde pubblico in particolare e dal verde privato». 
Il direttore dell’impianto Paolo Fedi ha confermato quanto detto da Di Cara e sottolineato che «la maggior parte degli investimenti annunciati nell’assemblea del 2022 per acquistare terreni e macchinari e adeguare i terreni sono stati realizzati». E sull’ampliamento della sede, ha detto, «a giorni dovremo avere la possibilità di incominciare a fare i piazzali o almeno in parte perché le burocrazie urbanistiche richiedono molto tempo». «È chiaro – ha detto Fedi - che la strada è ancora lunga, perché intercettiamo solo una piccola parte dei prodotti locali e quindi c’è ancora molto da fare. Il nostro impegno è riuscire sempre più a reimpiegare questi materiali del vivaismo della nostra provincia». Tuttavia «stiamo valutando anche la possibilità di mettere in campo qualche azione per poter valorizzare e recuperare gli sfalci e ramaglie provenienti non dal mondo agricolo. È una cosa che ci è stata caldeggiata, perché manca. Ma è difficile da interpretare sul piano normativo. Però la stiamo studiando e se va bene sarà sviluppata insieme a Comune e Regione Toscana».
Durante l’incontro Franca Ballaben e Claudia Regazzoni dell’ente di certificazione indipendente norvegese DNV hanno consegnato alla presidente di Agribios Stefania Marchionni il certificato di conformità alla norma ISO 14001 riguardante il sistema di gestione ambientale. Una certificazione, appena ottenuta da Agribios, che garantisce il rispetto di tutta una serie di requisiti di gestione ambientale. E che dovrà essere confermata da Agribios ogni anno. 
Inoltre Cristina Atzeni di Pegaso Network e Beatrice Bettini, vice presidente di Moca Future Designers, una società cooperativa sociale nata come spin off dell’Università di Firenze, hanno illustrato il percorso intrapreso da Agribios per arrivare al “bilancio sociale” 2022. Meta che dovrebbe essere raggiunta entro fine 2023. Alla base di tutto, come specificato da Cristina Atzeni, un progetto strategico finanziato da Fon.Coop, il fondo di Legacoop per la formazione professionale continua delle imprese cooperative. Come sottolineato da Beatrice Bettini, la realizzazione di un bilancio sociale in una cooperativa agricola è un evento raro e testimonia una volontà di innovazione, piena conformità alle normative e trasparenza che dovrebbe pagare anche in termini di fiducia degli stakeholders (le parti interessate). 
Dopo aver rimarcato l’importanza dei trend di crescita di Agribios e della scelta del bilancio sociale, Patrizio Mecacci di Legacoop Agroalimentare Toscana ha ricordato il sostegno di Legacoop alla risoluzione di tutte le problematiche che questa cooperativa «ibrida» ha dovuto e deve affrontare nel suo sviluppo e si è messo a disposizione anche per ragionare su come eventualmente realizzare l’estensione dei servizi di Agribios fuori dal perimetro dell’agricoltura. Ma poi ha fatto un appello ai vivaisti del Distretto pistoiese a un maggiore sforzo per contribuire alla capitalizzazione di Agribios, «che resta piuttosto bassa». Altrettanto importante per Mecacci è l’allargamento della base associativa di Agribios, in modo da farla diventare ancora «più cooperativa». 
L’assessore alle politiche ambientali, i rifiuti e il vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia ha detto che Agribios è un «esempio assolutamente positivo» di economia circolare che può diventare il fiore all’occhiello del territorio pistoiese ed è una conferma dell’incapacità del settore pubblico di stare al passo con il grado d’innovazione del settore privato. Sgueglia ha ricordato che con il sindaco di Pistoia Tomasi hanno avviato da qualche mese un’interlocuzione con Agribios e hanno informato anche Alia di questa realtà, perché con le opportune condizioni normative potrebbe rappresentare una soluzione alla gestione degli scarti verdi non agricoli nel territorio pistoiese.
Anche Federica Fratoni, consigliera regionale ed ex assessore regionale all’ambiente, ha riconosciuto che è il momento che le istituzioni che producono leggi risolvano la mancanza di chiarezza e i vuoti interpretativi che ci sono nella gestione dei rifiuti. Per Fratoni ci vuole un intervento anche regionale, perché la normativa sui sottoprodotti richiede di essere tarata sulle specificità dei differenti distretti produttivi e territori. Fratoni ha poi ricordato agli imprenditori l’importanza anche a loro tutela delle scelte di trasparenza di Agribios, alla luce dei rischi interpretativi che ancora esistono per i conferitori nell’applicazione della normativa dei rifiuti con riferimento al regime del sottoprodotto. Infine ha detto che Agribios «può e deve dare risposte anche al tema della chiusura virtuosa del trattamento, come diceva l’assessore Sgueglia, del ciclo dei rifiuti urbani organici». C’è del lavoro da fare sul piano normativo a livello regionale, nella cornice nazionale.

Redazione

sostenibilità verde - Képos - presidente Francesco Maccazzola

Il neo presidente dell’associazione Képos creata da Assoverde e Confagricoltura, Francesco Maccazzola, avrà due vice: Francesco Ferrini e Alberto Giuntoli.

 
«Agire concretamente per la salute e il benessere della comunità locale, diffondendo una cultura della sostenibilità ambientale attraverso la pubblicazione del Libro Bianco del Verde».
Questo lo scopo principale di Képos, la neonata associazione del terzo settore creata da Assoverde e Confagricoltura, che nei giorni scorsi ha reso noti i vertici.
Come presidente, per i prossimi quattro anni, è stato nominato l’imprenditore Francesco Maccazzola, al vertice di “Floricoltura San Donato Milanese – Grandi Trapianti”. Lo affiancheranno quali vicepresidenti Francesco Ferrini, ordinario di Arboricoltura generale dell’Università di Firenze nonché presidente del Distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia, e Alberto Giuntoli, paesaggista, presidente della Società Toscana di Orticultura e componente del Comitato nazionale per lo sviluppo del verde pubblico del Ministero dell’Ambiente. Eletti consiglieri Grazia Francescato, Carlo Gaudio, Piero Mastroberardino, Fabio Ernesto Rappo, Rosario Rasizza e Donato Rotundo.
«Con Képos – ha detto il presidente Maccazzola – intendiamo, moltiplicare l’impegno che ci siamo assunti con la pubblicazione di due edizioni del Libro Bianco del Verde, dedicandoci ancora di più a promuovere lo sviluppo della cultura ambientale e della sostenibilità». Continueremo a coinvolgere istituzioni, tecnici, professionisti e volontari per generare nuova conoscenza basata su evidenze scientifiche». 
«Il nostro obiettivo – ha aggiunto Maccazzola - è quello di proseguire in questo processo virtuoso in grado, da un lato, di far crescere la consapevolezza e l’informazione nei cittadini, dall’altro di promuovere progetti, interventi e servizi concreti per tutelare il patrimonio culturale e del paesaggio, valorizzando il verde urbano ed extra-urbano. Proponiamo un percorso di formazione universitaria e post-universitaria, iniziative turistiche di interesse sociale e culturale, in raccordo con il mondo della scuola e della formazione e le pubbliche amministrazioni».
 

Redazione

Meno CO2 e polveri sottili e più apprendimento con le piante in classe

Primi dati d’una sperimentazione in una scuola di Firenze promossa da Coldiretti Toscana, IBE-CNR, Ufficio Regionale Scolastico, Regione: in 5 mesi -20% di CO2.

In circa cinque mesi dall’avvio dei controlli sperimentali le concentrazioni di anidride carbonica (CO2), componente che causa il mal di testa e provoca un calo della concentrazione, sono calate del 20%, mentre quelle delle polveri sottili PM2,5 sono diminuite del 15%.
Questi i principali risultati di una sperimentazione condotta a Firenze da Coldiretti Toscana e dall’Istituto per la Bioeconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBE—CNR) in collaborazione con Donne Impresa Coldiretti, AFFI (Associazione Floricoltori e Fioristi Italiani) e AssoFloro nell’ambito di un protocollo siglato con l’Istituto Alberghiero Saffi e con il sostegno della Regione Toscana. Indagine che sta dimostrando quanto l’introduzione di alcune specifiche varietà di piante da interno, come la sanseveria, la chamadorea, la yucca, il ficus e la schefflera, nelle aule scolastiche dove si svolgono regolarmente le lezioni, può migliorare sensibilmente la qualità dell’aria respirata dagli studenti e rendere gli ambienti più piacevoli e rilassanti e favorire la concentrazione e dunque l’apprendimento.
La sperimentazione e i suoi risultati sono stati illustrati ieri all’Istituto Alberghiero Saffi di Firenze dal direttore di Coldiretti Toscana Angelo Corsetti, il direttore Giorgio Matteucci e Rita Baraldi e Alessandro Zaldei dell’IBE-CNR, il dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale Roberto Curtolo, Francesca Lascialfari, dirigente scolastico dell’Istituto Alberghiero Saffi, Nada Forbici, coordinatore della Consulta nazionale “Florovivaismo” di Coldiretti nonché presidente di AssoFloro, insieme a Stefania Saccardi, vice presidente e assessora all’agroalimentare della Toscana, e Alessandra Nardini, assessora regionale all’Istruzione.

«Questa sperimentazione – ha dichiarato il direttore di Coldiretti Toscana Angelo Corsetti - conferma ciò che sappiamo sulle piante, ma ci mette per la prima volta di fronte ai risultati oggettivi in un contesto ben preciso: una scuola. Le piante presenti in aula ci aiutano a ridurre i rischi per la nostra salute e favorire l’apprendimento che l’inquinamento condiziona. Vale per gli ambienti al chiuso così come per le nostre città strette nelle morse delle polveri sottili e del biossido di azoto ancora lontane dagli obiettivi della direttiva UE sulla qualità dell’aria previsti entro il 2030. La fortuna per la Toscana è il florovivaismo e quindi la possibilità di coltivare e mettere a disposizione piante da interno per combattere la sindrome dell’edificio malato e alberi per aiutarci a depurare l’aria e mitigare gli effetti della crisi climatica in una regione dove si contano appena 17,5 alberi ogni 100 abitanti ed appena 23,5 metri quadrati di verde urbano a testa. Una fortuna che Coldiretti insieme ad Affi e AssoFloro, vuole valorizzare e far conoscere per fornire alle istituzioni proposte concrete, attuabili subito, efficaci, a km zero, per vivere meglio ed in salute».
«Un progetto intelligente e anche bello esteticamente  – ha detto l’assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – Se consideriamo che la maggior parte delle nostre scuole si trova in un contesto urbano dove dunque all’aria viziata si aggiunge lo smog proveniente dall’esterno, la soluzione proposta da questa sperimentazione di Coldiretti Toscana e CNR va nella giusta direzione. Verde in classe non solo significa salute, al primo posto, ma abitua i nostri giovai studenti e studentesse a comprendere valore delle piante che, oltre ad abbellire l’ambiente e il paesaggio,  purificano l’aria, agiscono come barriere acustiche e visive, producono ossigeno, riducono l’anidride carbonica, catturano polveri, particolati e PM10 e ci aiutano anche a risparmiare energia grazie al potere rinfrescante in estate ed alla protezione dai freddi venti in inverno. Non solo, le piante hanno anche un valore economico. La perdita di un albero o di un arbusto può corrispondere ad una perdita anche in termini monetari per l’intera comunità».

Il protocollo d’intesa e le sue finalità
Oltre alle lezioni in aula e le visite nelle aziende agricole del progetto “Curiosi per Natura” che ha coinvolto nell’anno scolastico in corso oltre 20 mila studenti toscani, il protocollo d’intesa siglato da Coldiretti Toscana, IBE-CNR e Ufficio Regionale Scolastico prevedeva il monitoraggio della qualità dell’aria in alcune aule scolastiche per «dimostrare, con dati scientifici alla mano, che le piante da interno sono una soluzione green, disponibile ed economica alla cosiddetta sindrome dell’edificio malato che accomuna scuole, uffici, ospedali ed ambienti al chiuso in generale». Spazi nei quali «i nemici si chiamano formaldeide, benzene, xilene, toluene, tetracloroetilene: inquinanti che abitano insieme a noi, alcuni dei quali prodotti naturalmente dal nostro corpo, e che si trovano per esempio nella colla del pavimento, arredi e rivestimenti, vernici, fotocopiatrici, stampanti e computers».
Alla base della sperimentazione in classe c’è la stretta collaborazione tra Coldiretti Toscana e IBE-CNR che ha portato alla sottoscrizione di due convenzioni per la ricerca: una per il settore delle aziende florovivaistiche, attivata in collaborazione con AFFI e AssoFloro, e una per il settore della viticoltura, che coinvolge Vigneto Toscana, l’associazione dei viticoltori di Coldiretti.

Monitoraggio dell’inquinamento indoor e salvaguardia della salute dei giovani
I bambini sono i gruppi più colpiti dalle conseguenze dell’inquinamento indoor, si legge nel comunicato di Coldiretti Toscana, e le scuole gli ambienti dove ogni giorno 400 mila studenti nella Regione Toscana trascorrono la maggior parte del loro tempo spesso in situazioni di affollamento. Il monitoraggio ha coinvolto 4 classi dell’Istituto alberghiero fiorentino con medesime caratteristiche: in 2 sono presenti una quarantina di piante in vaso di diverse specie già riconosciute nell’ambiente scientifico come filtri naturali, in altre 2 non è invece presente alcuna pianta. Le specie utilizzate per l’allestimento sono state soprattutto piante di sansevieria, di piccole palme (Chamaedorea) e piante più grandi come schefflera, ficus e yucca. Particolare attenzione è stata posta nella disposizione delle piante all’interno delle aule-pilota sulla base non solo dell’idonea esposizione alla luce ma anche del risultato estetico finale, consci dell’importanza del verde nel creare ambienti più accoglienti e del contributo delle piante a favorire l’attenzione e la concentrazione degli alunni ma anche a ridurre stati ansiosi e di stress, contribuendo ad aumentare la qualità del servizio educativo.

I risultati
Il monitoraggio della qualità dell’aria all’interno della aule, effettuato con le nuove centraline Airqino-indoor, apparati innovativi sviluppati dal CNR IBE in collaborazione con TEA-group srl, e dotate di sensori per rilevare temperatura e umidità dell’aria, anidride carbonica (CO2), PM2,5 e composti organici volatili, hanno dimostrato che le piante hanno migliorato la qualità dell’aria riducendo di circa il 20% la concentrazione di CO2, con punte anche del 75%, e del 15% quella delle polveri sottili PM2,5. (Le polveri sottili respirabili sono estremamente dannose per la salute umana poiché, per le loro dimensioni, riescono a raggiungere anche gli alveoli polmonari). «Risultati definiti dai ricercatori – riferisce la nota di Coldiretti - ben al di sopra delle aspettative per un progetto che porta con se benefici in termini di salute, benessere psico-fisico ed apprendimento scolastico».

Redazione

Recupero scarti verdi, assemblea di Agribios: bilancio 2022 e progetti

Il 28 aprile a Vignole (Quarrata PT) assemblea dei soci e incontro con gli operatori di Agribios, cooperativa attiva nel recupero e valorizzazione degli scarti vegetali prevalentemente del Distretto vivaistico-ornamentale pistoiese. Temi affrontati: certificazione ambientale Iso 14001, progetto di ampliamento aziendale, percorso verso il “bilancio sociale”, l’impegno etico di Agribios. Infine focus sulle prospettive di estensione dei servizi al mondo non agricolo degli hobbisti e manutentori del verde con l’assessore alle politiche ambientali di Pistoia Sgueglia, la consigliera regionale Fratoni e Patrizio Mecacci (Legacoop).

Prima l’assemblea a porte aperte per l’approvazione del bilancio consuntivo 2022 e la presentazione di alcuni temi del preventivo 2023. Poi un incontro con gli operatori del vivaismo e dell’agricoltura pistoiesi ed esponenti delle istituzioni e del mondo cooperativo per illustrare i nuovi progetti già avviati o programmati e i benefici della diffusione su larga scala dei suoi servizi di recupero e valorizzazione degli scarti verdi.
Venerdì 28 aprile alle ore 17,30 a Quarrata (Pistoia), presso l’auditorium di BCC Banca Alta Toscana a Vignole (Via IV Novembre n. 108), si svolgerà l’assemblea dei soci di Agribios, cooperativa agricola pistoiese leader nel recupero e nella valorizzazione di scarti vegetali aderente a Legacoop. Un’impresa cooperativa, con 230 aziende socie al 90% vivaistiche, che nella sede di Chiesina Montalese, grazie all’impianto di triturazione e vagliatura, svolge un’attività di gestione dalla A alla Z dei residui agricoli: biomasse derivate da piante seccate o comunque morte, piante non vendibili, potature di piante prodotte nel vivaio, parti di piante, sfalci o altri residui esclusivamente vegetali, nonché i substrati vegetativi contenuti nei vasi o nelle zolle.
Subito dopo l’assemblea si svolgerà un incontro a cui sono invitati tutti gli operatori del Distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia, ma anche di altri comparti dell’agricoltura provinciale inclusa la floricoltura della Valdinievole, sulle prospettive di Agribios e sui suoi nuovi progetti, che vedono in primo piano investimenti in tecnologie, ricerca e certificazioni, a vantaggio della sostenibilità economica e ambientale del principale distretto vivaistico per la produzione di piante da esterno in Europa e di tutta l’agricoltura pistoiese.
Concluderà l’incontro un focus con esponenti delle istituzioni, quali l’assessore alle politiche ambientali di Pistoia Gabriele Sgueglia e la consigliera regionale Federica Fratoni, e del mondo cooperativo, quale Patrizio Mecacci di Legacoop Agroalimentare, sulle prospettive di un’estensione dei servizi di Agribios al mondo non agricolo degli hobbisti e dei manutentori del verde.

Programma
Approvazione del Bilancio consuntivo 2022 e temi del Bilancio preventivo 2023
-  Introduzione di Stefania Marchionni, presidente di Agribios.
- Presentazione del Bilancio 2022 e della Nota Integrativa del revisore legale Dott. Sandro Venturi
Progetto di ampliamento aziendale
- l’agronomo Federico Di Cara, consulente di Agribios, e Paolo Fedi, direttore dell’impianto, presenteranno “Il nuovo ciclo produttivo previsto nel progetto di ampliamento aziendale”
Percorso per il “bilancio sociale” e formazione
- “Sondaggio preliminare e avvio del percorso verso il bilancio sociale” Beatrice Bettini di Moca Future Designers
- “La formazione come elemento strategico per Agribios” Cristina Atzeni di Pegaso Network
L’impegno etico di Agribios illustrato dal consigliere Marco Vidotto
- “Il nostro impegno con Dynamo Camp”
- “La Festa di Badia per il nostro territorio”
- “Basket Bottegone, perché lo sport unisce e fa bene”
- “Croce Verde, perché il verde è nel nostro Dna”
Certificazione ambientale 14001
- Claudia Regazzoni (ente certificatore DNV Business Assurance Italy srl) sulla certificazione ambientale ISO 14001 ottenuta da Agribios
Prospettive di estensione del modello di Agribios
“Il modello di recupero e valorizzazione degli scarti verdi di Agribios come soluzione anche per gli sfalci e le potature di hobbisti e manutentori del verde”.
Intervengono:
- l’assessore alle politiche ambientali, ai rifiuti e al vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia
- la consigliera regionale della Toscana Federica Fratoni
- Patrizio Mecacci (Legacoop Agroalimentare Toscana)

Redazione