Il vivaista

Distretto vivaistico di Pistoia verso economia più circolare

All’assemblea del 18 maggio il presidente del Distretto Ferrini ha illustrato i progetti allo studio sul fronte della circolarità: dall’uso delle acque reflue depurate di San Colombano all’ipotesi di riciclare gli scarti di plastica. Proseguono i percorsi verso il Laboratorio di autocontrollo fitosanitario e le Comunità Energetiche Rinnovabili.

 
Un imminente studio di fattibilità sulla realizzazione di un progetto di trasporto e distribuzione nel territorio pistoiese delle acque reflue depurate provenienti dall’impianto fiorentino di San Colombano e i colloqui con un’azienda leader nella gestione integrata dei rifiuti, in vista di un possibile riciclo dei vasi e di tutti gli scarti di plastica del vivaismo pistoiese.
Sono i due principali passi avanti sul fronte dell’economia circolare presentati all’assemblea del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia del 18 maggio scorso dal presidente Francesco Ferrini, insieme a Luca Magazzini, presidente uscente dell’Associazione Vivaisti Italiani (soggetto referente del Distretto). Una seduta nel corso della quale l’assemblea distrettuale ha approvato all’unanimità la relazione di Ferrini su tutte le attività svolte nel 2022.
Come illustrato dal prof. Francesco Ferrini, lo studio di fattibilità sul trasporto delle acque reflue depurate dell’impianto di depurazione di San Colombano (Lastra a Signa) a Pistoia sarà realizzato dall’Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino Settentrionale (ex Area di bacino del fiume Arno) ed è di grande interesse per i vivaisti del Distretto, che utilizzano annualmente diversi milioni di metri cubi di acqua. Infatti, nonostante che nel vivaismo pistoiese siano ampiamente diffusi gli invasi, l’irrigazione localizzata e il recupero e riuso delle acque, negli ultimi tempi, a causa degli intensi e perduranti periodi siccitosi, si sono verificate situazioni di carenza idrica in particolar modo nella zona più a Sud-Est del Distretto. 
Queste acque reflue depurate che vengono scaricate in Arno, ha spiegato Ferrini, potrebbero aiutare le aziende vivaistiche (e non solo) a fronteggiare future crisi idriche e a ridurre l’attingimento alle falde o ai bacini sia fluviali sia lacustri. E si tratta di acque che, oltre a rientrare ampiamente nei limiti imposti dalla normativa vigente, hanno un buon potere fertilizzante, per cui consentirebbero di diminuire gli input di fertilizzanti, con potenzialità di crescita addirittura superiori grazie alla fertirrigazione continua. Lo hanno dimostrato alcune ricerche degli anni scorsi, che hanno dato buoni risultati sull’uso di questa tipologia di acque per l’irrigazione a goccia degli arbusti e degli alberi in contenitore. E va considerato, come richiamato da Ferrini, che sarebbero in abbondanza perché San Colombano riversa in Arno ogni anno circa 100 milioni di metri cubi di acque reflue depurate: di questi, circa 25/30 milioni sono necessari per ricaricare il fiume, ma gli altri 70 milioni potrebbero essere utilizzati. Ben al di sopra delle esigenze del distretto vivaistico.
Sempre sul fronte delle azioni per rendere più circolare il Distretto vivaistico pistoiese, Ferrini e Magazzini hanno riferito della visita all’impianto all’avanguardia di una azienda leader della gestione integrata dei rifiuti, dove si ricicla di tutto. Si sta valutando l’ipotesi di realizzare il riciclo degli scarti plastici del Distretto (i vasi), che secondo le stime di Magazzini ammontano a circa 500 tonnellate l’anno. 
All’insegna dell’eco-sostenibilità pure il percorso verso le Comunità Energetiche Rinnovabili a cui è stato fatto cenno nell’Assemblea. Un percorso avviato grazie al sostegno della Fondazione Caript a uno studio di fattibilità condotto da Sinloc S.p.a. proprio in queste settimane.
Ferrini ha aggiornato infine l’assemblea anche sul progetto avviato per la realizzazione del Laboratorio per l’autocontrollo fitosanitario con il supporto tecnico-scientifico di CREA Difesa e Certificazione e Accademia dei Georgofili. Un laboratorio che sarà a disposizione anche degli altri comparti agricoli e per cui si spera di poter contare anche sui prossimi bandi del PNRR.
 

Redazione

La città che respira: convegno dell’Ordine degli architetti di Firenze

Per il ciclo “Natura in città” Ordine e Fondazione architetti di Firenze organizzano il 26 maggio il convegno “La città che respira”. Lectio del prof. Ferrini.

 
Un’occasione per presentare progetti, buone pratiche e stato dell'arte della sostenibilità urbana. Un momento d’incontro, nell’ambito del percorso formativo del ciclo “Natura in città”, per stimolare i relatori a un dialogo costruttivo.
È il convegno “La città che respira” organizzato da Ordine degli architetti e Fondazione architetti di Firenze, con il patrocinio di Palazzo Vecchio e il contributo di Vivaio Guido Degl’Innocenti, venerdì 26 maggio, dalle ore 14 alle 18, presso la Palazzina Reale di piazza Stazione n. 50 a Firenze. Un appuntamento che fa parte anche della “Week for arch”, la settimana dedicata alla formazione dell'architetto e agli appassionati di architettura.
Il programma prevede, dopo i saluti di Silvia Ricceri, presidente della Fondazione Architetti Firenze, la lectio “Naturale inclinazione” di Francesco Ferrini e Anna Lambertini (Università di Firenze). Seguirà una tavola rotonda sullo “Stato dell’arte” riguardo alla sostenibilità urbana a cui interverranno l’assessore alla transizione ecologica del Comune di Firenze Andrea Giorgio, Francesco Alberti di INU Toscana, il presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza
Seguiranno “SOS4Life. Linee guida per la rigenerazione degli spazi pubblici in chiave nature-based” dell’architetta Elena Farnè e l’urbanista Luisa Ravanello; “CITYAdaP3” di Susanna Ferrari Bergomi (Comune di Reggio Emilia); “HAUS 2226” di Giulia Maria D'Arco e Brunello Favilla (Baumschlager Eberle Architekten); e “Agritettura” di Mariantonietta Del Sole, Comm. DAS Ordine Architetti Firenze.
L’evento è gratuito, con iscrizioni aperte fino ad esaurimento posti.
Valido per il rilascio di 4 CFP per architetti frequentando l'incontro per l'intera durata.
Registrazione qua. 
 

Redazione

vivaista Roberto Chiti - Pistoia GEA

Il 26 maggio Cia Toscana Centro commemora presso GEA il vivaista Roberto Chiti. Nel suo nome premio per tesi di laurea, sala e targa nella sede di Cia Pistoia.

 
Una manifestazione commemorativa per il vivaista pistoiese Roberto Chiti, a lungo alla guida del Gie (Gruppo di interesse economico) nazionale “Vivaismo” di Cia Agricoltori italiani e prematuramente scomparso per un male incurabile il 25 agosto 2020 (vedi qui e qui). La organizza Cia Toscana Centro (Firenze – Pistoia – Prato) venerdì 26 maggio mattina a Pistoia. 
Alle ore 11 presso GEA - Green Economy and Agriculture (via Ciliegiole 99) si terrà un incontro con autorità cittadine ed esponenti di punta del Distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia, dell’Università di Firenze e di Cia nel corso del quale verrà presentato il premio dedicato a Roberto Chiti per la migliore tesi di laurea sul vivaismo. Premio promosso da Cia Toscana Centro in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’Università degli Studi di Firenze. Interverranno Giovanni Palchetti, presidente di GEA, il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, il sindaco di Serravalle Pistoiese Piero Lunardi, il direttore del DAGRI Simone Orlandini, il presidente del Distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia Francesco Ferrini, i presidenti di Cia Toscana Centro Sandro Orlandini, di Cia regionale Valentino Berni e di Cia nazionale Cristiano Fini.
Subito dopo, intorno alle 12,30, la commemorazione proseguirà nella sede pistoiese di Cia Toscana Centro, in via Fermi 1/a, dove verrà intitolata a Roberto Chiti la sala della presidenza e verrà scoperta una targa realizzata in suo nome.
 

Redazione 

Giardini secondo natura – progettare la sostenibilità

Il 6 maggio a Pistoia presso Mati 1909 convegno sui “Giardini secondo natura”: progettati in base a performance ambientali e biodiversità. Gratis ma iscriversi.

È prevista anche una relazione del presidente del Distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia Francesco Ferrini sul binomio “vivaismo e sostenibilità ambientale” al convegno “Giardini secondo natura – progettare la sostenibilità” in programma sabato 6 maggio mattina alle ore 10 nell’ambito della due giorni su verde e sostenibilità dell’Accademia Italiana del Giardino, in calendario domani e dopodomani presso Mati 1909 (via Bonellina 46, Pistoia).
Il convegno, solo in presenza e gratuito, è una sorta di «viaggio [aperto a tutti] attraverso la conoscenza dell’ecologia applicata al mondo dell’architettura dei giardini», per usare le parole degli organizzatori. Un incontro con esperti di primo livello che illustreranno «come progettare i giardini in base non solo all’estetica e alla funzionalità, ma soprattutto in base alle performance ambientali delle piante e alla biodiversità», anche in relazione alla crisi climatica. Saranno trattati anche «temi come la rigenerazione urbana e i modelli di giardini sostenibili». E al termine del convegno si potranno visitare i giardini dimostrativi del Centro Mati 1909 e il prototipo Plant Care 4.0: un modello in grado di raccogliere, organizzare ed elaborare grandi quantità di dati da varie fonti informative e da un sistema di monitoraggio da installare nello spazio verde.
Chi decide di fare l'iscrizione al convegno - condizione necessaria per partecipare – potrà, come spiegano gli organizzatori, «comprendere come è possibile progettare giardini ad alta performance ambientale, unendo estetica, funzionalità ed etica», «approfondire il concetto di performance ambientale e perché è importante» e «conoscere il progetto Plant Care 4.0 e la sua innovativa tecnologia».
Agli architetti partecipanti saranno riconosciuti 3 crediti formativi professionali (cfp). Sono riconosciuti cfp anche agli iscritti all’Ordine dei dottori agronomi e forestali e al Collegio dei periti agrari.
Per iscriversi inviare un messaggio Whatsapp al numero 342 8110640 oppure una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Programma
- ore 9,30 Apertura lavori di Irene Cecchi (Ufficio marketing Mati 1909)
- ore 10,00 “Sostenibilità e performance ambientali applicate ai giardini” Per. Agr. Francesco Mati (Mati 1909)
- ore 10,20 “Vivaismo e sostenibilità ambientale: binomio possibile? Sì… e allora come?” Prof. Francesco Ferrini, ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Firenze e presidente del Distretto Vivaistico-Ornamentale di Pistoia
- ore 10,40 “Progettare per i servizi ecosistemici” Dott. Agronomo Massimiliano Alessandro Cecchetto
- ore 11,00 “Da Babilonia a Forest City. Il cammino della sostenibilità urbana” Dott. Architetto Alessandro Marata
- ore 11,20 “La sostenibilità attraverso i modelli di giardino di Mati 1909” Dott.ssa Martina Frizzi, architetto paesaggista (Mati 1909)
- ore 11,40 “Tecnologia e sostenibilità: il progetto Plant Care 4.0” Dr. Federico Di Cara (Mati 1909), Dott.ssa Sonia Cacini (CREA di Pescia), Dr. Piero Battista (CNR – IBE), Ing. Alessandro Ruggeri (Tesecom)
- ore 12,10 Conclusioni di Andrea Mati (Mati 1909)
- ore 12,20-13 Visita ai giardini dimostrativi e al prototipo Plant Care 4.0.

Redazione

Nuove tecnologie per l’innovazione genetica e il vivaismo

Il 3 maggio al Salone del vivaismo di Macfrut incontro con De Castro e Catalano di CIVI-Italia sulle nuove tecnologie per l’innovazione genetica e il vivaismo.

 
In una fase difficile per le filiere frutticole nazionali, alle prese con problemi quali cambiamento climatico, carenza idrica e patogeni alieni, è sempre più necessario disporre di nuovi genotipi: nuovi materiali genetici per consentire agli agricoltori e in particolare ai frutticoltori di continuare a produrre quantità adeguate di produzioni di qualità in maniera ecosostenibile.
È la questione che sarà al centro della tavola rotonda “Nuove tecnologie a servizio dell’innovazione genetica e del comparto vivaistico” in programma domani mercoledì 3 maggio alle ore 13 al “Salone del vivaismo e dell’innovazione varietale” della 40esima edizione di Macfrut: la fiera internazionale dell’ortofrutta in calendario dal 3 al 5 maggio al Rimini Expo Centre.  
A coordinare l’incontro sarà Luigi Catalano, direttore di CIVI-Italia, organismo interprofessionale italiano che opera da oltre 30 anni per la qualificazione delle produzioni vivaistiche nazionali e che associa il 95% del vivaismo organizzato delle piante da frutto e vite, che così ha introdotto nei giorni scorsi la tavola rotonda: «le nuove tecniche di miglioramento genetico meritano l’attenzione del legislatore affinché siano permesse ed applicate in un quadro normativo che da una parte tuteli ambiente e consumatori, e dall’altro consenta di produrre in maniera sostenibile in uno scenario complesso che vede, per il raggiungimento dei traguardi previsti dal Green Deal, la forte riduzione dei mezzi della produzione da parte degli agricoltori». «Lo sdoganamento delle nuove tecniche di miglioramento genetico – ha detto Catalano - permetterebbe di ridurre i tempi per l’ottenimento di nuove varietà nell’ambito dei programmi privati di breeding che oggi vedono lo sviluppo da parte dei maggiori gruppi vivaistici nazionali associati al consorzio, rispetto a quanto avveniva in passato, quando queste attività erano quasi esclusivamente condotte da organismi pubblici».
Alla tavola rotonda interverrà anche Paolo De Castro, membro della commissione Agricoltura del Parlamento dell’Unione Europea. Il già ministro delle politiche agricole auspica un approccio pragmatico e realista per far fronte alla sfida della transizione ecologica lanciata in Europa con il New Green Deal. «Sull'innovazione genetica e l'uso delle Tecniche di evoluzione assistita, le cosiddette Tea, - ha detto qualche giorno fa De Castro - serve un approccio pragmatico e realista che rimetta al centro i nostri agricoltori. Per questo la Commissione Europea deve intervenire al più presto con un provvedimento di legge che le autorizzi». «Le nuove biotecnologie, come la Cisgenesi e il Genome Editing – ha continuato De Castro - sono conosciute da almeno vent'anni e sono state ampiamente validate dalla comunità scientifica internazionale, ma di fatto non sono ancora applicabili in campo perché manca una legge europea. In linea di principio siamo tutti d'accordo sulla necessità di tutelare l'ambiente con un'agricoltura più sostenibile. Ma chi opera nel settore deve poter disporre di tecnologie alternative alla chimica per poter garantire la difesa delle colture e una adeguata produzione di materie prime agricole». «Intanto – ha anticipato De Castro - come obiettivo intermedio stiamo puntando a strappare l'esame di una proposta di regolamento in materia, attualmente all'esame della commissione Ambiente, per approvarla nella sede che riteniamo più competente dell'Agricoltura. L'obiettivo è rinsaldare il “patto” con i consumatori per garantire una filiera più verde e meno impattante sui terreni e sulla salute dei consumatori».
L'elenco dei relatori può essere letto qua.
 

Redazione

riuso di scarti vegetali nel distretto vivaistico pistoiese con Agribios

Approvato il bilancio consuntivo 2022 dall’assemblea della cooperativa agricola di Chiesina Montalese (PT) Agribios, che nel 2022 ha superato 1 milione e 400 mila euro di fatturato e continua a crescere allo stesso passo nei primi mesi del 2023. Avviato l’ampliamento della sede per consentire lo stoccaggio degli scarti ricevuti e trattati (saliti del 24%). Ricevuta la certificazione ambientale ISO 14001 dall’ente terzo norvegese DNV e iniziato il percorso verso il “bilancio sociale” con Pegaso Network e MoCa Future Designers (spin off dell’Università di Firenze). Mecacci di Legacoop chiede al Distretto vivaistico un maggiore sostegno alla capitalizzazione di Agribios. Dall’assessore comunale di Pistoia Sgueglia e dalla consigliera regionale Fratoni il sostegno alla prospettiva allo studio di ampliare il servizio di Agribios agli scarti vegetali del verde pubblico e del mondo privato non agricolo.   

 
«Il consuntivo del 2022 conferma che il ritmo di crescita della nostra attività è intatto, segno che i vivaisti del distretto pistoiese, che rappresentano circa il 90% dei nostri conferimenti, apprezzano il nostro lavoro di valorizzazione degli scarti agricoli e questo ci gratifica. Ma abbiamo dovuto fare molti investimenti per stare dietro alla crescita della domanda del nostro servizio e per garantire gli standard di qualità, sostenibilità e trasparenza richiesti in questo comparto oggi. E altri ne dovremo fare, in questo caso con il supporto pubblico, qualora si concretizzassero le prospettive di estendere (e adattare) il servizio agli scarti vegetali fuori dal settore agricolo».
È quanto dichiara all’indomani dell’assemblea dei soci Stefania Marchionni, presidente di Agribios, cooperativa agricola di Chiesina Montalese (Pistoia) aderente a Legacoop che recupera e valorizza gli scarti verdi di aziende agricole prevalentemente del Distretto vivaistico-ornamentale pistoiese e conta adesso oltre 230 soci. Un’assemblea a porte aperte e in diretta Facebook nel corso della quale è stato approvato il bilancio consuntivo del 2022, è stata aumentata la quota associativa una tantum per i nuovi soci a 100 € e sono stati presentati i passi avanti compiuti da Agribios sul fronte della qualità dell’attività e dei servizi offerti.
Come illustrato dal commercialista Sandro Venturi, consulente di Agribios, il conto economico del 2022 ha registrato una forte crescita dei ricavi, pari a oltre il +34% rispetto al 2021: da 1 milione e 60 mila dell’anno scorso a 1 milione e 426 mila euro del 2022. Una crescita che fa seguito all’incremento di ricavi del 39% che c’era stato l’anno precedente rispetto al 2020. Specularmente c’è stato un aumento dei costi della produzione, che sono passati 1 milione e 2 mila euro del 2021 a 1 milione e 324 mila del 2022. A rendere possibile questa crescita anche gli investimenti che tra il 2020 e il 2022, ha detto Venturi, si sono attestati intorno a 400 mila euro. L’utile del 2022, accantonato a riserva, è stato di oltre 70 mila euro (+88% sul 2021), mentre il patrimonio netto è passato da 208 mila euro del 2020 ai 323 mila di fine 2022. 
A questa crescita di fatturato, ha spiegato a margine dell’assemblea il direttore dell’impianto di Agribios Paolo Fedi, corrisponde un aumento della quantità di materiale ricevuto e sottoposto a lavorazione: passato da 30.500 metri cubi del 2021 a 37.830 del 2022, con una crescita di circa il 24%. Fedi ha spiegato anche che il trend di crescita sta proseguendo allo stesso ritmo nel 2023. Lo si evince dai numeri dei cassoni movimentati, saliti nei primi 4 mesi del 2023 a 330 da 265 che erano stati nel periodo corrispondente del 2022.
Passando alla presentazione dell’attività di Agribios, il consulente Federico Di Cara ha ricordato che il suo servizio principale è «valorizzare lo scarto verde e dargli una seconda vita recuperando tutti quelli che sono gli elementi della pianta: dal materiale legnoso ai substrati colturali fino al materiale inerte che è contenuto nei vasi [pomice, ndr]». Ciò attraverso un processo che «consiste nella separazione dei vari elementi che compongono lo scarto verde». Prima viene valutata l’idoneità del materiale in arrivo, poi avviene la separazione e il terriccio viene recuperato come ammendante per l’agricoltura, la pomice viene riusata nel comparto del vivaismo per i vasi e il legno di varie pezzature come biomassa ad uso energetico. «Oggi – ha aggiunto Di Cara - la principale attività è circoscritta su circa 3500 metri quadri, ma si sta procedendo all’ampliamento: i terreni limitrofi sono stati acquisiti, anche se uno è ancora in fase di contrattualizzazione, per dare la possibilità alla cooperativa di lavorare al meglio e di ampliare il servizio». C’è infatti bisogno di spazio per stoccare le quantità di materiale sempre maggiori conferite ad Agribios. Di Cara ha infine spiegato che si sta studiando «la possibilità di gestire lo scarto verde che viene dalla gestione del verde pubblico in particolare e dal verde privato». 
Il direttore dell’impianto Paolo Fedi ha confermato quanto detto da Di Cara e sottolineato che «la maggior parte degli investimenti annunciati nell’assemblea del 2022 per acquistare terreni e macchinari e adeguare i terreni sono stati realizzati». E sull’ampliamento della sede, ha detto, «a giorni dovremo avere la possibilità di incominciare a fare i piazzali o almeno in parte perché le burocrazie urbanistiche richiedono molto tempo». «È chiaro – ha detto Fedi - che la strada è ancora lunga, perché intercettiamo solo una piccola parte dei prodotti locali e quindi c’è ancora molto da fare. Il nostro impegno è riuscire sempre più a reimpiegare questi materiali del vivaismo della nostra provincia». Tuttavia «stiamo valutando anche la possibilità di mettere in campo qualche azione per poter valorizzare e recuperare gli sfalci e ramaglie provenienti non dal mondo agricolo. È una cosa che ci è stata caldeggiata, perché manca. Ma è difficile da interpretare sul piano normativo. Però la stiamo studiando e se va bene sarà sviluppata insieme a Comune e Regione Toscana».
Durante l’incontro Franca Ballaben e Claudia Regazzoni dell’ente di certificazione indipendente norvegese DNV hanno consegnato alla presidente di Agribios Stefania Marchionni il certificato di conformità alla norma ISO 14001 riguardante il sistema di gestione ambientale. Una certificazione, appena ottenuta da Agribios, che garantisce il rispetto di tutta una serie di requisiti di gestione ambientale. E che dovrà essere confermata da Agribios ogni anno. 
Inoltre Cristina Atzeni di Pegaso Network e Beatrice Bettini, vice presidente di Moca Future Designers, una società cooperativa sociale nata come spin off dell’Università di Firenze, hanno illustrato il percorso intrapreso da Agribios per arrivare al “bilancio sociale” 2022. Meta che dovrebbe essere raggiunta entro fine 2023. Alla base di tutto, come specificato da Cristina Atzeni, un progetto strategico finanziato da Fon.Coop, il fondo di Legacoop per la formazione professionale continua delle imprese cooperative. Come sottolineato da Beatrice Bettini, la realizzazione di un bilancio sociale in una cooperativa agricola è un evento raro e testimonia una volontà di innovazione, piena conformità alle normative e trasparenza che dovrebbe pagare anche in termini di fiducia degli stakeholders (le parti interessate). 
Dopo aver rimarcato l’importanza dei trend di crescita di Agribios e della scelta del bilancio sociale, Patrizio Mecacci di Legacoop Agroalimentare Toscana ha ricordato il sostegno di Legacoop alla risoluzione di tutte le problematiche che questa cooperativa «ibrida» ha dovuto e deve affrontare nel suo sviluppo e si è messo a disposizione anche per ragionare su come eventualmente realizzare l’estensione dei servizi di Agribios fuori dal perimetro dell’agricoltura. Ma poi ha fatto un appello ai vivaisti del Distretto pistoiese a un maggiore sforzo per contribuire alla capitalizzazione di Agribios, «che resta piuttosto bassa». Altrettanto importante per Mecacci è l’allargamento della base associativa di Agribios, in modo da farla diventare ancora «più cooperativa». 
L’assessore alle politiche ambientali, i rifiuti e il vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia ha detto che Agribios è un «esempio assolutamente positivo» di economia circolare che può diventare il fiore all’occhiello del territorio pistoiese ed è una conferma dell’incapacità del settore pubblico di stare al passo con il grado d’innovazione del settore privato. Sgueglia ha ricordato che con il sindaco di Pistoia Tomasi hanno avviato da qualche mese un’interlocuzione con Agribios e hanno informato anche Alia di questa realtà, perché con le opportune condizioni normative potrebbe rappresentare una soluzione alla gestione degli scarti verdi non agricoli nel territorio pistoiese.
Anche Federica Fratoni, consigliera regionale ed ex assessore regionale all’ambiente, ha riconosciuto che è il momento che le istituzioni che producono leggi risolvano la mancanza di chiarezza e i vuoti interpretativi che ci sono nella gestione dei rifiuti. Per Fratoni ci vuole un intervento anche regionale, perché la normativa sui sottoprodotti richiede di essere tarata sulle specificità dei differenti distretti produttivi e territori. Fratoni ha poi ricordato agli imprenditori l’importanza anche a loro tutela delle scelte di trasparenza di Agribios, alla luce dei rischi interpretativi che ancora esistono per i conferitori nell’applicazione della normativa dei rifiuti con riferimento al regime del sottoprodotto. Infine ha detto che Agribios «può e deve dare risposte anche al tema della chiusura virtuosa del trattamento, come diceva l’assessore Sgueglia, del ciclo dei rifiuti urbani organici». C’è del lavoro da fare sul piano normativo a livello regionale, nella cornice nazionale.

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