Il vivaista

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Al convegno del 27 ottobre a Pistoia dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI) presentate tutte le iniziative avviate per la transizione ecologica e la salute delle piante: dall’imminente realizzazione dell’edificio del Laboratorio di Autocontrollo Fitosanitario al progetto dei vasi di plastica riciclati con Revet, che si aggiungerà al recupero degli scarti verdi di Agribios ampliando la circolarità del Distretto. Con occhio vigile sulle esigenze di mercato in una fase in cui si registra nel 1° semestre 2023 un -1,9% del valore dell’export (fonte Monitor distretti di Intesa Sanpaolo). Accolta con interesse dall’assessora regionale Saccardi la proposta del presidente di Avi Michelucci di un allestimento di piante pistoiesi nel padiglione del vino toscano al prossimo Vinitaly. L’assessore comunale Sgueglia ha preannunciato una visita del ministro dell’agricoltura Lollobrigida a Pistoia in quanto capitale del vivaismo nazionale. 

 
La presentazione del progetto “Da vaso a vaso” di Revet, che consentirà di usare ai vivaisti pistoiesi vasi di plastica riciclata ottenuti dagli scarti dei vasi utilizzati nel Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia. La proposta del presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani Alessandro Michelucci, accolta con interesse dall’assessora regionale all’agroalimentare Stefania Saccardi, di un allestimento con piante ornamentali del Distretto nel padiglione della Regione Toscana a Vinitaly. E l’annuncio dell’assessore al vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia di una visita del ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida nella capitale italiana del vivaismo.
Queste le tre novità emerse al convegno “Vivaismo e competitività: quali i fattori chiave della sostenibilità economica e ambientale?” organizzato venerdì 27 ottobre al palazzo comunale di Pistoia dall’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), soggetto referente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia, in occasione della sua consueta “Serata del vivaismo”. Incontro a cui hanno partecipato numerosi esponenti della filiera vivaistica pistoiese e delle associazioni agricole e rappresentanti delle istituzioni e in cui si è fatto il punto anche sullo stato di altre iniziative avviate da AVI e Distretto sulla via della transizione ecologica, sia sul fronte dell’economia circolare che riguardo ad altri aspetti della sostenibilità ambientale ed economica. 
A cominciare dal “Laboratorio di Autocontrollo Fitosanitario” per garantire la salute delle piante che arrivano e partono dal Distretto, del quale si farà carico una società con quota maggioritaria di AVI e partecipazione unitaria di tutte le associazioni agricole (Cia, Coldiretti, Confagricoltura) e di cui verrà a breve realizzata la sede presso GEA a Pistoia, grazie al sostegno della Fondazione Caript. Ma poi anche sul progetto di “acquedotto verde” che consentirebbe di utilizzare nei vivai di Pistoia le acque reflue depurate dell’impianto di San Colombano e sull’ampliamento dell’attività di riuso degli scarti agricoli dei vivaisti da parte della cooperativa Agribios, che potrebbe occuparsi anche degli scarti verdi urbani.Ferrini_ok.jpg Un Distretto molto attivo dunque sull’innovazione eco-sostenibile, che, come affermato dal suo presidente, prof. Francesco Ferrini, ha intrapreso e sta percorrendo la strada «verso la totale sostenibilità delle produzioni vivaistiche: una sostenibilità a tutto tondo, che riguarda i vasi, che riguarda le piante, che riguarda i fertilizzanti, che riguarda i substrati e che riguarda anche l’utilizzo dell’acqua per l’irrigazione».
Sul piano economico-commerciale il Distretto, come confermato dai recenti dati sull’export del Monitor dei distretti di Intesa Sanpaolo, sta reggendo abbastanza bene in un contesto reso difficile dalle problematiche geopolitiche, tanto che «dopo un’evoluzione positiva delle esportazioni nel 2020 (+7,6%) e il boom registrato nel 2021 (+37,2%) ha leggermente ripiegato nel 2022 (-8,2%), ma i valori esportati, oltre 360 milioni di euro, sono superiori di oltre il 35% rispetto ai valori del 2019» e il calo nel 1° semestre del 2023 è stato di solo -1,9% rispetto allo stesso periodo del 2022. Valori in euro che comunque, per effetto dell’inflazione, segnalano un calo ancora maggiore delle quantità di piante esportate, sia pure tutto sommato contenuto in un contesto internazionale come quello attuale. E un riflesso delle problematiche geopolitiche si è avuto anche nei dati delle certificazioni fitosanitarie presentati dal responsabile della sede di Pistoia del Servizio Fitosanitario Regionale Paolo Marseglia, che ha spiegato che, anche se le attività di controllo sono in continuo aumento, si è registrato un calo delle certificazioni di piante per l’export verso Paesi terzi (fuori Unione Europea) di circa il 20% nel 2022 rispetto all’anno precedente, livello che dovrebbe confermarsi nel 2023, stando ai dati fino al 31 agosto. 
1 silvia scaramuzziMa il vivaismo è solido, come ribadito anche dalla prof. Silvia Scaramuzzi dell’Università di Firenze, ed è grazie alla produzione vivaistica (piante vive) se la bilancia commerciale del florovivaismo italiano (saldo export-import) è positiva, nonostante il recente aumento delle importazioni, perché nella floricoltura il saldo è negativo. Tuttavia, per Scaramuzzi, non va sottovalutata la concorrenza e la necessità di restare competitivi: «la competizione è globale e sempre più intensa e questo fa sì che ci siano nuovi competitor che sono paesi che sono solo produttori e che mirano proprio a erodere quote di mercato ad altri paesi e la competizione si fa anche con quei paesi che sono sia produttori che consumatori. Quindi abbiamo una competizione sempre più spinta in cui sempre bisogna sostenere, attraverso adeguate strategie di marketing, il ruolo che Pistoia, l’Italia e l’Europa hanno a livello internazionale».
«Il distretto vivaistico – ha sottolineato la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi saccardi- produce circa il 30% del valore della produzione agricola della nostra Regione, quindi è un distretto fondamentale. Ed è un distretto che periodicamente ha l’abitudine di misurarsi con le sfide del futuro e che ha retto la competizione nazionale e internazionale anche durante il periodo del Covid. Oggi abbiamo la nuova sfida della sostenibilità, che è la grande sfida che deve riuscire a coniugare la competitività con l’attenzione all’ambiente e alla salute dei cittadini. Queste sono le due frontiere verso le quali, anche con risorse della Regione Toscana, tramite la programmazione dell’agricoltura, bisogna accompagnare e sostenere il Distretto vivaistico».
gabriele sgueliaSulla stessa linea l’assessore al vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia: «c’è un rinnovato entusiasmo nel mondo del vivaismo, che si interroga sempre di più sulla sostenibilità ambientale ed economica del comparto e lo fa con delle azioni strategiche importanti, a partire dal Laboratorio fitosanitario che è in procinto di essere costruito, ma anche con le strategie di concerto con Comune e Regione, per esempio per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico del settore, che è fondamentale, e sulla gestione circolare dei rifiuti, su cui stiamo lavorando con il gestore spalla a spalla». E sul problema di conciliare sostenibilità ambientale e sostenibilità economica afferma: «il settore pubblico deve creare le condizioni per realizzare le infrastrutture strategiche necessarie al comparto per essere circolare e sostenibile sia economicamente che dal punto di vista ambientale. Ma se il pubblico fa questo, poi il comparto è pronto».
E, come evidenziato dalla relazione di Massimiliano Ulivi, Area Toscana Umbria Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo, esistono anche altre forme di aiuto alle aziende agricole su tale fronte. Ad esempio «Intesa Sanpaolo – ha affermato Ulivi - è impegnata nel premiare quelle realtà in grado di ridefinire le strategie d'impresa in chiave di innovazione e sostenibilità, mettendo a disposizione il supporto finanziario necessario ad investimenti con connotazione ESG, in coerenza con le iniziative del PNRR e di Motore Italia Transizione Energetica. Un sostegno, offerto fino ad oggi a oltre duemila imprese del comparto per accedere ai bandi agevolati tra cui quelli relativi al PNRR, che è centrale anche per riconoscere, come nel caso del settore florovivaistico, il valore di perseguire una crescita virtuosa capace di coniugare la ricerca con il rispetto dell’ambiente e delle risorse».
A proposito di tutela ambientale, Alessia Scappini, amministratore delegato di Revet, la società a capitale prevalente pubblico e con socio di maggioranza Alia spa che gestisce e valorizza tutte le raccolte differenziate degli imballaggi della Toscana, ci ha spiegato l’iniziativa “Da vaso a vaso”: un progetto che «ha l’ambizione di essere un unicuum al mondo ed è basato sulla volontà del vivaismo di costruire una filiera circolare chiusa tutta sul territorio pistoiese». «Ad oggi la Revet – ha spiegato Alessia Scappini - ha già un’attività con cui ricicla tutti gli imballaggi di plastica post consumo, quindi quelli della raccolta differenziata dei cittadini, e su una selezione di plastiche miste realizza un granulo che serve al vivaismo. Dall’altra parte il vivaismo produce una serie di scarti dei vasi che servono alle proprie produzioni. Oggi siamo arrivati a un punto, facendo delle prove sperimentali, che hanno comprovato il fatto che possiamo introdurre, tramite ulteriori macchinari di bonifica, questo scarto del vaso all’interno della nostra filiera. Quindi da vaso riprodurre un nuovo vaso, ma un nuovo vaso che si porta dietro un significato enorme: realizzare una filiera circolare tutta territoriale e abbattere enormemente l’impatto ambientale misurabile nell’impronta carbonica. Lo scarto vivaistico non andrebbe più a smaltimento a recupero energetico, ma servirebbe per riprodurre un prodotto che è utilizzato dal vivaismo stesso». A che punto siamo di questo progetto e quali le prossime tappe? «Dovrà essere fatto un protocollo di rete d’impresa – spiega Scappini - perché chiaramente gli attori che realizzano questo progetto non si limitano a Revet, ma sono anche l’Associazione Vivaisti, il Distretto, i produttori di vasi, la rete commerciale. Sono tutti attori che devono far parte di questa filiera. Abbiamo fatto le prove sperimentali, ora vogliamo realizzare una logistica sul territorio che permetta di intercettare questi scarti dei vasi e implementare questa linea dell’impianto di Pontedera».
Marco Vidotto, consigliere di Agribios, facendo il punto sullo stato dell’arte della cooperativa attiva nel riuso degli scarti agricoli dei vivai pistoiesi, ha sottolineato che l’attività è «cresciuta in maniera esponenziale nel giro di 6 anni. Questo a dimostrazione del fatto che i nostri servizi per l’economia circolare del comparto vivaistico pistoiese hanno grande utilità» e consentono di trasformare quella che era una voce di costo per i vivaisti per il potenziale impatto ambientale in «un’economia di sfruttamento a impatto ambientale zero, perché noi applichiamo l’economia circolare in tutto il suo insieme». Il prossimo step di Agribios, ha spiegato Vidotto, è «ampliare l’impianto grazie alla collaborazione con l’amministrazione comunale e la Regione Toscana in modo da avere la possibilità di introiettare anche gli scarti provenienti da altre situazioni e non soltanto dalla parte privatistica ma anche per la parte pubblica».
Un parere favorevole al progetto di “acquedotto verde” per portare nei vivai di Pistoia le acque reflue depurate di San Colombano è venuto dal presidente del Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno, Marco Bottino, che presiede anche Anbi Toscana, l’associazione dei consorzi. «Penso che sia una questione di civiltà – ha detto al Vivaista - ma credo anche che l’interesse del mondo del vivaismo sia quello di darsi un futuro fatto di sostenibilità. Noi sappiamo quanto la sostenibilità ambientale poi pesi anche in termini economici nell’acquisto e nella vendita di prodotti». Il suo Consorzio sarà coinvolto nel "progetto acque reflue”? «Noi siamo disponibili a dare una mano sia in senso progettuale che nel senso della gestione degli impianti» ha risposto Bottino, che ha anche avanzato una proposta ai vivaisti pistoiesi: «secondo me, con i cambiamenti climatici, potrebbe non bastare il progetto acque reflue. Connotarsi anche dal punto di vista dell’autoapprovvigionamento dell’acqua attraverso mini invasi o luoghi di accumulo dell’acqua può essere importante per i vivaisti in futuro. Soprattutto in un territorio come Pistoia dove grandi spazi non ce ne sono e dove ovviamente sviluppare progetti multifunzionali che accumulano l’acqua quando ce n’è troppa, la rilasciano quando è poca è un valore molto importante: tutela dalle alluvioni e consente un’irrigazione di qualità». «Noi – ha aggiunto - siamo disponibili ad ascoltare il mondo del vivaismo se ha delle idee in merito a vasche di accumulo o a procedimenti di auto contenimento, disponibili a dare una mano sia dal punto di vista progettuale che dello sviluppo dei progetti».
michelucciTirando le somme del convegno, il presidente di AVI Alessandro Michelucci afferma che «il punto chiave è l’eco-sostenibilità, ma con un occhio anche all’economia. Nel senso che si deve insistere sulla transizione ecologica, e noi siamo un distretto molto avanzato sulla compatibilità ambientale, forse il primo in Europa, perché la stiamo affrontando da tutti i punti di vista dell’economia circolare: dal riuso degli scarti agricoli fino a questo nuovo progetto della Revet sui vasi di plastica riciclati. Ma tutto ciò va fatto guardando sempre al prodotto sui mercati, perché ci si scontra anche con competitor che non tengono conto come noi di eco-sostenibilità e prevenzione fitosanitaria». 
E fondamentale sul piano anche della competitività di mercato, per Michelucci, sarà proprio il Laboratorio di Autocontrollo Fitosanitario. Il cui progetto, come ci ha spiegato l’accademico dei Georgofili Riccardo Russu, ex direttore del Servizio Fitosanitario della Regione Toscana, continuerà ad avvalersi del supporto scientifico dell’Accademia dei Georgofili tramite il protocollo d’intesa che è stato sottoscritto da Associazione Vivaisti e Accademia. L’Accademia dei Georgofili interloquirà anche con il CREA, in particolare per quanto riguarda la formazione del personale di cui dovrà dotarsi il Laboratorio. Perché, come sottolineato da Russu, «dovrà esserci un direttore e dei tecnici di laboratorio e un amministrativo» ed è «importante avere le figure giuste da mettere lì». Infine, prima di iniziare l’attività, sarà necessario avere l’autorizzazione del Servizio Fitosanitario Regionale. 
Con riferimento alla realizzazione del Laboratorio di Autocontrollo, è stata invitata venerdì a Pistoia, per illustrare l’esperienza del Laboratorio Fitosanitario della Regione Lombardia, attivo anche nelle analisi su richiesta dei vivai privati oltre che nei controlli ufficiali, la responsabile della qualità e dell’Area batteriologia Francesca Gaffuri, che ha fatto sapere che le richieste di analisi dai vivai sono in un trend di crescita dal 2020 ad oggi nel loro laboratorio. «Abbiamo appreso come opera questo Laboratorio che può offrire buoni spunti per quello che si realizzerà a Pistoia – ha commentato Michelucci – e, visto che loro ci dicono di essere sempre oberati di lavoro, auspichiamo che questo possa accadere anche a Pistoia. Il Laboratorio dovrebbe diventare un interlocutore fisso per tutti i vivaisti e ogni lotto di piante, prima di essere venduto, andrà fatto analizzare lì, così ci sarà una garanzia di piante sane e un elemento competitivo in più. E anche le piante in arrivo dovranno passare da qui». 
Ma il Laboratorio di Autocontrollo, a cui partecipano unitariamente i vivaisti pistoiesi di tutte le associazioni di categoria agricole, è per Michelucci anche «un ottimo esempio di quella coesione e unità che, insieme alla qualità dei prodotti e dei servizi ad essi associati e alla tempestività garantita da una buona organizzazione logistica, può aiutare il vivaismo pistoiese a mantenere intatta la propria leadership europea».
 

Redazione

Sabato scorso, all’età di 78 anni, è venuto a mancare Giancarlo Bartolini, vivaista di spicco del distretto pistoiese e di tutto il comparto a livello nazionale.
Il presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI) Alessandro Michelucci, soggetto referente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, esprime il proprio cordoglio, a nome di tutta l’associazione, e porge sentite condoglianze alla famiglia e in particolare ai figli Massimo e Maurizio, soci di primo piano di AVI.
«Sotto la guida di Giancarlo – afferma Michelucci – Vivai Bartolini ha sviluppato la propria gamma accostando la produzione in contenitore a quella in pieno campo e ha saputo andare incontro alle esigenze di un mercato in continua evoluzione». 
«L’ho conosciuto come persona di vecchio stampo – aggiunge il presidente di AVI – quando una parola data o una stretta di mano avevano il valore di uno scritto. Il ricordo di Giancarlo resterà vivo e indelebile nei cuori di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di lavorare al suo fianco».

Redazione
competitività del vivaismo fra sostenibilità ambientale ed economica

Il 27 ottobre al Palazzo Comunale di Pistoia la “Serata del vivaismo 2023” organizzata dall’Associazione Vivaisti Italiani (soggetto referente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia): evento riservato agli operatori del comparto. In apertura, dopo l’introduzione dei presidenti di AVI Michelucci e del Distretto Ferrini, gli interventi dell’assessora regionale all’agricoltura Saccardi, dell’assessore comunale al vivaismo Sgueglia e di docenti universitari, economisti e responsabili di servizi fitosanitari. Le testimonianze di due aziende leader dell’economia circolare in Toscana: Revet e Agribios.

“Vivaismo e competitività: quali i fattori chiave della sostenibilità economica e ambientale?”: questo il titolo del convegno che caratterizzerà venerdì 27 ottobre, a partire dalle ore 17,30, nella Sala Maggiore del Palazzo Comunale di Pistoia la “Serata del vivaismo” 2023 dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), evento riservato agli operatori del comparto. 
Durante il convegno, che sarà aperto dagli interventi dei presidenti di AVI Alessandro Michelucci e del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia Francesco Ferrini e, a seguire, dell’assessora all’agricoltura della Regione Toscana Stefania Saccardi e dell’assessore al vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia, verranno trattate le sfide con cui si confronta oggi il comparto vivaistico: «concorrenza globale, rischi di mercato, minacce fitosanitarie, aumento dei costi di produzione e avversità atmosferiche». Sfide nelle quali si celano anche «opportunità uniche», purché il vivaismo sappia dare risposte efficaci a domande quali le seguenti: come tutelare e valorizzare la qualità delle produzioni vivaistiche garantendo la sostenibilità economica e ambientale? In che modo si può trarre vantaggio dalla transizione verso l'economia circolare? 
Queste e altre domande saranno al centro degli interventi degli importanti relatori, fra professori universitari, economisti e responsabili di servizi fitosanitari, del convegno di AVI, che sarà moderato dalla capocronista della Nazione Pistoia Elisa Capobianco e che si preannuncia come un’occasione unica di riflessione, discussione e progettazione del futuro del vivaismo a Pistoia e non solo.

Programma
 
- Ore 17,15 – Registrazione dei partecipanti
 
- Ore 17,30 - Introduzione ai lavori:
Alessandro Michelucci, Presidente Associazione Vivaisti Italiani
Prof. Francesco Ferrini, Presidente del Distretto Rurale Vivaistico Ornamentale di Pistoia
 
- Ore 17,45 - Saluti delle autorità:
Stefania Saccardi, Vicepresidente e Assessora all’agricoltura della Regione Toscana
Gabriele Sgueglia, Assessore al vivaismo del Comune di Pistoia
 
Relazioni:
- Ore 18 “Nuove dinamiche e strategie competitive nel vivaismo ornamentale. Quali azioni intraprendere?” Prof. Silvia Scaramuzzi, Dott.ssa Sara Gabellini, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università degli Studi di Firenze
- Ore 18,15 “Finanza e sostenibilità: il modello della Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo” Dott. Massimiliano Ulivi, Direzione Agribusiness Area Toscana Umbria di Intesa Sanpaolo
- Ore 18,30 “L’autocontrollo fitosanitario per la protezione delle piante: azioni di monitoraggio e diagnostica” Dott. Riccardo Russu, Accademia dei Georgofili
- Ore 18,45 “L'attività del Servizio Fitosanitario nel distretto vivaistico ornamentale pistoiese e indicazioni per l'export” Paolo Marseglia, responsabile della sede di Pistoia del Servizio Fitosanitario Regionale
- Ore 19 “Il laboratorio fitosanitario di Regione Lombardia: organizzazione ed attività” Dott.ssa Francesca Gaffuri, Laboratorio SFR Regione Lombardia
 
- Ore 19,15 - Altri interventi: 
Revet Spa, Dott.ssa Alessia Scappini “La filiera toscana del riciclo nel settore florovivaistico”
Agribios Società Cooperativa Agricola, Dott. Marco Vidotto “Ridiamo vita alle piante: il primo distretto Vivaistico Circolare in Europa”
 
Per ulteriori informazioni si prega di contattare la Segreteria dell’Associazione 0573  913321 // +39 777 1277026 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
 
Parcheggi:
- a 450 metri il Parcheggio “Misericordia”, via della Vignaccia.
- a 700 metri il Parcheggio “Area Ceppo”, con ingresso da via Matteotti.
 

Redazione

Direttiva pratiche sleali e tempi di pagamento, De Castro: necessarie regole ad hoc per il vivaismo 

L’intervento del vice presidente della Comagri dell’Europarlamento Paolo De Castro al Pistoia Green Forum del 30 settembre: sui tempi di pagamento dobbiamo «individuare una soluzione adatta al settore vivaistico» insieme al sottosegretario La Pietra e al Ministro Lollobrigida, senza snaturare l’applicazione della Direttiva sulle pratiche sleali. E sul Regolamento europeo che impone -50% di fitofarmaci entro il 2030 ha detto: «oggi ho toccato con mano la riduzione di fitofarmaci nelle aziende» del Distretto, ma non si può dare un obiettivo così ambizioso «senza affrontare il come» e il nuovo Regolamento sulle Tea (le Tecniche di evoluzione assistita che possono aiutare la riduzione della chimica) è sul tavolo solo dal 5 luglio. 

«Dobbiamo trovare una soluzione: non c’è dubbio che per il settore vivaistico non si possono utilizzare le stesse identiche regole che valgono per tutto il settore agroalimentare, perché il tema dei tempi di pagamento a 30 giorni per i prodotti deperibili e a 60 giorni per i prodotti non deperibili si scontra con una prassi che invece qui nel Distretto evidentemente ha applicazioni molto diverse».
È quanto dichiarato dall’ex ministro dell’agricoltura Paolo De Castro, attuale vice presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, il 30 settembre nel suo intervento al Pistoia Green Forum, dopo che nel corso della giornata aveva fatto visita ad alcuni vivai del Distretto vivaistico ornamentale. Il riferimento è alla Direttiva (Ue) 2019/633 sulle “pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare” recepita in Italia col Decreto legislativo 198 del 2021 (vedi).
«Questo tema – ha detto De Castro - ha interessato molte delle chiacchierate con gli imprenditori in questo nostro straordinario distretto del vivaismo: 5.500 ettari circa di specializzazione così forte che ci hanno fatto diventare primi in Europa». Il Distretto infatti, ha continuato De Castro, «sta vivendo un momento complicato dall’entrata in vigore della Direttiva sulle pratiche commerciali sleali, la cui applicazione nel settore agroalimentare ha creato qualche difficoltà proprio nel settore vivaistico».
Come risolvere il problema? La soluzione per De Castro, che è stato uno dei promotori di questa normativa che tutela in particolare le aziende agricole nei rapporti con le grandi catene commerciali, è «individuare una soluzione che sia adatta al settore vivaistico senza andare a intercettare gli altri settori dell’agroalimentare. È questa la soluzione su cui oggi si è un po’ parlato negli incontri e adesso con il sottosegretario La Pietra ci metteremo a lavorare nelle prossime settimane e sono sicuro che il ministro Lollobrigida, che ha già manifestato pieno appoggio all’iniziativa, ci possa aiutare a trovare una soluzione che non snaturi l’applicazione di quell’importante provvedimento ma che dia una risposta concreta a un settore che evidentemente non può applicarla così come si applica nel settore lattiero-caseario piuttosto che nel settore ortofrutticolo».
Nella sua relazione Paolo De Castro si è soffermato anche sull’eredità di questa legislatura europea avviata alla conclusione nel settore agricolo, con la nuova Pac entrata in vigore quest’anno e improntata a Green Deal e transizione ecologica. «Stiamo vivendo una fase complicata – ha detto -. La transizione ecologica l’abbiamo capito tutti che la dobbiamo affrontare, ma la dobbiamo affrontare da protagonisti: una chiave che tutto il mondo agricolo e agroalimentare ha ben chiara». Ma «la sensazione che abbiamo a volte noi a Bruxelles – ha proseguito l’europarlamentare - è che gli agricoltori invece di essere protagonisti, o di essere considerati protagonisti, di questo Green Deal e quindi di essere loro lo strumento attraverso il quale si possono fare passi avanti importanti nella direzione della sostenibilità e verso i cambiamenti climatici, vengono visti più da imputati che da protagonisti. È questo l’elemento che crea oggi un po’ di frizione e di difficoltà».
Come mai? Soprattutto perché nell’anno dell’applicazione della nuova Pac (entrata in vigore il 1 gennaio 2023), una Pac «profondamente riformata» dopo 3 anni di negoziato e che sta creando «una serie di difficoltà applicative» come quelle relative agli eco-schemi, ecco proprio in questo contesto «sono arrivate una serie di nuove proposte di regolamenti che hanno evidentemente creato il malessere che oggi si respira anche da noi a Bruxelles». Fra gli esempi di regolamenti problematici per gli agricoltori citati da De Castro, il Regolamento sul ripristino della natura (vedi), «che ha visto l’agricoltura come imputata con una serie impegni al di là di quello che già la nuova Pac ha introdotto», e il Regolamento sui fitofarmaci (vedi), che impone di «ridurre del 50% l’uso dei fitofarmaci entro il 2030».
«Nessuno – ha precisato De Castro - può essere in disaccordo nel ridurre la chimica in agricoltura. Già si sta facendo tanto. Oggi ho visitato delle aziende in cui questo l’ho toccato con mano: la riduzione dell’uso dei fitofarmaci. Però gli agricoltori per poter raggiungere questi obiettivi hanno bisogno di strumenti concreti. Non si può dire soltanto obiettivo 50% entro il 2030 senza affrontare il come farlo. Ecco perché ci siamo arrabbiati, ecco perché insistiamo per esempio ad accelerare sulle Tecniche di evoluzione assistita [Tea, ndr], queste nuove tecniche genetiche non ogm che consentono di mettere a punto varietà resistenti senza utilizzare la chimica. L’Italia può essere già capofila in queste tecnologie. Pensate che in viticoltura noi oggi siamo in grado di fare cloni di vite resistenti alla peronospera e all’oidio con varietà resistenti senza un chilo di prodotto chimico. Però purtroppo l’Europa [leggi Commissione Europea, ndr] ci ha messo sul tavolo questo nuovo Regolamento sulle nuove tecniche genetiche soltanto il 5 luglio».
L’eredità di questa legislatura europea per l’agricoltura, ha concluso De Castro, è un po’ «pesante»ma «l’Italia ha sempre lavorato in squadra e non ci sono mai state divisioni quando si è trattato di difendere gli interessi nazionali sull’agricoltura e quindi abbiamo potuto correggere certe impostazioni» e certi eccessi delle normative. Comunque «chi verrà dopo di noi dovrà seguire questa direzione e non mettere in difficoltà un settore che sta facendo tanti sacrifici» e che durante il Covid ha saputo dimostrare anche tutta la sua forza e resilienza, senza mai interrompere le forniture di cibo.

L.S.

Michelucci (Avi): per il verde di qualità, puntare sui contratti di coltivazione

Il presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani Michelucci, a margine del convegno di Flormart del 22 settembre sul “verde per la qualità della vita” e le “prospettive del Pnrr”, ha sottolineato che i contratti di coltivazione di piante sono una priorità per i vivaisti e ha sollecitato il Governo a pubblicare l’atteso bando dei contratti di distretto, che potrebbe consentire al Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia di far scattare importanti investimenti per la transizione ecologica. Inoltre per Michelucci i vivaisti devono attrezzarsi per fornire la manutenzione delle piante vendute.

«I contratti di coltivazione saranno il futuro del nostro lavoro, perché, soprattutto in questa fase in cui la domanda di piante è alta, lo spazio produttivo è poco e va sfruttato al meglio e quindi bisogna programmare le piante che servono veramente, quelle che il mercato richiede».
È quando dichiarato venerdì scorso a Flormart da Alessandro Michelucci, presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani (soggetto referente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia), a margine del convegno “Il verde per la qualità della vita: attuazione e prospettive del Pnrr”, organizzato da Fiere di Parma in collaborazione con Anci e Associazione Pubblici Giardini, a cui è intervenuto anche il primo cittadino di Pistoia Alessandro Tomasi (vedi).
«Il sindaco Tomasi – è il commento di Michelucci - ha fatto una spiegazione veramente chiara anche di quanto sta succedendo nei Comuni adesso: le amministrazioni sono sempre più schiacciate dai tagli e non riescono a programmare nulla. Ma il verde che pianti il prossimo anno lo devi programmare, non è come comprare al supermercato. I buoni progetti di verde sono frutto di piantagioni in vari anni e di programmazione fino alla fase finale». «I contratti di coltivazione  - ha continuato - consentono di mirare la produzione: nelle dimensioni giuste e tenendo conto dei requisiti richiesti dalle singole amministrazioni comunali o dagli Stati committenti, perché magari, tanto per fare un esempio, in certi Stati non vogliono l’uso di certi substrati».
«Un aspetto che sta venendo fuori adesso nei rapporti con le amministrazioni pubbliche – ha aggiunto il presidente Michelucci - è la manutenzione dopo la piantumazione e su questo parte del vivaismo di Pistoia è ancora indietro. Le aziende devono non solo vendere le piante ma essere in grado di (e avere il personale per) seguirle una volta vendute. In sintesi, dunque, contratto di coltivazione vuol dire: prenotazione, acconto all’inizio della produzione, possibilità di vederle in fase di coltivazione e poi dopo la vendita anche tot anni di manutenzione. Il pacchetto deve essere completo e le aziende devono strutturare il personale con una parte dedicata alla fase di manutenzione».
Prendendo spunto da uno dei punti toccati dal sindaco Tomasi nel suo intervento al convegno, il presidente di Avi Michelucci ha lanciato un appello al Governo affinché non tergiversi ancora nella pubblicazione del bando dei contratti di distretto nell’ambito del Pnrr. «Il bando dei distretti a Pistoia – ha dichiarato - sarebbe un vero volano di investimenti, molti nella direzione della transizione ecologica e con la creazione di posti di lavoro, che sono fra gli scopi del Pnrr. In tanti lo attendono, sia nel Distretto vivaistico ornamentale che in quello forestale di Pistoia, ma dopo tanti discorsi e rinvii non ne abbiamo saputo più niente».

L.S.

Pistoia Green Forum: Costruire un Futuro Sostenibile con le Istituzioni Europee e Nazionali

Il 30 settembre Pistoia sarà il fulcro toscano per il settore primario con tre focus e dibattito finale tra Tomasi, Giani e Marmo. Parteciperanno anche il sottosegretario La Pietra e l’assessore Stefania Saccardi.


La Sala Maggiore del Comune di Pistoia alle 15:30 accoglierà il “Pistoia GREEN Forum” un evento importante per confrontarsi sul il futuro sostenibile delle città toscane in chiave Europea. Il "Pistoia Green Forum" è organizzato dal Comitato Europeo delle Regioni (ECR) e vedrà la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni europee e nazionali. Un'opportunità per confrontarsi sui temi della sostenibilità sociale e ambientale, esplorare le direzioni future dell'Europa e discutere il ruolo delle amministrazioni locali nella transizione ambientale.

Tre sono i focus principali che verranno affrontati durante il forum:

1. Sostenibilità Sociale e Ambientale: Dove Va l'Europa?

In questa sessione, ascolteremo le voci di Nicola Procaccini, membro del Parlamento Europeo, e Paolo De Castro, membro del Parlamento Europeo. Questi esperti condivideranno le loro prospettive sul futuro dell'Europa in termini di sostenibilità sociale ed ambientale. Lorenzo Galligani, rappresentante del Comitato Europeo delle Regioni, e Nicola Danti, europarlamentare e Rappresentante Speciale per la Regione Europa, contribuiranno con le loro idee.

2. Istituzioni e Transizione Ecologica: Incontri con le Organizzazioni Professionali

La seconda sessione del forum porterà all'incontro tra le istituzioni e le principali organizzazioni professionali del settore primario. Saranno presenti rappresentanti di CIA, Confagricoltura e Coldiretti Pistoia. Un focus particolare sarà dedicato alla transizione ecologica, un tema cruciale in un'epoca in cui la sostenibilità è al centro dell'attenzione globale. Il Sottosegretario alle politiche agricole, forestali e sovranità alimentare Giacomo La Pietra e l'Assessore regionale all’agricoltura Stefania Saccardi raccoglieranno le istanze delle organizzazioni professionali di settore e porteranno la loro esperienza e le loro prospettive in questo importante dibattito.

3. Il Ruolo delle Amministrazioni Locali nella Transizione Ambientale

Infine, il terzo focus esaminerà il ruolo delle amministrazioni locali nella guida della transizione ambientale. Parteciperanno al dibattito il Sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e il Presidente di provincia di Pistoia, Luca Marmo. Sarà quindi un'occasione per esplorare come le comunità locali possono contribuire in modo significativo alla creazione di un futuro sostenibile.

Il "Pistoia Green Forum" rappresenta un'opportunità aperta a tutti i cittadini della provincia di Pistoia e per tutti coloro che si interessano del settore primario, alla sostenibilità e al futuro dell'Europa.

Redazione