Green deal, CE: dimezzare l’uso di pesticidi entro il 2030. Le reazioni
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Adottata dalla Commissione Europea una proposta legislativa per sostituire la Direttiva 128 del 2009 per l’uso sostenibile dei pesticidi con un regolamento con obiettivi vincolanti: ridurre del 50% l'uso e i rischi dei pesticidi chimici entro il 2030 e divieto assoluto di tutti i pesticidi nei parchi e giardini. Le reazioni critiche di alcune associazioni di agricoltori europee e italiane come Copa-Cogeca, Confagricoltura e Cia-Agricoltori Italiani. Le prossime tappe dell’iter di approvazione.
La Commissione Europea vuole ridurre l’uso e il rischio dei «pesticidi chimici» del 50% entro il 2030.
La decisione è stata sancita mercoledì 22 giugno scorso quando sono state adottate due proposte legislative finalizzate all’attuazione del Green Deal: una tesa appunto a dimezzare l’uso dei fitofarmaci da qui a 8 anni circa trasformando la direttiva vigente sull’uso sostenibile dei fitofarmaci nell’Unione Europea in un regolamento che direttamente applicabile in tutti gli Stati membri; l’altra mirata al ripristino degli ecosistemi naturali danneggiati e a rischio di collasso (sulla quale vedi qua).
Due proposte molto delicate e significative che sono state presentate in conferenza stampa da Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, per il quale «anche la riduzione dell'uso dei pesticidi contribuisce al ripristino della natura e protegge gli esseri umani che lavorano con queste sostanze chimiche», da Virginijus Sinkevičius, Commissario responsabile per l'Ambiente, gli oceani e la pesca, e dalla Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides, che ha dichiarato: «dobbiamo ridurre l'uso di pesticidi chimici per proteggere il suolo, l'aria e i prodotti alimentari e, in ultima analisi, la salute dei nostri cittadini. Per la prima volta, vieteremo l'uso di pesticidi nei giardini pubblici e nei parchi giochi, facendo in modo che si riduca drasticamente la nostra esposizione a questi prodotti nella vita quotidiana. La politica agricola comune sosterrà finanziariamente gli agricoltori per coprire tutti i costi delle nuove norme per un periodo di 5 anni. Nessuno sarà lasciato indietro».
«Le nuove norme sui pesticidi chimici – si legge nell’approfondito comunicato stampa ufficiale della Commissione Europea - ridurranno l'impronta ambientale del sistema alimentare dell'UE, proteggeranno la salute e il benessere dei cittadini e dei lavoratori agricoli e contribuiranno ad attenuare le perdite economiche che stiamo già subendo a causa del degrado del suolo e della perdita di impollinatori dovuti ai pesticidi». Per realizzare tali scopi, questa nuova «proposta sull'utilizzo sostenibile dei pesticidi – si legge ancora - sostituisce la direttiva 2009/128/CE che mirava a conseguire un uso sostenibile dei pesticidi nell'UE riducendo i rischi e gli impatti dell'uso dei pesticidi sulla salute umana e sull'ambiente e promuovendo l'uso della difesa integrata. Le principali azioni della direttiva riguardavano la formazione degli utilizzatori e dei distributori, l'ispezione delle attrezzature per l'applicazione di pesticidi, il divieto di irrorazione aerea e la limitazione dell'uso di pesticidi in aree sensibili. Varie relazioni hanno evidenziato carenze nell'attuazione della direttiva, che hanno determinato una riduzione insufficiente dell'uso e del rischio dei pesticidi».
Entrando più nel dettaglio «la proposta odierna di ridurre l'uso di pesticidi chimici – aggiunge il comunicato della Commissione Europea - concretizza il nostro impegno ad arrestare la perdita di biodiversità in Europa. La proposta contribuirà a creare sistemi alimentari sostenibili in linea con il Green Deal europeo e la strategia “Dal produttore al consumatore”, garantendo nel contempo una sicurezza alimentare duratura e proteggendo la nostra salute». «Gli scienziati e i cittadini – continua il comunicato - sono sempre più preoccupati per l'uso dei pesticidi e per l'accumulo dei loro residui e metaboliti nell'ambiente. Nella relazione finale della “Conferenza sul futuro dell'Europa” i cittadini hanno chiesto specificamente di affrontare la questione dell'uso e del rischio dei pesticidi. Tuttavia, le norme vigenti della direttiva sull'utilizzo sostenibile dei pesticidi si sono rivelate troppo deboli e sono state attuate in modo disomogeneo. Inoltre, sono stati compiuti progressi insufficienti nell'uso della difesa integrata e di altri approcci alternativi. I pesticidi chimici danneggiano la salute umana e causano il declino della biodiversità nelle aree agricole. Contaminano l'aria, l'acqua e l'ambiente in generale».
Ecco le «norme chiare e vincolanti» che propone la Commissione:
- Obiettivi giuridicamente vincolanti a livello dell'UE e nazionale per ridurre del 50% l'uso e i rischi dei pesticidi chimici e l'uso dei pesticidi più pericolosi entro il 2030. Gli Stati membri fisseranno i propri obiettivi nazionali di riduzione entro parametri stabiliti per garantire il conseguimento degli obiettivi a livello dell'UE. Nuove norme rigorose concernenti un controllo degli organismi nocivi rispettoso dell'ambiente: nuove misure garantiranno che tutti gli agricoltori e altri utilizzatori professionali di pesticidi pratichino la difesa integrata, nel cui ambito, prima di poter utilizzare pesticidi chimici come misura di ultima istanza, si esaminano metodi ecologici alternativi di prevenzione e controllo degli organismi nocivi. Le misure comprendono anche l'obbligo per gli agricoltori e altri utilizzatori professionali di tenere dei registri. Inoltre, gli Stati membri devono stabilire norme specifiche per coltura che individuino le alternative da utilizzare al posto dei pesticidi chimici.
- Divieto di tutti i pesticidi nelle aree sensibili. L'uso di tutti i pesticidi sarà vietato in luoghi quali le aree verdi urbane, compresi i parchi o giardini pubblici, i parchi gioco, le scuole, i campi ricreativi o sportivi, i sentieri pubblici e le zone protette nel rispetto delle prescrizioni di “Natura 2000” e qualsiasi area ecologicamente sensibile da preservare per gli impollinatori in pericolo. Queste nuove norme elimineranno i pesticidi chimici presenti nella nostra vita quotidiana.
Come anticipato, questa proposta della Commissione Europea trasforma la direttiva vigente in un regolamento che sarà direttamente applicabile in tutti gli Stati membri. E «ciò consentirà di affrontare i problemi persistenti dovuti a un'attuazione carente e disomogenea delle norme vigenti nell'ultimo decennio. Gli Stati membri dovranno presentare alla Commissione relazioni annuali dettagliate sui progressi compiuti e sull'attuazione».
Supporto alla transizione
Un pacchetto di politiche fondamentali sosterrà gli agricoltori e altri utilizzatori nella transizione verso sistemi di produzione alimentare più sostenibili. Tra queste vengono ricordate le seguenti:
- nuove norme della Politica agricola comune (Pac) per garantire che gli agricoltori ricevano una compensazione per tutti i costi connessi all'attuazione delle nuove norme per un periodo transitorio di 5 anni;
- interventi più incisivi per ampliare la gamma di opzioni biologiche e a basso rischio sul mercato;
- attività di ricerca e sviluppo nell'ambito dei programmi Horizon dell'UE a sostegno delle nuove tecnologie e tecniche, compresa l'agricoltura di precisione;
- un piano d'azione per la produzione biologica, per conseguire gli obiettivi in materia di pesticidi della strategia "Dal produttore al consumatore".
La transizione sarà sostenuta anche dalla proposta di una rete d'informazione sulla sostenibilità agricola e dagli sviluppi del mercato legati all'agricoltura di precisione, come gli irroratori con geo-localizzazione e le tecniche di riconoscimento degli organismi nocivi.
Azioni sul fronte internazionale globale
La Commissione Europea «proporrà a breve, per la prima volta in assoluto, una misura che dia seguito al suo impegno di tenere conto di considerazioni ambientali a livello mondiale al momento di decidere in merito ai livelli massimi di residui negli alimenti». In altri termini, «gli alimenti importati contenenti residui misurabili di sostanze vietate dovrebbero essere gradualmente banditi nell'UE. Ciò contribuirà a creare un circolo virtuoso e incoraggerà i paesi terzi a limitare o vietare l'uso di questi pesticidi, già vietati nell'UE».
Inoltre la Commissione Europea «consulterà a breve gli Stati membri e i paesi terzi su una misura volta a ridurre a zero i residui di tiametoxam e clotianidin, due sostanze che notoriamente contribuiscono in misura significativa al declino mondiale degli impollinatori» e che non sono più autorizzate nell'UE. Una volta adottata la misura, gli alimenti importati contenenti residui misurabili di queste due sostanze potranno, dopo un determinato periodo transitorio, non essere più commercializzati nell'UE.
Le prossime tappe dell’iter di approvazione della proposta
La proposta sarà esaminata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio secondo la procedura legislativa ordinaria. Dopo l’adozione, l'impatto sul terreno sarà graduale in quanto gli obiettivi in materia di pesticidi dovrebbero essere conseguiti entro il 2030.
Le reazioni critiche di alcune associazioni degli agricoltori
Copa-Cogeca
La rappresentanza unitaria degli agricoltori e delle cooperative agricole in seno all’Unione Europea, Copa-Cogeca, ha sintetizzato la critica alla proposta della Commissione Europea con questo titolo: «obiettivi di riduzione obbligatori ma con limitate risposte sui modi per raggiungerli sul campo». «La revisione della direttiva sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SU - 2009/128/CE) – si legge nel comunicato diffuso in inglese il 22 giugno - era molto attesa dalla comunità agricola dell'UE» e Copa-Cogeca «si aspettava un approccio equilibrato che presentasse non solo obiettivi già noti ma anche soluzioni e alternative precise per raggiungere questi obiettivi. Ma la proposta pubblicata oggi, che si è trasformata da direttiva in regolamento, ancora non risponde a tali istanze, e ciò in un contesto internazionale sempre più pressante di fronte alla sfida globale della sicurezza alimentare».
«La comunità agricola europea – aggiunge il comunicato - sostiene l'obiettivo globale di ridurre i prodotti fitosanitari. Per fare ciò, agli agricoltori e alle cooperative agricole europee devono essere messi a disposizione strumenti sicuri, efficaci e convenienti» che ancora non sono stati sviluppati dalla scienza. «È essenziale che agli agricoltori europei siano concessi periodi transitori ragionevoli durante i quali possano essere introdotti sul mercato nuovi prodotti alternativi, con speciale riguardo per le coltivazioni minori».
Più nello specifico, Copa-Cogeca afferma che «gli agricoltori attualmente applicano la gestione integrata degli organismi nocivi nei loro campi e accolgono favorevolmente l’armonizzazione del quadro proposta dalla Commissione nella sua revisione normativa, nonostante l’onere amministrativo che può generare. Tuttavia, la mancanza di alternative adeguate ai prodotti chimici di sintesi per la protezione delle piante sta spingendo gli agricoltori a fare affidamento su autorizzazioni di emergenza che, sebbene incoraggiate dalla Commissione Europea, non sono sempre concesse dalle autorità nazionali in modo tempestivo».
«Mancano solo 8 anni alla scadenza del 2030 – prosegue Copa-Cogeca - e ci vogliono in media dai 10 ai 15 anni per alcuni dei mezzi a basso rischio previsti (ad esempio il biocontrollo) per raggiungere il mercato. In questo contesto, è della massima importanza attuare una reale semplificazione, accelerazione e differenziazione della registrazione dei PPP (Prodotti per la Protezione delle Piante) a basso impatto e delle soluzioni di controllo dei parassiti alternative alle procedure chimiche. Il Copa e la Cogeca prendono atto dell'intenzione della Commissione europea di integrare gli obiettivi per lo sviluppo di metodi fitosanitari alternativi alla chimica di sintesi entro il 2030 nei loro piani d'azione nazionali. Ciò può aumentare la disponibilità in modo tempestivo e conveniente per gli agricoltori di soluzioni per la protezione delle colture a basso impatto ed efficaci».
«Tuttavia – afferma Copa-Cogeca - questa proposta manca gravemente di una cornice che neutralizzi gli effetti collaterali negativi e garantisca la competitività e resilienza del settore agricolo dell'UE prima di fissare un obiettivo giuridicamente vincolante. Ciò non è realistico e potrebbe essere molto dannoso per la continuità delle attività agricole nell'UE. A maggior ragione perché in altri continenti alle comunità agricole non verranno imposte le stesse regole».
Confagricoltura
È una sonora bocciatura quella del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti alla proposta della Commissione Europea «per ridurre l’uso di prodotti fitosanitari nella UE fino ad una percentuale del 50% rispetto alla media del periodo 2015-2017» con «a livello di singoli Stati membri, una riduzione minima del 35%».
«Per quanto riguarda l’agricoltura – ha dichiarato il 22 giugno Giansanti - l’agenda strategica della Commissione Europea dovrebbe essere aggiornata. La pandemia e la guerra in Ucraina hanno chiaramente indicato che la salvaguardia del potenziale produttivo è un fattore strategico».
«La proposta della Commissione – ha detto Giansanti – si basa sulla strategia delineata nella comunicazione ‘From Farm to Fork’. Una strategia che, secondo tutte le valutazioni indipendenti effettuate, porterà ad una riduzione delle produzioni agricole, ad un aumento delle importazioni e dei prezzi al consumo». «Nella sua proposta – ha aggiunto - la Commissione riconosce che ci saranno conseguenze sotto il profilo dei costi di produzione e dei prezzi al consumo che dovrebbero essere compensate con i fondi della politica agricola comune (PAC). Un ulteriore taglio, quindi, alle risorse finanziarie per la competitività e l’efficienza delle imprese agricole che producono per il mercato».
Il progetto legislativo della Commissione europea passa ora all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio. «Lavoreremo – ha concluso Giansanti - per ottenere tutti i profondi adattamenti necessari per continuare a garantire, grazie alle più avanzate soluzioni tecnologiche, produzioni sicure e di qualità. E sostenibili sotto il profilo ambientale e della protezione delle risorse naturali».
Cia – Agricoltori Italiani
Sulla stessa linea d’onda, il comunicato stampa del 23 giugno di Cia – Agricoltori Italiani, in cui si parla di tagli degli agrofarmaci «poco realistici» e di «mancanza di alternative efficaci» e di «transizione troppo veloce» che «mette a rischio la sostenibilità economica delle aziende». Per cui si chiede di «accelerare gli iter autorizzativi dei prodotti alternativi agli agrofarmaci, che ancora scontano eccessive lentezze burocratiche».
Sulla stessa linea d’onda, il comunicato stampa del 23 giugno di Cia – Agricoltori Italiani, in cui si parla di tagli degli agrofarmaci «poco realistici» e di «mancanza di alternative efficaci» e di «transizione troppo veloce» che «mette a rischio la sostenibilità economica delle aziende». Per cui si chiede di «accelerare gli iter autorizzativi dei prodotti alternativi agli agrofarmaci, che ancora scontano eccessive lentezze burocratiche».
Cia sottolinea il forte stress del sistema agroalimentare in un momento di grave crisi geopolitica, in cui gli agricoltori sono anche alle prese con gli effetti drammatici del climate change. Ed è importante per Cia che la Commissione Ue abbia come obiettivo prioritario la resilienza del settore agricolo imponendo un principio di reciprocità sulle regole fitosanitarie ai Paesi terzi, per evitare dumping commerciali e garantire trasparenza al consumatore.
Tuttavia Cia ribadisce di sostenere l'obiettivo globale di riduzione degli agrofarmaci, come testimoniato dal progetto con Ibma mirato ad ampliare la diffusione e la sperimentazione delle tecniche di biocontrollo per la difesa integrata delle colture. Lo scopo è costruire un nuovo modello operativo funzionale a tutto il mondo agricolo, che risponda in maniera incisiva agli obiettivi di sostenibilità richiesti dal Green Deal. Infine si chiede a Bruxelles un maggior sostegno all’innovazione e la celere definizione di una proposta legislativa sulle nuove tecniche genomiche finalizzate alla maggiore resistenza ai parassiti e agli effetti del climate change.
Lorenzo Sandiford