Il vivaista

All’incontro con il candidato alla presidenza Eugenio Giani il presidente dell’Associazione vivaisti italiani (Avi) Magazzini ha chiesto due tipi di sostegno: per gli investimenti necessari alla riduzione degli erbicidi e migliori condizioni di credito. Giani ha replicato che risolleverà Fidi Toscana e il sistema del credito e che non è mai stato «un integralista ideologico», per cui la riduzione degli erbicidi avverrà «gradualmente». L’assessore Fratoni, candidata del Pd, ha promesso che «se Eugenio Giani sarà presidente della Regione, il Progetto integrato di distretto di Avi sarà finanziato, perché l’Europa darà priorità alle progettualità già pronte». All’incontro era presente anche la candidata di Italia Viva Lisa Innocenti.


La visita del candidato presidente Eugenio Giani alla sede dell’Associazione vivaisti italiani (Avi), soggetto gestore del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, è stata l’occasione per diverse rassicurazioni ai produttori di piante pistoiesi e per una promessa precisa.
A formularla è stata l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni, candidata nelle file del Pd a Pistoia, con accanto Giani consenziente: «se Eugenio Giani sarà presidente della Regione Toscana, il Progetto integrato di distretto (Pid) “Vivaismo per un futuro sostenibile” presentato da Avi sarà finanziato, perché l’Europa dà priorità alle progettualità già pronte e qui ci sta dentro la sfida ambientale. Del resto il cuore del Protocollo fra vivaisti e Regione sta proprio in quel Pid».
L’incontro, a cui era presente anche la candidata di Italia Viva a Pistoia Lisa Innocenti, si è aperto con l’illustrazione da parte del presidente di Avi Luca Magazzini dei principali problemi del settore vivaistico in questo momento. Innanzi tutto la necessità di sostegno economico per la transizione verso sistemi produttivi in vasetteria privi di glifosate e altri erbicidi, perché l’alternativa dei pacciamanti naturali comporta aumenti di costi produttivi di oltre il 20% che potrebbero rendere poco competitive sul mercato interno ed estero le piante pistoiesi. Inoltre, migliori condizioni creditizie, con prestiti più lunghi e più convenienti, considerando anche che il ciclo produttivo medio di una pianta da esterno del Distretto pistoiese è di 3/4 anni, per cui il vivaista è costretto a fare investimenti che saranno ripagati solo molto tempo dopo. Il presidente del Distretto vivaistico ornamentale Francesco Mati ha aggiunto la richiesta di una maggiore promozione da parte della Regione Toscana del comparto vivaistico, che dovrebbe essere equiparato al vino e all’olio.
Eugenio Giani si è dimostrato estremamente sensibile su entrambi i temi. Dopo aver elogiato il vivaismo come uno dei comparti dell’agricoltura toscana più distintivi e che più contribuiscono al brand Toscana all’estero, ha detto riferendosi alla questione della riduzione degli erbicidi e di una produzione sempre più ecologica: «io sono contrario all’integralismo ideologico, sono un pragmatico. Quando parliamo di riduzione degli erbicidi deve essere realizzata con gradualità. Non si possono danneggiare le potenzialità produttive del settore». Riguardo al problema dell’accesso al credito, ha prima tratteggiato il declino del sistema creditizio toscano negli ultimi 20 anni (ormai «si deve passare da Torino o da Milano o Lodi») e poi ha detto che cercherà di «risollevare Fidi Toscana» e che ha «intenzione di risistemare le cose». «Già da ottobre – ha concluso Giani – metteremo in campo risorse, se vinceremo. Un serio e proficuo rapporto tra uffici della Regione e vivaismo sarà una delle nostre priorità: io ci credo». 

Redazione

il vivaista Roberto Chiti
Il Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia e l’Associazione vivaisti italiani (Avi) si uniscono nel cordoglio per la prematura scomparsa del vivaista Roberto Chiti e nelle condoglianze alla sua famiglia.  
«Il suo spirito di sincera collaborazione con tutti i colleghi e l’impegno costante e mai banale per migliorare il vivaismo a tutti i livelli – dichiara il presidente di Avi Luca Magazzini - ci mancherà molto. Il vivaismo pistoiese lo ricorderà con orgoglio».  
«E’ venuto a mancare un amico, un collega, compagno nell’impegno di rappresentare il vivaismo – aggiunge il presidente del Distretto vivaistico di Pistoia Francesco Mati -. Mancheranno il suo sorriso, la sua preparazione e non ultima la sua umanità». 
Letteralmente distrutto è il vice presidente di Avi Gilberto Stanghini, che ha riferito queste toccanti parole di Roberto Chiti: «visto che sono un vivaista e che in questo momento il settore floricolo non naviga bene, desidero un funerale fiorito». «Roberto era un ragazzo esperto di politica – ha poi ricordato Stanghini – ed è stato anche consigliere comunale e vice presidente di Cia Pistoia, una persona molto pacata, umile e buona di carattere, molto attaccata al settore vivaistico».

Redazione


corso di laurea in vivaismo
C’è tempo fino alle 10 di mattina del 28 agosto 2020 per iscriversi al test d’ingresso del nuovo Corso di laurea triennale professionalizzante in “Produzione sementiera e vivaismo” dell’Università della Tuscia a Viterbo.
Organizzato dall’importante Dipartimento di Scienze agrarie e forestali (Dafne) di tale ateneo, vuole dare una risposta alle esigenze di manodopera delle aziende vivaistiche e sementiere in particolare nella programmazione e gestione della produzione di sementi e di giovani piante, formando tecnici laureati attraverso un percorso formativo che comprende l’acquisizione di competenze agronomiche, fitopatologiche, biotecnologiche, economico-giuridiche e commerciali, ed esperienze pratiche in aziende del settore e laboratori pubblici e privati.
I principali sbocchi professionali attesi sono la gestione della produzione da dipendenti di aziende o le consulenze da liberi professionisti, la certificazione di qualità, la costituzione registrazione e protezione delle novità vegetali, l’attività di marketing nella filiera vivaistica.
Il test di accesso al corso, che è coordinato dal prof. Francesco Rossini, prevede una prova scritta l'1 settembre e una prova orale il 3 settembre (entrambi alle 10). Per informazioni su come iscriversi alle prove di ammissione cliccare qua.

Redazione


Eletta ieri la nuova presidenza provinciale di Confagricoltura, che vede al fianco dell’importante vivaista pistoiese due vice presidenti: Andrea Bonacchi e Francesco Mati. Il neo presidente Zelari: «l’agricoltura ha ribadito durante l’emergenza Covid il suo ruolo cruciale di settore primario per la sussistenza dei cittadini, qui a Pistoia nel distretto vivaistico più importante d’Europa abbiamo la responsabilità di produrre in maniera sempre più sostenibile le piante necessarie a ridurre il riscaldamento globale senza perdere di vista il bello».

«L’associazionismo, l’unione fra imprenditori agricoli è nel mio dna. Non a caso sono stato anche uno dei fondatori nel 2004 dell’Associazione vivaisti italiani (allora Associazione vivaisti pistoiesi), per cui ho svolto tra il 2010 e il 2014, per due mandati, il ruolo di presidente e di cui ora sono consigliere. Ma qui in Confagricoltura a rappresentarmi finora è stato mio padre Lidiano, uno dei pilastri storici del vivaismo pistoiese, deceduto lo scorso settembre, dal quale raccolgo questo nuovo incarico come il testimone di un’ideale staffetta».E’ quanto dichiara Andrea Zelari, scelto ieri all’unanimità quale nuovo presidente di Confagricoltura Pistoia nell’anno in cui la confederazione celebra il suo centesimo anniversario. Con lui faranno parte dell’ufficio di presidenza nel ruolo di vicepresidenti Andrea Bonacchi, titolare di Cantine Bonacchi con sede nel cuore del Montalbano, e Francesco Mati, uno dei titolari di Piante Mati, che è l’attuale presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, anch’essi scelti all’unanimità. Nel nuovo assetto provinciale di Confagricoltura figurano anche come responsabili delle sezioni “florovivaismo” e “agricoltura” rispettivamente Luca Magazzini e Roberto Orlandini, presidente uscente di Confagricoltura Pistoia che non si era ricandidato. «La mia presidenza – aggiunge il neo presidente Zelari - ricade in un anno particolare perché Confagricoltura ha compiuto cento anni: un motivo in più per inorgoglirmi e caricarmi di responsabilità, i cento anni dell’organizzazione agricola più grande d’Italia, un traguardo notevole». «Un’altra particolarità di questo anno – continua Zelari - è l’emergenza Covid, che ci ha obbligato a misurarci con noi stessi e con gli altri come mai era accaduto prima, almeno dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. In Confagricoltura Pistoia, fortunatamente, malgrado il difficile momento, abbiamo continuato a lavorare più di prima. Per questo sono convinto che il mio compito sarà quello di portare avanti e consolidare il grande lavoro fatto da Roberto Orlandini con le linee strategiche che ha tracciato. Prima tra tutte, quelle di continuare ad essere realmente al servizio dei nostri associati, con la consapevolezza di avere a disposizione una grande e giovane squadra e un gruppo di soci di grandissimo livello». «L’agricoltura durante e dopo il Covid – conclude Andrea Zelari - ha dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, la sua importanza quale settore primario che deve garantire a tutti la sussistenza. Inoltre, da vivaista, la mia responsabilità, posto che ci troviamo nel distretto vivaistico ornamentale più importante d’Europa, sarà quella di far maturare la consapevolezza del nostro comparto di fornire al mondo, in maniera sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, le piante che sono necessarie, in particolare negli ambienti urbani, per contribuire a ridurre il riscaldamento globale. Senza mai perdere d’occhio però il bello. Una sfida che raccolgo con grande entusiasmo».

Redazione

Euroflora sostiene la creatività e l’innovazione nel campo della progettazione del paesaggio con un concorso tematico rivolto a paesaggisti, architetti, agronomi, naturalisti, ingegneri, garden designer, giardinieri di qualsiasi nazionalità.

L’obiettivo degli organizzatori – Porto Antico di Genova Spa - è selezionare progetti di allestimento paesaggistico belli e sostenibili che interpretino in maniera particolarmente originale l’utilizzo di un particolare sistema modulare di supporti e mascherature lignei individuato insieme ai progettisti di Euroflora, gli architetti Matteo e Antonio Lavarello. L’utilizzo di questo sistema costituisce un elemento vincolante per la partecipazione al concorso. In questo modo si intende da una parte sollecitare le capacità e l’ingegno dei progettisti, nella convinzione che i migliori progetti nascano da vincoli stringenti, dall’altra mostrare le potenzialità nascoste di un sistema di allestimento apparentemente molto semplice e uguale per tutti, ma con infinite possibilità di configurazione. Due le categorie: under 30, per studenti e giovani professionisti, e over 30.
Il termine d’iscrizione è l’8 settembre, entro il 20 ottobre va inviato il progetto. A selezionare i migliori, quelli che poi saranno realizzati in occasione della manifestazione – in programma a Genova nei Parchi di Nervi dal 24 aprile al 9 maggio 2021 – una commissione di valutazione composta dall’architetto Antonio Lavarello e dai rappresentati dei soggetti patrocinatori. Per la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona, l’architetto Caterina Gardella, per l’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Genova Daniele Salvo, per l’Ordine dei dottori Agronomi e Forestali delle province di Genova e Savona il presidente Fabio Palazzo, per la sezione ligure di AIAPP - Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio il presidente Anna Sessarego. Gli spazi assegnati – fino a un massimo di dieci i progetti selezionati – avranno una dimensione di circa 60 metri quadrati. Una seconda commissione valuterà i progetti realizzati il 23 aprile prossimo, vigilia dell’apertura, tradizionalmente dedicata i lavori delle giurie di tutti i concorsi di Euroflora.
Il bando è scaricabile, previa registrazione, dalla sezione concorsi del sito www.euroflora.genova.it. Le richieste di chiarimenti vanno indirizzate a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Redazione

In un distretto produttivo, per quanto agricolo, non si possono avere dati da parco naturale. Continua il direttore di Confagricoltura Pistoia Lombardi «la situazione è anche migliore di quanto temevamo 10 giorni fa» e «l’Arpat pare scavalcare le giuste istanze del Green New Deal sconfinando in un modello di agricoltura bucolica». Alla consigliera Breschi risponde che riguardo al glifosate a Pistoia «si è avventurata anche in affermazioni non scientifiche, perché non supportate dalle necessarie verifiche dei fatti» e che i più attenti alla questione salute sono i vivaisti, i più esposti. Lombardi rassicura il vescovo Tardelli: «abbiamo gli stessi obiettivi specifici di riduzione dei fitofarmaci e le medesime finalità generali eco-sostenibili, anche se la nostra analisi della situazione è un po’ diversa e non riteniamo percorribile nel breve termine un vivaismo ornamentale tutto “bio”». 

«L’analisi dei nostri tecnici di fiducia dell’ultimo Rapporto Arpat sui residui di fitofarmaci nelle acque di Pistoia, con riferimento ai torrenti che attraversano il Distretto vivaistico ornamentale, fa emergere un quadro della situazione migliore di quanto temevamo 10 giorni fa: in generale non si può parlare di peggioramento  della situazione e uno dei due torrenti con dati negativi in particolare è chiaramente condizionato da altre attività, poiché mostra un rapporto fra Ampa e glifosate troppo alto, che segnala altre cause».
E’ quanto dichiara il direttore di Confagricoltura Pistoia Daniele Lombardi dopo l’incontro avvenuto ieri con i rappresentanti delle associazioni agricole e vivaistiche pistoiesi. Durante il quale fra l’altro è stato sottolineato da più voci, con il pieno accordo di Lombardi, che «alcuni aspetti del testo di Arpat sembrano andare oltre la pura analisi dei dati, sconfinando in un’ideologia ambientalistica che scavalca le giuste istanze del Green New Deal, il quale comporta sì la riduzione dell’inquinamento ma non l’invocazione di un modello di agricoltura bucolica o da parco naturale». Come quando, proprio nell’ultimo capoverso delle conclusioni, propone di applicare «le misure indicate nelle Linee guida di indirizzo per la tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile e per la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e dei relativi rischi nei Siti Natura 2000 e nelle aree naturali protette approvate con Decreto Ministeriale del 10/3/2015». «Tutto ciò – chiosa Lombardi - è incompatibile con un’agricoltura che deve mantenere elevati livelli di produttività per restare competitiva sui mercati internazionali. Bene l’eco-sostenibilità e la riduzione dei fitofarmaci, ma qualsiasi attività produttiva non può essere paragonata alle aree naturali protette. Ciò equivarrebbe alla chiusura del Distretto vivaistico».
Ma Lombardi replica anche alle accuse ai vivaisti di un gruppo di esponenti del Consiglio comunale pistoiese e della Dott.ssa Carla Breschi. In particolare a un’intervista dei giorni scorsi di quest’ultima. «Non mi pare molto scientifico e corretto sul piano della logica argomentativa – dice il direttore di Confagricoltura Pistoia – sostenere, così senza prove, che i dati negativi non possono essere imputabili a “poche mele marce”, bensì quindi a molti vivaisti, solo perché “il valore del diserbante” è aumentato. Ciò sia perché gli aumenti di residui, come ci hanno spiegato i tecnici, sono circoscritti a soli due torrenti riguardanti marginalmente il distretto e in un caso sembrano dipendere chiaramente anche da altre attività, sia perché davvero gli aumenti di valore potrebbero dipendere da pochi comportamenti illeciti, al limite anche dal mancato rispetto dei distanziamenti di un solo soggetto». E poi «non è molto scientifico nemmeno fare dichiarazioni generiche sul glifosate come causa di danni alla salute e tumori: in che senso? Quando ingerito o in relazione a quale tipo di esposizione? Qui a Pistoia non viene ingerito perché i dati delle acque destinate alla potabilizzazione sono a norma. Riguardo poi all’esposizione di chi lo applica nei campi, a parte che gli unici a rischiare saremmo noi agricoltori e i giardinieri e quindi siamo i primi a tenerci, dipende dalle buone pratiche e procedure adottate nella somministrazione del fitofarmaco». 
«Questo non significa che vogliamo fare retromarcia nella riduzione del glifosate, tutt’altro – continua Lombardi - e in questo rassicuriamo il Vescovo Fausto Tardelli che siamo perfettamente d’accordo sia con i suoi obiettivi specifici (il problema va affrontato e risolto, riportando i valori dei residui di fitofarmaci nei limiti stabiliti dalla normativa dove non lo sono) sia sulle finalità generali della difesa dell’ambiente e di un vivaismo ecosostenibile, in linea con Laudato si’ di Papa Francesco. Anche se la nostra analisi della situazione è diversa, con una valutazione assai migliore dei dati oggettivi sulle acque nel distretto vivaistico, e non riteniamo che sia percorribile nel breve termine la strada di un vivaismo ornamentale pistoiese tutto “bio”».

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