Il vivaista
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Autofitoviv è un progetto di sorveglianza fitosanitaria sostenibile nel vivaismo ornamentale. Il convegno web si svolge il 3 novembre alle ore 15 ed è organizzato dall’Accademia dei Georgofili e dall’Associazione Vivaisti Italiani, capofila del Gruppo Operativo che porta avanti il progetto e di cui fanno parte aziende del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, il Crea, il Cnr, le università di Firenze e di Pisa. Verranno illustrati i primi risultati delle attività svolte. Iscrizione entro il 2 novembre.
Un elenco degli organismi nocivi da quarantena provenienti dall’estero che potrebbero attecchire sulle specie ornamentali del distretto vivaistico pistoiese e la definizione di metodi da adottare per gestire le piante importate che li potrebbero veicolare, per impedirne l’accidentale introduzione.
Sono i principali obiettivi del Progetto “Autofitoviv – buone pratiche per l’autocontrollo e la gestione fitosanitaria sostenibile nel vivaismo ornamentale” che verrà illustrato, con aggiornamento sui primi risultati, martedì 3 novembre alle ore 15 in un convegno web organizzato dall’Accademia dei Georgofili e dall’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), soggetto referente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia. Più in generale il progetto Autofitoviv, che è portato avanti da un Gruppo Operativo (GO) che ha come capofila AVI, punta all’elaborazione di un approccio innovativo e più sicuro e consapevole ai controlli fitosanitari effettuati dai produttori di piante. Una risposta a quella che è una priorità assoluta del florovivaismo europeo: la salvaguardia delle produzioni da attacchi di organismi nocivi per continuare a garantire la salute delle piante commercializzate. Fine da raggiungere sia con la sorveglianza fitosanitaria obbligatoria delle autorità competenti che attraverso azioni di autocontrollo degli operatori del settore.
La partecipazione al convegno web è aperta a tutti, ma richiede l’iscrizione tramite compilazione del seguente form: https://forms.gle/4GQjSDGzvfu6gutm7 entro lunedì 2 novembre 2020. I partecipanti riceveranno le credenziali di accesso alla piattaforma web. L’evento è in corso di accreditamento presso l'Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Pistoia.
PROGRAMMA
Apertura lavori, Accademia dei Georgofili
Presentazione del Progetto, Associazione Vivaisti Italiani
Interventi dei Partner – “Iniziative ed indagini effettuate”
- Vannucci Piante di Vannucci Vannino
- Società Agricola Innocenti e Mangoni Piante di Innocenti Agostino e C. Ss
- Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) - Centro Difesa e Certificazione (DC)
- Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) - Centro Orticoltura e Florovivaismo
- Consiglio Nazionale delle Ricerche(CNR) - Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante
- Università di Firenze - Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI)
- Università di Pisa - Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agroambientali (DiSAAA-a)
- Lab. Center for Generative Communication per PIN Soc. Cons. a r.l. – Servizi Didattici e Scientifici
Dibattito
Conclusione dei lavori
Redazione
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L’edizione 2021 della principale fiera europea business-to-business del florovivaismo, Ipm Essen, che era in calendario per i giorni dal 26 al 29 gennaio prossimo, è stata annullata a causa della pandemia del Coronavirus.
«Sullo sfondo dell’evoluzione della situazione e delle restrizioni ai viaggi su scala mondiale – si legge nel comunicato ufficiale degli organizzatori – non ci sono attualmente le condizioni per la pianificazione necessaria a una seria preparazione dei partecipanti alla fiera».
«Per quanto la filiera del verde auspicasse Ipm Essen quale piattaforma di comunicazione, vi è molta incertezza alla luce del recente verificarsi di infezioni in mercati importanti come i paesi del Benelux o la Francia –affermano gli organizzatori -, nonostante ciò Messe Essen darà un palcoscenico al florovivaismo nelle date che erano previste per la fiera e, insieme alle sue associazioni partner, sta organizzando un incontro di alto livello tra decisori di settore e politici»: un “Ipm Essen Summit” per scambiarsi le vedute sui temi del futuro del florovivaismo. E in aggiunta ad esso un webinar sugli attuali sviluppi del mercato florovivaistico tedesco e internazionale.
Mentre la prossima edizione normale della fiera Ipm Essen si svolgerà dal 25 al 28 gennaio 2022.
Redazione
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Il 6 ottobre a Pistoia nell’incontro “Aggiungiamo valore alle piante ornamentali” presentate le sperimentazioni del progetto coordinato da Impresa Verde Pistoia “In.Tra.Viva. - INnovazioni post produzione, confezionamento e TRAsporto dei prodotti VIVAistici”: sensori, container a temperatura controllata e imballaggi biodegradabili provati su ulivo, ligustro, viburno, acero e cipresso.
Innovazioni per la cura e valorizzazione delle piante ornamentali nelle fasi post produttive: dagli imballaggi biodegradabili in grado di aumentarne l’appeal commerciale ai sensori e software capaci di ridurre il numero degli esemplari danneggiati durante il trasporto.
Sono le sperimentazioni portate avanti con il progetto In.Tra.Viva.: INnovazioni post produzione, confezionamento e TRAsporto dei prodotti VIVAistici. In.Tra.Viva., coordinato come capofila da Impresa Verde Pistoia (società di Coldiretti Pistoia) nell’ambito del Psr 2014-20 della Regione Toscana.
I risultati finora ottenuti e i principali filoni d’indagine del progetto, che coinvolge cinque enti di ricerca e diverse aziende vivaistiche pistoiesi e punta a rendere più competitivi i prodotti florovivaistici ornamentali toscani, sono stati presentati il 6 ottobre in un incontro intitolato “Aggiungiamo valore alle piante ornamentali”.
In.Tra.Viva. si è focalizzato su come migliorare le fasi a valle della filiera, quelle che vanno dal carico dei container nei vivai, alla consegna delle piante nel luogo di destinazione. Dal polo vivaistico pistoiese, infatti, partono dentro container piante di media e grande dimensione dirette in tutta Europa e verso paesi asiatici, dal Regno Unito al Turkmenistan, con viaggi lunghi anche decine di giorni. Ciò comporta spesso il degrado della qualità delle piante, che a volte vengono anche danneggiate irrimediabilmente, con perdite economiche importanti. E a incidere, oltre alle notevoli distanze, sono anche i tempi dei controlli fitosanitari alle frontiere.
Riducendo lo stress delle piante e il loro degrado durante il trasporto, In.Tra.Viva darà alle aziende vivaistiche strumenti in grado di preservare la qualità delle piante e aumentare la loro redditività. L’utilizzo di materiale biodegradabile negli imballi accrescerà anche il grado di ecosostenibilità delle produzioni, con ricadute positive di immagine e appeal commerciale.
Nelle sperimentazioni sono state utilizzate le piante più frequentemente trasportate: ulivo, ligustro, viburno, acero e cipresso. Sono stati usati mini-sensori per individuare e studiare i marcatori dello stress delle piante derivante dalla mancanza di luce e acqua. Sono stati simulati trasporti a breve, medio e lungo raggio, utilizzando container a temperatura e umidità controllata. Queste conoscenze permettono di mettere a punto software in grado di ottimizzare il carico. E tra le altre cose i ricercatori stanno verificando i possibili benefici dell’illuminazione con dei led che inneschino la fotosintesi.
Cinque i contributi scientifici illustrati durante l’incontro.
- “Valutazione di nuovi prodotti antitraspiranti biodegradabilinel trasporto a lunga distanza delle piante ornamentali”, con il Dott. Gianluca Burchi - CREA Orticoltura e Florovivaismo, Pescia.
- “Studio del comportamento delle piante durante le simulazioni di trasporto tramite l’identificazione di componenti volatili utilizzabili come marcatori di stress e realizzazione di mini-sensori per la rilevazione dei marcatori”, con il Prof. Pietro Tonutti – Scuola Superiore Sant’Anna Pisa.
- “Un sistema logistico interattivo per il comprensorio florovivaistico pistoiese”, con il Prof. Ing. Antonio Pratelli - DICI, Polo universitario sistemi logistici Università di Pisa.
- “Diagnostica dello stato di salute delle piante durante i trasporti, tramite l’applicazione di sensoristica non distruttiva NIR e di mini sensori IoT, adattati o di nuova realizzazione”, con Serena Ferri - DIBAF Università della Tuscia.
- “Messa a punto di un nuovo packaging”, CRC LaMPo, Università di Milano.
Redazione
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Intervista al titolare di Svra Claudio Geri, che dice: «il 70/80% dei veicoli che girano nei vivai pistoiesi sono stati acquistati presso di noi». Dagli ultimi Daily agli Eurocargo fino al nuovo S-Way, Geri segnala le novità e gli aspetti più significativi dei veicoli maggiormente usati nella filiera vivaistica e in quella floricola.
«Siamo una ditta del 1946 e siamo cresciuti di pari passo con lo sviluppo economico di Pistoia. Operiamo in tutto il territorio pistoiese, oltre che a Prato e Calenzano e Campi Bisenzio, e quindi anche nel distretto vivaistico ornamentale. E posso dire con una punta di orgoglio che il 70/80% dei veicoli che si vedono girare nei vivai pistoiesi sono stati sicuramente acquistati presso di noi».
Si presenta così Claudio Geri, titolare di Svra Spa, la concessionaria Iveco con sede a Casalguidi (Pistoia) in via Provinciale Montalbano 16 e a Capalle (Prato) in via dei Confini 251 che svolge attività di vendita di veicoli industriali e ricambi offrendo un capillare servizio di assistenza su tutto il territorio grazie alla collaborazione con le officine autorizzate. Servizi e attenzione alle esigenze dei clienti che non solo hanno consentito a Svra Spa di raggiungere quote di mercato altissime, ma anche di arrivare a un indice di soddisfazione della clientela fra i più alti a livello nazionale in questo comparto.
Abbiamo chiesto a Geri di illustrarci in parole semplici e senza tecnicismi le novità più interessanti e gli aspetti più significativi sul fronte dei veicoli maggiormente usati nelle filiere del vivaismo ornamentale pistoiese e della floricoltura della Valdinievole.
Quali sono i veicoli più usati nel settore florovivaistico pistoiese?
«Senza dubbio i vivaisti utilizzano soprattutto il Daily oppure l’Eurocargo, mentre i veicoli di maggiori dimensioni sono usati dai trasportatori che lavorano per i vivaisti».
Avete solo veicoli Iveco?
«Sì, di Iveco. O meglio, noi teniamo anche veicoli Piaggio, che per ora non si confanno troppo alle esigenze dei vivaisti, quanto piuttosto dei giardinieri e manutentori di giardini. I vivaisti vogliono il Daily».
Anche se è molto conosciuto, c’è qualcosa da sottolineare sul Daily, magari qualche recente innovazione?
«Il Daily è il veicolo robusto per antonomasia, quando si parla del Daily anche chi ha comprato un mezzo alternativo sa che il Daily è il più robusto. Infatti a pieno carico può portare 35 quintali con la patente B, ma con la patente C può arrivare fino a 72 quintali».
Ecco, alla luce della versatilità del Daily e della sua ampia gamma di modelli, come si può caratterizzare il Daily adatto al vivaismo: che tipo di Daily vuole il vivaista?
«Il vivaista in genere vuole un veicolo aperto, col cassone con le sponde e la giusta misura. Nel senso che i modelli si differenziano fra chiusi, a furgone, e i cassoni con le sponde: i vivaisti vogliono quest’ultimo tipo. Inoltre vogliono di solito la doppia ruota. Mentre il motore e il cambio a seconda del tipo di viaggi che fa l’azienda».
E ci sono differenze di modello fra il vivaista e il floricoltore?
«Si tratta sempre di Daily, ma completamente diverso. Perché il modello del floricoltore è chiuso: un furgone, in genere in vetroresina affinché il fiore si mantenga fresco. Spesso è dotato anche di frigoriferi. Poi ci possono essere allestimenti sofisticati con le sponde che si chiudono e si aprono e che scaricano per terra…»
E riguardo a motore e carburante quali sono i più usati?
«La grande maggioranza sono Diesel, ma ce n’è anche qualcuno a metano. Poi si stanno già facendo studi sull’elettrico, ma sono cose premature… I motori vanno da 120 a 210 cavalli e certi Daily raggiungono i 180 km all’ora».
E non ci sono innovazioni recenti da segnalare sul Daily?
«Sì, hanno fatto un restyling, hanno reso la cabina un po’ più automobilistica a livello di interni e più confortevole. Hanno riprogettato il sistema di sterzo ottenendo una riduzione dello sforzo di sterzata del 70% rispetto al modello precedente in certe situazioni, grazie in particolare al nuovo servosterzo elettrico e alla modalità City. E la visibilità e percezione degli ostacoli è migliorata del 15% con i fanali full LED. Senza dimenticare il sistema di monitoraggio della pressione degli pneumatici in tempo reale, che aumenta la sicurezza e riduce il consumo di carburante».
Passando ai mezzi pesanti per le lunghe percorrenze scelti dai trasportatori che lavorano per i vivaisti, che veicoli vanno per la maggiore?
«I veicoli medi e pesanti della gamma Eurocargo e un nuovo modello pesante eccezionale che è S-Way. Quest’ultima novità sta avendo un successo europeo incredibile».
Quando è uscito S-Way?
«E’ uscito di fatto nel 2020. La versione più grande e più bella da lunghe percorrenze è uscita a gennaio e la versione da cantiere o da trasporto locale è uscita ora a settembre».
In sintesi quali sono le caratteristiche da sottolineare e gli elementi innovativi di S-Way?
«Inannzi tutto la nuova cabina, che è migliorata dal punto di vista estetico e del comfort e per l’insonorizzazione: è un vero gioiello fatto di tecnologie che facilitano la guida e il comfort quando l’autista si deve riposare. E poi sono veicoli connessi al 100% e che consentono di gestire un’intera flotta a distanza. Sono connessi di serie per cui dalla “control room” che c’è nel quartier generale di Torino possono vedere subito se c’è qualcosa che non va, riescono a monitorare tutti i veicoli che sono in giro».
E la gamma dei motori di S-Way?
«C’è una scelta di motori Euro VI/D in versione diesel o a gas naturale. Si va da un minimo di 330 a un massimo di 570 cavalli. I veicoli S-Way sono inoltre dotati di alcune tecnologie e funzioni che consentono di ridurre il consumo di carburante. Ma sarebbe lunga descrivere tutte le caratteristiche e funzioni, per cui rimando al sito web».
Una curiosità, infine, sui comportamenti d’acquisto dei veicoli da parte dei florovivaisti: che formula utilizzano di solito?
«In genere vengono comprati con finanziamenti come i leasing».
Ma comprano anche veicoli usati, vero, visto che tra l’altro voi potete vantare una forte tradizione anche nell’usato, grazie pure alla “Garanzia Usato Plus”?
«Sì, facciamo parecchio usato. Come numero di pezzi si vendono più veicoli usati che nuovi. In più gli usati li compriamo noi per rivenderli. Quindi si fa un bel lavoro anche nell’usato. Però il lavoro più importante è la vendita del nuovo».
Redazione
Articolo publiredazionale
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L’impatto della Covid sulla filiera del verde urbano secondo il panel di operatori del Flormart Green City Report del III trimestre. Sale dal 75% all’85% la quota di chi attesta le conseguenze negative, ma scendono dal 37% al 32% coloro che le classificano “molto pesanti”. Giudizi più positivi rispetto al II trimestre sulla reazione del settore all’emergenza, ma peggiorano le previsioni sui tempi di ritorno ai livelli pre-crisi. Tra i problemi principali, scendono mancanza di liquidità e riduzione degli ordini ma salgono difficoltà di recupero crediti e di spostamenti. Migliorate le performance aziendali rispetto ai tre mesi precedenti: da 18% a 30% le aziende in crescita e dal 60% al 38% quelle in decrescita. Scendono dal 20% al 4% le previsioni di forte calo del fatturato.
Risultati del terzo trimestre migliorati rispetto al secondo, con meno problemi di liquidità e sul fronte ordini, e una netta diminuzione degli operatori con aspettative fosche di veri e propri crolli di mercato. Ma anche un lieve aumento di coloro che ammettono le conseguenze negative della pandemia e uno spostamento in avanti nel tempo della piena ripresa.
Questo, in estrema sintesi, l’andamento del mercato del verde urbano che emerge dalla seconda parte del Flormart Green City Report del terzo trimestre, a cura di Grs Research & Strategy, che è stato presentato nel roadshow online del 6 ottobre scorso (vedi nostro articolo). Una seconda sezione dedicata appunto all’impatto della Covid-19 sulla filiera del verde urbano. Così come rappresentata dal panel di 167 operatori professionali, di cui il 56% impegnati (oltre la metà in quanto titolari) in aziende di produzione, manutenzione e progettazione del verde di varie dimensioni.
Ma lasciamo parlare i risultati di questa indagine, rispettando l’ordine di presentazione di Grs.
La prima domanda è stata la seguente: «quanto ha impattato l’emergenza Covid-19 nel settore del verde urbano?». E la risposta è piuttosto chiara: per la maggior parte degli operatori gli effetti si sono fatti sentire. Rispetto a giugno, sale dal 75% all’85% la quota di coloro che rilevano un impatto da “abbastanza” a “molto” pesante e non solo “così e così” o meno ancora, anche se all’interno di tale quota decrescono dal 37% al 32% coloro che parlano di impatto “molto pesante”.
Il secondo quesito richiedeva una valutazione sulla reazione, più o meno positiva, del settore del verde all’emergenza. E il complesso delle risposte mostra che la reazione del settore è migliorata nel terzo trimestre rispetto al secondo, con coloro che rispondono “bene” saliti dal 34% al 50% e quelli che rispondono “male” scesi dal 9% al 5%, così come sono diventati la metà anche i pochi super critici (“molto male”: dal 4% al 2%).
Un altro interrogativo riguardava le previsioni di ripresa del settore: quando si tornerà ai livelli pre-emergenza? E su questo punto c’è stato un peggioramento di aspettative rispetto a giugno. Nel senso che «gli esperti – si legge nel rapporto - ora tendono a spostare in avanti la data di una totale ripresa del settore: per tre rispondenti su quattro questa non avverrà prima della seconda metà del 2021». E salgono dal 25% al 44% coloro che pensano che bisognerà aspettare almeno il 2022.
Le aziende
Nel rapporto vengono esaminate anche le questioni più strettamente aziendali. A cominciare dai principali problemi operativi attuali, dai fattori che più influenzano in questa fase l’attività delle aziende o enti in cui gli operatori lavorano. E si sono verificati dei cambiamenti fra il secondo trimestre e il terzo. «Se prima riduzione degli ordini e mancanza di risorse finanziarie erano i più citati – si osserva nel rapporto – ora si cita più spesso la difficoltà a spostarsi e viaggiare e a recuperare i crediti». Sono infatti scese dal 46% al 36% le risposte focalizzate sul calo degli ordini e sono salite dall’11% al 34% quelle che evidenziano le difficoltà di movimento, mentre il riferimento alla mancanza di liquidità è diminuito dal 37% al 26%.
Riguardo alle performance aziendali del terzo trimestre, emerge un sensibile miglioramento, sia pure non quantificato. E’ salita infatti dal 18% del secondo trimestre al 30% del terzo trimestre la percentuale di coloro che registrano miglioramenti di performance della propria azienda. E le dichiarazioni di andamento negativo sono scese dal 60% al 38%.
Infine le aspettative sui risultati aziendali nel quarto trimestre 2020. «Tre rispondenti su quattro – dice il rapporto – si attendono una performance stabile (da +15% a -15% del fatturato)». In particolare scendono dal 20% di giugno al 4% di settembre le previsioni di forte calo del fatturato (da -15 a -30 per cento) nel trimestre successivo. Mentre salgono dal 2% al 9% le stime di forte aumento (da +15 a +30 per cento di fatturato).
Riguardo alle azioni necessarie per aiutare il settore, nessuna differenza significativa rispetto alla rilevazione di giugno, con il supporto da parte del Governo e delle pubbliche amministrazioni di gran lunga in cima ai pensieri degli operatori.
L.S.
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- Scritto da Andrea Vitali
Nel rapporto Flormart Green City sulle tendenze del verde urbano presentato il 6 ottobre si conferma fra gli operatori l’aspettativa che prevalgano gli interventi di riqualificazione e gestione del verde esistente sulla creazione di nuove aree verdi (salita però dal 36% al 42%). Ma si registrano alcune modifiche di trend rispetto al report di giugno: meno attesa di forestazioni (da 50% a 35%), meno attenzione alla biodiversità (da 33% a 20%), più spazio a giardini verticali e pensili, migliorano le previsioni del segmento “giardinaggio” (dimezzati i segni meno). Focus sul recupero dei giardini storici e artistici: importante per quasi tutti, ma prioritario solo per il 30% degli intervistati.
Quali saranno i trend del verde urbano a breve e medio termine? Che tipologie di interventi prevarranno nelle città e quali segmenti della filiera green andranno meglio?
Sono gli interrogativi al centro della prima parte del “Flormart Green City Report – osservatorio sulle nuove tendenze del mercato del verde urbano” di Grs Research & Strategy per conto della Fiera di Padova e in particolare di Flormart, lo storico salone internazionale del florovivaismo e dell’architettura del paesaggio. Un’indagine, come spiegato da Grs, che è basata sulle risposte di un panel di operatori professionali di tutta la filiera del verde: produttori di piante, progettisti di spazi verdi, agronomi, amministratori e accademici.
Il 6 ottobre, nel corso di un roadshow online intitolato “Il verde urbano, la conservazione del verde storico e la qualità delle città”, è stata presentata la seconda edizione di tale rapporto, che fa seguito alla prima dello scorso fine giugno (vedi nostro servizio). Il panel è cresciuto di dieci unità rispetto a giugno: 167 operatori di filiera, di cui il 56% impegnati in aziende di produzione, manutenzione e progettazione del verde, l’11% agronomi e consulenti, l’11% enti pubblici, più un 23% non specificati.
«Dal nostro osservatorio arrivano segnali positivi per il settore – ha dichiarato Luca Veronesi, direttore generale di Padova Hall, società proprietaria del marchio di Fiera di Padova che cura lo sviluppo del quartiere fieristico –. Con questa seconda rilevazione prosegue il percorso che ci sta traghettando dal lockdown al 1° dicembre, quando con il Flormart City Forum la community del verde potrà finalmente tornare a ritrovarsi in presenza, nella massima sicurezza. In quell’occasione presenteremo una terza e ultima rilevazione e avremo indicazioni precise su tutte le evoluzioni in atto».
Ma vediamo i risultati di questa prima parte del Flormart Green City Report, intitolata appunto “Verde urbano e tendenze”, che comprende un focus sul recupero dei giardini storici o artistici.
La prima domanda posta ai 167 operatori della filiera del verde è stata la seguente: quali saranno gli orientamenti e le tendenze nel settore del verde urbano nel suo complesso? Ovvero quali tipi di interventi a verde saranno fatti nei prossimi anni nelle città? Il podio dei trend più citati dagli operatori interrogati da GRS a settembre è composto dalle stesse tre tendenze dello scorso giugno, ma al primo posto, nonostante che sui media se ne parli maggiormente, non c’è più il “verde estensivo o la forestazione urbana”, che essendo citato nel 35% dei casi (contro il 50% di giugno) cala al secondo posto. Al primo, sia pure con poco scarto a favore, adesso compaiono “orti e giardini comunitari” (36% delle risposte), mentre al terzo “giardini e parchi ricreativi” (33% contro il 38% di giugno). In ogni caso, pare consolidarsi nelle aspettative il trend «verso un utilizzo sociale del verde». Da segnalare la crescita delle aspettative sul “verde verticale” (dal 18% di giugno al 25% di settembre) e sul “verde pensile” (dal 17% al 22%). Ma soprattutto il forte calo di attese sulla “biodiversità”, scesa dal 33% al 20%.
Il secondo interrogativo è stato: quali sono le sue previsioni per i prossimi 12 mesi nei vari segmenti della filiera del verde in termini di valore? Su questo aspetto nessuna variazione significativa rispetto a giugno. Si conferma che, per usare le parole del rapporto, i segmenti «più promettenti sono legati alla “materia prima” e i suoi utilizzi: le piante e la progettazione e manutenzione del verde (visti stabili o in crescita da 9 operatori su 10)». Nei settori che riguardano le attrezzature e l’arredo ludico/sportivo prevalgono invece le previsioni di andamento stabile, con quelle positive intorno al doppio delle negative, confinate a poco più del 10%. Unico dato caratterizzato da una variazione degna di nota la voce “giardinaggio”, con il dimezzamento delle attese di segno meno (dal 13% al 6%) e l’aumento delle aspettative positive.
La terza domanda era questa: in che cosa consisteranno (di che tipi saranno) gli interventi (a verde) nelle aree urbane nei prossimi tre anni? Stando alle risposte, anche a settembre è «la valorizzazione dell'esistente a prevalere», come sottolinea il comunicato di Flormart. Dal momento che, mostra il rapporto di Grs, «la riqualificazione e una buona gestione dell’esistente» restano «le modalità più citate dai rispondenti, mentre più staccate appaiono le azioni volte alla creazione di nuovi spazi» verdi. «Si può però osservare – viene sottolineato - una leggera tendenza all'innovazione a settembre rispetto a giugno: aumentano infatti la propensione a realizzare nuove aree (dal 36 al 42%) o ad adottare nuove soluzioni». Comunque va evidenziato che il quadro generale si conferma positivo, con solo il 12% degli operatori (erano il 13% a giugno) a prevedere l’assenza di grossi interventi nei prossimi tre anni.
Focus sui giardini storici
Come emerge dalla prima domanda del rapporto, solo il 12% degli operatori si aspetta un trend di interventi sui giardini storici e artistici. Ma il report ha messo a fuoco questa problematica ponendo due domande: a) pensando alle attuali esigenze del verde pubblico in Italia, quanto ritiene importante il recupero e la conservazione dei giardini storici? b) secondo lei, in che cosa si dovrebbe concretizzare un intervento di recupero/manutenzione dei parchi e giardini storici?
Dalle risposte alla questione (a) emerge che il recupero di queste tipologie di giardini è ritenuto molto importante dal 90% degli operatori, ma solo il 29% di essi lo ritiene una priorità nella gestione del verde urbano.
Mentre dalle risposte alla domanda (b) si evince che per questi operatori della filiera del verde il recupero dei giardini storici e artistici dovrebbe partire da una maggior cura della materia prima vegetale, cioè piante e arredi a verde. Ma al secondo e terzo posto si trovano la realizzazione di iniziative culturali capaci di dare vita ai giardini e una «maggior comunicazione verso il pubblico».
Lorenzo Sandiford