Il vivaista
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Ci sarà anche una relazione dedicata alla circolazione delle piante del direttore del Servizio fitosanitario centrale italiano, Bruno Faraglia, nell’incontro online “Brexit: le certificazioni nel settore agroalimentare” organizzato il 16 marzo, dalle ore 15,30 alle 17,30, dall’Ambasciata italiana a Londra e dal Desk Brexit – Agenzia Ice (Istituto del commercio estero).
Un webinar per condividere informazioni sugli adempimenti a carico delle aziende che esportano Oltremanica di tutto il settore agroalimentare, incluso il comparto vivaistico che ha nella Gran Bretagna un importante sbocco di mercato, a partire dall’1 aprile 2021. Da quella data infatti «a seguito della Brexit – recita la presentazione dell’incontro - sarà necessario produrre certificati sanitari e fitosanitari per esportare nel Regno Unito diverse categorie di merci e prodotti».
Il programma dell’incontro online, che sarà moderato dalla responsabile del Brexit Help Desk dell’Agenzia Ice Gabriella Migliore, prevede, dopo il saluto dell’ambasciatore d’Italia a Londra Raffaele Trombetta, una relazione del dirigente medico veterinario del Ministero della Salute Nicola Santini, che è referente Brexit della Direzione generale per l’Igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, sul tema “Export verso il Regno Unito, sicurezza alimentare, certificazioni sanitarie ed altre barriere non tariffarie”.
Seguiranno un intervento su “Export di mangimi per animali e di PAT - proteine animali trasformate” di Carmelo Cicero, direttore veterinario responsabile dell'Ufficio 7 - Alimentazione Animale della Direzione generale della Sanità animale e del farmaco veterinario, e appunto la relazione di Bruno Faraglia, direttore del Servizio fitosanitario nazionale, afferente al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, sul tema “La circolazione delle piante e dei prodotti vegetali tra UK e UE dopo la Brexit”.
Le considerazioni conclusive saranno affidate a Anna Flavia Pascarelli, dirigente dell’Ufficio Agroalimentari e Vini dell’Agenzia ICE.
E’ possibile registrarsi a questo link.
Per maggiori informazioni scrivere all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Webinar gratuito venerdì 12 marzo pomeriggio sul tema “Popillia japonica. Nuovi metodi di lotta nella gestione integrata”. Si parlerà delle attività per la gestione del rischio fitosanitario di questo insetto, delle prospettive di gestione integrata nei diversi ambienti e degli strumenti a supporto delle decisioni.
Popillia japonica Newman (Coleoptera Rutelidae) è un insetto originario del Giappone ed è molto pericoloso in quanto altamente polifago, capace di attaccare ben trecento specie vegetali, fra coltivate e selvatiche. Si tratta per la normativa europea di un organismo nocivo da quarantena e in America, secondo una recente nota della Regione Emilia-Romagna, provoca ogni anno perdite per circa 460 milioni di dollari. Come riferito lo scorso ottobre su Agronotizie, Popillia japonica è stato individuato in Italia nel 2014 nel Parco del Ticino, fra Lombardia e Piemonte, ma non ha invaso aree intensamente coltivate. Però si è espanso ed è stato individuato nel luglio 2020 a Parma, anche se non si trattava di una infestazione.
E’ quindi di grande interesse e attualità il webinar sul tema “Popillia japonica. Nuovi metodi di lotta nella gestione integrata”, organizzato nell’ambito di un progetto dell’Università di Brescia in collaborazione con Università di Padova e Assofloro, che si svolgerà venerdì 12 marzo, dalle ore 17,30 alle 19,30, sulla piattaforma GoToWebinar. Iscrizioni già aperte a questo link. Partecipazione gratuita a seguito dell’iscrizione.
Nel corso del webinar verranno presentate le attività per la gestione del rischio fitosanitario rappresentato dalla diffusione di Popillia japonica e le prospettive di gestione integrata nei diversi ambienti.
Programma
17,30-17,55 – Saluti ed introduzione lavori:
- Fabio Rolfi, Assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi di Regione Lombardia
- Andrea Azzoni, D.G. all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi. UO Sviluppo Industrie e Filiere Agroalimentari Zootecnia e Politiche Ittiche, Regione Lombardia. Dirigente Servizio Fitosanitario
- Mirko Montuori, Project Officer – International Year of Plant Health – Food and Agriculture Organization of the United Nations
- Gianni Gilioli, Università degli Studi di Brescia, Professore Associato Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale. Responsabile scientifico Progetto Gespo
- Nada Forbici, Presidente Assofloro
17,55-18,35 - Beniamino Cavagna, Mariangela Ciampitti, Vincenzo Zagari (Regione Lombardia DG Agricoltura, Servizio Fitosanitario): “Le attività per la gestione del rischio fitosanitario di Popillia japonica”
18,35-18,55 - Gilioli Gianni, Sperandio Giorgio (Università degli Studi di Brescia): “Strumenti a supporto delle decisioni: dai dati alle previsioni”
18,55-19,15 - Battisti Andrea, Mori Nicola (Università degli Studi di Padova): “Prospettive di gestione integrata di Popillia japonica nei diversi ambienti”
19,10-19,30 - Domande e dibattito
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Il 24 marzo la conferenza online internazionale “Lavorare insieme per una migliore salute delle piante” organizzata da Aiph, l’associazione mondiale dei florovivaisti, e patrocinata da International Year of Plant Health. Saranno presentati i risultati di un’indagine sulle iniziative intraprese nel mondo a difesa delle piante. Unica emergenza fitosanitaria citata fra i case study del programma la Xylella in Italia. Accesso gratuito registrandosi sul sito web www.aiph.org/planthealthconference.
Condividere le migliori pratiche ed esperienze derivanti da iniziative di settore che riducono i rischi per la salute delle piante. Presentare ricerche su iniziative fitosanitarie di differenti Paesi. Generare interesse per una cooperazione più globale sulle iniziative per la salute delle piante.
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Dal 9 all’11 marzo 2021 la prima “Missione commerciale virtuale florovivaistica Turchia – Olanda – Germania”. Un evento b2b gratuito riservato a operatori della filiera olandesi e tedeschi organizzato dalla Turkish Ornamental Plants and Products Exporters Association (l’associazione degli esportatori di piante e fiori turchi) in collaborazione con Aiph. L’export del florovivaismo turco è quasi raddoppiato negli ultimi 10 anni arrivando nel 2020 a un valore di 106 milioni di dollari. [In foto una raffigurazione dei principali distretti vivaistici e floricoli della Turchia]
«Sono lieto di guidare la prima missione commerciale virtuale e i faccia a faccia con i rappresentanti di 15 dei maggiori coltivatori/esportatori di fiori e piante della Turchia. Il nostro obiettivo è ricordare ai nostri clienti chiave che la Turchia rimane un esportatore strategico e dedicato di fiori e piante per i clienti olandesi e tedeschi, che hanno fiducia nei fiori e nelle piante turchi come una scelta di qualità e sostenibile. Vi auguro produttivi e fiorenti incontri fioriti».
Così Ismail Yilmaz, presidente della Turkish Ornamental Plants and Products Exporters Association, l’associazione turca dei produttori/esportatori di piante e fiori, comunemente chiamata Turkish Flowers, presenta la “Missione commerciale virtuale florovivaistica Turchia – Olanda – Germania” organizzata dalla sua associazione in collaborazione con Aiph – International Association for Horticultural Producers (l’associazione internazionale dei produttori di piante e fiori) e il media partner FloraCulture International (Fci) dal 9 all’11 marzo prossimi sulla piattaforma Zoom. Un evento online gratuito riservato ai «professionisti di fiori e piante olandesi e tedeschi e ai fornitori di prodotti florovivaistici che desiderano far crescere i loro business con i coltivatori turchi», come è specificato nel sito web della manifestazione. E che «mira ad aprire mercati di esportazione, scambiare idee e prodotti e ampliare le opportunità per il settore delle piante ornamentali e il più ampio settore orticolo nei tre Paesi», come spiega Fci, dove si legge che sono benvenuti «allevatori, coltivatori, fornitori di piante giovani, esportatori, importatori, paesaggisti, rivenditori di piante, grossisti e fioristi» olandesi e tedeschi. Che nell’occasione potranno incontrare online alcune delle aziende florovivaistiche turche più avanzate e discutere con loro opportunità di business: dall’acquisto di fiori recisi o piante con fogliame tropicale a quello di giovani piante e altri prodotti per vivai.
La Turchia «è un importante hub per un mercato di fiori recisi, piante e giardini in rapida espansione», sostiene Fci, e con questa manifestazione «si propone come importante centro florovivaistico con una produzione di fiori e piante sostenibili, di alta qualità di livello mondiale, e un clima favorevole e buoni terreni, opportunità di approvvigionamento fuori stagione, forza lavoro giovane, competente e dinamica e forte spirito imprenditoriale». «Oggi, i produttori turchi di piante ornamentali – continua Fci - esportano un "bellissimo bouquet con colori misti" tra cui fiori freschi recisi, piante in vaso, piante da aiuola, alberi, arbusti, piante perenni e bulbi in tutto il mondo e stanno cercando di far crescere questa attività nei Paesi Bassi e in Germania».
Insomma, una mossa commerciale degna di nota di un significativo competitor sia della floricoltura che del vivaismo ornamentale italiani, se si pensa ai numeri citati da Turkish Flowers. Ad esempio il fatto che il valore dell’export florovivaistico turco, che ha come principali sbocchi in Europa l’Olanda, la Germania e il Regno Unito, è salito a 106 milioni di dollari nel 2020, quasi raddoppiando i 54 milioni di dollari del 2010. E che l’area dedicata alle produzioni florovivaistiche è adesso pari a 5248 ettari, di cui 3770 per il vivaismo ornamentale, 1238 per il fiore reciso, 199 per le piante da interno e 41 per i bulbi.
L.S.
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Nei giorni 23 e 25 febbraio, 2 e 4 marzo 2021 le quattro sessioni online della 2^ “Biostimolanti Conference” organizzata da ARPTRA, l’Associazione Regionale Pugliese dei Tecnici e Ricercatori in Agricoltura. Il primo webinar è sui “Trend evolutivi del mercato dei biostimolanti”, i due successivi sul “Contenimento degli stress abiotici”, l’ultimo sui “Meccanismi d’azione dei biostimolanti funzionali”. Previsti crediti formativi professionali (CFP). Il programma.
Approfondire gli aspetti fisiologici, applicativi e regolatori di una categoria di prodotti in rapida evoluzione e dalla crescita annuale a due cifre come quella dei biostimolanti, che servono a incrementare la resistenza delle colture nei confronti dei vari stress e ad aumentare la qualità delle produzioni. Per permettere agli operatori del settore agricolo di comprenderne meglio i meccanismi d’azione e le peculiarità.
Programma
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Nel suo discorso di insediamento il neo presidente del Crea Carlo Gaudio ha sottolineato l’importanza di due progetti quali Biotech, che mira a produrre piante di più elevata qualità e con maggior tolleranza a stress biotici e abiotici attraverso anche «la tecnologia CRISPR/Cas9 per determinare mutazioni in posizioni predeterminate del genoma», e Agridigit, «per un’agricoltura di precisione, mediante la digitalizzazione dei sistemi», che consente di analizzare la realtà agricola e naturale nel dettaglio, supportando il monitoraggio e prevedendone le evoluzioni.
Con l’insediamento del nuovo Consiglio di amministrazione (Cda) presieduto da Carlo Gaudio, fino al giorno prima subcommissario per l'attività scientifica e il coordinamento con i centri di ricerca, è terminata il 15 febbraio scorso la lunga fase di gestione commissariale del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea), durata più di un anno e mezzo. Sono così ricostituiti gli organi del più importante ente di ricerca sull’agroalimentare italiano e si torna ad una gestione ordinaria che permette di guardare al futuro.
Il Cda sarà composto anche da Alberto Basset, professore ordinario di Ecologia presso l'Università del Salento di Lecce e presidente della Società Italiana di Ecologia; Stefania De Pascale, professore ordinario di Orticoltura e floricoltura presso l'Università Federico II di Napoli e componente del Consiglio scientifico del Crea; Enrica Onorati, Assessore all'Agricoltura della Regione Lazio (designata dalla Conferenza Stato Regioni); Domenico Perrone, I tecnologo presso il Centro di ricerca “Difesa e Certificazione” del Crea (eletto dai ricercatori e tecnologi del Centro).
«Agricoltura, ambiente ed alimentazione – ha dichiarato il neo presidente Carlo Gaudio - sono settori sempre più importanti per l’economia e per la società italiana e la ricerca scientifica, l’innovazione, la formazione e la divulgazione in questi ambiti vedono nel Crea il naturale riferimento nazionale, per la notevole competenza del suo personale, tanto è vero che il Crea sta coordinando due dei più importanti progetti di ricerca scientifica in materia: il Biotech, con l’obiettivo di produrre piante di più elevata qualità e con maggior tolleranza a stress biotici e abiotici e l’Agridigit, per un’agricoltura di precisione, mediante la digitalizzazione dei sistemi, consentendo di analizzare la realtà agricola e naturale nel dettaglio, supportando il monitoraggio e prevedendone le evoluzioni».
Più in dettaglio, nel suo discorso di insediamento Carlo Gaudio ha sottolineato che «l’assegnazione del Premio Nobel 2020 per la Chimica a Jènnifer Doùdna ed Emmanuèlle Charpentièr, a seguito della pubblicazione della scoperta della tecnologia CRISPR/Cas9 per determinare mutazioni in posizioni predeterminate del genoma, dimostra l’importanza e l’enorme impatto che le nuove tecnologie possono avere in campo microbiologico, biologico, medico e agrario. Questo nuovo strumento ha contribuito all’emergere di altre scoperte nella ricerca di base: in Medicina, sono in corso prove sperimentali di nuove terapie contro il cancro ed il sogno di poter curare anche le malattie ereditarie non è lungi dal potersi avverare; nell’ambito delle piante, scienziati e ricercatori sono stati già in grado di sviluppare colture che resistono alle muffe, ai parassiti ed alla siccità. Le “forbici genetiche” possono guidare le scienze della vita verso una nuova epoca e, per molti aspetti, portare grandi benefici all’umanità. La ricerca agraria italiana ha colto in pieno le potenzialità di questo nuovo strumento per lavorare al miglioramento genetico delle specie vegetali ed animali, nonché forestali e microbiche, d’interesse del Made in Italy, sempre nel rispetto delle decisioni del Parlamento e delle vigenti normative. Il Crea sta coordinando uno dei più importanti progetti di ricerca scientifica in materia: il Biotech, finanziato dal Mipaaf, cui partecipano diversi centri dell’Ente e altri istituti di ricerca e università italiane, con l’obiettivo, ad esempio, di produrre piante di più elevata qualità e con maggior tolleranza a stress biotici e abiotici, che potranno essere ottenute con metodi molto più sofisticati, grazie ai nuovi modelli sviluppati nell’altro grande progetto ministeriale, l’Agridigit, per un’agricoltura di precisione, mediante la digitalizzazione dei sistemi, consentendo di analizzare la realtà agricola e naturale nel dettaglio, supportando il monitoraggio e prevedendone le evoluzioni».
«In questi ed in altri settori e progetti – ha concluso Gaudio -, quali l’alimentazione e la nutrizione, la creazione di prodotti innovativi, l’individuazione di metodi di coltivazione sostenibili, con bassi input chimici e idrici, il recupero di nutrienti e di molecole bioattive dagli scarti delle filiere agroindustriali, con l’obiettivo di zero residui e di sviluppo di prodotti ad elevato valore aggiunto nei settori dall’alimentazione alla nutraceutica, dalla cosmetica al packaging, mediante una serie di protocolli green con processi ecosostenibili, per la tutela dei consumatori, il benessere degli animali, la protezione dell’ambiente e della biodiversità in un contesto di economia circolare, l’impegno nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie in tali ambiti sarà fondamentale».
Redazione