Il vivaista
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Dal 19 settembre al 18 ottobre 2020 nei garden center dell’Associazione italiana centri giardinaggio (Aicg) si svolgerà la 5^ edizione del “Garden Festival d’Autunno” all’insegna di due progetti: “Labirinto sensoriale d’Autunno” e “Piantiamo Italiano”. In evidenza le piante da siepe, le aromatiche, l’arte topiaria e il ciclamino nei 61 garden coinvolti di 11 regioni italiane, con in testa Veneto (17 centri), Lombardia (16) e Piemonte (7). La Toscana non c’è.
L’autunno come momento di ripartenza, come invito a rinnovare gli spazi verdi. E’ anche questo l’obiettivo della quinta edizione del Garden Festival d’Autunno organizzato da sabato 19 settembre a domenica 18 ottobre nei garden center di Aicg, l’Associazione italiana centri giardinaggio, costituitasi nel 2012 per favorire lo sviluppo virtuoso delle aziende che operano nel settore specializzato del giardinaggio e florovivaismo (centri di giardinaggio o Garden Center) e della cultura del verde. Con particolare attenzione alle piante italiane. Un ruolo propulsivo che si confà a piante e verde, che nei mesi scorsi sono stati un aiuto fondamentale per il benessere di molte persone: il giardinaggio come cura dello stress a contatto con la natura e nell’appagamento dei sensi.
Due gli elementi di novità del festival quest’anno. Innanzi tutto, all’interno di ogni singolo garden, oltre alle consuete aiuole dimostrative e didattiche, sarà allestito un “Labirinto sensoriale”, un percorso all’aperto, da percorrere in sicurezza e nel rispetto delle norme sul distanziamento sociale, che invita a conoscere meglio le piante italiane e autunnali.
Anche l’altra novità riguarda il made in Italy florovivaistico. Si tratta del coinvolgimento del progetto “Piantiamo Italiano”, che porrà l’accento, a settembre, sulla vasta e varia produzione delle aromatiche e, a ottobre, promuoverà la produzione vivaistica nazionale di piante da siepe e l’arte topiaria che ha fatto scuola in tutto il mondo. Il progetto “Piantiamo Italiano” da un anno e mezzo punta a sensibilizzare i consumatori ad un acquisto consapevole, attento all’impatto ambientale e al risparmio energetico.
Ma sono tanti altre le iniziative e gli eventi. E naturalmente anche quest’anno sarà protagonista il ciclamino, robusto e resistente fiore autunnale e invernale per eccellenza, che si potrà trovare in tante varietà e sfumature di colore nei Garden Center. Con il ciclamino rosa in primo piano, a seguito dei risultati positivi dell’iniziativa “Margherita per Airc” che ha consentito di finanziare quattro annualità di una borsa di studio per una giovane ricercatrice. Aicg ha scelto nuovamente di sostenere nell’ambito del Garden Festival d’Autunno la campagna “Nastro Rosa Airc”: per tutto il mese di ottobre e per ogni vaso di ciclamino di colore rosa venduto, i centri giardinaggio aderenti devolveranno 1 euro a sostegno della ricerca contro il cancro al seno dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.
Anche se l’elenco dei centri di giardinaggio che partecipano al festival può essere variato un po’ da allora, ecco come era al 2 settembre, ultimo comunicato ufficiale sul sito di Aicg.it (www.aicg.it). In tutto 61 garden center, di 11 regioni: Basilicata (1), Emilia Romagna (8), Friuli Venezia Giulia (3), Lazio (3), Liguria (1), Lombardia (16), Piemonte (7), Puglia (2), Sardegna (1), Trentino Alto Adige (2), Veneto (17).
Redazione
REGIONE |
PUNTO VENDITA |
INDIRIZZO |
CITTA’ |
PROVINCIA |
CAP |
SITO |
Basilicata |
DICHIO GARDEN |
S.S. 99 KM 12, 700 |
MATERA |
MT |
75100 |
|
Emilia Romagna |
CORTE DEI FIORI |
44019 |
||||
Emilia Romagna |
GARDEN BATTISTINI |
|||||
Emilia Romagna |
MINELLI GARDEN |
BUONACOMPRA DI CENTO |
FE |
44041 |
||
Emilia Romagna |
MONVERDE |
|||||
Emilia Romagna |
GARDEN VIVAI MORSELLI |
MEDOLLA |
MO |
41036 |
||
Emilia Romagna |
SOLGARDEN |
|||||
Emilia Romagna |
IL GERMOGLIO |
|||||
Emilia Romagna |
BIA HOME&GARDEN |
|||||
Friuli Venezia Giulia |
GARDEN ANNA |
|||||
Friuli Venezia Giulia |
GARDEN TRENTIN |
PN |
33170 |
|||
Friuli Venezia Giulia |
VERDE VIVO GARDEN |
|||||
Lazio |
CELLILLI GARDEN STORE |
VIA LAURENTINA KM 24,200 |
POMEZIA |
RM |
00071 |
|
Lazio |
ZANNONI GARDEN |
LOC. PONTICELLO SNC |
SAN LORENZO NUOVO |
VT |
10020 |
|
Lazio |
GARDEN TERRE DEI PAPI |
nd |
||||
Liguria |
TOPGARDEN |
|||||
Lombardia |
CENTRO VERDE |
VIA TREVIGLIO SNC |
CARAVAGGIO |
BG |
24043 |
|
Lombardia |
PIROLA CENTRO VERDE DELL’ISOLA |
|||||
Lombardia |
FLORARICI |
|||||
Lombardia |
FLOVER DESENZANO |
|||||
Lombardia |
GARDAFLOR |
|||||
Lombardia |
GARDEN BEDETTI |
|||||
Lombardia |
CIP GARDEN |
CO |
22100 |
|||
Lombardia |
MOLTENI GARDEN |
|||||
Lombardia |
GARDEN ORCHIDEA |
|||||
Lombardia |
GARDEN FRIENDS – HOME EMPORIO |
|||||
Lombardia |
CENTRO GIARDINAGGIO SAN FRUTTUOSO |
|||||
Lombardia |
VIVAIO BANFI |
MI |
20024 |
|||
Lombardia |
STEFLOR |
MI |
20037 |
|||
Lombardia |
IDEALVERDE |
STRADA PROVINCIALE 34/D |
CASTANO PRIMO |
MI |
20022 |
|
Lombardia |
AGRICOLA HOME & GARDEN |
|||||
Lombardia |
ECOPARK GARDEN PRAVETTONI |
|||||
Piemonte |
COMASCO GARDEN CENTER |
EX S.S. 211 PER TORTONA |
SALE |
AL |
15045 |
nd |
Piemonte |
GARDEN VIVAIO ROAGNA |
|||||
Piemonte |
AZIENDA FLORICOLA DONETTI |
VIA MATIRI 151 |
ROMAGNANO SESIA |
NO |
28078 |
|
Piemonte |
LE SERRE FLORICOLTURA GARDEN CENTER |
|||||
Piemonte |
PERAGA GARDEN CENTER |
|||||
Piemonte |
DAVELI GARDEN CENTER |
|||||
Piemonte |
HORTILUS GARDEN CENTER |
|||||
Puglia |
Lavermicocca Gardening & Design |
BA |
70124 |
|||
Puglia |
CASANATURA VIVAIO |
|||||
Sardegna |
INNAVOFLORA VIVAI |
S.P. 59 km 3,00 Loc. Petralonga Porto Cervo |
ARZACHENA |
SS |
07021 |
|
Trentino Alto Adige |
FLORICOLTURA RONCADOR VALENTINO |
|||||
Trentino Alto Adige |
FLOVER VOLANO |
|||||
Veneto |
FLORICOLTURA GARDEN CAVINATO |
|||||
Veneto |
VIVAI PIANTE SALMASO |
|||||
Veneto |
ZOCCAGARDEN |
|||||
Veneto |
BAIA FIORITA |
VIA A. VOLTA 27 |
VEDELAGO |
TV |
31050 |
|
Veneto |
BARDIN GARDEN STORE |
|||||
Veneto |
VERDECHIARA |
|||||
Veneto |
DAMETTO GARDEN CENTER |
VIA VERDI 87 – STRADA CADORE MARE |
ODERZO |
TV |
31046 |
|
Veneto |
FLORIDEA CASA ORTO GIARDINO |
|||||
Veneto |
BRONTE GARDEN |
VE |
||||
Veneto |
IL GERMOGLIO GARDEN CENTER |
|||||
Veneto |
DONNAFLORA |
VE |
||||
Veneto |
FLOVER BUSSOLENGO |
|||||
Veneto |
FLOVER AFFI |
|||||
Veneto |
FLOVER VERONA – CA’ DI DAVID |
CA’ DI DAVID |
||||
Veneto |
FLORICOLTURA MARCON |
|||||
Veneto |
GARDEN VICENZA VERDE |
36100 |
||||
Veneto |
VIVAI DALLE RIVE |
VIA VIVARO, 35 |
ZUGLIANO |
VI |
36031 |
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Il vice di Salvini all’incontro dell’Associazione vivaisti coi candidati leghisti alle regionali Alessio Bartolomei e Cinzia Cerdini, che si sono detti pronti a tutelare il vivaismo. Fra i problemi evidenziati dal presidente dell’Associazione vivaisti italiani Magazzini: i bandi del Psr penalizzano il numero di occupati a ettaro, nostro punto di forza, e la Regione ha aiutato sinora solo il fiore reciso, ma Avi «si attende da chiunque vinca le regionali che venga mantenuto l’impegno degli aiuti previsti nel Protocollo per la riduzione degli erbicidi». Bartolomei concorda con Magazzini: «ci vorrà più attenzione a come vengono scritti i bandi».
«Noi siamo sempre a favore del lavoro e dell’impresa e soprattutto dei distretti tradizionali insediati sul territorio. Quindi qui a Pistoia c’è questa realtà, una realtà storica, e va tutelata. Certamente la componente regionale è fondamentale. Quindi l’attenzione che è stata dedicata ad altri settori, anche nell’ambito florovivaistico, deve essere dedicata anche al settore del vivaismo. Questo è l’impegno che noi come Lega prendiamo: di ascolto e di attenzione a tutte le realtà vere e storiche radicate sul territorio».
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
L’Associazione vivaisti italiani (Avi) ha dato spazio ieri nella “Serata del Vivaismo 2020” ad Agribios, cooperativa agricola specializzata nella gestione degli scarti vegetali fino al loro reimpiego agricolo, che ha visto crescere il materiale ricevuto nell’impianto di Chiesina Montalese (PT) da 16.500 m3 nel 2018 a oltre 24.900 m3 nel 2019 (vicina al tetto di 25.000 m3). Il vice presidente di Legacoop agroalimentare Carlotti ha sottolineato che l’obiettivo di Agribios è derubricare definitivamente lo scarto agricolo dalla voce “rifiuto”. Il presidente di Avi Magazzini ha detto che prenderà in considerazione l’idea della presidente di Agribios Marchionni di un marchio che certifichi l’adesione all’economia circolare del distretto vivaistico per dare più forza commerciale alle piante pistoiesi. Il presidente del Distretto Mati, segnalato il calo di 80 mln di euro dell’export florovivaistico quest’anno, si è detto d’accordo sulla utilità di una strategia di territorio che usi l’impegno sul fronte ecosostenibile come valore aggiunto delle piante.
Nuova tappa sulla via della sostenibilità ambientale, sempre coniugata con quella economica, dell’Associazione vivaisti italiani, soggetto referente del Distretto vivaistico di Pistoia, che con il suo presidente Luca Magazzini scommette su recupero e reimpiego degli scarti verdi all’insegna dell’economia circolare.
La “Serata del vivaismo 2020” di ieri, tenutasi al Circolo di Masiano subito dopo l’assemblea annuale in cui è stato ratificato all’unanimità un bilancio consuntivo 2019 dal segno più e senza sorprese, è stata l’occasione per aprire le porte ad Agribios, cooperativa agricola di Chiesina Montalese (Pistoia) che grazie al suo impianto di triturazione e vagliatura fornisce ai propri soci fruitori, per il 90% vivaisti del Distretto, un servizio completo di recupero e valorizzazione dei residui vegetali dell’attività agricola. Dando una risposta a un importante fabbisogno delle aziende agricole del territorio pistoiese, come sembrano dimostrare i dati illustrati ieri dalla presidente Stefania Marchionni.
Diventata operativa nel 2017, dopo aver ricevuto a fine 2016 l’autorizzazione unica ambientale del Comune di Pistoia, Agribios è subito cresciuta velocemente per numero di soci, per fatturato e per quantità di materiale ricevuto. A fine 2018 infatti i soci erano 90, il fatturato annuale intorno a 280 mila euro e la quantità di materiale ricevuto circa 16.500 metri cubi, mentre nel 2019 i soci sono saliti a 110, il fatturato (che dipende anche dall’ampliamento dei servizi offerti) a circa 780 mila euro e la quantità di materiale a oltre 24.900 metri cubi, cioè fino quasi al tetto che per adesso non può essere superato (per ragioni normative e di autorizzazioni). Quest’anno i soci sono già più di 140 e le aspettative di fatturato per fine anno di 850 mila euro. Nel frattempo la cooperativa spera, dice Stefania Marchionni, «di poter realizzare l’ampliamento con un altro sito per puntare a raggiungere l’obiettivo di 100.000 metri cubi di materiale».
L’attività di Agribios ruota attorno all’impianto, che funge da punto di raccolta finalizzato al recupero e alla gestione dalla A alla Z dei residui vegetali: biomasse derivate da piante sciupate e non più vendibili, da potature e sfalci, ma anche il substrato contenuto nei vasi o nelle zolle. Il processo aziendale prevede, in estrema sintesi, il ritiro degli scarti vegetali con i substrati dalle singole aziende socie, lo stoccaggio in settori dedicati del sito, poi la riduzione volumetrica e vagliatura delle due componenti primarie (lignocellulosica e substrato colturale), poi la triturazione di raffinazione da cui si ottengono tre componenti (legname, terriccio, pomice) da ricollocare, il trasporto e conferimento dei materiali alle aziende agricole per il loro riutilizzo colturale, quando possibile all’interno dello stesso distretto.
In sostanza, come sottolineato dal vice presidente di Legacoop agroalimentare Massimo Carlotti nel suo intervento, l’obiettivo di Agribios è derubricare definitivamente lo scarto agricolo dalla voce “rifiuto”. E fra gli aspetti distintivi segnalati da Stefania Marchionni c’è il fatto che «gli scarti vegetali consegnati dai soci hanno l’autocertificazione che non sono stati trattati con anticrittogamici da 60 giorni e ogni 3 mesi noi controlliamo l’assenza di inquinanti».
La presidente di Agribios ha lanciato infine una proposta: «far diventare il Distretto ornamentale pistoiese il primo distretto vivaistico d’Europa con un marchio, da decidere insieme alle imprese, che certifichi l’adesione a un sistema circolare che non lascia scarti e anzi è in grado di dare nuova vita ai sottoprodotti agricoli». Operazione che Luca Magazzini, dopo l’incontro, ha detto di voler prendere in considerazione perché, «se ben progettata, potrebbe rafforzare l’immagine delle piante pistoiesi e rappresentare un volano anche sul piano commerciale, un’occasione di sviluppo». Dello stesso avviso, il presidente del Distretto Francesco Mati, che, dopo aver segnalato il dato che quest’anno l’export florovivaistico italiano sta perdendo 80 mln di euro, soprattutto nella componente floricola, si è detto d’accordo sulla utilità di una «strategia di territorio» che faccia leva sull’impegno per l’ecosostenibilità come «valore aggiunto delle piante».
I CINQUE BENEFICI PER IL TERRITORIO
1) riduzione di scarti verdi nelle discariche
2) utilizzo dei sottoprodotti in agricoltura tramite la creazione di una filiera locale
3) recupero di notevoli quantità di sostanze organiche e terricciato che possono contrastare la mineralizzazione dei terreni
4) minore necessità di ricorrere all’abbruciamento dei residui legnosi
5) incremento della produzione di energia rinnovabile a mezzo di biomassa
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Incontro organizzato dall’Associazione Vivaisti Italiani giovedì alle 19 al Circolo di Masiano. La “Serata del vivaismo 2020” avrà come protagonista la cooperativa di recupero e valorizzazione di scarti vegetali Agribios che mira al vivaismo circolare. Dopo gli interventi dei presidenti dell’Associazione Vivaisti Magazzini e del Distretto ornamentale Mati, sono previste le relazioni dei presidenti di Legacoop Agroalimentare Toscana Massimo Carlotti, di Agribios Stefania Marchionni, dell’agronomo Federico Di Cara e dell’Avv. Tommaso Stanghellini.
Lo stato dell’arte e le prospettive della “Economia circolare nel vivaismo”. Questo il tema della “Serata del vivaismo 2020”, organizzata dall’Associazione Vivaisti Italiani (Avi), soggetto referente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, giovedì 10 settembre, alle ore 19, presso la sala convegni della Cooperativa di cultura e sport "E. Bianchi" del Circolo di Masiano (Pistoia, Via di Masiano n. 10/f).
Al centro dell’incontro il modello di Agribios, la cooperativa di Chiesina Montalese (PT) specializzata nel recupero e nella valorizzazione degli scarti vegetali. Vale a dire, visto che il 90% circa delle sue imprese socie sono aziende vivaistiche, nell’avvio al reimpiego degli scarti del florovivaismo.
Dopo gli interventi di Luca Magazzini, presidente di Avi, e di Francesco Mati, presidente del Distretto vivaistico, prenderanno la parola il presidente di Legacoop Agroalimentare Toscana Massimo Carlotti, la presidente della cooperativa Agribios Stefania Marchionni, l’agronomo dello studio Cesaf Federico di Cara, che traccerà le fasi del ciclo di gestione e trattamento degli scarti verdi di Agribios, e l’avvocato Tommaso Stanghellini, che parlerà degli aspetti legali dell’attività.
Programma:
ECONOMIA CIRCOLARE NEL VIVAISMO (ore 19)
- saluto di Luca Magazzini, presidente Associazione Vivaisti Italiani;
- saluto di Francesco Mati, presidente del Distretto rurale vivaistico ornamentale di Pistoia;
- introduzione di Rossella Casseri segretaria del cda di Agribios, che modera l’incontro;
- Federico di Cara, agronomo - studio Cesaf, “Il flusso di lavoro di Agribios”;
- Massimo Carlotti, presidente Lega delle cooperative Agroalimentare Toscana, “Il sistema cooperativo per AgriBios”;
- Avv. Tommaso Stanghellini, consulente legale di Agribios, “Le responsabilità legali dei soci in AgriBios”.
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Un allestimento green con prato e alberature fornite e installate da Assoverde su un progetto dell’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio: 4.600 mq di prato sulle due sponde disposto su uno strato di sabbia con irrigazione a scomparsa; 40 alberi ripariali in vaso, argentei Populus alba accorpati in modo da aumentare la superficie ombreggiata. Seguendo il modello di gestione del progetto StrategieGreen2020 si punta a rendere gli spazi urbani più sani e accoglienti.
«Un’installazione paesaggistico-ambientale in un’area dove natura, acqua e arte, passato e presente convivono e si alimentano a vicenda, creando una “piazza” d’incontro e di cultura, ma anche di discussione sui benefici che la natura può dare alla città per contrastare l’emergenza climatica e sanitaria che stiamo vivendo».
Viene descritto così l’allestimento “Piazza Tevere 2020” inaugurato il 6 settembre a Roma alla presenza della sindaca Virginia Raggi nell’area tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini, resa celebre nel mondo dalle opere dell’artista sudafricano William Kentridge.
L’intervento è stato realizzato sulla base del progetto redatto dall’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio (AIAPP), assieme al laboratorio Cesare Romiti, Centro di progettazione di Agenda Tevere. Le opere a verde (il prato e le alberature) sono state fornite e messe in opera da Assoverde, attraverso il coinvolgimento attivo e propositivo delle aziende associate. Un’iniziativa che è coerente con il piano strategico di Resilienza di Roma Capitale e che propone un paesaggio “inaspettato” che unisce idealmente le due sponde del fiume fra Ponte Sisto e Ponte Mazzini grazie alla presenza di un prato adagiato sulle lapidee banchine fluviali.
Il modello di gestione dell’intervento rientra nel Progetto “StrategieGreen2020” promosso da Assoverde, Aiapp e Anaci al fine di rendere gli spazi della città più sani, accoglienti e funzionali nel corso di due mesi nei quali, pur con l’adeguato distanziamento fisico, si intende favorire la possibilità di incontrarsi e passeggiare in sicurezza e con la necessaria qualità dei luoghi e salubrità dell’aria.
L’allestimento consiste in 4.600 mq di prato distribuito sulle due sponde (due fasce di 500 metri di lunghezza per 4,6 di larghezza in ciascuna banchina) disposto su uno strato di sabbia, con irrigazione a scomparsa che ne garantisce la sopravvivenza. Poi ci sono 40 alberi ripariali in vaso, argentei Populus alba (pioppi bianchi) in riva sinistra, accorpati e disposti in modo da aumentare la superficie ombreggiata. Sulle due sponde sono stati installati faretti direzionati, con finalità scenografica, verso le chiome dei platani del Lungotevere.
Alla chiusura dell’allestimento, i materiali temporaneamente installati nelle banchine lapidee tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini – il substrato di terriccio, il sistema di irrigazione, il manto erboso e gli alberi in vaso – saranno trasferiti a Riva Ostiense sulla base di un progetto di riqualificazione di quell’area.
L.S.
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Secondo Coldiretti le importazioni incontrollate di semi e piante hanno causato un’invasione di specie aliene che nel 2019 hanno generato danni per oltre 1 miliardo in Italia. Bene ha fatto Amazon a vietarne la vendita. E l’Ue deve cambiare passo perché le sue frontiere colabrodo hanno «lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari».
«Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione si moltiplica l’arrivo di materiale vegetale infetto e parassiti vari che provocano stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale anche con l’avvio di una apposita task force».
E’ quanto affermato ieri da Coldiretti in una nota in cui ha stimato in oltre 1 miliardo di euro nel 2019 i danni della «invasione di insetti e organismi alieni arrivati nelle campagne italiane soprattutto con le piante ed i semi dall’estero», che hanno avuto effetti pesanti anche sul piano ambientale e paesaggistico. E in cui apprezza la decisione di Amazon, su spinta delle autorità statunitensi preoccupate per il rischio di diffusione di infestanti e malattie dannose per l’agricoltura americana, di vietare la vendita di semi e piante straniere negli Usa.
Lo stesso pericolo si è già manifestato in Italia, dice Coldiretti, con un’invasione di specie aliene per la maggior parte originate dal «gigante asiatico»: «dal moscerino dagli occhi rossi (Drosophila suzukii) che colpisce la frutta al cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus) fino alla cimice asiatica (Halyomorpha halys), l’insetto polifago che colpisce oltre 300 diversi vegetali, che ha messo in ginocchio i produttori italiani, per la mancanza di nemici naturali, con circa 740 milioni di euro di danni provocati nel solo 2019 e 48mila aziende agricole italiane colpite».
C’è poi «il punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus originario dell’Asia, che ha fatto strage di palme dopo essere comparso in Italia per la prima volta nel 2004 e da allora si è dimostrato un vero flagello che ha interessato il verde pubblico e privato in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise». Mentre a minacciare la produzione italiana di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori sono «due insetti killer, il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il coleottero africano (Aethina tumida) che mangiano e rovinano il miele, il polline e, soprattutto, la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l’alveare».
«Senza dimenticare – continua Coldiretti - il batterio della Xylella che è stato introdotto con molta probabilità dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam che ha devastato gli uliveti del Salento. Dall’autunno 2013, anno in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente in provincia di Bari».
«Sotto accusa – conclude Coldiretti - è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni».
Redazione