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Piano nazionale per il florovivaismo: promozione, logistica, PNRR, PAC e formazione per valorizzare un settore che contribuisce con oltre 2,5 miliardi di euro e 100.000 addetti.
Il Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha annunciato l'approvazione di un disegno di legge finalizzato a dare nuova centralità al florovivaismo e a fornire un quadro normativo chiaro per il settore.
Durante una conferenza stampa successiva al Consiglio dei Ministri, il Ministro Francesco Lollobrigida ha sottolineato l'importanza di valorizzare il florovivaismo, un settore strategico per l'economia italiana. Il Governo Meloni si impegna quindi a elaborare un Piano nazionale specifico per il comparto florovivaistico al fine di promuovere azioni innovative per la comunicazione e la promozione dei prodotti.
Il piano prevede l'istituzione di piattaforme logistiche per macroaree, al fine di migliorare la logistica nel settore. Saranno inoltre promosse attività di formazione che permettano di sviluppare la qualità dei prodotti e valorizzare la produzione nazionale. Il settore florovivaistico contribuisce con oltre 2,5 miliardi di euro all'economia italiana e impiega oltre 100.000 addetti in 27.000 aziende.
Il Ministero si impegna a tutelare e promuovere il settore, facilitando l'accesso ai finanziamenti previsti sia nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che nei fondi della Politica Agricola Comune (PAC).
Floraviva seguirà attentamente l'evoluzione di questa iniziativa e continuerà a fornire aggiornamenti sulle azioni concrete che verranno intraprese per valorizzare il florovivaismo italiano e promuovere la qualità dei prodotti.
Redazione
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Un incontro esclusivo dedicato alle novità fiscali e alle attività connesse al florovivaismo, rivolto agli operatori del settore. Venerdì 9 giugno, Sala Civica - Piazza Gramsci, Canneto sull'Oglio (MN).
Il distretto consortile Plantaregina di Canneto sull'Oglio si prepara ad ospitare un importante evento dedicato al florovivaismo, rivolto agli operatori del settore. Venerdì 9 giugno, nella suggestiva cornice della Sala Civica in Piazza Gramsci, si svolgerà un incontro B2B che offrirà interessanti spunti di discussione sulle novità fiscali e le attività connesse al florovivaismo.
L'incontro avrà inizio alle ore 17:00 con il saluto di Paolo Arienti, Presidente del Consorzio Plantaregina | Distretto Vivaistico. Sarà l'occasione per approfondire le tematiche legate alle aziende associate e alla produzione di piante caducifoglie all'interno del territorio vivaistico di Canneto sull'Oglio.
Gianni Allegretti, Presidente della Fondazione GianPaolo Tosoni, guiderà l'introduzione e la conclusione dell'incontro, offrendo un'ampia prospettiva sulle opportunità e le sfide del settore florovivaistico.
Le relazioni durante l'evento approfondiranno argomenti di grande rilevanza per gli operatori del settore. Alessandra Caputo dello Studio Associato Tosoni parlerà delle novità fiscali nell'agricoltura, fornendo informazioni utili per gestire al meglio le attività agricole.
Alberto Tealdi, Presidente della Commissione Agricoltura e Cooperative dell'Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, illustrerà le attività agricole connesse al florovivaismo, offrendo spunti di riflessione e strategie per affrontare le sfide del settore.
L'incontro rappresenta un'importante occasione di networking e confronto per gli operatori del settore florovivaistico a Canneto sull'Oglio.
L'evento è organizzato con il patrocinio del Comune di Canneto sull'Oglio e della Giunta Regionale Direzione Generale Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste.
Per partecipare all'evento, clicca qui.
Redazione
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È stato nominato ieri nella prima riunione del nuovo consiglio direttivo dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), che ha scelto come vice presidenti Gilberto Stanghini e Simone Ferroni. Il neo presidente Michelucci: «il mio predecessore ha fatto un ottimo lavoro e proseguiremo, con un direttivo molto ringiovanito, sulle linee già tracciate verso il Laboratorio di autocontrollo fitosanitario preannunciato, un progetto per il bando di distretto del Pnrr e una soluzione alla questione dell’approvvigionamento idrico».
Redazione
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Il punto annuale sulla campagna “Mosaico Verde” di AzzeroCO2 e Legambiente: piantati 322.000 alberi in 17 regioni e riqualificati 3 milioni di mq di aree verdi.
Messi a dimora oltre 322.000 alberi - grazie ai quali si stima un assorbimento di circa 226.000 tonnellate di CO2, «considerando il potere di assorbimento medio di un albero nel suo ciclo di vita di 100 anni» - e riqualificati più di 3 milioni di mq di aree verdi, coinvolgendo oltre 100 comuni e 20 enti parco in 17 differenti regioni italiane.
Questi i risultati dei primi 5 anni di “Mosaico Verde”: la «campagna nazionale per la forestazione di aree urbane ed extraurbane e la tutela dei boschi» promossa da AzzeroCO2 e Legambiente in sinergia con aziende ed enti pubblici, allo scopo di «restituire valore al territorio e contrastare i cambiamenti climatici».
I dati di Mosaico Verde, che ha finora ottenuto la partecipazione attiva di 40 aziende impegnate - sotto la voce “responsabilità sociale d’impresa”- nella riqualificazione dei territori in cui operano, sono stati illustrati a Roma il 25 maggio da AzzeroCO2 nel corso del convegno “I grandi cambiamenti cominciano da piccoli alberi”.
«Non piantiamo semplicemente alberi - ha dichiarato Sandro Scollato, amministratore delegato di AzzeroCO2 -, semmai cerchiamo di moltiplicare il valore complesso che possiedono: ambientale, per la loro evidente capacità di contribuire ad un mondo più sostenibile; economico, per la possibilità di sviluppo del territorio favorendo la crescita di un indotto green; sociale, perché dagli alberi passa anche l’uguaglianza e la cultura della protezione del bene comune».
Durante il convegno è stato tracciato un bilancio del primo quinquennio di Mosaico Verde in termini di promozione della biodiversità vegetale, creazione di habitat per animali e insetti, messa in sicurezza di aree colpite da calamità e creazione di spazi di aggregazione sociale. Per AzzeroCO2 e Legambiente, gli elementi chiave che fanno di Mosaico Verde un ottimo investimento per la natura sono i seguenti.
Valorizzazione del patrimonio naturale e culturale
In Italia le foreste coprono circa 12 milioni di ettari di territorio ma solo il 18% della superficie forestale italiana può contare su un piano di gestione ad hoc (RaFItalia 2019 e Rapporto Ispra SNPA 2020). Piantare oltre 322 mila alberi in cinque anni significa lavorare per favorire lo sviluppo di ecosistemi sani: boschi urbani, parchi e foreste riqualificati grazie a tutti gli stakeholder e agli enti pubblici che hanno creduto nella campagna per costruire, tassello dopo tassello, un mosaico verde in cui la natura torna ad essere protagonista. In tal modo si è riusciti a ridare valore ai territori, riqualificando ambienti naturali degradati e a volte poco accessibili e restituendo alle comunità locali la fruibilità di patrimoni ambientali e culturali del Paese.
Rendere i territori più resilienti agli effetti dei cambiamenti climatici
Tra il 2010 il 2022 si sono registrati in Italia 1.503 fenomeni climatici estremi che hanno provocano danni, 780 i Comuni colpiti e 279 le vittime (Rapporto Città Clima 2022). Incrementare la resilienza dei territori per contrastare gli effetti della crisi climatica è una delle azioni più efficaci nel lungo periodo. Le piante sono un vero e proprio strumento di adattamento perché operano come dei climatizzatori naturali mitigando le alte temperature estive, sono naturali "purificatori d'aria" che assorbono e filtrano numerose sostanze inquinanti e favoriscono, grazie alle loro radici, un suolo più stabile contro i fenomeni di dissesto idrogeologico. Le attività di gestione forestale delle aree verdi e dei boschi preesistenti consentono anche la messa in sicurezza di zone in condizioni di fragilità.
Preservare la biodiversità animale e vegetale
Contrastare la perdita di biodiversità per difendere e salvaguardare gli ecosistemi è tra le mission della campagna. Oggi circa il 20-30% degli ecosistemi terrestri sono degradati (Legambiente Biodiversità a rischio 2022) e circa 1 milione di specie animali e vegetali - un quarto di quelle conosciute - è a rischio estinzione, mentre sono quasi 500 mila quelle definite “dead species walking” (Ipbes). La scelta di alberi e arbusti negli interventi di riqualificazione è quindi finalizzata alla valorizzazione della biodiversità e al recupero di specie autoctone e pioniere, in grado di restituire ricchezza ai terreni e creare dei micro habitat per l’avifauna soprattutto in contesti urbani.
Oasi per le api e gli altri insetti impollinatori
Le api e gli insetti impollinatori sono essenziali per la salute dell'ecosistema, dipendendo da loro circa il 70% dell'impollinazione di tutte le specie vegetali esistenti e una parte rilevante della produzione globale di cibo. Inquinamento, perdita di habitat e cambiamenti climatici ne stanno riducendo sensibilmente la popolazione. Secondo i dati dell’UE una specie su dieci di api o farfalle è a rischio di estinzione in Europa. Diventa quindi fondamentale creare oasi come quelle realizzate con le piante aromatiche e mellifere (orti, giardini, bee house, ecc.) che possono offrire loro ospitalità e rifugio. Questi interventi sono sempre raccontati con apposita segnaletica al fine di costruire percorsi educativi con l’obiettivo di incrementare la cultura della tutela ambientale.
Servizi ecosistemici delle foreste
Un bosco che cresce genera beni e servizi ecosistemici che hanno un valore economico, ambientale e sociale, quantificabile anche in termini monetari, che fa capire come investire in natura oggi sia non solo essenziale per il futuro, ma anche economicamente conveniente per la collettività. Secondo uno studio realizzato da AzzeroCO2 nel 2021 che presenta l’elaborazione di una metodologia per il calcolo del valore economico derivante dei servizi ecosistemici delle foreste, gli interventi realizzati con Mosaico Verde possono generare benefici per oltre 1 milione e 700 mila euro all’anno, valore che nell’arco dei cinque anni di attività è stimabile in circa 8,5 milioni di euro (L’Atlante delle foreste, 2021).
«Siamo orgogliosi dei risultati straordinari raggiunti in questi 5 anni - ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -. Nel suo percorso, la campagna Mosaico Verde ha anche sostenuto il progetto europeo Life Terra, di cui Legambiente è l'unica referente italiana, con circa 19mila alberi messi a dimora in diverse regioni e città italiane. Un impegno che ha coinvolto associazioni, enti pubblici e privati e cittadini e che ha come protagonista la natura. In questi anni, albero dopo albero, abbiamo reso le nostre città più verdi e resilienti ai cambiamenti climatici, ripristinato boschi e parchi in stato di abbandono, ricreato oasi naturali di biodiversità, offerto rifugio e ospitalità alle api e agli insetti impollinatori».
Nel corso del suo intervento, il presidente di Legambiente ha consegnato ad AzzeroCO2 il premio Life Terra Climate Awards 2022-2023 per la categoria “Most Involved Tree Planting Partner” (partner più impegnato nella messa a dimora di alberi). Un premio che riconosce il contributo concreto della campagna Mosaico Verde nello sviluppo di iniziative di forestazione in Italia e all'interno del progetto europeo Life Terra, del quale AzzeroCO2 è sostenitore.
Redazione
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- Scritto da Andrea Vitali
Voci post mandato dal precedente Consiglio direttivo dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), fra bilanci e aspettative. Con Luca Magazzini, primo presidente di AVI dopo l’entrata in vigore della legge regionale n. 17 sui distretti rurali, l’Associazione ha assunto il ruolo di soggetto referente del Distretto vivaistico di Pistoia. Le valutazioni degli ex vice presidenti Gilberto Stanghini e Maurizio Bartolini, dei consiglieri Marco Bessi, Leonardo Ghelardeschi, Francesco Vignoli e Grazia Innocenti.
«Abbiamo fatto del nostro meglio. Abbiamo portato l’Associazione Vivaisti Italiani ad essere un interlocutore centrale nel dibattito sul vivaismo. Quindi la speranza è che in prospettiva si possa ulteriormente sviluppare questo ruolo e confido anche nella capacità di avere un nuovo Consiglio direttivo fortemente rinnovato. Anche dal punto di vista anagrafico, che non fa male».
Con questa breve dichiarazione il presidente uscente dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), Luca Magazzini, giunto in questi giorni al termine dei suoi due mandati, passa idealmente il testimone della guida di AVI al suo successore e al nuovo Consiglio direttivo. Luca Magazzini, che ha preso le redini di AVI nel 2019, è stato il presidente che ha traghettato AVI nell’epoca successiva all’entrata in vigore della nuova normativa regionale sui distretti rurali (la L.R. della Toscana n. 17 del 5 aprile 2017 “Nuova disciplina dei distretti rurali”): una fase nuova in cui AVI ha assunto il ruolo di soggetto referente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia.
Il Vivaista ha raccolto i pareri dei Consiglieri uscenti di AVI sull’ultimo mandato e, per chi era consigliere anche nel mandato precedente, più in generale su tutta l’esperienza di AVI sotto la presidenza di Magazzini. Una sorta di mini sondaggio in cui abbiamo posto a tutti i consiglieri che hanno voluto/potuto rispondere le stesse domande: 1) quali sono le azioni intraprese (al di là dei risultati ancora ottenuti) e quali i risultati già raggiunti più significativi durante gli ultimi due mandati? 2) Quali sono i Suoi contributi o azioni di cui è più soddisfatto? 3) Quali azioni e interventi consiglia come più urgenti al prossimo Consiglio direttivo e al nuovo presidente? Ecco le loro risposte in rigoroso ordine cronologico.Per Gilberto Stanghini, primo vicepresidente, i due mandati Magazzini sono stati molto positivi. Fra le «tante belle cose fatte» Stanghini ha ricordato innanzi tutto, come «primo risultato», il Pid (Progetto integrato di filiera) “Vivaismo per un futuro sostenibile” da 11,6 milioni di euro di investimenti, definito e avviato nel 2019, poi ha citato l’acquisto della nuova sede di AVI e il progetto del Gruppo Operativo Autofitoviv “Buone pratiche per l’autocontrollo e la gestione fitosanitaria sostenibile nel vivaismo ornamentale” concluso nel marzo del 2022.
Mentre rispetto alle azioni iniziate e ancora da portare a termine, Stanghini si è soffermato sul Laboratorio di autocontrollo fitosanitario che si vuole realizzare e sul progetto legato ai finanziamenti del Pnrr: «questi – dice – sono i progetti che sono rimasti in campo». In particolare, il Laboratorio di autocontrollo fitosanitario «consentirebbe di certificare che le piante che vendiamo sono prodotti sani, sicuri e certi e si eliminerebbe il rischio di diffusioni di fitopatologie: sarebbe il più bel biglietto da visita immaginabile per le aziende vivaistiche e per tutto il Distretto vivaistico-ornamentale pistoiese».
Riguardo al suo contributo personale, Stanghini sottolinea che come vicepresidente ha appoggiato in tutto la linea del presidente Magazzini, dalla scelta dell’acquisto dell’immobile, a proposito del quale rievoca il momento emozionante dell’asta con la responsabilità di un piccolo rilancio che ha consentito di fare un ottimo affare apprezzato da tutti, a tante altre piccole decisioni che si sono dovute prendere durante i mandati. Infine, guardando al prossimo mandato, per lui le priorità restano realizzare il Laboratorio per l’autocontrollo e anche il progetto per i bandi del Pnrr: «per me l’ideale – dice Stanghini - è che ci siano un presidente e un Consiglio direttivo che mantengano la linea del presidente e del Consiglio uscenti, ma non sarà facile essere all’altezza del Magazzini».
Molto più telegrafiche ma assai incisive nella loro sinteticità le risposte ai tre quesiti del consigliere Marco Bessi. Per lui il risultato più importante nei due mandati con presidente Luca Magazzini, il primo presidente post entrata in vigore della nuova disciplina dei distretti rurali, è stato quello di «aver reso AVI soggetto referente del distretto dopo che la Provincia non era più in grado di svolgere il ruolo».
Mentre Bessi, a proposito del suo impegno personale in seno al Consiglio direttivo di AVI di cui è più soddisfatto, ha risposto così: «aver portato in Consiglio l’attenzione verso le problematiche delle aziende piccole e medie, volano delle produzioni del Distretto».
Infine, per quanto concerne le azioni e gli interventi che consiglia prioritari per il prossimo Consiglio direttivo e presidente di AVI, questa è la sua indicazione: «svolgere azioni a tutela delle produzioni del territorio per affrontare le sfide di mercati sempre più globalizzati».Altrettanto sintetica e netta la risposta alla prima domanda del consigliere Leonardo Ghelardeschi, che è entrato nel Consiglio direttivo di AVI, come da lui precisato, solo nell’ultimo mandato. Per Ghelardeschi l’azione più importante avviata è quella diretta alla realizzazione del Laboratorio di autocontrollo fitosanitario: «un’iniziativa – ha commentato il consigliere - a favore di tutto il nostro settore del vivaismo».
Leonardo Ghelardeschi ha approfondito le questioni da affrontare nel prossimo Consiglio direttivo e il suo maggiore punto d’impegno dell’ultimo mandato. Per lui la problematica principale è quella dell’anzianità dei vivaisti. «Il nostro è (quasi) un settore di pensionati – ci ha detto -. Io in Consiglio ho proposto di cercare delle strade per fare entrare dei giovani, perché il settore produttivo è tutto in mano a ultra 50enni». Ghelardeschi ci ha riferito di essersi impegnato su questo terreno anche a livello aziendale, riuscendo ad attivare due stage con giovani dell’Istituto agrario. Però, a suo avviso, non è tutto così liscio sul fronte degli stage, a volte anche per la scarsa disponibilità di alcuni vivaisti ad ospitarli, non solo per la mancanza di volontà dei giovani. Noi vivaisti, ha detto Ghelardeschi, dobbiamo porci la domanda: «come mai i giovani non vengono?». Un fattore negativo, a suo parere, è il periodo in cui si svolgono certi stage: «a giugno, quando finisce la scuola non va bene – ha osservato il consigliere di AVI -, molto meglio all’inizio dell’anno scolastico». Inoltre, ha continuato il consigliere, «il funzionamento dei nostri stage è diverso da quello di altri Paesi, come ad esempio la Svizzera, dove i giovani degli stage vanno un giorno a settimana in azienda per tutto l’anno scolastico e in generale c’è un rapporto diverso, più fluido, fra scuola e aziende».
Ghelardeschi ha poi detto di aver apprezzato, fra le tante iniziative di Magazzini, quelle per la questione dell’acqua: le risorse idriche. Insieme al presidente del Distretto Francesco Ferrini, ha riferito Ghelardeschi, stanno esaminando la possibilità di fare un condotto fra le acque reflue depurate di San Colombano e il territorio del Distretto pistoiese. Comunque vada, ha concluso Ghelardeschi, con il cambiamento climatico, «uno dei problemi del futuro sarà l’acqua» e l’altro sarà quello dell’inserimento dei giovani in azienda. Questi sono «i due problemi che AVI insieme al Distretto dovranno affrontare con le istituzioni. E anche quello della viabilità, dato che abbiamo delle strade ferme ai tempi del Dopoguerra: pure su questo aspetto ci vorrebbe un dialogo con le istituzioni».A sua volta Maurizio Bartolini, dopo aver ricordato di avere svolto «due mandati consecutivi con il presidente Luca Magazzini, uno da consigliere e il secondo da vicepresidente», ha rivolto parole di elogio al presidente uscente Magazzini, da lui giudicato un «presidente capace, preparato e sempre presente».Per Bartolini, fra i progetti intrapresi e andati a buon fine, sicuramente il Pid “Vivaismo per un futuro sostenibile” «è stato il più ambizioso e quello che ha dato tanta soddisfazione». Poi il vicepresidente cita il tema della sostenibilità: «cavalcato da due mandati» e anche in questo caso con «risultati soddisfacenti».
Fra le azioni avviate degne di nota c’è anche per Bartolini il progetto di un Laboratorio di autocontrollo fitosanitario: «il laboratorio di analisi che dovrebbe sorgere nel nostro distretto – dice Maurizio Bartolini – è un’altra idea che sembra essere ormai ai blocchi di partenza. E prossimamente ci sarà il bando del Pnrr, che sarà un altro ambizioso progetto che coinvolgerà le aziende pistoiesi». Infine Bartolini annovera fra i fatti positivi del periodo la presidenza del Distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia al prof. Francesco Ferrini, una volta terminati i mandati di Mati. Si è trattato per Bartolini di «una scelta perfetta, perché Ferrini è competente e disponibile, attento a tutti i problemi e ha arricchito il Distretto».
Quanto ai suggerimenti al futuro Consiglio direttivo, Bartolini propone, oltre all’invito «a portare a fondo i progetti sopraelencati», di «iniziare a pensare seriamente a un possibile acquedotto verde o comunque a modi alternativi di approvvigionamento delle acque, perché purtroppo, come è chiaro da un po’ di tempo a questa parte, è evidente che la criticità idrica sia un limite per la crescita ma anche per il mantenimento del vivaismo pistoiese». «Altro punto molto delicato – ha ribadito in conclusione Bartolini - è quello di non abbassare la guardia a livello fitosanitario».Anche per il consigliere Francesco Vignoli uno dei risultati importanti del periodo è stato la conclusione del Pid, «che ha portato un buon beneficio», sebbene abbia riguardato «solamente alcune ditte, perché c’era un minimo di spesa di 100 mila euro e molti vivaisti piccoli non se la sono sentita». Comunque, ha sottolineato Vignoli, «è stata una esperienza positiva». Ma l’azione più positiva di tutte per lui è stata «l’acquisto del nuovo ufficio: non siamo più dipendenti da nessuno, è una struttura piccola ma nuova e funzionale. Questo è qualcosa che rimane».
Inoltre Vignoli, rispondendo al contempo alla prima e seconda domanda, ha citato un’altra iniziativa, durata a lungo negli anni, di cui si è occupato in passato anche lui stesso in prima persona: la collaborazione all’indagine della Fondazione Pofferi sull’incidenza dei tumori fra i vivaisti in rapporto al resto della popolazione pistoiese. Dalla quale, ha ricordato Vignoli, è emerso che «i vivaisti in pratica si ammalano meno di tumori della corrispondente fascia della popolazione pistoiese». Ebbene, come spiegato da Vignoli, «Fondazione Pofferi e ASL si sono appoggiati a noi di AVI per raccogliere tutte le informazioni e i dati dalle aziende che erano necessari per concluderla». Grazie a questa ricerca «è stata smentita» la falsa immagine del «vivaismo pistoiese come se fosse una fogna di veleni». Ma Vignoli ha voluto rammentare anche, fra le iniziative portate avanti da lui, mettendoci «il cuore e l’anima», il famoso progetto di giardino nel cosiddetto Orto del Vescovo a Pistoia: un progetto, come ci ha raccontato Vignoli, che è stato intitolato “L’albero della vita” e costituirebbe «una cosa forse unica al mondo», per il quale però «non sono ancora stati trovati i fondi».
Invece, a proposito di azioni solo avviate da AVI, Francesco Vignoli si è soffermato sulla questione dell’acqua e dell’emergenza siccità. Vignoli ha premesso che il vivaismo pistoiese ha sofferto meno di altre agricolture in quanto «le nostre aziende sono strutturate per avere l’acqua, non perché ne abbiamo in abbondanza, ma perché siamo molto più avanti nei sistemi di recupero, per cui, quando ci sono state situazioni di emergenza, ci hanno toccato in maniera molto minore». Ad ogni modo in prospettiva il problema esiste, ha spiegato il consigliere, soprattutto in alcune zone del Distretto pistoiese, «diciamo soprattutto la zona Est». Pertanto «si è ipotizzato di portare nella nostra zona, anche utilizzando i fondi del Pnrr, l’acqua del depuratore di San Colombano» tramite una sorta di tubone. Sarebbe «un’enorme quantità d’acqua adatta al vivaismo ornamentale», come emerso da recenti verifiche sperimentali su piante in vaso. Queste acque reflue sono infatti «di qualità buona – ha spiegato Vignoli – perché sane in quanto passate attraverso il depuratore, ma anche ricche di azoto soprattutto e altre sostanze, come fosforo e potassio, che per noi sono concimi: sarebbero acque concimate all’origine, solo da integrare».
Infine, a proposito delle aspettative e i suggerimenti per il prossimo mandato, Vignoli si è espresso così: «questo Consiglio direttivo uscente ha messo in cantiere due cose molto importanti: il progetto di partecipazione ai bandi del Pnrr e soprattutto il Laboratorio di autocontrollo fitosanitario. Queste sono le due cose a cui dovrà lavorare il prossimo Consiglio: sono già state messe le basi per andare avanti e si tratta di due cose importantissime. Il Pnrr perché finanzia dei progetti con fondi dell’UE che piovono sul territorio e consentono di realizzare cose necessarie. Il Laboratorio per le analisi delle varie malattie delle piante (non solo delle piante ornamentali) perché ancora non c’è e ci metterebbe alla pari con i Paesi europei più avanzati».
L’ultima risposta al nostro mini sondaggio fra i consiglieri uscenti di AVI ci è arrivata da Grazia Innocenti. Per la consigliera «sono giunti alla conclusione due mandati che si sono svolti a una velocità e intensità sorprendenti all’interno dell’Associazione Vivaisti Italiani». «Non spetta a me elencare tutte le attività svolte e le cose che ho apprezzato di più – ha aggiunto Grazia Innocenti - ma desidero sottolineare il livello di condivisione e trasparenza che abbiamo raggiunto nel nostro operato all’interno del Consiglio». «Luca ha dimostrato una determinazione encomiabile nel portare a termine questo processo – ha concluso la Innocenti -. Pertanto desidero esprimere la mia stima e riconoscenza a lui e a tutto il Consiglio per il prezioso lavoro svolto».
L.S.
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All’assemblea del 26 maggio dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI) approvato il bilancio consuntivo del 2022, in cui si registra un +5% dei ricavi da sponsor rispetto al preventivo, ed eletti i 9 membri del nuovo consiglio direttivo, che il 5 giugno esprimerà il presidente. Luca Magazzini anticipa i contorni del consorzio che gestirà il futuro laboratorio di autocontrollo fitosanitario “Pistoia Fitolab”: una struttura di 500 mq che sorgerà presso GEA, proprio accanto al laboratorio del Servizio fitosanitario regionale.

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