Il vivaista

Think Forestry progetto di forestazione di Intesa Sanpaolo

Avviato ieri con una piantagione di 1000 alberi a Torino il progetto “Think Forestry” di Intesa Sanpaolo (Isp) per la forestazione e tutela del capitale naturale del territorio italiano. La prima fase, in collaborazione con Rete Clima, è un «ampio programma di piantumazione» in grandi città supportato direttamente da Isp coinvolgendo aziende di grandi e medie dimensioni.  

 
Ieri la messa a dimora di oltre mille alberi al parco della Colletta di Torino: specie tipiche dell’area pre-collinare torinese come farnia, carpino bianco, acero campestre, tiglio, frassino maggiore e pioppo, ma anche arbusti quali rosa canina, ligustro, corniolo e biancospino. Domani un’altra piantagione di circa mille e cinquecento alberi a Roma, in zona Mezzocammino. Due interventi diretti di Intesa Sanpaolo che «porteranno già entro il 2023 alla piantumazione di circa 2500 alberi».
È stato lanciato così il grande progetto “Think Forestry” del gruppo Intesa Sanpaolo per la forestazione e tutela del capitale naturale sul territorio italiano. Un’iniziativa, attivata attraverso la partnership con Rete Clima, che «permetterà alla clientela di Intesa Sanpaolo – come si legge nella presentazione online del progetto - di giocare un ruolo di primo piano nella tutela e nel rafforzamento delle foreste attraverso un programma che garantirà l’accesso a un network di iniziative forestali nazionali ed internazionali di primo ordine, offrendo anche strumenti innovativi per supportare le imprese nel loro percorso di riduzione delle emissioni di CO2 e di gestione delle emissioni residue».
«Ogni anno – viene sottolineato - circa 10 milioni di ettari di superficie forestale vengono distrutti, un’area pari a circa 1/3 dell’Italia, con evidenti conseguenze in termini di danni irreparabili alla biosfera ed effetti negativi sul cambiamento climatico». Pertanto Intesa Sanpaolo - che ha impegni Net Zero per le proprie emissioni entro il 2030 ed entro il 2050 per i portafogli prestiti e investimenti, l’asset management e l’attività assicurativa -,  nell’ambito del Piano d'Impresa 2022-2025, «si è assunta l’impegno di proteggere e ripristinare il capitale naturale, preservando e piantando fino a 100 milioni di alberi nel quadriennio mediante iniziative dirette del Gruppo o finanziamenti alla clientela dedicati». 
Il primo step dell’iniziativa Think Forestry è quindi questo ampio programma di piantagioni in collaborazione con Rete Clima con «l’obiettivo di contribuire alla “riforestazione” del territorio italiano, programma a cui la Banca parteciperà direttamente, dando il suo esempio e supportando la piantumazione di alberi in alcune principali città italiane». Non solo, Intesa Sanpaolo, oltre ad impegnarsi direttamente all’acquisto e messa a dimora di alberi, «destinerà per la stessa finalità una quota delle commissioni delle transazioni tramite carte di credito effettuate dalle imprese aderenti, coniugando gli obiettivi di digitalizzazione alla sostenibilità ambientale».
Inoltre, nei prossimi mesi, Intesa Sanpaolo arricchirà Think Forestry con ulteriori collaborazioni per affrontare tutte le fasi del percorso di gestione e riduzione delle emissioni da parte delle imprese, dalla misurazione del proprio impatto ambientale fino agli strumenti di mitigazione dei cambiamenti climatici, consentendo loro di perseguire la transizione sostenibile elevando i propri standard e impegnandosi in progetti ambientali anche su scala internazionale.
Think Forestry punta a coinvolgere tutti i clienti, anche il mondo delle famiglie, che dal 2024 potranno aderire al programma grazie ad una apposita iniziativa di “For Funding”, la piattaforma di crowdfunding di Intesa Sanpaolo volta a sostenere le iniziative sociali e ambientali di maggior impatto sia attraverso contributi dei privati che risorse del Gruppo.
 

L.S.

Con Revet i vasi del Distretto Vivaistico di Pistoia riciclati

Presentato il 9 novembre a Ecomondo il progetto “Da vaso a vaso” di Revet e Distretto Vivaistico di Pistoia per una filiera corta tutta toscana di riciclo dei vasi e altri scarti di plastica dei vivai che garantirà un recupero dell’80% e una riduzione di 3/4 dell’impronta di carbonio rispetto ai vasi da polimero vergine. L’ad di Revet Scappini: «è un nuovo modello di economia circolare che vede insieme parte produttiva e ambientale». Il presidente del Distretto Ferrini: «benefici economici, ambientali e reputazionali per i vivaisti contribuendo a un sistema più sostenibile nel settore agricolo». L’assessore al vivaismo di Pistoia Sgueglia: «ci teniamo a diventare capitale non solo del verde ma anche della circolarità».


Una filiera circolare corta e certificata, tutta toscana, che va dai vasi scartati dei vivaisti fino ai produttori di vasi di Pistoia e dintorni, passando per Revet a Pontedera dove avverrà l’integrazione nel sistema di riciclo degli imballaggi in plastica della Toscana, da cui già oggi arrivano agli stampatori di vasi 2 mila tonnellate di “granulo Revet” (su un totale di 15 mila tonnellate prodotte ogni anno). Integrazione da cui deriveranno a regime altre mille tonnellate di granulo Revet ricavate dai vasi e dagli altri scarti di plastica del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia, dopo una fase di lavaggio ad hoc e il trattamento di riciclo insieme alle plastiche delle altre raccolte differenziate negli impianti di Revet. Una quota aggiuntiva di granuli che sarà anch’essa destinata ai produttori di vasi pistoiesi, i cui vasi riciclati arriveranno infine, tramite le reti distributive locali, ai vivaisti del Distretto.
Può essere descritto così, sintetizzando quanto ci ha spiegato l’amministratore delegato di Revet Alessia Scappini al termine della presentazione di giovedì 9 novembre alla fiera Ecomondo di Rimini nello stand in comune con Alia, l’obiettivo del progetto “Da vaso a vaso” [vedi qui e qui] che Revet ha messo a punto in via sperimentale su sollecitazione e in collaborazione con il Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia, l’Associazione Vivaisti Italiani (soggetto referente del Distretto) e il Comune di Pistoia. Soggetti rappresentati all’incontro dal presidente del Distretto Francesco Ferrini e dall’assessore al vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia. Si tratta, come ha detto Alessia Scappini, di creare «un’innovazione di prodotto, un’innovazione di filiera, un nuovo modello di economia circolare che vede insieme la parte produttiva, le imprese e l’industria, e l’ambiente. Sempre più imprese e ambiente dialogano e trovano innovazione in quello che fanno, sempre più saranno competitivi entrambi».
E ci sono due aspetti importanti dal punto di vista ambientale di questa nuova filiera toscana di riciclo dei vasi di plastica del vivaismo che l’ad di Revet Scappini ha messo in evidenza: una recente analisi di Ecolstudio ha stabilito che i vasi prodotti dal granulo Revet portano a un abbattimento del 75% dell’impronta di carbonio (le emissioni di CO2 equivalente) rispetto ai vasi prodotti da polimero vergine. Ciò, come spiegato da Scappini, grazie alla filiera corta, cioè alla «integrazione territoriale» e alla efficienza logistica, ma anche al fatto che l’energia utilizzata per le operazioni di riciclo in Revet è autoprodotta da fonti rinnovabili. L’altro aspetto sottolineato da Scappini è che in tutto questo processo di riciclo dei vasi e altri scarti di plastica utilizzati dal Distretto Vivaistico si avrà un recupero del materiale scartato dai vivai pari ad almeno l’80%, vale a dire ben oltre il 70% che si recupera dalla raccolta generale degli imballaggi domestici. «Abbiamo visto – ci ha detto Scappini – che di quello che raccogliamo dai vivaisti (il vaso, la vaschetta, il vassoio, polimeri diversi più sporchi e più puliti), facendo questo processo su una scala sperimentale con macchine adesso utilizzate per altri scopi, possiamo recuperare un 80% dello scarto del vivaista. Ma pensiamo che quando avvieremo questa nuova linea riusciremo a superare anche questo 80% di recupero attraverso un’ottimizzazione del processo».
Infine, a proposito delle prossime tappe per l’implementazione del progetto dopo questa fase sperimentale conclusasi con successo, l’ad di Revet ci ha spiegato che adesso si tratta di predisporre la logistica necessaria. «I vivai più grandi – ci ha detto l’ad Scappini - chiaramente hanno già la capacità di fare una raccolta differenziata al loro interno dei vasi, film e le altre plastiche che usano. Per quanto riguarda i vivai più piccoli vorremmo creare invece un centro comprensoriale dove il vivaista, come ora succede con Agribios per gli scarti verdi, va a portare i vasi e dove Revet andrebbe a recuperare il materiale». Nel frattempo a Pontedera, dove ci sono gli impianti di Revet, «noi dobbiamo implementare la linea in più di depurazione dei vasi e quindi va fatto un investimento e una modifica all’autorizzazione in Regione. A quel punto si inizierà a produrre un granulo che conterrà anche lo scarto dei vivaisti».
Per inquadrare il progetto dal punto di vista dei vivaisti pistoiesi e dei benefici da loro attesi ci siamo rivolti, a seguito dell’incontro, al prof. Francesco Ferrini, presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia. «Il conferimento dei vasi usati a un impianto di riciclaggio – ha affermato Ferrini - può portare benefici economici, ambientali e reputazionali per i vivaisti, contribuendo anche alla costruzione di un sistema più sostenibile nel settore agricolo». «Il vantaggio economico immediato – ha aggiunto il presidente del Distretto - deriva dal fatto che non sarà pagato il costo di smaltimento dei vasi e non sarà pagato il contributo CONAI che potrebbe diventare obbligatorio dal 2024».
Ma Ferrini ha illustrato per esteso, elencandoli uno per uno, tutti i possibili benefici che avranno i vivaisti che decidono di conferire i vasi usati a un impianto di riciclaggio della plastica per partecipare a un percorso di economia circolare:
- Risparmio economico: smaltire i vasi attraverso un impianto di riciclaggio può essere più economico rispetto a metodi di smaltimento tradizionali. In alcuni luoghi, il riciclo della plastica può essere incentivato o meno oneroso rispetto allo smaltimento in discarica.
- Riduzione dell'impatto ambientale: la plastica è uno dei materiali che contribuisce maggiormente all'inquinamento ambientale. Riciclarla e riutilizzarla riduce il bisogno di nuovi materiali vergini, contribuendo a preservare le risorse naturali e a ridurre l'impatto ambientale complessivo.
- Immagine aziendale sostenibile: partecipare a un percorso di economia circolare può migliorare l'immagine aziendale e la reputazione del vivaio. I consumatori sono sempre più attenti all'impatto ambientale delle aziende e sono inclini a supportare quelle che adottano pratiche sostenibili.
- Conformità normativa: in alcune regioni/stati, ci sono normative specifiche che incoraggiano o richiedono il riciclo dei materiali, compresa la plastica. Conferire i vasi usati a un impianto di riciclaggio può aiutare il vivaio a conformarsi alle leggi ambientali vigenti.
- Risparmio energetico: la produzione di plastica vergine richiede notevoli quantità di energia. Riciclare la plastica per riutilizzarla riduce la necessità di produrre nuovo materiale, contribuendo a risparmiare energia e a ridurre le emissioni di gas serra.
- Partecipazione a un ciclo virtuoso: contribuire a un percorso di economia circolare significa essere parte di un ciclo virtuoso in cui i materiali vengono continuamente riutilizzati e riciclati anziché essere smaltiti come rifiuti.
Infine, riguardo all’implementazione del progetto “Da vaso a vaso” nel Distretto, il prof. Ferrini ha specificato che «gli scarti di plastica potranno entrare tutti, anche se in primis saranno i vasi a entrare nella filiera del riciclo e, ovviamente, non sarà obbligatorio».
Sul progetto si è così espresso l’assessore comunale di Pistoia al vivaismo Gabriele Sgueglia durante l’incontro: «dobbiamo portare a terra progetti di questo tipo. Il vivaismo è la nostra principale economica, la nostra bandiera e il nostro indotto principale e ci teniamo che il nome di Pistoia sia portato nel mondo non solo come capitale del verde, e questa è una sfida che Pistoia gioca tutti i giorni e vince spesso, ma anche come capitale della circolarità e della sostenibilità. Sono le parole d’ordine che oggi le istituzioni nazionali ed europee ci suggeriscono e a volte forse impongono e quindi è naturale che il nostro territorio debba farsi trovare pronto in questo senso». «Qui – ha proseguito l’assessore Sgueglia - parliamo del progetto “Da vaso a vaso”, ma ce ne sono anche altri e sono tutti progetti che puntano non solo al concetto della sostenibilità ambientale che ci è cara dal punto di vista etico ma anche alla sostenibilità economica».
«Come istituzioni – ha aggiunto Sgueglia – dobbiamo sottolineare il rinnovato ruolo di aziende come Revet, come Alia, come Estra, tutte quelle che saranno poi coinvolte nella Multiutility, di partner naturali di un settore che tante volte in passato è andato per conto suo. Il che non vuol dire che sia andato male. Anzi probabilmente è andato più velocemente di noi istituzioni che oggi cerchiamo di metterci al passo». «Sono percorsi lunghi – ha continuato - ma eventi come questo fanno bene, perché quando vediamo la messa a terra, la presentazione di una delle tante tessere che compongono il mosaico che ci immaginiamo per il nostro settore vivaistico del domani ci rendiamo conto che si può fare. E quindi siamo incentivati a sognare e a costruire le rotaie, perché penso che il nostro ruolo sia questo. Cioè quello di individuare una strada, di metterci su il percorso, poi il treno lo devono guidare quelli che il treno lo sanno guidare da sempre e continueranno a farlo in futuro in maniera efficace».
«È chiaro – ha detto ancora l’assessore al vivaismo del Comune di Pistoia - che oggi le nostre sfide sono indubbiamente molto complicate, perché ci troviamo a competere con tutto il mondo. Perché è vero che Pistoia è esportata in tutto il mondo, ma è anche vero che ormai tutto il mondo ci fa concorrenza e molto spesso dobbiamo farlo con regole impari». «È più facile competere – ha concluso Sgueglia - quando le nostre aziende aderiscono a progetti come questo, perché sopra il nostro prodotto, le nostre piante hanno un bollino che nel mondo oggi è avanguardia ma che un domani sarà il passepartout per accedere a quei mercati che sempre di più ci chiedono questo tipo di certificazioni e questo tipo di buone pratiche».
Si possono ascoltare integralmente gli interventi alla presentazione di Alessia Scappini, Francesco Ferrini e Gabriele Sgueglia in un post con la diretta Facebook videoregistrata dell’incontro nella pagina Facebook di Revet.

L.S.

Il 9 novembre a Rimini, alla 26^ edizione di Ecomondo, Revet e Distretto vivaistico di Pistoia presenteranno il progetto di filiera toscana di riciclo degli scarti di plastica del comparto florovivaistico: vasi e non solo. Interverrà anche il presidente del Distretto Ferrini.


Una filiera circolare chiusa, efficiente e certificata. E’ quella che Revet e il Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia illustreranno, in occasione della 26^ edizione della manifestazione Ecomondo a Rimini, giovedì 9 novembre alle ore 15 nello stand 101 padiglione D2, quest’anno condiviso con Alia servizi ambientali ed Estra.
Grazie a questo accordo gli scarti plastici delle aziende del distretto (vasi e componenti plastici per i sistemi di irrigazione) saranno bonificati da Revet e poi riciclati insieme agli imballaggi post consumo delle raccolte differenziate toscane: i granuli ottenuti saranno poi utilizzati dagli stampatori di nuovi vasi per i vivai.
Così il vivaismo e tutto il comparto florovivaistico entreranno a pieno titolo nell’economia circolare anche per quanto riguarda la plastica. Con benefici per tutti: gestione certa, economica e sostenibile dei propri scarti di plastica; utilizzo di un marchio di sostenibilità che garantisca una filiera del riciclo chiusa e circolare e che certifichi la bassa impronta carbonica del prodotto; annullamento del contributo ambientale Conai sui vasi raccolti.
All'incontro interverranno l’assessora regionale all’ambiente Monia Monni, il presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia prof. Francesco Ferrini, il presidente di Revet Nicola Ciolini e Alessia Scappini, amministratore delegato di Revet.

Redazione

vivaismo pistoiese sostenibilità totale competitività

Al convegno del 27 ottobre a Pistoia dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI) presentate tutte le iniziative avviate per la transizione ecologica e la salute delle piante: dall’imminente realizzazione dell’edificio del Laboratorio di Autocontrollo Fitosanitario al progetto dei vasi di plastica riciclati con Revet, che si aggiungerà al recupero degli scarti verdi di Agribios ampliando la circolarità del Distretto. Con occhio vigile sulle esigenze di mercato in una fase in cui si registra nel 1° semestre 2023 un -1,9% del valore dell’export (fonte Monitor distretti di Intesa Sanpaolo). Accolta con interesse dall’assessora regionale Saccardi la proposta del presidente di Avi Michelucci di un allestimento di piante pistoiesi nel padiglione del vino toscano al prossimo Vinitaly. L’assessore comunale Sgueglia ha preannunciato una visita del ministro dell’agricoltura Lollobrigida a Pistoia in quanto capitale del vivaismo nazionale. 

 
La presentazione del progetto “Da vaso a vaso” di Revet, che consentirà di usare ai vivaisti pistoiesi vasi di plastica riciclata ottenuti dagli scarti dei vasi utilizzati nel Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia. La proposta del presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani Alessandro Michelucci, accolta con interesse dall’assessora regionale all’agroalimentare Stefania Saccardi, di un allestimento con piante ornamentali del Distretto nel padiglione della Regione Toscana a Vinitaly. E l’annuncio dell’assessore al vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia di una visita del ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida nella capitale italiana del vivaismo.
Queste le tre novità emerse al convegno “Vivaismo e competitività: quali i fattori chiave della sostenibilità economica e ambientale?” organizzato venerdì 27 ottobre al palazzo comunale di Pistoia dall’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), soggetto referente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia, in occasione della sua consueta “Serata del vivaismo”. Incontro a cui hanno partecipato numerosi esponenti della filiera vivaistica pistoiese e delle associazioni agricole e rappresentanti delle istituzioni e in cui si è fatto il punto anche sullo stato di altre iniziative avviate da AVI e Distretto sulla via della transizione ecologica, sia sul fronte dell’economia circolare che riguardo ad altri aspetti della sostenibilità ambientale ed economica. 
A cominciare dal “Laboratorio di Autocontrollo Fitosanitario” per garantire la salute delle piante che arrivano e partono dal Distretto, del quale si farà carico una società con quota maggioritaria di AVI e partecipazione unitaria di tutte le associazioni agricole (Cia, Coldiretti, Confagricoltura) e di cui verrà a breve realizzata la sede presso GEA a Pistoia, grazie al sostegno della Fondazione Caript. Ma poi anche sul progetto di “acquedotto verde” che consentirebbe di utilizzare nei vivai di Pistoia le acque reflue depurate dell’impianto di San Colombano e sull’ampliamento dell’attività di riuso degli scarti agricoli dei vivaisti da parte della cooperativa Agribios, che potrebbe occuparsi anche degli scarti verdi urbani.Ferrini_ok.jpg Un Distretto molto attivo dunque sull’innovazione eco-sostenibile, che, come affermato dal suo presidente, prof. Francesco Ferrini, ha intrapreso e sta percorrendo la strada «verso la totale sostenibilità delle produzioni vivaistiche: una sostenibilità a tutto tondo, che riguarda i vasi, che riguarda le piante, che riguarda i fertilizzanti, che riguarda i substrati e che riguarda anche l’utilizzo dell’acqua per l’irrigazione».
Sul piano economico-commerciale il Distretto, come confermato dai recenti dati sull’export del Monitor dei distretti di Intesa Sanpaolo, sta reggendo abbastanza bene in un contesto reso difficile dalle problematiche geopolitiche, tanto che «dopo un’evoluzione positiva delle esportazioni nel 2020 (+7,6%) e il boom registrato nel 2021 (+37,2%) ha leggermente ripiegato nel 2022 (-8,2%), ma i valori esportati, oltre 360 milioni di euro, sono superiori di oltre il 35% rispetto ai valori del 2019» e il calo nel 1° semestre del 2023 è stato di solo -1,9% rispetto allo stesso periodo del 2022. Valori in euro che comunque, per effetto dell’inflazione, segnalano un calo ancora maggiore delle quantità di piante esportate, sia pure tutto sommato contenuto in un contesto internazionale come quello attuale. E un riflesso delle problematiche geopolitiche si è avuto anche nei dati delle certificazioni fitosanitarie presentati dal responsabile della sede di Pistoia del Servizio Fitosanitario Regionale Paolo Marseglia, che ha spiegato che, anche se le attività di controllo sono in continuo aumento, si è registrato un calo delle certificazioni di piante per l’export verso Paesi terzi (fuori Unione Europea) di circa il 20% nel 2022 rispetto all’anno precedente, livello che dovrebbe confermarsi nel 2023, stando ai dati fino al 31 agosto. 
1 silvia scaramuzziMa il vivaismo è solido, come ribadito anche dalla prof. Silvia Scaramuzzi dell’Università di Firenze, ed è grazie alla produzione vivaistica (piante vive) se la bilancia commerciale del florovivaismo italiano (saldo export-import) è positiva, nonostante il recente aumento delle importazioni, perché nella floricoltura il saldo è negativo. Tuttavia, per Scaramuzzi, non va sottovalutata la concorrenza e la necessità di restare competitivi: «la competizione è globale e sempre più intensa e questo fa sì che ci siano nuovi competitor che sono paesi che sono solo produttori e che mirano proprio a erodere quote di mercato ad altri paesi e la competizione si fa anche con quei paesi che sono sia produttori che consumatori. Quindi abbiamo una competizione sempre più spinta in cui sempre bisogna sostenere, attraverso adeguate strategie di marketing, il ruolo che Pistoia, l’Italia e l’Europa hanno a livello internazionale».
«Il distretto vivaistico – ha sottolineato la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi saccardi- produce circa il 30% del valore della produzione agricola della nostra Regione, quindi è un distretto fondamentale. Ed è un distretto che periodicamente ha l’abitudine di misurarsi con le sfide del futuro e che ha retto la competizione nazionale e internazionale anche durante il periodo del Covid. Oggi abbiamo la nuova sfida della sostenibilità, che è la grande sfida che deve riuscire a coniugare la competitività con l’attenzione all’ambiente e alla salute dei cittadini. Queste sono le due frontiere verso le quali, anche con risorse della Regione Toscana, tramite la programmazione dell’agricoltura, bisogna accompagnare e sostenere il Distretto vivaistico».
gabriele sgueliaSulla stessa linea l’assessore al vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia: «c’è un rinnovato entusiasmo nel mondo del vivaismo, che si interroga sempre di più sulla sostenibilità ambientale ed economica del comparto e lo fa con delle azioni strategiche importanti, a partire dal Laboratorio fitosanitario che è in procinto di essere costruito, ma anche con le strategie di concerto con Comune e Regione, per esempio per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico del settore, che è fondamentale, e sulla gestione circolare dei rifiuti, su cui stiamo lavorando con il gestore spalla a spalla». E sul problema di conciliare sostenibilità ambientale e sostenibilità economica afferma: «il settore pubblico deve creare le condizioni per realizzare le infrastrutture strategiche necessarie al comparto per essere circolare e sostenibile sia economicamente che dal punto di vista ambientale. Ma se il pubblico fa questo, poi il comparto è pronto».
E, come evidenziato dalla relazione di Massimiliano Ulivi, Area Toscana Umbria Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo, esistono anche altre forme di aiuto alle aziende agricole su tale fronte. Ad esempio «Intesa Sanpaolo – ha affermato Ulivi - è impegnata nel premiare quelle realtà in grado di ridefinire le strategie d'impresa in chiave di innovazione e sostenibilità, mettendo a disposizione il supporto finanziario necessario ad investimenti con connotazione ESG, in coerenza con le iniziative del PNRR e di Motore Italia Transizione Energetica. Un sostegno, offerto fino ad oggi a oltre duemila imprese del comparto per accedere ai bandi agevolati tra cui quelli relativi al PNRR, che è centrale anche per riconoscere, come nel caso del settore florovivaistico, il valore di perseguire una crescita virtuosa capace di coniugare la ricerca con il rispetto dell’ambiente e delle risorse».
A proposito di tutela ambientale, Alessia Scappini, amministratore delegato di Revet, la società a capitale prevalente pubblico e con socio di maggioranza Alia spa che gestisce e valorizza tutte le raccolte differenziate degli imballaggi della Toscana, ci ha spiegato l’iniziativa “Da vaso a vaso”: un progetto che «ha l’ambizione di essere un unicuum al mondo ed è basato sulla volontà del vivaismo di costruire una filiera circolare chiusa tutta sul territorio pistoiese». «Ad oggi la Revet – ha spiegato Alessia Scappini - ha già un’attività con cui ricicla tutti gli imballaggi di plastica post consumo, quindi quelli della raccolta differenziata dei cittadini, e su una selezione di plastiche miste realizza un granulo che serve al vivaismo. Dall’altra parte il vivaismo produce una serie di scarti dei vasi che servono alle proprie produzioni. Oggi siamo arrivati a un punto, facendo delle prove sperimentali, che hanno comprovato il fatto che possiamo introdurre, tramite ulteriori macchinari di bonifica, questo scarto del vaso all’interno della nostra filiera. Quindi da vaso riprodurre un nuovo vaso, ma un nuovo vaso che si porta dietro un significato enorme: realizzare una filiera circolare tutta territoriale e abbattere enormemente l’impatto ambientale misurabile nell’impronta carbonica. Lo scarto vivaistico non andrebbe più a smaltimento a recupero energetico, ma servirebbe per riprodurre un prodotto che è utilizzato dal vivaismo stesso». A che punto siamo di questo progetto e quali le prossime tappe? «Dovrà essere fatto un protocollo di rete d’impresa – spiega Scappini - perché chiaramente gli attori che realizzano questo progetto non si limitano a Revet, ma sono anche l’Associazione Vivaisti, il Distretto, i produttori di vasi, la rete commerciale. Sono tutti attori che devono far parte di questa filiera. Abbiamo fatto le prove sperimentali, ora vogliamo realizzare una logistica sul territorio che permetta di intercettare questi scarti dei vasi e implementare questa linea dell’impianto di Pontedera».
Marco Vidotto, consigliere di Agribios, facendo il punto sullo stato dell’arte della cooperativa attiva nel riuso degli scarti agricoli dei vivai pistoiesi, ha sottolineato che l’attività è «cresciuta in maniera esponenziale nel giro di 6 anni. Questo a dimostrazione del fatto che i nostri servizi per l’economia circolare del comparto vivaistico pistoiese hanno grande utilità» e consentono di trasformare quella che era una voce di costo per i vivaisti per il potenziale impatto ambientale in «un’economia di sfruttamento a impatto ambientale zero, perché noi applichiamo l’economia circolare in tutto il suo insieme». Il prossimo step di Agribios, ha spiegato Vidotto, è «ampliare l’impianto grazie alla collaborazione con l’amministrazione comunale e la Regione Toscana in modo da avere la possibilità di introiettare anche gli scarti provenienti da altre situazioni e non soltanto dalla parte privatistica ma anche per la parte pubblica».
Un parere favorevole al progetto di “acquedotto verde” per portare nei vivai di Pistoia le acque reflue depurate di San Colombano è venuto dal presidente del Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno, Marco Bottino, che presiede anche Anbi Toscana, l’associazione dei consorzi. «Penso che sia una questione di civiltà – ha detto al Vivaista - ma credo anche che l’interesse del mondo del vivaismo sia quello di darsi un futuro fatto di sostenibilità. Noi sappiamo quanto la sostenibilità ambientale poi pesi anche in termini economici nell’acquisto e nella vendita di prodotti». Il suo Consorzio sarà coinvolto nel "progetto acque reflue”? «Noi siamo disponibili a dare una mano sia in senso progettuale che nel senso della gestione degli impianti» ha risposto Bottino, che ha anche avanzato una proposta ai vivaisti pistoiesi: «secondo me, con i cambiamenti climatici, potrebbe non bastare il progetto acque reflue. Connotarsi anche dal punto di vista dell’autoapprovvigionamento dell’acqua attraverso mini invasi o luoghi di accumulo dell’acqua può essere importante per i vivaisti in futuro. Soprattutto in un territorio come Pistoia dove grandi spazi non ce ne sono e dove ovviamente sviluppare progetti multifunzionali che accumulano l’acqua quando ce n’è troppa, la rilasciano quando è poca è un valore molto importante: tutela dalle alluvioni e consente un’irrigazione di qualità». «Noi – ha aggiunto - siamo disponibili ad ascoltare il mondo del vivaismo se ha delle idee in merito a vasche di accumulo o a procedimenti di auto contenimento, disponibili a dare una mano sia dal punto di vista progettuale che dello sviluppo dei progetti».
michelucciTirando le somme del convegno, il presidente di AVI Alessandro Michelucci afferma che «il punto chiave è l’eco-sostenibilità, ma con un occhio anche all’economia. Nel senso che si deve insistere sulla transizione ecologica, e noi siamo un distretto molto avanzato sulla compatibilità ambientale, forse il primo in Europa, perché la stiamo affrontando da tutti i punti di vista dell’economia circolare: dal riuso degli scarti agricoli fino a questo nuovo progetto della Revet sui vasi di plastica riciclati. Ma tutto ciò va fatto guardando sempre al prodotto sui mercati, perché ci si scontra anche con competitor che non tengono conto come noi di eco-sostenibilità e prevenzione fitosanitaria». 
E fondamentale sul piano anche della competitività di mercato, per Michelucci, sarà proprio il Laboratorio di Autocontrollo Fitosanitario. Il cui progetto, come ci ha spiegato l’accademico dei Georgofili Riccardo Russu, ex direttore del Servizio Fitosanitario della Regione Toscana, continuerà ad avvalersi del supporto scientifico dell’Accademia dei Georgofili tramite il protocollo d’intesa che è stato sottoscritto da Associazione Vivaisti e Accademia. L’Accademia dei Georgofili interloquirà anche con il CREA, in particolare per quanto riguarda la formazione del personale di cui dovrà dotarsi il Laboratorio. Perché, come sottolineato da Russu, «dovrà esserci un direttore e dei tecnici di laboratorio e un amministrativo» ed è «importante avere le figure giuste da mettere lì». Infine, prima di iniziare l’attività, sarà necessario avere l’autorizzazione del Servizio Fitosanitario Regionale. 
Con riferimento alla realizzazione del Laboratorio di Autocontrollo, è stata invitata venerdì a Pistoia, per illustrare l’esperienza del Laboratorio Fitosanitario della Regione Lombardia, attivo anche nelle analisi su richiesta dei vivai privati oltre che nei controlli ufficiali, la responsabile della qualità e dell’Area batteriologia Francesca Gaffuri, che ha fatto sapere che le richieste di analisi dai vivai sono in un trend di crescita dal 2020 ad oggi nel loro laboratorio. «Abbiamo appreso come opera questo Laboratorio che può offrire buoni spunti per quello che si realizzerà a Pistoia – ha commentato Michelucci – e, visto che loro ci dicono di essere sempre oberati di lavoro, auspichiamo che questo possa accadere anche a Pistoia. Il Laboratorio dovrebbe diventare un interlocutore fisso per tutti i vivaisti e ogni lotto di piante, prima di essere venduto, andrà fatto analizzare lì, così ci sarà una garanzia di piante sane e un elemento competitivo in più. E anche le piante in arrivo dovranno passare da qui». 
Ma il Laboratorio di Autocontrollo, a cui partecipano unitariamente i vivaisti pistoiesi di tutte le associazioni di categoria agricole, è per Michelucci anche «un ottimo esempio di quella coesione e unità che, insieme alla qualità dei prodotti e dei servizi ad essi associati e alla tempestività garantita da una buona organizzazione logistica, può aiutare il vivaismo pistoiese a mantenere intatta la propria leadership europea».
 

Redazione

Sabato scorso, all’età di 78 anni, è venuto a mancare Giancarlo Bartolini, vivaista di spicco del distretto pistoiese e di tutto il comparto a livello nazionale.
Il presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI) Alessandro Michelucci, soggetto referente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, esprime il proprio cordoglio, a nome di tutta l’associazione, e porge sentite condoglianze alla famiglia e in particolare ai figli Massimo e Maurizio, soci di primo piano di AVI.
«Sotto la guida di Giancarlo – afferma Michelucci – Vivai Bartolini ha sviluppato la propria gamma accostando la produzione in contenitore a quella in pieno campo e ha saputo andare incontro alle esigenze di un mercato in continua evoluzione». 
«L’ho conosciuto come persona di vecchio stampo – aggiunge il presidente di AVI – quando una parola data o una stretta di mano avevano il valore di uno scritto. Il ricordo di Giancarlo resterà vivo e indelebile nei cuori di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di lavorare al suo fianco».

Redazione
competitività del vivaismo fra sostenibilità ambientale ed economica

Il 27 ottobre al Palazzo Comunale di Pistoia la “Serata del vivaismo 2023” organizzata dall’Associazione Vivaisti Italiani (soggetto referente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia): evento riservato agli operatori del comparto. In apertura, dopo l’introduzione dei presidenti di AVI Michelucci e del Distretto Ferrini, gli interventi dell’assessora regionale all’agricoltura Saccardi, dell’assessore comunale al vivaismo Sgueglia e di docenti universitari, economisti e responsabili di servizi fitosanitari. Le testimonianze di due aziende leader dell’economia circolare in Toscana: Revet e Agribios.

“Vivaismo e competitività: quali i fattori chiave della sostenibilità economica e ambientale?”: questo il titolo del convegno che caratterizzerà venerdì 27 ottobre, a partire dalle ore 17,30, nella Sala Maggiore del Palazzo Comunale di Pistoia la “Serata del vivaismo” 2023 dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), evento riservato agli operatori del comparto. 
Durante il convegno, che sarà aperto dagli interventi dei presidenti di AVI Alessandro Michelucci e del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia Francesco Ferrini e, a seguire, dell’assessora all’agricoltura della Regione Toscana Stefania Saccardi e dell’assessore al vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia, verranno trattate le sfide con cui si confronta oggi il comparto vivaistico: «concorrenza globale, rischi di mercato, minacce fitosanitarie, aumento dei costi di produzione e avversità atmosferiche». Sfide nelle quali si celano anche «opportunità uniche», purché il vivaismo sappia dare risposte efficaci a domande quali le seguenti: come tutelare e valorizzare la qualità delle produzioni vivaistiche garantendo la sostenibilità economica e ambientale? In che modo si può trarre vantaggio dalla transizione verso l'economia circolare? 
Queste e altre domande saranno al centro degli interventi degli importanti relatori, fra professori universitari, economisti e responsabili di servizi fitosanitari, del convegno di AVI, che sarà moderato dalla capocronista della Nazione Pistoia Elisa Capobianco e che si preannuncia come un’occasione unica di riflessione, discussione e progettazione del futuro del vivaismo a Pistoia e non solo.

Programma
 
- Ore 17,15 – Registrazione dei partecipanti
 
- Ore 17,30 - Introduzione ai lavori:
Alessandro Michelucci, Presidente Associazione Vivaisti Italiani
Prof. Francesco Ferrini, Presidente del Distretto Rurale Vivaistico Ornamentale di Pistoia
 
- Ore 17,45 - Saluti delle autorità:
Stefania Saccardi, Vicepresidente e Assessora all’agricoltura della Regione Toscana
Gabriele Sgueglia, Assessore al vivaismo del Comune di Pistoia
 
Relazioni:
- Ore 18 “Nuove dinamiche e strategie competitive nel vivaismo ornamentale. Quali azioni intraprendere?” Prof. Silvia Scaramuzzi, Dott.ssa Sara Gabellini, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università degli Studi di Firenze
- Ore 18,15 “Finanza e sostenibilità: il modello della Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo” Dott. Massimiliano Ulivi, Direzione Agribusiness Area Toscana Umbria di Intesa Sanpaolo
- Ore 18,30 “L’autocontrollo fitosanitario per la protezione delle piante: azioni di monitoraggio e diagnostica” Dott. Riccardo Russu, Accademia dei Georgofili
- Ore 18,45 “L'attività del Servizio Fitosanitario nel distretto vivaistico ornamentale pistoiese e indicazioni per l'export” Paolo Marseglia, responsabile della sede di Pistoia del Servizio Fitosanitario Regionale
- Ore 19 “Il laboratorio fitosanitario di Regione Lombardia: organizzazione ed attività” Dott.ssa Francesca Gaffuri, Laboratorio SFR Regione Lombardia
 
- Ore 19,15 - Altri interventi: 
Revet Spa, Dott.ssa Alessia Scappini “La filiera toscana del riciclo nel settore florovivaistico”
Agribios Società Cooperativa Agricola, Dott. Marco Vidotto “Ridiamo vita alle piante: il primo distretto Vivaistico Circolare in Europa”
 
Per ulteriori informazioni si prega di contattare la Segreteria dell’Associazione 0573  913321 // +39 777 1277026 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
 
Parcheggi:
- a 450 metri il Parcheggio “Misericordia”, via della Vignaccia.
- a 700 metri il Parcheggio “Area Ceppo”, con ingresso da via Matteotti.
 

Redazione