Il vivaista
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Il 26 marzo a Pistoia e in diretta streaming il 2° incontro del ciclo Mati Experience 2022 verte sul tema del mutamento del clima. Fra i relatori il Prof. Ferrini, presidente del Distretto vivaistico di Pistoia, che parlerà delle piante per il contrasto ai cambiamenti climatici, e il Dott. Massetti (Istituto per la Bioeconomia IBE-CNR) sulle conseguenze per ambiente e agricoltura. Ingresso gratuito. La partecipazione consente il riconoscimento di crediti formativi per agronomi e periti agrari.
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Da Coldiretti Pistoia la notizia che l’export di piante vive dal Distretto vivaistico pistoiese ha segnato nel 2021 +30% sul 2020 e +40% sul 2019. La Francia è stata nel 2021 il principale sbocco estero (123 milioni, +36% sul 2020) e nonostante Brexit le esportazioni nel Regno Unito sono salite del 43%. Ma è allarme per la guerra e l’inflazione che minimizzano i margini di guadagno e mettono a rischio la tenuta del sistema, compreso il vivaismo.
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Il 24 marzo all’Accademia dei Georgofili di Firenze in presenza e online convegno sui risultati delle attività del GO Autofitoviv, coordinate dall’Associazione Vivaisti Italiani, per diffondere buone pratiche per l’autocontrollo e la gestione fitosanitaria sostenibile nel vivaismo ornamentale della Toscana. Registrazione entro il 23 marzo.
Interverrà anche l’assessore all’agroalimentare della Regione Toscana Stefania Saccardi all’apertura del convegno di presentazione dei risultati del progetto del Gruppo Operativo Autofitoviv sulle “Buone pratiche per l’autocontrollo e la gestione fitosanitaria sostenibile nel vivaismo ornamentale” in programma giovedì 24 marzo dalle 14,30 alle 18,30 presso l’Accademia dei Georgofili di Firenze (sia in presenza che online). Con lei il presidente dei Georgofili Massimo Vincenzini, a fare gli onori di casa, e Luca Magazzini, presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani, che è il soggetto referente del Distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia e che ha coordinato le attività di Autofitoviv realizzate per la parte formativa e informativa da Lab. Center for Generative Communication per PIN – Polo Universitario Città di Prato e per la parte convegnistica dall’Accademia dei Georgofili.
Un convegno che sarà l’occasione per fare il punto sui risultati dell’attività formativa svolta, da ricercatori e docenti di Crea, Cnr e università di Firenze e Pisa, per preparare le aziende vivaistiche e gli altri operatori della filiera florovivaistica a prevenire l’introduzione e/o contrastare la diffusione di patogeni, a cominciare dagli organismi nocivi da quarantena, all’interno dei vivai con metodi ecosostenibili. Formazione offerta gratuitamente e riservata a operatori della filiera florovivaistica con base in Toscana che è stata finanziata dalla sottomisura 1.2 nell’ambito del bando PS-GO 2017 del Programma di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 della Regione Toscana (fondi FEASR).
La partecipazione potrà avvenire solo dietro compilazione, entro le ore 14 di mercoledì 23 marzo, di questo form. Le iscrizioni per la partecipazione in presenza saranno accolte compatibilmente con la capienza della sala. I partecipanti riceveranno le credenziali di accesso alla piattaforma web. Per accedere alla sede accademica è necessario mostrare la certificazione verde Covid-19 (Green pass rafforzato) ed è obbligatorio indossare mascherina di tipo FFP2 o di superiore capacità filtrante.
Programma
Ore 14.30 - Apertura dei lavori
- Massimo Vincenzini, Presidente Accademia dei Georgofili
- Stefania Saccardi, Assessore Agricoltura Regione Toscana
- Luca Magazzini, Presidente Associazione Vivaisti Italiani
Ore 14.45 - Interventi dei partner: “Le azioni del Progetto AUTOFITOVIV”
- “Coordinamento del GO e del Piano Strategico; attività di supporto ai partner scientifici” Associazione Vivaisti Italiani
- Vannucci Piante
- Società Agricola Innocenti e Mangoni Piante
- “Ottimizzazione gestione fitosanitaria: Alien Pest” Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) - Centro Difesa e Certificazione (DC)
- “Ottimizzazione gestione fitosanitaria: Acari” Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) - Centro Difesa e Certificazione (DC)
- “Gestione dei nematodi fitoparassiti in vivaio: monitoraggio, prevenzione e metodi di controllo ecosostenibili” Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) - Centro Difesa e Certificazione (DC)
- “Gestione fitosanitaria di Phytophthora spp. in vivaio” Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) - Centro Difesa e Certificazione (DC)
- “Messa a punto di metodi speditivi per il controllo di organismi nocivi in ingresso e monitoraggio per oidi e ruggini” Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) - Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante
- “Controllo di fitofagi chiave delle colture ornamentali mediante l’impiego di mezzi sostenibili” Università di Firenze - Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI)
- “Messa a punto di sistemi di monitoraggio dedicati alla gestione fitosanitaria del vivaio” Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) - Centro Orticoltura e Florovivaismo
- “Gestione sostenibile della flora infestante nell’attività vivaistica” Università di Pisa - Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agroambientali (DiSAAA-a)
- “Divulgazione verso il mondo scientifico, tecnici e imprese agricole” Accademia dei Georgofili
- “Azioni di informazione, formazione e visite aziendali” Lab. Center for Generative Communication per PIN Soc. Cons. a r.l. – Servizi Didattici e Scientifici
Ore 18.00 - Sintesi dei risultati raggiunti e loro divulgazione sul territorio (Associazione Vivaisti Italiani)
Ore 18.30 - Chiusura dei lavori
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
L’iscrizione al premio di progettazione del Forum internazionale ECOtechGREEN 2022, rivolto a progetti realizzati o in fase avanzata (anche già premiati), scade il 15 marzo. Presentazione delle 7 categorie tematiche riguardanti il verde tecnologico e link al bando.
Il verde tecnologico interpretato non solo come verde pensile e verticale ma più in generale quale mezzo per avviare una vegetalizzazione complessa degli spazi urbani. Un modo per riflettere in chiave propositiva sul ruolo dell’architettura del paesaggio come strumento capace di innescare un nuovo processo di rigenerazione delle città attraverso la diffusione di “nature based solutions”.
Queste le finalità del premio di progettazione interno al Forum Internazionale “ECOtechGREEN - Ecologia Tecnologia Verde per la sostenibilità e il paesaggio”, organizzato da Paysage con la rivista internazionale Topscape e Padova Hall in collaborazione con il Consiglio nazionale degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori. Forum la cui prossima edizione si svolgerà dal 21 al 22 aprile 2022.
Come ben specificato nel bando, l’ECOtechGREEN Award intende attirare l’attenzione sull’eccellenza progettuale a livello internazionale in relazione alle tematiche del verde tecnologico premiando i migliori progetti realizzati o in fase di realizzazione avanzata. Possono partecipare alle 7 sezioni del Premio, purché regolarmente iscritti ai rispettivi ordini o collegi, architetti, ingegneri, agronomi, agrotecnici, geometri, periti agrari, ma anche università e centri di ricerca, pubbliche amministrazioni ed enti pubblici, associazioni e fondazioni, imprese esecutrici. La presentazione e la candidatura delle opere può essere fatta dai progettisti, dalla committenza, dagli esecutori, da enti pubblici o di diritto pubblico, da fondazioni ed enti culturali, anche con riferimento agli esiti di selezioni, premi o concorsi di architettura.
Le categorie del concorso sono:
a) Verde tecnologico e infrastrutture verdi per la sostenibilità
b) Forestry Urban Technology: tecnologie e progetti per lo sviluppo della forestazione urbana.
c) Green Wall: verde verticale e pareti vegetali
d) Hi-tech City Landscape: NBS e SUDS: verde pensile, giardini in quota, roof top, Nature-Based Solutions, Sustainable Drainage Systems e strategie che vedono l’applicazione della natura per la mitigazione ambientale dell’involucro edilizio.
e) Verde tecnologico & Shopping Mall: i luoghi per il consumo reinterpretati non solo come luoghi di acquisto ma anche di intrattenimento e di dimensioni tali da costituire delle “città del consumo” in cui la natura diventa elemento scenografico.
f) Verde tecnologico e ricettività: per i progetti di paesaggi ricettivi in cui il verde pensile e verticale ampli l’offerta dei servizi nel rispetto della qualità
ambientale.
g) Studi, ricerche, brevetti, tesi, prototipi relativi allo sviluppo di tecnologie verdi per il progetto del paesaggio.
Il termine ultimo per l’invio dei progetti è il 15 marzo 2022.
Per ulteriori informazioni sulle modalità di partecipazione leggere il bando (da pagina 7 in poi).
L.S.
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Una recente pubblicazione del Crea fa il punto sullo stato dell'arte e sulle nuove tecnologie che possono essere usate in campo e in serra per diagnosticare precocemente gli attacchi delle malattie fungine e controllarle più efficacemente usando meno fitofarmaci
L'agricoltura di precisione può avere un ruolo importante anche nel settore vivaistico. L'utilizzo di sensori, modelli informatici previsionali e tecnologie diagnostiche, si sta affermando sempre di più in vari settori agricoli per ridurre e rendere più efficiente l'uso dell'acqua, dei fertilizzanti e dei trattamenti fitosanitari. Una strategia che è in grado di aumentare nello stesso tempo sia la sostenibilità economica delle aziende, riducendo i costi, sia la sostenibilità ambientale, riducendo gli input idrici e chimici delle colture.
Per quanto riguarda il vivaismo, una recente pubblicazione del Crea, apparsa sulla rivista scientifica Sustainability (Traversari et al., 2021), ha fatto il punto sullo stato dell'arte e sulle prospettive dell'utilizzo di tecniche di agricoltura di precisione per il controllo delle malattie fungine delle pianta ornamentali, con l'obbiettivo di ridurre l'uso degli anticrittogamici.
Oggi i prodotti anticrittogamici rappresentano il 22% del valore di tutti i fitofarmaci venduti nel mondo. Ma secondo un recente studio commissionato dal Parlamento Europeo, in Italia i fungicidi rappresentano il 60% di tutti i prodotti fitosanitari venduti. Per quanto il loro impatto economico sulle colture ornamentali, specialmente di quelle in serra, possa essere basso come costo vivo, la riduzione dell'uso dei fitofarmaci resta un obbiettivo delle politiche ambientali dell'Unione Europea, e in ogni caso un uso più efficiente di questi prodotti può essere comunque interessante anche dal punto di vista economico.
Per raggiungere questi obbiettivi l'agricoltura di precisione può offrire varie soluzioni. Una e l'uso di sensori in grado di valutare precocemente la presenza di attacchi fungini, in base ai dati ottici rilevati sulle foglie. Sensori che possono esser usati come strumenti diagnostici per rilevare un attacco e permettere di intervenire con la massima tempestività o di evitare di fare un trattamento nel caso non ce ne sia la necessità. Senza entrare nel dettagli specifico delle singole tecnologie, l'uso dei sensori ottici permette di avere dei dati che indicano la stato ottimale della pianta, per poi valutare le varie alterazioni che possono essere messe in relazioni a specifici stress: carenze idriche o stress termici o, nel nostro caso, attacchi di patogeni fungini. I ricercatori del Crea hanno riportato risultati interessanti che sono stati ottenuti sia in lavori fatti da altri ricercatori e disponibili in studi già pubblicati, sia da osservazioni dirette fatte presso il centro di ricerca di Pescia. Da studi già pubblicati, l'uso dei sensori ottici ad esempio è stato in grado di rilevare la presenza di Fusarium circinatum – il responsabile del cancro resinoso – su piantine di pino in vivaio, di Austropuccinia psidii – agente della ruggine del mirto - su mirto australiano, o di Teratosphaeria su eucalipto, un genere di funghi responsabile di lesioni a carico di fusti, steli e foglie di queste piante. Nelle prove fatte a Pescia invece, sono stati ottenuti risultati interessanti sull'individuazione di attacchi di diverse crittogame delle rose, piante scelte come modello sperimentale in quanto possono essere usate sia come arbusti da giardino, sia come piante in vaso, sia come fiori recisi, coprendo un po' tutte le branche del vivaismo ornamentale. In particolare sono stati valutati con successo sistemi per rilevare la presenza di attacchi di Phragmidium sp. responsabile della ruggine, di Diplocarpon rosae, agente della ticchiolatura e di Sphaerotheca pannosa, che causa l'oidio della rosa.
Oltre ai sensori per la rilevazione degli attacchi in atto sulle piante, un altro approccio usato in agricoltura di precisione è quello dell'uso di modelli previsionali. Si tratta di sistemi informatici basati su dati ambientali (umidità temperatura, precipitazioni ecc.) e integrati con dati sullo stadio di sviluppo delle piante e la capacità di diffusione delle spore del fungo, che sono in grado di dire quale è il rischio di attacco di una malattia, in modo da decide se intervenire o meno con un trattamento per prevenire l'infezione. Insomma qualcosa di simile della famosa “legge dei tre dieci” usata dai viticoltori per stabilire quando iniziare i trattamenti contro la peronospora della vite, ma sviluppata in maniera tecnologica e specifica per determinate colture. Questi sistemi previsionali informatici sono già usati in frutticoltura e in orticoltura anche di pieno campo, mentre al momento sono meno diffusi in campo vivaistico. Comunque per le piante ornamentali esistono già dei sistemi previsionali per prevedere attacchi fungini. E' il caso di Sphaerotheca pannosa sulle rose, di Botrytis cinerea che causa la muffa grigia sulle foglie e sui fiori delle gerbere, di Erysiphe polygoni responsabile dell'oidio delle clematis, di Sclerotinia homoeocarpa che causa ingiallimenti e necrosi sui manti erbosi e di Peronospora sparsa, agente della peronospora delle rosacee.
Tutti questi strumenti e possibilità tecnologiche possono poi essere integrati tra loro, in quella che viene definita IoT - internet of things, l'internet delle cose - cioè strumenti connessi con la rete internet in grado di comunicare autonomamente tra loro e di inviare dati e notifiche ai computer o i cellulare degli operatori. Una vera e propria domotica a misura delle serre e dei vivai.
La strada quindi è aperta, secondo i ricercatori del Crea, anche se può e deve essere sviluppata per poter raggiungere obbiettivi sempre più interessanti in un settore, come quello vivaistico, caratterizzato da una grande varietà di colture in ambienti spesso ristretti.
Matteo Giusti
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Il Regno Unito cambia le norme fitosanitarie per ridurre il rischio di introduzione e di diffusione della Thaumetopoea processionea nel suo territorio, rendendo di fatto non esportabili verso la Gran Bretagna un elevato numero di piante. Il focus sulla pericolosità di questo insetto, sulle nuove normative e sulle loro conseguenze per il vivaismo italiano.
Dal 2 marzo scorso sono entrate in vigore le nuove norme del Regno Unito per l'importazione nel paese di piante di quercia per ridurre il rischio di introduzione e diffusione della processionaria delle querce.
Una misura che colpirà anche il vivaismo italiano, dal momento che molte piante presenti nei nostri vivai non sono per il momento certificabili e quindi non sono di fatto esportabili verso la Gran Bretagna.
Vediamo allora cosa è la processionaria delle querce, quali sono i rischi che il governo britannico vuol evitare con le nuove norme e cosa questo comporterà per il vivaismo italiano.
La processionaria delle querce è causata da Thaumetopoea processionea, un insetto dello stesso genere della più nota processionaria del pino, Thaumetopoea pityocampa.
Si tratta di un lepidottero con abitudini notturne, una falena, che sverna sotto forma di uova sulla corteccia delle querce. Queste uova a primavera si schiudono e diventano larve, più o meno in contemporanea con la ripresa vegetativa delle piante, e si nutrono delle foglioline appena germogliate, spesso divorandole completamente prima che finiscano il loro sviluppo. Questa larve, coperte di peli urticanti, si muovono in lunghe file sulla pianta o sul terreno, per poi formare delle strutture di ricovero - i così detti nidi - alla base dei rami, dove diventano pupe e completano la metamorfosi, in genere tra luglio e settembre. Spesso le larve possono essere trovate anche in gruppi compatti sul fusto dell'albero, quasi a formare un manicotto o una pelliccia compatta. E per quanto le querce siano l'ospite principale, cioè le piante più attaccate, possono essere infestate anche varie specie di faggi, betulle, mimose, sorbo e crataegus.
L'insetto quindi rappresenta un problema sia per queste piante, dove può causare defoliazioni anche importanti, sia per le persone e gli animali, dal momento che i peli urticanti, fatti a forma di arpione, possono attaccarsi addosso, causando gravi irritazioni alla pelle, agli occhi e alla gola e anche difficoltà respiratorie e reazioni allergiche.
Thaumetopoea processionea, secondo i dati Eppo - l'organizzazione europea e mediterranea per la protezione delle piante - è attualmente presente praticamente in tutti i paesi europei e del bacino del Mediterraneo, con l'eccezione dell'Irlanda, dove è stata eradicata, e della Gran Bretagna, dove è presente solo in alcune zone fin ora sotto controllo. Da qui la preoccupazione delle autorità di Sua Maestà che stanno cercando di bloccarne la diffusione. Preoccupazione che fu già fatta presente da una commissione scientifica britannica all'Efsa - l'autorità europea per la sicurezza alimentare - nel 2009, quando il Regno Unito era ancora un membro dell'Unione Europea. Oggi in Gran Bretagna Thaumetopoea processionea, in inglese indicata con la sigla OPM (Oak processionary moth – falena della processionaria della quercia) è presente in diverse aree del sud dell'Inghilterra, in particolare nella contea di Surrey e intorno a Londra. In base alla presenza dell'insetto sono state classificate tre tipi di zone: zone esenti dalla processionaria (pest free areas), zone cuscinetto (buffer zones) limitrofe a quelle infestate dove i controlli fitosanitari sono più frequenti, e zone infestate (estabilished areas), dove ormai l'insetto si è insediato stabilmente e dove i proprietari dei terreni dove sono le piante infestate sono tenuti alle operazioni di trattamento e gestione. Operazioni che vanno dalla segnalazione delle piante, alla rimozione dei nidi e al trattamento con insetticidi a base di deltametrina o con antagonisti biologici, in particolare Bacillus thuringiensis ssp. kurstaki. Ovviamente con la possibilità di essere assistiti dalle autorità fitosanitarie o consultando l'OPM-hub, il portale ufficiale per la gestione della processionaria delle querce.
E ora, per rafforzare la protezione, sono entrate in vigore le nuove norme per l'importazione di querce sull'isola, promulgate dal governo di Londra. Norme più restrittive che non fanno più differenza come in passato tra le varie zone del paese (libere, cuscinetto o infestate), ma che sono valide per tutto il territorio britannico. Nel dettaglio sarà vietato importare tutte le piante del genere Quercus da qualunque paese al di fuori dell'Unione Europea. Mentre dai paesi comunitari saranno vietate le importazioni di querce considerate di grandi dimensioni e quindi suscettibili di essere infestate, cioè di piante con un fusto di circonferenza pari o superiore agli 8 centimetri, misurata a 1,2 metri dal collare radicale, praticamente da terra. Questo a meno che le piante non arrivino da paesi europei dove non sia presente l'insetto, ma nella fattispecie questa eccezione riguarda solo l'Irlanda. In alternativa le piante dovrebbero essere state allevate per tutta la loro vita in un sito con protezioni idonee ad evitare l'infestazione ed essere state sottoposte a controlli periodici per accertarne l'assenza. Ma come ha fatto sapere in una nota il Servizio Fitosanitario della Toscana, nessuna di queste condizioni è al momento certificabile e quindi le querce con una circonferenza di 8 centimetri misurata al collare radicale non sono di fatto più esportabili verso il Regno Unito. Almeno fino a nuove disposizioni.
Un problema che si va sommare a quello del rincaro dei carburanti agricoli e per autotrasporto che già stanno pesando sul bilancio di non poche aziende.
Matteo Giusti