Il vivaista
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Dall’8 al 10 febbraio 2022 nella sede dell’Agenzia Lucana di Sviluppo e Innovazione in Agricoltura di Metaponto (Matera) la 3^ edizione della Winter School dell’Associazione Italiana per la Protezione delle Piante e della Federazione Italiana delle Società di Servizi di Sperimentazione in Agricoltura. Necessaria preiscrizione entro il 16 dicembre.
Ancora pochissime ore per fare domanda alla Winter School di AIPP (Associazione Italiana per la Protezione delle Piante) e FISSA (Federazione Italiana delle Società di Servizi di Sperimentazione in Agricoltura) sulla “Sperimentazione nella difesa fitosanitaria”: un corso a pagamento per «sperimentatori in protezione delle colture» rivolto a «personale dei centri di saggio privati o pubblici che lavora su prove sperimentali, personale dei centri di ricerca di campo, personale di società produttrici di mezzi di difesa, tecnici e studenti interessati alla protezione delle piante».
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All’assemblea dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI) del 10 dicembre a Pistoia il sì unanime al bilancio preventivo e il punto su quanto fatto e i nuovi piani. Il presidente di AVI Magazzini, sottolineati i risultati positivi dell’indagine dell’Arpat sulle acque pistoiesi (con il trend in miglioramento) e dello studio su “Mortalità e rischio cancerogeno nei florovivaisti” della Fondazione Pofferi (con meno morti e meno tumori in provincia di Pistoia rispetto alla media toscana), ha annunciato il sì definitivo della Regione Toscana al contributo di 4,5 milioni di euro per il Progetto Integrato di Distretto (PID) da 11,5 milioni (di cui 7 messi dalle aziende) “Vivaismo per un futuro sostenibile” e la prosecuzione dell’attività formativa del GO Autofitoviv sulle buone pratiche per “la gestione fitosanitaria sostenibile nel vivaismo ornamentale”. Ora AVI sta lavorando a una partecipazione unitaria del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia ai bandi del PNRR (soglia minima 4 milioni di euro) e ospiterà nel periodo festivo un’azienda di macchinari avanzati per il taglio dell’erba per verifiche sul grado di adattabilità alle complessità dei vivai ornamentali. Inviati suggerimenti alle associazioni di categoria agricole nazionali sulle modalità di applicazione al comparto vivaistico del decreto contro le pratiche sleali. [In foto da sinistra per chi guarda il vice presidente di AVI Gilberto Stanghini, il presidente Magazzini e il presidente del Distretto Ferrini]
Si è chiusa con l’approvazione unanime del bilancio preventivo di cassa 2022 l’assemblea ordinaria del 10 dicembre 2021 a Pistoia dei soci dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), soggetto referente del Distretto vivaistico ornamentale pistoiese. Le uscite ed entrate previste (a pareggio) sono di 138.500 euro, ormai digerite le spese per l’acquisto della nuova sede. Fra le uscite, si prevedono 12 mila euro per la prosecuzione del progetto di formazione del Gruppo Operativo (GO) Autofitoviv “Buone pratiche per l’autocontrollo e la gestione fitosanitaria sostenibile nel vivaismo ornamentale”, di cui AVI è coordinatore, e 63.700 euro per tutte le altre attività di promozione e i progetti di ricerca e partecipazione a bandi a favore delle aziende vivaistiche. Mentre sono sostanzialmente stabili le prudenziali voci d’entrata preventivate: 51.500 euro dalle quote associative e 75.000 euro dalle sponsorizzazioni, oltre ai 12 mila euro di contributi ricevuti per coprire le spese di Autofitoviv.
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Lanciata il 2 dicembre l’iniziativa “Prato Forest City”, il cui cuore pulsante è una piattaforma online, realizzata da Treedom, per le campagne di forestazione in crowdfunding che coinvolgono cittadini e imprese. Fra i 30 progetti in programma, anche 4 donazioni green a sé stanti di privati e 6 forestazioni gestite dal Comune con fondi pubblici. Obiettivo finale fra qualche anno: 1 albero per ognuno dei quasi 200 mila pratesi, all’insegna dello slogan “un albero al posto di una pillola”. Un omaggio di 2 arbusti in vaso sponsorizzato dall’Associazione Vivaisti Italiani a chi parteciperà con donazioni superiori a 100 euro.
Ha preso ufficialmente il via il 2 dicembre, con il lancio della piattaforma pratoforestcity.it, la “rivoluzione verde” di Prato, l’iniziativa green volta a promuovere stili di vita sani attraverso le infrastrutture verdi, le “nature based solutions”, grazie anche alla partecipazione diretta di cittadini, scuole, associazioni e imprese alla forestazione di aree pubbliche e quartieri, favorendo così il recupero di socialità e vivibilità anche nelle aree più marginali, la condivisione delle scelte, il monitoraggio dell’avanzamento dei progetti.
Sono oltre 30 i progetti di forestazione già programmati ad oggi, così suddivisi. Venti campagne di forestazione in crowdfunding: le prime 5 – una per ciascuna circoscrizione di Prato – sono state lanciate il 2 dicembre. Ci sono poi altri 4 progetti che alcuni donatori privati hanno già chiesto ed ottenuto di finanziare in queste ultime settimane. Oltre a questo, ci sono 6 interventi che il Comune sta realizzando in proprio o con fondi pubblici (le quattro giungle urbane di Prato Urban Jungle, il progetto Another Declassata, il programma sperimentale per l’adattamento ai cambiamenti climatici finanziato dal Ministero per la transizione ecologica). L’obiettivo è di raggiungere entro qualche anno l’obiettivo di un albero per ciascuno dei quasi 200.000 cittadini residenti in città.
Il mese di dicembre e le festività in arrivo sono anche l’occasione per regalare alla città degli alberi e farsi un regalo di Natale green.
“Prato Forest City”: la piattaforma online
Cuore pulsante del progetto “Prato Forest City” è dunque pratoforestcity.it, la piattaforma online dell'amministrazione comunale realizzata grazie al progetto europeo “Prato Urban Jungle”, destinatario dei fondi europei “Urban Innovative Actions”.
Prato Forest City è stata implementata grazie al partner Treedom, azienda con sede a Firenze che offre un servizio di piantumazione di alberi, finanziando direttamente cooperative di agricoltori in zone svantaggiate di tutto il mondo e che ha piantato a oggi più di 2.300.000 alberi in 11 paesi coinvolgendo più di 135.000 agricoltori.
Prato Forest City rientra in un ambizioso percorso pluriennale di sostenibilità ambientale e di prevenzione sanitaria, intrapreso dall'amministrazione già con il programma di Forestazione Urbana del Piano Operativo Comunale 2018 all'insegna del motto “Un albero al posto di una pillola!”. Tali iniziative sono poi confluite anche nel documento strategico “Next Generation Prato”, elaborato dal Comune nel 2021 in co-progettazione con gli stakeholder del territorio per contribuire all’attuazione del PNRR.
Le prime forestazioni in programma
L’amministrazione ha siglato un protocollo d’intesa con USL Toscana Centro e Fondazione AMI, diventate così partner in questa iniziativa. Parte integrante del progetto sarà infatti anche “Prato Green Hospital”, l’iniziativa promossa dalla Direzione Sanitaria del nuovo Ospedale S. Stefano di Prato, che si pone l’obiettivo di dotare il presidio sanitario di nuove aree verdi di livello adeguato alla funzione e all'importanza del luogo, allo scopo di ottenere un significativo incremento sia della qualità della accoglienza che del pregio ambientale dell'area. L'intervento intende aumentare l'indice di naturalità dell'area favorendo le funzioni fondamentali che oggi sono riconosciute al verde: connessione ecologica, creazione di relazioni ambientali per un "sistema" del verde nel territorio; effetti benefici sulle componenti clima e salute umana; riduzione degli effetti di isola di calore; miglioramento del clima acustico. L’intervento propone una sistemazione paesaggistica di carattere naturale capace di un impatto più distensivo, che renda migliore la percezione di ospitalità per gli utenti e per gli operatori della struttura, grazie anche all'impianto di una vegetazione varia e disomogenea la cui valenza, sia ambientale che ornamentale, sia in grado di esaltare i molti aspetti della funzione "curativa" che il verde esercita.
Il primo intervento legato a “Prato Green Hospital” riguarderà la forestazione del pronto soccorso pediatrico, che è stata finanziata da OBI la prima azienda di grande distribuzione organizzata che entra in Prato Forest City; l’intervento verrà realizzato entro l’inizio del 2022.
Gli altri tre interventi dei quattro già finanziati citati all’inizio (questi ultimi già presentati nelle ultime settimane), sono: i giardini Francesca Morvillo all’ex Tribunale con una donazione dei Lions Club pratesi; i giardini della scuola Leonetto Tintori di Iolo con la donazione di ex alunni dell’I.T.C. Paolo Dagomari anno 1975, il giardino della scuola Ammannati con la donazione della rete di imprese NWG New World in Green.
I primi progetti che sono stati lanciati il 2 dicembre per il crowdfunding sono invece i seguenti: area Via Enrico Bensa lungo Bisenzio (nord); area Via Caduti senza croce, Maliseti (ovest); area via Salviati, Parco Alda Merini (sud); area giardini via Picasso (est). Ogni cittadino, associazione, scuola o impresa del territorio potrà dare il proprio contributo per realizzarlo tramite la piattaforma pratoforestcity.it, sezione “Progetti”, oppure potrà proporre una propria iniziativa di forestazione o di cura del verde pubblico, condividendola e monitorandola con Prato Forest City.
Come funziona
La piattaforma permette di effettuare una donazione sul portale pratoforestcity.it ricevendo un'attestazione pubblica, di monitorare l'avanzamento dei lavori e di contribuire all'abbattimento della CO2 finanziando un progetto verde. Un aspetto, quest'ultimo, rilevante anche per la corporate social responsibility di tutte le imprese del distretto, tra cui le 3.500 imprese del distretto tessile, che valgono il 3% della produzione europea e sono connesse alla filiera mondiale dei maggiori brand dell'abbigliamento.
Il portale permetterà di condividere con i cittadini la governance del territorio per le piantumazioni ed è una delle azioni di Prato Forest City, in linea con cinque dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda Onu 2030 (Fame zero, Salute e benessere, Città e comunità sostenibili, Agire per il clima, La vita sulla Terra).
Conclusa una campagna di forestazione ne sarà subito lanciata un’altra, dando a tutti la possibilità di rendere più verde la città.
Fare una donazione:
Chi donerà da fino a 100 euro riceverà un attestato di donazione, che potrà stampare ed incorniciare. Chi donerà più di 100 euro riceverà, oltre all’attestato, 2 biglietti per i musei cittadini, grazie alla partnership di Palazzo Pretorio, Centro Pecci e Museo del Tessuto di Prato, e anche 2 arbusti adatti a giardini/terrazzi in vaso di diametro 18cm. L’omaggio degli arbusti è sponsorizzato dall’Associazione Vivaisti Italiani.
Per il cittadino:
Oltre a sostenere i progetti di forestazione come sopra indicato con una donazione, il singolo cittadino potrà anche iscriversi e partecipare a progetti di volontariato per prendersi cura del verde, o ottenere premi per i suoi comportamenti green grazie all’app “greenApes”, certificando i suoi comportamenti virtuosi ed ottenendo buoni e sconti presso attività commerciali e istituzioni culturali.
Per le imprese:
Nella pagina “Progetti” l’impresa può selezionare una delle azioni che il Comune sta intraprendendo e realizzare la donazione diventando partner di Prato Forest City.
- da 5 a 1.000 euro: potrà utilizzare il marchio Prato Forest City per comunicare limpegno verso l’ambiente;
- da 1.000 a 5.000 euro: otterrà il marchio e sarà presente sul sito nella sezione partner;
- oltre 5.000 euro: oltre ai benefit già disponibili, avrà una targa con il nome nell’area di progetto e una comunicazione ad hoc per dare visibilità all’impegno.
L’impresa può inoltre contattare il Comune attraverso la mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e presentare l’intervento di forestazione urbana che l’azienda ha realizzato o che sta per progettare, diventando partner di Prato Forest City, in modo tale che:
- sarà presente sul sito nella sezione “Partner” e potrà utilizzare il marchio Prato Forest City per comunicare l’impegno verso l’ambiente;
- l’intervento sarà visibile sulla mappa virtuale di Prato Forest City;
- potrà avvalersi di una comunicazione ad hoc che ne racconti l’impegno.
Infine l’azienda può aderire gratuitamente a greenApes, mettendo a disposizione un premio o agevolazione per promuovere le azioni sostenibili in città. Inoltre può coinvolgere i suoi dipendenti e premiare le loro scelte virtuose.
- La app premia le azioni di tutti i giorni, come spostamenti a piedi e in bici, e anche il contributo alle iniziative del territorio.
- Inoltre si possono scambiare idee ed esperienze con la community e le realtà di Prato che hanno a cuore il pianeta.
Per le scuole:
Prato Forest City valorizza le attività delle scuole nell’ambito dell’educazione all’ambiente, creando delle azioni specifiche per insegnanti e studenti. La piattaforma ha una sezione vetrina dedicata ai progetti delle scuole, dove si potranno far conoscere le attività green dell’istituto attraverso l’impegno di alunni e insegnanti. Si potrà inoltre imparare attraverso il toolkit “Generazione green”, uno strumento rivolto agli insegnanti, in particolare a quelli del ciclo della scuola secondaria di I grado, ricco di spunti educativi, esempi e buone pratiche.
Per le associazioni:
E’ possibile far conoscere le attività green delle associazioni oppure condividere con la community di Prato Forest City un evento di volontariato, in modo da dare visibilità alla propria iniziativa e promuoverla facilmente stimolando le adesioni di singoli e associazioni.
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L’intervento del Prof. Francesco Ferrini, docente di arboricoltura all’Università di Firenze, all’incontro sul verde urbano organizzato dal Comune di Capannori in occasione della Festa dell’albero: gli effetti benefici delle piante in città, gli studi sulle capacità di varie specie di alberi e arbusti di intercettare i differenti tipi di inquinanti e i metodi per sfruttare al meglio tali capacità nel progettare gli spazi verdi.
Uno studio sperimentale effettuato per diversi anni su una barriera arbustiva costituita da 6 specie sempreverdi (Arbutus unedo, Elaeagnus x ebbingei, Laurus nobilis, Ligustrum japonicum, Photinia x fraseri, Viburnum lucidum) «ha evidenziato l’importante ruolo delle barriere nella mitigazione degli inquinanti, fra cui in particolare le polveri sottili, e può fornire strumenti validi per contribuire al contrasto dell’inquinamento dell’aria nelle nostre città, oltre che utili informazioni nella scelta, impianto e gestione delle fasce tampone arbustive ai lati delle strade a elevata circolazione di autoveicoli». In un’altra indagine sono state confrontate due diverse metodologie di quantificazione del PMx (polveri sottili), la microscopica e la filtrazione: «i PMx sono stati quantificati in foglie di 32 specie e la regressione lineare tra le due metodologie ha confermato che entrambi i metodi potrebbero essere comparabili quando le foglie hanno una copertura di PMx di almeno l'1%». Nella stessa ricerca «è stata verificata anche una correlazione negativa tra l'accumulo di PMx e l'area fogliare specifica (SLA) e che questo tratto fogliare può essere raccomandato per distinguere tra specie accumulatrici di particelle».
Sono due fra gli studi di cui ha parlato il Prof. Francesco Ferrini, docente di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Firenze e presidente del Distretto rurale vivaistico-ornamentale di Pistoia, verso la fine della sua conferenza del 20 novembre scorso nella sala consiliare del Comune di Capannori sul “Ruolo delle aree verdi per il miglioramento della salute globale” di fronte a un pubblico non professionale. Due studi recenti, entrambi condotti sul territorio toscano: il primo nel Comune di Pescia (finanziato dal Mipaaf), il secondo nella piana lucchese (con il sostegno finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca). Studi molto rilevanti per la principale problematica ambientale della piana di Lucca, che anche nell’anno della pandemia, come richiamò lo scorso febbraio Legambiente, si è confermata maglia nera regionale per i superamenti dei limiti di PM10 (anche se, ha spiegato Ferrini, anche a causa delle correnti d’aria che portano nella piana inquinamento generato altrove). E che ben esemplificano quanto possono fare le piante per la riduzione dell’inquinamento dell’aria, se ben utilizzate, secondo criteri scientifici, oltre a mostrare come gli studiosi quali Ferrini stiano procedendo per affinare le metodologie di impiego di alberi e arbusti delle varie specie per migliorarne gli effetti.
A introdurre la conferenza era intervenuto fra gli altri l’assessore all’ambiente del Comune di Capannori, Giordano Del Chiaro, affermando che Francesco Ferrini è coinvolto nel progetto di studio promosso dal Comune sulla qualità dell’aria che ha comportato l’installazione di diverse centraline sul territorio. «Con il prof. Ferrini – ha detto l’assessore Del Chiaro – stiamo studiando in particolare come il verde e la messa in posa di alberi possano dare un contributo alla riduzione delle polveri sottili nel nostro Comune».
Ferrini ha iniziato la sua relazione sottolineando che adesso c’è più consapevolezza dell’importanza del verde: «c’è maggiore apprezzamento della natura negli ambienti urbani e si è capito che c’è bisogno di infrastrutture verdi nelle città come mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici». Ma è necessaria una «buona governance» di questo trend o “rivoluzione verde”, se vogliamo trarne tutti i benefici possibili.
Quanto è forte la relazione fra spazi verdi, ambienti urbani e salute? Una ricerca citata da Ferrini dimostra che c’è una relazione inversa fra la quantità di spazi verdi presenti in un raggio di 3 km e la percentuale di persone che percepiscono la propria salute come non buona. E fra i benefici socio-sanitari derivanti dalla presenza della natura in aree urbane e periurbane Ferrini ha ricordato i seguenti: incremento della produttività dei lavoratori, miglioramento della salute e del benessere e persino più coesione sociale, riduzione della criminalità e creazione di posti di lavoro.
Ma quali sono i fattori, i parametri che determinano gli effetti positivi del verde sulla salute? Tre soprattutto, ha spiegato Ferrini, la biodiversità, l’accessibilità (con la nota regola del 3-30-300: 3 alberi visibili da ogni abitazione, 30% di copertura arborea in ogni quartiere, distanza massima di 300 metri dallo spazio verde più vicino per ogni cittadino), la prossimità (a 15/20 minuti di distanza) e l’equità. In particolare, il professore si è soffermato sulla perdita di biodiversità, di specie negli ecosistemi, che si è verificata nel mondo dal 1800 al 2000: -13,6%. È essenziale, ha spiegato, per la salute, perché il declino della biodiversità causa una privazione microbica (scarso microbiota) e quest’ultima può determinare disturbi nella risposta immunitaria, vale a dire alto rischio di malattie infiammatorie. Il concetto fondamentale è quindi quello di salute globale (One Health), che «riconosce che la salute degli esseri umani è legata alla salute degli animali e dell’ambiente».
Ferrini ha poi, tra le altre cose, rapidamente spiegato i meccanismi di intercettazione del particolato da parte delle foglie degli alberi e distinto l’adsorbimento (fissazione sulla superficie delle foglie) dall’assorbimento vero e proprio. Tipicamente, ha detto, 1 cm2 di area fogliare adsorbe 10-70 mg di PMx all’anno e le piante latifoglie sono generalmente più efficaci delle conifere, così come le piante sempreverdi più delle decidue. «La combinazione di tratti diversi – ha affermato il professore richiamando uno studio di Sgrigna et al del 2020 – è un fattore chiave per migliorare l’efficacia sulla riduzione del PM. Foglie ruvide, con forme complesse, elevata densità di stomi e maggiore persistenza delle foglie stesse sono state correlate ai più alti valori di deposizione di PMx». E non vanno trascurate nemmeno le proprietà della corteccia.
Mentre, passando ad altri inquinanti, ha spiegato che un acero di medie dimensioni può rimuovere dall’aria in un anno 60 mg di cadmio, 140 mg di cromo, 820 mg di nichel e 5200 mg di piombo. Ferrini ha inoltre presentato una serie di tabelle con risultati di esperimenti e classifiche di specie arboree in relazione alla loro capacità di intercettare vari tipi di inquinanti.
Ma ha subito avvertito che tali classifiche vanno prese con le pinze, quando si tratta di scegliere le specie giuste per un impianto in ambiente urbano: le condizioni di contesto sono troppo importanti e le variabili in gioco sono tantissime, per cui si tratta di un lavoro da sarto, su misura. Ad esempio, contano moltissimo la posizione (distanza dalla sorgente di inquinamento) e la struttura della vegetazione per il filtraggio dell’aria. Come dimostrato anche dalla ricerca sugli arbusti effettuata a Pescia.
La conferenza di Ferrini si è conclusa con un’ironica citazione di Galeno (Pergamo 129 – Roma 201 d.C.): «Il medico migliore è la natura: cura i tre quarti della malattie e non sparla dei colleghi».
L.S.