Notizie
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
A operazioni di raccolta praticamente ultimate, la produzione si attesta a 2,4 milioni di quintali con 85mila ettari come nel 2015, quando gli ettari erano 114mila, quindi nettamente superiori. Dove si concentra il 75% del totale nazionale, ovvero in Umbria, Marche e Toscana, si prevede una qualità ottima con rese in olio tra il 42 e il 45%.
Il prezzo previsto per l'olio si aggira attorno ai 33 euro a quintale, 2 euro in meno rispetto allo scorso anno, mentre il giro d'affari di circa 80 milioni.
Nelle Marche, con una produzione attesa di 870mila quintali, il Consorzio agrario di Ancona, che detiene una quota di mercato del 60% nella provincia e in parte nelle limitrofe, spiega che il girasole è la seconda semina per importanza della regione. Dopo la chiusura degli zuccherifici che ha spazzato via la produzione di barbabietola, chi ha investito nel girasole è stato ricompensato con rese decisamente migliori rispetto al 2015.
L'olio di girasole sta suscitando inoltre sempre più interesse da parte delle aziende di trasformazione. La ricerca genetica potrebbe, in un futuro prossimo, mettere a disposizione un olio di girasole con acidi grassi più insaturi, capace di sostituire l'olio di palma negli impieghi dell'industria alimentare, come ricorda Andrea Novelli del Consorzio agrario di Ancona.
Anche dal Consorzio agrario di Perugia si registra un calo del 30% dei terreni seminati con rese del 25%. Più critica, invece, la situazione in Toscana con cali del 35% nelle province di Pisa e Siena. Le cause, come sottolineato dal Consorzio di Pisa sono molteplici: oltre alla rotazione, la scommessa persa sul grano duro e il problema delle colonie di piccioni che hanno saccheggiato ettari di girasole in poco tempo.
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che la Camera dei Deputati ieri sera, martedì 18 ottobre, ha approvato definitivamente la legge per il contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura. Vengono così introdotte maggiori garanzie per la tutela della dignità dei lavoratori agricoli, alcune innovazioni concrete sul lato penale che alzano il livello del contrasto e rafforzate le misure a favore delle imprese agricole in regola.
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Presentata a Montecatini Terme lo scorso sabato 15 ottobre la settima edizione della guida alle storie di vita, vigne, vini in Italia. «Slow Wine è molto più di una guida, è un manifesto politico: porta con sé tutto il messaggio di Slow Food», così Daniele Buttignol, segretario generale di Slow Food Italia, ha presentato Slow Wine 2017. La novità di quest'anno: il rifiuto dell'uso dei diserbanti chimici in vigna per entrare a far parte della guida.
Stando ai numeri, dovremmo avere vita facile negli Usa dove da anni conserviamo il primato delle esportazioni. E invece, ci spiegano Iacopo Di Teodoro NYC, Italian Portfolio Manager, Artisanal Cellars e Giuseppe LoCascio fine Wine Sales and Marketing Consultant, US: «Negli States si consumano 340 milioni di casse da nove litri di vino (12 bottiglie) all'anno. Nel 2015, il consumo pro capite è stato di 15 bottiglie. Di questi, due terzi è prodotto domestico, soprattutto californiano. Nel terzo che rimane l’Italia se la gioca con tutti gli altri. Al momento siamo in testa, ma non con un margine altissimo: nove milioni di casse nei primi 4 mesi del 2016, che significa che un terzo di vino importato è italiano. Se poi guardiamo nello specifico i vini mossi, i nostri rappresentano praticamente i 2/3 delle importazioni a stelle e strisce. Ma questo non ci deve rassicurare. Il mercato statunitense è molto variegato e oggi dominato dai millennials: curiosi sì, ma poco dediti all’approfondimento, rincorrono soprattutto le novità. Quindi il miglior suggerimento che possiamo dare è quello di comunicare con grande chiarezza, di dare tutte le informazioni possibili a partire dall’etichetta. A partire, per esempio dalle certificazioni, considerato l’orientamento del mercato verso le produzioni biologiche e i vini naturali».- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Le principali patologie riscontrate e i sistemi di contrasto (anche biologici) rilevati nel florovivaismo per: abete, anemone, aromatiche (rosmarino, lavanda, menta, timo e basilico), asparagus spp., buganvillea, cactee, ciclamino, crisantemo, elicrisio, lantana, margherita, mirto, pittosporino variegato, poinsettia, ranuncolo, ruscus (fonte: Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo).
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Royal FloraHolland ha pubblicato i risultati di un sondaggio sulla soddisfazione dei consumatori europei di rose: sono emersi dati interessanti. La rosa resta per il pubblico generalista il fiore d’eccellenza da regalare in ogni occasione, specialmente per dichiarare il proprio amore. Per il 70% degli intervistati, soprattutto per tedeschi ed olandesi, l’acquisto dei fiori viene fatto ad impulso, mentre un 50% è condizionato dalle offerte speciali (tranne in Francia).
Per ciò che riguarda invece la soddisfazione nell'acquisto: solo il 49% dei tedeschi ha dichiarato di essere soddisfatto o molto soddisfatto, negli altri Paesi, invece, circa i tre quarti sono soddisfatti o molto soddisfatti del loro acquisto. Per l'indagine in questo ambito si è utilizzato l'NPS (Net Promotor Score), uno strumento che calcola la fidelizzazione misurando l'intenzione a raccomandare un certo prodotto. Chi raccomanda con facilità il prodotto è chiamato promoter, chi non lo raccomanda con facilità è chiamato invece detrattore. Sottraendo la quota dei detrattori da quella dei promotori si ottiene il punteggio NPS: questo risulta poco più basso in Germania rispetto agli altri Paesi, ma resta ancora da indagarne il motivo.



