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agricoltura

Regione Toscana ha approvato una delibera con la quale stanzia 15 milioni di euro destinati a fornire contributi in conto capitale a imprese agroalimentari che operano nel settore della trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli.

«Si tratta – spiega l'assessore regionale all'agricoltura, Marco Remaschi – di un provvedimento che mira a rafforzare le filiere agroalimentari toscane e a valorizzare le produzioni di qualità. Sosterremo infatti gli investimenti in beni materiali ed immateriali tesi ad aumentare la competitività delle nostre aziende, a promuovere l'adeguamento e l'ammodernamento delle strutture produttive di trasformazione e di commercializzazione e, un aspetto certamente non meno importante, a migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro e a promuovere tutti i processi produttivi rispettosi dell'ambiente. La quota di prodotti trasformati e commercializzati dovrà essere per più della metà di provenienza diretta dall'azienda che richiede il contributo o di altri produttori agricoli primari». Le domande potranno essere presentate a partire dal prossimo 8 settembre e fino al 30 novembre. Potranno beneficiare dei sostegni previsti dal bando le piccole e medie imprese che operano nel settore della trasformazione, della commercializzazione e dello sviluppo dei prodotti agricoli e floricoli, esclusi quelli della pesca.
floravivaLe imprese dovranno dimostrare che gli investimenti inseriti nella domanda di aiuto concorrono al miglioramento della situazione nei settori della produzione agricola di base e che garantiscono una partecipazione adeguata e duratura dei produttori di base ai vantaggi economici che derivano da tali investimenti. Tra questi sono ammissibili gli investimenti materiali in lavori ed opere edili, compresi quelli finalizzati all'installazione di macchinari, di attrezzature e di impianti tecnologici e per l'installazione di attrezzature e impianti funzionali alla sicurezza nei luoghi di lavoro, comprese la rimozione e lo smaltimento del cemento amianto. Ammessi anche gli investimenti in macchinari e attrezzature per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti (compresi birra, pane e pasta) e quelli per la pubblicizzazione della propria attività e per l'informatizzazione delle aziende.
Verrà concesso un contributo massimo di 900.000 euro e al massimo 3,5 milioni per l'intero periodo 2014-2020. I contributi per le piccole e medie imprese potranno variare dai 250.000 agli oltre 500.000 euro secondo il numero di dipendenti e tirocini curriculari attivati. Quelli per gli imprenditori agricoli professionali vanno dai 150.000 agli oltre 350.000 euro.
L'intensità del sostegno varia dal 25% dell'investimento nel caso di lavori edili al 35% nel caso di macchinari e attrezzature, spese generali e investimenti immateriali. Le quote di copertura dei finanziamenti sono assicurate da fondi comunitari per il 43%, statali per il 40% e regionali per il 17%.
 
Al seguente link è possibile scaricare il testo del bando.
 
Redazione

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Per tutelare l'ambiente rurale, agricolo e forestale italiano i due enti si sono accordati ieri, nell'ambito della rassegna Festambiente 2016, con la firma di un documento che prevede una completa collaborazione in base a principi bioecologici e di salvaguardia.

Il documento firmato ieri, lunedì 8 agosto, durante Festambiente 2016, prevede un'azione comune di Legambiente e Accademia dei Georgofili per favorire la diffusione di conoscenze scientifiche nel settore ambientale, promuovere le filiere di bioeconomia e affrontare tutte le problematiche economiche, ambientali e territoriali delle aree marginali e montane. Inoltre, si propone di contribuire allo sviluppo delle razze e delle varietà zootecniche nel rispetto dei più corretti criteri agroecologi. L'accordo è stato firmato da Rossella Muroni, Presidente nazionale di Legambiente e Giampiero Maracchi, Presidente dell'Accademia dei Georgofili. floravivaQuest'ultima è uno dei partner più qualificati per sviluppare il progetto assieme ad un'associazione come Legambiente, che ha fatto dell'ambientalismo scientifico il cardine sul quale si basano le sue iniziative. L'accademia, ente senza fine di lucro, da oltre 260 anni svolge un'attività culturale di rilevante interesse pubblico attinente all'agricoltura, all'ambiente rurale, alla sicurezza alimentare, all'identità delle produzioni agricole e agroalimentari locali, alla formazione e comunicazione, all'informazione tecnico-scientifica, anche attraverso le sue Sezioni nazionali e Internazionale di Bruxelles. 
Il documento si propone, infine, di valorizzare quelle imprese che gestiscono correttamente la propria rete idrica, di contribuire promuovere la massima diffusione a tutte le iniziative congiunte dei due enti, nonché di realizzare campagne e collaborazioni con soggetti terzi, intese a valorizzare il patrimonio culturale e le nuove acquisizioni tecnico-scientifiche che hanno riflessi sul settore agricolo-forestale e sull'ambiente rurale. 
 
Redazione

earthovershoot

La data in cui scatta l'allarme arriva ogni anno sempre più tardi: secondo la Global Footprint Network, oggi, 8 agosto, è il giorno in cui l’uomo ha preso dalla natura più di quello che questa è in grado di rigenerare per il 2016. 

La Global Footprint Network è l’organizzazione internazionale di ricerca che ha elaborato un metodo per misurare il consumo delle risorse naturali che ogni anno la Terra mette a disposizione delle specie viventi. Secondo i suoi studi, dunque, da domani emetteremo più anidride carbonica di quella che oceani e foreste sono in grado di assorbire, pescheremo più pesci di quelli che si riprodurranno e taglieremo più alberi di quelli che ricresceranno. È dal 1970 (intorno al 23 dicembre) che non rispettiamo più le risorse della terra: nel 2003, dopo poco più di trent’anni, l'Earth Overshoot Day cadeva a settembre e dopo appena dieci anni, nel 2013, è stato il 20 agosto.
floravivaAd oggi avremmo bisogno dell'equivalente di 1,6 terre per soddisfare il nostro fabbisogno globale annuale. I campioni di questa dismisura sono gli australiani e gli americani: se tutti infatti vivessimo secondo il loro stile di vita, servirebbero almeno cinque pianeti. La crescita demografica è comunque ben lontana da giustificare questo “appetito”. La deforestazione, l'erosione del suolo, la desertificazione e la perdita di biodiversità testimoniano lo sfruttamento del nostro capitale naturale. Ma il principale indicatore del nostro eccesso si trova nell'atmosfera, in cui l'anidride carbonica si accumula a causa della nostra propensione a bruciare sempre più energia. Le nostre emissioni di CO2 ora rappresentano oltre il 60% della nostra impronta ambientale complessiva. 
Mathis Wackernagel, co-fondatore e CEO di Global Footprint Network, ricorda l'incoraggiamento allo sviluppo delle energie rinnovabili proveniente dalla Conferenza di Parigi sul clima COP21 e sottolinea come l'unica risorsa che manca sia oggi la volontà politica. Ci sono comunque alcuni Paesi che già stanno facendo molto per ridurre il loro impatto. Il Costa Rica, esempio mondiale di sostenibilità, nei primi tre mesi di quest’anno, ha generato il 97% della sua elettricità da fonti rinnovabili. Anche il Portogallo, la Germania e la Gran Bretagna hanno raggiunto livelli elevati circa la capacità di produrre energia rinnovabile. Ad esempio, il Portogallo ha soddisfatto, per alcuni giorni, il 100% della sua domanda di energia elettrica con fonti rinnovabili. C'è  comunque ancora molto da fare e le piccole azioni di ogni giorno diventano determinanti per raggiungere il risultato di un minor sfruttamento delle risorse naturali. Intanto, ognuno può "metterci la faccia" e postare la foto di una “buona azione” utilizzando l'hashtag #pledgefortheplanet della campagna lanciata dal Global Footrprint Network.
 
Redazione

agriturismo4.

Secondo Turismo Verde-Cia, anche quest’anno la maggioranza degli italiani sceglie di trascorrere le ferie nel Paese, optando per soluzioni low-cost e località vicine, complice anche il timore di attacchi terroristici. In questo quadro, il soggiorno in campagna “vince” con oltre 1,6 milioni di ospiti attesi fino alla fine di agosto. 

Nell’estate del rilancio per le vacanze, con quasi 20 milioni di italiani in partenza per le ferie solo ad agosto, l’agriturismo si conferma una meta ambita per i turisti, con 1,6 milioni di ospiti attesi fino alla fine del mese, soprattutto stranieri (+5%), e una stima di crescita dell’8% delle presenze a 7,2 milioni di visitatori per tutta la stagione (giugno-settembre). È quanto afferma Turismo Verde, l’associazione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani.
Se torna a crescere il numero dei viaggiatori, è altrettanto vero che la scelta per 7 vacanzieri su 10 è quella di restare in Italia, complice la paura di attentati terroristici ma anche la necessità di contenere il budget di spesa. Quindi anche quest’anno si prediligono località vicine, soggiorni brevi e soluzioni economiche, spiega Turismo Verde Cia. Tutti elementi che premiano le strutture agrituristiche, che permettono di ottimizzare il rapporto qualità-prezzo, grazie anche ai listini sostanzialmente invariati e all’aumento di “pacchetti” personalizzati (offerte coppia, offerte famiglia, percorsi benessere).
Negli agriturismi -sottolinea Turismo Verde Cia- c’è il relax della campagna ma non così lontano dal centro urbano; l’opportunità di soggiornare, risparmiando, vicino al mare o in montagna o in prossimità delle città d’arte; e soprattutto c’è l’aspetto enogastronomico, con una ristorazione attenta alla stagionalità dei prodotti e menù legati al territorio e alle tradizioni locali. D’altra parte, per metà degli italiani andare in vacanza vuol dire proprio questo: riposo (25%), buona tavola (19%) e attività ricreative e culturali (13%).
In Italia -ricorda Turismo Verde- gli agriturismi sono 21.744, con una crescita del 4,1% nell’ultimo anno, per un totale di 232.580 posti letto, 423.777 coperti a tavola e 9.263 piazzole di sosta per l’agri-campeggio (+13% rispetto al 2015). In più, circa la metà delle strutture (10.298) permette di praticare equitazione, escursionismo, trekking, mountain bike, osservazioni naturalistiche, sport, Spa e piscina, corsi vari, soprattutto di cucina.
 
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olio

Un vero e proprio successo quello che la filiera italiana dell'olio d'oliva, con la regia del MIPAAF, ha ottenuto facendo riscrivere al Consiglio oleicolo internazionale i limiti dei parametri di purezza dell'olio d'oliva.

boniniEra infatti a rischio circa il 30% della produzione olivicola italiana con i vecchi parametri: potevano finire fuorilegge alcuni oli di comprovata qualità, prodotti da due tra le più diffuse cultivar italiane: la Carolea in Calabria e la Coratina in Puglia. Con la decisione del Coi di cambiare si passerà dal precedente limite dello 0,3%, previsto per l'acido eptadecanoico ed eptadecenoico sulla composizione acidica totale, a, rispettivamente, lo 0,40% e lo 0,60%. Per l'acido ecosenoico, che era allo 0,4%, si passa allo 0,50%.
Questi acidi grassi sono degli indici di purezza in quanto servono ad individuare se in un olio sono state introdotte o meno sostanze estranee all'oliva, come nel caso di semi o di oli raffinati. La composizione totale di acidi grassi dell'olio è data per la maggior parte dall'acido oleico, che può variare da un minimo del 47% del totale fino ad arrivare all'82%, come nel caso degli extravergini made in Italy. La sola ipotesi di poter finire fuori parametro per alcune cultivar avrebbe portato al loro deprezzamento sul mercato, dando via così a una serie di fenomeni di speculazione commerciale. 
Grazie al lavoro della filiera italiana dell'olio d'oliva, guidata dal MIPAAF, sono stati inviati al Coi circa 8-9.000 campioni di olio di almeno tre diverse annate provenienti da Puglia e Calabria. Valutati così i livelli mediani di questi acidi, superiori ai limiti fissati dal Coi, si è proceduto alla richiesta di modifica di questi ultimi. In meno di un anno si è giunti così alla modifica, grazie anche alla collaborazione di altri paesi produttori, come Spagna, Francia, Grecia: tempo davvero molto breve se si considera che l'Argentina ha impiegato non meno di sei anni per ottenere dal Coi una modifica del limite degli steroli.
 
Redazione