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Recenti osservazioni realizzate presso il Laboratorio Fitopatologico del Centro di Sperimentazione e Assistenza Agricola di Albenga hanno permesso di mettere in risalto la presenza su specie orticole e aromatiche di alcuni patogeni. 

Per quanto riguarda le erbe aromatiche è il caso di Phytophthora spp. in grado di causare gravi fallanze su piante di rosmarino allevato in vaso (Fig. 1), ma osservata anche su steli recisi della stessa specie, nonché di batteriosi insediata su rosmarino e lavanda (Fig. 2) dannosa su apparato fogliare. 
Per quanto riguarda le orticole alcuni isolamenti hanno consentito di ascrivere a Pythium aphanidermatum i sintomi di avvizzimento precoce osservati su giovani piante di pomodoro per lo più innestate e allevate in fuori suolo (substrato organico nuovo o riutilizzato per più di un ciclo produttivo). Si tratta di un patogeno capace di sopravvivere nel substrato grazie soprattutto alla presenza di elevate temperature (maggiori di 30°C). 
 
Redazione

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I contenuti innovativi della 67^ edizione di Flormart, che abbracciano tutta la filiera florovivaistica e del verde estendendosi in settori confinanti strategici quali le strutture ricettive outdoor e gli acquisti ecologici degli enti pubblici, saranno il trampolino di lancio per un parco sul florovivaismo e la progettazione paesaggistica. Un polo espositivo permanente che metterà a sistema tutte le risorse del territorio padovano, a partire da partner strategici quali l’Università di Padova con il suo Orto Botanico universitario, il più antico del mondo, e il Comune di Saonara con il suo storico distretto, e diventerà il baricentro di un rinnovato quartiere fieristico di PadovaFiere, trasformato in hub dell'innovazione. L’obiettivo è farne un punto di riferimento internazionale per la promozione sia commerciale che scientifica del florovivaismo e delle tecniche più avanzate di composizione paesaggistica.

andrea olivi, luca griggioE’ quanto annunciato ieri dai vertici di GiPlanet, Andrea Olivi e Luca Griggio, durante la presentazione alla stampa presso l’Orto botanico di Padova del ricco programma del 67° Salone professionale del florovivaismo, giardinaggio e architettura del paesaggio, che proporrà nei suoi quattro padiglioni dal 21 al 23 settembre, oltre a un’esposizione commerciale di altissimo interesse, 40 eventi tecnici, professionali e creativi, per un totale di 180 relatori. Un incontro con la stampa che segna una svolta storica, per l’economia padovana ma anche per il settore florovivaistico italiano, perché è avvenuto all’indomani dell’accordo siglato con il gruppo francese Gl Events, azionista di maggioranza di PadovaFiere, che ha sancito il ritorno in mani venete della gestione della fiera di Padova e del suo personale, che è passato a Geo spa, una newco controllata dai proprietari di GiPlanet ma aperta a ulteriori ingressi e apporti di capitale. All’annuncio di ieri dei primi passi del percorso progettuale del parco sul florovivaismo e il paesaggio seguiranno dei precisi accordi con i partner del progetto che verranno firmati e illustrati in maniera più approfondita nei tre giorni di Flormart, dal 21 al 23 settembre.

"Abbiamo fatto una scelta imprenditoriale ponderata e portiamo avanti un progetto pilota che secondo noi cambierà il sistema fieristico nazionale e il modo stesso di fare Flormart – ha spiegato il presidente di Geo Andrea Olivi -. Vogliamo che Flormart, storicamente fiera leader del settore e collocata in un contesto d’eccellenza quasi industriale del florovivaismo, non si limiti a caratterizzare il calendario, ma anche il territorio. Abbiamo fatto investimenti importanti e continueremo a investire".

"Le fiere non riescono più a produrre eccellenza solo come show temporanei – ha aggiunto Luca Griggio -. Flormart continuerà ad essere una fiera, ma non solo e non alla stessa maniera. Dovremo fare riferimento all’ecosistema green di Padova e alle radici storiche del florovivaismo per un nuovo percorso progettuale" i cui punti di partenza sono: la 67^ edizione di Flormart con i suoi contenuti; l’Orto botanico di Padova, che ha realizzato insieme allo studio GiòForma l'Albero della vita per l’Expo di Milano ed è all'avanguardia in materia di biodiversità vegetale; il museo Sgaravatti, nome storico del vivaismo italiano, intorno al quale si sviluppò il distretto di Saonara". Come spiegato da Griggio, il 21 settembre, giornata inaugurale di Flormart, sarà presentata un'anteprima del 'Vaso Italia': una grande aiuola allestita da Boje Florian, designer di GiòForma, all'ingresso di PadovaFiere per rappresentare creativamente la biodiversità vegetale delle regioni italiane. L'altro grande segno distintivo del nuovo polo sul florovivaismo padovano sarà la realizzazione di un corridoio di rose e alberi da frutto di 1 km, il "Tratto delle rose", all'ingresso del comune di Saonara.

Le varie sezioni del programma della 67^ edizione di Flormart sono state illustrate dal direttore commerciale Gianfilippo Panazzolo e da alcuni dei curatori: Fabio Fondatori, coordinatore comunicazione dell'Associazione nazionale vivaisti esportatori (Anve), presente a Flormart con un'area espositiva di 900 mq sull'eccellenza florovivaistica italiana dal nord al sud; Novella Cappelletti, curatrice del Forum Internazionale EcoTechGreen sul verde tecnologico, che avrà come Paese ospite ufficiale gli Emirati Arabi in vista di Dubai Expo 2020; Giorgio Strappazzon, responsabile del concorso di architettura del paesaggio Flormart Garden Show, a cui quest'anno partecipano una sessantina di studi, fra cui alcuni nomi importanti dell'architettura contemporanea; Gianni Meneghetti, responsabile del Flormart Gpp Lab sugli acquisti ecologici degli enti pubblici. Tra i presenti all'Orto botanico di Padova, anche Andrea Vitali, curatore del premio Nòva_Green, che quest'anno propone anche una menzione speciale riservata ai garden center, e delle dimostrazioni sulle tendenze floreali dell'autunno-inverno "Master Flower - AW Trends" a cui partecipano, con la direzione artistica di AnneClaire Budin, i maestri fioristi delle principali scuole italiane: Federfiori, Florcert e Scuola Internazionale Mastrofioristi.

Redazione

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Una diminuzione così vertiginosa della produzione di miele non si registrava da decenni. Anche se le cause sono ben note: condizioni climatiche avverse e indebolimento delle api, dovuto a un eccessivo uso di prodotti fitosanitari in agricoltura. 

Una situazione che, in ogni caso, preoccupa gli allevatori riunti nel Conapi (Consorzio anazionale apicoltori) tanto da far lanciare l'allarme: le conseguenze saranno un aumento dei prezzi, stimato intorno al 20%, e un maggiore rischio di sofisticazioni.
La conferenza stampa organizzata dallo stesso Conapi, alla presenza di Andrea Olivero, viceministro delle Politiche agricole con delega al settore, ha messo in evidenza la situazione: «Il raccolto 2016 andrà in archivio come uno dei peggiori degli ultimi 35 anni - ha spiegato il presidente del consorzio, Diego Pagani - La situazione è estesa all'intera Europa, comprese aree geografiche come i paesi dell'Est, solitamente grandi produttori di miele».
I dati evidenziano che la produzione di miele quest'anno è addirittura inferiore a quella del 2008, quando si registrarono numerosi danni legati all'uso dei neonicotinoidi nelle colture del mais e si giunse al varo del progetto di ricerca "Apenet".
Si dovrà dunque lavorare molto per controllare le produzioni, sia da parte delle istituzioni, che da parte delle forze dell'ordine.
Le importazioni di miele in Italia, nei primi cinque mesi di quest'anno, sono aumentate del 13% rispetto allo stesso periodo 2015: uno quota del 20% arriva dalla Cina, dove è consentito l'uso di polline Ogm, così come in Romania, altro esportatore. Anche per evitare che prodotti provenienti dall'estero siano spacciati come made in Italy è stato rifinanziato il progetto "Beenet", con una dotazione per il biennio 2016-17 di 689 mila euro. 
 
Redazione


Cia Padova fa un bilancio del settore florovivaistico padovano nel contesto di quello veneto a sei giorni dal salone del florovivaismo, in calendario dal 21 al 23 settembre. A fine 2015, nella provincia di Padova -0,6% aziende, mentre nel Veneto -2,3%. Il territorio padovano al 1° posto regionale per la quantità di piante prodotte.

Mancano pochi giorni all’avvio della 67° edizione del Flormart, ed è l’occasione per tirare le somme sulla situazione del comparto florovivaistico. I costi di produzione elevati e l’abbassamento dei prezzi del mercato causano una riduzione della redditività delle aziende, anche se il distretto padovano registra risultati positivi rispetto alla media regionale
A fine 2015 le aziende florovivaistiche padovane si sono attestate a 462 unità, con un calo dello 0,6% rispetto all’anno precedente. Una riduzione ben inferiore a quella regionale, pari a -2,3%, con 1.527 aziende del settore. In Veneto, nel corso del 2015, sono state prodotte 1,4 miliardi di piante, in calo dell’1,3% sul 2014, e Padova si conferma la prima provincia a livello regionale. Analizzando la composizione del settore florovivaistico, si evidenzia una diminuzione del 4,6% delle aziende di piccole dimensioni, scese a 727 unità. A questo calo fa seguito una crescita delle aziende accreditate in base alle norme di qualità sui materiali di moltiplicazione (quelli risultanti da parti di piante) che hanno ottenuto la Conformità Agricola Comunitaria (CAC), necessaria per la commercializzazione in Ue. Ad influire maggiormente sul calo generale in Veneto, è la flessione della produzione di piante orticole (-7%); è in calo anche la produzione del florovivaismo viticolo (-4,3%), mentre aumenta quella del fruttifero (+6%).
Ad incidere sulla flessione del settore sono l’aumento dei costi di produzione, in primis del petrolio, indispensabile a mantenere l’attività delle serre, e l’abbassamento del 10% dei prezzi del mercato. Due fattori che concorrono, inevitabilmente, a diminuire ulteriormente la redditività delle aziende.  “Il potere d’acquisto è diminuito in generale e, di conseguenza, anche i nostri clienti più consolidati acquistano meno – dice Gianni Piran, florovivaista di LoreggiaSiamo oberati da costi di produzione sempre più elevati: aumenta il prezzo dei concimi, delle materie prime, del petrolio, e stiamo cercando nuove reti di vendita, per avere nuovi sbocchi commerciali. Abbiamo sempre commercializzato con il Nord Italia, ma stiamo tentando di dirigerci all’estero, partecipando a fiere straniere”.
La Confederazione Italiana Agricoltori di Padova sottolinea che il distretto padovano florovivaistico gode di buona salute, nonostante i tempi che corrono: “La situazione è difficile per tutto il settore primario, e il florovivaismo provinciale sta registrando risultati positivi rispetto a quelli regionalicommenta il Direttore di CIA Padova, Maurizio Antonini. Certo non si devono sottovalutare le conseguenze dell’aumento dei costi, ed è necessario attrezzarsi per ampliare le possibilità di vendita”.
Nell’ottica di favorire i processi di internazionalizzazione, la Cia sta promuovendo il viaggio studio in Olanda, dedicato ai florovivaisti, organizzato dal Cipat Veneto tramite il Fondo Sociale Europeo. Per informazioni consultare il sito www.ciapd.it, o chiamare allo 049 8070011.
 
Redazione

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Coldiretti ricorda che il florovivaismo toscano rappresenta il 15% della PLV di settore nazionale. Tulio Marcelli: "via Irap da attività connesse e detrazioni fiscali per ristrutturazioni giardini realizzate con materiale ‘Made in Italy’"

“Chiediamo l’abolizione dell’IRAP anche per le attività connesse al settore florovivaistico, come gli interventi di manutenzione dei giardini, perché questa attività è da considerarsi al 100% agricola ed è da comparare ai settori che già beneficiano di questa agevolazione. E’ importante intervenire in modo forte e concreto per dare un segnale tangibile alle reali necessità degli imprenditori del settore”. E’ questo il chiaro e deciso messaggio del Presidente di Coldiretti Toscana, Tulio Marcelli, per il rilancio del settore in vista del Tour2016 che il 29 settembre farà tappa a Firenze.
La Toscana, con il 15% della plv (produzione lorda vendibile) florovivaistica nazionale, risulta essere la prima regione d'Italia per la produzione complessiva di fiori e piante ornamentali. Il florovivaismo rappresenta circa il 30% della plv dell'intero settore agricolo della Toscana, con una superficie di 7.457 ettari, ripartiti tra vivaismo (6.407 ha) e floricoltura (1.050 ha).
flormartOggi la realtà florovivaistica toscana ha riunito tutte le sue componenti essenziali in due distretti rurali riconosciuti ufficialmente anche dalla Regione Toscana: il distretto vivaistico ornamentale di Pistoia e il distretto floricolo interprovinciale Lucca-Pistoia.
L'attività vivaistica ornamentale è concentrata nella Valle dell'Ombrone Pistoiese e interessa oltre 5.200 ettari, 1.500 aziende ed oltre 5.500 addetti diretti. La Toscana, in forza di questa grande tradizione nel settore ornamentale riveste una posizione di rilievo anche a livello europeo, contribuendo per il 6% alla formazione della produzione florovivaistica complessiva dell'Unione.
La Toscana è leader indiscussa in Italia per la quantità e qualità dei prodotti ornamentali. Il vivaismo ornamentale, che ha la sua culla nella piana Pistoiese, oggi rappresenta la punta di diamante del settore e si estende in altre aree della regione, quali le province di Grosseto e di Arezzo. In Toscana si possono trovare fiori e piante ornamentali provenienti da tutte le zone del mondo, da quelle tropicali coltivate in ambienti protetti a quelle dei climi freddi allevate nelle zone più interne e sulla montagna appenninica, a quelle tipiche del clima mediterraneo nelle aziende situate nella parte costiera e in quella meridionale.
“Il florovivaismo sta attraversando un periodo non facile ed occorrono interventi di sostegno. Sempre più la qualità e la gestione del verde dentro e fuori le città rappresenta uno dei parametri di misura più importanti per il benessere di una comunità. Ci auguriamo che il Governo accolga la proposta di rendere possibile la detrazione fiscale per le ristrutturazioni dei giardini, come riconosciuto per gli appartamenti, realizzate con “florovivaismo made in Italy” in modo da dare “ossigeno” – dice Antonio De Concilio, Direttore Coldiretti Toscana – alle imprese florovivaistiche ed ai livelli occupazionali che esse sono in grado di sviluppare”.

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