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Luca Lotti, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, durante un incontro nell'azienda Giorgio Tesi Group, ha dichiarato il suo impegno per l'avvio della defiscalizzazione degli interventi su giardini e aree verdi. Coldiretti soddisfatta dell'annuncio, evidenzia la scelta di fare tale dichiarazione in Toscana, prima regione italiana per produzione di fiori e piante ornamentali.

Coldiretti esprime soddisfazione per le parole dell’esponente del Governo, Luca Lotti, pronunciate a Pistoia, la città del verde, durante un incontro nell’azienda Giorgio Tesi Group, sullo sblocco delle defiscalizzazioni che stimoleranno la costruzione e la ristrutturazione del verde urbano utilizzando la leva degli sgravi fiscali per intervenire sul verde privato con un meccanismo simile a quello previsto per il risparmio energetico, le abitazioni, i mobili o gli elettrodomestici. 
«Queste misure andrebbero a concretizzare – dichiara Coldiretti – quanto indicato anche nel Piano Nazionale del settore florovivaistico, approvato dalla conferenza stato-regioni, ma mai attuato. Tali opere, attraverso la realizzazione di interventi di riqualificazione e recupero di aree scoperte, consentiranno di incrementare il valore ecologico e ambientale delle zone densamente edificate e di recuperare il valore estetico e paesaggistico di spazi privati spesso caratterizzati da degrado e abbandono
Un simile meccanismo potrebbe innescare virtuosi investimenti che, non solo migliorerebbero l'arredo complessivo delle nostre aree urbane, soprattutto periferiche, ma genererebbero anche occupazione e valore aggiunto con benefici per i cittadini, le imprese e lo Stato.
Particolarmente significativa la scelta dell’annuncio fatta in Toscana che con il 15% della plv (produzione lorda vendibile) florovivaistica nazionale, risulta essere la prima regione d'Italia per la produzione complessiva di fiori e piante ornamentali. Il florovivaismo rappresenta circa il 30% della plv dell'intero settore agricolo della Toscana, con una superficie di 7.457 ettari, ripartiti tra vivaismo, 6.407 ha, e floricoltura,1.050 ha (dati Coldiretti).
La Toscana, in forza della grande tradizione nel settore ornamentale riveste una posizione di rilievo anche a livello europeo, contribuendo per il 6% alla formazione della produzione florovivaistica complessiva dell'Unione.
«Il florovivaismo sta attraversando un periodo non facile ed occorrono interventi di sostegno.- dice Antonio De Concilio, Direttore Coldiretti Toscana - Sempre più la qualità e la gestione del verde dentro e fuori le città rappresenta uno dei parametri di misura più importanti per il benessere di una comunità. L’impegno annunciato da Lotti di rendere possibile la detrazione fiscale per le ristrutturazioni dei giardini, realizzate con prodotti “made in Italy”, rappresenta una boccata d’ossigeno per le imprese florovivaistiche e per l’intero sistema economico grazie ai grandi livelli occupazionali che esse sono in grado di sviluppare».
 
Redazione

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Il campionato europeo dei fioristi si terrà nel 2020 in Polonia, a Katowice: così hanno deciso i membri dell'International Florist Organisation, durante l'Assemblea Generale di Florint lo scorso 5 novembre, premiando in questo modo il piano presentato da SFP, l'associazione polacca dei fioristi.

L'International Florist Organisation ha deciso di organizzare l'Europa Cup 2020 in Polonia per premiare l'impressionante piano presentato da SFP, l'associazione polacca dei fioristi, per lo svolgimento del prossimo Campionato Europeo di Arte Floreale.
La città di Katowice ospiterà il campionato europeo dei fioristi, dopo Genova (che era stata scelta quest'anno). Katowice è un centro culturale e industriale, snodo commerciale nel sud-ovest metropolitano del paese. Se è vero che la città è tradizionalmente nota per essere la città del carbone e dell'acciaio, essa ha oggi sviluppato anche un moderno centro commerciale e turistico, capace di ospitare grandi eventi e offrire agli artisti numerosi spazi per attività innovative.
L'Associazione Polacca Fioristi SFP (Stowarzyszenie Florystów Polskich) è stata creata nel 2012 come risposta alla rapida evoluzione del mercato polacco. I trenta fondatori si sono prefissati obiettivi ambiziosi per lo sviluppo del settore con lo slogan "Insieme possiamo fare di più". Dalla sua nascita l'associazione è cresciuta notevolmente: la proposta di organizzare il prossimo Campionato Europeo di Arte Floreale non fa altro che motivare le ambizioni del SFP.  
 
Redazione

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Come vediamo il nostro Pianeta? Come vorremmo che fosse? E cosa possiamo fare per rendere la nostra casa comune un posto migliore? A queste e ad altre domande risponderanno gli studenti che parteciperanno alla XXV edizione del concorso nazionale “Immagini per la Terra”, iniziativa promossa dall’associazione Green Cross in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione.

Il concorso è stato lanciato in occasione della settimana Unesco di educazione allo sviluppo sostenibile 2016, in programma dal 21 al 27 novembre. Il tradizionale appuntamento di Green Cross quest’anno festeggia ben 25 candeline: in 5 lustri ha contattato oltre 2 milioni di studenti e circa 50.000 scuole di tutte le regioni e ha contribuito ad avviare, sostenere e supportare con i premi assegnati 360 progetti di carattere ambientale. Quest’anno il concorso mette al centro le immagini e l’immaginazione. Le storie dal Pianeta, la rappresentazione dei grandi problemi ecologici e delle soluzioni, la narrazione delle esperienze. E poi l’immaginazione dei bambini e dei ragazzi, chiamati a osservare, capire, inventare.
Per il lancio del concorso, Green Cross ha messo a punto un calendario ricco di eventi. Il 22 e 23 novembre al Museo MAXXI di Roma, l’associazione sarà al fianco di ministri, istituzioni, imprese e università alla “Conferenza nazionale sull’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile - Stati Generali dell’Ambiente”, promossa dal Ministero dell’Ambiente. L’intento è stilare un programma di impegni capace di diffondere la cultura ecologica e trasmettere, soprattutto ai più giovani, le basi del vivere sostenibile.
«Alla Conferenza del Ministero porteremo le idee e le esperienze che abbiamo maturato in 25 anni di educazione ambientale nelle scuole – dichiara il presidente di Green Cross Italia Elio Pacilio – Abbiamo seguito da vicino e accompagnato con il nostro concorso l’evoluzione dei linguaggi, degli strumenti educativi, delle esigenze formative sempre più trasversali in questo ambito. I collegamenti in diretta con gli scienziati nelle regioni polari, che ogni anno realizziamo insieme ad Enea e Cnr, sono solo un esempio di come è possibile spiegare ai ragazzi i cambiamenti climatici e farli appassionare al mondo della ricerca».
Un altro evento organizzato dall’associazione per la settimana Unesco di educazione allo sviluppo sostenibile è l’incontro del 22 novembre a Explora, il Museo dei Bambini di Roma, con il giornalista del Tg2 Fabio Chiucconi, appena rientrato dalle zone terremotate: a oltre 100 ragazzi della Capitale verrà spiegata l’importanza della messa in sicurezza dei territori, della prevenzione dei rischi e del rispetto della legalità. 
Al termine dell’incontro, gli studenti saranno chiamati a produrre elaborati creativi per il concorso “Immagini per la Terra”, la cui scadenza è fissata al 31 marzo 2017. In palio per i vincitori un premio in denaro (di 1.000 euro) da impiegare per un progetto di tutela del territorio nella scuola o nel comune di appartenenza e la possibilità di essere premiati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia di premiazione che, tradizionalmente, si tiene al Palazzo del Quirinale.
 
Redazione
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Il Mipaaf rende noto che si è svolta oggi a Firenze all'Accademia dei Georgofili la presentazione del Piano per lo sviluppo delle Biotecnologie sostenibili e quello per la crescita dell'Agricoltura di precisione in Italia in collegamento con Industria 4.0. Il Ministro Martina: investiamo nella ricerca pubblica e nell'innovazione anche in campo agricolo.

«Sostenibilità e innovazione - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - sono le due direttrici fondamentali per lo sviluppo del modello agricolo italiano, per proteggere la nostra biodiversità e valorizzare la distintività delle produzioni nazionali. Per questo abbiamo deciso di investire nella ricerca pubblica sul fronte delle biotecnologie sostenibili e sull'agricoltura di precisione. Lavoriamo sulla frontiera più avanzata degli studi per rendere l'Italia sempre più protagonista nel proporre soluzioni nuove alla produzione alimentare. In questi mille giorni di governo abbiamo tracciato un percorso di crescita che è una diretta eredità di Expo Milano. Da qui ai prossimi tre anni potremo avere un avanzamento concreto nello studio delle principali colture nazionali, così come sul fronte dello studio e dell'applicazione dei big data in agricoltura. Non siamo all'anno zero, ma possiamo fare quel salto di qualità che renda sempre più competitive le nostre imprese. La tutela del reddito di chi vive di agricoltura passa anche e soprattutto da qui».
BIOTECNOLOGIE SOSTENIBILI
Per quanto riguarda le biotecnologie, il piano ha una dotazione finanziaria di 21 milioni di euro e rappresenta il più importante progetto di ricerca pubblica fatto nel nostro Paese su una frontiera centrale come il miglioramento genetico attraverso tecniche innovative e sostenibili. Le colture coinvolte sono quelle che più caratterizzano il modello agricolo italiano, per puntare al miglioramento produttivo e all'aumento della resistenza delle piante alle malattie e al cambiamento climatico.
In particolare gli studi saranno dedicati a: vite, olivo, pomodoro, pesco, albicocco, agrumi, frumento, melanzana, melo, ciliegio, pioppo. Il piano è articolato su tre anni e la regia dell'operazione è gestita dal Crea, il centro di ricerca specializzato del Mipaaf. Il Piano triennale prevede iniziative di ricerca in laboratorio, a legislazione vigente, con biotecnologie più moderne e sostenibili come il genome editing e la cisgenesi. Questi strumenti possono consentire infatti un impegno mirato di miglioramento genetico senza alterare le caratterizzazioni produttive del sistema agroalimentare, migliorandone le performance anche rispetto alla resistenza alle malattie. I ricercatori italiani sono impegnati su queste frontiere, ma fino ad oggi non erano mai state investite risorse da parte del Governo per finanziare questi studi. Vengono così potenziati i filoni di ricerca già attivi e soprattutto avviati nuovi percorsi sulle colture tradizionali del nostro Paese. È bene ricordare che per la maggior parte dei prodotti servono ancora anni di studi in laboratorio, prima di poter arrivare eventualmente alla fase sperimentale in campo.
AGRICOLTURA DI PRECISIONE E DIGITALE
Per lo sviluppo di nuove tecnologie e per una maggiore applicazione dell'agricoltura di precisione in Italia è prevista una più forte collaborazione tra il Crea e il Cluster Agrifood previsto dal piano Industria 4.0.
Il Crea lavorerà anche sul fronte dei Big Data agricoli, attraverso un progetto di open cloud della gestione pubblica di questi dati sensibili che serviranno ad aiutare le imprese a essere più sostenibili, più efficienti e più competitive grazie all'ottimizzazione dei fattori produttivi. L'obiettivo è far crescere dall'1 al 10% la superficie coltivata in Italia con tecnologie di agricoltura di precisione e utilizzare i big data prodotti da queste macchine per migliorare i processi produttivi.
All'interno del Piano Industria 4.0, poi, sono previsti investimenti mirati nella ricerca e nello sviluppo delle tecnologie per agricoltura e agroalimentare. In particolare:
- Accesso delle imprese agricole, contoterzisti e agroindustria alle misure di sostegno agli investimenti come iperammortamento al 250% e superammortamento per acquisto di tecnologie 4.0;
- Investimenti per favorire l'accesso delle imprese alla banda ultralarga, in coordinamento con le risorse per tali infrastrutture comprese nei fondi europei agricoli;
- Azzeramento del costo della garanzia primaria Ismea per le imprese agricole, attraverso un plafond dedicato nell'ambito del rifinanziamento del Fondo di Garanzia Mise.
 
Redazione

Glaciologi e climatologi di dieci paesi europei cercano in Antartide il ghiaccio più antico sulla Terra. L’obiettivo è trovare il punto della calotta antartica dal quale estrarre la carota di ghiaccio che permetta di andare più indietro nella storia del pianeta. Si tratta del progetto europeo triennale da 2,2 milioni di euro per decifrare la storia del clima.

L'archivio temporale permetterà di decifrare i processi del sistema climatico del passato, per migliorare le proiezioni su quelli futuri. La Commissione Europea finanzia il progetto “Beyond EPICA – Oldest Ice” (BE-OI) con 2,2 milioni di euro. Coordina l’istituto tedesco Alfred Wegener, Helmholtz Centre for Polar and Marine Research (Awi).
L’Italia, che partecipa nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (Pnra) finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur), è presente nel consorzio con l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) e l'Università di Bologna. Sono coinvolti scienziati di università italiane (Ca’ Foscari Venezia, Firenze e Milano-Bicocca), dell’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Consiglio nazionale delle ricerche (Idpa-Cnr) e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Basti pensare che il campione di ghiaccio più antico oggi disponibile risale a 800mila anni fa. Tali carote di ghiaccio contengono particelle di aria che risalgono al momento della loro formazione. Analizzate in laboratorio, rivelano la composizione dell’atmosfera del passato.
«Quello che ancora non siamo riusciti a comprendere è perché cambiò il ciclo dei periodi glaciali e interglaciali tra 900mila e 1,2 milioni di anni fa», spiega Carlo Barbante, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia e direttore dell’Idpa-Cnr.
Prima della cosiddetta transizione di metà Pleistocene, i periodi glaciali e interglaciali si alternavano all’incirca ogni 40mila anni. Da allora invece ogni periodo è durato circa 100mila anni. Questa conoscenza deriva per esempio dall’analisi di campioni di sedimenti, i quali però sono privi di informazioni sui gas presenti nell’atmosfera. «Non possiamo indagare il ruolo dei gas ad effetto serra, perché non abbiamo campioni adeguati per farlo, in quanto gli unici archivi geologici che contengono la composizione chimica dell’atmosfera sono le carote di ghiaccio», afferma Barbara Stenni, professoressa all’Università Ca’ Foscari Venezia. 
Il progetto BE-OI nasce proprio per colmare questa lacuna, con analisi geofisiche, tecnologie di perforazione rapida e datazione del ghiaccio sul campo. Inoltre, le tecnologie di perforazione saranno ulteriormente sviluppate e testate. 
Il primo lavoro sul campo partirà a breve: in Antartide il glaciologo Massimo Frezzotti (Enea) e i geofisici Stefano Urbini (Ingv) e Luca Vittuari (Università di Bologna), assieme ai colleghi degli altri istituti coinvolti nel progetto, analizzeranno lo spessore dei ghiacci, le loro caratteristiche fisiche e la topografia del basamento roccioso in due differenti siti sia da aereo che a terra. Lo spessore della calotta glaciale è solo un primo indicatore della presenza di ghiaccio del passato, perché a determinare quanto sono antichi gli strati di ghiaccio sono l’accumulo di neve e i flussi dei ghiaccio dal cuore dell’Antartide verso la costa. 
«Durante studi precedenti abbiamo individuato aree chiave in cui ci aspettiamo di trovare i più antichi archivi di ghiaccio della Terra - spiega il professor Olaf Eisen (Alfred Wegener Institute), coordinatore del progetto – Ora dobbiamo verificarlo ed è importante per noi apprendere più possibile riguardo i processi di deposizione e della dinamica del ghiaccio».
 
Redazione