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Comunicazione di Confagricoltura Pistoia ai vivaisti e agli altri agricoltori associati sul Protocollo per il contrasto alla diffusione del Coronavirus negli ambienti di lavoro sottoscritto il 14 marzo da Governo e parti sociali. Tra gli obblighi, misurazione della temperatura all’ingresso, sanificazioni periodiche, distanziamenti oltre 1 metro oppure dotazione di mascherine e altre protezioni.
«A seguito dell’adozione del Dpcm 11 marzo 2020, la prosecuzione delle attività produttive può avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino ai lavoratori adeguati livelli di protezione. Ciò vale a maggior ragione per il settore agricolo che oggi ha la responsabilità di mantenere adeguati livelli di produzione per garantire l’approvvigionamento della filiera agroalimentare».
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"Affrontiamo insieme emergenza #distantimauniti e sosteniamo la nostra economia Cibo italiano sano, sicuro e di qualità". Rispetto ferreo delle regole ma non fermare l'Italia.
Assessori regionali all'agricoltura, associazioni di categoria e rappresentanze dei lavoratori. Sono questi gli incontri che la Ministra Teresa Bellanova ha tenuto in teleconferenza ieri e oggi per un aggiornamento sullo stato dell'arte e ulteriori criticità del settore agricolo ed agroalimentare nei diversi territori, anche alla luce delle ulteriori misure emergenziali assunte ieri sera.
"Ho condiviso con gli assessori regionali, in via informale, la nostra griglia di interventi per il settore, per le imprese, per i lavoratori e le famiglie e delineato compiutamente tutti i problemi che il settore sta affrontando", ha sottolineato la Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova.
"Anche per questo, mi preme dire due cose con chiarezza. La prima. Dobbiamo essere capaci di affrontare tutti insieme l'emergenza, #distantimauniti come invita a fare una campagna lanciata ieri sui social e che condivido in pieno. L'emergenza spinge tutti noi a cambiare radicalmente il nostro stile di vita, laddove è ovviamente possibile farlo: seguiamo scrupolosamente le regole per la sicurezza nostra e chi chi sta intorno, lavoriamo da casa se e quando possibile, evitiamo luoghi affollati", ha ribadito la Ministra. "Tutto questo non significa che l'Italia debba fermarsi: i negozi alimentari, i mercati, i supermercati sono e rimarranno aperti, anche nei giorni festivi. Stiamo assistendo a code e accaparramenti davanti ai negozi. Vi invito tutti ad evitare questi comportamenti che mettono a rischio la vostra salute e provocano nient'altro che un accumulo che rischia di sfociare in spreco di cibo e di soldi".
"La seconda. Verdure, frutta, carne o pesce, così come latte, formaggi e generi alimentari comunque freschi e deperibili sono sicuri. C'è di più: sono uno dei fondamenti della dieta mediterranea e non c'è nessuna ragione al mondo per modificare il nostro regime alimentare che è sano, sicuro e di qualità" - ha evidenziato Teresa Bellanova. "Anche in questo momento così delicato, dobbiamo ricordare che dietro ai prodotti c'è il lavoro, l'impegno ed il sacrificio di moltissime imprese e lavoratori: garantirle e sostenerle anche con l'acquisto dei loro prodotti, significa garantire e sostenere una parte fondamentale della nostra economia e del nostro Paese. Abbiamo bisogno di rispettare le regole, certo, e quanto mai sono necessari la saggezza, l'equilibrio, la misura. Così, insieme, riusciremo a sconfiggere il coronavirus. Distanti, ma uniti come non mai".
"Voglio essere chiara: si al rispetto ferreo delle regole perché dobbiamo assolutamente contenere l'epidemia, ma no a fermare l'Italia: non possiamo e non dobbiamo farlo. L'Italia deve restare in piedi", ha concluso la Ministra.
Redazione
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L’Italia è il secondo produttore mondiale di grano duro, la materia prima per produrre la pasta, di cui il Pese è leader mondiale. Compag, in quanto rappresentante anche della filiera del grano duro, ritiene opportuno favorire l’ulteriore sviluppo di questo fiore all’occhiello del made in Italy e quindi incrementare il livello di auto approvvigionamento per la produzione della pasta e degli altri prodotti trasformati, che per il 55% alimentano un ricco filone export.
Finora, gli aiuti del governo al grano duro italiano hanno avuto un impatto limitato. Purtroppo, l’aiuto accoppiato (specifico alla coltura del duro) di 100 euro/ha - un sostegno alle produzioni considerate in difficoltà, ma che hanno importanza dal punto di vista economico e che mira a mantenere dei livelli di produzione adeguati - è stato sfruttato solo dal 3% circa delle aziende italiane. Anche le politiche volte a promuovere contratti di compravendita nel contesto di un accordo di filiera hanno avuto un successo limitato.
Compag, la federazione nazionale delle rivendite agrarie, sostiene fortemente la necessità di adottare una politica congiunta tra Italia e Francia allo scopo di valorizzare maggiormente questa importante coltura stimolando le iniziative a livello comunitario. Da qui i recenti incontri tra i due Paesi, prima in occasione del convegno di Bologna organizzato dalla stessa federazione italiana e ora ad Aix-en-Provence grazie ad Arvalis, la controparte francese.
Ad Aix-en-Provence sono stati definiti dei punti di convergenza che si tradurranno presto in misure comuni: prima fra tutte l’estensione dell’esperienza italiana dell’aiuto accoppiato a valori superiori agli attuali 100 euro per ettaro, ma anche l’adozione di un sistema assicurativo per la riduzione del rischio climatico e del rischio legato alle fluttuazioni emotive del mercato internazionale. Si cercherà, inoltre, di continuare a valorizzare il prodotto finito, realizzando specifici accordi di filiera per arrivare a ottenere dei prodotti richiesti dai consumatori con un’offerta che non potrà più limitarsi ai prodotti tradizionali, ma dovrà essere diversificata per soddisfare le esigenze imposte dai recenti stili di vita (ad esempio, prodotti che consentano di essere consumati in modo rapido senza, tuttavia, rinunciare a una qualità elevata).
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Confagricoltura Pistoia chiede alle aziende socie informazioni precise da girare alle istituzioni. Ricadono in 3 categorie i tipi di problemi finora riscontrati nella circolazione e commercio dei prodotti agricoli pistoiesi, fra cui in primis le piante: reperimento di società di trasporto disponibili; disdette degli ordini; richieste di certificazioni inesistenti e immotivate. Il direttore Daniele Lombardi: la raccolta puntuale di segnalazioni dettagliate, inclusive di luoghi e tipologie di prodotti, servirà all’elaborazione di risposte adeguate alla risoluzione dei problemi.
Confagricoltura Pistoia prende di petto gli ostacoli alla libera circolazione e commercializzazione di piante e altri prodotti agricoli emersi nei giorni scorsi a seguito dell’emergenza Coronavirus e avvia una ricognizione puntuale e dettagliata fra gli agricoltori soci, fra cui in particolare i numerosi vivaisti, per vederci più chiaro.
In prima approssimazione, come specifica la comunicazione inviata ieri dai tecnici ai soci, i problemi riscontrati sembrano articolarsi in «tre categorie distinte: 1) difficoltà nel reperire società di trasporto disponibili; 2) disdette e rifiuto unilaterale ad acquisire la merce contrattata in base agli ordinativi; 3) richieste di certificazioni specifiche che attestino la salubrità del prodotto rispetto ad un presunto rischio di contagio».
Come ribadito infatti anche nella «nota DGSAF 5086 del 2 marzo 2020», con la quale il Ministero della Salute ha indicato i provvedimenti da attuare per la gestione dell’emergenza da Coronavirus nell’ambito della sanità pubblica veterinaria e della sicurezza alimentare, «non vi sono al momento evidenze scientifiche della trasmissione del virus SARS-COV-2 dagli animali all’uomo e attraverso gli alimenti», come spiega la nota di Confagricoltura Pistoia, e quindi «la sicurezza alimentare viene garantita dalle attuali norme», mentre la richiesta di ulteriori certificazioni non è né prevista né appropriata.
«Le segnalazioni di difficoltà sinora pervenute - sottolinea il direttore di Confagricoltura Pistoia Daniele Lombardi - necessitano di riferimenti puntuali per essere poi a loro volta inoltrate alle istituzioni competenti per una risoluzione delle problematiche riscontrate. Per tale motivo, abbiamo deciso di avviare una ricognizione del fenomeno e chiedere alle azienda agricole nostre socie di indicarci casi concreti di problematiche che stanno caratterizzando i flussi commerciali; ovviamente solo per quanto concerne l’emergenza Coronavirus».
In particolare occorrerebbe conoscere per ogni caso:
a) il prodotto interessato, indicandone quantitativi e tipologia;
b) la problematica riscontrata che ostacola gli scambi;
c) il soggetto che frappone impedimenti, istituzione o impresa che sia;
d) la località, in Italia o all’estero, dove si è constatata la problematica.
Ogni comunicazione utile va inviata al seguente indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure s.melani@
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Coronavirus - Anticipazione dei contributi PAC alle aziende agricole, decreto inviato alla Conferenza Stato-Regioni. Mipaaf, Bellanova: "Rispondiamo all'emergenza garantendo liquidità alle aziende"
"Vogliamo garantire liquidità alle imprese, rispondendo così all'emergenza e alle difficoltà manifestate, soprattutto in queste ultimissime ore, da aziende del settore e regioni".
Così la Ministra alle Politiche Agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova, che oggi ha inviato alla Conferenza Stato-Regioni, per la relativa intesa, il Decreto ministeriale con cui si autorizzano le imprese agricole a ricevere un'anticipazione sulle somme dovute nell'ambito dei regimi di sostegno previsti dalla Politica Agricola Comunitaria (PAC) per l'anno 2020.
Obiettivo: fronteggiare la generalizzata situazione di crisi che sta colpendo le imprese agricole, aggravata dell'evolversi dell'epidemia da COVID-19 con le conseguenti sospensioni delle attività e dei servizi, che stanno ulteriormente inasprendo le difficoltà economiche degli agricoltori.
"Con l'avvio della procedura per l'anticipazione dei contributi PAC alle aziende agricole", afferma la Ministra Teresa Bellanova, "diamo una prima risposta immediata alle numerose richieste pervenute nel corso degli incontri di questi giorni alla Task Force istituita nell'ambito del Ministero. In questo modo, gli agricoltori potranno disporre di una liquidità immediata per assicurare la continuità aziendale".
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