Notizie

Si terrà martedì 18 febbraio 2020 alle ore 17.30, nella nuova sede presso l’Istituto Pio de’Bardi (via dei Michelozzi, 2 - Firenze), la conferenza “Le pareti verticali nel giardino contemporaneo” a cura di Mariella Sgaravatti. Ormai è noto a tutti come negli ultimi decenni il grande fenomeno dell’urbanizzazione ha creato nelle città una crescita a macchia d’olio senza controllo e soprattutto senza una precisa pianificazione del verde.
Questo e altri fattori hanno portato paesaggisti, architetti e giardinieri a studiare e proporre di "verticalizzare il giardino”, segnando così la nascita del movimento della green architetture che teorizza la necessità di progettare il verde come parte integrante del progetto architettonico in una assoluta simbiosi.
Partendo dall’osservazione dei giardini pensili conosciuti fino dall'antichità (basti pensare ai giardini pensili di Babilonia fatti costruire da Nabucodonosor nel sesto secolo A.C.) si sono iniziati ad utilizzare i tetti e le pareti degli edifici per portare il verde quanto più vicino alle abitazioni e a creare nelle coperture e nei terrazzi dei veri giardini ad alta quota. Questo involucro verde tetto-parete favorisce la capacità di isolamento termico dell’edificio, migliorando anche il microclima dell’area circostante e creando pertanto un risparmio energetico.
L’intervento ripercorre una verifica storica delle problematiche e delle soluzioni che il giardino contemporaneo ha dovuto affrontare e risolvere in uno schema che è senza dubbio proiettato al futuro.
L’incontro è in collaborazione con LAO - Le Arti Orafe Jewellery School ed è patrocinato dalla Regione Toscana e dal Comune di Firenze.
Con la presente siamo a chiedervi la cortese disponibilità a promuovere l'iniziativa attraverso i vostri canali e, sperando di avervi nostri graditi ospiti, vi ringraziamo per l'attenzione.

Redazione

Al convegno organizzato da Cia Toscana a Pistoia con imprese, addetti ai lavori e istituzioni, l’assessore all’agricoltura Remaschi ha comunicato che il settore florovivaistico a livello regionale si è attestato l’anno scorso a 900 milioni di euro di fatturato.


«Il florovivaismo toscano è in salute, c’è stata la ripresa dei mercati, ma può fare di più, visto che non mancano gli spazi per una crescita ulteriore. Basti pensare che soltanto in 6.500 ettari di superficie (lo 0,90% della Sau regionale), il settore vale un terzo del fatturato (900 milioni di euro) dell’agricoltura toscana. Con oltre 3.313 imprese florovivaistiche (di cui 2.060 vivaistiche e 1.900 floricole, molte lo sono entrambi), con una grande incidenza su occupazione ed economia indotta, oltre ad una forte vocazione all’export». 
Questa la sintesi tracciata da Cia Toscana in una nota al termine del convegno sul florovivaismo toscano che ha organizzato questo pomeriggio a Pistoia presso il centro Gea - Green Economy and Agriculture, ex Cespevi (Centro sperimentale per il vivaismo). Grande partecipazione di florovivaisti, addetti ai lavori con la presenza degli assessori regionali all’agricoltura, Marco Remaschi, che ha dato la notizia del valore di 900 milioni di euro di fatturato raggiunto l’anno scorso dal florovivaismo toscano, e all’ambiente Federica Fratoni, che ha confermato che la strategia di sviluppo del vivaismo toscano sarà nel segno della sostenibilità verso il glifosate free, ma che le aziende dovranno ricevere aiuti pubblici per gli investimenti necessari. 
«Ci sono grandi spazi di crescita per il settore – ha sottolineato Luca Brunelli, presidente di Cia Toscana (che rappresenta 940 imprese florovivaistiche nella regione, il 25% della Toscana) – se pensiamo che negli ultimi 10 anni in Toscana sono stati abbandonati 300mila ettari di superficie agricola utilizzabile. Riteniamo che questo territorio possa essere utilizzato dalle imprese florovivaistiche toscane, non solo di quelle pistoiesi che rappresentano comunque il 38% dell’export del vivaismo nazionale. E’ necessario dare più forza al distretto florovivaistico, per dare più forza alle nostre aziende sui mercati. Fra le problematiche più urgenti – ha aggiunto Brunelli – gli aspetti fitosanitari, in un mercato sempre più globalizzato tutto questo si amplia: serve maggiore coordinamento fra gli enti di controllo ed il ruolo tecnico e politico delle Regioni».
Sandro Orlandini, presidente di Cia Toscana Centro, ha parlato di un settore in salute, con un mercato in ripresa che sta tornando al periodo pre-crisi: «sta aumentando la richiesta di verde, bisogna puntare sulla qualità che è nella tradizione pistoiese per essere competitivi sul mercato globale» ha detto. 
«Siamo un settore che all’interno del sistema agricolo italiano gode di scarsa considerazione – ha detto Aldo Alberto, presidente Associazione Florovivaisti Italiani -, perché anche i nostri prodotti sono tipici e vengono esportati, con le nostre aziende che sanno stare sul mercato. Senza dimenticare che il florovivaismo vale il 5% del pil agricolo nazionale con un numero maggiore di occupati. Chiediamo un tavolo ad hoc all’interno del Mipaaf, che abbia maggiore peso in fatto di determinazione delle politiche di settore».
«Grandi potenzialità per il florovivaismo – ha affermato Dino Scanavino, presidente Cia Agricoltori Italiani – settore però un po’ dimenticato anche se è al centro delle politiche verdi ed ambientali a livello nazionale e europeo (green deal ad esempio). Crediamo che il settore possa avere possibilità di sviluppo, serve però meno burocrazia, ed è necessario sapere cosa dobbiamo fare senza rischi di sanzioni per le nostre aziende». E sul recente “no al glifosato” deciso dalla Regione Toscana, anticipando l’Europa? «Significa un aggravio di costi per le aziende – ha concluso Scanavino -, ma vedremo di far fronte ad una difficoltà che ci mette di fronte ad una sfida sia dal punto di vista tecnico, sia da quello economico. Bisognerà tenerne conto anche nei Piani di sviluppo rurale».

Redazione


Alcune informazioni utili per espositori e visitatori professionali del salone internazionale del verde di Milano. Scadenze per chi espone: il preallestito va prenotato entro il 12 febbraio e il saldo del canone entro il 14 febbraio. I biglietti d’ingresso acquistati online hanno una riduzione del 25% e il biglietto dà diritto a uno sconto su Trenitalia del 20%.

In venti eventi tutti i principali segmenti e comparti della filiera del verde: dai florovivaisti e commercianti ai giardinieri, gli architetti del paesaggio, i garden center o i fiorai; dalle varie articolazioni dell’arboricoltura e del “sistema albero” sino alle mille facce e componenti del “Décor district”: fioristi, stilisti, wedding planner ecc.
Si presenta così Myplant & Garden – International Green Expo 2020, il salone professionale del florovivaismo e del verde, giunto alla 6^ edizione, che si svolgerà da mercoledì 26 febbraio a venerdì 28 febbraio prossimi presso Fiera Milano Rho Pero.
Ecco alcune informazioni pratiche per espositori e visitatori.
Per gli espositori
A partire dalla pagina www.myplantgarden.com/allestimenti si trovano tutte le principali informazioni utili per chi deve allestire uno stand: il regolamento generale, il regolamento tecnico di Fiera Milano e la circolare con gli orari di montaggio/smontaggio, nonché una comunicazione con le indicazioni per lo smaltimento rifiuti, la gestione degli impianti elettrici e la sicurezza sul lavoro e altro ancora.
Si ricorda che chi fosse interessato al preallestito - da acquistare tramite il portale dei servizi dedicati agli espositori (eservice.fieramilano.it) – la scadenza per la prenotazione è «entro il 12 febbraio». Il resto si può leggere nella pagina sopra indicata. Per ottenere le credenziali e ulteriori informazioni: contattare il numero +39 02 4997 6822 o scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Le tessere espositori e il pass auto saranno scaricabili dopo il 14 febbraio e solo a saldo avvenuto. Il termine ultimo per il saldo del canone è il 14 febbraio. Il pass auto è compreso nella quota di iscrizione (ma il coespositore non ne ha diritto). Per stand sopra i 73 mq è disponibile un secondo pass auto omaggio. Ulteriori pass auto sono acquistabili tramite il portale eservice.fieramilano.it.

Per i visitatori (professionali)
La manifestazione è riservata agli operatori professionali.
Le date sono le seguenti: mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio (ore 9 – 18), venerdì 28 febbraio (ore 9 – 17).
La biglietteria online è attiva e accessibile da questo link: myplantgarden.com/biglietteria
Ci sono le seguenti tipologie di biglietti:
- Acquisto in biglietteria: validità 1 giorno € 20, validità 2 giorni € 30, validità 3 giorni € 40.
- Pre-accredito online con pagamento in cassa: validità 1 giorno € 18, validità 2 giorni € 27, validità 3 giorni € 36.
- Acquisto on line: validità 1 giorno € 15, validità 2 giorni € 22,50, validità 3 giorni € 30.
Per chiarimenti: +39 02 4997 6144 dal lunedì al venerdì 09 – 18, o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Viaggio e soggiorni

Per arrivare in fiera, grazie alla collaborazione con Trenitalia, tutti gli espositori e visitatori in possesso di ticket d’ingresso a Myplant potranno acquistare il biglietto del treno con uno sconto del 20%. Con le Frecce di Trenitalia si arriva direttamente a Rho Fiera Milano. Info a MiCodmc – Piazzale Carlo Magno, 1 – 20149 Milano Tel. +39 02 87255061 – E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – Website www.micodmc.it.
Myplant offre per i soggiorni degli espositori e dei visitatori nei giorni della fiera la consulenza di un’agenzia specializzata: scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o chiamare il numero (+39) 0362 1584076.

Redazione

Nel primo evento per il centenario di Confagricoltura, a Roma su “Identità e futuro”, il presidente Giansanti ha affermato che l’agroalimentare è il primo settore economico italiano e ha una crescita di produttività del 2% medio annuale da tempo, ma il problema è l’economia aggregata, frenata dall’inefficienza della pubblica amministrazione. Giansanti auspica che il “patto verde” europeo per la neutralità climatica entro il 2050 non si traduca in svantaggio competitivo delle nostre aziende e chiede l'introduzione di «una “carbon tax” sulle importazioni».

Il ruolo dell’agroalimentare nell’economia nazionale e la sfida della sostenibilità ambientale nel contesto di un rilancio del paese, frenato da bassa produttività della pubblica amministrazione e inefficienza dei servizi pubblici. 
Questi i temi centrali affrontati oggi a Roma a Villa Blanc nella seconda giornata di dibattito di “Identità e futuro”, il primo appuntamento del centenario di Confagricoltura.
«L’agroalimentare è il primo settore dell’economia italiana, ma manca ancora la consapevolezza di questo primato. E delle potenzialità che possono essere realizzate», ha detto il presidente Massimiliano Giansanti. Da decenni la produttività del settore cresce in media di 2 punti percentuali l’anno. Grazie all’affermazione di una rete di imprese moderne ed efficienti, l’agroalimentare è diventato parte fondamentale dell’economia italiana in termini di creazione di reddito, occupazione, presenza sui mercati internazionali. «La nostra agricoltura è in testa in Europa per creazione di valore aggiunto. L’industria manifatturiera è seconda solo alla Germania – ha aggiunto Giansanti -. Eppure l’economia non cresce e la produttività ristagna da oltre un decennio».
«Dal 2017 la crescita dell’economia reale – agricoltura, industria e commercio – ha superato quella che si è registrata in Francia, Germania e Spagna – sottolinea Confagricoltura -. Siamo ancora indietro, invece, allargando l’analisi all’economia aggregata. Vale a dire, se prendiamo in considerazione l’apporto della pubblica amministrazione». In sostanza, se l’economia italiana è bloccata i problemi non stanno dietro i cancelli delle imprese per Confagricoltura. «Occorre guardare altrove – ha rimarcato il presidente di Confagricoltura - Verso strutture amministrative che in molti ambiti sono inefficienti, anche perché scarsamente digitalizzate. I servizi pubblici danno uno scarso apporto in termini di valore aggiunto. La burocrazia continua a frenare, in molti casi, l’iniziativa privata. Le infrastrutture, a partire dai trasporti, sono nel complesso inadeguate».
A parere di Confagricoltura c’è un diffuso consenso sul fatto che siano questi i nodi da sciogliere, per far tornare a crescere l’economia italiana: non mancano le analisi, i progetti e anche le risorse, ma la capacità di realizzazione. «Un sistema diffuso di buone imprese - orientate al cambiamento, aperte all’innovazione, responsabili sul piano sociale e della tutela delle risorse naturali - non è sufficiente ad assicurare una crescita economica stabile e duratura – ha rimarcato Giansanti - se manca un sistema di buon governo in grado di accompagnare e favorire l’impegno degli imprenditori». Confagricoltura ritiene che da troppo tempo in Italia non ci sia un dialogo strutturato tra imprese e istituzioni, per stabilire le priorità e concentrare le risorse su progetti strategici, facendo affidamento su solide competenze. In sintesi, per progettare il futuro e realizzarlo ognuno secondo le proprie responsabilità. 
E le sfide da affrontare sono molte, rileva Confagricoltura, a partire da quella della sostenibilità ambientale. A dicembre il Consiglio europeo ha fissato l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Allo scopo, è stato proposto il “Patto Verde” che chiama direttamente in causa il settore agricolo. E nei giorni scorsi, la Commissione ha lanciato ufficialmente il progetto di una conferenza sul futuro dell’Europa, che dovrebbe iniziare a maggio.
Confagricoltura accetta la sfida dei cambiamenti climatici. «A certe condizioni – ha detto Giansanti - possiamo senz’altro produrre le stesse quantità, riducendo il ricorso alla chimica e con una ridotta pressione sulle risorse naturali. E in quest’ottica, è giusto ricordarlo a merito dei nostri agricoltori e allevatori, sono già stati raggiunti significativi risultati. Ma la sostenibilità ambientale impone una dimensione globale. Possiamo accettare che l’Unione europea svolga un’azione guida, per indicare la strada da seguire. Ma resta il fatto che le emissioni ad effetto serra degli Stati membri incidono per il 10% su quelle complessive su scala mondiale».
La riduzione della produzione europea, in pratica, non avrebbe grandi conseguenze sullo stato di salute del clima a livello internazionale, se altri protagonisti dell’economia mondiale continuassero a non assumere impegni precisi e concertati. E c’è da chiedersi se l’eventuale riduzione della produzione europea sarebbe conveniente sotto il profilo della sostenibilità ambientale, se il risultato fosse quello di aumentare le importazioni da Paesi terzi dove prevalgono sistemi produttivi meno rigorosi e che distano decine di migliaia di chilometri dai nostri mercati di sbocco.
In quest’ottica Confagricoltura ritiene che l’ipotesi di una “carbon tax” sulle importazioni vada presa in attenta considerazione, per evitare discriminazione a danno delle imprese europee, e per di più senza vantaggi per l’ambiente. «Noi pensiamo che la sostenibilità ambientale debba coesistere con quella sociale ed economica. E che occorra puntare su ricerca, innovazione e tecnologie avanzate. Senza pregiudizi», ha concluso il presidente Giansanti.

Redazione


Bellanova incontra a Bruxelles i Parlamentari europei: "Fare squadra. L'agricoltura ha bisogno di soluzioni che non hanno colore politico".

Green Deal, budget della Rubrica agricola, Piano strategico della Pac post 2020, l'esigenza di una agricoltura sostenibile sotto il profilo sociale, ambientale, economico e che tuteli il reddito degli agricoltori, le problematiche relative ai dazi americani e infine l'etichettatura nutrizionale e di origine: il Nutrinform battery, per rispondere al Nutriscore, tutelare i consumatori, proteggere Dop, Igp e Igt.
Sono stati questi i temi al centro dell'incontro avvenuto il 28 gennaio al Parlamento europeo, tra la Ministra Teresa Bellanova e gli Europarlamentari italiani delle Commissioni Agricoltura, Ambiente e Pesca. "Siamo tutti qui per dare risposte agli agricoltori italiani. Dobbiamo fare squadra, perché l'agricoltura ha bisogno di soluzioni che non hanno colore politico", ha esordito la Ministra Bellanova. "Ieri in consiglio Agrifish abbiamo avuto un confronto importante sulle opportunità del Green Deal. L'Italia intende fare la nostra sua ma occorre trovare il giusto equilibrio per non penalizzare il settore agricolo. Bene la sfida dell'ambiente ma se vengono chiesti più sforzi agli agricoltori servono più risorse e non meno". Per quanto concerne il budget della Rubrica agricola, la ministra Bellanova ha ribadito: "Sul primo Pilastro siamo contrari alla persecuzione della Convergenza esterna. E' un punto su cui non siamo disposti a trattare".
"Sulla Pac - ha continuato - occorre fare scelte delicate per il Piano Strategico, salvaguardare la competenza delle Regioni e affrontare il legame diretto tra il mancato raggiungimento delle performances ed il riconoscimento della spesa".
La ministra si è poi soffermata sulle problematiche derivanti dalla politica commerciale statunitense, anche alla luce dell'incontro avvenuto ieri con il Segretario all'Agricoltura Usa Sonny Perdue e che incontrerà nuovamente a Roma il 30 gennaio prossimo, "I dazi non sono la risposta che i cittadini si attendono da Stati Uniti ed Europa".
Infine la Ministra Bellanova ha illustrato ai parlamentari italiani la proposta di etichettatura italiana, notificata con decreto ieri alla Commissione europea: il Nutrinform battery.
"Vogliamo l'origine obbligatoria delle materie prime in tutti gli alimenti a livello europeo e proprio per questo serve il sostegno di tutte le forze politiche. Il regolamento non ci soddisfa. Abbiamo notificato all'Europa la nostra proposta di etichettatura. Una forma di etichettatura a batteria che traduce visivamente la tabella nutrizionale e che prende in considerazione la porzione e il fabbisogno energetico. È la nostra alternativa al Nutriscore, ma è di gran lunga migliore. Non è penalizzante, e non dà voti", ha illustrato Bellanova, "e fornisce un'informazione chiara e utile al consumatore che potrà così orientare la sua scelta in modo consapevole".
La ministra ha poi ribadito la sua totale disponibilità a incontrare periodicamente i parlamentari italiani europei e approfondire con loro i dossier più importanti. "Possiamo e dobbiamo darci un metodo di lavoro per misurare i progressi ottenuti", ha concluso la Ministra.

Redazione