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Avviso alle aziende del presidente dell’Associazione vivaisti italiani Magazzini, che ha invitato i soci a stare attenti ai contatti con soggetti estranei al settore e a evitare canali alternativi e proposte d’aiuto poco chiare per risolvere i problemi di liquidità. Avi è in dialogo con i vari livelli di governo per ottenere sostegno il più velocemente possibile.
Prima l’allerta dei vertici della polizia di stato a fine marzo, poi due giorni fa l’allarme del procuratore capo di Firenze in un’intervista del Tgr Rai Toscana: le mafie hanno molta liquidità a disposizione e possono prendere di mira gli imprenditori piegati dall’emergenza Coronavirus, infiltrandosi nei settori più colpiti dalla crisi. Tra questi c’è senz’altro il florovivaismo, che stava ripartendo dopo un periodo in cui c’erano già stati problemi di liquidità, soprattutto a seguito del fallimento di un’importante azienda del Distretto vivaistico ornamentale pistoiese.
Pertanto, su suggerimento anche delle forze dell’ordine, il presidente dell’Associazione vivaisti italiani (Avi) Luca Magazzini ha deciso di inviare ieri l’altro un avviso alle aziende socie in cui si raccomanda di «prestare molta attenzione nei confronti di soggetti non conosciuti ed estranei al mondo produttivo vivaistico che si offrano per trovare soluzioni alla mancanza di liquidità o ad altre problematiche aziendali attraverso canali alternativi ai normali circuiti istituzionali e bancari». «Le scorciatoie poco chiare – ha sottolineato Magazzini - sono infatti quasi sempre sinonimo di illegalità o di zone grigie foriere di problemi ancora più gravi di quelli che si vorrebbero risolvere».
Luca Magazzini ha colto l’occasione per ricordare ai soci vivaisti che Avi «si sta impegnando, in un serrato e costruttivo dialogo con i vari livelli di governo, per rendere il meno dolorosa e più veloce possibile questa crisi che ha investito come uno tsunami il nostro settore a seguito dell’epidemia da Coronavirus, proprio nel momento in cui sembravamo aver imboccato con più decisione la via del rilancio sia a livello internazionale che nazionale».
Redazione
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Rivolto al Commissario all'Agricoltura Wojciechowski, un appello per salvare il florovivaismo europeo dalla crisi da Covid-19 è stato inviato il 10 aprile da 9 grandi organizzazioni della filiera (7 internazionali con base in Europa, 1 francese e 1 olandese) fra cui l’ENA. Tra le richieste a breve termine, liquidità e compensazioni dell’80% dei costi di produzione e smaltimento dei prodotti invenduti; a medio-lungo termine, statistiche annuali della Commissione europea e linea di bilancio per la promozione di piante e fiori, considerato il loro ruolo non solo ornamentale: nel mitigare cause ed effetti del cambiamento climatico e per il contributo alla salute e qualità della vita dei cittadini.
«Necessità di misure straordinarie per sostenere il settore dei fiori e delle piante vive perché sopravviva alla crisi da Covid-19».
E’ l’oggetto della lettera congiunta inviata il 10 aprile scorso al Commissario europeo all’Agricoltura e allo sviluppo rurale Janusz Wojciechowski da un gruppo di 9 grandi organizzazioni (7 internazionali, 1 francese e 1 olandese) con sede in Europa e che rappresentano tutti i segmenti e comparti del settore “Fiori e piante vive” (l’intera filiera florovivaistica) nell'UE. Settore o filiera che abbraccia i fiori recisi, le piante da interno ed esterno a scopo ornamentale e per finalità ecologiche, il materiale di propagazione e i bulbi e che coinvolge migliaia di aziende che danno lavoro a 760 mila persone (di cui 335 mila nella produzione) per un giro d’affari stimato attorno ai 48 miliardi di euro.
Lorenzo Sandiford
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Pubblicate sul sito del Ministero delle Politiche agricole le “Linee guida per gli interventi di cura e salvaguardia degli alberi monumentali”. Sono ormai ben 3226 gli alberi considerati monumenti e inclusi nell’elenco ufficiale a cura della Direzione generale Foreste su segnalazione delle regioni. Nel sito del Mipaaf si trova anche la Circolare del 5 marzo 2020 n. 461 sui procedimenti amministrativi per tutelarli.
La gestione degli alberi monumentali in Italia ha coordinate di riferimento sempre più definite. Dopo essere state approvate il 31 marzo scorso col Decreto dipartimentale n. 1104, le “Linee guida per gli interventi di cura e salvaguardia degli alberi monumentali” sono state pubblicate all’inizio di questa settimana sul sito web del Ministero delle Politiche agricole e sono da ora in poi accessibili a tutti.
Le "Linee guida" sono consultabili al seguente link.
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Gli uffici di Pistoia gestiranno le richieste di aziende e lavoratori sul territorio provinciale. Già arrivate 14 candidature a soli due giorni dalla presentazione ufficiale di Agrijob, il servizio d’intermediazione tra domanda e offerta di lavoro agricolo che Confagricoltura mette a disposizione delle aziende associate e di chi aspira a un’occupazione in agricoltura. Tutto ruota attorno a un agile punto d’accesso online sul sito e un database centralizzato (e riservato) delle domande e offerte di lavoro, che vengono smistate agli uffici provinciali interessati.
«Una risposta concreta e di facilissimo uso all’esigenza, sempre più forte negli ultimi tempi, di fare incontrare le aziende agricole in cerca di manodopera e i lavoratori in cerca di occupazione nell’agricoltura. Tutto ciò combinando la velocità dell’accesso online con la riservatezza sulle richieste pervenute al nostro database centrale, che saranno smistate per vie interne agli uffici territoriali. E’ stato appena presentato e già sono arrivate ai nostri uffici di Pistoia ben 14 candidature».Così il presidente di Confagricoltura Pistoia Roberto Orlandini presenta Agrijob, il nuovo servizio di intermediazione online di Confagricoltura, riconosciuto dal Ministero del Lavoro, che consente a chi cerca occupazione nel settore primario di essere messo in contatto direttamente con le aziende della propria provincia, e alle imprese di intercettare velocemente i candidati.
In queste settimane Confagricoltura ha richiamato l’attenzione sull’emergenza manodopera agricola conseguente all’espandersi dell’epidemia Coronavirus, proponendo alcune soluzioni per evitare di compromettere i raccolti: sono pervenute centinaia di segnalazioni da tutta Italia di persone disponibili a lavorare per la raccolta delle primizie. Anche da qui l’idea dell’attivazione della piattaforma online.
Il funzionamento è semplice: il lavoratore compila il modulo che trova cliccando sul banner dedicato in homepage sul sito confederale www.confagricoltura.it, indicando la provincia di interesse; la sua candidatura viene smistata automaticamente alla sede territoriale di Confagricoltura, che la prende in carico e la segnala all’azienda che cerca manodopera. Anche le imprese possono usare Agrijob, compilando online le offerte di lavoro, per essere così intercettate dai candidati del proprio territorio.
Una prima risposta di Confagricoltura, dunque, in un momento cruciale per le attività agricole. «Rimane l’urgenza di trovare una soluzione normativa alla questione manodopera – afferma il presidente Massimiliano Giansanti - Bene quindi l’iniziativa della ministra Bellanova per trovare un ‘corridoio’ con la Romania che favorisca il reclutamento di manodopera già specializzata, ma bisogna accelerare».
Per ulteriori informazioni si possono contattare gli uffici di Pistoia: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o tel. 0573/21231 dal lunedì al venerdì (ore 9 – 13).
Redazione
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Ieri Federfiori su Rai Tre ha denunciato che 500 fiorai sono stati multati dalle forze dell’ordine per aver aperto sull’onda del via libera della ministra Bellanova e il coordinatore del Florovivaismo dell’Alleanza cooperative Bartoli ha invitato le amministrazioni locali «ad operare in conformità alla lettura interpretativa ufficiale fornita dal Governo». Nel frattempo Obi Italia ha riaperto 22 punti vendita, fra cui 8 in Toscana.
Continua a regnare sovrana l’incertezza nelle vendite di piante e fiori ai consumatori finali: sul piano normativo, ma anche sugli effetti delle riaperture. Incertezza che va a discapito, pochi o molti che siano, di quei cittadini che, reclusi in casa da settimane, vorrebbero trovare un po’ di conforto nella bellezza dei fiori e la cura delle piante in vaso dell’appartamento o dei balconi fioriti e dei giardini.
Ieri Federfiori si è fatta sentire al programma televisivo “Mi manda Rai Tre” denunciando che circa 500 fiorai associati alla federazione, aderente a Confcommercio, sono stati multati dalle forze dell’ordine, perché avevano aperto i negozi fidandosi del comunicato della ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova. Che evidentemente non è stata ascoltata da altri organi dello Stato. Anche perché non sono state finora introdotte le necessarie integrazioni normative. In ogni caso, ha chiosato l’esponente di Federfiori Salvatore Petracca, se apriamo a chi vendiamo? Va considerato infatti che circa il 90% delle vendite di fiori, secondo la sua stima, avviene in occasione di grandi eventi, feste speciali e cerimonie, comprese quelle funebri. Allo stato attuale però il rischio è che il fatturato sia totalmente azzerato.Più o meno nelle stesse ore il coordinatore Florovivaismo dell’Alleanza cooperative agroalimentari, Simone Bartoli, direttore di Flora Toscana, ha diramato una nota alla stampa in cui ha sostenuto che «è più che mai necessaria una uniformità di comportamento su tutto il territorio nazionale, anche perché incertezze e difformità di disposizioni costituiscono per i produttori di fiori e piante, già duramente colpiti dalla crisi, un ulteriore elemento di complicazione». Dopo aver ricordato che «il Ministero delle politiche agricole ha chiarito nei giorni scorsi che la vendita al dettaglio dei prodotti del florovivaismo è autorizzata in tutti i punti vendita del territorio nazionale», ma che «ciò nonostante, fioccano a livello regionale e comunale interpretazioni discordanti e ordinanze contingibili e urgenti che impongono restrizioni alla commercializzazione di fiori e piante», Bartoli ha invitato «le varie amministrazioni locali ad operare in conformità alla lettura interpretativa ufficiale fornita dal Governo, seguendo l’esempio della Regione Lombardia che ha emesso a riguardo un'ordinanza chiarificatrice».
Nel frattempo Obi Italia ha riaperto parzialmente dal 6 aprile 22 punti vendita sul territorio nazionale (con orario 9-17), al termine di una chiusura iniziata il 12 marzo. Le aperture avvengono in conformità con i requisiti stabiliti dal Governo nei vari Dpcm della presidenza del consiglio in materia di esercizi commerciali e tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro. Fra i 22 punti vendita di Obi riaperti, anche 8 toscani.
Ecco comunque l’elenco completo degli Obi riaperti reso noto da Diyandgarden: Ancona, Arezzo, Avezzano (AQ), Civitanova Marche (MC), Corciano (PG), Empoli, Guidonia (RM), Imola, Latina, Livorno, Montecatini (PT), Montevarchi (AR), Navacchio (PI), Pescara, Prato, Ravenna, Roma Casilina, Sesto Fiorentino, Tavagnacco (UD), Trieste, Trento, Viterbo.
L.S.