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Gli uffici di Pistoia gestiranno le richieste di aziende e lavoratori sul territorio provinciale. Già arrivate 14 candidature a soli due giorni dalla presentazione ufficiale di Agrijob, il servizio d’intermediazione tra domanda e offerta di lavoro agricolo che Confagricoltura mette a disposizione delle aziende associate e di chi aspira a un’occupazione in agricoltura. Tutto ruota attorno a un agile punto d’accesso online sul sitosito e un database centralizzato (e riservato) delle domande e offerte di lavoro, che vengono smistate agli uffici provinciali interessati.
«Una risposta concreta e di facilissimo uso all’esigenza, sempre più forte negli ultimi tempi, di fare incontrare le aziende agricole in cerca di manodopera e i lavoratori in cerca di occupazione nell’agricoltura. Tutto ciò combinando la velocità dell’accesso online con la riservatezza sulle richieste pervenute al nostro database centrale, che saranno smistate per vie interne agli uffici territoriali. E’ stato appena presentato e già sono arrivate ai nostri uffici di Pistoia ben 14 candidature».Così il presidente di Confagricoltura Pistoia Roberto Orlandini presenta Agrijob, il nuovo servizio di intermediazione online di Confagricoltura, riconosciuto dal Ministero del Lavoro, che consente a chi cerca occupazione nel settore primario di essere messo in contatto direttamente con le aziende della propria provincia, e alle imprese di intercettare velocemente i candidati.
In queste settimane Confagricoltura ha richiamato l’attenzione sull’emergenza manodopera agricola conseguente all’espandersi dell’epidemia Coronavirus, proponendo alcune soluzioni per evitare di compromettere i raccolti: sono pervenute centinaia di segnalazioni da tutta Italia di persone disponibili a lavorare per la raccolta delle primizie. Anche da qui l’idea dell’attivazione della piattaforma online.
Il funzionamento è semplice: il lavoratore compila il modulo che trova cliccando sul banner dedicato in homepage sul sito confederale www.confagricoltura.it, indicando la provincia di interesse; la sua candidatura viene smistata automaticamente alla sede territoriale di Confagricoltura, che la prende in carico e la segnala all’azienda che cerca manodopera. Anche le imprese possono usare Agrijob, compilando online le offerte di lavoro, per essere così intercettate dai candidati del proprio territorio.
Una prima risposta di Confagricoltura, dunque, in un momento cruciale per le attività agricole. «Rimane l’urgenza di trovare una soluzione normativa alla questione manodopera – afferma il presidente Massimiliano Giansanti - Bene quindi l’iniziativa della ministra Bellanova per trovare un ‘corridoio’ con la Romania che favorisca il reclutamento di manodopera già specializzata, ma bisogna accelerare».
Per ulteriori informazioni si possono contattare gli uffici di Pistoia: pistoia@confagricoltura.it o tel. 0573/21231 dal lunedì al venerdì (ore 9 – 13).
Redazione
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Ieri Federfiori su Rai Tre ha denunciato che 500 fiorai sono stati multati dalle forze dell’ordine per aver aperto sull’onda del via libera della ministra Bellanova e il coordinatore del Florovivaismo dell’Alleanza cooperative Bartoli ha invitato le amministrazioni locali «ad operare in conformità alla lettura interpretativa ufficiale fornita dal Governo». Nel frattempo Obi Italia ha riaperto 22 punti vendita, fra cui 8 in Toscana.
Continua a regnare sovrana l’incertezza nelle vendite di piante e fiori ai consumatori finali: sul piano normativo, ma anche sugli effetti delle riaperture. Incertezza che va a discapito, pochi o molti che siano, di quei cittadini che, reclusi in casa da settimane, vorrebbero trovare un po’ di conforto nella bellezza dei fiori e la cura delle piante in vaso dell’appartamento o dei balconi fioriti e dei giardini.
Ieri Federfiori si è fatta sentire al programma televisivo “Mi manda Rai Tre” denunciando che circa 500 fiorai associati alla federazione, aderente a Confcommercio, sono stati multati dalle forze dell’ordine, perché avevano aperto i negozi fidandosi del comunicato della ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova. Che evidentemente non è stata ascoltata da altri organi dello Stato. Anche perché non sono state finora introdotte le necessarie integrazioni normative. In ogni caso, ha chiosato l’esponente di Federfiori Salvatore Petracca, se apriamo a chi vendiamo? Va considerato infatti che circa il 90% delle vendite di fiori, secondo la sua stima, avviene in occasione di grandi eventi, feste speciali e cerimonie, comprese quelle funebri. Allo stato attuale però il rischio è che il fatturato sia totalmente azzerato.Più o meno nelle stesse ore il coordinatore Florovivaismo dell’Alleanza cooperative agroalimentari, Simone Bartoli, direttore di Flora Toscana, ha diramato una nota alla stampa in cui ha sostenuto che «è più che mai necessaria una uniformità di comportamento su tutto il territorio nazionale, anche perché incertezze e difformità di disposizioni costituiscono per i produttori di fiori e piante, già duramente colpiti dalla crisi, un ulteriore elemento di complicazione». Dopo aver ricordato che «il Ministero delle politiche agricole ha chiarito nei giorni scorsi che la vendita al dettaglio dei prodotti del florovivaismo è autorizzata in tutti i punti vendita del territorio nazionale», ma che «ciò nonostante, fioccano a livello regionale e comunale interpretazioni discordanti e ordinanze contingibili e urgenti che impongono restrizioni alla commercializzazione di fiori e piante», Bartoli ha invitato «le varie amministrazioni locali ad operare in conformità alla lettura interpretativa ufficiale fornita dal Governo, seguendo l’esempio della Regione Lombardia che ha emesso a riguardo un'ordinanza chiarificatrice».
Nel frattempo Obi Italia ha riaperto parzialmente dal 6 aprile 22 punti vendita sul territorio nazionale (con orario 9-17), al termine di una chiusura iniziata il 12 marzo. Le aperture avvengono in conformità con i requisiti stabiliti dal Governo nei vari Dpcm della presidenza del consiglio in materia di esercizi commerciali e tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro. Fra i 22 punti vendita di Obi riaperti, anche 8 toscani.
Ecco comunque l’elenco completo degli Obi riaperti reso noto da Diyandgarden: Ancona, Arezzo, Avezzano (AQ), Civitanova Marche (MC), Corciano (PG), Empoli, Guidonia (RM), Imola, Latina, Livorno, Montecatini (PT), Montevarchi (AR), Navacchio (PI), Pescara, Prato, Ravenna, Roma Casilina, Sesto Fiorentino, Tavagnacco (UD), Trieste, Trento, Viterbo.
L.S.
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- Scritto da Andrea Vitali
La petizione promossa da Assoverde con il sostegno dell’Associazione Italiana Giardinieri Professionisti per il ripristino delle attività di “Cura e manutenzione del paesaggio” (codice Ateco 81.30) è stata inviata a ministri e presidenti di regione il 3 aprile. Per Confagricoltura il comparto interessa circa 40 mila addetti per 1,8 miliardi di euro annui di giro d’affari. I manutentori del verde operano a distanze superiori ai minimi anti contagio da Coronavirus e applicherebbero senza sforzo le regole del Protocollo del 14 marzo contro la diffusione di Covid-19 nei luoghi di lavoro. Hanno poi funzioni di presidio del territorio e stanno subendo invasioni di campo da altre categorie d’impresa in relazione agli interventi d’emergenza.
Sono 700 i sottoscrittori della petizione inviata il 3 aprile da Assoverde, l’associazione italiana dei costruttori del verde, a vari ministri e ai presidenti delle regioni per chiedere di far ripartire le attività di manutenzione del verde. Ma dietro a ogni firma sono rappresentati molti più addetti, visto che si parla anche di imprese da 2/3 fino a 30/40 dipendenti. Difficile una stima precisa, ma si va dai 4 mila ai 6 mila addetti impegnati in attività comprese nel codice Ateco 81.30: “Cura e manutenzione del paesaggio (inclusi parchi, giardini e aiuole)”.
E se si allarga lo sguardo anche a chi non ha firmato, cioè a tutto questo segmento della filiera del verde che comprende la cura e manutenzione di parchi, giardini, verde pubblico, impianti sportivi, riforestazioni, infrastrutture verdi, interventi di ingegneria naturalistica ecc., si tratta di 40 mila addetti su base nazionale per un giro d’affari annuo intorno a 1,8 miliardi di euro, secondo le stime di Confagricoltura. Il che vuol dire che ogni mese di sospensione rappresenta in media non meno di 150 milioni di euro persi; una cifra sottostimata se si considera che in questi mesi primaverili l’attività è decisamente superiore (vedi).
L.S.
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L’Organizzazione degli imprenditori agricoli chiede interventi comunitari e nazionali per il florovivaismo, colpito duramente dal Coronavirus. Fra questi, il ripristino delle attività di manutenzione del verde e giardinaggio, il segmento della filiera florovivaistica rimasto ancora fermo per via dell’emergenza, che per Confagricoltura vale 150 milioni di euro al mese. L’elenco delle misure necessarie per il rilancio.
Nel corso della riunione della task force del settore florovivaistico del Copa-Cogeca (il Comitato delle Organizzazione agricole e delle cooperative europee) che si è svolta ieri a Bruxelles, Confagricoltura ha ribadito le richieste per sollevare uno dei comparti che maggiormente sta soffrendo le conseguenze dell’emergenza Coronavirus.
Redazione
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- Scritto da Andrea Vitali
Raccolta fondi lanciata dall’Associazione Vivaisti Italiani a favore degli ospedali di Pistoia, Prato e Valdinievole, in prima linea nella lotta contro il Coronavirus. Obiettivo della campagna, che durerà 1 mese ed è aperta a tutti, donare materiale sanitario alle strutture ospedaliere.
«Siamo convinti che dimostrando unità d’intenti nella mobilitazione e la responsabilità sociale delle nostre aziende supereremo più velocemente la crisi».
Redazione
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