Notizie

ungulati

Per il presidente di Cia Toscana Brunelli «l’attuale consistenza della fauna selvatica è insostenibile», per salvare la vendemmia bisogna applicare la legge regionale sulla caccia e procedere agli abbattimenti senza aspettare l’inizio della stagione venatoria. Non si può delegare la soluzione del problema, che non riguarda soltanto gli ungulati, «ai soli cacciatori».


«Non c’è tempo da perdere sull’applicazione della legge regionale sulla caccia. E’ necessario, per salvare le produzioni agricole, prima su tutte in ordine temporale la vendemmia ormai prossima, intervenire e procedere con l’attività di abbattimento degli ungulati che stanno sempre più imperversando nelle campagne toscane». 
A sostenerlo è Cia Agricoltori Italiani della Toscana, che sottolinea che «la situazione non è più sostenibile» e «le modifiche alla legge toscana sulla caccia, approvate nelle scorse settimane, possono avere efficacia solo intervenendo immediatamente, senza aspettare l’apertura della caccia in Toscana, come probabilmente preferirebbero le associazioni venatorie».  
«L’obiettivo di raggiungere e garantire un equilibrio tra presenza di fauna selvatica, attività economica e sicurezza dei cittadini riducendo drasticamente la presenza di ungulati – sottolinea il presidente di Cia Toscana Luca Brunelli - rappresenta una vera priorità per una politica di governo del territorio, il cui perseguimento non può essere delegato ai soli cacciatori. L’attuale consistenza della fauna selvatica è insostenibile». 
Per Cia Toscana occorre riportare sotto controllo il numero dei predatori (lupi, canidi, ed altre specie selvatiche) e ridurre drasticamente la presenza devastante di ungulati, così come di altri selvatici quali piccioni, corvidi, gabbiani, intervenendo con urgenza con il contributo di tutti i soggetti interessati, a partire da cacciatori ed agricoltori, ed utilizzando al tempo stesso tutti gli strumenti a disposizione, dalla revisione normativa al potenziamento dei soggetti istituzionali preposti al controllo della fauna, a partire dagli Atc che devono operare con maggiore omogeneità nel territorio regionale. 
«In tutto il territorio regionale, comprese le aree protette, i parchi e le altre aree a limitazione venatoria, - aggiunge Brunelli - andranno messe in atto azioni efficaci di contenimento della fauna, di prevenzione dei danni alle colture agricole e di ristorno integrale dei danni subiti dagli stessi agricoltori». 
La Regione Toscana, inoltre, deve farsi promotrice di una iniziativa a livello nazionale ed europeo per rivedere le normative di riferimento, sollecitando modifiche sostanziali che consentano di superare l’attuale visione di mera tutela/conservazione, definendo finalmente adeguate politiche di gestione della fauna.

Redazione


Giansanti (Confagricoltura)

Secondo l’ultimo rapporto di Confagricoltura, sottolinea Giansanti, in autunno si registrerà un incremento del 30% della povertà assoluta per effetto del Covid. L’agricoltura, che nell’emergenza ha licenziato meno degli altri settori, continuerà ad essere un indispensabile antidoto alla crisi economica. Bene in questo contesto il “piano indigenti” da 250 milioni del decreto Rilancio. 


L’autunno della ripartenza si preannuncia difficile dal punto di vista economico. In Italia la povertà continua a crescere. Lo evidenzia l’ultimo rapporto del centro studi di Confagricoltura. La povertà assoluta, nell’ultimo decennio, è cresciuta del 60%, pur avendo registrato, lo scorso anno, un trend in diminuzione del 9% in confronto al 2018, ma l'effetto Covid, sottolinea l’indagine, fa prevedere un incremento del 30%, rispetto all’anno precedente. 
“L’agricoltura – rimarca Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – ha confermato, nella difficoltà, la sua primaria importanza. E’ il settore che ha licenziato di meno, ricorso in modo minore alla cassa integrazione, offrendo opportunità a chi era rimasto senza lavoro attenuando così, almeno in parte, il disagio sociale. Il terzo e, in particolare, il quarto trimestre dell’anno, assorbono infatti molta manodopera per operazioni come la vendemmia, la raccolta di pomodori, olive e frutta. Ma non basta”.    
“E’ fondamentale impegnarsi per la ripresa economica del Paese. Per far questo – continua il presidente di Confagricoltura - occorre agire su più fronti. E’ sacrosanto, come sta facendo il governo, avviare misure immediate per sostenere le famiglie. La tenuta del tessuto sociale, però, va di pari passo con la tenuta di quello produttivo. Occorre investire sulle imprese e sul lavoro, per creare le condizioni per far ripartire economia e occupazione, senza dimenticare l’export”. 
“Per evitare che, in autunno, esploda la bomba sociale è indispensabile – conclude Giansanti – il contributo dell’agricoltura che, per quasi per il 90% degli italiani, sarà il motore della ripresa. Ma serve agire presto, accompagnando i provvedimenti tampone a misure che rafforzino le imprese, riducendo gli oneri sociali e riconquistando quote nel commercio mondiale, provato da dazi. Un primo passo è il “piano indigenti” da 250 milioni di euro, contenuto nel decreto rilancio, che da un lato fornirà una risposta ai bisogni primari delle persone, dall’altro aiuterà a riequilibrare un mercato interno asfittico”.

Redazione


In agosto nel nord del Piemonte si svolge la mostra Herbarium Vagans, a cui partecipano 45 artisti italiani e stranieri che hanno ritratto erbe officinali delle Alpi e le Prealpi. Inaugurazione l’1 agosto a Santa Maria Maggiore (sezione pittori botanici) e a Domodossola (sezione artisti contemporanei). Tra gli artisti Geetika Singh Barghava, Massimo Caccia, Michael Cailloux, Daniele Catalli, Antonio De Luca, Marie Antoinette Gorret, Paola Tassetti e Gosia Turzeniecka. L’elenco completo delle erbe e fiori dell’erbario itinerante in esposizione.

Disegni itineranti fra arte e botanica. Una grande mostra internazionale a cui partecipano diciassette pittori botanici e ventotto artisti contemporanei che hanno ritratto, ognuno secondo il proprio stile, un’erba officinale che cresce tra Alpi e Prealpi. “Herbarium vagans” è, come dice il nome stesso, un erbario itinerante: raccoglie e racconta erbe e fiori che evocano immagini, profumi e ricordi alpini.
Gli artisti coinvolti sono divisi in due sezioni: ritroviamo il tratto dei pittori botanici che portano avanti un’antica e nobile disciplina e raffigurano il mondo vegetale restando fedeli al dato naturalistico e, con loro, quello innovativo, inedito e originale di artisti contemporanei che hanno reinterpretato e riletto quello stesso mondo naturale alpino fatto di erbe, fioriture, colori, profumi d’alta e media montagna.



“Herbarium vagans” è il primo appuntamento espositivo all’interno del progetto Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”, tre anni all’insegna del disegno e dell’arte a cura di Associazione Musei d’Ossola, Museumzentrum La Caverna di Naters e Associazione Culturale Asilo Bianco sul lago d’Orta. Le attività del primo anno di “Di-Se” hanno come focus proprio le erbe officinali e i cambiamenti climatici sulle Alpi.
Dall’1 al 30 agosto la mostra si svolge nella punta più a nord del Piemonte, nei centri storici di Santa Maria Maggiore in Valle Vigezzo (sezione pittori botanici) e di Domodossola (artisti contemporanei). L’erbario itinerante e vagante si sposterà a settembre a Orta San Giulio, nel Cusio, e con i primi freddi arriverà in Svizzera in Canton Vallese.
Le opere sono esposte su grandi pannelli affissi all’esterno e sparse nei centri storici, appese tra antiche dimore e in angoli suggestivi a volte dimenticati: una modalità di fruizione che permette non solo di goderne quanto e quando si vuole, ma anche di ovviare alle criticità che tutti conosciamo in questo periodo. E, insieme, che vuole accompagnare l’osservatore, anch’egli “vagans”, in un viaggio a piedi tra profumi, atmosfere e suggestioni alpine.
Gli artisti in mostra a Santa Maria Maggiore fanno parte di Floraviva, l’Associazione italiana pittori botanici che riunisce i più qualificati interpreti in Italia di questo genere artistico, a metà tra arte e approccio scientifico. I nomi degli artisti contemporanei esposti a Domodossola sono molti ed eterogenei, tutti chiamati a realizzare la loro opera ad hoc per questo specifico progetto. Diversi arrivano dall’estero, anche da molto lontano. Alcuni hanno esposto in importanti musei, altri collaborano con testate nazionali, alcuni si mostrano per la prima volta in pubblico, altri realizzano grossi murales e opere d’arte pubblica, alcuni sono più vicini all’arte figurativa, altri sono più criptici e hanno un segno più duro, alcuni hanno disegnato per importanti festival del cinema, altri hanno pubblicato libri e creato scenografie per il teatro. La sfida è farli dialogare tra loro e con l’osservatore che potrà ritrovare informazioni, riferimenti e nomi scientifici nel catalogo dedicato della mostra. Si tratta di pubblicazione che include i testi a cura di Valeria Tantardini, erborista, che spiegano l’utilizzo di ogni erba ritratta andando a raccontare storie, curiosità, miti popolari e leggende.
Alla Casa del Profumo Feminis-Farina di Santa Maria Maggiore ci sarà una collaborazione a quattro mani che vede esposti gioielli ispirati alla achillea montana (Achillea millefolium). Enrica Borghi è artista eclettica che, fin dagli anni ’90, lavora con plastica e materiali di riciclo per trasformare ciò che è scarto, ciò che è rifiuto e figlio della nostra società del consumo, in bellezza. Margherita Burgener è un brand di alta gioielleria di Valenza, savoir-faire orafo tramandato di generazione in generazione. In mostra gioielli ibridi, pezzi unici e irripetibili dove materiali di scarto e pietre preziose dialogano in una straordinaria sintesi tra meraviglia e rinascita.
Infine, alcuni gelatieri di Domodossola e Santa Maria Maggiore creano per l’occasione il nuovo gusto di gelato “Herbarium”, un ulteriore viaggio, questa volta gustativo, tra fiori, erbe e profumi.
L’inaugurazione è sabato 1 agosto a Santa Maria Maggiore alla Casa del Profumo Feminis-Farina alle ore 11 e a Domodossola presso il Teatro Galletti alle ore 18.
Tutti i nomi degli artisti in mostra e dell’erba o fiore ritratto sono riportati di seguito.

Artisti contemporanei ed erbe o fiori
Rojna Bagheri | Cardo mariano
Geetika Singh Barghava | Genziana gialla
Sara Boccaccini Meadows | Iperico
Massimo Caccia | Iperico
Michael Cailloux | Natura alpina
Daniele Catalli | Elicriso
Sara Conti | Garofano
Antonio De Luca | Pero corvino
Luca Di Sciullo | Stella alpina
Giacomina Ferrillo | Melo selvatico
Matteo Giuntini | Ginepro
Marie Antoinette Gorret | Papavero comune
Andrea Guerzoni | Felce maschio
Maura Milani | Epilobio
Riccardo Monte | Larice
Elisa Mossa | Fusaggine
Marta Nijhuis | Assenzio
Graziana Piantanida | Finocchio
Refreshink | Tarassaco
Luisa Rivera | Genziana gialla
Alessandra Romagnoli | Rosa canina
Paolo Stefanelli | Erba Mottolina
Paola Tassetti | Arnica
Marina Terauds | Menta piperita
Gosia Turzeniecka | Lavanda
Carlo Valsesia | Gelsomino
Walter Visentin | Timo
Ilaria Zanellato | Peonia selvatica

Tavole botaniche
Ernesta Caterina Albanese | Centauro giallo | Vulneraria
Renata Bonzo | Acero
Laura Curioni | Garofano di Elisabetta
Pierino Delvò | Barba di becco
Claudio Giordano | Semprevivo maggiore
Margherita Leoni | Rododendro
Maria Lombardi | Cardo mariano
Sabrina Luoni | Pulsatilla
Claudine Pasquin | Ranuncolo
Angela Petrini | Maggiociondolo
Silvana Rava | Narciso
Angelo Speziale | Concordia | Orchidea di Colemann
Gabriella Tesser | Felce maschio
Lisa Tommasi | Cirsio lanoso
Marina Ubertini | Carlina
Milena Vanoli | Sigillo di Salomone
Rosanna Verga Simonelli | Campanula serpeggiante

Redazione

Al centro dell’assemblea generale di Confagricoltura il ruolo del settore primario nella ripresa italiana ed europea. Bellanova crede nel futuro verde della nostra agricoltura. Giansanti chiede però studio di impatto sul Green Deal e programma di accompagnamento.

«L’emergenza Coronavirus ha fortemente inciso sugli stili di vita e sulle abitudini dei Paesi che ne hanno subito le conseguenze. Abbiamo di fronte un quadro di crisi nuovo ed inaspettato, non solo dal punto di vista economico, ma anche, e soprattutto, da un punto di vista sociale, culturale e di interazione fra le persone, che rischia di mettere in discussione modelli e condizioni di vita che hanno caratterizzato la nostra epoca». Con un preciso riferimento alla situazione generata dalla pandemia il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha aperto i lavori dell’assemblea che è svolta oggi a Roma, all’Auditorium della Tecnica.
«La filiera agroalimentare e distributiva ha dato una risposta eccellente durante l’emergenza sanitaria – ha ricordato il presidente Giansanti -. Lo sforzo produttivo è stato portato avanti nonostante le difficoltà operative determinate dalle restrizioni imposte per contrastare l’incremento del contagio da Covid-19, tra cui, prima tra tutti, quella di reperimento della manodopera causata dalle restrizioni imposte alle frontiere. I rifornimenti sono stati assicurati, anche se alcuni comparti hanno sofferto più di altri».
Confagricoltura si è distinta per la capacità di elaborazione di proposte innovative. Un esempio per tutti: il credito d’imposta. Pensato come meccanismo tecnico per rendere accessibile gli strumenti di Industria 4.0 alle imprese agricole che determinano il proprio reddito a catasto, è diventato con la legge di bilancio 2020 lo strumento di accesso di tutte le imprese italiane a tali fondi.
Le questioni nuove che oggi si pongono sono quelle della sovranità alimentare e della salvaguardia del potenziale produttivo dell’agricoltura italiana ed europea: «Un grande Stato deve avere una grande agricoltura - ha sottolineato Giansanti - e l’Italia ha dimostrato di esserlo».
Tra le prossime sfide europee c’è quella ambientale. La Commissione ha presentato due importanti comunicazioni che riguardano il ruolo dell’agricoltura nell’ambito del “Green Deal”: quella “From farm to fork” e quella per la salvaguardia della biodiversità. Sono stati indicati gli obiettivi da raggiungere entro il 2030 senza uno studio di impatto e senza un programma di accompagnamento, né tantomeno prevedendo il coinvolgimento di altri stakeholder o di altre Istituzioni europee.
«Non è in discussione il traguardo di una crescente sostenibilità ambientale dei processi di produzione – ha detto Giansanti - ma così facendo sussiste il reale rischio che tale riforma possa impattare in modo sostanziale sul settore agricolo europeo. La riduzione della produzione prevista dalle due strategie porterà inevitabilmente ad un aumento delle importazioni di prodotti agricoli da Paesi terzi, che non sempre rispetteranno gli standard produttivi europei».
Concetti condivisi anche dalla ministra Teresa Bellanova, intervenuta in collegamento all’assemblea di Confagricoltura. «E’ necessario - ha detto - far sentire la nostra voce in Europa sul tema della sostenibilità nella produzione agricola, mettendo maggiormente in luce ciò che già oggi i nostri produttori fanno. Come spesso ci siamo ripetuti, a quel futuro verde il nostro Paese arriva con le carte più che in regola, per il suo essere primo al mondo per la biodiversità, per l’agricoltura biologica e l’agricoltura integrata, tra i meglio organizzati sulle attività di economia circolare, tra i più virtuosi per le politiche sulle bioenergie. L’agricoltura industriale ed inquinante non è quella italiana. Lo dobbiamo dire con forza. Certamente possiamo e dobbiamo fare di più ma l’Italia nel campo dell’agricoltura sostenibile può insegnare molto».
Il presidente Giansanti ha quindi illustrato l’eredità del Coronavirus per il settore primario. «Gli interventi nazionali sono stati ampi ed articolati – ha spiegato - ma purtroppo non hanno trovato raffronto nell’atteggiamento della Commissione europea, che ha messo in campo misure per volumi di risorse davvero esigue. È mancata anche una visione coordinata delle esigenze e degli interventi, non solo a livello nazionale, ma anche a livello regionale. Un mosaico complesso che ha evidenziato la maggiore o minore propensione delle autorità locali ad impegnarsi per il settore, ma soprattutto ha determinato una difformità di interventi tra settori, territori e comparti che sicuramente non è in linea con i princìpi del mercato unico».
La crescita dell’economia italiana va inquadrata in un contesto di rafforzamento del processo di integrazione europea. Le proposte sul Quadro finanziario pluriennale dell’Unione per il periodo 2021-2027 prevedono un aumento dei fondi da destinare alla Politica agricola comune (PAC) rispetto al progetto del precedente Esecutivo. Tuttavia, la dotazione del bilancio agricolo resterebbe in termini reali inferiore del 10% a quella assegnata per il periodo di programmazione in scadenza alla fine di quest’anno.
Il sistema agroalimentare e il connesso sistema commerciale dell’Unione ha di fronte alcune situazioni di elevata incertezza. È il caso delle relazioni commerciali con il Regno Unito a conclusione del periodo transitorio fissato per il prossimo 31 dicembre, con il possibile ritorno dei dazi doganali e dei controlli alle frontiere, ma anche la continua minaccia da parte degli Stati Uniti di imposizione di dazi sui prodotti agroalimentari maggiormente importati.
«Gli imprenditori agricoli - ha concluso Giansanti - hanno bisogno di un quadro di riferimento chiaro, stabile e coerente e di tempi certi nelle prestazioni amministrative, a tutti i livelli».
Gli obiettivi indicati dal presidente di Confagricoltura sono digitalizzazione e innovazione dei processi di produzione; modernizzazione delle infrastrutture; ricerca; semplificazione burocratica; politiche del lavoro; internazionalizzazione e promozione del Made in Italy; formazione e informazione al consumatore; valorizzazione delle aree interne; sviluppo sostenibile, ambiente e transizione energetica.

Redazione

richiesta proroga contributi agricoli

Per Agrinsieme la tardiva emanazione del decreto ministeriale coi criteri per la definizione dei contributi ha creato grandi disagi per il pagamento della I rata, che scade il 16 luglio. Se non fosse possibile il rinvio, si invoca «in subordine di non applicare sanzioni in caso di ritardo nei pagamenti». 


«Accordare una congrua proroga così da permettere alle nostre sedi di effettuare gli adempimenti previdenziali e contributivi previsti senza dover gravare in modo oneroso sulle aziende; nell’impossibilità di arrivare a una soluzione di questo tipo, chiediamo in subordine di non applicare sanzioni in caso di ritardo nei pagamenti».
Si conclude con questa duplice richiesta il comunicato stampa odierno di Agrinsieme in cui vengono denunciati i disagi lamentati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli riguardo al pagamento della prima rata dei contributi agricoli obbligatori.
Come viene spiegato dal coordinamento di Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, «in prossimità della scadenza del 16 luglio 2020, termine ultimo per il pagamento della prima rata dei contributi agricoli obbligatori a carico di coltivatori diretti, coloni, mezzadri e imprenditori agricoli professionali dovuti per l’anno 2020», moltissimi operatori stanno incontrando forti difficoltà nell’espletare le pratiche. Ciò è dovuto, in particolare, ai «ritardi nell’emanazione del decreto ministeriale recante i criteri per la definizione dei contributi obbligatori, che hanno fatto conseguentemente slittare la predisposizione sul portale INPS dei modelli F24 con causale LAA (lavoratori agricoli autonomi) per i pagamenti». 
«La ristrettezza delle tempistiche - precisa Agrinsieme - unita a diverse problematiche di carattere tecnico, quali interruzioni di servizio del sistema, sta creando non poche difficoltà nei processi legati al controllo e alla stampa del modello necessario alla predisposizione della prima rata dei contributi LAA entro il termine del 16 luglio». 

L.S.