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Presentata ieri l’iniziativa di Eataly, Federdoc, Qualivita, Origin Italia e Treccani per la valorizzazione dei nostri prodotti DOP IGP. E’ la prima tappa di un’intesa per promuovere il made in Italy agroalimentare nel mondo. Il sottosegretario al Ministero degli esteri Di Stefano: «l’agroalimentare è la prima filiera dell’economia italiana con 538 miliardi di euro di fatturato e il secondo comparto per volumi di export con 44,6 miliardi di euro».
Un percorso divulgativo completo sulle oltre 830 denominazioni italiane del settore agroalimentare e vitivinicolo, fra DOP e IGP, che va dalle caratteristiche organolettiche dei prodotti, agli elementi di tracciabilità e sicurezza alimentare, fino a toccare alcuni di quegli elementi storici e culturali a cui essi si sono legati nel tempo: monumenti, opere letterarie, personaggi storici, caratteristiche dell’ambiente e del territorio.
Questo, in breve, il progetto “I capolavori a denominazione di origine” che Eataly, Federdoc, Origin Italia, Qualivita e Treccani hanno presentato ieri in digitale. Il primo frutto del nuovo accordo per la promozione del made in Italy agroalimentare di qualità nel mondo fra questi soggetti: Treccani, con il suo grande patrimonio culturale, la Fondazione Qualivita con il suo sistema di conoscenza sulle Indicazioni Geografiche, Eataly e la sua capacità di dialogare con i consumatori su scala globale, Federdoc e Origin Italia in rappresentanza del mondo dei Consorzi di Tutela dei prodotti DOP e IGP.
Il progetto sui “capolavori a denominazione di origine” si manifesta all’interno degli store italiani di Eataly come racconto dell’eredità culturale dei prodotti fruibile grazie a grandi pannelli illustrati, mentre gli aspetti più attuali delle produzioni sono affidati a un “manuale” contenente l’elenco aggiornato delle denominazioni italiane, a una brochure di approfondimento delle produzioni di qualità europee e del significato dei marchi DOP IGP e a etichette dotate di QR-code presenti sugli scaffali che accolgono i prodotti DOP IGP.
Attraverso la galleria esposta tra gli scaffali di Eataly i consumatori sono accompagnati con immagini e testi, alla scoperta del “DNA culturale” delle Indicazioni Geografiche italiane. Sui capolavori a denominazione d’origine ci saranno informazioni che vanno dal geniale macchinario inventato da Leonardo da Vinci per la trasformazione dell’antenato dell’olio Toscano IGP al ruolo del Barolo DOP nella rete diplomatica di Cavour, passando per i suoli vulcanici dell’Etna, patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2013, e fattore vitale per la nascita del Pistacchio Verde di Bronte DOP e dei vini Etna DOP. Attraverso l’utilizzo di QR-code ben visibili sulle etichette dei prodotti a scaffale, l’iniziativa apre percorsi di conoscenza sulle produzioni e sui territori e rende accessibili “schede prodotto” multimediali, pubblicate sulla piattaforma qualigeo.eu, con le principali informazioni sulle denominazioni come metodo di lavorazione, storia, normative, caratteristiche nutrizionali e organolettiche.
Una possibilità dunque di approfondimento a trecentosessanta gradi che, in linea con la nuova strategia europea del “Farm to Fork”, ambisce a un consumatore consapevole interessato a etichette intelligenti e materiali informativi di qualità. Un’iniziativa che parte dall’Italia per coinvolgere progressivamente gli altri store di Eataly presenti in oltre 15 paesi nel mondo. E che ha un impatto economico di primaria importanza, visto che, come ha ricordato il sottosegretario al Ministero degli esteri Manlio Di Stefano, «l’agroalimentare rappresenta la prima filiera dell’economia italiana, con 538 miliardi di euro di fatturato, pari al 25% del Pil nazionale, e il secondo comparto per volumi di export, con 44,6 miliardi di euro. Questi risultati sono raggiunti anche grazie a una produzione che mette l’accento sulle specificità del nostro territorio e fa della qualità la propria bandiera».
L.S.
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Ci sono 2,5 milioni di euro in più rispetto al 2019 nel bando “Ocm Vino – Promozione” della Regione Toscana per promuovere il vino della campagna 2020-2021 su mercati esterni all’Unione Europea, che dopo Brexit includono il Regno Unito. L’assessore all’agricoltura Saccardi: «in un momento di difficoltà per l’emergenza sanitaria vogliamo sostenere il comparto vitivinicolo toscano, forte di un valore dell’imbottigliato ex-fabrica di circa 1 miliardo di euro». Le novità del bando e i requisiti per essere ammessi. Avviso di presentazione progetti entro fine ottobre.
Tredici milioni e mezzo di euro per promuovere il vino toscano sui mercati internazionali. Con 2,5 milioni in più rispetto al 2019, è questa la somma destinata al bando "OCM Vino – Promozione" promosso dalla Regione Toscana per lanciare e portare avanti la campagna vitivinicola 2020/2021 sui mercati esterni all'Unione Europea.
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All’assemblea di Origin Italia 70 Consorzi di tutela in rappresentanza di 80 mila imprese del comparto DOP IGP. La ministra Bellanova: «patti di filiera e punti di equilibrio con la grande distribuzione per la valorizzazione dei prodotti di eccellenza». Il presidente di Origin Italia Baldrighi: «ristorazione in difficoltà, ma grandi margini di sviluppo, in compagnia anche di MacDonald» e «gdo forte ora, ma non tutti i prodotti sono adatti a questo canale, anche per pratiche commerciali svalorizzanti». De Castro: «il Food&Wine europeo vale 75 miliardi e i prodotti certificati sono venduti a un prezzo doppio». Confagricoltura: «il patrimonio DOP e IGP italiano ha superato nel 2019 i 16 miliardi di euro, in crescita del 6%, con l’export a oltre 9 miliardi: con questi numeri ruolo sempre più strategico».
«Per valorizzare i prodotti agroalimentari di qualità è nostra intenzione promuovere tavoli di confronto tra i consorzi di tutela e la Gdo per favorire il potenziamento della comunicazione ai cittadini in merito al valore aggiunto che hanno i prodotti a denominazione di origine. Dovranno essere trovati punti di equilibrio con la grande distribuzione, dovranno essere introdotti patti di filiera per la crescita e la valorizzazione dei nostri prodotti di eccellenza. OriGIn Italia, quale organizzazione dei consorzi italiani, sarà chiamata ai tavoli in cui saranno assunte decisioni operative per la crescita del sistema delle indicazioni geografiche».
Redazione
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Massimiliano Giansanti rieletto presidente di Confagricoltura. Entrano fra i 9 componenti dell’esecutivo Lamberto Frescobaldi, presidente dell’omonima azienda vitivinicola toscana, e Filippo Schiavone, cerealicoltore, presidente di Confagricoltura Foggia e membro del cda di Mutua Fima.
«Con l’impegno di tutti saremo in grado di aumentare la capacità di produzione dell’agricoltura italiana, al fine di raggiungere la sovranità alimentare. Un traguardo ambizioso, ma a portata di mano, per accompagnare le nostre aziende verso la massima capacità competitiva, garantendo la redditività delle imprese agricole e la valorizzazione del Made in Italy».
E’ quanto dichiarato oggi da Massimiliano Giansanti dopo essere stato confermato presidente di Confagricoltura per acclamazione. Era l’unico candidato e guiderà la più longeva organizzazione professionale agricola per il prossimo quadriennio.
Romano, 46 anni, Massimiliano Giansanti è presidente di Agricola Giansanti srl e amministratore del Gruppo aziende agricole Di Muzio, con imprese agricole nelle province di Roma, Viterbo e Parma. Da un mese è anche vicepresidente del Copa, il Comitato delle organizzazioni agricole europee. Giansanti era entrato nel 2011 nella Giunta esecutiva di Confagricoltura dopo essere stato, precedentemente, presidente degli agricoltori romani e vicepresidente di Confagricoltura Lazio.
«Sono stati tre anni di intenso lavoro – ha detto il neo presidente - l’ultimo, quello che ha coinciso con il centenario della nostra associazione, condizionato anche dall’emergenza sanitaria che ha messo a dura prova il settore agroalimentare, rimettendolo al centro dell’economia. Ci aspettano sfide importanti e per affrontarle abbiamo intrapreso un percorso in cui il confronto, la condivisione delle scelte e la possibilità di misurarsi devono essere un obiettivo comune per rendere Confagricoltura ancora più efficiente e autorevole».
L'assemblea ha anche eletto i nove componenti della giunta: entrano nell’esecutivo Lamberto Frescobaldi, presidente dell’omonima azienda vitivinicola toscana e consigliere dell’Accademia dei Georgofili; Filippo Schiavone, cerealicoltore, presidente di Confagricoltura Foggia, già vicepresidente dei Giovani Agricoltori Anga e attuale componente del consiglio di amministrazione di Mutua Fima, nonché vicepresidente della camera di commercio di Foggia.
Riconfermati Luca Brondelli Di Brondello, imprenditore cerealicolo e viticolo, al vertice degli agricoltori di Alessandria e di Enapra, l'ente di formazione di Confagricoltura; Marco Caprai, vitivinicoltore, già presidente di Confagricoltura Umbria; Giordano Emo Capodilista, imprenditore vitivinicolo, vicepresidente vicario di Confagricoltura Veneto, già presidente di Confagricoltura e Anga Padova e del Consorzio Vini Colli Euganei Doc; Sandro Gambuzza, siciliano, operante nei comparti orticolo e olivicolo, già presidente di Confagricoltura Ragusa e della Camera di Commercio di Ragusa, attuale presidente di SAC spa (aeroporto internazionale di Catania) e consigliere della Camera di Commercio del Sud Est della Sicilia; Matteo Lasagna, allevatore, vicepresidente uscente di Confagricoltura, già presidente di Confagricoltura Mantova e di Confagricoltura Lombardia, consigliere di Confidi Systema; Giovanna Parmigiani, imprenditrice zootecnica, già vicepresidente di Confagricoltura Piacenza e presidente della Federazione Nazionale di Prodotto di Allevamenti Suini, consigliere del Consorzio dei Salumi tipici piacentini; e Rosario Rago, imprenditore orticolo specializzato nelle IV gamma, vicepresidente di Confagricoltura Salerno e di Confagricoltura Campania.
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Riflessione della “Commissione Donne” del Copa-Cogeca, in occasione dell’odierna 13^ Giornata internazionale delle donne rurali, sulla strategia europea per l’uguaglianza di genere e sui modi di supportarla nel settore agricolo. Le donne rappresentano il 30% del totale di titolari o gestori di aziende agricole, ma l’80% sono classificate “mogli di agricoltori”. Per la presidente Lotta Folkesson: «se forniamo alle donne in agricoltura i giusti strumenti e opportunità, non solo possiamo liberare il loro pieno potenziale, ma ne trarrà enorme beneficio anche la vitalità delle nostre aree rurali».
«Le donne impegnate in agricoltura o “donne rurali” sono la spina dorsale delle nostre aree rurali e spesso hanno un ruolo multifunzionale oltre a gestire le proprie aziende agricole o lavorare nelle aziende agricole di famiglia. Le “donne rurali” sono anche madri, casalinghe ed educatrici, ma il loro contributo all'economia rurale e alla forza lavoro è spesso trascurato quando non addirittura invisibile nell’ambito del settore».
Redazione