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Lo comunica il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, esprime grande soddisfazione per il chiarimento relativo al florovivaismo arrivato da Palazzo Chigi, spiegando che “è consentita la vendita al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, ammendanti e di altri prodotti simili”, poiché rientra nelle attività di produzione, trasporto e commercializzazione di prodotti agricoli ammesse dall’art. 1, comma 1, lettera f), del Dpcm del 22 marzo 2020.


“Il Governo - spiega Agrinsieme - è venuto incontro alle nostre pressanti richieste per il settore florovivaistico, che ha un giro d’affari di circa 2,5 miliardi di euro l’anno, occupando circa centomila addetti in tutta la Penisola, e che in queste settimane di emergenza ha perso gran parte del fatturato annuale, a causa dello stop delle vendite in una stagione cruciale”.
“Il chiarimento arrivato dal Governo dovrà ora essere puntualmente dettagliato, ma sicuramente permette già da subito di dare fiato al comparto, scongiurando così la totale perdita di produzione ed economica delle 27mila imprese florovivaistiche italiane”, aggiunge il Coordinamento, secondo cui “si tratta di un primo grande risultato, frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto tutte le nostre strutture, sollecitando la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, che ringraziamo per essersi spesa a favore del comparto”.

Redazione

Lettera inviata oggi dalla ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova al premier Conte e ai ministri Gualtieri e Speranza in cui chiede un intervento risarcitorio straordinario per il florovivaismo e anche di valutare lo sblocco delle vendite, in condizioni di sicurezza, nei garden center e nella gdo. L’Associazione vivaisti italiani ringrazia e spiega che a fine anno le perdite potrebbero essere di 1 miliardo di euro. 


La ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova ha scritto oggi al presidente del consiglio Giuseppe Conte per chiedere un «intervento risarcitorio» straordinario per salvare il settore florovivaistico, che segnala di aver già subito una perdita di oltre 250 milioni di euro per via dell’emergenza Coronavirus. 
Il florovivaismo italiano, che ha un giro d’affari annuo attorno a 2,5 miliardi di euro, è in questo momento sostanzialmente bloccato: le piante e i fiori non sono stati giudicati beni primari e quindi non possono essere più venduti nei canali principali, che vanno dai garden center ai fiorai sino alla grande distribuzione. E anche l’export è quasi paralizzato per i fermi e problemi alle frontiere. Tutto ciò nei tre mesi dell’anno, marzo-aprile-maggio, che valgono ben oltre la metà del fatturato annuale. Per alcune aziende anche il 100%. Se si continua così, secondo una stima di fonte ministeriale, a fine anno le perdite del settore ammonteranno a 1 miliardo di euro. 
Nella sua lettera a Conte, che è indirizzata anche ai ministri dell’economia Roberto Gualtieri e della salute Roberto Speranza, Teresa Bellanova, dopo aver ribadito la priorità della cura della salute dei cittadini e del rafforzamento del sistema sanitario, ha messo in evidenza che il florovivaismo è uno dei settori che «sta registrando il più alto livello di danni», facendo capire la catastrofe economica che seguirebbe al collasso della filiera del verde. «Mi preme sottolineare – ha scritto il ministro delle politiche agricole al presidente Conte – che parliamo di un prodotto deperibile, già programmato e che avrebbe un costo di smaltimento imputato a carico delle aziende e dei consorzi che già oggi sono in difficoltà». 
Bellanova ha fatto anche un’altra richiesta: «credo vada approfondita la possibilità di consentire la vendita dei prodotti florovivaistici all’interno dei garden center o ipermercati in condizioni di sicurezza per le persone che vi lavorano e per i cittadini».
Venuta a conoscenza di tale lettera, l’Associazione vivaisti italiani, per bocca del presidente Luca Magazzini, ha subito ringraziato la ministra per il sostegno al settore e rivolgendosi al presidente del consiglio e ai ministri dell’economia e della salute ha sottolineato che «in realtà, come confermato dalle valutazioni di tecnici anche ministeriali, la stima delle perdite si prefigura purtroppo più alta: intorno a 1 miliardo di euro a fine anno. E sarà ancora più alta se tale tracollo finanziario si trasformerà in chiusura definitiva di molte delle 24 mila aziende che ne fanno parte». 

L.S.



Il direttore di Confagricoltura Pistoia Daniele Lombardi ha organizzato una task force per dare una mano ai vivaisti e a tutti gli agricoltori degli altri settori ad affrontare al meglio l’emergenza Coronavirus. Roberto Orlandini: «la nostra agricoltura ha affrontato e superato in passato altre calamità e ce la farà anche stavolta». Vannino Vannucci: «abbiamo adottato le misure per tutelare le persone che lavorano con noi», «ci auguriamo che siano trovati rapidamente idonei strumenti di sostegno, anche di carattere economico e finanziario, per sopravvivere» e che «il settore legato alla produzione di piante vive ornamentali sia considerato alla pari dei comparti agro-alimentari».


«Invito gli agricoltori nostri associati di ogni settore, a cominciare dai vivaisti particolarmente colpiti dalla crisi, ma anche tutti gli altri, dalla viticoltura all’olivicoltura, a non farsi spaventare dal bombardamento di notizie di questi giorni sull’emergenza Coronavirus e a restare calmi rivolgendosi ai nostri uffici dove lavora uno staff dinamico e concreto che saprà dare risposte utili e consigli a tutti. L’agricoltura ha affrontato e superato in passato altre calamità e ce la farà anche stavolta».
A dichiararlo è il presidente di Confagricoltura Pistoia Roberto Orlandini, che aggiunge: «i nostri uffici, anche se chiusi fisicamente, sono sempre aperti con il lavoro a distanza e online, a disposizione anche telefonicamente per tutte le richieste e i dubbi che possono sorgere in questi momenti concitati agli agricoltori associati di tutti i comparti. Il nostro è un punto di riferimento importante, perché è difficile estrapolare le informazioni veramente utili in un momento in cui il rapido susseguirsi di notizie e grida d’allarme può disorientare chiunque».
Il direttore Daniele Lombardi segnala che in questi giorni è stato creato un gruppo di lavoro, da lui coordinato, specificamente dedicato alle problematiche legate alle conseguenze dell’emergenza epidemiologica Covid-19: dai problemi da risolvere, per esempio per adottare le misure di sicurezza e tutela della salute, alle modalità per accedere agli aiuti che il Governo sta via via mettendo in campo, sul fronte prettamente fiscale ma non solo.



Con riferimento al settore florovivaistico, il più colpito per via dello stop a gran parte dell’export e soprattutto per la chiusura dei garden center ormai non solo italiani, il vice presidente di Confagricoltura Pistoia Vannino Vannucci afferma: «siamo anche noi certi che ce la faremo a superare questa grave emergenza» e «nel settore floro-vivaistico abbiamo ovviamente aderito a tutte le disposizioni governative, per tutelare la salute di tutte le persone che lavorano con noi e per noi». «Tuttavia – aggiunge Vannucci - non possiamo, non essere preoccupati per la grande responsabilità che abbiamo nei confronti di migliaia di famiglie, anche sotto il profilo economico e finanziario. Pertanto ci auguriamo che possano essere trovati rapidamente idonei strumenti di sostegno, anche di carattere economico e finanziario, che possano permettere a tutte le aziende del comparto di sopravvivere».
«Inoltre sarà fondamentale considerare il settore floro-vivaistico legato alla produzione di piante vive ornamentali – prosegue Vannucci - al pari dei settori agro-alimentari, poiché il nostro futuro dipenderà anche da questo tipo di produzione specializzata. Allo stesso modo, nonostante il fermo totale della domanda mondiale, dovremo continuare a garantire quotidianamente la sopravvivenza delle piante stesse in vivaio, avvalendosi di personale specializzato, affinché non vadano perdute intere produzioni pluriennali».
Per contattare gli uffici di Pistoia, compreso il gruppo di lavoro sull’emergenza Covid-19, scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e telefonare al centralino 0573/21231 dal lunedì al venerdì (ore 9 – 13).

Redazione

La ministra Bellanova risponde all’sos del florovivaismo: «attenzione alta, rapidamente misure compensative mirate». Agrinsieme ringrazia e chiede le compensazioni già nella conversione del DL “Cura Italia” e «strumenti per sbloccare le vendite» nel rispetto della tutela della salute.


Una dichiarazione del ministro delle politiche agricole Teresa Bellanova per rassicurare il settore del florovivaismo in risposta alle molte grida d’allarme giunte in questi giorni da tutti i soggetti della filiera del verde colpiti dagli effetti disastrosi dell’emergenza epidemiologica Coronavirus: i problemi alle frontiere, ma ancor più la chiusura dei canali di vendita dei loro prodotti, le piante e i fiori, in Italia dappertutto (a parte l'online), ma ormai sempre di più anche in altri Paesi europei. E a stretto giro di posta la replica di uno dei soggetti più rappresentativi della filiera florovivaistica quale Agrinsieme, che ha ribadito il quadro della situazione tracciato in un comunicato del 13 marzo (vedi) e ha colto l’occasione per specificare subito le due richieste più urgenti.
E’ il botta e risposta, cordiale ma su sfondo drammatico, che si è sviluppato oggi sul fronte di una crisi in cui rischia di sparire il 60% circa dei ricavi annuali dell’intero sistema florovivaistico, con perdite che potrebbero arrivare al 100% per i florovivaisti specializzati in produzioni primaverili. Un disastro economico di proporzioni gigantesche se si pensa che il florovivaismo italiano, con una superficie coltivata di 29mila ettari, 27mila aziende produttrici e 100mila persone impiegate, produce un giro d’affari di circa 2,5 miliardi di euro l’anno, per un valore che rappresenta oltre il 5% della produzione agricola totale. 
«Conosciamo le difficoltà del settore – ha dichiarato nel primo pomeriggio la ministra Bellanova - e voglio assicurare tutti i florovivaisti e i floricultori italiani: la situazione che sta soffrendo il comparto è oggetto della massima attenzione e cura. Troveremo rapidamente misure compensative mirate. Nulla andrà perduto né in termini di sostegno immediato né in termini di prospettiva per le aziende del settore. Quando parliamo di misure per l'agricoltura, parliamo anche di florovivaismo. Che rappresenta una quota significativa e strategica del nostro segmento agricolo, ed è ben presente tra le priorità, compatibilmente con una emergenza e una crisi senza precedenti».
A poche ore di distanza è arrivato un comunicato con la risposta di Agrinsieme, il coordinamento che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e che nei giorni scorsi aveva scritto alla responsabile del Dicastero dell’agricoltura chiedendo interventi immediati a sostegno del comparto. «Ringraziamo la ministra – si legge - per le importanti rassicurazioni che ha fornito in merito alla situazione del florovivaismo nazionale, la cui tenuta è a serio rischio a causa del protrarsi dell’attuale situazione emergenziale legata alla pandemia del COVID-19, o Coronavirus. Auspichiamo che queste misure possano essere assunte quanto prima, magari già in sede di conversione del decreto legge “Cura Italia” da oggi in vigore e che purtroppo non contiene ancora misure specifiche».
Per Agrinsieme occorre tener presente «la particolarità del comparto», nel quale «le imprese florovivaistiche sono nell’impossibilità di mettere il personale in cassa integrazione senza danneggiare la produzione». «Le aziende florovivaistiche vivono inoltre il paradosso – prosegue Agrinsieme - che possono continuare a produrre, senza avere di fatto alcuna possibilità di commercializzare i loro prodotti, che hanno una forte deperibilità, alla stregua degli altri comparti della filiera alimentare. Insieme ai sussidi che la ministra ha annunciato, chiediamo pertanto che si mettano in atto degli strumenti per sbloccare le vendite, pur nel rispetto di tutte le disposizioni a tutela della salute previste dai decreti governativi, facendo un appello ai nostri potenziali clienti, come la grande distribuzione». «Guardiamo con fiducia alle misure compensative annunciate dalla Ministra – conclude Agrinsieme -  a sostegno di un comparto che, come purtroppo molti altri, sta pagando a caro prezzo gli effetti del mercato fermo, del completo azzeramento degli eventi, della chiusura dei mercati ambulanti rionali, ma anche e soprattutto delle numerose disdette provenienti dal mercato estero, legate alla disinformazione, allo stop di importanti piazze di contrattazione, alle difficoltà dei trasporti nonché a fenomeni di opportunismo e concorrenza sleale».

L.S.



La scadenza per presentare le domande viene posticipata al 18 maggio 2020. I budget per i due bandi sono di 18 milioni per i distretti del cibo e 13 per i distretti-Xylella.


Questa la soluzione a causa dell'emergenza Coronavirus per i bandi sui distretti del cibo e sui contratti di distretto per la Xylella fastidiosa. Il MIPAAF ha infatti prorogato al 18 maggio 2020 i termini per la presentazione delle domande per l'accesso ai due bandi.
«La decisione - si legge in una nota del Mipaaf - intende garantire al massimo il diritto delle imprese a partecipare ai bandi, salvaguardando la salute delle persone coinvolte nella fase di progettazione degli investimenti. Con lo stesso obiettivo il Mipaaf sta garantendo un costante aggiornamento delle FAQ legate ai bandi, chiarendo tutti gli aspetti che vengono richiesti dalle aziende».
I bandi finanziano progetti da 4 a 50 milioni di euro di investimenti con un'ampia tipologia di spese ammissibili.
Nel dettaglio il Contratto di distretto punta a promuovere lo sviluppo, la coesione e l'inclusione sociale, favorire l'integrazione di attività caratterizzate da prossimità, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l'impatto ambientale delle produzioni, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari.
Per quanto riguarda invece il Contratto di distretto-Xylella, oltre quanto già delineato per il contratto di distretto in generale punta a mettere in piedi un programma di rigenerazione dell'agricoltura nei territori colpiti dal batterio Xylella fastidiosa, anche attraverso il recupero di colture storiche di qualità.
Le risorse disponibili per il finanziamento in conto capitale ammontano a 18 milioni di euro per il bando dei distretti del cibo e a 13 milioni di euro per il distretto Xylella, che utilizza fondi diversi rispetto allo stanziamento di 300 milioni di euro del Piano recentemente approvato in Conferenza Stato-Regioni.
«Laddove - conclude la nota del ministero delle Politiche agricole - la richiesta di fondi superasse la disponibilità, è previsto un tetto massimo al contributo a fondo perduto per singolo programma di investimenti pari a 2,5 milioni di euro».

Redazione