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Al via domani in alcuni istituti della provincia un progetto educativo dell’Associazione vivaisti italiani e della Fondazione Pofferi di Pistoia. Il programma prevede incontri frontali, un opuscolo e video dimostrativi, e in seguito visite guidate nei vivai. Il presidente dell’Associazione vivaisti italiani (Avi) Luca Magazzini: «investiamo nella formazione dei ragazzi, con un soggetto specializzato nella prevenzione dei tumori, sia per diffondere una cultura del verde più scientifica sia perché abbiamo bisogno di nuove leve e giovani professionalità nel Distretto vivaistico ornamentale pistoiese».
Far conoscere meglio ai giovani adolescenti pistoiesi un importante settore economico del territorio quale il vivaismo ornamentale, fornendo loro anche gli strumenti critici per una valutazione scientificamente consapevole dell’impatto che le attività vivaistiche e i loro prodotti, le piante, hanno sull’ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini. Senza dimenticare l’intento di convincerne alcuni a prendere in considerazione questo comparto come sbocco lavorativo e opportunità di crescita professionale.
Redazione
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Il sindaco di Pescia ha visitato la sede del Mercato dei fiori della Toscana (Mefit), dove è terminato anche l’intervento da 2 milioni di euro di messa in sicurezza della struttura con la sostituzione degli stralli ad opera di una ditta milanese. Il 15 gennaio il tavolo tecnico comunale per l’agricoltura e il verde affronterà il tema delle nuove tariffe del Mefit.
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Ri-Genera ha come obiettivo quello di riqualificare capannoni dismessi ed edifici abbandonati come caserme, magazzini e case cantoniere creando serre verticali a coltivazione idroponica, ovvero fuori suolo, che garantiscono una maggiore produzione di verdure con minimo consumo di acqua e senza uso di pesticidi. Tra i firmatari Coldiretti Padova, Parco Scientifico e Tecnologico Galileo, Advance Srl, Idromeccanica Lucchini Spa e Gentilinidue.
Il progetto, promosso da ENEA in Veneto, si basa sul sistema “Arkeofarm” creato in collaborazione con Idromeccanica Lucchini, che consente coltivazioni orticole intensive verticali. Come spiega Gabriella Funaro, ricercatrice ENEA: «Nella serra sono impiegate tecniche idroponiche avanzate in ambiente chiuso e climatizzato, con illuminazione artificiale integrale a led che può essere ad altissima automazione grazie a sistemi robotizzati per tutte le operazioni, dalla semina alla raccolta fino al confezionamento».
Il sistema “Arkeofarm” è facilmente adattabile sia in edifici privi di particolari qualità, anche completamente ciechi, sia in edifici storici o con vincoli architettonici perché permette di lasciare inalterato l’involucro entro cui viene inserito il sistema di coltivazione.
Le coltivazioni sono realizzate con scaffalature sovrapposte che minimizzano gli spazi ed eliminano i rischi e le incognite del clima e delle malattie che invece gravano in modo rilevante nell’agricoltura outdoor. L’utilizzo delle luci a led che riproducono lo spettro solare accelerano la fotosintesi consentendo alle piante una rapida crescita con qualità organolettiche e nutritive ottimali.
Dalla collaborazione tra ENEA e Idromeccanica Lucchini è nato anche un modello di vertical farm mobile, chiamato “BoxXLand” per la coltivazione in container di prodotti orticoli in verticale e fuori suolo a ciclo chiuso. «Anche in questo caso - continua Funaro - non vengono utilizzati insetticidi e l’ambiente è illuminato con luce a led, mentre irrigazione e condizionamento dell’aria sono gestiti da un software».
Entrambi i modelli possono essere utilizzati per riqualificare intere aree periferiche degradate con una nuova destinazione d’uso a fini produttivi, stimolando la nascita di distretti agroalimentari avanzati.
«L’interesse riscosso da Ri-Genera da parte di aziende private e di istituzioni del nord Italia - conclude Funaro - ci fa ben sperare che il progetto possa essere esportato dal Veneto al resto del territorio nazionale e anche all’estero. Per questo abbiamo previsto attività volte ad aumentare la consapevolezza di produttori e consumatori, oltre che delle istituzioni, sui benefici delle tecniche di coltivazione idroponica e di vertical farming a livello di sostenibilità ambientale, economica e sociale».
Il primo prototipo di vertical farm è stato realizzato da ENEA in occasione di Expo 2015 a Milano ed è stato esposto in numerose fiere nazionali ed internazionali del settore agroalimentare.
Redazione
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Ieri è stata presentata la strategia nazionale sul risparmio idrico, la tutela territoriale e la lotta al dissesto idrogeologico. In pratica 67 interventi in corso di realizzazione e 52 da attivare nel 2020 per oltre un miliardo di euro di risorse complessive. Bellanova: «Acqua risorsa centrale in agricoltura. Strategiche le politiche di gestione e tutela. Italia shock significa questo: investire presto e bene le risorse. Sbloccare i cantieri per far ripartire il paese».
Una programmazione imponente, per risorse investite, impatto dei cantieri avviati, territori coinvolti: è quella della Strategia nazionale per il risparmio idrico, la tutela territoriale, la lotta al dissesto idrogeologico del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali illustrata stamane dal Dipartimento Politiche europee e internazionali e per lo Sviluppo Rurale del Mipaaf alla presenza della Ministra Teresa Bellanova.
Suddivisa nei bienni 2018-2019 e 2020, la Strategia ha visto nel primo biennio finanziati sessantasette progetti di rilevanza nazionale nel settore della bonifica e del risparmio idrico in agricoltura per complessivi 629 milioni di euro attraverso il Programma di sviluppo rurale nazionale(PSRN); il Fondo sviluppo e coesione; la Legge di bilancio (infrastrutture strategiche) 2017 che aveva istituito il Fondo per le infrastrutture strategiche.
Tutti in fase di esecuzione: l'immediata cantierabilità era infatti una delle condizioni per partecipazione alla selezione indetta, il che ha consentito ai beneficiari, in gran parte Consorzi di bonifica, di essere immediatamente operativi.
Nel 2020 a partire dalle prossime settimane, al via una nuova importante tranche di interventi, per circa 500 milioni di euro e la realizzazione di 52 progetti, grazie anche all'importante lavoro di attrazione delle risorse svolto dal Mipaaf in questi mesi.
Nella Strategia nazionale illustrata stamane rientrano inoltre la Banca dati degli Investimenti irrigui e il Sistema Informativo nazionale per la gestione della risorsa idrica in agricoltura. Realizzata nel2018 dal CREA in collaborazione con le Regioni la Banca Dati, obiettivo dellaBanca dati è supportare nella maniera più ampia possibile la programmazione degli interventi finalizzati alla riduzione dei rischi in agricoltura, sia in relazione alla scarsità idrica, sia al dissesto. Anche attraverso la connessione con il Sistema informativo nazionale per la gestione della risorsa idrica in agricoltura (SIGRIAN), anch'esso gestito dal CREA, database nazionale unico di riferimento per la raccolta di dati e informazioni sull'uso irriguo dell'acqua a scala nazionale, importante anche nella definizione di modelli di certificazione sulla sostenibilità, in particolare per quanto concerne l'utilizzo della risorsa idrica (cosiddetta impronta idrica).
«Come illustrato - ha detto nel suo intervento conclusivo la Ministra Bellanova - una parte consistente dei fondi utilizzati per l'attuazione dei progetti rinviene da quel Fondo Infrastrutture costituito con la Legge di bilancio del 2017, che non a caso individuava proprio nel dato infrastrutturale nel nostro Paese uno dei punti, se non quello più rilevante e strategico, sui cui intervenire senza indugi. Era la stessa logica che aveva informato e dato vita a due intuizioni straordinarie poi sciaguratamente cancellate: Casa Italia e Italia Sicura.
Straordinarie perché, dinanzi a cambiamenti climatici così evidenti e dagli esiti spesso devastanti, con le gelate al sud e la siccità al nord, e alla pervasività del dissesto idrogeologico, non possiamo pensare di agire solo quando il disastro è accaduto.
Per questo, in virtù della lungimiranza che caratterizzava quelle strutture rivelatesi un successo, quanto presentiamo oggi lo leggo a giusta ragione in quel solco, ulteriore conferma della giustezza e valenza.
Quando parliamo di Italia shock, delle proposte che in questo mese presenteremo ai nostri partner di governo, diciamo: abbiamo le risorse, abbiamo i progetti immediatamente cantierabili, lavoriamo per mettere a valore presto e bene le une e gli altri. Non è civile un paese dove un'opera pubblica anche di pochi chilometri ha bisogno di anni per vedere la luce con un costo enorme per i cittadini e la loro qualità della vita.
Le decine di opere in fase di realizzazione che oggi stiamo illustrando dimostrano che è possibile. Qui l'abbiamo fatto e stiamo continuando a farlo,anche con una capacità forte di attrazione delle risorse per proseguire nel programma avviato, il che si traduce non solo, come è evidente, nel raggiungimento degli obiettivi individuati, contrasto al dissesto idrogeologico e riduzione dei rischi legati alla scarsità idrica, ma soprattutto in nuova salvaguardia e tutela del paesaggio».
Redzione
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E' morto ieri sera all'età di 93 anni Franco Scaramuzzi, presidente dell'Accademia dei Georgofili di Firenze fino al 2014.
Nato a Ferrara il 26 dicembre 1926, Scaramuzzi dal 1986 al 2014 è stato presidente dei Georgofili (prestigioso ente dedicato all'agricoltura) di cui manteneva la carica di presidente onorario. E' stato insignito di medaglia d'oro dal Presidente della Repubblica quale 'Benemerito per la Scuola e la Cultura' e nominato Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana.
Con rammarico la redazione di Floraviva, con l’editore Andrea Vitali, ricordano Franco Scaramuzzi intervistato più volte proprio quando, nel 2008, nasceva la rivista.
«Scaramuzzi - dice Vitali - ha interamente dedicato la propria vita allo studio, alla ricerca scientifica, all'organizzazione delle attività accademiche, legate alle scienze agrarie. Laureatosi nel novembre 1948, conseguì la libera docenza in Coltivazioni arboree nel 1954 e vinse la omonima cattedra nel 1959. E' stato eletto quattro volte Rettore dell'Università di Firenze, per 12 anni consecutivi (1979-1991). E' stato eletto membro del Consiglio di Presidenza e della Giunta Amministrativa del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) per il quadriennio 1972-1976. Fu poi eletto membro del CUN (Consiglio Universitario Nazionale) per due legislature, dal 1979 al 1986.
Aveva 32 anni quando, nel 1958, fu eletto Accademico Corrispondente dei Georgofili. E' stato poi eletto - continua Vitali - Accademico Ordinario nel 1965 ed Emerito nel 2000. E' stato chiamato a far parte del Consiglio Accademico nel 1979. Il Corpo Accademico lo ha eletto Presidente per 8 volte consecutive (1986, 1989, 1992, 1996, 2000, 2004, 2008 e 2012) rimanendo in carica per 28 anni (un arco di tempo inferiore solo a quello di Luigi Ridolfi 1871 - 1909).
A tutte le cariche suddette è stato sempre eletto dai colleghi con voto segreto; mai designato dall'alto. Non è mai stato iscritto ad alcun partito, dopo la tessera obbligatoria della ONB (Opera Nazionale Balilla)».
Redazione