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filiera del verde francese

«Le piante: un settore che conta». Questo il titolo di un paragrafo del recente dossier de presse predisposto dagli organizzatori del “Salon du Végétal”, la principale fiera professionale (e non solo) del florovivaismo e di tutta la filiera del verde francese (vedi). In esso vengono snocciolati alcuni numeri del comparto in Francia ricavati da un’infografica del 2022 di Val’hor, l’organizzazione interprofessionale della filiera green francese. Vediamoli.
Innanzi tutto l’intera filiera del verde, dai florovivaisti che producono piante e fiori sino ai fioristi e i giardinieri e paesaggisti, conta 52 mila aziende specializzate per 186 mila posti di lavoro e vale 15 miliardi di euro di fatturato annuo.
La produzione si attesta su 2.936 aziende per 16.581 posti di lavoro e vale 1,4 miliardi di fatturato. Le aziende vengono così suddivise. Vivaisti: 1.059 aziende per 7.150 posti di lavoro; orticoltura: 1.521 aziende per 8.039 posti di lavoro; fiori recisi: 343 aziende per 1.198 posti di lavoro; e bulbi: 13 aziende per 180 posti di lavoro.
La commercializzazione comprende 16.672 imprese per 55.909 posti di lavoro e vale 7,5 miliardi di euro di fatturato in tutto. Il commercio all’ingrosso, in cui operano 285 aziende per 2.434 posti di lavoro, vale 777 milioni di euro. Invece, nell’ambito del commercio al dettaglio, i garden center sono 1.610 imprese per 20.650 posti di lavoro e valgono 3,1 miliardi di euro di fatturato, mentre i fioristi sono 13.225 aziende pari a 26.562 posti di lavoro e 1,6 miliardi di fatturato.
Infine la voce “verde/paesaggio” annovera 31.300 aziende per 113.450 posti di lavoro e vale 6,6 miliardi di euro.
Da evidenziare inoltre che, come ricordato dall'analista Rud Wagenaar, la Francia importa prodotti ortoflorovivaistici per 917 milioni di euro e ne esporta solo 69 milioni di euro.

Redazione

specie autoctone di interesse forestale - forestazione

Pubblicato il decreto con le “Linee guida per la programmazione della produzione e l'impiego di specie autoctone di interesse forestale” anche in aree urbane. 

 
«Un quadro di riferimento omogeneo per la gestione delle diverse fasi attuative delle sempre più frequenti iniziative di rimboschimento e di creazione di nuovi boschi, anche in aree urbane e periurbane», in modo che «gli interventi siano realizzati nel rispetto della biodiversità forestale». 
Così un comunicato del Ministero delle Politiche Agricole del 13 luglio descrive le “Linee guida per la programmazione della produzione e l'impiego di specie autoctone di interesse forestale” approvate con decreto del 17 maggio 2022 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 12 luglio. L’obiettivo finale delle Linee guida, aggiunge il comunicato, è «avere foreste estese e resilienti, ricche di biodiversità, capaci di contribuire alle azioni di mitigazione e adattamento alla crisi climatica, offrendo benefici ecologici, sociali ed economici per le comunità rurali e montane, per i cittadini di oggi e per le prossime generazioni», che è poi lo «scopo principale della Strategia Forestale Nazionale». 
Come precisato nel testo delle Linee guida, esse «non si applicano agli interventi di realizzazione del verde urbano ornamentale quali la messa a dimora di piante nei giardini pubblici e privati e lungo le alberature dei viali, né agli impianti di arboricoltura da legno realizzati con specie esotiche o con cloni di pioppo (pioppicoltura specializzata), né agli interventi di piantagione di specie forestali con finalità di ricerca e sperimentazione i cui scopi non rientrino tra quelli elencati al punto 2». 
Dove il punto 2 elenca i seguenti tipi di intervento che devono fare riferimento alle Linee guida: 
- di rimboschimento, imboschimento e realizzazione di sistemi verdi; 
- di forestazione urbana e periurbana; 
- di mitigazione e compensazione, relativi a singoli progetti di trasformazione; 
- di miglioramento forestale, ripristino ambientale, recupero e realizzazione di aree verdi in genere; 
- per la realizzazione di aree verdi di rilevanza paesaggistica ed ambientale di interesse pubblico che concorrono alla costruzione delle reti ecologiche; 
- di piantagioni di specie autoctone per le produzioni legnose. 
Riguardo ai contenuti, come sintetizzato nella nota stampa del Mipaaf, in queste Linee guida «la qualità del materiale vivaistico forestale, sia in termini di provenienza sia in termini di adeguatezza all'ambiente in cui verrà messo a dimora, è ritenuta fondamentale per la riuscita degli impianti insieme alla necessità di un'adeguata programmazione degli interventi. Per questo sono stati introdotti alcuni elementi utili alla progettazione e all'affidamento di forniture vivaistiche e alla produzione del materiale vivaistico di specie di interesse forestale, insieme a uno schema tipo di Contratto di coltivazione».
Per ulteriori informazioni leggere il decreto in Gazzetta Ufficiale del 12 luglio (vedi) e il testo dell’allegato contenente le Linee guida (vedi).
 

Redazione

Slow Food - Carlo Petrini - Edward Mukiibi

All’8° Congresso Internazionale di Slow Food passaggio di testimone alla presidenza dal fondatore Carlo Petrini all’agronomo ugandese del 1986 Edward Mukiibi.

 
È nato in Uganda nello stesso anno in cui Carlo Petrini ha fondato a Bra il movimento il nuovo presidente di Slow Food, Edward Mukiibi: il 1986, l’anno delle proteste contro l'apertura di McDonald's a Roma.  
Il neo presidente Mukiibi, agronomo e agricoltore, educatore e imprenditore sociale, ha ricoperto il ruolo di vicepresidente di Slow Food dal 2014 fino a oggi. La sua nomina è avvenuta il 16 luglio scorso a Pollenzo (Bra, Cuneo) in occasione dell’8° Congresso Internazionale, momento di profondo cambiamento e rigenerazione per il movimento della chiocciola. 
Oltre 50 delegati dai 5 continenti riuniti nella sede dell’Università di Scienze Gastronomiche hanno rinnovato il consiglio di amministrazione affidando alla nuova leadership il compito di guidare il movimento Slow Food, che coinvolge 160 Paesi nel mondo, attraverso le numerose sfide che la produzione di cibo ci pone davanti, che sono ambientali, climatiche, politiche e sociali. Contestualmente, il cda ha appunto nominato il nuovo presidente. I delegati hanno anche deliberato il passaggio dalla forma associativa a quella di Fondazione di partecipazione Ets, riconosciuta dallo Stato italiano come Ente del Terzo Settore, che permette la partecipazione di una pluralità di soggetti, sia pubblici che privati, che ne condividono le finalità. Un rinnovamento iniziato durante il Congresso del 2017 a Chengdu per rendere Slow Food più aperto e inclusivo con l’obiettivo di affrontare nel modo migliore le sfide odierne rispettando le diversità di tutti i territori in cui il movimento è attivo.
«Il mondo di oggi – ha detto Carlo Petrini - è profondamente diverso da quello degli inizi del nostro movimento: c’è quindi bisogno di farci affiancare e indirizzare dalla creatività e dall'intuizione di soggetti nuovi capaci di interpretare il presente, per poi delineare la traiettoria che consentirà il raggiungimento di traguardi futuri».
Edward Mukiibi, agronomo con laurea triennale in Agricoltura e gestione del territorio conseguita presso la Makerere University di Kampala e master in Gastronomia all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, proviene dalla zona di Kisoga, un’area distante una quarantina di chilometri dalla capitale dell’Uganda Kampala, un tempo rurale e votata all’agricoltura per via dei terreni fertili e divenuta negli ultimi decenni un importante centro di commercio. La sua famiglia gestisce da sempre una fattoria e Mukiibi ha fin da giovane voluto proseguire l’attività dei suoi genitori. La nomina a presidente di Slow Food è il riconoscimento a un lavoro lungo anni, nel solco della sostenibilità, e simbolo della volontà di dar forma al futuro dell’agricoltura rigenerativa.  
Educatore nel campo dell’alimentazione e dell’agricoltura, Mukiibi si è impegnato nella diffusione e promozione di progetti sociali in questi ambiti. Il suo lavoro è volto a promuovere un sistema alimentare sostenibile, equo e giusto, e ha ottenuto diversi prestigiosi riconoscimenti. Inoltre è stato incluso nella categoria “Educatori” della classifica 50 Next Awards dalla rivista Forbes, che ha individuato gli under 35 anni che stanno plasmando il futuro della gastronomia.
«Anche le più piccole azioni messe in campo dalle nostre comunità sono portatrici di una speranza concreta e generano un impatto positivo sulle nostre vite, perché siamo una famiglia globale: ciò che riguarda uno di noi riguarda tutti, indipendentemente dalle differenze geografiche, sociali e culturali – ha dichiarato il neo presidente Edward Mukiibi -. Come Slow Food, è importante essere coscienti del fatto che una piccola azione intrapresa a livello locale può avere un impatto enorme altrove. Vorrei esortare ciascuno di noi a lavorare con lo stesso spirito di resilienza dimostrato durante la pandemia, con lo stesso senso di appartenenza e solidarietà, al fine di coinvolgere sempre più persone nelle nostre attività. Lo scopo rimane lo stesso: dar vita a un sistema alimentare che garantisca cibo buono, pulito e giusto a tutti». 
 

Redazione

Avviato il biocontrollo della cimice asiatica, che danneggia gli alberi da frutto e si è diffusa nel 2021, con i lanci di vespe samurai ad Arezzo e Lucca.
 

Dopo aver colpito negli anni scorsi numerosi comprensori agricoli del centro-nord Italia, con danni per centinaia di milioni di euro soprattutto alle coltivazioni di melo, pero, pesche e kiwi rendendo inutili i vari tentativi di controllo con mezzi chimici, nel 2021 la cimice asiatica o Halyomorpha halys, insetto nocivo per le piante e in particolare gli alberi da frutto, ha fatto registrare elevati livelli di presenza anche in Toscana, provocando «significativi danni che non è stato possibile contenere con interventi diretti di controllo».
Così dall’8 luglio scorso, con il rilascio dei primi esemplari di vespa samurai, come reso noto da un comunicato della Regione Toscana, il piccolo imenottero (nome scientifico Trissolcus japonicus) antagonista della cimice asiatica, il Servizio Fitosanitario regionale ha dato il via al proprio programma di lotta biologica alla cimice. Sono 12 i siti delle province di Arezzo e Lucca, identificati con l’aiuto delle associazioni professionali agricole, in cui i ricercatori del CREA hanno liberato dalle provette le piccolissime vespe samurai, insetti innocui sia per l’uomo che per gli animali domestici, ma anche per le api e altri insetti utili. Il meccanismo antagonistico è questo: la vespa depone le sue uova in quelle della cimice e la larva che ne nasce elimina quella della cimice stessa. In questa maniera non solo si elimina l’insetto nocivo, ma si accresce anche la popolazione di vespa samurai.
L’intervento è stato avviato dopo il via libera ministeriale al dossier scientifico presentato dalla Regione Toscana in collaborazione con il CREA Difesa e Certificazione. Nell’ambito del programma sono previste non solo verifiche mirate a valutare l’efficacia dell’azione di biocontrollo svolta dall’antagonista naturale, che viene allevato nei laboratori del CREA di Firenze, ma anche valutazioni ecologiche periodiche sugli effetti degli interventi su tutte le componenti degli ecosistemi agricoli.
Sul sito della Regione Toscana è disponibile un testo informativo sulla cimice asiatica (vedi) ed è possibile per i cittadini segnalare la presenza di cimici e di altri insetti nocivi per le piante qui.

Redazione

Il progetto di messa in sicurezza e parziale adeguamento alla normativa impiantistica e antincendio richiede 5,5 milioni di euro: 2,5 mln attesi dal Pnrr.

S’incomincia a definire meglio il quadro dei prossimi passi per risolvere le problematiche di messa in sicurezza e pieno adeguamento alla normativa antincendio del mercato dei fiori di Pescia, detto Mefit dal nome dell’azienda comunale che lo gestisce.
Il 7 luglio scorso, nell’ultimo comunicato prima del ritorno in sella al Comune di Pescia del sindaco Oreste Giurlani, il subcommissario prefettizio Maria Elda Spano ha reso noto di aver dato il via libera al «progetto di fattibilità tecnica ed economica finalizzato all’esecuzione dei lavori di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza e l’adeguamento normativo dell’immobile» del mercato dei Fiori di Pescia. Come precisato da Maria Elda Spano, si tratta del «completamento degli interventi urgenti di messa in sicurezza statica e strutturale dell’immobile e il parziale adeguamento alla normativa impiantistica e alla normativa antincendio degli impianti tecnologici e della struttura». Parziale, perché, «oltre agli interventi contemplati nell’attuale progetto di fattibilità tecnica ed economica, il Sub Commissario ritiene che sarà necessario nell’immediato futuro poter reperire ulteriori finanziamenti e contributi utili al definitivo completamento delle opere».
Ad ogni modo, come specificato dal subcommissario prefettizio, questi lavori di completamento della messa in sicurezza e di parziale adeguamento alla normativa impiantistica ed antincendio, costeranno complessivamente 5.499.375 € e si prevede che saranno finanziati per 2.000.000 € con i fondi stanziati dalla Regione (vedi), per 1.000.000 € con fondi propri del Comune di Pescia e per 2.499.375 € con i finanziamenti che il Comune di Pescia ha richiesto nel marzo 2022 nell’ambito dei fondi del Pnrr.
Maria Elda Spano ha dichiarato anche di aver ricevuto nei primi di luglio garanzie dai rappresentanti del Mefit sull’invio nei prossimi giorni «del richiesto cronoprogramma finalizzato alla riduzione del carico incendio del materiale presente nella struttura e sulla messa in campo di ulteriori misure per garantire la sicurezza, nelle more dell’effettuazione dei lavori di manutenzione straordinaria da parte del Comune di Pescia».
Ieri intanto il sindaco Giurlani ha spiegato, fra le altre cose, in una intervista a TVL Pistoia che questo piano da 5,5 milioni di euro è il primo lotto di un investimento totale di 9 milioni di euro per la messa a norma definitiva della struttura e che il primo intervento di questo primo lotto consisterà nella sostituzione di 22 delle funi che sorreggono la struttura (altrettante erano già state sostituite) e sarà finanziato con i 2 milioni della Regione, ma nel frattempo verranno fatti dei lavori più piccoli per mettersi in regola sul regolamento fumi e altre cose in modo da scongiurare la chiusura del mercato. Mentre per arrivare poi alla completa messa a norma della struttura, tramite gli ulteriori investimenti da 3,5 milioni di euro, si punta sul prossimo bando del Pnrr dedicato alle strutture logistiche.

L.S.