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Alla presentazione di Flormart 2022 i dati del florovivaismo italiano nel 2° bimestre: -3/4% il fatturato, -5% l’export. Patuanelli: «il PNRR grande occasione».

Segnali di rallentamento per il florovivaismo italiano. Nei primi due mesi del 2022 il fatturato è stato positivo, in linea con il primo bimestre 2021, mentre nel periodo marzo-aprile si è avuta una flessione del 3/4%. Anche l’export ha registrato nel secondo bimestre 2022 una flessione del 5%: la domanda proviene soprattutto da Olanda, Germania, Francia, Austria, mentre è in calo l’export verso l’Europa meridionale e, naturalmente, verso la Russia e l’Est europeo. Sui mercati esteri si esportano principalmente piante medio-grandi riprodotte e coltivate in Italia, piante sempreverdi, piante a forma, arbusti ornamentali, rose, piante da frutto. A pesare sono i rialzi, causati dalla pandemia prima e in seguito dalla guerra in Ucraina, dei costi di produzione, l’aumento dei prezzi delle piante, il diminuito potere d’acquisto dei consumatori, la difficoltà nel reperimento dei mezzi tecnici e, per quanto riguarda l’export, l’aumento dei costi di trasporto delle piante.
Questo il quadro dell’andamento del settore florovivaistico italiano tracciato oggi alla conferenza stampa di presentazione a Roma della 71^ edizione di Flormart, lo storico salone professionale internazionale che anche quest’anno si svolgerà a Padova, dal 21 al 23 settembre, ma sarà organizzato dal Gruppo Fiere di Parma (vedi). Un settore che, come ricordato dagli organizzatori di Flormart, «esprime il 6% della intera produzione agricola nazionale, per un valore di 2,5 miliardi di euro», e in cui «operano 21.500 imprese: 14 mila producono fiori e piante in vaso e 7.500 piante per il vivaismo». Insomma «una vera e propria eccellenza italiana, come tale apprezzato in Europa e nel mondo, tanto che l’export di piante, fiori e fronde vale 1 miliardo di euro, mentre la produzione italiana costituisce il 15% della intera produzione comunitaria».
Il florovivaismo italiano si trova davanti a un’opportunità unica di sviluppo che arriva dai fondi europei per la forestazione urbana, che il PNRR ha quantificato in 330 milioni di euro: il bando è stato pubblicato a marzo e le domande dovranno essere presentate entro giugno. Aderendo all’Agenda europea 2030 per il Green Deal, sottolineano gli organizzatori di Flormart, il florovivaismo potrà dare un contributo rilevante alla forestazione urbana con l'obiettivo di contrastare il cambiamento climatico, aumentare lo stoccaggio di CO2, assorbire le polveri sottili e migliorare l'estetica delle città. Serviranno dunque alberi di assortimento varietale e dimensionale adatto ai diversi impieghi e alle diverse condizioni geopedologiche e climatiche e si dovranno valorizzare le capacità produttive delle imprese, qualificare la varietà delle piante e migliorare la sostenibilità, dal vivaio alla messa a dimora nelle città.
Anche il ministro per le Politiche Agricole Stefano Patuanelli si è soffermato sul fatto che: «il PNRR è una grande occasione per il settore florovivaistico e può rappresentare la chiave di volta della rivoluzione verde e della transizione ecologica proposta dal Green Deal, grazie al suo ruolo strategico in termini di innovazione e sostenibilità ambientale, economica e sociale». «I contratti di filiera, la logistica, il Parco Agrisolare – ha aggiunto Patuanelli - sono misure che si integrano perfettamente con le esigenze del comparto e aprono a una grande opportunità di ammodernamento ed efficientamento energetico, con importanti ricadute in termini economici e di competitività. Siamo consapevoli di come l’emergenza energetica si stia riversando non solo sui costi di riscaldamento delle serre, ma anche su carburanti, sui costi delle materie prime, sui fertilizzanti. L’azione del Governo e del Ministero è rivolta a limitare le conseguenze del caro energia e dell'aumento dei prezzi sul settore agricolo, ma è necessario un intervento più deciso da parte dell’Europa: solo affrontando in modo unitario la crisi potremo scongiurare il rischio di retrocedere dagli obiettivi di sostenibilità di medio-lungo periodo del settore primario».
A proposito della nuova edizione della fiera il ceo del Gruppo Fiere di Parma Antonio Cellie ha detto che è stata accolta con entusiasmo «la sfida di costruire una nuova piattaforma per il supporto del Made in Italy; dopo l’alimentare e il meccano-alimentare anche il florovivaismo è un settore strategico per Fiere di Parma. Flormart diventerà quello che Cibus è per l’agroaIimentare italiano, ovvero un evento iconico per le imprese e i distretti del settore che nel nostro Paese sono i protagonisti di uno straordinario saper fare».
La fiera vedrà una significativa presenza di buyer internazionali, grazie anche alla collaborazione con ICE – Agenzia, e dell’intera filiera del settore. «Oggi, in questo scenario così difficile, è più che mai necessario fare sistema per essere vicini a tutte le imprese – ha affermato Carlo Ferro, presidente di ICE Agenzia –. Nell’ambito del Patto per l’Export, ICE è attiva con 19 nuove azioni, 19 servizi che tre anni fa non c’erano nei campi del digitale, dell’e-commerce, della formazione, della protezione del made in Italy. E nello specifico di Flomart, supportiamo la prossima edizione con numerose attività promozionali e con un incoming di 90 operatori provenienti da 32 Paesi. Vogliamo supportare il sistema fieristico ma anche accompagnarlo a sviluppare sinergie, moltiplicando sempre la ricaduta dell’intervento pubblico a vantaggio delle imprese del settore. Per le fiere stesse, per le aziende, per i territori e per il Paese».
La crescita delle aziende e il dialogo con la politica sono obiettivi dell’azione di Confagricoltura, ha riferito il vice presidente Giordano Emo Capodilista: «la valorizzazione del florovivaismo e la salvaguardia del verde sono tra le priorità di Confagricoltura, che insieme ad Assoverde ha avviato un ambizioso progetto di rilancio del settore in Italia. Il progetto, denominato “Libro Bianco del Verde”, intende portare un contributo tangibile all’attenzione della politica, convinti che la salvaguardia dei complessi equilibri della biodiversità sia l’unico modo per tutelare il benessere delle generazioni future».
Mario Faro, presidente della Consulta Florovivaismo Coldiretti, ha lanciato un allarme sulle difficoltà del comparto: «la crisi economica provocata dall’invasione Russa in Ucraina colpisce anche la coltivazione di piante e fiori Made in Italy, con il 15% delle aziende floricole che è a rischio a causa dei costi di produzione superiori ai ricavi. Va combattuta la concorrenza sleale di prodotti importati dall’estero, controllando che rispettino tutte le regole. Un aiuto sarà la riconferma del Bonus verde per ulteriori 3 anni, una misura che ha permesso di creare 2,6 milioni di metri quadrati di verde nelle città fornendo ossigeno e aria pulita a oltre mezzo milione di persone ogni giorno».
Intanto alla 71^ edizione di Flormart hanno già aderito fra i florovivaisti importanti espositori italiani (ma anche tanti europei) e anche tra le aziende delle attrezzature e tecnologie, così come servizi, distretti produttivi, associazioni di categoria, ordini professionali e agenzie di servizio e del commercio dei mezzi di produzione. Tra i convegni programmati: “L’innovazione varietale e tecnologica nel florovivaismo”; “Le green cities e i progetti immobiliari europei”; “Il verde per la qualità della vita: attuazione e prospettive del PNRR”; “La produzione di alberi ornamentali e di postime forestale per l’attuazione della strategia nazionale del verde”.
«Due anni di forzato isolamento ci hanno fatto riscoprire quanto il contatto con il cliente sia elemento imprescindibile del rapporto commerciale, non sostituibile dalle vendite on line – ha dichiarato Luigi Pagliani, neo presidente di ANVE, Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori - aderiamo quindi con convinzione a questa rinnovata edizione di. Flormart».
Per Aldo Alberto, presidente dell’Associazione Florovivaisti Italiani e presidente di CIA, Confederazione Italiana Agricoltori della Liguria «Flormart può essere importante in questo momento così difficile per il settore florovivaistico. È necessario puntare su innovazione e mercati anche al di fuori del continente europeo. Ritengo inoltre sia fondamentale attivare proposte che coinvolgano gli enti pubblici, Comuni in primis».
Nella città di Parma è operativo dal 2020 il progetto KilometroVerdeParma, cui aderisce anche Fiere di Parma, sempre sensibile alla sostenibilità. Il progetto finora ha messo a dimora 46.000 alberi e prevede di piantare ulteriori 30.000 piante. “Con l’ingresso di Fiere di Parma – spiega Maria Paola Chiesi, presidente del Consorzio Forestale KilometroVerdeParma - potremo ampliare la fascia alberata lungo l’autostrada A1”.

Redazione

Avvicendamento alla guida di ANVE. Il nuovo presidente è umbro: Luigi Pagliani, imprenditore vivaista dell’azienda Ideaverde di Perugia. Pagliani (in foto a destra per chi guarda) ha preso il testimone dal presidente uscente Leonardo Capitanio (in foto a sinistra).
L’elezione è avvenuta nell’assemblea generale dei soci del 27 maggio scorso, tenutasi nella cornice dei Vivai Capitanio in concomitanza con la 14^ Giornata Nazionale del Vivaismo del Mediterraneo.
Durante l’assemblea è stato rinnovato il consiglio direttivo dell’Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori, che quest’anno ha compiuto 15 anni.

Redazione

ECHA Agenzia Chimica Europea sul glifosato

Agenzia Chimica Europea: il glifosato resta classificato “tossico per la vita acquatica”, ma l’evidenza scientifica non giustifica di classificarlo cancerogeno.

 
«Il Comitato per la valutazione dei rischi dell'ECHA (European CHemical Agency) è d’accordo sul mantenere l'attuale classificazione del glifosato come causa di gravi lesioni oculari e sostanza tossica per la vita acquatica. Sulla base di un'ampia revisione delle prove scientifiche, il comitato conclude nuovamente che la classificazione del glifosato come cancerogeno non è giustificata».
È quanto affermato in una nota del 30 maggio scorso dell’ECHA, l’Agenzia dell’Unione Europea deputata alla sorveglianza delle sostanze chimiche, in cui si legge anche che il Comitato ha riscontrato che le prove scientifiche disponibili non soddisfano i criteri per classificare il glifosato come sostanza cancerogena, mutagena o tossica per la riproduzione. Mentre per il Comitato le classificazioni esistenti del glifosato come sostanza che provoca gravi lesioni oculari ed è tossica per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata dovrebbero essere mantenute.
Il nuovo parere del Comitato, continua la nota dell’Agenzia Chimica Europea, «è coerente con la proposta dei quattro Stati membri che attualmente valutano il glifosato: Svezia, Francia, Ungheria e Paesi Bassi, nonché con il parere del 2017 del Comitato stesso».
Il parere adottato sarà inviato alla Commissione Europea e all'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) entro metà agosto. L'EFSA effettuerà la sua valutazione del rischio del glifosato, che dovrebbe essere pronta nel luglio del 2023.
La Commissione Europea analizzerà le conclusioni dell'EFSA e il rapporto di valutazione sul rinnovo preparato da Svezia, Francia, Ungheria e Paesi Bassi. La Commissione presenterà quindi agli Stati membri un rapporto sul rinnovo e un progetto di regolamento sulla possibilità o meno di rinnovare l’approvazione del glifosato.
 

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Barrile direttore generale Confagricoltura con Giansanti

Barrile succede a Postorino, che va in pensione. Giansanti le chiede di declinare le politiche di Confagricoltura in un’ottica di condivisione ed efficienza.

 
Dopo sette mesi da vicedirettore insieme al predecessore Francesco Postorino, Annamaria Barrile è il nuovo direttore generale di Confagricoltura. L’insediamento è avvenuto ieri a Roma a Palazzo della Valle alla presenza dei direttori territoriali e del presidente nazionale Massimiliano Giansanti.
Francesco Postorino, salutato con affetto dalla Giunta dopo una lunga carriera nella confederazione, va in pensione. A lui Annamaria Barrile ha dedicato parole di riconoscenza per «averle trasmesso competenza agricola e soprattutto sindacale» nei mesi di affiancamento nel ruolo di vice (vedi).
Annamaria Barrile, 47 anni, siciliana, sposata e madre di due bambini, diventa così la prima donna direttore generale della storia confederale. «Assumo con orgoglio e determinazione questo incarico – è stata la sua prima dichiarazione -. E’ una grande sfida dare risposte adeguate alle imprese in questo momento delicato, ma sono convinta che insieme potremo farcela».
Il presidente Massimiliano Giansanti ha ricordato le parole d’ordine che hanno ispirato l’inizio del suo mandato: competenza, responsabilità, orgoglio, avanguardia, successo; e ha affidato al neo direttore generale il compito di declinarle in un’ottica di condivisione e circolarità, efficienza e territorio. Ma anche con ambizione e coraggio, ha aggiunto Giansanti, «che non mancano ad Annamaria Barrile».  
Nei prossimi mesi Annamaria Barrile girerà il territorio nazionale, le federazioni e le unioni provinciali: «dopo la pandemia, gli incontri in presenza sono necessari per recuperare il contatto diretto – ha detto -. Facendo squadra potremo affrontare meglio le difficoltà e guardare lontano».
 

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Agrinsieme agricoltura per l'energia rinnovabile

Al Senato Agrinsieme ha ricordato che dal settore agricolo viene l’8,5% della produzione elettrica da rinnovabili e il 13% del fotovoltaico. Come migliorare.

 
«I risultati raggiunti in agricoltura sulle rinnovabili consentono alle imprese di contribuire ad una produzione energetica più sostenibile e competitiva. Il settore agricolo concorre per l’8,5% della produzione elettrica da fonti d’energia rinnovabile (FER) di cui il 2,5% da fotovoltaico, contribuendo al 13% della produzione fotovoltaica». 
È quanto sottolineato ieri dal coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, intervenendo in audizione alla Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare del Senato.
«L’attuale contesto impone di accelerare sullo sviluppo della produzione di energia rinnovabile – sostiene Agrinsieme -. Le imprese agricole e le cooperative possono dare un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal, fornendo risposte concrete alla grave emergenza, con azioni indicate nel RepowerEU. Le novità introdotte dall’art. 8 del DL Aiuti sono un passo in avanti con il superamento dell’autoconsumo. Ora occorre convincere la Commissione per riuscire ad applicare questa impostazione anche agli investimenti previsti nel PNRR a partire del Parco Agrisolare».
Tuttavia «il decreto, nel caso delle aziende agricole di produzione primaria - aggiunge Agrinsieme -, limita gli interventi precludendo la possibilità di realizzare impianti destinati anche alla vendita di energia» e «c’è anche il timore che nei periodi di picchi stagionali produttivi non si riesca nemmeno a soddisfare integralmente il fabbisogno di energia elettrica».
Tra le criticità segnalate, la possibile inammissibilità di alcuni tipi di strutture, nonché di comparti. Secondo Agrinsieme, è inoltre necessario affiancare la misura Parco Agrisolare con un percorso di incentivazione della produzione di energia, che accompagni gli investimenti al 2030.
«Per gli impianti fotovoltaici sui terreni - ha concluso Agrinsieme - occorre privilegiare l’agrovoltaico e le superfici non utilizzabili per la produzione agricola, prevedendo l’incentivazione di quelli realizzati e gestiti da imprese agricole, mettendo ordine tra le normative regionali e quelle nazionali, così da evitare difformità nel trattamento di aziende che operano in territori diversi».
 

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