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Rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura d’Ismea: nel 2021 record di valori assicurati con le polizze agevolate (+5%); un Fondo per i danni del clima.
Con 8,9 miliardi di euro di valori assicurati, +5% rispetto al 2020, per l’insieme delle polizze su vegetali, animali e sulle strutture aziendali, il mercato delle polizze agricole agevolate ha toccato un nuovo massimo in Italia nel 2021. Un risultato in cui spicca la «rimonta del Mezzogiorno» la cui quota di mercato è salita al 12,2%. Intanto è in rampa di lancio un «Fondo nazionale catastrofale a protezione di tutte le aziende contri i rischi gelo, siccità e alluvione».
È quanto messo in evidenza il 28 giugno da una nota di Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, in cui è stato presentato il nuovo Rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura.
«Nel segmento delle colture vegetali, che con 6,5 miliardi di euro (+4,4%) concentra quasi tre quarti del portafoglio assicurativo – informa Ismea - si osserva un ulteriore rafforzamento della partecipazione del Mezzogiorno, a conferma del graduale superamento del divario territoriale che caratterizza il mercato delle polizze agricole contro i rischi atmosferici, storicamente sbilanciato sulle regioni settentrionali. Gli ultimi dati attribuiscono alla macro-ripartizione del Nord una quota di mercato ancora preponderante, pari all'80%, ma il Sud (Isole incluse) dal 7% di cinque anni fa si è portato al 12,2%, contro il 7,8% del Centro».
Tuttavia, precisa la nota di Ismea, «al termine della programmazione 2014-2022 si registrano ancora degli importanti margini di miglioramento soprattutto in termini di estensione delle coperture contro i rischi catastrofali sui quali il sistema sembra, al contrario, mostrare un graduale disimpegno che potrebbe mettere a repentaglio nel medio-lungo termine la resilienza delle aziende agricole a fronte di eventi estremi sempre più intensi».
Riguardo ai costi assicurativi, «i premi, in termini assoluti, hanno raggiunto l'anno scorso un picco di 610,8 milioni di euro, corrispondenti a una tariffa media nazionale che per il secondo anno consecutivo si è mantenuta sopra la soglia del 9%, con un aumento del 4,4% nominale rispetto al 2020 e un più 2,5% in termini reali (al netto dell'inflazione)».
«Il 2021 – continua Ismea - è stato anche l'anno del consolidamento dei fondi di mutualizzazione, con il riconoscimento da parte del Mipaaf di cinque fondi fitopatie e climatici e di altrettanti fondi IST (strumento di stabilizzazione del reddito) nei settori latte, mele e ortofrutta (è in corso l'iter istruttorio per tre nuovi fondi IST latte, riso e barbabietola da zucchero)».
«Nel Piano strategico pluriennale 2023-2027 – conclude Ismea - l'Italia ha previsto anche l'istituzione (primo caso in Europa) di un Fondo di mutualizzazione nazionale catastrofale contro le perdite da gelo e brina, siccità e alluvione, destinato all'intera platea delle aziende agricole italiane, quale strumento complementare e in sinergia con le compagnie assicurative per il rafforzamento e il riequilibrio settoriale e territoriale nella distribuzione delle polizze agevolate».
Il Rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura di Ismea può essere letto qua.
Redazione
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Sempre più internazionali i Flower Trials nel 2022. Una panoramica sui visitatori accorsi rivela che, a parte i Paesi in cui le condizioni locali l’hanno reso attualmente impossibile (leggi: guerra), il mondo ha trovato la sua strada verso i Flower Trials quest’anno. Dall’Australia al Brasile, dal Vietnam allo Zimbabwe, i visitatori professionali sono arrivati da ben 89 Paesi - il 30% in più rispetto al 2019 - nell’ultima edizione, tenutasi dal 14 al 17 giugno scorsi (vedi).Questo il risultato messo in evidenza dagli organizzatori in un comunicato stampa del 23 giugno scorso. «Sono lieta dell'entusiasmo, dell'atmosfera e del puro piacere mostrati sia dagli espositori che dai visitatori – ha detto la presidente dei Flower Trials nonché marketing manager di Sakata Gill Corless (vedi nostra intervista del 2017) -. Tutti erano semplicemente felici di vedere dal vivo le piante e di rincontrarsi ai Flower Trials. Vecchie amicizie si sono riaccese, nuove connessioni stabilite. Mentre il nostro mondo è ancora alle prese con sfide eccezionali evidenti dagli amici che inevitabilmente ci sono mancati, coloro che hanno la fortuna di poter viaggiare hanno celebrato l'opportunità di stare insieme e vedere gli ultimi sviluppi nella selezione di piante in vaso e da aiuola».
Redazione
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Fino al 12 luglio consultazione sulla misura del PNRR che dà contributi del 40% per lo sviluppo agrovoltaico. Ecco le linee guida sugli impianti agrivoltaici. [Foto di Σ64 da Wikipedia]
L.S.
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La 71esima edizione di Flormart, storico salone internazionale del florovivaismo, si terrà come sempre a Padova, dal 21 al 23 settembre 2022, ma sarà la prima volta che il salone è organizzato da Fiere di Parma.
Come reso noto nei giorni scorsi dai nuovi organizzatori, parteciperanno alla fiera 300 espositori e 200 buyer esteri, oltre a quelli italiani. L’obiettivo, annunciano, è «sviluppare la reputazione del florovivaismo italiano all’estero».
A Flormart «saranno esposte tutte le tipologie di piante e fiori» e particolare attenzione sarà dedicata alle «piante per giardini a basso consumo di acqua, le piante per la nuova foresta urbana, le piante per il verde tecnologico a corredo degli edifici (verde pensile)», così come per «gli impianti d’irrigazione con i nuovi software che riducono al minimo l'impiego di acqua; le macchine per le cure colturali di parchi e giardini».
La filiera professionale del florovivaismo, si conclude la nota degli organizzatori, «si incontrerà a Flormart per delineare le nuove strategie del settore» e «i numerosi convegni tratteranno le tematiche più attuali, dall’innovazione tecnologica e varietale all’utilizzo degli stanziamenti previsti dal PNRR e al ruolo del verde come infrastruttura centrale delle città (flormart.it)».
Redazione
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Il CREA Foreste e Legno fra i centri nazionali per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale individuati da MITE e MIPAAF. Le sedi toscane.
Il Centro di ricerca Foreste e Legno del CREA, con le sue sedi di Arezzo, Casale Monferrato, Roma, Rende e Trento, è uno dei “Centri nazionali per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale” individuati nel Decreto interministeriale del Ministero della Transizione Ecologica (MITE) e del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) del 31 marzo 2022 che è stato recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
A renderlo noto, ieri l’altro, un comunicato del CREA in cui si ricorda che questi centri nazionali «dovranno occuparsi del monitoraggio del patrimonio genetico forestale nazionale e dello stato di salute degli ecosistemi forestali nonché della conservazione e del mantenimento della biodiversità autoctona, in un’ottica di valorizzazione del patrimonio boschivo nazionale, riconosciuto sempre più un’eccellenza a livello internazionale». Più precisamente, i centri dovranno «assicurare e perseguire l'approvvigionamento e la conservazione sia di specie e provenienze forestali importanti per la salvaguardia della biodiversità di almeno una zona omogenea dal punto di vista ecologico sia delle specie più rappresentative e di quelle endemiche degli ecosistemi forestali presenti, nonché la cura di specifiche attività di studio e modalità di conservazione del germoplasma forestale di importanza scientifica e di riferimento nazionale».
Presso le sedi del Centro Foreste e Legno del CREA, si ricorda, vengono da tempo svolte attività di raccolta e conservazione di germoplasma di numerose specie e provenienze arboree forestali, importanti per la salvaguardia e la tutela della biodiversità a livello nazionale ed internazionale. Per il solo salice e pioppo (generi Salix e Populus) sono conservate, ad esempio, circa 2400 accessioni, mentre per altre specie di interesse forestale il Centro ha realizzato diverse centinaia di parcelle tra collezioni di germoplasma, campi sperimentali comparativi di provenienze, discendenze e cloni.
«Un riconoscimento – ha commentato il Direttore del Centro di ricerca Foreste e Legno del CREA Piermaria Corona - di grande significato per il nostro Centro e per chi lavora ed ha lavorato negli anni passati per questo risultato, in un momento di rinnovato interesse per il comparto vivaistico forestale e per la realizzazione di nuovi boschi o la ricostituzione di quelli danneggiati e degradati, nel quadro delle linee operative individuate dalla Strategia per le risorse genetiche forestali per l’Europa e dalla Strategia Nazionale Forestale. Conservazione e uso sostenibile delle risorse genetiche forestali nazionali sono attività fondamentali per le foreste, alle quali siamo lieti di poter contribuire assieme ai diversi enti individuati dal decreto».
L’elenco dei centri nazionali selezionati dal Decreto comprende, oltre a quelli del CREA, i seguenti:
- i centri nazionali Biodiversità Carabinieri di Pieve S. Stefano (provincia di Arezzo), di Peri (provincia di Verona) e di Bosco Fontana (provincia di Mantova);
- «UNIFI-FALP - laboratorio semi Università di Firenze», cioè la sezione Foreste Ambiente Legno Paesaggio del Dipartimento di Scienze e tecnologie Agrarie, alimentari, ambientali e forestali (DAGRI) dell’Università degli studi di Firenze;
- «CNR-IPSP, Istituto per la protezione sostenibile delle piante (IPSP), Dip. Biodiversità degli ecosistemi agro-forestali (Biodiv)», che ha la sede centrale a Torino e fra le sedi secondarie una a Sesto Fiorentino (in provincia di Firenze), accanto a quelle di Bari, Legnaro (Padova) e Portici (Napoli);
- il Centro regionale di Castanicoltura del Piemonte;
- il Castagneto didattico-sperimentale di Granaglione in Emilia Romagna.
Ecco il testo integrale del Decreto.
Redazione