C’è tempo fino al 2 settembre per esprimersi nella consultazione pubblica online sul Piano di azione nazionale per la produzione biologica e i prodotti biologici.
È quanto specificato nella nota stampa del 9 agosto con cui il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) ha annunciato l’avvio della fase di raccolta nel proprio sito web delle proposte di modifica degli operatori del settore (e di tutti gli altri soggetti coinvolti o interessati) alla proposta di piano predisposta dal MIPAAF dopo aver sentito il tavolo tecnico dell’agricoltura biologica.
Come ricordato nella nota, «la legge nazionale n. 23 del 9 marzo 2022, che disciplina la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico, all'articolo 7 prevede che il MIPAAF adotti con decreto, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, il Piano d'azione nazionale per la produzione biologica e i prodotti biologici. Si tratta di un Piano triennale 2022-2024, i cui interventi sono volti a soddisfare i 12 obiettivi previsti dalla legge n. 23/2022 che afferiscono alla tutela, allo sviluppo e alla competitività del settore biologico nazionale».
Si può leggere una presentazione del Piano di azione nazionale predisposto dal Ministero e accedere alla consultazione online da qua.
Approvata dalla Giunta la pdl che disciplina l’agricoltura sociale in Toscana e l’istituzione dell’elenco delle “fattorie sociali”. Un bando da 8,9 mln di euro.
La Regione Toscana disciplina le attività delle aziende agricole che coniugano i processi di produzione con lo sviluppo di interventi e servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo dotandosi di una propria legge «in materia di agricoltura sociale».
Il 1° agosto la Giunta regionale toscana ha approvato una proposta di legge (pdl) predisposta a tale scopo dalla vicepresidente e assessora all’agroalimentare dopo un lungo lavoro svolto insieme ad Anci, Federsanità, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop ed Università di Pisa, sulla scorta della legge nazionale 141/2015 che individua chiaramente il campo di applicazione della agricoltura sociale.
L’obiettivo della Toscana, si legge nel comunicato della Regione, è «dare una risposta normativa e organica al sistema legato all’agricoltura sociale e dare il via ad un processo di innovazione sociale progressivo, costante e possibilmente stabile capace di creare una visione condivisa tra molti soggetti e competenze in campo agricolo, sociale, sanitario e non solo».
La proposta di legge
Intitolata “Disposizioni in materia di agricoltura sociale in Toscana e modifiche alla l.r. 30/2003”, la pdl varata dalla Giunta regionale è composta da 14 articoli con cui si definiscono le attività di agricoltura sociale e i soggetti legittimati a esercitarle.
Sarà istituito un elenco regionale degli operatori di agricoltura sociali i quali, per essere iscritti, dovranno essere in possesso di adeguate competenze derivanti da esperienza pratica triennale già acquisita al momento della richiesta o conseguita tramite adeguata formazione. Per lo svolgimento delle attività di agricoltura sociale potranno essere utilizzati gli edifici ad uso abitativo e i manufatti o gli annessi agricoli già esistenti nell’azienda agricola o recuperati. Le aziende che hanno operatori di agricoltura sociale iscritti nell’apposito elenco regionale avranno un apposito segno distintivo, con la dicitura "Fattoria sociale – Regione Toscana".
Saranno i Comuni a vigilare sull'osservanza della legge, i controlli sulla DUA saranno invece svolti da ARTEA.
Sarà anche istituita una “cabina di regia tecnica per l’agricoltura sociale regionale” coordinata dall’assessora regionale come luogo di confronto e co-disegno collaborativo capace di collegare diverse istanze (sociali, sanitarie, agricole, educative), competenze (tecniche, progettuali, di disegno dell’innovazione e delle politiche) e capacità operative (dalle organizzazioni ai portatori di pratiche sul territorio). La cabina si occuperà del monitoraggio e l’elaborazione delle informazioni sulla presenza e sullo sviluppo delle attività di agricoltura sociale in collaborazione con l’Osservatorio nazionale per Agricoltura sociale; raccoglierà in maniera coordinata le ricerche concernenti l'efficacia delle pratiche di agricoltura sociale e loro inserimento nelle competenti comunità locali e nella rete dei servizi sociosanitari territoriali; proporrà iniziative finalizzate al coordinamento e alla migliore integrazione dell'agricoltura sociale nelle politiche di coesione e di sviluppo rurale.
Entro il 30 giugno di ogni triennio, a partire dall'anno successivo a quello dell'entrata in vigore della legge, la Giunta regionale presenterà alla commissione consiliare competente una relazione comprendente tra l'altro i dati risultanti dell’attività.
Il testo integrale e tutte le informazioni sulla proposta di legge si trovano qua.
Il bando
Nel frattempo, in sintonia con questa proposta di legge, era stato emanato a metà giugno, nell’ambito di GiovaniSì, un bando per dare attuazione alla sottomisura FEASR PSR 16.9 “Diversificazione delle attività agricole in attività riguardanti l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale, l’agricoltura sostenuta dalla comunità e l’educazione ambientale e alimentare”.
Il bando punta a costituire partenariati per la realizzazione di progetti per la multifunzionalità delle imprese agricole che realizzino interventi e servizi sociali, socio-sanitari ed educativi. Quindi serve a realizzare tirocini di inclusione sociale, per la formazione e l’inserimento o il reinserimento. Punta all’autonomia della persone o alla riabilitazione di soggetti fragili e fasce deboli che possono essere portatori di disturbi psichici, disabili, tossicodipendenti, minori, richiedenti asilo, persone vittime di violenza, persone sole con figli a carico, persone inserite in strutture di accoglienza o in programmi di assistenza, detenuti ecc.
Con una dotazione finanziaria di 8.898.674 € interamente finanziati attraverso le risorse messe a disposizione dallo strumento dell’Unione europea per la ripresa (EURI – European Recovery Instrument) del Next Generation UE (NGEU), il bando è destinato ad Associazioni temporanee di scopo (Ats) fra soggetti pubblici ed enti privati in cui siano presenti, per esempio, anche la Società della salute e soggetti pubblici individuati dalla Conferenza zonale integrata.
La scadenza del bando è alle 13 del 30 settembre 2022.
Codice giallo in tutta la Toscana a Ferragosto «per rischio idrogeologico-idraulico del reticolo minore e per temporali forti».
A lanciare l’allerta meteorologica è stata oggi la sala operativa della Protezione civile regionale, che ha specificato che il codice giallo interesserà dapprima la zona nord-occidentale della regione (a partire dalle 22 di stasera, domenica, e fino alle 12 di lunedì 15 agosto), per estendersi successivamente a tutto il resto della Toscana (fino alla mezzanotte di domani).
La causa, spiega una nota della Regione Toscana, è «il transito di una perturbazione che porterà un aumento dell'instabilità tra la sera di oggi e tutta la giornata di domani, lunedì». «Nella serata di oggi e nella nottata – continua la nota - il maltempo riguarderà in particolare le province di Massa, Lucca e in minor misura Pisa e Livorno. Saranno possibili temporali isolati ma con piogge anche molto intense con colpi di vento. Durante la mattina di lunedì prevista una pausa dei fenomeni mentre nel pomeriggio sono attesi temporali con piogge intense, colpi di vento e grandinate nelle zone interne delle province di Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo. Nel tardo pomeriggio e nella sera di lunedì ancora pioggia intensa e temporali in particolare lungo la costa centrale, meridionale e zone limitrofe».
(Foto da Wikimedia Commons di Friedrich Haag - CC BY-SA 4.0).
Con una nota dell’ufficio tecnico Confagricoltura Pistoia illustra il bando PSR della Regione Toscana “Pacchetto Giovani 2022”. Domande dal 30.9 al 30.11 2022.
Un bando che «punta a sostenere l’avviamento dell’impresa agricola da parte dei giovani attraverso un premio per l’avvio della impresa e un contributo per investimenti finalizzati ad ammodernare le strutture e dotazioni aziendali e diversificare le attività agricole».
Così un’informativa diffusa oggi dall’ufficio tecnico di Confagricoltura Pistoia sintetizza l’oggetto del bando del PSR della Regione Toscana “Pacchetto Giovani 2022” annunciandone la pubblicazione e informando i soci e tutti gli interessati che la domanda di aiuto dovrà essere presentata a partire dal 30 settembre 2022 ed entro le ore 13 del 30 novembre 2022, esclusivamente mediante il sistema informativo di Artea, l’Azienda regionale toscana per le erogazioni in agricoltura.
Nella nota informativa di Confagricoltura vengono illustrati in dettaglio i soggetti beneficiari del bando, che devono essere «giovani che si insediano per la prima volta in una azienda agricola, in forma singola (ditta individuale) o associata (società di persone, società di capitale e cooperative agricole di conduzione) e che al momento della presentazione della domanda di aiuto soddisfano» una serie di requisiti, fra i quali ricordiamo il primo: l’età compresa tra 18 anni (compiuti) e 40 anni (41 non compiuti).
Si passa poi alla descrizione dei tipi di agevolazioni previste: dal «premio di primo insediamento», pari a 40 mila euro a fondo perduto per ciascun giovane che si insedia (50 mila in aree montane), ai contributi sugli investimenti, anch’essi a fondo perduto, legati ad almeno una delle seguenti sottomisure del PSR FEASR 2014-2022: 4.1 e 6.4.
Come viene spiegato dai tecnici di Confagricoltura Pistoia, la domanda di sostegno deve essere accompagnata da un “Piano di sviluppo aziendale” e il budgetcomplessivo del bando è di 10 milioni e 900 mila euro.
Per ulteriori informazioni rimandiamo alla nota di Confagricoltura Pistoia qua.
Nota di Coldiretti regionale sulla stima del Lamma d’oltre 16.000 piccoli invasi presenti in Toscana e alcune proposte normative alla Regione contro la siccità.
Sono più di 16 mila i piccoli invasi censiti in Toscana e potrebbero garantire una preziosa riserva d’acqua di 440 mmc al settore primario. Si tratta di piccoli specchi d’acqua che a causa principalmente della burocrazia e delle difficoltà di gestione sono stati chiusi o non sono più utilizzati dalle aziende agricole.
A rivelarlo è stata nei giorni scorsi Coldiretti Toscana sulla base di una relazione del Lamma, che ha stimato in 16.248 il numero di invasi su una superficie di circa 7 mila ettari distribuita su tutto il territorio regionale. La stima è stata realizzata attraverso il metodo della fotointerpretazione.
«Abbiamo consegnato al presidente Giani – ha reso noto Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana – una serie di proposte di modifica alla legge 64/2009 e alla gestione delle rocce e delle terre da scavo per semplificare quelle procedure che potrebbero mettere in condizioni almeno una parte delle aziende agricole di sfruttare gli invasi censiti già esistenti dando così una risposta immediata per garantire l’acqua alle coltivazioni quando c’è bisogno ma anche per contrastare gli incendi».
Ai fini invece della realizzazione degli invasi consortili, Coldiretti ha proposto, in occasione del tavolo tecnico regionale, di ripensare la legge regionale rivendendo le disposizioni per l’approvazione dei progetti e il rilascio dell’autorizzazione alla costruzione, con relativo rilascio di concessione di derivazione. E ancora l’istituzione di una cabina di regia e della conferenza dei servizi decisoria di 90 giorni per il rilascio delle autorizzazioni, concessioni, pareri e titoli.
Coldiretti regionale dà atto alla Regione Toscana di «essere stata la prima regione in Italia ad avere approvato il fondo di rotazione da 1,2 milioni di euro per la progettazione delle opere consortili a fini irrigui ed essersi subito attivata, in prima persona con il Governatore Eugenio Giani, per una legge sullo stile del Ponte Morandi che semplifichi la realizzazione degli invasi consortili. Ci mettiamo a completa disposizione».
Molto apprezzato da Coldiretti, infine, «il pragmatismo con cui la Regione Toscana intende affrontare alcune delle problematiche più ricorrenti che bloccano la realizzazione o l’utilizzo degli invasi aziendali analizzando caso per caso, così come di affidare ai consorzi di bonifica la gestione di alcuni invasi ritenuti più strategici».