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Il Patronato Inac - Istituto Nazionale Assistenza Cittadini - scende in piazza nella data di giovedì 23 gennaio ad Arezzo in Via Amendola (di fronte Ipercoop) e a Camucia in Piazza Sergardi per informare i cittadini sulle indennità di disoccupazione e sulla nuova ISEE. Inac ritiene necessario un sostegno informativo ai cittadini viste le nuove indennità per il 2015, volte ad assicurare un reddito minimo, e la modifica dell'ISEE.
Purtroppo la mancanza di lavoro e la perdita dei posti di lavoro continuano a essere protagoniste nella vita di molti italiani. Basti pensare che nel 2013 l’Inps ha liquidato oltre 2 milioni di domande d’indennità di disoccupazione e il trend per il 2014 non accenna a diminuire. Purtroppo molti cittadini non conoscono ancora la possibilità di beneficiare degli ammortizzatori sociali assicurati dall’Inps. Nel 2015 nuove indennità verranno attuate al fine di rendere sopportabile la perdita del lavoro assicurando un reddito minimo. Anche l’ISEE è stata profondamente riformata. Lo strumento di riduzione di tariffe inerenti le prestazioni scolastiche (mensa, trasporto, tasse anche universitarie, libri di testo, borse di studio, ecc.), asili nido, servizi socio-sanitari domiciliari, rette per ricovero di disabili o anziani, bonus bebè, social card, servizi di pubblica utilità (bonus gas ed elettrico), dedicato ad anziani, studenti, famiglie numerose, è stato molto spesso abusato. Proprio per questo il Parlamento l’ha profondamente rivisto e la sua applicazione, secondo Inac, rappresenta una vera complicazione per il richiedente. Ecco allora che per orientarsi tra queste novità Inac offre ai cittadini un aiuto concreto per avere il riconoscimento di un sostegno al reddito o per la riduzione del costo di servizi indispensabili, aiutandoli nell’iter burocratico dalla presentazione delle corrispondenti domande. Giovedì verrà distribuito anche del materiale informativo in cui sono sintetizzati i requisiti e le modalità per ottenere le indennità e l’ISEE. In questo appuntamento l’Inac dichiara anche di voler rafforzare la conoscenza e la fiducia dei cittadini nei confronti del patronato ed essere in presa diretta con le loro esigenze per continuare a tutelarli mettendoli al “centro” della propria attività.
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali

Lo specifico memorandum, firmato da Martina e dal Ministro egiziano, porta avanti una collaborazione bilaterale in settori quali la produzione agricola, il know-how relativo ad agricoltura e sviluppo rurale, la ricerca e la meccanizzazione agricola, anche attraverso il coinvolgimento del settore privato e il coordinamento tra Italia e Egitto in seno alle organizzazioni internazionali di settore. L'intesa fra i due intende anche proseguire una collaborazione fra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
Il Ministro per le Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, nella sua visita ufficiale in Egitto ha approfondito le tematiche relative alla cooperazione bilaterale nel settore agricolo sia con riferimento alle iniziative di cooperazione allo sviluppo, che in relazione ai rapporti economico-commerciali nel campo dell’agro-industria e del comparto agroalimentare. Forse non tutti sanno infatti che l'Italia rappresenta per l’Egitto il partner europeo più importante per il commercio agroalimentare (primo mercato per i prodotti egiziani) e per la cooperazione in materia di sviluppo agricolo e rurale. I dati parlano chiaro: nei primi nove mesi del 2014 le esportazioni italiane hanno subito un aumento del 94% rispetto allo stesso periodo del 2013 (per un totale di 85 milioni di Euro), grazie soprattutto a un forte incremento dell’export di frutta. Il Ministro Martina ha avuto un lungo colloquio con il Ministro dell'Agricoltura egiziano, Adel Tawfik El-Beltagy, con il quale ha discusso degli eccellenti rapporti tra i due Paesi nell’ambito della cooperazione allo sviluppo, ed in particolare nel settore dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale con un portafoglio di iniziative del valore complessivo di oltre 50 milioni di euro. È stato dunque firmato uno specifico memorandum d'intesa volto a fornire un quadro operativo alla promozione e allo sviluppo di nuove e più ampie collaborazioni tra attori agroalimentari italiani ed egiziani, nonché a rafforzare lo scambio di informazioni e esperienze tra istituti di ricerca agricola. Chiaramente, grazie al memorandum, si estenderà la portata della cooperazione bilaterale a settori quali la produzione agricola, il know-how relativo ad agricoltura e sviluppo rurale, la ricerca e la meccanizzazione agricola. Dopo la Conferenza Euromediterranea di Palermo sull'agricoltura, Italia ed Egitto hanno confermato la volontà di proseguire una collaborazione per lo sviluppo dei rapporti dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo: "regione per noi prioritaria, a cui intendiamo attribuire centralità anche in Europa", ha commentato il Ministro Martina. Si è parlato anche di Expo 2015: Martina ha infatti incontrato il Ministro dell’Industria, del Commercio e delle PMI, Mounir Fakhry Abdel Nour, con cui ha discusso le tematiche della fiera, che vedrà la partecipazione dell'Egitto nel quadro del cluster Biomediterraneo. Il Ministro Martina ha infine presenziato alla cerimonia della firma all'accordo di attuazione di un progetto nel settore dell’acquacoltura marina, finanziato dall’Italia nel quadro del Programma Italo-Egiziano. “Il partenariato strategico esistente tra Italia ed Egitto ha dimostrato di saper rispondere alle reali e concrete esigenze dell’economia locale e della popolazione egiziana attraverso la realizzazione di iniziative intese a promuovere un utilizzo sostenibile delle risorse agricole naturali, accrescere la sicurezza alimentare, aumentare la competitività dei prodotti agricoli egiziani sui mercati locali ed internazionali, migliorare il tenore di vita delle popolazioni rurali, e ridurre i tassi di povertà nel paese” ha commentato il Ministro Martina a margine del colloquio. "L'Egitto resta un partner importante per l'Italia in campo agroalimentare e sarà tra i Paesi partecipanti al Cluster del Bio-Mediterraneo di Expo, con uno degli spazi espositivi più ampi all’interno del padiglione tematico. Il Cluster Bio-Mediterraneo sarà basato sull’idea dell’incontro tra culture e popoli diversi, la cui integrazione ha permesso nel corso dei secoli di costruire quella che oggi è l’identità culturale del bacino del Mediterraneo e che in futuro potrà portare a una cooperazione ancora più strutturale sui temi del cibo e della nutrizione".
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali
Le esportazioni del paese africano hanno infatti da fine 2014 di nuovo accesso al libero mercato dell'Unione Europea, sotto le regolamentazioni del MAR. L'ottimo risultato, ottenuto in tempi record, si deve al costante impegno di Kenya Flower Council (KFC) e di Union Fleurs.

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Perdurante ma graduale il calo delle vendite all’asta, ma è ancora essenziale il mercato fisico, purché si taglino i costi. Atteso un +20% di consumi di fiori e piante da qui al 2020 in Europa. La filiera, più corta e con meno distinzioni rigide di ruoli, sarà guidata da consumatori mutevoli e attenti a sostenibilità, responsabilità sociale, personalizzazione e comodità di acquisto, che dovranno essere monitorati e sedotti con prodotti unici e innovativi. Bene le fasce alte e low cost. Crescerà l’e-commerce ispirato ad Amazon ed eBay. Più vendite nei paesi Bric e Mint.
Nella lettera introduttiva alla strategia di FloraHolland per il 2020 il direttore generale Lucas Vos e il direttore finanziario Rens Buchwaldt citano il «perdurante calo delle quantità vendute all’asta», emerso anche nel recente comunicato sui risultati del 2014 (vedi nostra notizia “FloraHolland: fatturato in crescita…”), fra le «ragioni urgenti per rivedere la direzione di marcia». Ma la revisione della strategia nasce in seguito ad un’analisi a tutto tondo condotta la scorsa estate su tre linee d’indagine: «i trend e le evoluzioni» in corso, lo stato della «filiera florovivaistica», le «competenze core di FloraHolland». A partire da queste indagini è stata formulata “FloraHolland 2020”, che ha come claim: «Flowering the World Together, Planting Seeds of Opportunity for our Members» (Far fiorire insieme il mondo, piantare i semi delle opportunità per i nostri soci), che esprime la fiducia nella capacità di far sbocciare nuovamente la floricoltura da qua al 2020.
Ma vediamo i risultati delle indagini che hanno motivato la decisione di FloraHolland di rivedere la strategia.
A cominciare dall’identificazione dei trend attesi, nel senso anche di «game changes» (cambiamenti delle regole del gioco), nel settore florovivaistico nei prossimi (sei) anni. Tenendo conto della seguente aspettativa generale: «i fiori e le piante resteranno importanti per le persone», perché i fiori «in tutte le epoche e attraverso tutte le culture esprimono ciò che non può essere detto a parole», mentre «le piante assicurano un contatto con la natura dovunque ci si trovi» e sono divenute indispensabili in una fase in cui la maggior parte della popolazione vivrà in contesti urbani. La prima tendenza identificata è così definita nel testo di FloraHolland: «una filiera guidata dalla domanda, combinata con un consumatore che cambia rapidamente e sempre più esigente»; e questioni quali sostenibilità, responsabilità sociale d’impresa, «customisation» (personalizzazione), «convenience» (praticità e comodità) e «24/7» (24 ore su 24 per 7 giorni alla settimana) diventate sempre più importanti. Il secondo trend atteso è quello verso sempre più commercio su internet, anche nel comparto del fresco. Il terzo è il sorgere di piattaforme di e-commerce molto grandi e al tempo stesso accessibili; sul modello di Amazon ed eBay. Il quarto è definito «new economy» e sta per il seguente complesso di fenomeni: nella fascia economica (low cost) avverrà una notevole crescita di livello e qualità grazie a margini stretti e riduzione dei costi, nella fascia alta vi saranno opportunità di creazione di valore e margini più alti, mentre la fascia intermedia crollerà; l’esempio che riassume questi fenomeni è quello della persona che va in vacanza con un volo economico e poi alloggia negli hotel più cari. Infine, la quinta tendenza messa in evidenza dal management di FloraHolland è la nuova ricchezza dei paesi Bric e Mint, visto che le economie di Brasile, Russia, India e Cina da un lato e Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia dall’altro stanno decollando.
Tra le indagini compiute l’estate scorsa anche uno studio della filiera florovivaistica, per scoprire in particolare quali gradini e attori della filiera guadagnano di più e «assicurarsi che una ‘quota giusta’ dei profitti sia restituita ai coltivatori». La filiera florovivaistica, dal punto di vista della cooperativa olandese è così riassumibile: selezionatori di sementi, coltivatori, FloraHolland, esportatori, grossisti, dettaglianti e consumatori finali. Ebbene, dallo studio sono venute fuori cose come «esportatori che investono nei coltivatori», «rivenditori che saltano passaggi» e «società di private equity che investono nelle coltivazioni». In sintesi, si sta assistendo a «un confondersi dei ruoli e a un accorciamento della filiera». Con un aspetto che emerge chiaramente: «le aziende che capiscono cosa vogliono i consumatori e quindi adeguano le loro produzioni o servizi» sono le più forti e promettenti, perché «i loro prodotti e/o servizi rispecchiano il meglio possibile i desideri dei consumatori» tramite «unicità e innovazione».
Infine, FloraHolland, ha analizzato se stessa, alla ricerca dei propri punti di forza e punti deboli attuali. A partire, ovviamente, dai propri ruoli di «mercato o piazza di scambio, di partner commerciale, di fornitore di servizi logistici, di esperto del mercato, di agenzia di marketing, di soggetto che innova (piante e fiori), di fornitore di servizi finanziari e di organizzatore/rappresentante del settore». Gli stakeholders di FloraHolland le hanno dato un punteggio alto come mercato e come fornitore di servizi logistici e di servizi finanziari. Ma hanno indicato alcuni miglioramenti possibili nel suo ruolo di mercato: incrementare il collegamento tra offerta e domanda internazionali, sviluppare un sistema di vendita virtuale user-friendly e prevenire la frammentazione dei sistemi di vendita nel settore florovivaistico. Meno buoni i voti ricevuti da FloraHolland nelle funzioni di partner commerciale, esperto di mercato, agenzia di marketing e soggetto che innova piante e fiori.
Qual è dunque la risposta strategica di FloraHolland a questo complesso di risultati?
Anche se, come hanno scritto Vos e Buchwaldt, «le ambizioni espresse in FloraHolland 2020 necessitano ulteriori elaborazioni», tale documento rappresenta in ogni caso la «base di partenza» dell’attività nei prossimi sei anni. E conviene iniziare proprio dalle ambizioni per il 2020 scritte nere su bianco dalla cooperativa olandese, che sono state raggruppate in due voci-finalità distinte: 1) più margini per i nostri membri e i loro clienti, 2) maggiori spese dei consumatori per fiori e piante. Per raggiungere il primo scopo, FloraHolland conta di ottenere per il 2020: 1 miliardo di fatturato attraverso la propria piattaforma online, di accrescere del 20% la propria quota di mercato in Europa, tagliare i costi di un terzo e abbassare i costi dei flussi di approvvigionamento del 15%. Mentre l’obiettivo n. 2 sarà possibile per i seguenti motivi: entro il 2020 i consumatori europei spenderanno il 20% in più per piante e fiori, FloraHolland convoglierà 20 innovazioni all’anno da qui al 2020, saranno il miglior centro di conoscenza sull’industria floricola a livello mondiale.
Più concretamente si possono mettere in evidenza i seguenti obiettivi citati nel documento FloraHolland 2020. Innanzi tutto, per rendere più efficienti gli scambi fra fornitori di prodotti e servizi florovivaistici da un lato e le aziende clienti (i commercianti) dall’altro, si coinvolgeranno di più queste ultime nella pianificazione. Secondariamente, tutto ciò sarà realizzato senza perdere di vista i consumatori finali di fiori e piante (i loro desideri e i loro budget), vale a dire che «FloraHolland tenterà di capire meglio e influenzare di più i consumatori». E questo significherà «che ci sono attività che non continueremo a fare», come «le operazioni post-vendita che lasceremo il più possibile al mercato stesso».
Inoltre proseguirà il lavoro per ottenere le migliori forniture possibili di piante e fiori in termini di qualità e ampiezza dell’assortimento. E poi, a fronte di una distinzione fra coltivatori/produttori e commercianti che sta diventando meno chiara, con ruoli mutevoli degli attori della filiera, la risposta migliore è sempre un mercato aperto, che garantisce l’accesso a tutti i fornitori. Le due piazze di scambio di FloraHolland, quella fisica e quella online, continueranno ad essere caratterizzate dall’assortimento più vasto a livello mondiale e da ottimi e stabili prezzi. La piattaforma online non sarà solo un mercato, ma permetterà a tutti i protagonisti della filiera florovivaistica nel mondo di trovarsi e scambiarsi idee. FloraHolland crede ancora nell’importanza del mercato fisico, ma il costante per quanto graduale declino delle vendite all’asta imporranno alcuni tagli dei costi in tale ambito. Vengono annunciate infine, ma non svelate, modifiche nelle modalità di funzionamento delle aste.
LS
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- Scritto da Andrea Vitali
l ricercatore e dottore agronomo William Antoni Petrucci è convinto che si possa fare ancora molto per la coltivazione dei frutti di bosco a fini commerciali sulla Montagna pistoiese. Ecco allora la coltivazione di mirtilli giganti, specie geneticamente adattata per essere più produttiva. Petrucci e altri ricercatori stanno studiando il mirtillo selvatico dell’Abetone per riprodurlo anche in seme al fine di un ripopolamento dei vaccinieti, colpiti dal clima e dall’invasione del falso mirtillo.
