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Sandro Orlandini, presidente di Cia Pistoia, vuole un chiarimento pubblico dal sindaco di Pescia dopo le ultime vicende del Comitato di distretto, riunitosi ieri in una seduta burrascosa e dagli esiti al momento non chiari, che hanno visto il suo presidente Marco Carmazzi (Coldiretti) prima stringere, senza assicurare la dovuta «collegiale responsabilità di decisione», una convenzione con Anve (Associazione nazionale vivaisti esportatori) e poi sospenderla in seguito alla diffida del 3 novembre da parte di Cia e Confagricoltura. A che titolo si dovrebbero delegare ad un’associazione quale Anve – che si autopromuove come «unica associazione nazionale di produttori vivaisti» (senza nominare i floricoltori) e non si limita al sostegno dell’export – le attività che già svolgono Cia, Coldiretti e Confagricoltura? Forse perché in Anve a contare è Coldiretti?
«Oreste Giurlani è ancora un interlocutore super partes, come il suo ruolo richiederebbe, o ha rinunciato all’improvviso all’imparzialità in agricoltura, dimenticandosi delle sue numerose dichiarazioni a favore della concertazione e di una strategia unitaria per il florovivaismo, e indossando la casacca dell’Anve, che pare godere dell’appoggio di Coldiretti, nonostante che essa stia cercando di sostituire le associazioni di categoria degli agricoltori in tante funzioni che vanno ben oltre la voce export del vivaismo ornamentale?».
Lo chiede pubblicamente al sindaco di Pescia Oreste Giurlani il presidente di Cia Pistoia, Sandro Orlandini, in seguito alle ultime vicende del Distretto floricolo interprovinciale Lucca-Pistoia - guidato da un comitato di distretto di 15 membri presieduto dal floricoltore aderente a Coldiretti Marco Carmazzi e di cui fanno parte anche la provincia di Lucca e il comune di Pescia -, che sono culminate nella burrascosa riunione di ieri, terminata in maniera non chiarissima. Nel senso che è stata approvata a maggioranza, con l’opposizione dei membri del comitato che rappresentano Cia e Confagricoltura (che in seguito hanno abbandonato la riunione), una «collaborazione» fra il Distretto e l’Anve (Associazione nazionale vivaisti esportatori) - il cui testo è stato soltanto letto, ma non consegnato, agli intervenuti -, ma poi il sindaco Giurlani ha detto che la decisione sarebbe stata congelata in attesa di colloqui chiarificatori. Un finale che saranno forse le prossime ore e il verbale della riunione a chiarire.
Che cosa ha provocato la contrapposizione fra i membri del comitato di distretto e l’abbandono della riunione da parte dei membri di Cia e Confagricoltura, Adelmo Fantozzi e Matteo Binazzi?
Come spiega Orlandini, «sono diversi i motivi di forte dissenso in questa vicenda e coinvolgono in primis l’operato del presidente Marco Carmazzi, che si è forse dimenticato dell’articolo 2 del regolamento del distretto che gli impone di dirigere e coordinare l’attività del comitato «assicurando la collegiale responsabilità di decisione». Infatti lo scorso 23 ottobre Cia e gli altri membri del distretto si sono visti all’improvviso recapitare per e-mail, e per di più non dalla presidenza del distretto ma da Anve, la comunicazione che il Distretto aveva siglato una convenzione come socio sostenitore di Anve, che prevedeva che Anve avrebbe offerto ai non meglio precisati «associati di distretto floricolo» i propri servizi convenzionati («assicurazione crediti, assicurazioni contro le calamità naturali, consulenza legale, fiscale e contabile, consulenza per l’efficienza energetica delle aziende, agevolazioni per l’accesso al credito, sviluppo di software gestionali, marketing e internazionalizzazione»), spazi di rappresentanza nei propri stand alle fiere e che, però al contempo, il Distretto floricolo avrebbe condiviso «i propri contatti con Anve». Un accordo di questo genere senza previa discussione approfondita e collegiale con tutti gli altri membri del distretto. «Come mai? – chiede Orlandini – Forse perché in Anve a contare è Coldiretti, a cui aderisce Carmazzi?». A seguito di questa iniziativa, il 3 novembre scorso Cia e Confagricoltura hanno inviato al presidente Carmazzi una «diffida alla stipula della convenzione con Anve», in quanto atto scorretto e in contrasto con il suo ruolo istituzionale all’interno del distretto, in cui gli veniva chiesto di «provvedere alla revoca» della convenzione. In seguito, fa sapere Orlandini, è stato comunicato il congelamento della convenzione. E poi, ieri, alla riunione di distretto «la convenzione è stata sostituita da un accordo di collaborazione, di cui i membri del distretto di Cia non avevano nemmeno ricevuto prima in visione il testo».
Il secondo motivo di dissenso è il ruolo «come minimo non chiaro» dell’Anve, che «si presenta a volte come associazione dei vivaisti ornamentali esportatori ma poi più spesso come associazione che offre servizi anche alle aziende floricole e non solo legati all’export, andando di fatto a svolgere le stesse attività che già svolgono le associazioni di categoria degli agricoltori con le loro rappresentanze di settore, già presenti ai tavoli ministeriali e amministrativi che contano e già impegnate nel sostegno alle imprese agricole» su voci come bandi europei, efficientamento energetico ecc. Lo si evince anche dai passi della convenzione sopra richiamati.
Infine, terzo motivo di dissenso, a provocare rabbia e delusione è stato il comportamento del sindaco Oreste Giurlani che, invece di astenersi su una decisione a cui si opponevano Cia e Confagricoltura, contrarie alla delega di funzioni tipicamente svolte da loro all’Anve (che ha il sostegno della sola Coldiretti), si è schierato – in buona compagnia dei rappresentanti della Provincia e della Camera di commercio di Lucca - con il proprio voto apertamente per queste ultime, «indossando di fatto la casacca Anve-Coldiretti». Senza dimenticare che un simile atteggiamento, conclude Orlandini, «è in aperto contrasto con tutte le dichiarazioni di Giurlani pro concertazione in campagna elettorale e poi con le sue prese di posizione degli ultimi mesi sulla necessità di un approccio unitario al florovivaismo, con un tavolo condiviso di livello regionale. Perciò gli ripeto la domanda: caro Giurlani, al di là dei dettagli di questa criticabile vicenda, sei ancora super partes o ti sei schierato con una sola delle associazioni di categoria degli agricoltori?».
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Dopo il progetto strutturato di Christmas Flowers Trends, anche Myplant promette ai suoi visitatori la presentazione dei prossimi trend della moda dei fiori e delle piante partendo dal barocco. Numerose scuole italiane di Arte Floreale realizzeranno performance ispirate a Caravaggio, Bernini, Borromini e Vivaldi. Spazi espositivi e compositivi ricreeranno un momento di incontro perfetto fra produttori, grossisti, opinion leader e grandi maestri.
Dunque alla nuova fiera di Milano ci sarà quest’anno un’area speciale dedicata alle tendenze classiche e ai nuovi trend della decorazione floreale italiana: ma non solo. Cucina stellata e sfilate “flower fashion” animeranno le vetrine espositive e le installazioni emozionali. Saranno presenti per la scuola Pianeta Fiore gli insegnanti Chicco Pastorino, Gigi Iodice, Pino Spurio Riposati; per la scuola Assofioristi gli insegnanti Paolo Maffei e Mario Gobbi; per la scuola Laboratorio Idee l'insegnante Carmelo Antonuccio; per la scuola Federfiori gli insegnanti Silvano Erba e Francesca Buriassi; e per la scuola Scultura Fiori l'insegnante Maria Cecilia Serafino. Delle scuole partecipanti saranno presenti anche numerosissimi allievi che seguiranno e collaboreranno per la realizzazione delle opere floreali. I fiori saranno forniti dal Mercato dei Fiori di Napoli e dal Mercato dei Fiori di Viareggio. Le dimostrazioni avverranno con la stretta collaborazione dell'Associazione Nazionale Piante e Fiori d’Italia e il supporto organizzativo della Guida "I Fioristi Italiani". A cura de l’École des Fleurs verranno realizzate dimostrazioni, defilé e “danze floreali” per dare risonanza alle tendenze e alle potenzialità decorative più attuali del mondo flower fashion. Sempre sul tema del reciso, il 27 febbraio, al mattino, si terrà un incontro su “La valorizzazione del fiore attraverso lo stile italiano”. Interverranno, moderati da Walter Pironi, Mario Selicato (presidente ASSOFIORISTI), Carlo Sprocatti (presidente FEDERFIORI), Cristiano Genovali (presidente ASSOCIAZIONE PIANTE E FIORI D'ITALIA), Chicco Pastorino (guida I FIORISTI ITALIANI), Cafiero Catello (presidente FLORA Pompei), Anna Zottola (preside SCUOLA MINOPRIO). Al termine, lo special guest Felice Lo Basso, chef stellato del ristorante Unico Milano, stella Michelin più alta in Europa, proporrà al pubblico le sue creazioni culinarie a base di fiori e aromi. Fra gli espositori potrete incontrare anche Floraviva, per visitare la fiera basta acquistare il biglietto elettronico, con sconto, su http://myplantgarden.com. Tutti gli eventi, in costante aggiornamento, sono visibili sul relativo sito web: http://myplantgarden.com/visitare/eventi/. Chi intende approfittare del poco spazio rimasto a disposizione può contattare la segreteria al numero 02-6889080 o scrivere un’email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Redazione Floraviva
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Il 17, 18 e 19 Febbraio 2015 si tiene la trentesima edizione del Salon du Végétal a Angers, Francia. Anno dopo anno questa manifestazione è divenuta uno dei maggiori appuntameni internazionali per i professionisti del settore del vegetale in senso lato. L'Italia è rappresentata da una « squadra verde » che si compone quest'anno di più di trenta espositori, di cui un terzo sono toscani. L'obiettivo in questo caso ha due valenze. La prima di mero significato commerciale e la seconda di rappresentenza internazionale dell’intera filera del verde, che ci pare giustificato dire del vegetale italiano.
Il Salon du Végétal di Angers è un apputamento annuale imprescindibile per tutti i professionisti del vegetale. Vera e propria piattaforma di scambi tra professionisti, è uno degli principali eventi del settore da trent'anni perchè riunisce durante tre giorni tutti i segmenti della filiera : orticoltori, vivaisti, garden centers, fioristi, paesaggisti, servizi spazi verdi della città, allevatori, giornalisti, professori... Qui è presentata l'insieme dell'offerta vegetale su 30.000m² e si aggiunge anche un'importante offerta in attrezzature e servizi (concimi, contenitori, ricerca, insegnamento). In breve, il salone presente la ricchezza del settore del vegetale, le innovazioni, le tendenze ed i nuovi concetti.
La sua influenza è internazionale : i suoi 15.000 visitatori sono originari da 32 paesi differenti, e la fiera accoglie ogni anno circa 550 espositori provenienti da una decina di paese. Tra questi paese espositori, l'Italia è il quatro per importanza con trentuno aziendie quest'anno, tra cui undici sono toscane. Per questi professionisti del vegetale, la posta in gioco è alta. In effetti, la fiera è solo aperta ai professionisti: questo facilita e ottimizza gli scambi e costituici per gli italiani un'interessante occasione per sviluppare il loro lavoro fuori dai confini nazionali. Però, al di là degli obbiettivi economici e commerciali, questo salone è innanzitutto una vetrina internazionale delle competenze e abilità. Poi, offre l'opportunità di scambiare e di proporre una visione di ciò che sarà l'avvenire del verde, di svelare al grande pubblico il dinamismo della filiera orticola, così da poter promuovere la filiera agricola italiana all’estero.
La lista degli espositori italiani e il link alle informazioni sui loro spazi espositivi
BORRIGARDEN Societa Agricola Semplice
GRUPPO PADANA ORTOFLORICOLTURA
Societa Agricola MH CACTILAND ARL
SOC. AGR. NANNINI VASCO E F.LLI
PANDOZZI Societā Agricola Semplice
ROMITI VIVAI S.S. DI PIETRO & FIGLI
Redazione Floraviva
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Un quartiere di stampo europeo, libero dalle auto, ad alta qualità urbanistica ed ambientale, con funzioni pubbliche di pregio ed una parte storica che accoglierà il più importante polo museale cittadino, spazi per start up giovanili, co-working e per la partecipazione diffusa dei pistoiesi alla vita della città: queste alcune delle previsioni contenute nell'accordo di programma per la rigenerazione dell'area del vecchio ospedale di Pistoia, il "Ceppo", presentato oggi pomeriggio, a Firenze, dal presidente della Regione Enrico Rossi, dell'assessore al diritto alla salute Luigi Marroni e dal sindaco di Pistoia Samuele Bertinelli.
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La “Regione nuova” di cui ha parlato il presidente Rossi prenderà vita entro tre mesi con l’entrata del personale delle Province legato alle funzioni che torneranno di competenza regionale. Sburocratizzazione e snellimento delle procedure questi i due scopi principali della riorganizzazione delle funzioni provinciali che si completerà con l’approvazione della proposta di legge che la Giunta regionale ha approvato lo scorso 19 gennaio. Salari e inquadramento dei lavoratori delle Province rimarranno inalterati nel trasferimento. “Si passerà ad una Regione più presente nei territori, che governa, che fa più amministrazione, più vicina al cittadino”, così si è espresso fiducioso Rossi, ribadendo che anche il Governo dovrà essere più leggero e meno costoso in un percorso già intrapreso da Regione e Province.
Cogliere l'occasione del riordino delle funzioni provinciali per riorganizzare la macchina amministrativa toscana, migliorare il rapporto fra cittadini e pubblica amministrazione, favorire la sburocratizzazione e lo snellimento delle procedure. Questo il senso dell'Intesa firmata fra la Regione Toscana, l'ANCI Toscana e le organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL. Era presente al tavolo, ma ha deciso di non firmare l'accordo, l'Upi, l'associazione delle Province, che pur condividendo lo spirito complessivo dell'intesa, ha voluto rimarcare il mancato accoglimento di un emendamento riguardante le risorse da attribuire da parte della Regione alle Province, in cui si chiedeva l’assegnamento della totalità dei finanziamenti del 2015, e non una quota parte in relazione a questa fase di transizione. Il taglio del 50% delle spese per il personale delle Province e del 30% della Città metropolitana, la messa in mobilità del corrispondente personale, impone a tutta la pubblica amministrazione uno sforzo straordinario. "Noi – ha evidenziato il presidente Rossi – ci siamo impegnati a garantire la nostra quota parte dei finanziamenti alle Province fino al giorno in cui le competenze e il personale resteranno in carico a questi enti. Questo è il nostro impegno. Vorrei ricordare come questa operazione di riordino abbia di per sé un costo significativo (tra i 20 e i 25 milioni) per le casse regionali: è un sacrificio necessario però a dare senso e contenuti a questa riforma". L'accordo invita le Province, così come sta facendo la Regione, a dichiarare gli "esuberi" del personale in possesso dei requisiti previdenziali pre-Fornero; impegna la Regione a farsi carico del personale impiegato nelle funzioni che a questa saranno trasferite; gli enti territoriali e statali a mettere in atto tutti gli strumenti per ricollocare il rimanente personale. Nell'intesa siglata stamani c'è scritto che salari e inquadramento dei lavoratori delle Province rimarranno inalterati (salario accessorio e posizione giuridica compresa), si ricorda che il personale sarà trasferito assieme alle funzioni e nei trasferimenti saranno presi in considerazione anche gli assunti a tempo determinato e i Co.co.co. "Con la nostra legge – prosegue il presidente - abbiamo attuato il riordino delle competenze regionali, a noi richiesto dalla legge Del Rio, basandoci su tre principi: il principio di vicinanza (laddove possibile sempre meglio decentrare per essere più vicini al cittadino), di adeguatezza (alcune questioni devono essere invece gestite da 'adeguata' distanza) e di separazione (i cittadini devono avere ben chiaro qual è l'ente competente a seconda della materia). In quest'ottica abbiamo deciso di riportare alla Regione le competenze su agricoltura, ambiente e formazione stabilendo un termine di tre mesi per definire il transito del personale dalle Province nell'ambito di queste funzioni". Rossi auspica infine un cammino di incontro con il personale delle Province per rimotivare e coinvolgere. Le Province cessano dunque di essere un ente autonomo, la Regione passerà in pochi anni da 65 consiglieri a 40 e da 14 assessori a 8: “Sono segni concreti, che sarebbe auspicabile arrivassero anche dallo Stato. Perché, per dare senso a questo cammino di riforme, abbiamo bisogno di uno Stato più efficiente, più leggero e meno costoso", conclude Rossi.
Redazione Floraviva