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Un quartiere di stampo europeo, libero dalle auto, ad alta qualità urbanistica ed ambientale, con funzioni pubbliche di pregio ed una parte storica che accoglierà il più importante polo museale cittadino, spazi per start up giovanili, co-working e per la partecipazione diffusa dei pistoiesi alla vita della città: queste alcune delle previsioni contenute nell'accordo di programma per la rigenerazione dell'area del vecchio ospedale di Pistoia, il "Ceppo", presentato oggi pomeriggio, a Firenze, dal presidente della Regione Enrico Rossi, dell'assessore al diritto alla salute Luigi Marroni e dal sindaco di Pistoia Samuele Bertinelli.
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La “Regione nuova” di cui ha parlato il presidente Rossi prenderà vita entro tre mesi con l’entrata del personale delle Province legato alle funzioni che torneranno di competenza regionale. Sburocratizzazione e snellimento delle procedure questi i due scopi principali della riorganizzazione delle funzioni provinciali che si completerà con l’approvazione della proposta di legge che la Giunta regionale ha approvato lo scorso 19 gennaio. Salari e inquadramento dei lavoratori delle Province rimarranno inalterati nel trasferimento. “Si passerà ad una Regione più presente nei territori, che governa, che fa più amministrazione, più vicina al cittadino”, così si è espresso fiducioso Rossi, ribadendo che anche il Governo dovrà essere più leggero e meno costoso in un percorso già intrapreso da Regione e Province.
Cogliere l'occasione del riordino delle funzioni provinciali per riorganizzare la macchina amministrativa toscana, migliorare il rapporto fra cittadini e pubblica amministrazione, favorire la sburocratizzazione e lo snellimento delle procedure. Questo il senso dell'Intesa firmata fra la Regione Toscana, l'ANCI Toscana e le organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL. Era presente al tavolo, ma ha deciso di non firmare l'accordo, l'Upi, l'associazione delle Province, che pur condividendo lo spirito complessivo dell'intesa, ha voluto rimarcare il mancato accoglimento di un emendamento riguardante le risorse da attribuire da parte della Regione alle Province, in cui si chiedeva l’assegnamento della totalità dei finanziamenti del 2015, e non una quota parte in relazione a questa fase di transizione. Il taglio del 50% delle spese per il personale delle Province e del 30% della Città metropolitana, la messa in mobilità del corrispondente personale, impone a tutta la pubblica amministrazione uno sforzo straordinario. "Noi – ha evidenziato il presidente Rossi – ci siamo impegnati a garantire la nostra quota parte dei finanziamenti alle Province fino al giorno in cui le competenze e il personale resteranno in carico a questi enti. Questo è il nostro impegno. Vorrei ricordare come questa operazione di riordino abbia di per sé un costo significativo (tra i 20 e i 25 milioni) per le casse regionali: è un sacrificio necessario però a dare senso e contenuti a questa riforma". L'accordo invita le Province, così come sta facendo la Regione, a dichiarare gli "esuberi" del personale in possesso dei requisiti previdenziali pre-Fornero; impegna la Regione a farsi carico del personale impiegato nelle funzioni che a questa saranno trasferite; gli enti territoriali e statali a mettere in atto tutti gli strumenti per ricollocare il rimanente personale. Nell'intesa siglata stamani c'è scritto che salari e inquadramento dei lavoratori delle Province rimarranno inalterati (salario accessorio e posizione giuridica compresa), si ricorda che il personale sarà trasferito assieme alle funzioni e nei trasferimenti saranno presi in considerazione anche gli assunti a tempo determinato e i Co.co.co. "Con la nostra legge – prosegue il presidente - abbiamo attuato il riordino delle competenze regionali, a noi richiesto dalla legge Del Rio, basandoci su tre principi: il principio di vicinanza (laddove possibile sempre meglio decentrare per essere più vicini al cittadino), di adeguatezza (alcune questioni devono essere invece gestite da 'adeguata' distanza) e di separazione (i cittadini devono avere ben chiaro qual è l'ente competente a seconda della materia). In quest'ottica abbiamo deciso di riportare alla Regione le competenze su agricoltura, ambiente e formazione stabilendo un termine di tre mesi per definire il transito del personale dalle Province nell'ambito di queste funzioni". Rossi auspica infine un cammino di incontro con il personale delle Province per rimotivare e coinvolgere. Le Province cessano dunque di essere un ente autonomo, la Regione passerà in pochi anni da 65 consiglieri a 40 e da 14 assessori a 8: “Sono segni concreti, che sarebbe auspicabile arrivassero anche dallo Stato. Perché, per dare senso a questo cammino di riforme, abbiamo bisogno di uno Stato più efficiente, più leggero e meno costoso", conclude Rossi.
Redazione Floraviva
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Gli ultimi cambiamenti hanno aggravato la situazione delle aziende agricole in molte zone toscane. Imposta iniqua: obiettivo sensibilizzare istituzioni e politica per una modifica correttiva da parte del Parlamento
Sarà martedì 10 febbraio il primo giorno di mobilitazione degli agricoltori toscani della Cia per protestare contro l’Imu, fin dall’inizio definita “iniqua” e “insostenibile”. In tutta la Toscana – nell’ambito delle iniziative organizzate dalla Cia a livello nazionale - la Cia regionale con le organizzazioni provinciali, con gli agricoltori e trattori, scenderanno nelle strade e nelle piazze per una protesta civile che faccia capire ulteriormente - alla politica ed alle istituzioni - i motivi per cui l’Imu era sbagliata prima ed è sbagliato adesso, anche dopo i cambiamenti introdotti con l’approvazione del decreto legge n. 4 del 24 gennaio, che in molti casi hanno perfino aggravato la situazione delle aziende agricole toscane.
Gli appuntamenti sono nella mattinata (10 febbraio, dalle 9 alle 13) a Bettolle (Sinalunga-Si) all’altezza del casello autostradale A1 Valdichiana; a Grosseto (davanti alla Prefettura, piazza della Vasca-Via IV Novembre).
In tutte le province, oltre all’organizzazione e alla partecipazione ai presidi, la Cia organizza incontri con i prefetti, sindaci, i parlamentari - sia a livello provinciale che regionale -, in particolare nelle realtà dove si evidenziano le maggiori criticità. A Pisa sempre martedì 10 febbraio, si svolgerà nella sala della Provincia un incontro con le istituzioni e autorità locali.
La Cia Toscana consiglia invita ancora gli associati a non effettuare alcun versamento nell’attesa di un provvedimento correttivo da parte del Parlamento, sollecitiamo che venga adottato con la conversione del decreto legge. C’è forte insoddisfazione - sottolinea la Cia Toscana - per le disposizioni di ulteriore revisione dei criteri di esenzione IMU dei terreni agricoli. I nuovi criteri di esenzione, costruiti sulla classificazione ISTAT dei comuni e il loro inquadramento tra comuni totalmente montani e parzialmente montani, continuano a determinare forti iniquità a danno dei produttori agricoli possessori e conduttori di terreni agricoli ubicati in aree marginali e montane. La Cia Toscana sottolinea anche che i nuovi parametri non tengono conto della complessità di tutto il territorio e, soprattutto, trascurano la funzione essenziale degli agricoltori nella tutela a presidio del territorio ed a beneficio dell’intera collettività.
Gli appuntamenti del 10 febbraio saranno anche l’occasione per evidenziare la situazione relativa alla crisi del prezzo del latte e delle decisioni della UE di superamento delle quote; sulla diminuzione di produzione di importanti settori (olivicolo e vitivinicolo); della legge di stabilità che prevede l’incremento delle accise sul gasolio agricolo.
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali
La fiera leader mondiale del florovivaismo, Ipm Essen, si è chiusa con cifre leggermente più alte dell’anno scorso a livelli record. Il ceo Oliver P. Kuhrt ha sottolineato l’internazionalità della manifestazione: più 7% di visitatori dall’estero nel territorio, più visitatori stranieri (43% contro 36% nel 2014) più espositori stranieri (64% invece che 62%) da più paesi (49 invece di 45). Aumentati anche gli ordini, sopra la soglia di un terzo delle aziende.
Ipm Essen, la fiera tedesca leader nel mondo per la filiera del florovivaismo e del verde, si è chiusa il 30 gennaio con cifre leggermente più alte dell’anno precedente, raggiungendo livelli record su un po’ tutti i fronti: dal numero degli espositori, a quello dei visitatori, al tasso di internazionalità della manifestazione, fino alla quantità di affari conclusi in fiera.
E’ quanto si legge nel comunicato di fine edizione 2015, diffuso il 30 gennaio a poche ore dalla conclusione, dove si evidenziano i 1604 espositori da 49 nazioni (l’anno prima erano 1504 da 45 paesi), di cui il 64% stranieri (erano il 62%), i 56.500 visitatori (+7% sul 2014) accorsi dall’estero nel territorio di Essen nei 4 giorni della fiera (dal 27 al 30 gennaio) e i 41.600 visitatori registrati alla manifestazione, di cui il 43% stranieri (era il 36%) e il 97,5% commerciali (era il 95,3%). L’83% dei visitatori registrati sono europei, 6% dall’America (un record) e 9% dall’Asia. Tre quarti dei visitatori aveva responsabilità di acquisto e più di un terzo ha fatto ordini per la prossima stagione.
«Stiamo ripercorrendo i risultati di uno degli eventi di maggior successo in 33 anni di storia di Ipm Essen – ha dichiarato il ceo dell’ente organizzatore Messe Essen Gmbh, Oliver P. Kuhrt -. Mai prima d’ora così tanti espositori avevano presentato le loro innovazioni qua e mai prima d’ora così tanti visitatori erano accorsi da fuori la Germania. Questi sono risultati di alto livello». Toni entusiastici che al momento sembrano confermati dal sondaggio realizzato dall’organizzazione fra i partecipanti, con il 93% dei visitatori e il 97% degli espositori che hanno detto di voler tornare il prossimo anno: dal 26 al 29 gennaio 2016.
Ma al di là dei numeri, quali sono stati i risultati sul piano qualitativo di Ipm Essen 2015?
Uno dei motivi salienti della fiera è stato il tema del (come) «far crescere il valore della pianta come prodotto», come ha sottolineato Jürgen Mertz, presidente di Zentralverband Gartenbau e. V. (l’associazione centrale del florovivaismo, o meglio ortoflorovivaismo).
E in tale prospettiva possono essere lette tutte le innovazioni e premi della manifestazione. All’«Innovation Showcase» sono state presentate in tutto 65 innovazioni da parte di 39 espositori. Con i seguenti premi: nella categoria “piante fiorite primaverili” il leucanthemum hosmariensis ibrido ‘African Rose’ di Kientzler da Gensingen (Germania); nelle “piante da aiola e balcone” il bidens ibrido Beedance ‘Red + Eye’ di Moerheim (Olanda); nelle “piante da vaso” la boronia heterophylla ‘Lipstick’ di Eps da Kevelaer (Germania); nelle “piante fiorite da appartamento” la promenaea ‘Sunlight’ di Klusmann da Friedeburg (Germania); nelle “piante da serra” l’artocarpus altilis ‘Ma’afal’ di Cultivaris North America (Usa); nei “fiori recisi” il ‘Könst Paradiso’, una alstroemeria di Könst Alstroemeria (Olanda); nelle “piante arboree” il Rododendron micranthum ‘Bloombux’ di Diderk Heinje di Edewecht; nella categoria “cespugli e arbusti” il Pennisetum alopecuroides ‘Hameln Gold’ di Cultivaris North America (Usa).
Interessanti anche le proposte dei maestri fioristi. E a Ipm Essen è stato scelto, fra l’altro, il fiorista che rappresenterà la Germania alla coppa del mondo dei fioristi Fleurop Interflora a Berlino nel 2015: Jürgen Herold, che ha convinto per la creatività e l’abilità manuale. In uno show molto innovativo i designer floreali tedeschi e danesi hanno fornito al pubblico nuovi stimoli sulle piante da interno e hanno mostrato che sia al chiuso che all’aperto la pianta è un elemento costitutivo imprescindibile del lifestyle. Da ricordare anche l’incontro con lo stilista Tim Labenda, che è intervenuto per parlare degli effetti sinergici fra moda, fiori e trend del gusto.
Vi sono state poi, oltre agli eventi ricordati nei giorni scorsi da Floraviva, molte attività sul fronte della promozione della formazione e dell’avviamento professionale per bambini e ragazzi nel settore florovivaistico. L’appuntamento “La città verde” (The Green City), con giardinieri, architetti del paesaggio e amministratori pubblici, in cui si è spiegato in che modo più verde possa migliorare il clima delle città. Poiché un verde urbano adeguato non solo protegge gli edifici dalle conseguenze del caldo e del freddo estremi, ma assorbe anche anidride carbonica e polveri sottili, migliora il microclima locale producendo ossigeno e promuovendo la biodiversità.
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali

Questi i due principali risultati emersi dall'ultimo Rapporto Eurispes 2015. Così il 67% delle persone possiede uno smartphone, il 59,9% acquista online, il 53% controlla il proprio conto bancario e quasi tutti hanno un profilo Facebook (95,7%). E dall'uso del noto social network si nota un netto aumento di consensi per la Chiesa che riesce finalmente a superare la soglia del 50%, dato mai raggiunto nella serie storica 2009-2015, arrivando al 62,6% dei consensi con ben 13,6 punti percentuali di crescita. Rimane forte la preoccupazione per la privacy.
Nell'Italia iperconnessa restano forti i timori della privacy, infatti il 43,1% degli utenti Facebook ha sentito violate le proprie informazioni private con la pubblicazione di foto, il 15,5% per video che li riguardava e il 14,3% per frasi che rivelavano fatti personali. Questi rischi diventeranno ancora più preoccupanti davanti all’avvento dell’Internet of Things. Secondo il presidente di Eurispes, Gian Maria Fara, “L’utilizzo di massa delle nuove tecnologie ci pone davanti a nuovi interrogativi. La pervasività, apparentemente silenziosa e quasi confortevole, del cyberspazio in cui viviamo, è destinata ad aumentare con l’avvento di una nuova Era, la cosiddetta Internet of Things. Oltre ai cambiamenti sociali ed economici che questo comporterà, non possiamo più ignorare il fatto che le guerre si combatteranno sempre più sul “filo” del web”. Per Fara “Più di ogni cosa è quindi fondamentale adeguare il Sistema Paese a questo nuovo scenario, facendo prevenzione, gestendo i rischi e gli eventuali incidenti in maniera tempestiva ed in tempo reale. Che cosa accadrebbe infatti al nostro Paese se venissero aggredite le nostre infrastrutture critiche? Siamo pronti per affrontare i nuovi scenari delle guerre cibernetiche?”. La sicurezza informatica finora è stata intesa come un costo eliminabile, a discapito però dei costi successivi, decisamente più consistenti, che vengono sostenuti per colmare le falle e danni prodotti dagli attacchi. Lo smartphone risulta essere il dispositivo elettronico più presente nelle famiglie italiane. In quale modo utilizziamo i nostri telefoni? Chiaramente per chiamare ed essere chiamati (99,5%) e inviare e ricevere sms (88%). Molto diffusa è anche l’abitudine di fare foto/filmati (65,3%), inviare/ricevere foto/video (64,1%), navigare su Internet (61,2%), comunicare tramite WhatsApp e altre applicazioni di messaggistica (60,6%). Riferisce di usare i social network (Facebook, Twitter ecc.) tramite smartphone il 41,8% del campione. Il 40,2% usa il telefonino anche per lavorare, il 34,2% ascolta la musica, quasi un terzo (31,1%) gioca. La quasi totalità del campione (95,7%) è attiva su Facebook. In molti anche su Twitter (43,2%), Google+ (40,1%), Instagram (34,2%), e LinkedIn (20,9%). Il vero boom di consensi lo registra la Chiesa: Papa Francesco, ci dice l’Eurispes, piace a tutti. Bergoglio raggiunge infatti l’89,6% dei consensi. La Chiesa, dopo un lungo periodo di crisi, riconquista così la fiducia degli italiani, e secondo il presidente dell’Eurispes “è importante la posizione assunta dal Papa, anche a seguito degli avvenimenti che hanno colpito la Francia e che hanno acceso a livello internazionale un animato confronto culturale e politico sul ruolo delle religioni”. E “il ‘pugno’ del quale ha metaforicamente parlato il Papa – spiega Gian Maria Fara - pone in termini decisivi il tema del rispetto nei confronti dei valori e delle identità altrui e del riconoscimento dell’altro da sé”.
Anna Lazzerini