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expo 2015

Si tratta di 400 metri quadrati nel centro di Milano a disposizione di imprese e del sistema degli Enti Locali della Toscana. Questo spazio va ad aggiungersi a quello istituzionale che era già stato assegnato alla Regione Toscana all’interno del Padiglione Italia in occasione dell’Esposizione Universale. L’allestimento è affidato a Toscana Promozione e resterà aperto per 6 mesi, dando la possibilità al sistema delle imprese e degli Enti Locali di promuovere i prodotti del territorio, organizzando anche degustazioni ed eventi ad hoc.

Si è parlato della nuova opportunità per la Toscana ad Expo proprio ieri, a Firenze, durante una riunione che si è tenuta a palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Regione. Alla riunione erano presenti l'assessore all'agricoltura e foreste, con delega per Expo, Gianni Salvadori, la presidente regionale dell'Anci, Sara Biagiotti, i rappresentanti di Toscana Promozione e di Sharing Tuscany (il consorzio di imprese che servirà per gestire l'incoming), una settantina di comuni ed altri enti locali di tutta la Toscana. Gianni Salvadori ha aperto l’incontro ricordando come la Toscana sia stata la prima, oltre un anno fa, a siglare un protocollo d'intesa con la società di Expo per uno spazio istituzionale all'interno del padiglione Italia e per dare il via ad un percorso condiviso per la partecipazione dell'intera regione all'esposizione. Un lavoro - come ha ribadito l'assessore - che da oltre un anno viene portato avanti costruendo insieme, tappa dopo tappa, le iniziative che dovranno rappresentare la Toscana "terra del buon vivere" e che dovranno contribuire a presentare tutte le eccellenze della nostra regione e portare il maggior numero di visitatori e di business man a visitare la nostra terra. Anche la presidente dell'Anci regionale, Sara Biagiotti, ha apprezzato l'impegno profuso dalla Regione per presentare la Toscana ad Expo come "sistema". Biagiotti ha ricordato che la "Toscana è particolarmente attrattiva", ma ha avvertito: "dobbiamo ricordarci che avremo l'intera Europa come competitor", esortando così a mettere insieme azioni che possano portare vantaggi positivi e durevoli all'economia della regione, alle imprese e al turismo. Nel corso dell'incontro di ieri è stato illustrato anche il risultato della "Call for ideas" riservata agli Enti Locali, che ha registrato un importante successo. Sono infatti giunte sessanta buone pratiche, realizzate dagli Enti Locali di tutta la Toscana, che saranno così inserite nel materiale promozionale in preparazione per Expo.

Redazione Floraviva

ipm essen

Quella di Essen è infatti l’unica fiera nel mondo a presentare tutte le diversità delle piante. Dal 27 al 30 gennaio, giunta alla sua 33esima edizione, la fiera ospiterà 1600 espositori provenienti da quasi cinquanta paesi. Dalle più recenti varietà di piante nate dalla tecnologia innovativa fino alla discussione dei concetti di marketing più efficaci. Dunque si parlerà anche di trend per fornire una fonte di impulso al settore verde internazionale, grazie alla presenza di importanti delegazioni internazionali.

IPM Essen si presenta non solo come una piattaforma incredibile di presentazione per le aziende e le nuove tecnologie, ma anche quale luogo di spettacoli floreali dal vivo, cerimonie di premiazione del settore e forum informativi. I visitatori si troveranno dunque di fronte a un’unica opportunità di incontrare le aziende leader di tutto il mondo. Per questa edizione sarà presente per la prima volta il padiglione cinese, così come uno stand di cooperazione dell’India. Lo Sri Lanka presenterà i suoi fornitori di tecnologia per giardinaggio e i suoi produttori di piante. Altri stand nazionali saranno quelli di Belgio, Costa Rica, Danimarca, Inghilterra, Francia, Olanda, Italia, Portogallo, Polonia, Spagna, Corea del Sud, Taiwan, Turchia, Ungheria e Stati Uniti. Un appuntamento fisso nella città verde è la "Innovation Showcase": per  tutti i giorni della fiera, i visitatori potranno ricevere informazioni sulle nuove varietà nelle seguenti categorie: "Fioritura e verde Piante", "Primavera - Piante Fiorite", "fiori recisi", piante da balcone, arbusti e impianti di vario genere. Nel Forum Internazionale dell’Orticoltura  gli esperti esamineranno la situazione orticola in Spagna come paese partner e metteranno in evidenza le nuove opportunità di mercato. La fondazione denominata  “DIE GRÜNE Stadt" ("La città verde") invita tutti all’evento informativo dal titolo “Climatologia urbana e Vegetazione”. Anche la redazione di Floraviva sarà presente, in visita, alla fiera di Essen.

Redazione Floraviva

 

agricoltura

A Napoli 1.500 agricoltori chiedono al Governo sostegno per le aree interne da cui proviene gran parte della produzione.

E' l'agricoltura e, più in generale, il sistema agroalimentare nel suo complesso ad avere il maggior potenziale per consentire al Paese di mettersi finalmente alle spalle la crisi economica. L'intero comparto produce ogni anno un fatturato di circa 300 miliardi di euro e, secondo le stime, entro il 2020 contribuirà a creare oltre 200mila nuovi posti di lavoro, di cui 50mila destinati agli under 35. In questo contesto, un contributo decisivo può venire soprattutto dalle aree interne che, con 4.185 comuni su un totale di 8.092 rappresenta il 25% del territorio nazionale. A ribadire la centralità dell'agricoltura per il rilancio dell'economia del Paese è Cia-Confederazione italiana Agricoltori che oggi ha riunito a Napoli oltre 1.800 imprenditori agricoli per la seconda tappa di un percorso intitolato "Il Territorio Come Destino" le cui conclusioni saranno il contributo di centinaia di miglia di agricoltori italiani alla Dichiarazione finale di Expo 2015.
“L’agricoltura e l’agroalimentare possono rappresentare un importante trampolino di lancio per la ripresa e lo sviluppo del nostro Paese - ha detto il Presidente della CIA, Dino Scanavino, nel suo intervento - Se si vuole puntare realmente sull'agricoltura è però necessario portare avanti scelte coerenti che tengano conto sia dei punti di forza che delle debolezze del nostro comparto. E così se da un lato possiamo essere ottimisti dell’interesse dei giovani nei confronti dell’universo agricolo ed orgogliosi nel constatare che grazie alle loro capacità riescono a generare fatturati fino al 23 per cento più alti dei colleghi più maturi, dall’altro non bisogna dimenticare che la nostra è l’agricoltura più anziana d’Europa. Solo il 7% dei titolari d’azienda, infatti, ha meno di 40 anni e il 70% supera i 65 anni”.
“Se poi ci soffermiamo sul problema del reddito – ha aggiunto Scanavino-  basta un dato per capire che i conti non tornano. Per ogni euro che il consumatore spende per acquistare un alimento, infatti, soltanto 14 centesimi vanno nelle tasche dell’agricoltore che ha prodotto quel cibo”.
Dati alla mano, rileva la Cia, esiste una situazione di disparità a svantaggio  delle aree interne che rappresentano una fondamentale “questione nazionale”. Per questo la Confederazione invoca un intervento del Governo affinché studi una proposta "chiara, lineare e trasparente" concordata, che le politiche nazionali per queste zone "siano coerenti con quelle comunitarie", e che venga finalmente attuata una seria semplificazione della burocrazia.
Secondo un recente studio della Commissione Europea, nel 2050, l’agricoltura tornerà ad essere la prima voce dell’economia europea e la domanda di prodotti agricoli crescerà del 70%. Perché questa prospettiva possa realizzarsi - è stato evidenziato nel corso del convegno - è indispensabile riscoprire quella vocazione che ha consentito all’Italia di diventare il modello di riferimento per l'alimentazione, la produzione di  qualità e del mangiar sano nel mondo.
Al convegno “Il Territorio come Destino", coordinato dal Direttore del Corriere del Mezzogiorno, Antonio Polito, hanno partecipato il Vice Ministro dell'Economia e delle Finanze, Enrico Morando, il Governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro, il Vice Sindaco di Napoli, Tommaso Sodano, il Sindaco di Matera, Salvatore Adduce, il consigliere del Ministero per la Coesione, Ivano Russo, il Presidente di Slow Food, Gaetano Pascale, il Vice Presidente nazionale CNA, Giuseppe Montalbano e l'imprenditore vitivinicolo Piero Mastroberardino.

Redazione Floraviva

Lo strumento è ritenuto da Oreste Giurlani essenziale per definire un piano strategico in grado di valorizzare il settore florovivaistico pesciatino-viareggino. Giurlani rilancia anche l’idea del super distretto del verde fiorito: «per fare un salto di qualità bisogna che i due distretti, floricolo e vivaistico, lavorino insieme, per arrivare magari un domani a costituire un distretto unico del florovivaismo toscano». E rileva che per certi eventi b-2-b il mercato di Pescia è la sede ideale, sia per dotazione logistica che per posizione. 

«Per valorizzare il distretto floricolo pesciatino-viareggino bisogna definire il prima possibile un piano strategico. Anche perché sono in fase di lancio i bandi europei. E’ quindi urgente che il distretto floricolo crei quel tavolo di concertazione che è previsto dalla legge come suo possibile strumento».
E’ quanto dichiara il sindaco di Pescia Oreste Giurlani ricordando la richiesta da lui avanzata al presidente del Distretto floricolo interprovinciale Lucca Pistoia, Marco Carmazzi, durante un incontro tenutosi il 23 maggio nella sala consiliare del Comune pesciatino con le associazioni di categoria e i vertici del Mercato Fiori Piante della Toscana – città di Pescia (Mefit). Nell’occasione, una sorta di anteprima  - senza ancora la presenza di istituti bancari e altri soggetti privati e pubblici -  di quello che potrebbe essere il tavolo stesso, Giurlani ha incominciato a delineare le mosse della sua Giunta comunale sul fronte agricolo e le attività di promozione e comunicazione del Mefit nei prossimi mesi (ci sarà un’altra riunione sull’argomento entro la metà di febbraio). 
Ma Giurlani non si limita a chiedere il tavolo di concertazione per il suo distretto floricolo e, proprio in questi giorni in cui si sta discutendo sulla figura del nuovo presidente del distretto vivaistico ornamentale pistoiese che dovrà succedere a Vannino Vannucci, rilancia, quasi rivolgendosi idealmente a colui che sarà nominato al suo posto, l’idea già proposta lo scorso novembre al sindaco di Pistoia Samuele Bertinelli di una sorta di super distretto del verde fiorito toscano. Vale a dire di una strategia unica del florovivaismo regionale, in cui floricoltura e vivaismo siano affiancati come complementari. «Per fare un salto di qualità – dice Giurlani – bisogna che i due distretti incomincino subito a lavorare e programmare insieme. Magari per arrivare in futuro all’unione in un distretto unico». Basti pensare, tanto per fare un esempio di possibile sinergia su uno dei temi toccati nel dibattito relativo al nuovo presidente del distretto pistoiese, al sostegno al verde pubblico e ad eventuali incentivi al verde privato. «E’ logico aspettarsi – osserva Giurlani – che per l’arredo urbano e le progettazioni di aree verdi siano previsti in molti casi anche piante fiorite provenienti da Viareggio e Pescia, non solo le tipiche piante ornamentali pistoiesi».
Giurlani conclude ricordando che «il rilancio della filiera florovivaistica passerà sempre di più anche da eventi  specialistici business-to-business  - cioè riservati a produttori e commercianti venditori da un lato e fioristi, garden center, wedding planner e commercianti acquirenti dall’altro -  che facciano leva sulla creatività e la qualità estetica nel modo di confezionare i prodotti e allestire gli spazi espositivi. E che da tale punto di vista la struttura mercatale del Mefit, con i suoi grandi e affascinanti spazi architettonici, la sua dotazione logistica e la posizione a metà strada fra Lucca e Pistoia, è la sede ideale».
 
Fonte ufficio stampa Mefit


Secondo Coldiretti si deve rivedere le rendite catastali e per tal motivo Coldiretti ha inviato una lettera all'Agenzia delle Entrate

 
In provincia di Pistoia la rendita catastale sui terreni a vivaio è di circa 1.300 euro a ettaro, il doppio, triplo o multiplo superiore rispetto ad altre province italiane e toscane. La rendita catastale è la base imponibile per calcolare le imposte che gravano sul terreno che i vivaisti devono pagare. “Uno squilibrio giustificato in tempi in cui il vivaismo era in pieno sviluppo, non ora, con il mercato stagnante -spiega Mario Carlesi, presidente di Coldiretti Pistoia-”. Una sperequazione che ha spinto Coldiretti a scrivere all'Agenzia delle Entrate, auspicando l'immediato avvio dell'iter per la revisione degli estimi catastali, a cominciare dalla convocazione della Commissione Censuaria che è l'organismo competente
“La attuale situazione di mercato, con il prezzo dei terreni in calo, non giustifica più la forte differenza tra Pistoia e altre province italiane -spiega Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia-. Nel mantovano un terreno vocato a vivaio può avere una rendita catastale di poco più di 600 euro a ettaro, meno della metà rispetto alla nostra provincia. A Grosseto i terreni a vivaio pagano circa 450 euro, il triplo rispetto a Pistoia. E neppure ha motivazione l'eccesso di rendita presunta dei terreni a vivaio rispetto ad altre colture nella nostra stessa provincia”
La rendita sui terreni a vivaio a Pistoia è 8/10 volte più alta di quella che grava su terreni seminativi nei comuni di Pistoia o Monsummano Terme (120/150 euro a ettaro rispetto a 1.300), di 4/5 volte rispetto ad un frutteto di Agliana o Chiesina Uzzanese (250/330 euro), e ben oltre il doppio rispetto ad un terreno orto irriguo (580 euro). 
La rendita catastale è la somma del reddito dominicale, base imponibile per il pagamento delle imposte per il proprietario del terreno (Imu) e del reddito agrario, base imponibile per il coltivatore (Irpef), che spesso coincidono
“Con la crisi il vivaismo, pur riducendo il livello di valore aggiunto prodotto, è ancora competitivo nel mondo -aggiunge Tropiano-. È opportuno che le istituzioni tengano conto del mutato scenario, agevolando il rilancio del settore che più produce utilità, reddito e occupazione a Pistoia. L'abbassamento delle rendite catastali, che Coldiretti auspica, va in questa direzione. È nell'interesse delle aziende agricole e di tutto il territorio ”.
 
Fonte ufficio stampa Coldiretti Pistoia