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L’ASSOCIAZIONE, CHE RIUNISCE OLTRE DUECENTO AZIENDE VIVAISTICHE PISTOIESI, SCEGLIE UNO DEI MAGGIORI OPERATORI DEL SETTORE COME SUO PRESIDENTE, ALLA VICEPRESIDENZA INVECE ELEGGE DANIELE DOLFI E ROMEO TRINCI. COSTITUITASI NEL 2004, L’ASSOCIAZIONE VIVAISTI TUTELA GLI INTERESSI DEL SETTORE, FAVORENDONE I RAPPORTI CON I SUOI SOCI, LE ISTITUZIONI, LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA E CON TUTTO IL TERRITORIO. NEI PROSSIMI GIORNI IL NUOVO CONSIGLIO SI RIUNIRÀ PER DISCUTERE INDIRIZZO E PROGRAMMAZIONE ATTIVITÀ.

Prossimo alla scadenza del mandato per il Distretto vivaistico provinciale, Vannino Vannucci guiderà l’Associazione Vivaisti pistoiesi. Un settore, quello del vivaismo, che è ormai determinate per l’economia pistoiese e toscana, si conta infatti che la superficie coltivata sia gradualmente cresciuta da cinquanta ettari nel 1900 a tremila nel 1960 per arrivare, oggi, a cinquemila ettari. Ecco perché l’Associazione Vivaisti diventa un organo centrale per la concertazione dello sviluppo economico locale. L’assemblea dell’Associazione, tenutasi poco dopo metà dicembre, aveva approvato il rendiconto di mandato 2014 ed il bilancio preventivo. In quella sede il presidente uscente, Andrea Zelari, dopo aver presentato le attività svolte dall’Associazione nel corso del suo doppio mandato, dal 2011 ad oggi, aveva avviato la votazione che ha visto l’elezione dei consiglieri: Vannino Vannucci, Daniele Dolfi, Giorgio Innocenti, Giovanni Giusti, Luca Magazzini, Gilberto Stanghini, Giancarlo Romiti, Romeo Trinci e Marco Romiti. Tale Consiglio si è insediato, come da consuetudine, allo studio commerciale “Michelotti, Bonechi e associati”, da sempre sede dell’Associazione, e ha provveduto all’elezione delle cariche sociali, come previsto dal suo Statuto. In questi giorni il Consiglio si riunirà per discutere l’indirizzo e la programmazione delle prossime attività.
 
Redazione Floraviva

Maurizio Martina

Per il Ministro Martina si tratta di un passaggio importante che segna la capacità del mondo agricolo di saper utilizzare sempre meglio le risorse finanziarie provenienti dall'Unione Europea. Quello agricolo è un settore strategico per l'economia del Paese, che necessita di dinamicità e propensione per aumentare la sua competitività. Grande attesa dunque per i nuovi Psr 2014-2020 per beneficiare dei relativi interventi

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che nel corso del 2014 per i Programmi di sviluppo rurale (Psr) sono stati erogati contributi superiori a 2,6 miliardi di euro, di cui circa 1,34 miliardi messi a disposizione dall’Unione Europea. In cima alla classifica della spesa si confermano le Regioni del Centro Nord: in particolare la Provincia autonoma di Bolzano (con il 94,6% della spesa realizzata), seguita dalla Lombardia (con il 90,7%), mentre le rimanenti Regioni del Centro Nord raggiungono una percentuale di spesa compresa tra il 75 e l’86%. Per le Regioni del Sud (gruppo Obiettivo Convergenza) la percentuale di spesa rimane inferiore alla media nazionale, ma solo una Regione non ha raggiunto gli obiettivi minimi. “Si tratta di un passaggio importante – ha affermato il Ministro Maurizio Martina - frutto del lavoro sinergico portato avanti da Ministero, Agea, Regioni e Organismi pagatori, che conferma le possibilità del mondo agricolo di utilizzare sempre meglio le risorse finanziarie messe a disposizione dall’Unione europea in un settore strategico per l’economia del Paese, dimostrando dinamicità e propensione a investire per incrementare la competitività delle imprese agricole italiane e delle aree rurali in generale. Il lavoro svolto nelle ultime settimane con Agea e le Regioni sui fondi comunitari di sviluppo rurale è stato intenso e ha portato a risultati soddisfacenti. È stato recuperato gran parte del ritardo accumulato nel corso dell’anno sulla spesa e ciò ha permesso di chiudere il 2014 riducendo al minimo il rischio di penalizzazioni finanziarie da parte della Commissione europea”. Solo in Basilicata non è stata raggiunta la spesa necessaria, inferiore di circa 18,3 milioni di euro alla quota minima stabilita dai regolamenti comunitari. Per Abruzzo, Marche e Sardegna, invece, è stato possibile raggiungere il livello di spesa necessario ad evitare penalizzazioni da parte dell’Unione europea. Sull'argomento il Ministro Martina aggiunge: “Queste problematiche se da un lato impongono interventi mirati e tempestivi a livello  organizzativo sulle strutture regionali incaricate della spesa dei programmi comunitari, dall’altro ci devono far riflettere sull’utilità di mantenere un modello programmatorio che impedisca qualsiasi forma di compensazione della spesa tra Regioni e che di fatto esponga il Paese al rischio concreto di penalizzazioni finanziarie da parte dell’Unione europea”. Il dato di questo 2014 risulta significativo perché è stato ottenuto a carico di misure che hanno teso a privilegiare importanti interventi volti al sostegno della competitività delle imprese agricole, di pratiche agricole ecocompatibili e di investimenti in settori strategici, quali quelli finalizzati alla diffusione della connettività a banda larga nelle aree rurali. Martina ribadisce allora l'urgenza dei nuovi Psr 2014-2020: "Da queste esperienze si dovrà ripartire per chiudere al più presto il negoziato in corso con la Commissione europea, in modo che i nuovi Programmi di sviluppo rurale 2014–2020 possano vedere la luce al più presto e consentire alle imprese agricole italiane di beneficiare dei relativi interventi già a partire da questa campagna”.

Redazione Floraviva


fusione inea cra floraviva

Dal MIPAAF la notizia della nomina di Salvatore Parlato a Commissario del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, il nuovo Ente di ricerca in agricoltura nato dall’accorpamento di Inea e Cra. "Innovazione e ricerca sono parole chiave per il potenziamento del comparto agroalimentare e per il futuro di migliaia di aziende agricole del nostro Paese, che ogni giorno scrivono importanti pagine di successo del Made in Italy nel mondo", così il Ministro Maurizio Martina sulla notizia.

 
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha reso noto che il dott. Salvatore Parlato è stato nominato Commissario del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, il nuovo Ente di ricerca in agricoltura nato dall’accorpamento, previsto dalla Legge di Stabilità, dell'Inea (Istituto nazionale di economia agraria) e Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura). Il nuovo Ente avrà dunque come obiettivi principali la razionalizzazione e il rilancio della ricerca applicata in campo agroalimentare e la valorizzazione delle analisi economiche del comparto. Salvatore Parlato, economista ed esperto di finanza pubblica con un’ampia esperienza accademica, ha già ricoperto numerosi incarichi legati al rilancio e alla riorganizzazione di importanti amministrazioni pubbliche. "Innovazione e ricerca sono parole chiave per il potenziamento del comparto agroalimentare e per il futuro di migliaia di aziende agricole del nostro Paese che ogni giorno scrivono importanti pagine di successo del Made in Italy nel mondo - ha affermato il Ministro Maurizio Martina-. La fusione di Inea e Cra rafforza questa politica di sostegno, garantendo loro professionalità e competenza. Sono certo che Salvatore Parlato, con la sua esperienza, contribuirà a dare nuovo slancio alla ricerca e allo studio economico in campo agricolo e agroalimentare, settori sui quali investiamo per rendere le nostre imprese sempre più competitive in un mercato internazionale in cui l’Italia ha tutte le carte in regola per rivestire un ruolo da protagonista”.
 
Redazione Floraviva

Mefit

Nella legge finanziaria regionale della Toscana per il 2015 è stata autorizzata la spesa di 1 milione di euro il prossimo anno per la risistemazione dell’immobile ex Comicent. Mentre con una delibera della Giunta regionale è stata prolungata la concessione in uso della struttura al Comune di Pescia fino al 31 dicembre 2015 oppure, se verrà valutato positivamente il nuovo progetto di valorizzazione multifunzionale del mercato dei fiori promesso dal sindaco Giurlani, fino al 31 dicembre 2016.

Ormai è ufficiale: la Regione Toscana, con la legge finanziaria approvata all’inizio della settimana scorsa dal Consiglio regionale, ha autorizzato per il 2015 la spesa di 1 milione di euro per la risistemazione della struttura del mercato dei fiori di Pescia, adesso denominato Mercato Fiori Piante Toscanacittà di Pescia.
Non solo, con la delibera n. 1257 del 22 dicembre 2014, la Giunta regionale, come aveva anticipato nell’incontro del 17 dicembre al mercato di Pescia l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori, ha prolungato la concessione in uso dell’immobile ex Comicent fino al 31 dicembre 2015 oppure fino al 31 dicembre 2016, se il nuovo progetto di valorizzazione multifunzionale del mercato dei fiori, che è stato promesso con la delibera comunale n. 342 del 16 dicembre scorso dal sindaco di Pescia Oreste Giurlani alla Regione Toscana entro il 31 luglio del 2015, sarà «valutato positivamente» dalla Regione.
Stando a quanto emerso nell’incontro del 16 dicembre, cruciale per una valutazione positiva da parte della Regione Toscana del progetto di gestione multifunzionale sarà, oltre alla sua credibilità e sostenibilità complessiva, la previsione di investimenti privati significativi.

Redazione Floraviva

Nonostante la presentazione, tenutasi oggi in una conferenza stampa, abbia descritto il progetto quale strumento di valorizzazione del territorio in chiave multifunzionale, sussistono ancora alcuni dubbi sui vincoli che esso potrebbe porre all’agricoltura locale. Il contesto che comprenderà il Parco Agricolo sarà comunque quello di un territorio omogeneo in riferimento ai grandi cicli naturali e dal punto di vista socio-economico. Continua  così la caccia alle mille firme entro il 31 gennaio a partire dai sedici anni.

Prosegue la raccolta firme per portare, entro il 31 gennaio, la proposta di fronte all’Autorità regionale per la partecipazione: per sottoscriverla basta aver compiuto sedici anni ed essere residenti in uno dei quattro Comuni coinvolti (Pescia, Uzzano, Chiesina Uzzanese e Montecarlo). Questo rappresenta soltanto il primo passo di un percorso che verrà avviato in seguito all’approvazione del progetto da parte della Regione Toscana, che dovrà contribuire con le risorse destinate ai processi partecipativi (che per il 2014 sono state di circa ottocento milioni di euro) al fine di finanziare i saperi scientifici che collaboreranno, assieme a tutti i volontari, alla stesura del progetto esecutivo del Parco e alle opere strutturali. “Le ragioni che ci hanno spinto a scegliere il territorio che va dalla Pescia di Pescia alla Pescia di Collodi sono immediate e riscontrabili nella necessità dei modelli produttivi, qui presenti, di rinnovamento e innovazione; nella volontà di recuperare la vocazione antica locale dell’orticoltura e della viticoltura; nella presenza di un mondo agricolo dinamico, già abituato a ripensarsi e a ricontestualizzare i propri ambiti, come dimostrato dalla capacità critica delle strutture associative dei consumatori; e, infine, il bisogno di rilanciare l’agricoltura”, così, questa mattina, Omero Nardini, uno dei promotori del progetto, ha presentato le ragioni di questo presso la sala conferenze della Banca di Pescia-Credito Cooperativo ad Alberghi. L’agricoltura si configura così come una risorsa fondamentale del presente e una risposta per il futuro alla crisi: essa deve rivendicare la sua centralità in quanto produttrice di cibo, energia e costruttrice di paesaggio. L’armonia del nostro paesaggio nasce proprio dal lavoro sapiente e duraturo dell’agricoltura. Leonardo Maestripieri, presidente dell’Associazione “Il Chicco di Grano”, ha ribadito la volontà di coinvolgere tutti i soggetti interessati nel progetto al fine di generare nuove economie sostenibili e in equilibrio con l’ambiente. Uno degli scopi principali del Parco Agricolo è dunque quello di valorizzare il territorio, migliorandone la qualità della vita. Con questi temi si confrontano ogni giorno anche gli agricoltori di Cia, come ha ricordato Stefano Fedi, vicepresidente CIA provinciale e assessore all’ambiente del Comune di Uzzano: “Verso questo progetto a forte valenza paesaggistica la nostra posizione è indubbiamente di interesse, ma anche di vigilanza perché il termine “parco” circoscrive il territorio. Le nostre Aziende si occupano già di riconversione e attenzione al territorio e intendiamo tutelarle”. Dello stesso parere anche Sandro Orlandini presidente CIA provinciale, che, sentito telefonicamente, ci ha spiegato che parlando con i soci, ha rilevato un forte interesse per l’opportunità creata dal Parco Agricolo, ma anche l’importanza di dare un peso ai termini e alle eventuali contraddizioni. “Non dobbiamo avere una visione bucolica del nostro paesaggio, pensiamo ai possibili vincoli che i nostri agricoltori potrebbero avere”.

Per un’idea di cosa sia un Parco Agricolo, uno degli esempi più noti in Italia di questo progetto agro-urbano: www.parcoagricolosudmilano.it

Anna Lazzerini