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pescia piazza mazzini

Pescia il 12 dicembre, UNCEM Toscana e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti  si fanno promotori dell’importante iniziativa “La Toscana dei Piccoli Comuni” per il recupero di edifici pubblici, riqualificazione delle aree urbane degradate e realizzazione di nuove infrastrutture. Il progetto sarà presentato a Pescia, presso l’Hotel Villa delle Rose, il 12 dicembre dalle ore 10.00 alla presenza del Sindaco e Presidente UNCEM Toscana Oreste Giurlani, del Sen. Riccardo Nencini, Vice Ministro Infrastrutture e Trasporti, e di Giovanni Guglielmi, Direttore Generale per l’edilizia statale e gli interventi speciali del Ministero Infrastrutture e Trasporti. Interverranno anche l’ing. Giacomo Parenti, Direttore generale Area Coordinamento Sviluppo Urbano di Firenze, Tommaso Dal Bosco, responsabile Dipartimento patrimonio, urbanistica per ANCI e Giordano Ballini Sindaco Villa Basilica.

 
“La Toscana dei Piccoli Comuni” nasce dalla necessità di intervenire sul territorio per riqualificare determinate aree per cui urgono risorse e piani specifici. Il territorio infatti non è rappresentato solo dall’ambiente in cui si vive, ma rappresenta anche una vera risorsa da tutelare e valorizzare per la qualità della vita delle popolazioni che lo abitano e per il loro futuro. UNCEM Toscana e il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture hanno pensato allora a discutere l’iniziativa da loro ideata e promossa nella giornata di venerdì 12 dicembre, presso l’Hotel Villa delle Rose di Pescia, con Sindaci e Tecnici. Il convegno ha l’obiettivo di approfondire tre principali tematiche che corrispondono alla programmazione di interventi sul territorio. Programma 6000 campanili: si tratta, in termini di risorse, di 100 milioni di euro stanziati per consentire ai Comuni con meno di 5000 abitanti di procedere all’adeguamento normativo di edifici pubblici esistenti, alla messa in sicurezza del territorio, alla ristrutturazione e ri-funzionalizzazione di edifici pubblici, a costruirne di nuovi e a realizzare e mantenere reti viarie e infrastrutture o reti telematiche di NGN e Wi-Fi. Piano nazionale delle Città: questo programma è dedicato alla rigenerazione delle aree urbane degradate e consente un coordinamento di una serie di interventi per queste relativi a nuove infrastrutture, riqualificazione urbana, costruzione di parcheggi, alloggi e scuole. Tutto questo grazie al reperimento di risorse pubbliche, di cui 225 milioni di euro subito disponibili. Definizione dei criteri per l’assegnazione degli interventi ammessi a finanziamento: discussione tecnico-politica finalizzata a superare le criticità riscontrate con il sistema del “click-day” nel precedente programma di 6000 campanili. Aprirà il convegno Oreste Giurlani, Sindaco del Comune di Pescia e Presidente UNCEM Toscana; seguirà alle ore 10.30 l’intervento dell’ing. Giovanni Guglielmi, Direttore Generale per l’edilizia statale e gli interventi speciali del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, alle ore 11.00 Giacomo Parenti, Direttore Generale Area Coordinamento Sviluppo Urbano del Comune di Firenze, alle 11.30 invece interverrà Tommaso Dal Bosco, Responsabile Dipartimento patrimonio, urbanistica, infrastrutture e politiche per la casa di ANCI, alle 12.00 Giordano Ballini, Sindaco di Villa Basilica. Dopo gli interventi ci sarà una discussione aperta e infine, alle 13.00, le conclusioni del Senatore Riccardo Nencini, Vice Ministro Infrastrutture e Trasporti.
 
Redazione Floraviva

 

"La Banca della terra", ad un anno dalla nascita, ha presentato oggi il suo primo "bilancio" e viaggia spedita verso il futuro con importanti novità -ha detto oggi l'assessore all'agricoltura Gianni Salvadori durante una conferenza stampa indetta per l'occasione- "Siamo estremanente soddisfatti perchè ci siamo fortemente impegnati in questo progetto, che è stato il primo di questo genere in Italia e anche in Europa, e oggi i risultati ci danno ragione e premiano il nostro impegno. Sono orgoglioso perchè non solo la "banca della terra" funziona e serve, come dimostrano i dati, a recuperare alla coltivazione, all'attività di allevamento e in genere alle attività agroalimentari, terreni e fabbricati che erano stati abbandonati, ma anche perchè si è dimostrata uno strumento importante per dare la terra ai giovani che vogliono fare gli agricoltori, ma finora non avevano i mezzi per procurarsela. Questi risultati sono così positivi che la "banca della terra" entra ufficialmente a far parte delle misure del progetto Giovanisì della Regione Toscana."

 
Ma entriamo nel dettaglio dei dati: già assegnati oltre 270 ettari di terreni pubblici. In corso altre assegnazioni di terra e fabbricati che dal 29 novembre 2013, quando la "banca della terra" è stata ufficialmente avviata sono stati pubblicati 14 bandi (di cui due tutt'ora aperti), e resi disponibili ben 28 lotti, di cui 17 per soli terreni, 6 per soli fabbricati, mentre 5 hanno messo in concessione sia fabbricati che terreni.
 
Sono stati messi a disposizione oltre 500 ettari di terreno (castagneti da frutto, boschi, oliveti, pascoli e seminativi) e 12 fabbricati, tutti di proprietà pubblica, situati nei comuni di: Radicondoli, Murlo, Sarteano, Chianciano Terme in provincia di Siena; Cantagallo in provincia di Prato; San Godenzo e Londa in provincia di Firenze; Follonica, Grosseto, Monterotondo Marittimo in provincia di Grosseto; Loro Ciuffenna, Pieve Santo Stefano, Anghiari, Badia Tedalda, Arezzo in provincia di Arezzo; Buti in provincia di Pisa.
 
Molto positiva è risultata la risposta degli imprenditori; dei 28 lotti complessivi, ne sono stati già assegnati 15, per un totale di oltre 270 ettari, di cui 173 di bosco, 42 di seminativo, 42 di pascolo e 9 di oliveto. Per 11 lotti si stanno completando le operazioni, mentre per gli ultimi 2, il termine per le domande è ancora aperto.
 
Entro la fine dell'anno si prevedono almeno quattro nuovi lotti, a Cantagallo (PO), Buti (PI), Londa (FI) e Cortona (AR).
 
L'Ente terre regionali: a gestione diretta solo le attività di interesse pubblico come la banca del germoplasma
 
La "banca della terra" rientra in un progetto più ampio che ha visto anche la trasformazione dell'Azienda agricola di Alberese in "Ente Terre Regionali Toscane", che mira ad attuare il riordino e la valorizzazione del patrimonio agricolo forestale pubblico. Rimarranno a gestione pubblica le attività come la tutela della biodiversita con la "banca del germoplasma", lo svolgimento di attività di sperimentazione, innovazione e ricerca in agricoltura. In sintesi: le attività di interesse pubblico. I rimanenti terreni e fabbricati saranno dati in concessione ad operatori privati. L'attività è già iniziata con due bandi, nel 2015 il patrimonio reso disponibile sarà più ampio.
 
Con l'occasione dei risultati presentati da Regione Toscana anche l'annuncio che l'Istituto degli Innocenti mette a disposizione 300 ettari, infatti lo scorso 2 Dicembre l'Ente Terre ha siglato con l'Istituto degli Innocenti di Firenze una Convenzione per l'inserimento di oltre 300 ettari di terreno in proprietà dell'Istituto in Banca della Terra ed entro la fine dell'anno sarà pubblicato un bando per due importanti lotti di terreno in provincia di Firenze (rispettivamente di 108 e 81 ettari, comprendenti seminativi e boschi). La scadenza per la presentazione delle domande sarà la fine di febbraio, il che permetterà agli assegnatari di avviare la coltivazione già dalla primavera 2015.
 
I giovani agricoltori avranno priorità nell'assegnazione dei terreni ed il pagamento del canone di affitto sarà scalare nel tempo. Solo a partire dal quarto anno sarà corrisposto l'intero importo stabilito nel contratto. Ciò al fine di dare la possibilità agli imprenditori di avviare il proprio progetto con maggiore tranquillità.
 
"La collaborazione nata fra Ente Terre e Istituto degli Innocenti – ha sottolineato Salvadori - rappresenta un esempio ed un punto di riferimento per le attività future di Ente Terre; l'esperienza che si sta compiendo apre la strada ad una nuova modalità di collaborazione fra Enti, nella ricerca di una sinergia tesa a recuperare ed ottimizzare la produttività degli ambienti marginali interni della collina toscana, a concedere nuove opportunità di lavoro e di vita ai giovani, a promuovere una nuovo rapporto fra proprietà pubblica e capacità imprenditoriale privata.
 
Un'altra collaborazione in corso è stata siglata fra Regione Toscana, Ente Terre e Parco Regionale di San Rossore; anche in questo caso sono stati individuati terreni, situati all'interno della Tenuta Presidenziale che saranno inseriti in Banca della Terra, presumibilmente già a partire dai primi mesi del 2015.
 
Anche i privati possono mettere a disposizione della "banca" la terra che non coltivano
 
La legge regionale della Toscana (L.r. 80/20129 considera espressamente fra i beni da inserire in "banca della terra" anche i terreni di proprietà privata. Il Regolamento 60/2014 definisce le modalità con cui il proprietario privato presenta istanza ad Ente Terre per l'inserimento, grazie ad una specifica modulistica approvata dall'Ente. Ad oggi già due proprietari si sono fatti avanti per chiedere l'inserimento dei propri terreni. "In questo modo – ha sottolineato l'assessore Salvadori - la "banca della terra" diventa fattivamente uno strumento di incontro fra la domanda e l'offerta di terre private, attualmente pressoché inesistente sul territorio regionale". Anche su questo aspetto sono in corso le istruttorie delle richieste e nei tempi più rapidi possibili saranno inseriti tutti i dati nella Banca.
 
Terreni abbandonati e incolti: il recupero per combattere degrado e squilibrio idrogeologico
 
"La legge 80/12 attribuisce un ruolo fondamentale al recupero dei terreni abbandonati e incolti, perchè – ha sottolineato ancora Salvadori - grazie a questo è possibile contenere il degrado ambientale, salvaguardare il suolo e gli equilibri idrogeologici, limitare gli incendi boschivi, favorire l'ottimale assetto del territorio. La legge, ed il successivo Regolamento di attuazione, individuano nei Comuni i soggetti tenuti al censimento dei terreni abbandonati, ossia dei terreni lasciati improduttivi negli ultimi tre anni solari. Per agevolare i Comuni in queste operazioni – ha spiegato l'assessore - è stata siglata una Convenzione fra Ente Terre e Unione delle Province della Toscana (UPI Toscana) attraverso la quale 10 giovani operatori, uno per provincia, hanno avuto il compito di effettuare il censimento dei terreni abbandonati."
 
La superficie da censire è di oltre 107mila ettari, frazionati in più di 270 mila particelle catastali. Questa è la dimensione complessiva delle aree che, pur essendo agricole, non hanno beneficiato negli ultimi tre anni di contributi e premi comunitari e che pertanto potrebbero essere non utilizzate. Di questa superficie ad oggi sono stati verificati, sia attraverso il ricorso a strumenti informativi georeferenziati che a sopralluoghi specifici, più di 24 mila ettari, quasi un quarto del territorio regionale da censire, per circa 65 mila particelle catastali.
 
Per 68 comuni il censimento è concluso e si stanno avviando le procedure che porteranno all'inserimento in banca della terra; per ulteriori 19 Comuni le verifiche sono in via di completamento.
 
Ente Terre, di concerto con UPI Toscana, ha selezionato ed avviato una collaborazione con 36 comuni per inviare lettere ai proprietari dei terreni, ultimo passaggio prima dell'inserimento di questi beni in "banca della terra".
 
Intanto stanno arrivando le prime risposte da parte dei proprietari e molti di loro si sono impegnati a recuperare i propri terreni, che fino ad oggi erano abbandonati. All'inizio del 2015 i primi terreni per i quali i proprietari non hanno espresso questa intenzione saranno inseriti nella "banca" e saranno avviate le procedure per l'assegnazione a nuovi agricoltori.
 
La Banca della terra è visbile sul sito di ARTEA, l' Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura all'indirizzo www.artea.toscana.it. Il portale permette di conoscere in tempo reale i terreni/beni che vengono resi disponibili, è aperto a tutti e permette di scaricare tutta la documentazione necessaria per la presentazione delle domande. E' stata creata una mailing list in cui sono inseriti tutti coloro che a vario titolo hanno manifestato interesse allo strumento (al momento oltre 120 contatti), attraverso il quale si avvisano gli interessati di tutte le novità e della pubblicazione di nuovi bandi. Adesso il collegamento con il Portale di Giovanisì (www.giovanisi.it) nell'area "Fare impresa" (www.giovanisi.it/le-opportunita-per-fare-impresa/) servirà ad accrescere la conoscenza della banca della terra e lo farà in particolare verso i giovani.
 
Redazione Floraviva

"Con l'approvazione da parte della Giunta della risposta alle osservazioni pervenute l'impianto del Piano paesaggistico ne esce confermato. Le modifiche apportate in recepimento delle osservazioni sono state l'occasione per migliorare i singoli contenuti, chiarendoli e precisandoli ove necessario anche per non dare luogo a interpretazioni incoerenti e per renderne più efficace l'applicazione".
 
Lo ha affermato oggi l'assessore Anna Marson, presentando i risultati del lavoro svolto dopo l'adozione del Piano da parte del Consiglio regionale. "Abbiamo esaminato con grande attenzione tutte le osservazioni pervenute, accogliendo tutte quelle pertinenti e coerenti con le finalità del Piano paesaggistico. Abbiamo migliorato complessivamente le sue argomentazioni, con particolare riguardo alle analisi di livello regionale e alle descrizioni dei venti ambiti in cui è suddiviso il territorio regionale, affinando i dispositivi normativi".
 
Sono state in tutto 605 le osservazioni pervenute, che hanno riguardato in grande prevalenza gli aspetti della perimetrazione e della disciplina dei beni vincolati ai sensi del Codice nazionale del paesaggio e le relazioni tra il Piano paesaggistico e le attività economiche, ma anche i temi della semplificazione e della partecipazione.
 
"La discussione che si è sviluppata nel complesso intorno al Piano – ha detto ancora Marson - ritengo che dia un contributo importante alla questione del rapporto tra paesaggio e attività economiche, agricoltura compresa. Il tema del paesaggio rispetto alle attività agricole, in particolare, è un tema che sta diventando centrale anche rispetto alle politiche europee e nazionali. In questo caso la Regione Toscana può dire di avere già avuto modo di approfondire l'argomento".
 
Rispetto all'esigenza di semplificazione espressa da molto interlocutori, l'assessore Marson ha ricordato i risultati conseguiti in sede di concertazione istituzionale con il Ministero. Gli elementi di semplificazione, in coerenza con il piano adottato, sono infatti il contenuto di un'intesa sottoscritta il 28 ottobre 2014 presso il Mibact. Nello specifico si tratta di 32 interventi - all'interno di aree riconosciute come gravemente compromesse e degradate a seguito di una procedura coordinata tra Regione e Mibactche non richiedono più il rilascio della autorizzazione paesaggistica, in quanto volti alla riqualificazione dell'edificato esistente. Sono però esclusi i centri storici. Una ulteriore semplificazione riguarda le aree di pertinenza fluviale, di laghi, fascia costiera e boschi, per i quali sia verificata, in base a una ricognizione coordinata di Regione e Mibact, la non sussistenza del valore paesaggistico. All'interno di queste ultime aree qualsiasi intervento non dovrà più essere dunque sottoposto a autorizzazione paesaggistica.
 
Quanto ai rilievi ricorrenti in merito alle modalità di informazione, comunicazione e partecipazione che il piano ha adottato per la propria formazione, l'assessore fa presente che il Piano è stato costruito con un coinvolgimento di cittadini e amministrazioni locali assai più esteso di quanto non preveda la legislazione toscana vigente. Sono stati tenuti circa 70 incontri fra il marzo del 2013 e il giugno del 2014 con enti locali, associazioni di categoria, di cittadini, associazioni culturali e ambientaliste in tutti gli ambiti in cui si articola il paesaggio toscano. Il Piano è stato altresì presentato nella sua impostazione e discusso nelle sue scelte anche in due serie di incontri nei diversi territori tra l'estate del 2012 e la primavera del 2013 che hanno consentito una serie di approfondimenti tematici con le amministrazioni e le popolazioni direttamente interessate.
 
Redazione Floraviva

parlamento europeo

"Il Fondo sociale europeo è una partita importante, perchè le risorse previste per la Toscana costituiscono lo strumento principale di cui disponiamo per favorire lo sviluppo e l'occupazione e per investire sul capitale umano". Così l'assessore alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini, oggi a Livorno, entra nel merito del tema del convegno "Ripartiamo dal Fondo sociale europeo". L'assessore ha fatto il punto sulla nuova programmazione Fse 2014-2020 e su quello che oggi appare finalmente un quadro certo.

"L'integrazione europea è ormai una realtà e i fondi comunitari sono una delle principali fonti di finanziamento per le politiche regionali". E' partito invece da questa constatazione l'intervento dell'assessore all'istruzione, formazione e ricerca Emmanuele Bobbio. "La Regione - ha aggiunto Bobbio - ha scelto di puntare su tre potenzialità: cultura, paesaggio, capitale umano. Per quanto riguarda la formazione, in particolare, vogliamo utilizzare l'opportunità costituita dalle risorse Fse per creare una discontinuità, rinnovando e rendendo più efficace il sistema. In particolare si è scelto di puntare sui giovani, anche proseguendo politiche già inaugurate da tempo anche con il precedente periodo di fondi, come l'esperienza di Giovanisì e dei tirocini, e su interventi per istruzione formazione e ricerca in grado di sostenere la capacità di innovare e di creare il bello,che poi rappresenta la principale ricchezza della nostra regione. Un passaggio essenziale e un'occasione che la Toscana non deve lasciarsi scappare".

Le risorse - Il Fondo sociale europeo coprirà poco meno di 10,5 miliardi di risorse comunitarie (cui dovranno aggiungersi le quote di cofinanziamento) e di questi circa 6 miliardi saranno gestiti direttamente dalle Regioni. In Toscana le risorse messe a disposizione dal Fse ammontano a 732 milioni in sette anni, quasi 100 milioni in più rispetto al precedente periodo.

Sommando queste risorse a quelle previste dal Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale che potrà contare su 792 milioni, le risorse a favore della Toscana ammontano complessivamente ad oltre 1 miliardo e mezzo di euro, destinate in buona parte al sistema produttivo, alla crescita sostenibile e all'occupazione dei giovani della Toscana. E' questo il contenuto dei due programmi operativi toscani per il periodo 2014-2020, ai quali la giunta ha dato il via libera lo scorso 18 novembre.

"La Regione Toscana è nel gruppo di testa delle pochissime regioni italiane – ricorda Simoncini - che ha inviato i programmi alla Commissione Ue a pochi giorni dall'approvazione dell'accordo di partenariato. Abbiamo fatto uno sforzo per riuscire a sfruttare al meglio questa che costituisce, per la Toscana, la principale opportunità e la più forte leva di sviluppo di cui disponiamo di qui ai prossimi anni. E' questo il motivo che ci ha spinto, unica regione italiana, ad anticipare con 82 milioni di nostre risorse l'arrivo effettivo dei fondi, cosa che ci ha permesso di mettere subito in cantiere interventi su ricerca, sviluppo e altro, che puntano ad aiutare le imprese a investire sulla propria competitività".

Oltre alle risorse per le imprese, l'anticipazione ha permesso di garantire la gestione dei servizi per il lavoro e di mettere in campo interventi innovativi, come quello per il coworking, o come il finanziamento di incentivi per soggetti svantaggiati, il rafforzamento di percorsi universitari in collegamento con il mondo del lavoro, o il bando, di prossima pubblicazione, per i tirocini curricolari. La Toscana, in altre parole, usa i fondi europei facendo precise scelte di campo, orientando interventi e risorse nei settori individuati come trainanti dello sviluppo.

La sfida dei giovani - "Per quanto riguarda il Fondo sociale europeo – spiega Simoncini – la scelta della Toscana è netta: i giovani sono la priorità delle priorità ed è sulle politiche a favore dei giovani che si concentra il 35 per cento delle risorse, pari a oltre 255 milioni di euro in sette anni".

Serviranno, fra l'altro, per proseguire e potenziare gli interventi sui tirocini (66 mln di euro), per l'orientamento, i percorsi di apprendistato professionalizzante, istruzione e formazione professionale (38 milioni), alternanza scuola-lavoro e servizio civile (73 milioni) e si sommeranno alle risorse per il funzionamento dei centri per l'impiego, gli incentivi per l'occupazione, gli specifici incentivi per le donne, che sono comunque un tema trasversale ai Programmi operativi toscani. Ancora, circa il 20% dell'intero Programma, in tutto 145 milioni, è destinato ad interventi di inclusione e promozione delle pari opportunità e per la coesione sociale, misure comunque concepite per favorire l'occupazione e non meramente assistenziali.

Particolarmente importante, in questa fase tuttora critica per la nostra economia, la scelta di destinare il 5%, circa 36 milioni, a interventi mirati per favorire la permanenza al lavoro dei lavoratori di aziende in crisi o in ristrutturazione e e per la formazione degli imprenditori.

"I giovani – riprende l'assessore - già da tempo al centro dell'attenzione della Regione, come dimostra fra l'altro l'esperienza di Giovanisì, sono la scelta strategica del nuovo programma 2014-2020. Ma insistiamo anche con gli interventi per il rilancio dell'occupazione e il contrasto alla disoccupazione. Il nuovo Por Fse insiste sul tema della formazione e credo sia particolarmente importante, nell'ottica di una crescita del sistema, la previsione di iniziative per la formazione e l'adattamento degli imprenditori. Una misura che va a vantaggio dello sviluppo e soprattutto, ancora una volta, del sistema di piccole e medie imprese, alle prese con problemi di adattamento e riposizionamento competitivo rispetto alle mutate realtà dell'economia".

Al nuovo programma sono legati i temi della riforma della formazione e della gestione dei servizi per il lavoro, attraverso l'agenzia regionale per il lavoro, come anche Garanzia Giovani, che si pone in maniera sinergica e complementare al nuovo Por.

Un po' di numeri - In linea con le dinamiche a livello europeo, anche in Toscana, sono stati soprattutto i giovani a subire i contraccolpi della recessione. Secondo i dati Irpet si è registrata una perdita occupazionale complessiva, dal 2008 al 2012, di 43mila occupati under 30, a fronte di un aumento di 25mila occupati adulti. Il gap occupazionale dei giovani, ovvero la crescita di occupati che servirebbe per tornare al rapporto occupati/popolazione precedente la crisi, è quindi non trascurabile: prendendo come base di riferimento il 2008, sarebbe necessario recuperare 39mila giovani occupati. Il progressivo deterioramento delle opportunità di lavoro per i più giovani è dimostrato ancor più chiaramente dall'ascesa del tasso di disoccupazione giovanile (25,2% nel 2012, circa 10 punti percentuali oltre la soglia del 2008) e dalla quota di giovani nella condizione di Neet: erano 64 mila nel 2008, sono oggi 94 mila e corrispondono al 19% dei residenti nella fascia di età tra i 15 ed i 29 anni.

Il punto sul Por 2007-2013 - A meno di un anno dalla chiusura, il programma a fronte di circa 660 milioni di risorse programmate, registra impegni di spesa per il 95% (pari a euro 630 mln di euro) e pagamenti per l'82,8%, (545 mln di euro) Sono 61.107 i progetti finanziati a beneficio di 262.191 destinatari, di cui più del 54% di genere femminile. La fascia di età da 15 a 29 anni raggiunge il 34,4% sul totale dei destinatari.

Redazione Floraviva

legambiente

Stamattina durante la conferenza stampa di Legambiente Valdinievole presso il Circolo Arci di Margine Coperta si è appreso che Del Ministro, presidente di Legambiente Valdinievole, auspica si possa chiudere  un accordo entro sabato 13 dicembre, data in cui si eleggerà il  Consiglio del Centro Documentazione  in cui è prevista anche l'entrata di cinque nuovi Comuni. Secondo sempre Del Ministro è giusto essere ottimisti anche grazie a l’incontro di ieri con il presidente della Provincia Federica Fratoni che ha aperto ad una soluzione con Legambiente

A fronte di un lavoro continuativo di ben quattro anni che ha visto Legambiente, nei suoi due Circoli della zona e a livello regionale, in prima linea per la salvaguardia del Centro di Ricerca e Documentazione del Padule di Fucecchio, il presidente di Legambiente Valdinievole, Maurizio Del Ministro, risponde oggi alle recenti accuse che imputano all'associazione ambientalista di non essere stata combattiva sul tema. "Insieme al WWF regionale e provinciale abbiamo procurato progetti, convocato convegni e tavole rotonde per la salvaguardia e lo sviluppo del Padule. Abbiamo fornito due piani per la tutela e la valorizzazione dell'area protetta alla Regione Toscana. Se il Centro non è stato ancora chiuso, gran parte del merito va proprio alle associazioni ambientaliste". Legambiente Valdinievole è stata infatti sempre presente ai tavoli di concertazione regionale e provinciale per portare avanti le trattative con i soggetti interessati, le Istituzioni. Il Presidente Del Ministro ricorda quindi le lunghe trattative con i Comuni della Valdinievole svoltesi in centinaia di incontri per mantenere l'attenzione alta sul Centro di Documentazione e sull'eccezionale lavoro dei volontari,che hanno svolto gratuitamente tutti i lavori di ordinaria manutenzione. La recente uscita dal Consiglio del Centro dei comuni di Lamporecchio, Ponte Buggianese e Larciano è un errore secondo Legambiente Valdinievole: "I tre Comuni che sono usciti hanno sbagliato, noi pensiamo che adesso sia il momento di mettere da parte le incomprensioni passate, lavorando assieme per il futuro. Un'eccellenza del nostro territorio non può chiudere e i milioni di soldi investiti in questi anni non possono essere buttati via. Sbagliare è umano, ma non si deve perseverare: questi tre Comuni dovrebbero rientrare nel Consiglio, noi siamo ancora disposti al dialogo in vista di un loro passo indietro". Proprio ieri si è tenuto l'incontro con la Provincia di Pistoia: l'accordo che sembrava così difficile, sembra adesso possibile, entro il prossimo sabato 13 dicembre potrebbe essere definito nei suoi termini. Sabato prossimo si terrà infatti l'Assemblea della Onlus che gestisce il Centro di Documentazione per rinnovare il Consiglio ed eleggere il nuovo presidente. Del Ministro fa sapere che l'immobile del Centro resterà quasi sicuramente in comodato d'uso gratuito alla Onlus, che dovrebbe continuare ad esistere nella sua attuale forma nella gestione delle risorse naturali. A fronte dell'uscita dei tre Comuni dal Consiglio è prevista l'entrata di altri cinque: Montecatini Terme, che ha già deliberato in Consiglio Comunale, Borgo a Buggiano, che ha rilasciato una lettera di intenti, Pescia, il cui sindaco si è espresso più volte in favore, Uzzano e Montecarlo. Legambiente Valdinievole fa sapere inoltre che non ci saranno altre uscite dal Consiglio poiché per statuto doveva esserne fatta domanda entro il 30 novembre.


Redazione Floraviva