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Il mercato dei Fiori di Viareggio sarebbe gestito con una Coop srl partecipata dai produttori che si occuperebbero della operatività, ristrutturazione e logistica
Da un incontro molto partecipato svoltosi al mercato dei fiori di Viareggio tra i produttori del distretto floricolo appartenenti a diverse organizzazioni di categoria, si è discusso una proposta che incontri gli orientamenti indicati dall'amministrazione comunale di Viareggio che prevedono la gestione degli spazi in cambio di opere di adeguamento tecnico e migliorie per la fruizione del mercato. L’idea discussa dagli operatori è stata quella di creare un start-up cooperativa a responsabilità limitata tra i produttori che gestisca l’accesso al mercato, gli spazi della ex banca e del bar/ristorante, la sala polifunzionale, i parcheggi.
La coop srl, che dovrà essere costituita, parteciperà alla gara di affidamento organizzata dall'amministrazione comunale ed in seguito dotarsi di riserve finanziare per realizzare le opere di adeguamento, arredo urbano e sistemazione degli spazi del mercato e dell’intera area. In assemblea è stato dichiarato anche che i produttori che non entreranno nella cooperativa potranno continuare a svolgere tranquillamente il loro operato all'interno del Mercato dei Fiori.
«Mi sento di esprimere una sostanziale approvazione - ha commentato al termine Massimo Gay, responsabile versiliese della confederazione italiana agricoltori che era presente all’incontro insieme a Adelmo Fantozzi, della confederazione Cia Lucca, e Massimo Gragnani, tecnico della stessa confederazione degli agricoltori versiliesi - il piano aziendale, se pur ancora da definire nei dettagli, sembra sostenibile dal punto di vista della fattibilità economica e dunque la nascita di questa cooperativa rappresenta una soluzione concreta e perseguibile ».
Il futuro del mercato dei fiori ed il suo rilancio e sviluppo sembrano quindi potersi e doversi legare in modo imprescindibile a quello dei produttori del settore floricolo versiliese e del mondo cooperativo toscano.
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali
È una creazione italiana la vincitrice del prestigioso premio Glazen Tulp Award del 2016. Si tratta del Ranuncolo Pon Pon Malva, introdotto sul mercato da Biancheri Creations, un’azienda florovivaistica del Ponente ligure. Il fiore – presentato in concorso da diverse aziende di settore provenienti da tutta Europa, tra cui le due italiane Flor Trade International e La Nuova Floricoltura Mer – ha sbaragliato la concorrenza degli altri semifinalisti, incontrando il successo dei giurati di FloraHolland e del pubblico.
Il Glazen Tulp Award è un premio molto ambito nel settore florovivaistico e viene riconosciuto alla migliore new entry dell’anno tra le varie proposte. Il premio è organizzato da FloraHolland, una cooperativa che gestisce il 90% del mercato di fiori recisi in Olanda e opera anche all’estero, con sedi in Spagna e in Italia.
Il premio è stato assegnato nei giorni scorsi presso il Museo Louwman a l’Aia e la motivazione che ha spinto la giuria a premiare il fiore di origine italiana riguarda le tonalità molto particolari del fiore, che possono sviluppare nuove tendenze tra i consumatori.
Alberto Biancheri si è detto molto soddisfatto di questo riconoscimento che “non fa che confermare il successo dei Pon-Pon” e che ha riconosciuto come “un attestato che ci dà ulteriore spinta per continuare a lavorare con meticolosità per offrire alle aziende produttrici nuove possibilità di crescita.”
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali
Il maxi sequestro di tre tonnellate di cagliata avariata effettuato da NAS di Bari ai danni di un caseificio barese ha sollevato nuovi interrogativi sui controlli e sul mercato della contraffazione. I generi alimentari sequestrati – provenienti dalla Germania e dall’Irlanda – consentivano all’allevatore, ora denunciato, di immettere sul mercato ingenti quantità di prodotti caseari a prezzi molto inferiori rispetto alla media, ed è questo che ha insospettito gli investigatori.
Immediate le reazioni delle varie associazioni di coltivatori e agricoltori, in particolar modo quella di Dino Scanavino, presidente CIA, il quale ha dichiarato che “in un momento in cui il rapporto fra il prezzo del latte alla stalla e il suo costo di produzione ha raggiunto livelli inaccettabili per gli allevatori, non si può tollerare il mercato della contraffazione”. Il settore – ha aggiunto Scanavino – “ha bisogno di stabilità e trasparenza”
La richiesta è quella di estendere l’obbligo dell’indicazione dell’origine della materia prima a tutti i prodotti lattiero-caseari, per tutelare quelle aziende oneste che spesso sono costrette a bassi profitti a causa di prezzi imposti – al ribasso – dalle regole europee.
“Il problema – continua il presidente CIA – è conoscere l’origine del latte importato, che in Italia equivale a 8,6 milioni di tonnellate”. L’unico modo per tutelare i consumatori è la presenza di un’etichetta chiara e completa, e su questo spinge il Consorzio italiano degli Agricoltori.
Basti pensare che il settore lattiero-caseario costituisce un’importante fetta della nostra economia agroalimentare, contando oltre 35.000 aziende. Solo in Puglia, ci sono quasi 2000 allevamenti che producono all’incirca 3,5 milioni di quintali di latte all’anno, ma poco meno di 3 milioni vengono importati dall’estero (dati Coldiretti) il che ha portato molte stalle a chiudere i battenti nel corso di un decennio.
Si ravvede la necessità – conclude infine Scanavino – di definire un prezzo del latte con un contratto semestrale o al massimo quatrimestrale, per consentire così agli allevatori di effettuare programmazioni produttive a medio termine.
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali
Rischio frane in montagna, sono pronti 4 milioni e 520 mila euro per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico.
Nell'ambito delle attività del commissario governativo Enrico Rossi per le opere che rientrano nel maxi accordo di programma da 106 milioni firmato il 4 novembre scorso per proteggere Firenze e la Toscana dal rischio idraulico, il Ministero dell'ambiente ha finanziato 3 milioni e 100mila euro che si aggiungono al cofinanziamento regionale di 1 milione e 420mila euro per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico.
Con il decreto ministeriale che è destinato prettamente ai comuni montani, sono stati finanziati interventi in sei comuni che avevano progetti urgenti e cantierabili in Garfagnana, in Lunigiana e sull'Appennino pistoiese.
In particolare: a Minucciano, per la messa in sicurezza della frana di Pugliano (1 milione e 410mila euro); a Giuncugnano per la stabilizzazione del versante sotto la RSA di Magliano (1 milione e 560mila euro); a Zeri, per il consolidamento delle frane che interessano l'abitato di Patigno Alta (500mila euro); a Castelnuovo Garfagnana per stabilizzare il versante compreso tra le località di Palazzetto e Fosso Canalaccio (290mila euro); a Pescia, per i lavori di sistemazione e messa in sicurezza del dissesto idrogeologico in frazione di Vellano (425mila euro) e a Cutigliano per interventi di consolidamento della strada comunale La Cornia (336mila euro).
A questo seguirà un ulteriore stralcio di interventi che rientrano nel Piano Nazionale che al momento è in fase di istruttoria del Ministero dell'Ambiente, la Regione e la struttura #Italiasicura della Presidenza del Consiglio.
"Accogliamo questa notizia con soddisfazione – ha detto l'assessore regionale all'ambiente e alla difesa del suolo Federica Fratoni - perché all'interno delle attività del Piano nazionale siamo riusciti in tempi ragionevoli a dare una prima risposta anche ai territori montani. Il governo ha premiato la Toscana che aveva un parco progetti pronto con interventi immediatamente cantierabili. Auspichiamo di raccogliere prossimamente i frutti dell'importante lavoro che la Regione ha svolto e sta continuando a svolgere insieme alla struttura di #Italiasicura".
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali
E' stato approvato dalla Giunta e successivamente pubblicato sul Burt (il 13 gennaio) il bando per "Servizi di accompagnamento al lavoro per persone disabili e soggetti vulnerabili" che si avvale di finanziamenti del POR-FSE 2014-2020 pari a 14,7 milioni.
Questi i punti chiave:
Finalità. Il bando, che scade il 31 marzo 2016, intende promuovere la realizzazione su tutto il territorio regionale di un sistema diffuso e articolato di servizi per l'accompagnamento al lavoro di persone disabili e soggetti vulnerabili in carico ai servizi socio-sanitari territoriali. I progetti che concorreranno al bando dovranno dunque sviluppare percorsi di sostegno per l'inserimento socio-terapeutico e socio-lavorativo delle persone disabili o vulnerabili. La loro durata non potrà superare i 24 mesi dalla data di avvio.
Soggetti ammessi. Alla presentazione dei progetti sono ammesse imprese e cooperative sociali, e soggetti pubblici e privati che operano nel recupero socio-lavorativo di soggetti svantaggiati.
I progetti devono però essere obbligatoriamente presentati ed attuati da una Associazione Temporanea di Scopo (ATS), costituita o da costituire a progetto e finanziamento approvato.
In ogni ATS dovrà essere presente almeno un Ente pubblico tra quelli che hanno funzioni di programmazione e gestione dei servizi e degli interventi per gli ambiti territoriali di riferimento dei progetti. All'interno dell'ATS gli Enti pubblici possono assumere sia il ruolo di soggetto capofila-proponente che quello di partner.
Destinatari. I destinatari dei progetti sono persone non occupate, in carico ai servizi socio-assistenziali, sanitari e/o socio-sanitari che siano in condizione di disabilità certificata ai sensi della L. 68/1999, oppure certificate per bisogni inerenti la salute mentale. Tutti i progetti dovranno prevedere obbligatoriamente la partecipazione di entrambe le tipologie di destinatari. Il numero di destinatari coinvolti nei progetti dovrà essere pari, complessivamente, ad almeno 1510 persone.
Modalità di elaborazione dei progetti. Tutti i soggetti che intendono partecipare al bando devono prima rispondere agli "Avvisi di manifestazione d'interesse alla co-progettazione" che saranno emanati dalle Società della salute oppure - nelle zone-distretto dove queste non sono costituite - dal soggetto pubblico individuato dalla Conferenza zonale dei sindaci. Per ogni zona distretto dovrà essere attivata una sola procedura di evidenza pubblica.
Importi minimi e massimi dei progetti. Per ciascuna zona-distretto (o per più zone-distretto in caso di aggregazione) potranno essere presentati uno o più progetti per importi non inferiori a 100.000 euro e non superiori a 1,5 milioni. Nel caso in cui due o più zone distretto decidano di aggregarsi le risorse assegnate complessivamente disponibili sono pari alla somma delle risorse previste per ciascuna zona. Le proposte di progetti elaborate nelle varie zone-distretto nell'ambito dei processi di co-progettazione saranno poi presentate alla Regione Toscana dalle ATS (costituite o da costituirsi a progetto approvato). Gli interventi sono finanziati al 100 per cento con fondi FSE, senza cofinanziamento del soggetto beneficiario.
Ripartizione risorse per zone-distretto. La ripartizione dei 14,7 milioni del Fondo sociale europeo tra le 34 zone-distretto è stata effettuata sulla base di tre indicatori: da un lato la popolazione complessiva della zona-distretto 18/65 anni (anno 2013), dall'altro il numero delle persone disabili 18/65 anni, certificate sulla base della legge 68/1999, e quello delle persone 18/65 anni in carico ai Servizi di salute mentale, presso ciascuna zona-distretto (anno 2013). Importi aggiuntivi sono stati riconosciuti alla zona-distretto dell'isola d'Elba, per l'oggettiva difficoltà geografica e logistica ad aggregarsi con altre zone, e a quelle dell'Alta Val di Cecina, Amiata senese e Valdorcia, Amiata grossetano per raggiungere la soglia minima dei 100.000 euro.
Tipologia di interventi finanziabili. Le tipologie di attività che dovranno obbligatoriamente essere incluse nelle proposte progettuali sono, tra quelle indirizzate alla persona:
l'accesso e presa in carico, con valutazione della possibilità di inserimento nei percorsi di accompagnamento al lavoro (di competenza dei soggetti pubblici territoriali); la valutazione del livello di occupabilità dei partecipanti; l'orientamento dei partecipanti (finalizzato alla comprensione delle competenze potenziali ed espresse); la progettazione personalizzata (predisposizione dei progetti individuali e pianificazione delle attività specifiche rivolte a ciascun partecipante); l'accompagnamento in azienda per i partecipanti.
Tra le attività indirizzate al processo di occupabilità si collocano lo "scouting"delle imprese interessate ad accogliere i partecipanti in stage; il "matching" tra domanda/offerta di lavoro; il sostegno di un tutor in azienda per i partecipanti.
Indennità di partecipazione. I destinatari dei progetti potranno ricevere una indennità connessa alla partecipazione ai percorsi di accompagnamento al lavoro, inclusi gli eventuali percorsi formativi e stage in azienda (o altro soggetto ospitante). Tale indennità – tra i 400 e i 150 euro lordi mensili - sarà proporzionale alle ore realmente effettuate. La partecipazione a tali esperienze è da intendersi all'interno di un progetto personalizzato mirato all'inclusione sociale e lavorativa.
Redazione Floraviva