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Per tutelare l'ambiente rurale, agricolo e forestale italiano i due enti si sono accordati ieri, nell'ambito della rassegna Festambiente 2016, con la firma di un documento che prevede una completa collaborazione in base a principi bioecologici e di salvaguardia.

Il documento firmato ieri, lunedì 8 agosto, durante Festambiente 2016, prevede un'azione comune di Legambiente e Accademia dei Georgofili per favorire la diffusione di conoscenze scientifiche nel settore ambientale, promuovere le filiere di bioeconomia e affrontare tutte le problematiche economiche, ambientali e territoriali delle aree marginali e montane. Inoltre, si propone di contribuire allo sviluppo delle razze e delle varietà zootecniche nel rispetto dei più corretti criteri agroecologi. L'accordo è stato firmato da Rossella Muroni, Presidente nazionale di Legambiente e Giampiero Maracchi, Presidente dell'Accademia dei Georgofili. floravivaQuest'ultima è uno dei partner più qualificati per sviluppare il progetto assieme ad un'associazione come Legambiente, che ha fatto dell'ambientalismo scientifico il cardine sul quale si basano le sue iniziative. L'accademia, ente senza fine di lucro, da oltre 260 anni svolge un'attività culturale di rilevante interesse pubblico attinente all'agricoltura, all'ambiente rurale, alla sicurezza alimentare, all'identità delle produzioni agricole e agroalimentari locali, alla formazione e comunicazione, all'informazione tecnico-scientifica, anche attraverso le sue Sezioni nazionali e Internazionale di Bruxelles. 
Il documento si propone, infine, di valorizzare quelle imprese che gestiscono correttamente la propria rete idrica, di contribuire promuovere la massima diffusione a tutte le iniziative congiunte dei due enti, nonché di realizzare campagne e collaborazioni con soggetti terzi, intese a valorizzare il patrimonio culturale e le nuove acquisizioni tecnico-scientifiche che hanno riflessi sul settore agricolo-forestale e sull'ambiente rurale. 
 
Redazione

earthovershoot

La data in cui scatta l'allarme arriva ogni anno sempre più tardi: secondo la Global Footprint Network, oggi, 8 agosto, è il giorno in cui l’uomo ha preso dalla natura più di quello che questa è in grado di rigenerare per il 2016. 

La Global Footprint Network è l’organizzazione internazionale di ricerca che ha elaborato un metodo per misurare il consumo delle risorse naturali che ogni anno la Terra mette a disposizione delle specie viventi. Secondo i suoi studi, dunque, da domani emetteremo più anidride carbonica di quella che oceani e foreste sono in grado di assorbire, pescheremo più pesci di quelli che si riprodurranno e taglieremo più alberi di quelli che ricresceranno. È dal 1970 (intorno al 23 dicembre) che non rispettiamo più le risorse della terra: nel 2003, dopo poco più di trent’anni, l'Earth Overshoot Day cadeva a settembre e dopo appena dieci anni, nel 2013, è stato il 20 agosto.
floravivaAd oggi avremmo bisogno dell'equivalente di 1,6 terre per soddisfare il nostro fabbisogno globale annuale. I campioni di questa dismisura sono gli australiani e gli americani: se tutti infatti vivessimo secondo il loro stile di vita, servirebbero almeno cinque pianeti. La crescita demografica è comunque ben lontana da giustificare questo “appetito”. La deforestazione, l'erosione del suolo, la desertificazione e la perdita di biodiversità testimoniano lo sfruttamento del nostro capitale naturale. Ma il principale indicatore del nostro eccesso si trova nell'atmosfera, in cui l'anidride carbonica si accumula a causa della nostra propensione a bruciare sempre più energia. Le nostre emissioni di CO2 ora rappresentano oltre il 60% della nostra impronta ambientale complessiva. 
Mathis Wackernagel, co-fondatore e CEO di Global Footprint Network, ricorda l'incoraggiamento allo sviluppo delle energie rinnovabili proveniente dalla Conferenza di Parigi sul clima COP21 e sottolinea come l'unica risorsa che manca sia oggi la volontà politica. Ci sono comunque alcuni Paesi che già stanno facendo molto per ridurre il loro impatto. Il Costa Rica, esempio mondiale di sostenibilità, nei primi tre mesi di quest’anno, ha generato il 97% della sua elettricità da fonti rinnovabili. Anche il Portogallo, la Germania e la Gran Bretagna hanno raggiunto livelli elevati circa la capacità di produrre energia rinnovabile. Ad esempio, il Portogallo ha soddisfatto, per alcuni giorni, il 100% della sua domanda di energia elettrica con fonti rinnovabili. C'è  comunque ancora molto da fare e le piccole azioni di ogni giorno diventano determinanti per raggiungere il risultato di un minor sfruttamento delle risorse naturali. Intanto, ognuno può "metterci la faccia" e postare la foto di una “buona azione” utilizzando l'hashtag #pledgefortheplanet della campagna lanciata dal Global Footrprint Network.
 
Redazione

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Secondo Turismo Verde-Cia, anche quest’anno la maggioranza degli italiani sceglie di trascorrere le ferie nel Paese, optando per soluzioni low-cost e località vicine, complice anche il timore di attacchi terroristici. In questo quadro, il soggiorno in campagna “vince” con oltre 1,6 milioni di ospiti attesi fino alla fine di agosto. 

Nell’estate del rilancio per le vacanze, con quasi 20 milioni di italiani in partenza per le ferie solo ad agosto, l’agriturismo si conferma una meta ambita per i turisti, con 1,6 milioni di ospiti attesi fino alla fine del mese, soprattutto stranieri (+5%), e una stima di crescita dell’8% delle presenze a 7,2 milioni di visitatori per tutta la stagione (giugno-settembre). È quanto afferma Turismo Verde, l’associazione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani.
Se torna a crescere il numero dei viaggiatori, è altrettanto vero che la scelta per 7 vacanzieri su 10 è quella di restare in Italia, complice la paura di attentati terroristici ma anche la necessità di contenere il budget di spesa. Quindi anche quest’anno si prediligono località vicine, soggiorni brevi e soluzioni economiche, spiega Turismo Verde Cia. Tutti elementi che premiano le strutture agrituristiche, che permettono di ottimizzare il rapporto qualità-prezzo, grazie anche ai listini sostanzialmente invariati e all’aumento di “pacchetti” personalizzati (offerte coppia, offerte famiglia, percorsi benessere).
Negli agriturismi -sottolinea Turismo Verde Cia- c’è il relax della campagna ma non così lontano dal centro urbano; l’opportunità di soggiornare, risparmiando, vicino al mare o in montagna o in prossimità delle città d’arte; e soprattutto c’è l’aspetto enogastronomico, con una ristorazione attenta alla stagionalità dei prodotti e menù legati al territorio e alle tradizioni locali. D’altra parte, per metà degli italiani andare in vacanza vuol dire proprio questo: riposo (25%), buona tavola (19%) e attività ricreative e culturali (13%).
In Italia -ricorda Turismo Verde- gli agriturismi sono 21.744, con una crescita del 4,1% nell’ultimo anno, per un totale di 232.580 posti letto, 423.777 coperti a tavola e 9.263 piazzole di sosta per l’agri-campeggio (+13% rispetto al 2015). In più, circa la metà delle strutture (10.298) permette di praticare equitazione, escursionismo, trekking, mountain bike, osservazioni naturalistiche, sport, Spa e piscina, corsi vari, soprattutto di cucina.
 
Redazione

olio

Un vero e proprio successo quello che la filiera italiana dell'olio d'oliva, con la regia del MIPAAF, ha ottenuto facendo riscrivere al Consiglio oleicolo internazionale i limiti dei parametri di purezza dell'olio d'oliva.

boniniEra infatti a rischio circa il 30% della produzione olivicola italiana con i vecchi parametri: potevano finire fuorilegge alcuni oli di comprovata qualità, prodotti da due tra le più diffuse cultivar italiane: la Carolea in Calabria e la Coratina in Puglia. Con la decisione del Coi di cambiare si passerà dal precedente limite dello 0,3%, previsto per l'acido eptadecanoico ed eptadecenoico sulla composizione acidica totale, a, rispettivamente, lo 0,40% e lo 0,60%. Per l'acido ecosenoico, che era allo 0,4%, si passa allo 0,50%.
Questi acidi grassi sono degli indici di purezza in quanto servono ad individuare se in un olio sono state introdotte o meno sostanze estranee all'oliva, come nel caso di semi o di oli raffinati. La composizione totale di acidi grassi dell'olio è data per la maggior parte dall'acido oleico, che può variare da un minimo del 47% del totale fino ad arrivare all'82%, come nel caso degli extravergini made in Italy. La sola ipotesi di poter finire fuori parametro per alcune cultivar avrebbe portato al loro deprezzamento sul mercato, dando via così a una serie di fenomeni di speculazione commerciale. 
Grazie al lavoro della filiera italiana dell'olio d'oliva, guidata dal MIPAAF, sono stati inviati al Coi circa 8-9.000 campioni di olio di almeno tre diverse annate provenienti da Puglia e Calabria. Valutati così i livelli mediani di questi acidi, superiori ai limiti fissati dal Coi, si è proceduto alla richiesta di modifica di questi ultimi. In meno di un anno si è giunti così alla modifica, grazie anche alla collaborazione di altri paesi produttori, come Spagna, Francia, Grecia: tempo davvero molto breve se si considera che l'Argentina ha impiegato non meno di sei anni per ottenere dal Coi una modifica del limite degli steroli.
 
Redazione

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Tra gli obiettivi principali della norma ci sono l'incremento del recupero e della donazione delle eccedenze alimentari, con priorità all'assistenza di indigenti. Si favorisce anche il recupero di prodotti farmaceutici a fini di solidarietà sociale. L'obiettivo del recupero di un milione di tonnellate di cibo all'anno è ora più vicino.

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che il Senato ha approvato oggi definitivamente la legge per la limitazione degli sprechi alimentari. «Questa legge – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – è una delle più belle e concrete eredità di Expo Milano 2015. L’abbiamo presentata lo scorso anno nel nostro “Piano SprecoZero” proprio durante l’Esposizione universale ed è una traduzione in fatti dei principi della Carta di Milano. Un provvedimento che conferma l’Italia alla guida della lotta agli sprechi alimentari, che ancora oggi hanno proporzioni inaccettabili. 12 miliardi di euro solo nel nostro Paese. Con questa norma ci avviciniamo sempre di più all’obiettivo di recuperare 1 milione di tonnellate di cibo e donarle a chi ne ha bisogno attraverso il lavoro insostituibile degli enti caritativi. È molto importante il rafforzamento del tavolo indigenti del nostro Ministero, che ora potrà diventare un vero e proprio laboratorio operativo per ridurre gli sprechi e aumentare l’assistenza ai più bisognosi. Un modello che ci rende unici in Europa e che punta ad incentivare e semplificare il recupero più che a punire chi spreca. Un ringraziamento va a tutti i parlamentari per l’attenzione che hanno dato a questa legge e in particolare a Maria Chiara Gadda che ha lavorato con passione in questi mesi al provvedimento». «L'approvazione definitiva della legge contro gli sprechi alimentari – dichiara il Viceministro Andrea Olivero – è un fatto fondamentale nella lotta contro la povertà alimentare. Si tratta di un provvedimento che è stato costruito insieme al Terzo Settore, insieme cioè alle associazioni e agli enti caritativi che da sempre sono al servizio degli ultimi, intercettando gli sprechi e ridistribuendoli giorno dopo giorno con grande costanza e con capillarità impressionante. A questo punto – conclude il Viceministro - la parola passa alla società civile e al settore imprenditoriale. Sono convinto che ciascuno farà la sua parte nel contrasto allo spreco».
Donare sarà adesso più semplice grazie alle disposizioni di carattere tributario e finanziario della legge. Due milioni di euro al fondo per acquisto di alimenti.  Previsto un finanziamento di 2 milioni di euro per l’acquisto di alimenti da destinare agli indigenti. Il Mipaaf ha già avviato un’attività virtuosa di recupero degli sprechi e donazione agli indigenti. 
Proprio da poche ore è attivo il bando Agea per l’acquisto di latte crudo da trasformare in UHT e donare ai più bisognosi. Si tratta della prima tranche da 2 milioni del piano complessivo di acquisti da 10 milioni di euro. Si istituisce un Fondo presso il Ministero delle politiche agricole con dotazione di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, destinato al finanziamento di progetti innovativi. 
I Comuni hanno la facoltà di applicare un coefficiente di riduzione della tariffa sui rifiuti alle utenze non domestiche (TARI) relative ad attività produttive che producono e distribuiscono beni alimentari, in caso di donazione gratuita agli indigenti. In caso di confisca di prodotti alimentari, l'autorità da oggi disporrà la cessione gratuita con priorità all’alimentazione dei più bisognosi o successivamente come mangime per animali.
 
Redazione