Filiera olivo-olio

maurizio martina

Martina: “investiamo nella ricerca pubblica anche in campo agricolo”. Stanziati 21 milioni di euro nella Legge di stabilità per il finanziamento del più importante progetto triennale di ricerca pubblica fatto nel nostro Paese su una frontiera centrale come il miglioramento genetico attraverso biotecnologie sostenibili.
Il piano è articolato su tre anni e la regia dell’operazione sarà gestita dal Crea, il centro di ricerca specializzato del Ministero delle politiche agricole, che è stato rinnovato e reso più efficiente negli ultimi 12 mesi. Proprio il nuovo Crea ha dentro di sé alcune delle più importanti professionalità italiane nel campo della ricerca agroalimentare, come ad esempio lo staff che è stato protagonista del sequenziamento del genoma del frumento con importanti riconoscimenti internazionali .
“Vogliamo tutelare al massimo il nostro patrimonio unico di biodiversità – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - che è il tratto distintivo che fa dell’Italia un punto di riferimento per il mondo a livello agroalimentare. Per farlo investiamo nella ricerca pubblica, concentrando le risorse su un programma di attività che punta su innovazione e sostenibilità. In pochi anni possiamo essere leader sul fronte dell’agricoltura di precisione e delle biotecnologie sostenibili legate al nostro patrimonio colturale. Non siamo all’anno zero e vogliamo mettere a frutto le grandi professionalità dei nostri ricercatori, riconosciute anche a livello internazionale. Investiamo sulle migliori tecnologie per tutelare le nostre produzioni principali, dalla vite all’olivo, dal pesco al pero e poi anche pomodoro, albicocco, agrumi, frumento, melanzana, melo, ciliegio, pioppo.. Obiettivi chiari e ben definiti, con un percorso che guarda al futuro della nostra agricoltura. Anche in Europa va condotta una discussione definitiva perché queste biotecnologie vengano pienamente riconosciute, anche sotto il profilo giuridico, diversamente dagli Ogm transgenici”.

Redazione Floraviva

dino scanavino

Il presidente della Cia, Dino Scanavino plaude la proposta avanzata dal Deputato Filippo Gallinella e recepita dalla Commissione Agricoltura: la trasparenza nella gestione del sostegno per i carburanti premierà le aziende virtuose.

"L'indagine conoscitiva sul gasolio agricolo, proposta dall’Onorevole Filippo Gallinella e fatta propria da tutta la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati è certamente utile e affronta un argomento non secondario per il settore”. A dichiararlo è Dino Scanavino, presidente della Cia-Agricoltori Italiani e coordinatore nazionale di Agrinsieme (il raggruppamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Aci). L'auspicio -ha sostenuto Scanavino- è che l’indagine possa offrire un quadro il più chiaro possibile degli utilizzi, delle agevolazioni e dei costi pubblici in questo importante capitolo di intervento.
Sarà così possibile garantire agli agricoltori virtuosi ed ai sistemi di erogazione regionale la garanzia di rapidità di gestione e l’attendibilità del dato amministrativo.
Infatti, troppo spesso il sostegno pubblico nella erogazione del gasolio agricolo agevolato -ha proseguito il Presidente Scanavino - è stato oggetto di critica sia per l’eccesso di spesa che additato come fonte di speculazione. La piena trasparenza gestionale e l’assicurazione della continuità di questo sostegno, assolutamente necessario per le aziende agricole, -ha concluso Dino Scanavino- è importante che venga accompagnato dagli utili assestamenti operativi che l’indagine in questione potrà suggerire alla Pubblica Amministrazione.
 
Redazione Floraviva


floravia, xylella

Si tratta di sette milioni di euro stanziati per la ricerca al fine di generare una maggiore conoscenza su Xylella fastidiosa, il batterio trovato negli olivi e in altre piante nel sud Italia e sulle piante ornamentali del sud della Francia e della Corsica. L’annuncio è stato fatto alla fine di un seminario di due giorni, organizzato dall’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), durante il quale più di cento esperti hanno esaminato le esigenze e le priorità per la ricerca su Xylella fastidiosa. Altri incontri sul tema saranno organizzati in futuro, e, se possibile, ogni anno.
 
Redazione Floraviva

olivicoltura.jpg

Se ne parlerà oggi pomeriggio dalle ore 16:00 a Radicondoli della corretta gestione degli oliveti fino alla produzione dell’olio con l’obiettivo di analizzare gli aspetti agronomici, fitosanitari, di meccanizzazione, economici e di qualità delle produzioni.



Dalla corretta gestione dei moderni oliveti fino alla produzione dell’olio con l’obiettivo di analizzare gli aspetti agronomici, fitosanitari, di meccanizzazione, economici e di qualità delle produzioni. Di questi aspetti, caratterizzanti la filiera produttiva dell’olio, si parlerà nel convegno Olivicoltura da reddito: prospettive per il futuro delle colline toscane in programma a Radicondoli – venerdì 4 dicembre, ore 16 (Palazzo Bizzarrini) nella giornata inaugurale di “Pan con l’olio”.


Da alcuni anni, con la riscoperta della dieta mediterranea come patrimonio dell’umanità sancito dall’UNESCO e di cui l’olio di oliva è uno dei componenti essenziali, anche la tecnica e la ricerca scientifica hanno fatto passi avanti. Da un lato è possibile accorciare il periodo di “entrata in produzione” dei nuovi impianti con nuove tecniche agronomiche e vivaistiche, dall’altro è possibile abbassare i costi di produzione attraverso una “meccanizzazione integrale” nella gestione degli oliveti.



«L’alto valore paesaggistico dell’olivo – spiega la moderatrice Rosanna Zari, dottore agronomo e vice presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori agronomi e Dottori forestali (CONAF)  - ha fatto sì che questa coltura tipica delle nostre colline fosse relegata a elemento del Paesaggio Toscano posto in terreni marginali e destinato a riempire spazi lasciati vuoti dai più produttivi vigneti senza mai avere l’onore della prima coltura nella SAU delle aziende agricole, per questo occorre investire nella ricerca e nell’innovazione anche nell’olivicoltura toscana».


Il convegno sarà proprio l’occasione per sottolineare come l’olivocoltura possa ricoprire un ruolo di primo piano nell’agricoltura attraverso la produzione di reddito utilizzando tecniche colturali innovative. Tra gli interventi previsti nei saluti istituzionali il sindaco di Radicondoli Emiliano Bravi, il Consigliere Provincia di Siena Emiliano Spanu, Monica Coletta, dottore Agronomo - Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Siena, Sabrina Diamanti, Dottore Forestale, Consigliere Associazione Pandolea e Consigliere CONAF. Tra i relatori, Giovanni Caruso – Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali (DiSAAA-a) Università di Pisa, Marco Vieri, Dottore Agronomo - Università degli Studi di Firenze “Olivicoltura di precisione”, Stefano Rossi, Dottore Forestale - Servizio Fitosanitario della Regione Toscana “Aspetti fitosanitari dell’olivo: Xylella fastidiosa – Attività di monitoraggio del SFR Regione Toscana”, Roberto Polidori - Università degli Studi di Firenze “Risultati economici di moderne tipologie di oliveti” e Federico Rossi Ferrini, Responsabile Area Imprese ChiantiBanca “I finanziamenti di Chianti Banca per l’agricoltura “. Interverranno anche rappresentanti delle organizzazioni agricole (Cia, Coldiretti e Confagricoltura) e dell’Ota (Olivicoltori toscani associati) e alcuni produttori che esporranno le loro esperienze.


Redazione Floraviva

olio oliva

La Confederazione italiana agricoltori di Pistoia ricorda che dal 1° luglio 2015 gli olivicoltori che vendono il proprio olio devono servirsi di un registro telematico attivato sul Sian. Cia ha preparato un piccolo vademecum e presto convocherà riunioni ad hoc. Agli iscritti si chiede di far sapere se intendono procedere da soli, come auspicato, o meno, e se hanno bisogno di ulteriori spiegazioni.

L’obbligo di registro telematico per gli olivicoltori attivi in prima persona nella produzione e vendita del proprio olio sta mettendo in difficoltà non pochi agricoltori del territorio pistoiese. In molti non hanno ancora fatto sapere agli uffici di Cia se hanno aperto il proprio registro nel Sistema informativo agricolo nazionale (Sian) e se, adesso che siamo nel vivo della campagna produttiva, stanno procedendo senza intoppi alle necessarie registrazioni di carico e scarico merci, che hanno termini temporali ben precisi e vicini alle date di esecuzione delle operazioni.
Per questo Cia Pistoia ha avviato da alcuni giorni una campagna di sensibilizzazione, fatta di informazioni puntuali e sollecitazioni di risposte e verifiche, fra i propri iscritti. Al centro della campagna informativa c’è una sorta di piccolo vademecum con tutte le spiegazioni e distinzioni del caso: come si effettuano l’attivazione del registro telematico e poi via via le registrazioni delle operazioni, quali sono i prerequisiti dell’attivazione, a quali condizioni si può essere esentati dall’obbligo di registro, e via dicendo. Ma stanno per essere convocate delle riunioni specifiche con gli olivicoltori per parlare della questione faccia a faccia.
Inoltre Cia Pistoia sta diffondendo il link alla guida pubblicata dal Sian (a cui si può accedere solo se registrati).
«Il problema – spiega Francesco Troiano, funzionario di Cia Pistoia – riguarda innanzi tutto la difficoltà nell'utilizzo di uno strumento informatico abbastanza complesso. Inoltre lo strumento telematico è “spietato” per la tempistica da rispettare e la totale tracciabilità delle operazioni. Quindi non sono ammessi errori, o quasi». «Nella nostra nota informativa – aggiunge Troiano - evidenziamo bene che il requisito di base per chi vende direttamente l'olio è quello di essere a norma per l'imbottigliamento (eccetto il caso che provveda il frantoio stesso ad imbottigliare). Questo vuol dire stanza a norma, manuale di autocontrollo HACCP, corso di alimentarista, ecc. Un passo successivo consiste nel valutare e consigliare caso per caso le singole aziende per ridurre al minimo il carico "burocratico": opportunità del conto vendita presso il frantoio, delega all'imbottigliamento, cessione di olive ai raccoglitori in pagamento del lavoro, ecc.».
Cia Pistoia ritiene utile che gli olivicoltori diventino autonomi nella gestione del registro e nell’uso degli strumenti informatici, sempre più diffusi in agricoltura. Però si mette a disposizione per la tenuta del registro telematico, secondo modalità che saranno definite solo al termine di questa campagna di sensibilizzazione e verifica della situazione, a chi non bastassero le spiegazioni e richiedesse tale servizio.
 
Redazione Floraviva

remaschi marco

Un percorso di certificazione che informi il consumatore che l'olio d'oliva extravergine prodotto in Toscana è fatto con olive coltivate in Toscana. E' questa l'idea sulla quale l'assessore all'agricoltura della Regione intende mettere intorno ad un tavolo tutti i soggetti interessati per procedere in maniera condivisa.

Lo ha detto lo stesso assessore a Firenze durante la presentazione dell'anteprima della produzione 2015 dell'olio extravergine di oliva Toscano IGP avvenuta ieri presso il ristorante Chalet Fontana

"L'olivicoltura - ha ribadito l'assessore - rappresenta la Toscana, non rappresenta soltanto un prodotto d'eccellenza come il nostro olio, che vanta qualità organolettiche e salutistiche superiori, ma rappresenta il nostro paesaggio, è la locomotiva della Toscana perché i nostri prodotti vanno all'estero e sono il biglietto da visita che serve ad attrarre i visitatori."

Le questioni da affrontare in tema di olivicoltura, a giudizio di Remaschi, sono 3 e sono collegate fra loro. La prima riguarda il recupero delle zone olivicole non più coltivate., pari a circa il 25% del totale. "Dobbiamo lavorare - ha detto - per favorire il recupero di queste zone. " La seconda riguarda la riduzione dei costi di produzione e la connessa redditività per i coltivatori. La terza la valorizzazione del prodotto. "Per questo - ha ribadito - occorre una strategia comune." Quanto alle risorse Remaschi ha ricordato che nel settore intervengono i fondi del Programma di Sviluppo Rurale e dell'Organizzazione Comune di Mercato olivicola (OCM) oltre a risorse nazionali. "E' importante usare al meglio le risorse - ha sottolineato - ma il nocciolo della questione non sono tanto i soldi, quanto la volontà comune di raggiungere l'obiettivo e di concentrarsi sull'olioToscano".

Redazione Floraviva