Filiera olivo-olio

prodotti agricoli

Ismea, prezzi agricoli invertono la rotta a maggio. Meno 6,4% su aprile, -2% su base annua. Indice “core” segnala effetto deflativo nelle campagne ancora più accentuato (-6,2% annuo)

Dopo quattro mesi di costante ascesa, a maggio i prezzi dei prodotti agricoli registrano un importante cedimento. Lo rileva l’Ismea sulla base dell’Indice dei prezzi agricoli alla produzione elaborato dall’Istituto, attestatosi a 112,5 (base 2010 = 100), in flessione del 6,4% rispetto al livello di aprile e del 2% su maggio 2014.
 
Per lo stesso mese, le rilevazioni dell’Istituto nazionale di statistica indicano una variazione positiva dei prezzi al consumo dei beni alimentari e bevande, inclusi alcolici, dello 0,1% mensile e dell’1% su base annua, in linea con la tendenza al rialzo già rilevata ad aprile. Entrambe le variazioni sono state confermate oggi dall’Istat con le stime preliminari di giugno.
 
Anche l’Indice “core” dei prezzi agricoli alla produzione, - depurato dalle voci ortaggi e frutta fresca ed elaborato per la prima volta dall’Ismea a partire da maggio 2015 - con un valore pari a 113,4, registra una variazione negativa sia su base mensile che sul confronto annuo (rispettivamente del -2,8% e del -6,2%).  Escludendo le componenti a più spiccata volatilità, la versione “core” dell’Indice Ismea ha il pregio di cogliere la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, scorporando la dinamica dei prodotti maggiormente esposti a fluttuazioni e più direttamente influenzati da fattori stagionali.
 
Il sotto-indice dei prodotti vegetali, che nel complesso ha registrato un andamento negativo su base mensile (-8,4%), ma inflativo su base annua, riflette nel dato congiunturale di maggio soprattutto il calo dei listini di frutta (-13,1%) e ortaggi (-12,2%), determinato dal rialzo delle temperature e dalla maggiore affluenza sul mercato di prodotti stagionali. 
In calo su base mensile, seppure in misura più contenuta, le quotazioni di semi oleosi, vini e cereali (-2,3%, -2,9% e -5%). In relazione a questi ultimi i frumenti sono la voce che ha fatto segnare la contrazione più significativa (-7,6%), associata alla poche negoziazioni di maggio, in attesa dei nuovi raccolti.
Nel comparto degli oli di oliva l’indice dei prezzi si è mosso invece in controtendenza, registrando su aprile una crescita dell’1,7%. Più in dettaglio, l’aumento delle quotazioni del lampante (+9,8%) - sul quale hanno influito i rincari del prodotto spagnolo - ha prevalso sulla flessione dei listini dell’extra vergine e degli oli vergini (-1,5%; -3,6%).
Relativamente al comparto zootecnico, i prezzi hanno fatto segnare nel complesso un -2,3% mensile, in un contesto di debolezza sia per gli animali vivi (-3%), ad eccezione degli avicoli, che per i lattiero-caseari (-0,3%).
 
Su base annua, il calo di 2 punti percentuali dell’Indice generale è la sintesi della tendenza negativa dei prezzi dei prodotti della zootecnia (-9,7% rispetto al mese di maggio 2014) e dei rincari dell’aggregato vegetali (+7,2%), determinati dall’aumento delle quotazioni degli oli d’oliva (+69,4%), degli ortaggi (+13,9%) e della frutta (+9,6%). Registrano al contrario una contrazione su base annua cereali, semi oleosi e vini.
Con il dato negativo di maggio la variazione acquisita dei prezzi agricoli per l’intera annata 2015 scende al più 1%, dal più 5,5% di aprile. Negativa, e pari a meno 4%, quella elaborata a partire dall’Indice core (era -2,2% ad aprile).
 
La tabella è consultabile online.

Redazione Floraviva

olio d'oliva

Parte oggi il seminario per promuovere il consumo del vero olio extra vergine di oliva italiano di qualità. L’iniziativa, annunciata nel corso di un workshop a Milano e al Sol il salone dell’olio extra vergine di oliva di Verona, è curata da Agenzia ICE di Londra e Unaprol, consorzio olivicolo italiano. Il seminario si terrà presso la Venue Home House della capitale britannica con interventi di Fortunato Celi Zullo direttore dell’Agenzia ICE di Londra, Michele Bungaro, responsabile delle relazioni istituzionali di Unaprol, Fulvio Genovese, area commerciale del consorzio olivicolo italiano. Presentazione dei profili  sensoriali con la partecipazione di Judy Rigway, assaggiatore esperto. Simon Poole medico nutrizionista su olio e salute e degustazione e abbinamenti cibo olio extra vergine di oliva italaino  a cura di Giorgio Locatelli.
Il mercato britannico è molto sensibile alla qualità del cibo e tra questi anche l’olio extra vergine di oliva. Nel 2014 l’Italia ha esportato in UK oltre 50milioni di sterline di prodotto italiano per un controvalore di 63 milioni di Euro. Il nostro paese è il secondo fornitore di olio di oliva in generale e con la sua quota di mercato, pari al 41%, copre abbondantemente oltre un terzo di tutto l’olio di oliva introdotto in Gran Bretagna. Le prospettive nel settore agroalimentare rimangono positive per gli esportatori italiani con un trend in costante aumento per i prodotti di alta qualità.
“Per essere vincenti sul mercato britannico afferma Antonietta Kelly, trade analyst dell’ufficio Agenzia Ice di Londra - occorre essere flessibili e innovativi; coltivare tradizione e innovazione; puntare su qualità, rispetto per l’ambiente e consumo etico. Cinque consigli utili  – aggiunge David Granieri  per far cogliere opportunità di mercato interessanti  alle imprese olivicole del nostro Paese in Gran Bretagna, che stanno orientando la loro migliore offerta su alcune nicchie di mercato come specialità alimentari e ristorazione di alto livello”.

Redazione Floraviva

olio

Il 10 giugno workshop  Agenzia ICE / Unaprol e si intensifica la collaborazione tra Agenzia ICE e Unaprol, consorzio olivicolo italiano sul mercato di Taiwan. Il 2014 è stato un anno straordinario per le esportazioni italiane di olio di oliva nell’isola stato. In base ai recenti dati pubblicati dall’ istituto di statistica dell’isola le esportazioni di oliva vergine ed extravergine sono aumentate del 100% in valore rispetto all’anno precedente, superando i 17.6 milioni di USD con una crescita del 100% rispetto al 2013; in questo ambito le esportazioni italiane sono state pari a 10.27 milioni di USD. L’Italia si conferma come il maggiore fornitore di Taiwan di olio vergine ed extra vergine con una quota di mercato pari al 58.4%. Dopo il seminario dello scorso anno, e il più recente svoltosi a Verona durante Sol e Agrifood a cura di Chiara Petrò, direttore dell’Agenzia ICE ufficio di Taipei sulle opportunità del mercato di Taiwan, Unaprol torna sull’Isola la prossima settimana con un nuovo seminario e workshop per promuovere l’alta qualità degli oli extra vergine di oliva 100% prodotti in Italia. L’appuntamento Taste of Italy è programmato mercoledì 10 giugno presso l’hotel Westin Taipei  con inizio alle ore 9,00 del mattino per concludersi alle 16,30 nel pomeriggio. Il programma prevede un seminario sul mercato mondiale dell’olio di oliva e sulle qualità dell’offerta made in Italy in tutto il mondo. Dopo il seminario si svolgerà una prova di degustazione con prove sensoriali. Nel pomeriggio un workshop con aziende direttamente giunte a Taipei dall’Italia per incontri B2B. Sono previste interviste con la stampa di Taiwan per sensibilizzare il mercato locale dove operano oltre 23 milioni di consumatori. Il reddito pro capite e di circa 21 mila dollari USA e l’Isola ha un PIL che sfiora i 500 miliardi di dollari statunitensi.

Redazione Floraviva

xylella

Hanno dato esito negativo gli esami effettuati su un campione di DNA dell'ulivo sequestrato in Liguria per sospetta Xylella e di cui ieri era stata divulgata la provenienza da un vivaio toscano. E' quanto si ricava dal report diagnostico del Cnr di Bari, chiamato ad accertare con le sue strutture se la pianta sequestrata fosse o meno esposta al batterio killer. Una notizia che la Regione Toscana, con il suo assessorato all'agricoltura, sottolinea con forza a tutela dell'olivicoltura regionale. Non solo in questi mesi sono stati intensificati i controlli sui vivai toscani, con risultati sempre negativi, ma negativo è risultato anche il caso ligure che si è voluto collegare alla Toscana. Il governo regionale, in ogni caso, chiede che sia fatta chiarezza su quanto accaduto, per i danni che può aver provocato all'immagine del vivaismo toscano.
Scatica il report del Cnr di Bari

Redazione floraviva

olivi alpi

Con cambiamento climatico per la prima volta si è iniziato a produrre in Italia frutta esotica, dalle bananeon  all’avocado mentre negli ultimi trenta anni il vino italiano è aumentato di un grado ma si è verificato nel tempo anche un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l'ulivo che è arrivato sulle Alpi. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti che, con l’arrivo del caldo, ha messo in mostra dal vivo i nuovi “frutti” Made in Italy del cambiamento climatico ad Expo nel padiglione della Coldiretti “No farmers no party” all’ingresso sud all’inizio del Cardo sul lato opposto all’albero della vita. Che l’Italia abbia la febbre è confermato dalla tendenza al surriscaldamento con ben nove dei dieci anni più caldi della storia che sono successivi al 2000. Dopo il 2014 che è stato il piu’ bollente di sempre nella top ten degli ultimi 210 anni ci sono - precisa la Coldiretti -2003, 2007, 2012, 2001, poi il 1994, 2009, 2011, 2000 e 2008, sulla base dei dati Isac Cnr

Redazione Floraviva

xylella

“Non siamo disposti a sacrificare alcun albero sano. Deve passare il ‘metodo’ di testare le piante circostanti. Non possiamo accettare quanto disposto a livello comunitario ovvero la rimozione e la distruzione delle piante infette e di tutte le piante ospiti nel raggio di 100 metri a prescindere dal loro stato di salute, che oltre ad essere inaccettabile in termini di distruzione del patrimonio olivicolo con esemplari monumentali introvabili al mondo, è improponibile sul fronte dei costi economici e della tensione sociale. E' qaunto afferma la Coldiretti in riferimento alle decisioni assunte dal Comitato ue per la salute delle piante sulla Xylella. Non possiamo accettare nel modo più assoluto che venga violato il nostro territorio e ci aspettiamo che la Commissione Europea verifichi nei prossimi giorni l’applicabilità reale delle misure”. Secco ‘no’ del Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, alle misure anti-Xylella adottate dal Comitato Ue per la salute delle piante. “E’ un provvedimento che evidentemente non è stato condiviso – dice duro il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti –  è stato calato d’alto, che non tiene conto dell’impossibilità oggettiva di alcuni provvedimenti e delle ricadute sugli olivicoltori. Prendiamo atto della decisione ‘tardiva’ di vietare l’importazione di piante di caffè e sottoporre a condizioni rigorose le importazioni all'interno dell'UE di piante specificate note per essere suscettibili di Xylella fastidiosa”.
 
Redazione Floraviva