Filiera olivo-olio

olio oliva

La Confederazione italiana agricoltori di Pistoia ricorda che dal 1° luglio 2015 gli olivicoltori che vendono il proprio olio devono servirsi di un registro telematico attivato sul Sian. Cia ha preparato un piccolo vademecum e presto convocherà riunioni ad hoc. Agli iscritti si chiede di far sapere se intendono procedere da soli, come auspicato, o meno, e se hanno bisogno di ulteriori spiegazioni.

L’obbligo di registro telematico per gli olivicoltori attivi in prima persona nella produzione e vendita del proprio olio sta mettendo in difficoltà non pochi agricoltori del territorio pistoiese. In molti non hanno ancora fatto sapere agli uffici di Cia se hanno aperto il proprio registro nel Sistema informativo agricolo nazionale (Sian) e se, adesso che siamo nel vivo della campagna produttiva, stanno procedendo senza intoppi alle necessarie registrazioni di carico e scarico merci, che hanno termini temporali ben precisi e vicini alle date di esecuzione delle operazioni.
Per questo Cia Pistoia ha avviato da alcuni giorni una campagna di sensibilizzazione, fatta di informazioni puntuali e sollecitazioni di risposte e verifiche, fra i propri iscritti. Al centro della campagna informativa c’è una sorta di piccolo vademecum con tutte le spiegazioni e distinzioni del caso: come si effettuano l’attivazione del registro telematico e poi via via le registrazioni delle operazioni, quali sono i prerequisiti dell’attivazione, a quali condizioni si può essere esentati dall’obbligo di registro, e via dicendo. Ma stanno per essere convocate delle riunioni specifiche con gli olivicoltori per parlare della questione faccia a faccia.
Inoltre Cia Pistoia sta diffondendo il link alla guida pubblicata dal Sian (a cui si può accedere solo se registrati).
«Il problema – spiega Francesco Troiano, funzionario di Cia Pistoia – riguarda innanzi tutto la difficoltà nell'utilizzo di uno strumento informatico abbastanza complesso. Inoltre lo strumento telematico è “spietato” per la tempistica da rispettare e la totale tracciabilità delle operazioni. Quindi non sono ammessi errori, o quasi». «Nella nostra nota informativa – aggiunge Troiano - evidenziamo bene che il requisito di base per chi vende direttamente l'olio è quello di essere a norma per l'imbottigliamento (eccetto il caso che provveda il frantoio stesso ad imbottigliare). Questo vuol dire stanza a norma, manuale di autocontrollo HACCP, corso di alimentarista, ecc. Un passo successivo consiste nel valutare e consigliare caso per caso le singole aziende per ridurre al minimo il carico "burocratico": opportunità del conto vendita presso il frantoio, delega all'imbottigliamento, cessione di olive ai raccoglitori in pagamento del lavoro, ecc.».
Cia Pistoia ritiene utile che gli olivicoltori diventino autonomi nella gestione del registro e nell’uso degli strumenti informatici, sempre più diffusi in agricoltura. Però si mette a disposizione per la tenuta del registro telematico, secondo modalità che saranno definite solo al termine di questa campagna di sensibilizzazione e verifica della situazione, a chi non bastassero le spiegazioni e richiedesse tale servizio.
 
Redazione Floraviva

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Un percorso di certificazione che informi il consumatore che l'olio d'oliva extravergine prodotto in Toscana è fatto con olive coltivate in Toscana. E' questa l'idea sulla quale l'assessore all'agricoltura della Regione intende mettere intorno ad un tavolo tutti i soggetti interessati per procedere in maniera condivisa.

Lo ha detto lo stesso assessore a Firenze durante la presentazione dell'anteprima della produzione 2015 dell'olio extravergine di oliva Toscano IGP avvenuta ieri presso il ristorante Chalet Fontana

"L'olivicoltura - ha ribadito l'assessore - rappresenta la Toscana, non rappresenta soltanto un prodotto d'eccellenza come il nostro olio, che vanta qualità organolettiche e salutistiche superiori, ma rappresenta il nostro paesaggio, è la locomotiva della Toscana perché i nostri prodotti vanno all'estero e sono il biglietto da visita che serve ad attrarre i visitatori."

Le questioni da affrontare in tema di olivicoltura, a giudizio di Remaschi, sono 3 e sono collegate fra loro. La prima riguarda il recupero delle zone olivicole non più coltivate., pari a circa il 25% del totale. "Dobbiamo lavorare - ha detto - per favorire il recupero di queste zone. " La seconda riguarda la riduzione dei costi di produzione e la connessa redditività per i coltivatori. La terza la valorizzazione del prodotto. "Per questo - ha ribadito - occorre una strategia comune." Quanto alle risorse Remaschi ha ricordato che nel settore intervengono i fondi del Programma di Sviluppo Rurale e dell'Organizzazione Comune di Mercato olivicola (OCM) oltre a risorse nazionali. "E' importante usare al meglio le risorse - ha sottolineato - ma il nocciolo della questione non sono tanto i soldi, quanto la volontà comune di raggiungere l'obiettivo e di concentrarsi sull'olioToscano".

Redazione Floraviva


floraviva

Lo riferisce Ismea che evidenzia un buono stato degli impianti olivicoli nazionali  e ottime aspettative sulla resa e qualità del prodotto finale. Stimata una produzione di 350 mila tonnellate a fronte di 222 mila del 2014. In particolare, secondo Ismea, non ci sono poi  particolari problemi fitosanitari

 
Archiviata una delle peggiori annate della storia per l’olivicoltura italiana, quella del 2015/16 si preannuncia una campagna decisamente migliore. Lo rileva l’Ismea sulla base di una primissima ricognizione da cui si evince un forte incremento produttivo per l’Oliveto Italia rispetto ai bassi livelli del 2014.
 
Dalle 222 mila tonnellate della scorsa campagna (preconsuntivo Ismea su dati Agea) si dovrebbe arrivare quest’anno a una produzione superiore a 350 mila. Si avrebbe così un recupero di quasi il 60%, che manterrebbe comunque la produzione sotto i livelli del 2013, quando si erano ottenute 460 mila tonnellate di oli di oliva.
 
In generale, non si segnalano problemi fitosanitari, dopo i pesanti attacchi di mosca olearia della scorsa annata. Una condizione, dunque, ottimale - rileva l’Ismea - sia in relazione alle rese in olio sia alla qualità del prodotto finale.
Senza dubbio - prosegue la nota - il forte caldo di luglio e la prolungata assenza di precipitazioni hanno ostacolato il normale sviluppo vegetativo degli oliveti, impedendone la piena carica produttiva.
 
L’evoluzione più recente, anche da un punto di vista climatico, non sta creando problemi nei principali centri di produzione nazionale, si registrano timori da parte degli olivicoltori in merito a danni da agenti patogeni, nonostante le piogge autunnali.
Con il procedere delle operazioni di raccolta, di cui si registra l’avvio proprio in questi giorni, si avrà un quadro più puntuale della situazione che permetterà di affinare le stime di produzione e di valutare i risultati anche nelle dimensioni regionali.
 
 
Redazione Floraviva

xylella

I danni per i nostri produttori sono già stati ingenti eppure i test di patogenicità hanno dimostrato definitivamente che il ceppo di Xylella Fastidiosa presente in Puglia non attacca la vite. Chiediamo al Ministro Martina che si attivi in Europa per risolvere definitivamente una situazione che si trascina orami da troppo tempo

“La situazione relativa al blocco della commercializzazione delle piante di vite in Puglia a causa della Xylella fastidiosa è giunta all’assurdo”. Così il Presidente della Cia – Confederazione Nazionale Agricoltori, Dino Scanavino commenta gli esiti delle ultime riunioni tecniche a Bruxelles. “I danni per i nostri produttori sono già stati ingenti e rischiano di aggravarsi di fronte agli ultimi pronunciamenti delle autorità comunitarie, anche perché il contesto potrebbe drammaticamente peggiorare ed allargarsi, per via di inutili allarmismi, ad altre produzioni del comparto vivaistico con danni commerciali e d’immagine per il sistema Italia”, spiega Scanavino.
“In seguito alla diffusione della malattia e alle misure conseguenti adottate – prosegue il Presidente della Cia - si sono avviate ricerche ed indagini scientifiche sull’impatto del batterio sulle piante della vite e i risultati hanno dato sempre esito negativo. Non solo finora non sono mai stati riscontrati sintomi o infezioni del batterio, ma le recenti conclusioni anche dei test di patogenicità hanno dimostrato definitivamente che il ceppo di Xylella Fastidiosa presente in Puglia non attacca la vite”. Alla luce di ciò, la scelta da parte del Comitato Fitosanitario Permanente (che si è riunito la scorsa settimana) di non eliminare la vite dall'elenco delle “specie ospiti” sottoposte a regolamentazione, “non trova giustificazione ed è inaccettabile”.
“Al Ministro Martina, che ci aveva dato rassicurazioni nei mesi scorsi – conclude Scanavino - chiediamo che si attivi in Europa per risolvere definitivamente una situazione che si trascina orami da troppo tempo. È urgente un atto formale nei confronti degli altri Stati membri e della stessa Commissione Ue. Di fronte anche alle evidenze scientifiche la mancata eliminazione della Vite dall’elenco delle “piante ospiti” rischia di mettere in crisi non solo un intero comparto produttivo ma di minare la stessa credibilità del sistema di difesa fitosanitario europeo e la certezza del diritto”.

Redazione Floraviva

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“Una misura sciagurata che mette in ginocchio l'olio d'oliva italiano di qualità”. Così il presidente della Federazione nazionale di prodotto Olivicola di Confagricoltura, Donato Rossi, commenta la proposta della Commissione Europea che ha autorizzato l’accesso temporaneo supplementare di olio d'oliva tunisino nel mercato dell'UE, per sostenere la ripres nell'attuale periodo di difficoltà in cui si trova il Paese.

Allarme anche dalla Federazione Olio dei Giovani di Confagricoltura che si stanno mobilitando e chiedono a viva voce “l’annullamento delle ulteriori facilitazioni alle produzioni extracomunitarie”.
 
“Ancora una volta - osserva Confagricoltura - ci troviamo a dover subire un provvedimento che penalizza i produttori in nome della politica; in questo caso per proteggere l'economia tunisina a seguito dei recenti attentati terroristici. Non siamo nuovi a provvedimenti del genere, è già capitato recentemente con l’embargo russo  e con le concessioni ulteriori per le arance al Marocco che stanno creando penalizzazioni insostenibili”.
 
“L’olivicoltura italiana è già fragile e non è in grado di farsi carico - continua Confagricoltura - delle buone intenzioni della Commissione. La Tunisia è già un forte esportatore di olio extravergine d’oliva in Europa con 57 mila tonnellate già previste dall'accordo di associazione UE-Tunisia. Ora l'arrivo di altre 35 mila tonnellate d'olio d'oliva tunisino, senza dazio, colpisce duramente la produzione europea e, soprattutto, italiana già in gravissime difficoltà”.
 
“Sollecitiamo - conclude Confagricoltura - il governo e i nostri rappresentanti all’europarlamento ad adoperarsi sulla Commissione perché sia misurato adeguatamente l’impatto del provvedimento sul settore”.

Redazione Floraviva

xylella

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che il Consiglio dei Ministri di oggi ha stabilito la proroga per 180 giorni dello stato di emergenza in conseguenza della diffusione sul territorio della Regione Puglia del batterio patogeno da quarantena Xylella fastidiosa.
Vengono anche integrate le competenze del Commissario delegato nominato con l’ordinanza del Capo del dipartimento della Protezione civile. Il Commissario potrà così proseguire nell’attuazione del Piano, adottato anche per stralci, al fine di impedire l’ulteriore diffusione del batterio e gestire tutte le attività per raggiungere tale obiettivo.
“L’attuazione del Piano del Commissario di Protezione civile sta dando risultati ed è necessario andare avanti – ha dichiarato il Ministro Martina – nel contrasto alla diffusione del batterio, per questo abbiamo stabilito una proroga di 6 mesi dello stato di emergenza. Tutelare l’olivicoltura salentina è una priorità nazionale ed europea e perciò siamo impegnati sul fronte della ricerca e nell’indennizzo alle aziende agricole colpite, alle quali abbiamo destinato i primi 11 milioni di euro con la legge agricoltura approvata meno di un mese fa e resa immediatamente operativa”.
La decisione del Consiglio dei Ministri rientra nel quadro più ampio di azioni che il Governo sta mettendo in campo nella gestione di questa emergenza fitosanitaria, a partire dall’attivazione per la prima volta in casi simili del Fondo di solidarietà nazionale con un primo stanziamento di 11 milioni per il ristoro dei danni subiti da agricoltori e vivaisti, che abbiano perso più del 30% del valore della loro produzione. Allo stesso tempo una quota significativa dei 13 milioni a disposizione del Commissario di Protezione civile sono destinati all’indennizzo delle aziende agricole, ai vivaisti e agli altri proprietari dei terreni. Sul fronte della ricerca nel Comitato Horizon 2020 è stato approvato un importante progetto europeo con azioni specifiche sulla Xylella che sarà coordinato dal Cnr di Bari con un finanziamento di quasi 7 milioni. A livello nazionale si sta definendo un programma di ricerca molto ambizioso, a cui dovranno partecipare diverse istituzioni scientifiche e di ricerca, in particolare quelle pugliesi, con la creazione in Salento di un campo sperimentale dove testare le possibili soluzioni contro la fitopatia.

Redazione Floraviva