Filiera olivo-olio

oli.jpg

La società spagnola Deoleo dovrà pagare 300 mila euro di multa per aver venduto bottiglie di olio extra vergine “Bertolli gentile”, “Sasso classico” e “Carapelli. Il frantolio”, che in realtà contenevano olio vergine di oliva. È la seconda condanna alla società, dopo quella del maggio 2015 da parte della procura di Torino, ora confermata dall'Antitrust. 

La vicenda scoppia, infatti, a maggio 2015, quando la rivista mensile “Test il Salvagente”, nel corso di una prova evidenzia anomalie su diverse marche di olio extra vergine. Da laboratorio si rilevano difetti organolettici, quali riscaldo, rancido, muffa e umidità, in diverse bottiglie. La procura di Torino allora prende in mano la questione e Raffaele Guariniello nel mese di novembre fa prelevare dai Nas alcuni campioni d'olio e li invia al laboratorio dell’Agenzia delle dogane per le analisi. Il responso conferma così la presenza di irregolarità e di difetti organolettici per “Bertolli gentile”, “Sasso classico” e “Carapelli. Il frantolio”. Alcune associazioni di consumatori inviano un esposto all’Antitrust, chiedendo un intervento nei confronti delle aziende per pubblicità ingannevole. La decisione dell’Antitrust arriva l'8 giugno 2016: il contenuto dei tre campioni di olio «non corrisponde alla categoria olio extra vergine di oliva dichiarata in etichetta trattandosi, invece, di olio vergine di oliva». La sentenza ribadisce la validità della prova organolettica, da affiancare ai test analitici, per stabilire se un olio può essere classificato come extra vergine. Deoleo, in risposta, dichiara di avere messo a punto un nuovo servizio di controllo, ovvero un "Comitato di  qualità", al fine di verificare meglio la provenienza e la qualità della materia prima. Questo comitato dovrebbe riunirsi così ogni mese «con lo specifico obiettivo di individuare ed implementare sia le azioni dirette al raggiungimento e mantenimento dei livelli di qualità stabiliti dalla società, sia le eventuali e necessarie azioni correttive». Deoleo dichiara poi di avere affidato ad esperti esterni la formulazione di un nuovo codice etico, con una nuova procedura per la scelta dei fornitori di materia prima e modifiche migliori per ciò che riguarda la rintracciabilità, oltre a un sistema di blocco e sblocco delle partite che, sulla base dei controlli interni, non rispettano i criteri qualitativi. Deoleo si era comunque già espressa in modo simile circa tre mesi fa con un annuncio sui quotidiani "Repubblica" e "Corriere della Sera", dove prometteva nuovi criteri di qualità e trasparenza per il suo olio ai clienti italiani.

Redazione

olio

La nuova nomenclatura dell’olio d’oliva è stata annunciata a inizio giugno da Agrinsieme dopo un incontro in Commissione Ue. Resi noti alcuni dati sul mercato dell’olio d’oliva nella campagna 2015-2016: +112% la produzione italiana, contro il +66% della Spagna, il +61% Unione europea e il +33% mondiale. Aumentano le esportazioni europee in Cina.

Un importante passo avanti nella trasparenza del commercio mondiale dell’olio d’oliva, che favorirà i controlli. Dal primo gennaio del 2017 entrerà in vigore una nuova nomenclatura che consentirà di distinguere l'olio "vergine" dall'olio "extravergine" negli scambi internazionali. La voce doganale che oggi combina l'olio vergine extravergine sarà divisa in due codici doganali che consentiranno di tracciare i due prodotti e di dare informazioni più dettagliate sui flussi commerciali internazionali. Lo ha fatto sapere a inizio giugno, dopo un incontro tenuto in Commissione Ue nel gruppo di dialogo civile sull'olio, Agrinsieme (il coordinamento di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari), che ha espresso soddisfazione per questa novità, perché «contribuirà a difendere la qualità e a ridurre il rischio di frodi, oltre a favorire una migliore conoscenza delle movimentazioni del prodotto a livello globale». Nella stessa riunione in Commissione Ue sono stati resi noti alcuni dati sul mercato dell’olio di oliva: la produzione mondiale per la campagna 2015/2016 si stima di 3.242.000 tonnellate (+33%), di cui 2.303.000 tonnellate a produzione Ue (+61%). La Spagna si confermerebbe primo produttore con 1.395.000 tonnellate stimate (+66%), a seguire l’Italia con 472.000 tonnellate (+112%), la Grecia con 320.000 (+7%). Sulle esportazioni Ue, nel periodo ottobre 2015/marzo 2016, si stima una forte riduzione tendenziale per il Brasile (-47%) a causa della crisi economica e della svalutazione del real, mentre si prevede un incremento per la Cina (+36%). Gli Stati Uniti si confermano principale destinazione dell’olio europeo e italiano in particolare. Quanto al commercio intra-Ue, nel periodo compreso tra inizio ottobre e fine febbraio sono state 366.000 le tonnellate movimentate, con un calo del 21%. Dall’Italia verso destinazioni intra-Ue si sono mosse 43.000 tonnellate, destinate per il 30% alla Germania.

Redazione

xylella

Approvato dalla Giunta regionale lo stanziamento di 110 mila euro per il progetto di potenziamento della rete di monitoraggio degli organismi patogeni e relativi accertamenti fitosanitari, affidato all'Istituto regionale per la floricoltura, ente strumentale della Regione Liguria. 

Lo scorso 6 maggio, su proposta dell'assessore regionale, Stefano Mai, si è così approvato il piano anti-Xylella. «Anche se in Liguria non c’è nessun allarme né è stato riscontrato alcun caso di Xylella – spiega l’assessore Mai – è necessario tenere alta l’attenzione su tutti gli agenti patogeni, ben 18 quelli attenzionati, che possono colpire le produzione floricole e le piante aromatiche della nostra regione. In particolare non abbassiamo la guardia nella zona compresa tra Ventimiglia e Olivetta San Michele nell’estremo ponente, al confine francese, dove gli ispettori fitosanitari effettueranno circa 5 mila controlli per certificare le aziende locali e quindi rilasciare i passaporti xylella free per l’export delle nostre produzioni».

Redazione

olio

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto 103/2016, in vigore dal 1 luglio 2016, recante le sanzioni sull’olio d’oliva. Il decreto rappresenta un ulteriore passo in avanti per la tutela dell’olio d’oliva italiano e per una sempre maggiore difesa dei consumatori e dei produttori.

Tra le principali norme, figurano nel decreto le sanzioni per il cosiddetto “country sounding”, ovvero la sanzionabilità, per la prima volta, dell’evocazione di un’origine geografica dell’olio diversa dall’origine dell’olio stesso, anche se correttamente etichettato; per il mancato rispetto del regolamento sugli imballaggi; per la mancata o difforme indicazione in etichetta dell’informazione sulla categoria di olio; per il mancato rispetto dell’obbligo di tenere i registri degli oli d’oliva e di sansa d’oliva.

vestirepaesaggio

In vista dell’entrata in vigore, la circolare applicativa dell’Ispettorato centrale repressione frodi (Icqrf) del decreto è già disponibile sul sito internet del Mipaaf alla seguente pagina. Il MIPAAF ricorda inoltre che nel 2014/2015 la quantità di olio prodotto in Italia da olive italiane ammontava a 302.000 t, le aziende olivicole italiane sono circa 900.000 per un volume di affari di 3 miliardi di euro, pari al 3% del fatturato totale dell'industria agroalimentare. In Italia si contano poi 42 DOP e 1 IGP. Nel 2015 sono stati effettuati oltre 12.500 controlli nel comparto, per un totale di 574.268,00 euro di valore sequestri

Redazione

olio extra vergine di oliva igp sicilia

È il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali a rendere nota la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea della domanda di registrazione dell'olio extravergine di oliva IGP Sicilia, la cui zona di produzione comprende l'intero territorio amministrativo della Regione Sicilia. Per il ministro Martina il riconoscimento rappresenta un «passo importante segno del grande lavoro che questo territorio sta portando avanti per lo sviluppo di tutto il comparto agroalimentare siciliano».

flormart 2016Le caratteristiche organolettiche peculiari dell'olio extravergine di oliva IGP Sicilia derivano proprio dalla particolare posizione geografica della Sicilia, in cui territorio, olivo e cultura contribuiscono a creare un prodotto ormai riconosciuto e apprezzato da esperti del settore e da consumatori. Come ha ricordato del resto anche il Ministro Maurizio Martina: «La Sicilia è un territorio straordinario che può vantare una biodiversità unica che favorisce la qualità di tutte le sue produzioni agricole. Il riconoscimento dell’olio extravergine di oliva Igp Sicilia rappresenta un passo importante segno del grande lavoro che questo territorio sta portando avanti per lo sviluppo di tutto il comparto agroalimentare siciliano». E anche il Sottosegretario Giuseppe Castiglione ribadisce che si tratta di un riconoscimento a tutti gli olivicoltori siciliani, che si sono impegnati per ottenere un risultato così prestigioso. «La tutela dell'olio siciliano passa da questi sforzi in campo ma dipende anche da una maggiore attenzione alle peculiarità del nostro prodotto», ha poi aggiunto Castiglione.

Redazione

olio di oliva

Togliere la data di scadenza dell’olio di oliva dall'etichetta per favorire lo smaltimento delle vecchie scorte è un danno ai consumatori ed un errore che compromette la qualità dell’offerta italiana e gli effetti salutistici del nostro olio.

E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare l’esito delle votazioni della Commissione politiche dell’Unione Europea del Senato che ha esaminato la Legge europea 2015 diretta a modificare l’articolo 7 della legge n. 9 del 2013 nella parte in cui prevede un termine minimo di conservazione non superiore ai diciotto mesi per l’olio di oliva.

Di fatto è stata approvata una norma che favorisce lo smaltimento di olio vecchio e - spiega la Coldiretti - fa invece venir meno una importante misura di salvaguardia per il consumatore, poiché numerosi studi hanno dimostrato che con il tempo l’olio di oliva modifica le proprie caratteristiche. Con l’invecchiamento - precisa la Coldiretti - l’olio comincia a perdere progressivamente tutte quelle qualità organolettiche che lo caratterizzano (polifenoli, antiossidanti, vitamine) e che sono alla base delle proprietà che lo rendono un alimento prezioso per la salute in quanto rallentano i processi degenerativi dell’organismo. Con il recepimento delle indicazioni comunitarie - spiega la Coldiretti - la data di scadenza non sarà più di 18 mesi, ma potrà essere decisa liberamente dagli stessi imbottigliatori, il che equivale di fatto a cancellarla, poiché ognuno potrà metterla in base ai propri interessi commerciali ed è evidente il rischio che in molti ne approfitteranno per smaltire l’olio vecchio. L’Italia - sottolinea la Coldiretti - ha prodotto nell’ultimo anno 300 milioni di chili ottenuti da un patrimonio di circa 250 milioni di piante su 1,1 milioni di ettari di terreno, con un fatturato di circa 2 miliardi di euro ed un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative. Numeri che fanno dell’Italia - conclude la Coldiretti - il secondo produttore mondiale dopo la Spagna, ma anche il primo paese per numero di oli Dop/Igp (Denominazione di origine protetta/Indicazione geografica protetta), ben 43.

Redazione Floraviva