Filiera olivo-olio

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Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che venerdì 15 luglio, nella seduta di plenaria in Tunisia, il Consiglio Oleicolo Internazionale ha approvato i nuovi parametri degli acidi grassi.

agritoLa richiesta di revisione dei limiti è stata al centro di una intensa negoziazione in questi mesi tra l’Italia, la Commissione UE e i Paesi aderenti al COI. Con la decisione di venerdì scorso i limiti dell’acido eptadecanoico ed eptadecenoico saranno rispettivamente aumentati a 0,40% e 0,60%, mentre per l’acido ecosenoico il limite viene fissato a 0,50%. Questa nuova decisione, frutto del lavoro portato avanti in sinergia tra Amministrazione e filiera nazionale, valorizza ulteriormente la genuinità degli oli italiani e la ricchezza varietale che contribuisce a determinare l’alta qualità degli oli nazionali.

Redazione

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Un team di ricercatori, appartenenti a tre istituti di ricerca spagnoli, ha sequenziato per la prima volta il genoma dell'olivo a partire da una pianta della varietà Farga, una delle più diffuse nella parte est della Spagna, di circa 1300 anni di età. I ricercatori hanno anche comparato questo DNA con quello di varietà selvatiche per comprendere i processi evolutivi dell'olivo e studiarne il miglioramento in termini produttivi e di tolleranza/resistenza. 

L'olivo mediterraneo (Olea europaea, subsp. Europaea) è stato uno dei primi alberi domesticati ed è attualmente di grande importanza agricola nella regione del Mediterraneo quale fonte di olio d'oliva. Le basi molecolari che determinano le differenze fenotipiche fra cultivar e varietà selvatiche restavano fino ad oggi poco conosciute. Sia gli olivi selvatici che quelli coltivati hanno 46 cromosomi. Anche se l'olivo è stato uno dei primi alberi domesticati dall'uomo, circa 6000 anni fa, ad oggi ancora non era stato possibile mapparne in genoma. Il genoma assemblato di O. europaea che hanno sequenziato per la prima volta i ricercatori spagnoli è dunque di fondamentale importanza in qualità di risorsa preziosa per lo studio dei processi evolutivi e di addomesticamento dell'olivo. Ma non solo, il sequenziamento del genoma permetterà anche di determinare le basi genetiche dei tratti fenotipici chiave. Si potranno così studiare programmi di allevamento specifici e la formazione di nuove varietà, studiandone anche la resistenza e la tolleranza a patogeni quali il fungo Verticillium e Xylella fastidiosa. La mappatura del Dna è stata ottenuta usando la stessa tecnologia impiegata per sequenziare quello della lince. Il genoma sequenziato ha poi generato circa 1,31 miliardi di sequenze genetiche e oltre mille gigabyte di dati. Questi aiuteranno così a classificare meglio i dati già elaborati, che però si basavano solo sull'Rna e quindi non completi, per capire le funzioni dei geni e come lavorano.

Lo studio completo è stato pubblicato sulla rivista GigaScience.

Redazione

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A Cerignola, in provincia di Foggia, i militari della Guardia di finanza hanno individuato e sequestrato un opificio clandestino per l'adulterazione di olio extravergine di oliva e per l'imbottigliamento di alcol di contrabbando: oltre 58 tonnellate di alcol puro e 4 tonnellate di oli vegetali. Denunciati quattro soggetti per un'evasione di 320 mila euro. 

Nel corso dell'operazione le Fiamme gialle hanno sequestrato anche vari macchinari per l'imbottigliamento e l'etichettatura del prodotto. Inoltre è stata accertata l'evasione di accisa per circa 320mila euro. «L'importante sequestro - ha commentato la Coldiretti - di un opificio clandestino per l'adulterazione di olio extravergine di oliva e il contrabbando di alcol è solo l'ultima delle operazioni realizzate dalla Guardia di Finanza per garantire la qualità e la sicurezza alimentare. Il blitz è avvenuto proprio all'indomani della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto 103/2016, fortemente voluto proprio da Coldiretti, e che definisce le sanzioni contro la contraffazione dell'olio d'oliva». «In Capitanata ci sono olivicoltori seri che producono ottimo olio e bene fa lo Stato a difenderli da agropirati e chimici senza scrupoli» ha dichiarato la deputata Pd, Colomba Mongiello, vice presidente della commissione parlamentare sulla contraffazione che ha voluto esprimere il proprio «plauso istituzionale» alla Guardia di Finanza per l'operazione condotta a Cerignola, in provincia di Foggia, con il sequestro di ingenti quantitativi di olio di semi rigenerato, con false etichette extravergine made in Italy, e alcol prodotto clandestinamente. «L'opificio clandestino scoperto nelle campagne del Basso Tavoliere - ha aggiunto la Mongiello - era la base operativa di un sodalizio attivo nella falsificazione dell'olio e degli alcolici, ma che non disdegnava altro tipo di attività illecite. Un business internazionale: l'olio proveniva dalla Polonia ed era diretto in Germania, particolarmente remunerativo e altrettanto pericoloso sotto il profilo della salute pubblica. I processi di adulterazione, infatti, comportano sempre rischi per i consumatori vittime della frode commerciale. Il danno certo all'economia e quello alla salute motivano e giustificano la persistenza delle sanzioni penali, invece di quelle amministrative, e l'elaborazione di un diritto penale agroalimentare, composto da norme capaci di prevenire e reprimere l'agropirateria».

Redazione

 
 

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Dopo la condanna alla società spagnola Deoleo per avere venduto bottiglie di olio extra vergine di oliva "Bertolli Gentile", "Carapelli, il Frantolio" e "Sasso classico" che in realtà contenevano olio vergine di oliva, l’Antitrust multa anche l’olio "Pietro Coricelli": censurato per gli stessi motivi. Questa volta la multa è di 100 mila euro.  

Anche in questo caso la condanna è scaturita dai test della rivista mensile "Test il Salvagente" che avevano evidenziato anomalie su diverse marche di olio extra vergine. Il laboratorio aveva rilevato difetti organolettici, quali riscaldo, rancido, muffa e umidità, in diverse bottiglie portandole così, inevitabilmente, ad un declassamento del contenuto da extra vergine a olio vergine. La procura di Torino, qualche mese dopo, fa prelevare dai Nas alcuni campioni di olio e li invia al laboratorio dell’Agenzia delle dogane per le analisi. Il responso conferma la presenza di irregolarità e di difetti organolettici anche per l’extra vergine di Pietro Coricelli. Alcune associazioni di consumatori inviano, anche in questo caso, un esposto all’Antitrust, chiedendo un intervento per pubblicità ingannevole. La decisione arriva in questi giorni: il contenuto dei campioni di olio non corrisponde alla categoria olio extra vergine di oliva dichiarata in etichetta trattandosi, invece, di olio vergine di oliva. L'olio extra vergine Pietro Coricelli viene così multato dall'Antitrust per 100 mila euro.

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La società spagnola Deoleo dovrà pagare 300 mila euro di multa per aver venduto bottiglie di olio extra vergine “Bertolli gentile”, “Sasso classico” e “Carapelli. Il frantolio”, che in realtà contenevano olio vergine di oliva. È la seconda condanna alla società, dopo quella del maggio 2015 da parte della procura di Torino, ora confermata dall'Antitrust. 

La vicenda scoppia, infatti, a maggio 2015, quando la rivista mensile “Test il Salvagente”, nel corso di una prova evidenzia anomalie su diverse marche di olio extra vergine. Da laboratorio si rilevano difetti organolettici, quali riscaldo, rancido, muffa e umidità, in diverse bottiglie. La procura di Torino allora prende in mano la questione e Raffaele Guariniello nel mese di novembre fa prelevare dai Nas alcuni campioni d'olio e li invia al laboratorio dell’Agenzia delle dogane per le analisi. Il responso conferma così la presenza di irregolarità e di difetti organolettici per “Bertolli gentile”, “Sasso classico” e “Carapelli. Il frantolio”. Alcune associazioni di consumatori inviano un esposto all’Antitrust, chiedendo un intervento nei confronti delle aziende per pubblicità ingannevole. La decisione dell’Antitrust arriva l'8 giugno 2016: il contenuto dei tre campioni di olio «non corrisponde alla categoria olio extra vergine di oliva dichiarata in etichetta trattandosi, invece, di olio vergine di oliva». La sentenza ribadisce la validità della prova organolettica, da affiancare ai test analitici, per stabilire se un olio può essere classificato come extra vergine. Deoleo, in risposta, dichiara di avere messo a punto un nuovo servizio di controllo, ovvero un "Comitato di  qualità", al fine di verificare meglio la provenienza e la qualità della materia prima. Questo comitato dovrebbe riunirsi così ogni mese «con lo specifico obiettivo di individuare ed implementare sia le azioni dirette al raggiungimento e mantenimento dei livelli di qualità stabiliti dalla società, sia le eventuali e necessarie azioni correttive». Deoleo dichiara poi di avere affidato ad esperti esterni la formulazione di un nuovo codice etico, con una nuova procedura per la scelta dei fornitori di materia prima e modifiche migliori per ciò che riguarda la rintracciabilità, oltre a un sistema di blocco e sblocco delle partite che, sulla base dei controlli interni, non rispettano i criteri qualitativi. Deoleo si era comunque già espressa in modo simile circa tre mesi fa con un annuncio sui quotidiani "Repubblica" e "Corriere della Sera", dove prometteva nuovi criteri di qualità e trasparenza per il suo olio ai clienti italiani.

Redazione

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La nuova nomenclatura dell’olio d’oliva è stata annunciata a inizio giugno da Agrinsieme dopo un incontro in Commissione Ue. Resi noti alcuni dati sul mercato dell’olio d’oliva nella campagna 2015-2016: +112% la produzione italiana, contro il +66% della Spagna, il +61% Unione europea e il +33% mondiale. Aumentano le esportazioni europee in Cina.

Un importante passo avanti nella trasparenza del commercio mondiale dell’olio d’oliva, che favorirà i controlli. Dal primo gennaio del 2017 entrerà in vigore una nuova nomenclatura che consentirà di distinguere l'olio "vergine" dall'olio "extravergine" negli scambi internazionali. La voce doganale che oggi combina l'olio vergine extravergine sarà divisa in due codici doganali che consentiranno di tracciare i due prodotti e di dare informazioni più dettagliate sui flussi commerciali internazionali. Lo ha fatto sapere a inizio giugno, dopo un incontro tenuto in Commissione Ue nel gruppo di dialogo civile sull'olio, Agrinsieme (il coordinamento di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari), che ha espresso soddisfazione per questa novità, perché «contribuirà a difendere la qualità e a ridurre il rischio di frodi, oltre a favorire una migliore conoscenza delle movimentazioni del prodotto a livello globale». Nella stessa riunione in Commissione Ue sono stati resi noti alcuni dati sul mercato dell’olio di oliva: la produzione mondiale per la campagna 2015/2016 si stima di 3.242.000 tonnellate (+33%), di cui 2.303.000 tonnellate a produzione Ue (+61%). La Spagna si confermerebbe primo produttore con 1.395.000 tonnellate stimate (+66%), a seguire l’Italia con 472.000 tonnellate (+112%), la Grecia con 320.000 (+7%). Sulle esportazioni Ue, nel periodo ottobre 2015/marzo 2016, si stima una forte riduzione tendenziale per il Brasile (-47%) a causa della crisi economica e della svalutazione del real, mentre si prevede un incremento per la Cina (+36%). Gli Stati Uniti si confermano principale destinazione dell’olio europeo e italiano in particolare. Quanto al commercio intra-Ue, nel periodo compreso tra inizio ottobre e fine febbraio sono state 366.000 le tonnellate movimentate, con un calo del 21%. Dall’Italia verso destinazioni intra-Ue si sono mosse 43.000 tonnellate, destinate per il 30% alla Germania.

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